3. Classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele - Classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele (adeguamento delle direttive 76/768/CEE, 88/378/CEE, 1999/13/CE, 2000/53/CE, 2002/96/CE e 2004/42/CE) - Classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele (adeguamento del regolamento (CE) n. 648/2004) (discussione)
Presidente. − L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta:
– la relazione di Amalia Sartori a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del consiglio relativa alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele e recante modifica della direttiva 67/548/CEE e del regolamento (CE) n. 1907/2006 [COM(2007)0355 − C6-0197/2007 − 2007/0121(COD)] (A6-0140/2008),
– la relazione di Amalia Sartori a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 76/768/CEE, 88/378/CEE, 1999/13/CE del Consiglio e le direttive 2000/53/CE, 2002/96/CE e 2004/42/CE allo scopo di adeguarle al regolamento (CE) n. … relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele e recante modifica della direttiva 67/548/CEE e del regolamento (CE) n. 1907/2006 [COM(2007)0611 – C6-0347/2007 – 2007/0212(COD)] (A6-0142/2008), e
– la relazione di Amalia Sartori a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 648/2004 per adeguarlo al regolamento (CE) n. … relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele e recante modifica della direttiva 67/548/CEE e del regolamento (CE) n. 1907/2006 [COM(2007)0613 – C6-0349/2007 – 2007/0213(COD)] (A6-0141/2008).
Günter Verheugen, Vicepresidente della Commissione. − (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, a nome del mio collega, il Commissario Dimas, desidero innanzi tutto ringraziare la relatrice, l’onorevole Sartori, per l’accurato lavoro svolto in merito a questa difficile proposta. Il suo duro lavoro ha reso possibile un accordo in prima lettura con il Consiglio, di cui la Commissione è lieta. Ancora una volta, ci occupiamo di prodotti chimici e della protezione delle persone e dell’ambiente dai loro effetti potenzialmente pericolosi.
I prodotti chimici non costituiscono un problema meramente europeo, né un monopolio europeo. Vengono prodotti, commercializzati e utilizzati in tutto il mondo e i rischi associati all’utilizzo di prodotti chimici sono i medesimi, a prescindere dall’ubicazione. Va pertanto da sé il fatto che ci siamo sforzati di realizzare un sistema mondiale per descrivere ed etichettare tali rischi. La normativa che adotteremo oggi crea le basi per informazioni uniformi a livello globale in materia di ambiente, salute e sicurezza relative ai prodotti chimici potenzialmente pericolosi.
La protezione della salute e dell’ambiente diventerà trasparente e paragonabile in tutto il mondo solo quando verranno utilizzate norme di misurazione armonizzate volte a determinare ed etichettare i pericoli rappresentati dai prodotti chimici. Non dobbiamo sottovalutare neppure i vantaggi economici. Le imprese europee risparmieranno denaro, dato che non dovranno valutare le procedure relative ai rischi chimici applicate in paesi diversi secondo criteri e sistemi differenti. Gli utilizzatori professionali di prodotti chimici e i consumatori di tutto il mondo trarranno altresì vantaggi da tale armonizzazione. Le persone che utilizzano prodotti chimici non dovranno più familiarizzare con diversi sistemi al fine di conoscere il livello di minaccia che un prodotto chimico può implicare.
Il compromesso presentato dalla relatrice è equilibrato e tiene conto in particolare di questioni quali l’attuabilità e la chiarezza delle disposizioni. Sebbene gli emendamenti proposti dai colegislatori siano numerosi, non alterano in nessun modo significativo i principi di fondo o la struttura fondamentale della proposta originale della Commissione. La Commissione può pertanto essere concorde con tali proposte. Anche quando preparavamo la proposta, la Commissione si è preoccupata di lasciare inalterato l’attuale elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente. Sono molto lieto che a tal riguardo il Parlamento e il Consiglio condividano la nostra visione di base. La collaborazione stretta e costruttiva tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione ha portato grande beneficio al processo negoziale, e come ho già detto, ciò significa che possiamo accettare tutti i compromessi proposti dall’onorevole Sartori.
Amalia Sartori, relatrice. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ha già avuto modo di ricordare il Commissario, negli ultimi mesi abbiamo avuto occasione di affrontare più volte il tema della classificazione, etichettatura e di imballaggio delle sostanze e delle miscele chimiche, noto con l’acronimo GHS, per quale sono relatrice.
Per questo motivo invece di ridiscutere i dettagli tecnici del dossier vorrei cominciare con il ringraziare i colleghi e i relatori ombra con i quali abbiamo lavorato su una base di grande collaborazione e trasparenza, istaurando un dialogo costruttivo ed estremamente soddisfacente. Vorrei in particolare ringraziare per l’appoggio e la fiducia dimostratami, che mi hanno permesso di avere i numeri per portare a buon fine i negoziati con il Consiglio e la Commissione.
