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Procedura : 2008/2033(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0312/2008

Testi presentati :

A6-0312/2008

Discussioni :

PV 01/09/2008 - 24
CRE 01/09/2008 - 24

Votazioni :

PV 02/09/2008 - 5.19
CRE 02/09/2008 - 5.19
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Testi approvati :

P6_TA(2008)0387

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 1 settembre 2008 - Bruxelles Edizione GU

24. Strategia coordinata volta a migliorare la lotta contro la frode fiscale (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente . − L’ordine del giorno reca la relazione di Sharon Bowles, a nome della commissione per i problemi economici e monetari, su una strategia coordinata volta a migliorare la lotta contro la frode fiscale [2008/2033(INI)] (A6-0312/2008).

 
  
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  Sharon Bowles, relatrice. (EN) Signor Presidente, colgo innanzi tutto quest’opportunità per ringraziare i colleghi per i loro stimoli, in particolare in merito a uno o due argomenti ove persistono differenze d’opinione. Ritengo abbiamo più fattori in comune di quelli che ci dividono e che possiamo ottenere un esito soddisfacente non allontanandoci troppo dal tema principale.

I principi generali alla base di questa relazione sulla frode fiscale sono semplici, e soltanto gli autori stessi delle frodi non sarebbero d’accordo. Le perdite fiscali dovute a frode sono difficili da valutare. Gli autori di frode e gli evasori fiscali stanno attenti a celare la loro attività alle autorità fiscali, ma secondo le stime il livello delle frodi oscilla tra i 200 e i 250 miliardi di euro o tra il 2 e il 2,5 per cento del PIL totale dell’UE.

La mia domanda è: investiamo il 2-2,5 per cento dei nostri sforzi comuni nel cercare di risolvere questa condizione? Siccome la risposta a questa domanda è chiaramente no, ci può essere un’unica conclusione. Occorrono più sforzi, riguardo e soprattutto una maggiore attenzione collaborativa comune da parte degli Stati membri.

Adesso la frode in materia di IVA, in particolare la frode di “missing trade” o “carosello”, potrebbe essere l’unica fonte maggiore di perdita fiscale. Ciò avviene facilmente a causa delle lacune nel regime di IVA secondo cui non è imposta alle operazioni commerciali transfrontaliere intracomunitarie. Pertanto, è possibile procedere con acquisti senza IVA, s’incassa l’IVA e poi il commerciante scompare. In caroselli complessi possono essere irretiti commercianti innocenti, e i provvedimenti negli Stati membri per combattere le frodi, come bloccare i ribassi, possono danneggiare imprese prive di colpa. Si tratta di un problema ben noto nel mio paese, il Regno Unito. Quindi, è una ragione in più per affrontare il problema alla radice.

In pratica, l’IVA deve rimanere un’imposta sui consumi attribuibile all’autorità fiscale di destinazione finale. La relazione propone che l’IVA debba essere riscossa sulle forniture intracomunitarie ad aliquota minima, il 15 per cento, con lo Stato membro importatore che riscuote la propria aliquota interna per fasi successive.

Il 15 per cento riscosso dallo Stato membro di origine necessita allora di essere ceduto al paese membro di consumo finale tramite compensazione o composizione. Tale iniziativa è ora attuabile a livello tecnico; tanto più che passeremo inevitabilmente a una registrazione delle operazioni in tempo reale, cosa che non deve essere centralizzata; può essere eseguita in maniera decentralizzata o bilaterale.

Per quanto riguarda altri metodi di lotta alla frode e all’evasione fiscale, lo scambio di informazioni e la cooperazione sono fondamentali a questo scopo e, oserei dire, un atteggiamento “contanti subito” di “Da che cosa sono esente?” in alcuni ambiti non conduce a progressi e si tratta di una visione miope. Un risarcimento giunge in un’altra occasione, quando lo si richiede.

Le autorità fiscali hanno bisogno di ottenere informazioni sui beni al fine di contribuire a rintracciare redditi nascosti che possono essere non dichiarati o derivanti da attività criminali. Questo fattore è indebolito se lo scambio di informazioni tra le autorità è limitato. In questo caso, occorre altresì agire a livello internazionale per essere maggiormente efficaci.

