Presidente . − L’ordine del giorno reca la discussione sull’interrogazione orale alla Commissione di Klaus-Heiner Lehne, a nome della commissione giuridica, sul quadro comune di riferimento per il diritto contrattuale europeo (O-0072/2008 – B6-0456/2008).
Hans-Peter Mayer, autore. − (DE) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, il progetto di quadro comune di riferimento (QCR) ha fatto sì che il lavoro relativo al diritto civile europeo, almeno per il momento, giungesse a un punto di svolta. Naturalmente, si tratta di un progetto elaborato da esperti che deve ancora essere discusso a livello politico. L’obiettivo di questa discussione, quindi, è cercare di ottenere un ampio dibattito politico che affronti il futuro del diritto privato europeo. Il Parlamento europeo ha intenzione di giungere a una situazione in cui tutte le parti interessate siano coinvolte in tale dibattito ma, affinché ciò avvenga, dobbiamo garantire che il progetto accademico, che attualmente è disponibile solo in inglese, sia tradotto anche nelle altre lingue ufficiali.
Signora Commissario, i fondi destinati alla traduzione non sono ancora stati usati per il 2008. Abbiamo bisogno di queste traduzioni se deve esserci un dialogo adeguato a livello europeo sul futuro del diritto civile europeo. Non è sufficiente tradurre soltanto il prossimo documento della Commissione, benché, ovviamente, debba essere fatto. La Commissione ha avviato un processo di selezione al suo interno, cercando di vagliare le norme del quadro accademico di riferimento e raccogliere gli elementi necessari che saranno inclusi nel testo della Commissione.
Accogliamo con favore il fatto che in questo processo di selezione siano coinvolte tutte le direzioni generali. Tuttavia, sottolineerei che il progetto di “diritto contrattuale europeo” dovrebbe realmente essere condotto dalla DG per la giustizia e gli affari interni, poiché il quadro di riferimento non riguarda solo il diritto contrattuale del consumatore; è altresì previsto che faciliti la conclusione di contratti transfrontalieri da parte delle PMI con altri partner commerciali che non siano i consumatori.
Proprio perché il quadro comune di riferimento (QCR) necessita di tenere conto anche del settore delle PMI, negli ultimi mesi la Commissione sta svolgendo delle riunioni relative ad aree problematiche selezionate nell’arena delle operazioni tra imprese (B2B), e nel prossimo testo della Commissione occorre considerare anche gli esiti di tali riunioni.
Nella risoluzione sosteniamo inoltre che la versione definitiva del quadro accademico di riferimento potrebbe rivestire un ruolo di contenitore; a dire il vero, lo ha già fatto, in effetti, semplicemente in virtù della sua pubblicazione. Il legislatore comunitario dovrà garantire che, in futuro, gli atti giuridici nel settore del diritto privato europeo siano basati sul QCR.
Il QCR, in fase successiva, potrà essere convertito in uno strumento opzionale; le parti saranno quindi in grado di scegliere un sistema alternativo di diritto civile per disciplinare i loro rapporti giuridici. Si tratta di un’iniziativa che occorrerà adottare al fine di risolvere problemi che evidentemente esistono ancora nella sfera del mercato interno.
Al fine di dare nuovo impulso agli atti giuridici sul mercato interno, uno strumento facoltativo, tuttavia, dovrà superare il diritto contrattuale generico. Ad esempio, oltre alle norme che disciplinano la conclusione di contratti di vendita, dovranno esserci norme sul trasferimento di proprietà e sulla revoca della cessione di beni che non dispongono di una solida base giuridica: in altre parole, il diritto delle obbligazioni.
Il Parlamento è particolarmente desideroso di garantire che sia consultato e coinvolto su base continua dalla Commissione nel processo di selezione. Senza dubbio dovremo considerare come possa essere migliorato, in futuro, il senso di tale progetto, soprattutto in sede di commissione giuridica. Occorre che la Commissione, ora, inizi a valutare, tuttavia, di quale sorta di meccanismi abbiamo bisogno per garantire che il nuovo documento della Commissione possa tenere conto degli sviluppi futuri. Nell’attuale processo di selezione, la Commissione deve già cominciare a esaminare, nella sua pianificazione, i cambiamenti che avverranno nella versione definitiva del quadro accademico di riferimento.
Tutto ciò dimostra che questo QCR ci sta conducendo in una nuova sfera del diritto contrattuale europeo. Il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio hanno bisogno di esprimere un chiaro impegno per tale progetto, che probabilmente rappresenta l’iniziativa più importante per il prossimo mandato parlamentare. Si tratta di un progetto che offre vantaggi per tutti: per i consumatori, poiché saranno presto in grado di fare acquisti in tutta Europa con il sostegno del diritto contrattuale europeo, e per le imprese, poiché grazie a questa maggiore certezza giuridica, riusciranno a inserirsi su nuovi mercati e, dal momento che ci sarà una serie uniforme di norme, a ottenere un risparmio sostanziale nei costi.