Vorrei ringraziare anche i relatori delle commissioni competenti per parere, la collega Laperouze, relatrice per la commissione ITRE, e il collega Schwab, relatore per la commissione IMCO, coinvolta con procedura di cooperazione rafforzata. I pareri adottati da queste due commissioni hanno infatti completato e arricchito la proposta rendendola più efficace e semplice per gli utilizzatori finali: i consumatori, le imprese, le associazioni di categoria, le autorità di controllo e gli Stati membri. Vorrei quindi ricordare l’eccellente lavoro svolto dai funzionari del Parlamento e dei gruppi che ci hanno assistito così come quelli della Commissione e del Consiglio.
Negli ultimi mesi abbiamo lavorato tutti nella stessa direzione per cercare di ridurre al massimo gli emendamenti e convergere tutti verso particolari soluzioni di compromesso. Dopo due mesi di tavoli tecnici e triloghi con le altre istituzioni siamo arrivati ad un soddisfacente pacchetto di compromesso con il Consiglio approvato dal Coreper lo scorso 27 giugno e che, se il voto di oggi sarà positivo, ci permetterà di chiudere in prima lettura.
Con questa nuova legislazione infatti, da un lato, abbiamo la necessità di mantenere i nostri impegni assunti a livello internazionale e quindi garantire una coerenza di contenuti fra il GHS delle Nazioni Unite e la nostra legislazione e, dall’altro, dobbiamo rispettare le scadenze già predisposte proprio dalla nostra legislazione in REACH.
Con questo nuovo regolamento riusciremo al tempo stesso a tutelare meglio gli utilizzatori di quelle sostanze e a rendere le nostre imprese più competitive ed efficienti. Con queste nuove regole, uguali ovunque nel mondo, andiamo ad evitare che uno stesso prodotto sia considerato di paese in paese più o meno nocivo. Fino ad oggi non era così! Questo non è solo illogico, visto che la stessa sostanza presenta ovunque la stessa pericolosità, ma è anche estremamente rischioso quando questi prodotti vengono esportati da un paese all’altro e finiscono per essere utilizzati da persone che non hanno nozione della pericolosità del prodotto che utilizzano.
Io credo, quindi, non solo per gli utilizzatori ma anche per i lavoratori di questo comparto, soprattutto anche nelle numerosissime piccole e medie imprese, la proposta che noi facciamo possa essere una risposta utile per tutti i nostri cittadini e per tutti gli europei e non solo.
Anne Laperrouze, relatrice per parere della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia. – (FR) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero innanzi tutto congratularmi con l’onorevole Sartori, la nostra relatrice, e con i relatori ombra appartenenti ad altri gruppi. Penso che il lavoro che abbiamo svolto, sebbene non semplice con un testo di 2 000 pagine, abbia portato progressi effettivi.
Parlerò innanzitutto a nome della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, per la quale sono stata relatrice per parere, e successivamente parlerò a nome del mio gruppo politico.
La commissione per l’industria ha adottato diversi emendamenti, di cui menzionerò brevemente quelli principali.
Si deve tener conto della situazione delle PMI, che hanno manifestato il loro interesse per questa questione nel corso della consultazione preparatoria della Commissione. Su 360 imprese, il 45 per cento, che occupa meno di 250 dipendenti, ha risposto alla consultazione on line tenuta dalla Commissione tra il 21 agosto e il 21 ottobre 2006.
La nostra commissione era ansiosa di sottolineare il fatto che, a parte fornire le informazioni necessarie, lo scopo del GHS è altresì la protezione dei consumatori e dell’ambiente. La nostra commissione ha esortato gli Stati membri a introdurre una procedura che aiuti tutti i fornitori, in particolare le PMI, di taluni settori della produzione, a determinare la corretta classificazione, etichettatura e imballaggio di tali sostanze e miscele.
La nostra commissione era altresì interessata alla coerenza con il REACH e ha pertanto presentato emendamenti relativi al tonnellaggio.
Da ultimo, essendo più di un semplice desiderio di evitare la duplicazione della normativa sull’imballaggio, la nostra decisione desiderava anticipare la possibilità di disaccordi sull’interpretazione delle prescrizioni del regolamento, in questo caso tra il fornitore e uno Stato membro, e la necessità di una procedura volta a garantire una classificazione armonizzata.
Passo ora al mio ruolo di relatore ombra per l’ALDE e sottolineerò alcuni dei principi guida del nostro approccio.
Accogliamo senza dubbio con favore la presente iniziativa. Un approccio globale è assolutamente coerente con l’obiettivo di proteggere la salute e l’ambiente in modo più efficace, permettendo al contempo la commercializzazione dei prodotti.