Infine, ciò mi porta alla revisione della direttiva sulla tassazione del risparmio. E’ opportuno rivedere tale direttiva, per eliminare, ad esempio, le lacune quali utilizzare entità legali alternative come i lasciti per sottrarsi alle sue disposizioni. La ritenuta alla fonte non è l’ideale, ma a questo proposito siamo divisi se possa essere fatto senza conseguenze sgradite.

Si tratta di questioni che affrontiamo in questa relazione. La affido a voi e resto in attesa della prossima discussione con interesse.

 
  
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  László Kovács, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, desidero innanzi tutto ringraziare il Parlamento europeo e, in particolare, la relatrice, l’onorevole Bowles, per il suo testo molto costruttivo su una strategia coordinata volta a migliorare la lotta contro la frode fiscale.

Nel maggio 2006 la Commissione presentò una comunicazione finalizzata ad avviare un grande dibattito relativo ai vari elementi da prendere in considerazione in una strategia per la lotta alla frode nella Comunità.

Sono lieto che il Parlamento europeo riconosca e sostenga le iniziative adottate e l’approccio scelto dalla Commissione nella sua comunicazione. Analogamente, sono soddisfatto nel notare che il Parlamento europeo inviti la Commissione a presentare ulteriori proposte.

La relazione rappresenta un contributo molto utile ed esaustivo per la discussione in corso riguardante la lotta contro la frode fiscale. La Commissione è pienamente d’accordo che la frode non è problema che possa essere combattuto con successo soltanto a livello nazionale.

La Commissione terrà conto dei numerosi commenti e suggerimenti espressi dal Parlamento europeo nel quadro del suo lavoro sulle proposte legislative attuali e future di misure convenzionali per combattere la frode fiscale.

Per quanto riguarda gli interventi previsti per il 2008, posso confermare che la Commissione sta progettando di presentare tre serie di proposte legislative, una a ottobre, la seconda a novembre e la terza a dicembre 2008. Tali serie di provvedimenti includono migliori procedure per la registrazione e la cancellazione di persone soggette a IVA al fine di garantire l’immediata scoperta e cancellazione di falsi soggetti passivi e offrire maggiore sicurezza alle imprese oneste. Le proposte legislative comprenderanno inoltre responsabilità congiunta e solidale dei commercianti, la creazione di una rete europea (EUROFISC) finalizzata a migliorare la cooperazione per scoprire gli autori di frode in fase iniziale, stabilire le condizioni per l’esenzione da IVA sulle importazioni, assistenza reciproca per il recupero, accesso automatizzato ai dati, conferma di nome e indirizzo dei contribuenti nel database del sistema di scambio di informazioni sull’IVA e responsabilità condivisa per la protezione delle entrate di tutti gli Stati membri.

Entro ottobre, la Commissione presenterà una comunicazione che stabilisce la coerenza dell’atteggiamento che proporrà, insieme a una tabella di marcia per ulteriori azioni. La comunicazione tratterà inoltre le questioni relative a un approccio a lungo termine, vale a dire la necessità di esaminare il migliore utilizzo delle tecnologie moderne, che è stato altresì rilevato nella sua relazione.

La Commissione è tuttora aperta a valutare sistemi alternativi all’attuale sistema di IVA, a patto che si osservino certe condizioni. La relazione cita, in questo quadro, un sistema di inversione contabile e la tassazione delle forniture intracomunitarie. La Commissione ha proposto entrambe queste opzioni basilari affinché fossero considerate nel Consiglio ECOFIN, ma finora gli Stati membri non hanno dimostrato la volontà politica di adottare simili misure di ampio respiro.