Meglena Kuneva, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, tutta la Commissione accoglie con favore l’interesse che il Parlamento sta mostrando per il quadro comune di riferimento o, in breve, il QCR. Il QCR è un progetto a lungo termine per migliorare la qualità e la coerenza della normativa europea.
Mi consenta di replicare alle vostre domande a questo proposito. Innanzi tutto, vorrei dire che la Commissione, in effetti, intende garantire che il QCR sia tradotto, cosicché possa essere discusso e applicato al fine di perfezionare la qualità della normativa del diritto contrattuale europeo e renderla maggiormente coerente.
Tuttavia, tale ragionamento non è applicabile al progetto accademico preliminare. Il QCR della Commissione molto probabilmente sarà assai più breve del progetto accademico. Considerato il grande lavoro che sarà già necessario per tradurre il QCR, non ha senso adoperare preziose risorse traduttive per tradurre porzioni di un progetto teorico che non sono pertinenti allo scopo del QCR.
La Commissione sta attualmente procedendo a selezionare quelle parti del QCR accademico che sono attinenti al QCR definitivo in base ai propri obiettivi politici. Tutte le DG interessate sono coinvolte in questo processo di selezione secondo il loro settore di competenza, compresa ovviamente la DG GAI. La selezione finale sarà presentata per consultazione alle altre istituzioni, incluso il Parlamento e le parti interessate.
La Commissione garantirà, effettivamente, di tenere conto nel QCR dell’esito delle riunioni organizzate nel 2007.
La Commissione ha sempre concepito il QCR come uno strumento per legiferare meglio. Il QCR dovrebbe contenere una serie di definizioni, principi generali e regole tipo nel settore del diritto contrattuale. La Commissione non ha ancora deciso quali materie del diritto contrattuale dovrebbe includere il QCR.
Nell’adottare la decisione relativa al QCR, la Commissione terrà in considerazione la posizione del Parlamento e del Consiglio.
Come ho già menzionato, la Commissione con tutta probabilità ridurrà l’attuale progetto accademico e forse sarà necessario modificare il testo rimanente al fine di renderlo utile a fini di orientamento politico. Benché sia prematuro dirlo, è probabile che il QCR rappresenti uno strumento legislativo non vincolante.
La Commissione comprende pienamente che il Parlamento voglia essere informato e coinvolto nel lavoro in corso sul QCR. Accogliamo con favore il coinvolgimento del Parlamento nel processo del QCR e facciamo molto affidamento su di esso. La Commissione continuerà a mantenere informato il Parlamento degli sviluppi nella maniera più appropriata, in particolare mediante il gruppo di lavoro del Parlamento dedicato al QCR, e consulterà quest’Aula e tutte le parti interessate sui risultati del suo processo di selezione preliminare.
Una volta completato il QCR, la Commissione deciderà in merito alla necessità di mantenerlo aggiornato e al miglior sistema possibile per farlo.
Vorrei terminare ringraziandovi per il sostegno del Parlamento al lavoro della Commissione relativo a questo importante progetto.
Jacques Toubon, a nome del gruppo PPE-DE. – (FR) Signor Presidente, il nostro collega, l’onorevole Meyer, ha indicato correttamente le sfide previste da tale questione. Vorrei dire alla signora Commissario che capisco la sua risposta tecnica relativa alle traduzioni, ma ciò che ha affermato l’onorevole Meyer a questo proposito rappresenta del tutto il problema reale: in che modo si passa da un lavoro universitario a una decisione politica e giuridica?
Ritengo sia assolutamente essenziale che tutti comprendano quest’aspetto, poiché tale progetto di quadro comune di riferimento (QCR) che è stato presentato alla fine dello scorso anno deve essere considerato in relazione a tutto il lavoro svolto in merito, e non solo il progetto illustratovi. Ad esempio, è evidente che si debba compiere una scelta tra il diritto delle obbligazioni e il diritto contrattuale. Esistono diverse scuole di pensiero a tale proposito, ma è questa la scelta che dobbiamo fare e, a questo scopo, devono certamente essere disponibili varie proposte. Inoltre, sarà ridotto il contenuto del QCR e sarà quindi vincolante o sarà generale e pertanto maggiormente indicativo?