Trattandosi di un sistema globale, è importante che il futuro regolamento non introduca limitazioni alle imprese europee non applicate ai loro concorrenti internazionali. Sarebbe auspicabile che la proposta fosse coerente con il REACH in merito sia alle tempistiche che all’approccio basato sul tonnellaggio o a quanto indicato negli allegati, in particolare l’allegato VI.
In merito alle informazioni apposte sui prodotti finiti, dato che la Commissione europea ha scelto di includere la post-produzione, il principio guida deve essere quello della qualità e della pertinenza delle informazioni e non quello della quantità. Il nostro gruppo ha pensato che fosse importante riconoscere l’esistenza e il valore delle nostre fonti di informazione, in particolare le ONG e l’industria, ma altresì l’importanza di strumenti di comunicazione, quali Internet. La confidenzialità di talune informazioni deve altresì essere tutelata. Da ultimo, la presente normativa non deve generare un aumento dei test condotti sugli animali.
Data l’intensità del programma, ma altresì la complessità degli allegati, ricordo che i membri del Parlamento europeo hanno deciso di non modificarli, allo scopo di facilitare i negoziati. Si è trattata di una notevole concessione da parte del Parlamento. In questo caso abbiamo tuttavia notato che uno degli allegati solleva, per le industrie interessate, un grave problema relativo all’immediata conformità e attuazione.
L’allegato VI è costituito da un elenco di sostanze aventi classificazioni armonizzate a livello europeo. Un elenco simile è tuttavia già esistente e l’industria si avvale di tale elenco al fine di classificare ed etichettare le miscele. Ma quando ha avuto luogo il trasferimento, sono state apportate delle modifiche a tale elenco ed esso dovrà essere applicato non appena il GHS entrerà in vigore, benché, nel caso degli adattamenti tecnici, l’arco di tempo sia di almeno 18 mesi.
Molte PMI sono preoccupate da tale variazione. E’ fondamentale che giungiamo a un accordo con il Consiglio in prima lettura e che arrestiamo quanto prima la pubblicazione di disposizioni al fine di dare all’industria e agli utilizzatori il tempo di adattarsi al nuovo sistema e di renderlo operativo entro la fine del 2008.
Di conseguenza, chiedo alla Commissione di suggerire una soluzione che dia all’industria il tempo sufficiente a conformarsi con le prescrizioni del regolamento, senza comportare un impatto sproporzionato.
Dopo il trilogo, a parte il problema relativo all’allegato, a mio avviso il testo messo al voto sembra buono. Desidero solo sottolineare qualche punto saliente. Abbiamo parlato molto dei PBT, che non sono coperti dal GHS delle Nazioni Unite. Il Parlamento ha garantito l’impegno della Commissione europea a spingere per la loro classificazione a livello delle Nazioni Unite. Il Parlamento ha altresì assicurato la rimozione della divisione della categoria “irritanti per gli occhi” in sottocategorie, che avrebbe senza dubbio portato a un aumento dei test condotti sugli animali senza l’aggiunta di alcun valore effettivo. Possiamo altresì riferire che sono vietati i test condotti sull’uomo ai soli fini del presente regolamento e che il GHS dell’ONU è un processo dinamico; è stato individuato un meccanismo volto a fare in modo che i cambiamenti apportati al GHS dell’ONU siano tenuti in considerazione dal GHS europeo. La confidenzialità è tutelata in modo equilibrato.
E’ garantita la coerenza con il REACH e il Parlamento ha accettato una soglia zero per inventario e notifica, sebbene in origine auspicassimo una soglia di una tonnellata per talune categorie di prodotti. Tale soglia zero è stata accettata perché le sostanze e le miscele per scopi unicamente di R&S sono escluse dall’ambito di applicazione.
Penso che abbiamo svolto un buon lavoro e mi auguro che vi sia una votazione positiva e che il GHS sia applicato in modo adeguato.
Andreas Schwab, relatore per parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero innanzitutto dire che il compromesso presentato dall’onorevole Sartori a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare ha soddisfatto enormemente la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. Riteniamo che, con la presente soluzione, abbiamo trovato un compromesso molto buono e una soluzione molto positiva, sia per le imprese chimiche del mercato interno europeo – la maggior parte delle quali opera a livello globale – che per i consumatori e che abbiamo altresì raggiunto un compromesso molto buono per i consumatori sensibili.
Ciò è stato possibile solo grazie alla cooperazione solida e amichevole tra i relatori. Desidero ringraziare in modo particolare l’onorevole Sartori per il modo in cui ha condotto i negoziati – ivi compreso il trilogo – dato che alla fine non vi è alcun dubbio in merito al fatto che sia stato difficile ottenere una soluzione che vada incontro alle aspettative di tutti.