Per quanto riguarda le imposte dirette, la Commissione sta lavorando sulla revisione della direttiva sulla tassazione del risparmio, e ha intenzione di presentare la relazione sul funzionamento della direttiva prima della fine di settembre, come richiesto dal Consiglio ECOFIN del 14 maggio 2008. Durante il processo di revisione, abbiamo analizzato accuratamente l’attuale ambito della direttiva e la necessità di emendamenti al fine di incrementare la sua efficienza. La relazione sarà seguita da una proposta di tali emendamenti alla direttiva sulla tassazione del risparmio che si rivelano necessari e appropriati. La Commissione ha inoltre tenuto precisamente conto delle conclusioni del Consiglio ECOFIN dello stesso giorno, ponendo l’accento sull’importanza di promuovere i principi di buon governo nel settore fiscale, in altre parole trasparenza, scambio di informazioni e concorrenza fiscale equa, e l’inserimento delle relative disposizioni in accordo con paesi terzi e gruppi di paesi terzi.

Grazie alla stretta collaborazione con gli Stati membri nel gruppo di esperti della Commissione sulla strategia di lotta contro la frode fiscale, l’idea di una strategia contro la frode a livello UE sta assumendo una forma concreta. Le misure annunciate rappresenteranno un grande passo avanti, benché si debbano compiere ulteriori sforzi.

Per quanto riguarda la discussione sulla concorrenza fiscale, saprete che stiamo lavorando nel gruppo “Codice di condotta” per abolire i regimi fiscali dannosi per le imprese nell’UE. Nel complesso, questo gruppo ha valutato oltre 400 misure degli attuali 27 Stati membri e delle loro colonie e territori d’oltremare, di cui un centinaio sono stati considerati pericolosi. Questo centinaio è quasi stato abolito tutto ed è previsto di eliminare la porzione restante, soggetta a disposizioni di transizione. L’attività svolta secondo il codice ha avuto esito positivo. Ha condotto all’abolizione di pressoché tutte le misure fiscali pericolose nei paesi membri e nelle loro colonie e territori associati.

In conclusione, vorrei ringraziare il Parlamento europeo per il suo contributo costruttivo alla discussione sulla strategia coordinata volta a migliorare la lotta contro la frode fiscale.

 
  
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  Othmar Karas, relatore per parere della commissione giuridica. − (DE) Signor Presidente, signor Commissario, signora relatrice, vi ringrazio per l’efficace collaborazione e per la sua relazione.

Vorrei affrontare quattro aspetti. Primo, riteniamo occorra sottolineare che la frode fiscale non può essere combattuta in isolamento e che un approccio coordinato sia fondamentale, sia tra i singoli Stati membri, sia con paesi terzi. Secondo, i progetti pilota pianificati per combattere la frode “carosello” sono una valida idea e ne teniamo conto, ma vorremmo puntualizzare che ciò non deve condurre ad alcun deterioramento delle condizioni quadro per le piccole e medie imprese. Terzo, sosteniamo espressamente le proposte della Commissione di emendamenti alla direttiva sull’IVA e al regolamento del Consiglio sulla cooperazione amministrativa in questo settore. Quarto, sono lieto che la discussione su un’abolizione generale della segretezza bancaria non sia condivisa da una maggioranza in qualsiasi commissione e ora è stata respinta in modo risonante da una vasta maggioranza.

 
  
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  Werner Langen, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, desidero aggiungere le mie congratulazioni a quelle espresse alla relatrice. Combattere la frode fiscale è da anni una questione in corso per quest’Aula, e purtroppo, malgrado numerose iniziative e un sostegno totale del Parlamento, il Commissario ha ancora poco da mostrare come elemento di successo, anche se è urgentemente necessario, a causa di un blocco, in maggiore o minore misura, da parte degli Stati membri. Si potrebbe pensare che sarebbe nell’interesse dei paesi membri compiere progressi nella lotta alla frode fiscale, considerato che stiamo parlando di recuperare una cifra pari a oltre 200 miliardi di euro all’anno, in altre parole, più del bilancio dell’UE, senza alcuna necessità di aumentare le aliquote fiscali ai contribuenti onesti. In ogni discussione a questo proposito, allora, è essenziale sottolineare che alcune responsabilità spettano agli Stati membri stessi.