Di conseguenza, occorre una gamma di informazioni e, naturalmente, è fondamentale che il Parlamento possa svolgere il proprio lavoro, e che possa farlo sin dall’inizio. Per questa ragione, e concluderò con questo aspetto pratico, è molto importante che molti deputati partecipino all’incontro con gli esperti che la Commissione organizzerà all’inizio di ottobre e alla conferenza che la Presidenza francese dell’Unione europea terrà a Parigi il 23 e 24 ottobre. Tale materia merita una discussione aperta e trasparente che superi gli esperti e coinvolga chi è responsabile delle decisioni politiche.
Manuel Medina Ortega, a nome del gruppo PSE. – (ES) Signor Presidente, sono d’accordo con le osservazioni dell’onorevole Toubon, vale a dire che il lavoro del gruppo accademico relativo al quadro comune di riferimento è chiaramente molto prezioso e serio. Tuttavia, in che modo passare da questo lavoro universitario a proposte politiche? Forse la risposta è, sulla base dell’utilizzo di una sola lingua e, probabilmente, un’unica direzione teorica.
Riconoscendo il lavoro interno che è stato svolto, signora Commissario, ritengo dobbiamo passare alla fase successiva in cui sono coinvolti il Parlamento e i settori interessati, non solo le grandi imprese, ma anche quelle piccole, le organizzazioni sindacali e altri tipi di operatori economici.
Il gruppo PSE ha presentato un emendamento volto a incrementare la partecipazione a questo progetto sin dall’inizio, per cui ovviamente sarebbe necessaria una traduzione del testo, anche se un riassunto. Questo documento, in seguito, potrebbe costituire la base di un elemento opzionale ma, per farlo, occorre innanzi tutto definire qual è il contenuto.
Per riepilogare, questa discussione deve servire a informare i cittadini europei che la Commissione sta lavorando a un progetto. Tuttavia, la Commissione, considerato che è solo una delle istituzioni europee, non può tenere tale progetto per sé. E’ giunto il momento che la Commissione condivida la sua conoscenza con il Parlamento europeo e con l’opinione pubblica. Ripeto: organizzazioni sindacali, grandi e piccole imprese, altri operatori economici e i cittadini in generale.
Il regolamento del quadro contrattuale influenza tutti i cittadini europei e l’elaborazione di un possibile codice di diritto sostanziale richiederebbe il coinvolgimento del maggior numero possibile di settori che, senza una traduzione in tutte le lingue dell’Unione europea, sembrerebbe impossibile. Tale iniziativa sarebbe irrealizzabile senza una maggiore partecipazione da parte di altri settori.
Diana Wallis, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, il Commissario ha risposto ad alcune delle domande poste dai miei colleghi. Tuttavia, questo progetto è di grande importanza per tutte le nostre istituzioni, e ora stiamo giungendo alle questioni politiche di tale iniziativa, e ai grandi problemi relativi alla legittimità democratica della creazione di un QCR. Si sono svolte numerose consultazioni, con molteplici gruppi di lavoro e parti interessate, da cui possiamo apprendere molto, ma adesso è ora di prendere una decisione, e abbiamo bisogno di un processo aperto, esaustivo e coerente.
La Commissione sta giustamente conducendo un processo di selezione prima di presentare un Libro bianco. Tuttavia, tale processo ha bisogno di essere il più esaustivo possibile, e siamo ovviamente preoccupati per le lingue utilizzate, poiché, se esistesse questa legislazione prevalente, sarebbe disponibile in tutte le lingue. Il Parlamento può ottenere la garanzia che in fase di Libro bianco sarà ancora possibile modificare la selezione ove appropriato?
E’ questo il nucleo dell’enigma cui ci troviamo di fronte. Il Libro bianco avvierà un processo legislativo, o qualcosa di simile, o affronteremo un processo legislativo separato ogni volta che, in futuro, avremo a che fare con il diritto contrattuale? Si tratta della questione se sarà vincolante o meno. Il Consiglio sembra ritenere che dovrebbe essere non vincolante e volontario. Se così fosse, si metterebbe in discussione qualora occorra un processo di selezione. E’ possibile mantenere tutto aperto e condurre una discussione politica in ogni momento in cui, in futuro, sorge un problema relativo al diritto contrattuale in una proposta legislativa. Dall’altro lato, se ora creiamo uno strumento vincolante, che è noto che per il Parlamento sarebbe preferibile sotto forma di uno strumento opzionale, allora si dovrebbero organizzare alcune discussioni politiche inclusive molto serie riguardanti contenuto e campo di applicazione, aspetto che ci conduce alla prossima serie di domande relativa a una base giuridica e al coinvolgimento del Parlamento in qualcosa in più di una semplice consultazione.