Sono felice del risultato perché penso che, dal punto di vista del mercato interno e delle imprese – in particolare quelle di prodotti chimici, la cui esperienza a livello europeo in termini di REACH non è stata positiva al 100 per cento – il sistema generale armonizzato di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici (GHS), in quanto linea guida universale istituita dalle Nazioni Unite, possa essere attuato nel mercato interno europeo in modo affatto burocratico e con un orientamento pratico. Ciò porterà vantaggi competitivi diretti sul mercato interno europeo alle imprese attive in tale mercato, dato che l’etichettatura armonizzata costituisce un passo avanti significativo se paragonato al regolamento esistente, che ancora varia in alcune zone periferiche.
Signor Commissario, nelle discussioni del trilogo, abbiamo altresì discusso brevemente il fatto che la normativa sul trasporto di tali beni di consumo non è ancora stata armonizzata e che varrebbe pertanto la pena di considerare se nei prossimi mesi dobbiamo spostare la nostra attenzione sulla normativa relativa al trasporto di prodotti chimici.
In secondo luogo, non toccare gli allegati è stata la cosa giusta da fare – e qui desidero appoggiare l’onorevole Laperrouze del gruppo dell’Alleanza dei liberali e dei democratici per l’Europa, con cui abbiamo altresì collaborato in modo eccellente – perché questa mossa ci ha permesso di evitare discussioni che sarebbero diventate simili a quella riguardante il REACH. Anche se ciò ha significato il fatto che sono stati tralasciati taluni singoli punti che avremmo desiderato migliorare, con il senno di poi, è stata senza dubbio la strada giusta da percorrere.
Ciononostante, desidero dare il mio chiaro sostegno al desiderio dell’onorevole Laperrouze di creare una scadenza transitoria nell’allegato VI per le sostanze che sono state modificate in tale allegato, perché quando abbiamo avviato la consultazione, non potevamo prevedere che esse non sarebbero state coperte dalla soluzione su cui abbiamo deciso. Signor Commissario, apprezzerei davvero molto, se commentasse brevemente a tal riguardo nella sua risposta.
Gli utilizzatori di beni chimici di consumo non hanno, di regola, familiarità con la composizione di tali beni. Quando abbiamo discusso il GHS, abbiamo pertanto attribuito particolare importanza alla sua attuazione in modo che fosse pratico per i consumatori. Sebbene non sia stato possibile considerare nel dettaglio ciascun singolo caso, abbiamo trovato una soluzione – almeno per i beni di consumo più comuni, quali i detersivi e i detergenti – che rende consapevoli i consumatori delle quantità di prodotti chimici contenuti in tali prodotti, permettendo loro, al contempo, di utilizzarli in futuro allo stesso modo in cui lo hanno fatto in passato.
Posso forse portare un esempio: di solito era possibile solo l’utilizzo di detersivi liquidi per i piatti contenuti in bottiglie grandi da diversi litri. La tecnologia sempre più ecologica nella produzione e nell’utilizzo di tali prodotti ha permesso di ridurre sempre di più la quantità necessaria di detersivo liquido per i piatti, così che ora, i contenitori più grandi che si trovano in cucina sono solo da 300 o 500 ml.
Senza dubbio la concentrazione delle sostanze chimiche contenute in tali prodotti è aumentata. Ma tale soluzione è comunque compatibile con l’attuale GHS, perché sappiamo che le persone utilizzano questi prodotti ogni giorno e pertanto non abbiamo dovuto iperclassificarli.
Quanto detto copre tutti i punti inerenti il mercato interno. Grazie per l’attenzione.
Guido Sacconi, a nome del gruppo PSE. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, in un caso come questo, caso di cui siano tutti d’accordo, il nostro dibattito rischia di essere ripetitivo e io mi rimetterò solo a tre rapidissime sottolineature politiche, condividendo pienamente quanto è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto.
Il primo naturalmente è un apprezzamento per il lavoro molto tenace che la nostra relatrice ha portato avanti fin dall’inizio. Fin dai primi incontri ci ha manifestato una volontà politica decisa a chiudere il dossier in prima lettura – anzi ci ha quasi obbligato a farlo, ci ha tirato per i capelli, ma siamo stati tutti convinti di questa necessità. C’era da mettere in atto una normativa rapidamente per avere una tempestiva classificazione di tutte le sostanze e fare un passo sostanziale in avanti verso norme più stringenti per la protezione della salute dei consumatori e sono d’accordo dei lavoratori, dei lavoratori di molti settori che fanno uso di queste sostanze, soprattutto nelle realtà più difficili della minore impresa.
Secondo: abbiamo scongiurato un pericolo che c’era, serpeggiava e cioè quello di riaprire antiche discussioni archiviate con l’adozione di REACH, cosa a cui io tenevo particolarmente. A proposito di dimensione internazionale, credo sia un elemento di soddisfazione anche il fatto che REACH sia sempre più preso a riferimento a livello internazionale da altri paesi che lo stanno assumendo come modello per adeguare la propria legislazione.