L’adozione della relazione si è dimostrata piuttosto difficile, poiché inizialmente sono sorti problemi relativi a una questione particolare in sede di commissione, ma ora sono stati risolti. L’onorevole Bowles ha mostrato molta buona volontà di collaborare. Dal nostro punto di vista, è stata una relazione complicata, siccome prevede un emendamento che non possiamo approvare. Anche adesso, ci sono proposte che promuovono un abbandono definitivo del contribuente e delle fonti fiscali. Resta da vedere se si tratta di un’alternativa ragionevole o se condurrà soltanto a nuovi reati. In particolare, non possiamo sostenere l’emendamento n. 4, che è stato proposto da due deputati del gruppo socialista ed è finalizzato all’abrogazione della direttiva sulla tassazione del risparmio.

Quindi, è questa la nostra posizione: appoggiamo pienamente la relazione dell’onorevole Bowles in tutti i suoi aspetti, ma qualora l’emendamento n. 4 sull’abolizione della direttiva sulla tassazione del risparmio ottenesse la maggioranza, respingeremo il testo nella sua interezza.

 
  
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  Benoît Hamon, a nome del gruppo PSE. – (FR) Signor Presidente, anch’io desidero ringraziare l’onorevole Bowles per la qualità del suo lavoro e per il risultato che siamo riusciti a ottenere in sede di commissione per gli affari economici e monetari su un testo importante come questo. Vorrei ricordare ai miei colleghi che la cassa pubblica attualmente perde tra i 200 e i 250 miliardi di euro a causa di frodi fiscali sul mercato interno. Questi miliardi mancanti comportano minori investimenti pubblici, meno scuole, meno servizi pubblici, maggiori necessità sociali che non è possibile soddisfare e, spesso ovviamente, in compenso, imposte più elevate per i contribuenti onesti e umili che non hanno tempo da impiegare in evasione e shopping fiscale.

Sono lieto di notare che, in merito all’IVA, esiste un grande consenso in quest’Aula per porre fine a frodi e pratiche che approfittano della fragilità del sistema transitorio stabilito nel 1993. Siamo tutti ben consapevoli dallo scandalo in Liechtenstein che le maggiori frodi fiscali sono commesse da quei grandi risparmiatori che collocano somme considerevoli di denaro in paesi terzi, spesso paradisi fiscali, per evitare le imposte.

L’Unione europea dispone di uno strumento di lotta alla frode: la direttiva sulla tassazione del risparmio. Tuttavia, come evidenziato dall’onorevole Bowles, esistono troppe lacune in tale direttiva, che include soltanto i risparmi sottoforma di interessi pagabili ai singoli. Attualmente, è quindi troppo semplice istituire artificiosamente un’entità giuridica, talvolta con un unico partner o azionista, o inventare un reddito finanziario che non è strettamente un utile al fine di evitare le imposte.

Pertanto, è del tutto essenziale ampliare l’ambito di tale direttiva, come proposto dalla relazione, in modo che almeno la frode fiscale non sia così semplice. Di fatto è un imperativo morale.

Devo esprimere il mio stupore e disappunto per l’emendamento presentato dal gruppo PPE-DE che, per la sua esitazione e direzione, finisce di proporre che nulla dovrebbe cambiare e che, in termini di frode fiscale, dovremmo mantenere la situazione attuale.

Illustriamo queste posizioni ai cittadini europei, in particolare ai tedeschi, e vediamo come europei e tedeschi giudicano le scelte che abbiamo compiuto. Ho sentito grandi dichiarazioni espresse dai mezzi di comunicazione, soprattutto da quelli tedeschi, in merito alla questione della frode fiscale. In questo caso, nel silenzio del Parlamento europeo, sono state fatte altre scelte. Spero che gli europei ne saranno i giudici.

 
  
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  Zbigniew Krzysztof Kuźmiuk, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, signor Commissario, desidero evidenziare tre questioni nel corso di questa discussione. Primo, secondo le stime le perdite fiscali dovute a frodi relative a IVA e accise sono pari a oltre il 2 per cento del PIL dell’Unione europea. Le perdite ammontano a cifre comprese tra i 200 e i 250 miliardi di euro. Sono enormi somme di denaro. Si riducono i redditi nazionali, e si verifica anche un impatto sulla struttura delle entrate di bilancio dell’Unione europea, siccome è aumentata la quota di reddito basata sul PNL.