Ieke van den Burg (PSE) . – (NL) Signor Presidente, appoggio ciò che hanno sostenuto i precedenti oratori e vorrei evidenziare in particolare due punti. Uno è come garantiamo che esista veramente un processo esaustivo e democratico di consultazione, in cui non solo questo Parlamento, ma anche i Parlamenti nazionali rivestono un ruolo e in cui possono essere interpellate tutte le parti interessate. Sono preoccupata soprattutto se questa consultazione sarà equilibrata e se, ad esempio, le organizzazioni dei consumatori, le piccole e medie imprese, i sindacati e altri saranno in grado di fornire le loro competenze e contribuire a questo proposito, in modo da poter svolgere un ruolo effettivo in questo processo di consultazione.
La Commissione ha una responsabilità in merito e pertanto vorrei chiederle come abbia intenzione di sostenere tale iniziativa. Vorrei domandare al Parlamento di approvare un emendamento che presenteremo su questo punto.
L’altro aspetto riguarda l’ampiezza della selezione. Mi chiedo se dovremmo davvero escludere certi elementi ora presenti nel paragrafo 12. A questo punto ha più senso mantenerli aperti.
Andreas Schwab (PPE-DE) . – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, ho seguito con grande interesse questa discussione, ma a volte ho avuto l’impressione che diversi incontri comuni tra la commissione giuridica e la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori non siano mai avvenuti. Sì, onorevole van den Burg, abbiamo notato, anche tra i nostri colleghi delle commissioni, che è estremamente difficile, nei vari episodi, trovare in Europa l’impegno e le competenze necessari per questa importante iniziativa politica in ambito giuridico. A mio parere, farlo non è soltanto un compito della Commissione, è anche compito dei deputati garantire che le associazioni, le organizzazioni sindacali, i dipendenti e le PMI pertinenti siano coinvolti il prima possibile in questa discussione.
Tuttavia, sono inoltre dell’avviso che, e sostengo pienamente ciò che ha affermato Hans-Peter Mayer a questo proposito, e anche Jacques Toubon ha trattato questo punto, tale coinvolgimento iniziale delle varie parti interessate possa, ovviamente, avere esito positivo solo se le basi giuridiche sono disponibili in tutte le lingue. Non mi ha sorpreso la risposta del Commissario e il suo ritiro nella posizione che i documenti accademici accessibili non costituiscano più di un fondamento tecnico per lo sviluppo del Libro bianco. Ciononostante, in questo difficile processo, vorrei dire al Commissario che, secondo me, è effettivamente necessario tradurre anche queste basi delle sue raccomandazioni per il Libro bianco, poiché si tratta dell’unico modo per garantire una discussione efficace. Ritengo che, quindi, la proposta proceda nella giusta direzione e chiederei al Commissario di intraprendere un adeguato intervento d’appoggio in questo caso.
Meglena Kuneva, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, tutti i commenti dei deputati sono stati presentati in maniera appropriata e accorta. Vorrei sottolineare che la decisione di tradurre soltanto porzioni del testo accademico è politica. Ciò perché gli ambiti che non sono utili ai fini del QCR non saranno tradotti. Mi spiace ripetermi, ma è molto importante porre l’accento sul fatto che il QCR sarà per natura un contenitore, e il Parlamento sarà pienamente coinvolto nella decisione su quali parti del testo tradurre.
Vorrei altresì informarvi che le riunioni proposte dalla Presidenza francese, che ha fissato due incontri del comitato per le questioni di diritto civile il 5 settembre e il 3 novembre, al fine di discutere la selezione dei capitoli del progetto accademico di QCR per il futuro QCR della Commissione. Come potete notare, nulla è scolpito nella pietra. Il Parlamento e la Commissione possono partecipare pienamente e collaborare. L’esito di tali discussioni dovrebbe essere adottato nel dicembre 2008 in quanto conclusioni del Consiglio GAI. Tale aspetto ci fornisce certezza sufficiente che il processo includa veramente tutte le parti interessate. In riferimento all’osservazione dell’onorevole van den Burg, vorrei assicurarvi che il processo di consultazione sarà ampio e inclusivo.
Ho ricevuto un riscontro da parte dei professori, che hanno annunciato che tradurranno il loro progetto, il che significa che finalmente saranno disponibili versioni francesi, tedesche e inglesi. Ciò garantisce, oltre agli sforzi della Commissione, che il progetto sarà di certo accessibile in queste tre lingue. La Commissione mostra un chiaro interesse nel lavorare insieme al Parlamento, che ha sostenuto molto questo progetto, e al Consiglio, al fine di assicurare un ambito adeguato, dotato di versioni tradotte della porzione accademica già completata del progetto.
Presidente . − Comunico di aver ricevuto una proposta di risoluzione(1)ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 5, del Regolamento.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà mercoledì 3 settembre 2008.