In ogni caso, le disposizioni, che ci apprestiamo a votare e che fanno riferimento alla classificazione delle sostanze, vengono infatti adattate e integrate affinché corrispondano alla regolamentazione principale in materia di classificazione, etichettatura, imballaggio di sostanze e miscele senza aggiungere altri nuovi elementi.
C’è da dire infine, come tutti i colleghi sanno, che GHS non è la parola finale sul tema della classificazione ed etichettatura delle sostanze, si è discusso molto dei PDT. Non bisogna dimenticare che si tratta di un processo in corso, per il momento si implementa quello che già esiste, si classificano le sostanze per le quali in sede ONU è già stata condotta un’analisi del rischio. Quando nuovi risultati in materia di categoria di rischio, nuove analisi saranno prodotte, GHS sarà aggiornato di conseguenza ed è un processo quindi che continua.
Liam Aylward, a nome del gruppo UEN. – (GA) Signora Presidente, l’ambiente e la salute pubblica influiscono su ogni cittadino e la presente normativa è direttamente connessa a entrambi. Il Parlamento ha votato a favore del sistema REACH, che è ora in atto e che protegge la salute delle persone e l’ambiente dal pericolo rappresentato dai prodotti chimici. Lo scopo del REACH è quello di garantire che i produttori e gli importatori registrino, classifichino e autorizzino i prodotti chimici. Una parte essenziale del sistema consiste nel fornire informazioni al grande pubblico mediante l’etichettatura di tali prodotti chimici.
Posso solo lodare la presente normativa e il signor Commissario per aver conferito al sistema UE una classificazione equivalente a quella del GHS dell’ONU (Sistema generale armonizzato di classificazione ed etichettatura). Il grande pubblico sarà informato del pericolo causato dai prodotti chimici attraverso pittogrammi che indicheranno i rischi riguardanti esplosioni, incendi, cancro e avvelenamento. Vi saranno vantaggi per l’industria, dato che paesi di tutto il mondo accettano il sistema GHS. E il grande pubblico si fiderà maggiormente dei prodotti chimici che presentano simboli e un’etichettatura chiara e definita.
Carl Schlyter, a nome del gruppo Verts/ALE. – (SV) Abbiamo parlato molto di prendere l’iniziativa sul cambiamento climatico, ma, se davvero avessimo avuto un approccio olistico all’ambiente, anche qui avremmo direttamente copiato la normativa ONU. Ora rimuoviamo la categoria cinque della tossicità acuta. Perché lo stiamo facendo? Beh, per la bizzarra ragione che altrimenti vi sarebbe un aumento nel numero di sostanze che dovrebbero essere classificate ed etichettate. Di conseguenza, il motivo non ha nulla a che fare con nessun tipo di logica ambientale o di logica sanitaria. No, non vogliamo copiare la categoria cinque perché significherebbe aumentare il numero di sostanze, nonostante il fatto che il punto dell’intera questione è avere uno standard generale comune, che renderebbe le cose più semplici per il commercio e, in questo caso anche per l’ambiente e per le informazioni destinate ai consumatori. Ho lottato per la reintroduzione della categoria cinque della tossicità acuta, ma purtroppo non ho avuto successo.
Un altro punto che appoggiavamo, e che in effetti siamo riusciti a far passare insieme al Consiglio, è stato evitare la proposta di una soglia ridotta di classificazione di 10 kg. Desidero ringraziare il Consiglio per aver mantenuto la propria posizione. Anche la Commissione ha apportato un contributo positivo. Se la proposta fosse passata, si sarebbe compromesso il REACH. Il REACH implicava valutare i prodotti chimici, scoprire se erano pericolosi e registrarli. Il REACH tuttavia valuta e registra solo i 30 000 prodotti chimici più comunemente utilizzati, quelli con il volume maggiore. I restanti 70 000 di cui facciamo uso verrebbero trattati nel quadro della presente normativa. Per tale ragione è molto positivo che ci siamo trattenuti e che non è stato imposto alcun limite inferiore in merito a quando i prodotti chimici debbano essere classificati. Se la proposta fosse passata, il REACH non avrebbe avuto un completamento nel GHS. Sono molto lieto che non sia stato questo il caso e pertanto posso dare il mio appoggio.
Sono altresì lieto che siamo riusciti a evitare un’inutile divisione in categorie per i test condotti sugli animali, ad esempio i test relativi agli irritanti degli occhi.
Con queste due vittorie in tasca, posso votare a favore della presente relazione. Tuttavia, desidero davvero enfatizzare il fatto che, sebbene non siamo riusciti, hic et nunc, a inserire i prodotti chimici PBT, che sono estremamente pericolosi, o un elenco prioritario per la valutazione, abbiamo per lo meno ottenuto un testo in cui si afferma che promuoveremo questo punto al livello dell’ONU e che esso verrà inserito nel sistema delle Nazioni Unite. Ora desidero davvero vedere la Commissione lavorare sodo al fine di raggiungere questo scopo, perché è molto importante, altrimenti la nostra politica in materia di prodotti chimici avrà fallito completamente. E’ di fondamentale importanza che ora tali sostanze vengano incorporate celermente nel sistema ONU, dato che qui non siamo riusciti a compiere il primo passo.