Secondo, malgrado questa diagnosi, le soluzione proposte nella relazione potrebbero recare maggiore danno che profitto. Mi riferisco, ad esempio, alle soluzioni relative alle operazioni intracomunitarie, quali il sistema d’inversione contabile con cui l’imposta è versata dal destinatario, non dal fornitore. Sono altresì preoccupato per la proposta di unificare le aliquote IVA, cosa che, in realtà, comporta l’eliminazione delle aliquote ridotte, e di istituire un sistema di camera di compensazione per distribuire le imposte tra gli Stati membri.

Terzo, sembra che un fattore realmente necessario per combattere la frode fiscale sia una collaborazione più stretta tra le amministrazioni fiscali dei paesi membri. Tale iniziativa dovrebbe includere uno scambio più rapido di informazioni, e forse persino un accesso automatico a certi dati riguardanti i contribuenti in materia di IVA e accise.

 
  
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  Hans-Peter Martin (NI) . – (DE) Signor Presidente, intervengo per due ragioni: primo, poiché si tratta di una questione, come ha affermato l’onorevole Langen, che è stata in agenda per molti anni e dovremmo veramente chiedere il motivo per cui non è stato compiuto alcun progresso, in particolare quando si tratta di evasione dell’IVA. Secondo, per la maggior parte degli europei è inaccettabile che in quest’Aula si discuta di evasione e frode fiscale, denaro dei contribuenti, in maniera così ipocrita senza affrontare i problemi in mezzo a noi.

Il Parlamento europeo, per quanto rappresentato da numerosi deputati, è un focolaio di frodi. Possiamo venirne a conoscenza nella relazione Galvin e in altri testi, ma sono stati compiuti tentativi volti a nascondere sotto al tappeto tale situazione. Occorre menzionare soltanto Chichester, Purvis o certi deputati liberali. E’ scandaloso. A meno che non ci occupiamo dei casi di frode nei nostri stessi ranghi, manchiamo di ogni credibilità e non abbiamo il diritto di criticare altri.

Esorto l’OLAF, ma soprattutto l’amministrazione e i gruppi parlamentari, a fare chiarezza a questo proposito. E’ sorprendente che si tenti di calmare le acque, proprio in quest’Aula.

 
  
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  Zsolt László Becsey (PPE-DE) . (HU) Grazie, signor Presidente. Sono molto soddisfatto che stia emergendo una strategia comunitaria per tale questione, sebbene lentamente, forse troppo lentamente. Sono d’accordo che la lotta contro la frode fiscale debba essere inserita nei singoli obblighi nazionali degli Stati membri da un lato, ma anche nel programma comunitario di Lisbona.

Le mie osservazioni sono le seguenti: primo, non concordo con l’affermazione della relazione del Parlamento secondo cui il rafforzamento della concorrenza fiscale provocherebbe distorsioni inutili sul mercato interno e indebolirebbe il modello sociale. Ciò riflette l’ossessione di stabilire livelli minimi di tassazione per ogni settore tassabile esistente, cosa che, di fatto, causerebbe iniquità oltre all’impatto dell’inflazione, poiché colpirebbe chi si è altrimenti occupato dei propri affari e chi può abbassare le imposte. Per quanto riguarda la tassazione indiretta che rientra anche nella giurisdizione comunitaria, la politica di fare esclusivamente riferimento a valori minimi senza regolamentare quelli massimi è inaccettabile. Vorrei si notasse che il focolaio di abusi che si verifica con le accise è dovuto all’aumento dei livelli minimi, visto che promuove la diffusione dell’economia del mercato nero e la realizzazione di prodotti fatti in casa, aspetto che contraddice le politiche comunitarie. In seguito, in materia di IVA, sono soddisfatto della politica volta a compiere passi lenti e dell’idea sperimentale dell’inversione contabile, ma occorrono anche progressi decisi in merito. A mio parere, considerato il livello di tecnologia che oggi abbiamo a disposizione, tale iniziativa potrebbe essere facilmente applicata a operazioni transfrontaliere nel mercato interno, e l’IVA del fornitore per il paese di destinazione potrebbe essere riscossa e trasferita con facilità al paese di destinazione. A questo scopo, naturalmente, si deve migliorare la buona volontà di cooperazione tra le autorità fiscali degli Stati membri, che tuttora manca, e possiamo prendere un respiro profondo e ottenere questo risultato adesso che è stato introdotto l’euro ed è stata adottata la direttiva sui pagamenti. Infine, ritengo sia importante intervenire in merito soprattutto alle operazioni delle società offshore al di fuori dell’Unione, siccome spesso si trasmette qui la base imponibile prima della tassazione e ritorna alle imprese nell’Unione tramite transizioni disordinate al fine di evadere le imposte, e ciò non è nell’interesse della scelta di una posizione fiscale favorevole. Grazie.

 
  
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  Antolín Sánchez Presedo (PSE) . – (ES) Signor Presidente, Commissario Kovács, onorevoli colleghi, secondo alcune stime, la frode fiscale in Europa supera il 6 per cento delle entrate fiscali. Ha un effetto distruttivo sulla fiducia nei sistemi fiscali, sulle capacità e l’imparzialità dei dipartimenti del Tesoro e sul benessere dei cittadini. Rappresenta un terreno fertile per l’economia informale e il crimine organizzato.

Nell’Unione europea, colpisce l’adeguato funzionamento del mercato interno, distorce la concorrenza e danneggia gli interessi finanziari dell’UE, nonché la realizzazione della strategia di Lisbona.

Qualora si pagassero le tasse su un quarto della ricchezza mondiale nascosta nei paradisi fiscali, secondo i dati forniti dal Fondo monetario internazionale, gli obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite potrebbero essere realizzati con denaro in eccedenza.

L’Unione europea deve essere risoluta nella sua lotta contro la frode fiscale, cosa che è possibile fare in modo sicuro e responsabile, senza imporre oneri eccessivi alla nostra economia. L’incremento del commercio transfrontaliero e gli effetti della globalizzazione richiedono di essere determinati nel promuovere una strategia europea contro la frode fiscale. Le azioni nazionali non sono sufficienti.

Questa strategia deve disporre di una dimensione interna, che affronta i problemi derivanti dalla frode di IVA e di imposte particolari, nonché le questioni riguardanti l’evasione fiscale in termini di tassazione diretta, e una esterna, valutando il peso economico dell’Unione europea.

Non possiamo deludere quei cittadini che ottemperano scrupolosamente ai loro obblighi fiscali e che si attendono una leadership da parte dell’Unione europea.

In questo quadro, chiediamo che il pacchetto di misure contro la frode dell’IVA che la Commissione presenterà il mese prossimo sia ambiziosa e che la relazione annunciata per la fine di questo mese sull’applicazione della tassazione al risparmio sia utile per compiere progressi sicuri nella lotta contro la frode in questo settore in Europa. Accogliamo positivamente i contenuti generali della relazione elaborata dall’onorevole Bowles, con cui ci congratuliamo. Speriamo che questo documento sia adottato in plenaria e che, se non si apportano miglioramenti, almeno non si compiano passi indietro.

 
  
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  Desislav Chukolov (NI) . (BG) Onorevole Bowles, ammiro il suo desiderio di sconfiggere la frode fiscale a livello europeo.

Tuttavia, prenda in considerazione ciò che tale intervento comporterebbe per chi ora è al governo in Bulgaria. Qualora si ponesse fine a casi di frode fiscale in Bulgaria, le garantisco che alle prossime elezioni i liberali del partito musulmano Movimento per i diritti e le libertà (DPS) non otterrà nemmeno metà della percentuale attuale. Se nel mio paese si fermasse una volta per tutte il furto di fondi pubblici, i socialisti non potrebbero più finanziare le loro campagne o, rispettivamente, le loro assurde iniziative.

In quanto membro del partito Ataka, sostengo la sua relazione, poiché il mio è l’unico partito bulgaro che si opera per fermare il travaso di fondi statali, e l’unico, il cui programma include il fermo impegno a rivedere tutti gli accordi ambigui e corrotti, che provocava danni per il bilancio statale e che finora non ha giovato a uno o due forze politiche. Grazie.