Cosa accade quindi per i consumatori? Non saranno neppure informati in modo adeguato sui pericoli dei prodotti chimici, il che è deludente. Ma otterranno almeno una norma decente e una protezione basilare per tutelarsi dai prodotti chimici pericolosi. Pertanto alla fine è stato un compromesso di cui nessuno è soddisfatto, il che forse è quanto accade normalmente.
Avril Doyle, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signora Presidente, i prodotti chimici costituiscono una componente naturale e importante dell’ambiente. Sebbene spesso non ci pensiamo, ogni giorno facciamo uso di prodotti chimici. Il mondo moderno non potrebbe funzionare senza. Mantengono freschi i nostri alimenti, pulito il nostro corpo, aiutano le nostre piante a crescere, forniscono carburante alle nostre automobili. Utilizzati e gestiti in modo corretto, i prodotti chimici ci rendono possibile una vita più lunga epiù sana.
Il regolamento proposto, che completa il REACH e allinea il sistema UE di classificazione, etichettatura e imballaggio di sostanze e miscele con il Sistema generale armonizzato dell’ONU, è un compromesso ragionevole ed equilibrato.
Se vogliamo sfruttare i vantaggi dei prodotti chimici a un costo ragionevole, allora dobbiamo accettare che vi saranno dei rischi. Dobbiamo pertanto trovare un equilibrio tra rischi e benefici e controllare i rischi dei prodotti chimici mediante un’etichettatura attenta, un regolamento che sia fondato sulla scienza, nonché tecnologie innovative. Dobbiamo altresì trovare un equilibrio tra un’attuazione adeguata degli obblighi internazionali dell’Unione europea sottoscritti in seno al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite in occasione del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, che si è tenuto a Johannesburg nel settembre 2002 e al contempo evitare oneri inutili a carico delle imprese mediante un’etichettatura poco pratica ed eccessivamente esigente.
In tal senso, ho presentato diversi emendamenti alla proposta. Penso che sia particolarmente importante garantire che la classificazione dei prodotti non porti a confusione tra i consumatori o gli addetti al settore sanitario. Troppe informazioni equivalgono a nessuna informazione. Ecco perché ho presentato un emendamento sull’imballaggio dei prodotti, ad esempio, dalle forme poco maneggevoli o che sono così piccoli che risulta tecnicamente impossibile applicare un’etichetta. In tali casi, le informazioni dell’etichettatura sui rischi devono essere fornite in qualche altro modo adeguato quali cartellini legati al prodotto.
Desidero ringraziare in particolare la relatrice, l’onorevole Sartori, per l’appoggio ai miei emendamenti e per l’eccellente lavoro svolto nella presente relazione.
Sebbene i regolamenti esistenti sull’identificazione e la comunicazione delle proprietà pericolose dei prodotti chimici siano simili sotto molti punti di vista, talune differenze sono sufficientemente significative da risultare in una classificazione diversa, in un’etichettatura e schede dati di sicurezza (SDS) distinte. Ci si augura che il Sistema generale armonizzato (GHS) fonderà tali classificazioni distinte in modo efficace. I vantaggi dell’utilizzo di prodotti chimici superano di gran lunga i rischi, il che è particolarmente vero dall’introduzione della registrazione, valutazione e autorizzazione della normativa in materia di prodotti chimici, nota come REACH.
Dobbiamo essere tutti consci del fatto che i prodotti chimici, attraverso i diversi passi dalla loro introduzione alla loro gestione, trasporto e utilizzo, possono comportare rischi potenziali per la salute umana e per l’ambiente. In tale contesto, ci si aspetta che l’accordo su un GHS UE-ONU costituisca un miglioramento per la protezione della salute umana e dell’ambiente e che offrirà altresì maggiore chiarezza alle imprese, in particolare quelle coinvolte nel commercio internazionale.
I rischi potenziali ma gestibili comportati dai prodotti chimici sottolineano la necessità di una nostra normativa su un approccio generale armonizzato all’imballaggio e all’etichettatura di prodotti chimici, ed è a tal riguardo che sono lieta che il 27 giugno il Consiglio e il Parlamento abbiano concordato su un testo e mi congratulo nuovamente con la nostra relatrice per il lavoro svolto in merito a questa pratica complessa ma di grande importanza.
Jens Holm, a nome del gruppo GUE/NGL. – (SV) Coloro che lavorano nel settore della produzione di prodotti chimici saranno colpiti in modo particolarmente grave. Secondo uno studio finlandese, ogni giorno circa 32 milioni di cittadini dell’UE sono esposti a prodotti chimici cancerogeni sul posto di lavoro.