 
  
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  Astrid Lulling (PPE-DE) . – (FR) Signor Presidente, mi consenta innanzi tutto di dire all’onorevole Hamon che il suo ricatto non ci impressiona per niente, e mi spiace che sia stato chiaramente vittima di un grande equivoco.

Signor Presidente, se sono d’accordo con le ampie linee della relazione dell’onorevole Bowles, ritengo si debbano evidenziare due punti. Primo, il sistema transitorio dell’IVA, che risale al 1993, ora mostra i suoi limiti. Non credo si possa più accettare la persistenza di tale sistema. La frode fiscale, che tutti noi condanniamo per i suoi effetti diretti e indiretti, è in parte attribuibile alle lacune del sistema attuale che dovrebbe quindi essere modificato. Ovviamente sono consapevole che esistono determinati problemi. Perciò, raccomando alla Commissione di promuovere la soluzione concepita dall’organizzazione RTvat, che dovrebbe consentire di evitare una perdita fiscale di 275 milioni di euro al giorno, riducendo i costi amministrativi delle PMI.

Il secondo punto riguarda la questione dell’evasione fiscale in relazione alla direttiva sulla tassazione del risparmio. La relazione contiene commenti ingiustificati che mi hanno portato a presentare emendamenti al fine di rettificare la situazione. La lotta legittima e necessaria contro la frode fiscale non deve indurci a mettere in discussione il principio di concorrenza fiscale. Respingo del tutto quest’aspetto dato che i due elementi non sono connessi. Inoltre, l’esperienza dimostra che il sistema di ritenuta d’acconto per la tassazione del risparmio è il più efficiente, anziché cercare di imporre a tutti un sistema di scambio di informazioni che presenta i suoi problemi.

Infine, le richieste di riformare questa direttiva, per quanto riguarda ampliare l’ambito a tutte le entità giuridiche e a tutte le fonti di reddito finanziario, sono inopportune, poiché avranno semplicemente l’effetto di ricercare i risparmi al di fuori dell’Unione europea. Perciò, vorrei che questi punti fossero modificati. In caso contrario, non potremo votare a favore di questa relazione.

 
  
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  Andrzej Jan Szejna (PSE) . – (PL) Signor Presidente, la frode fiscale è un problema globale da lungo tempo. Secondo le stime, le perdite incorse sono comprese tra il 2 e il 2,5 per cento del PIL, vale a dire tra i 200 e i 250 miliardi di euro in Europa. Esiste quindi l’urgente necessità di coordinare un intervento a livello comunitario e consolidare la cooperazione tra gli Stati membri.

Gli articoli 10 e 280 del Trattato che istituisce la Comunità europea stabiliscono che gli Stati membri adottino tutte le misure appropriate volte a garantire l’adempimento degli obblighi derivanti dal trattato e a coordinare la loro azione finalizzata a proteggere gli interessi finanziari della Comunità. E’ importante ricordare, tuttavia, che, sebbene la libera circolazione di merci e servizi sul mercato comunitario renda difficile per i paesi combattere questo tipo di frode da soli, le azioni intraprese non dovrebbero ostacolare l’attività economica e destinare oneri inutili ai contribuenti.

 
  
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  László Kovács, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, desidero innanzi tutto ringraziare i deputati di quest’Aula per i commenti e i pareri espressi nel corso della discussione.

Come ho affermato nelle mie osservazioni iniziali, la Commissione apprezza molto il contributo offerto dal Parlamento europeo alla discussione su una strategia coordinata volta a migliorare la lotta contro la frode fiscale. La Commissione si è assunta la propria responsabilità e adotterà ulteriori iniziative per rafforzare il quadro giuridico e la cooperazione amministrativa tra i paesi membri, che di certo dovranno fare lo stesso.

Alcuni di voi hanno fatto riferimento alla revisione della direttiva sulla tassazione del risparmio, e posso garantirvi che il processo in corso è molto accurato, in cui stiamo analizzando in dettaglio se l’ambito attuale è efficace e i pro e i contro di un ampliamento. E’ una questione complessa per cui si deve tenere conto di numerosi fattori: efficienza da un punto di vista di conformità fiscale; l’onere amministrativo per gli operatori di mercato e anche per l’amministrazione fiscale; l’esigenza di pari condizioni nell’UE e in relazione al mondo esterno, per citarne solo alcuni. Come ho menzionato in precedenza, presto presenteremo la relazione, che sarà seguita da una proposta di emendamenti alla direttiva sulla tassazione del risparmio, e faremo del nostro meglio per ripristinare un equilibrio adeguato.