E’ nostro dovere vietare i prodotti chimici più pericolosi e, in generale, esercitare controllo su tutti i prodotti chimici. Questo era lo scopo effettivo della normativa REACH in materia di prodotti chimici, su cui abbiamo deciso lo scorso anno. Si può discutere in merito al risultato del REACH. Io stesso ho pensato che il risultato finale fosse stato attenuato e vanificato dalla pressione esercitata dall’industria, ma per lo meno è lì, la normativa in materia di prodotti chimici più ambiziosa.
Il GHS, il Sistema generale armonizzato di classificazione ed etichettatura di prodotti chimici, procede e completa il REACH. Il GHS ha lo scopo di fornire informazioni sui prodotti chimici ai lavoratori e ai consumatori. L’obiettivo è quello di classificare ed etichettare le migliaia di sostanze e miscele che ci circondano. Il GHS è in effetti una convenzione ONU che ora dobbiamo attuare a livello europeo. Una volta che il GHS sarà passato – purtroppo non prima del 2010 per le sostanze e non più tardi del 2015 per le miscele – tutti i prodotti chimici saranno più facili da identificare. Si tratta di migliori informazioni per i milioni di lavoratori che ogni giorno entrano in contatto con i prodotti chimici, per i consumatori che devono poter conoscere ciò che acquistano. Anche l’etichettatura contribuirà a migliorare la salute pubblica in generale e l’ambiente.
L’industria potrà godere di una normativa più coerente, che faciliterà il commercio internazionale. Si tratta di un grande passo avanti ed ecco perché noi, del gruppo confederale della Sinistra unitaria europea /Sinistra verde nordica appoggiamo il presente compromesso.
E’ tuttavia un peccato che non ci siamo spinti tanto avanti quanto avremmo potuto. I prodotti chimici persistenti, bioaccumulativi e tossici, i PBT, non verranno etichettati. Il presente compromesso significa invece che la questione dei PBT verrà affrontata a livello ONU. Si tratta di un grave difetto dell’accordo. Perché non decidere che i prodotti chimici PBT devono avere lo stesso status di tutti gli altri ed essere altresì etichettati? Ora ci dobbiamo augurare che altri paesi esercitino pressione sulla questione dei PBT. Ritengo inoltre che sarà questo il caso sul lungo periodo.
Nonostante ciò, si tratta di un compromesso decente che porterà milioni di europei, lavoratori e consumatori, a ricevere più informazioni circa le decine di migliaia di prodotti chimici che ci circondano. Si tratta di una decisione fondamentale e importante per tutti coloro che sono affetti da cancro, allergie o malattie della pelle provocate dai prodotti chimici.
Graham Booth, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signora Presidente, con il regolamento REACH che inizia ora a far sentire il proprio peso sull’industria produttiva, in particolar modo sulle imprese più piccole, e con il marcato aumento del numero di esperimenti sugli animali, qui, sotto forma della relazione A6-0140/2008, arrivano alcune altre istruzioni dei fanatici del governo mondiale dell’UNESCO in merito a come classificare, etichettare e imballare i risultati dell’idea precedente.
Assetata di una dominazione globale antidemocratica, l’élite politica e commerciale, che costituisce l’Unione europea, si affretta ad attuare tali istruzioni, proprio come ha fatto per attuare il REACH. Hanno trasformato in una rafficadi garanzie le loro buone intenzioni, che per il momento potrebbero proteggere o deludere le loro cosiddette parti interessate, ma che non soddisferanno l’elevato numero di disoccupati che tali misure stanno già iniziando a produrre.
Un briciolo di riconoscimento per l’opinione pubblica cade dal tavolo del padrone sotto forma degli emendamenti 10, 12, 39 e 42, affinché, in talune circostanze, la riduzione degli esperimenti sugli animali sia anteposta all’osservanza alla lettera della normativa. Mi risulta che ciò sia dovuto alla pressione degli influenti gruppi ambientalisti da cui dipende molto del supporto dell’UE e, mettendo il benessere dei primati non umani davanti a quello dell’uomo, come espresso nell’emendamento n. 40, si è senza dubbio andati troppo oltre, al fine di placarli; ma trovare qualcosa che meriti un voto positivo nel processo oppressivo e ossessivo della normativa dell’UE è una rarità che vale la pena notare.
Per il resto, non vi è motivo per cui norme di sicurezza ragionevoli non debbano essere adottate volontariamente da Stati nazione democratici con magistrature indipendenti e un libero accesso del grande pubblico ai sistemi giudiziari. Le disposizioni sovranazionali possono sembrare una facile opzione, ma il potere centralizzato non responsabile a cui contribuiscono, una direttiva non autorizzata dopo l’altra non rappresenta solo una brutta sorpresa, ma anche il loro principale effetto deleterio.