E’ evidente che non esiste un’unica soluzione universale per eliminare la frode fiscale. Ogni singola misura dovrebbe comportare un valore aggiunto, ma è solo la loro attuazione nel complesso che fornisce alle autorità fiscali un quadro perfezionato per combattere l’evasione e la frode fiscale.

 
  
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  Sharon Bowles, relatrice. (EN) Signor Presidente, la frode fiscale riguarda l’ue, poiché gli autori di frodi approfittano delle lacune transfrontaliere, ed è ciò che stiamo cercando di eliminare.

Come sostiene il Commissario, le questioni fiscali in materia di risparmio sono complesse. Ritengo che per noi sia possibile raggiungere un accordo tramite la nostra votazione per non pregiudicare troppo le discussioni più dettagliate che svolgeremo al proposito, quando la Commissione presenterà le altre sue proposte. Analogamente, penso possiamo altresì evitare un accenno alla concorrenza fiscale su cui siamo in disaccordo, ma che non è un tema principale di questa relazione. Pertanto, credo possiamo conseguire una qualche armonia tra noi.

Su tutti questi fronti, onorevoli colleghi e signor Commissario, non penso che l’inattività o un intervento esitante rappresenti una risposta adeguata. E’ in gioco il 2,5 per cento del PIL. Si tratta di una bella fetta della base imponibile. Come sottolinea il nostro collega, l’onorevole Sánchez Presedo, forse costituisce il 5 per cento delle imposte.

Se qualsiasi politico in quest’Aula o in uno Stato membro conducesse una campagna basata sull’innalzamento del 5 per cento delle imposte da versare per nulla, non farebbe molta strada. Quindi, e lo dico in particolare agli Stati membri, diventare suscettibili sullo scambio di informazioni, fare il minimo, essere timorosi, è proprio come tassare del 5 per cento per nulla, perché è questo che costa al contribuente onesto. E’ questo il messaggio che ho intenzione di trasmettere in questa relazione e ritengo sia il messaggio comune che questo Parlamento intende inviare nella relazione che sostiene il Commissario nei suoi sforzi e che lo invita a essere coraggioso.

 
  
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  Presidente . − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì 2 settembre 2008.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Siiri Oviir (ALDE), per iscritto. (ET) La frode fiscale costituisce un problema per l’UE e per gli Stati membri, distorcendo la concorrenza e riducendo la base delle entrate di entrambi in egual misura.

Una delle cause del problema è l’attuale sistema transitorio dell’IVA, che è complesso e superato. A questo proposito, la proposta del PE che la Commissione europea debba presentare una decisione relativa a un nuovo sistema in materia di IVA nel 2010 è indubbiamente gradita.

L’elaborazione di un nuovo sistema in materia di IVA significa ovviamente garantire che l’attuale sistema fiscale non sia sostituito da uno più complicato e burocratico. Di certo è altresì importante sottolineare che, prima di applicarlo a livello europeo, deve essere guidato al fine di assicurare che funzioni in pratica, poiché ciò eviterà numerosi problemi che potrebbero emergere in seguito.

Un passo similmente rilevante nella lotta contro la frode fiscale è aggiornare la disponibilità delle informazioni tra Stato e Stato, un processo che sarebbe favorito dall’istituzione di un centro d’informazioni paneuropeo di amministrazione fiscale elettronica.

L’equilibrio tra l’interesse pubblico e i diritti e le libertà fondamentali dell’individuo non saranno trascurati laddove si elaboreranno dati personali.

Infine, l’espressione “paradiso fiscale”, nell’ottica dell’aspetto in questione, deve inoltre essere considerata importante. Accolgo positivamente le idee espresse nella relazione che l’UE dovrebbe attribuire la priorità all’eliminazione dei paradisi fiscali a livello mondiale.

 
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