La dichiarazione avanzata nel settimo considerando sul vantaggio competitivo che la presente normativa porterà all’industria e, come aggiunge l’emendamento n. 1, in particolare alle piccole e medie imprese, è semplicemente assurda. Come sempre, i grandi signori del mondo economico dell’UE beneficeranno del fallimento dei loro concorrenti più piccoli. Diventeranno pesci ancora più grossi in uno stagno ancora più piccolo o spariranno all’estero, lontano dal servilismo all’UE e dalle sue ridicole restrizioni, e i commercianti d’oltremare faranno affari molto più redditizi tra loro che non con noi. Il boom è finito. La recessione è iniziata e, sotto il peso della normativa dell’UE, quale l’A6-0140/2008, le nostre economie stanno andando a fondo come sassi.
Ogni minatore di questa miniera d’oro può dire al suo elettorato ciò che vuole nella sua lingua senza temere che essi captino ciò che i suoi colleghi stanno dicendo ai loro elettori in altri Stati. Non esiste un elettorato generale dell’UE e non ve ne può essere uno fintanto che, forse tra uno o due secoli, tutti non parlino un’unica lingua, e, finché quel tempo non sarà arrivato, la democrazia dell’UE sarà uno scherzo, e uno scherzo cupo e pericoloso per giunta. Perché dovreste occuparvi di questo o delle folli leggi controproducenti che approvate senza controllo? E perché me ne dovrei occupare io, dato che andrò in pensione alla fine del mese? Quando ho letto l’emendamento n. 28, mi sono reso conto del perché ne avevo abbastanza di tutte queste assurdità. In esso si afferma: “preparato, una miscela o soluzione composta di due o più sostanze; miscela e preparato sono sinonimi”. Beh, come sopravvivremmo senza questo Stato superassistenziale che ci spiega tali cose e come diamine sono sopravvissuto sino alla matura età di 68 anni, avendo passato gli anni della mia infanzia a mordere la vernice al piombo della struttura in legno della mia culla? Suppongo che i miei anticorpi si siano dati da fare all’epoca in cui disponevamo effettivamente di anticorpi.
Ogni pesante disposizione avvicina sempre di più l’UE al collasso. Me ne rallegro, ma deploro il danno che state infliggendo a 27 ex democrazie, un anno disastroso dopo l’altro.
Jim Allister (NI). – (EN) Signora Presidente, per me ha palesemente senso il fatto che, dato che i prodotti chimici vengono prodotti e commercializzati a livello globale, la descrizione dei rischi sul loro imballaggio non debba differire da paese a paese, perché altrimenti sarebbe pericoloso per i consumatori e svantaggioso per coloro che descrivono il rischio in modo accurato.
Noto tuttavia che al momento il sistema “generale armonizzato” non è molto generale. E’ più raro che globale. Mi chiedo se altri paesi seguiranno l’esempio dell’UE nell’abbracciare il sistema ONU e quale potrebbe essere l’impatto per le imprese europee se ciò non viene fatto.
Nell’attuare tali misure dobbiamo cercare un equilibrio. E’ innanzi tutto cruciale che non vi sia una classificazione eccessiva dei prodotti, che potrebbe confondere i consumatori e gli addetti al settore sanitario.
In secondo luogo, dobbiamo attuare tali obblighi internazionali senza imporre oneri inutili alle nostre imprese. Diverse imprese hanno espresso timori in merito al costo di attuazione. Vi saranno elevati investimenti nella formazione e nell’IT e costi di rimballaggio, che non dobbiamo sottovalutare, in particolare nel caso delle piccole imprese. Faccio eco alla preoccupazione secondo la quale le PMI potrebbero subirne le conseguenze, in particolare se commerciano oltremare, nel cui caso tali costi potrebbero essere ben superiori a quelli che sono in grado di sostenere.
Eija-Riitta Korhola (PPE-DE). – (FI) Signora Presidente, la discussione sul recentissimo regolamento europeo sui prodotti chimici, REACH, è ancora nei nostri ricordi. E’ stato uno dei pacchetti normativi più difficili di questa legislatura. Il regolamento relativo alla classificazione, etichettatura e imballaggio di sostanze e miscele, che stiamo trattando ora, si basa parzialmente e completa il regolamento REACH, appena entrato in vigore. Ecco perché prima ha sollevato molte domande.
Il desiderio della Commissione di un accordo in prima lettura è sembrato inizialmente troppo ambizioso, dato che il Parlamento aveva precedentemente indicato il suo interesse per la normativa in materia di prodotti chimici. Posso pertanto solo ammirare il lavoro meritevole e la guida della mia collega, l’onorevole Sartori, in merito alla presente relazione tecnica, e come sia riuscita a evitare la tentazione di rivedere troppo il regolamento e, ad esempio, di incorporare negli allegati nuovi paragrafi e classificazioni di prodotti, il che avrebbe rallentato e persino impedito l’entrata in vigore del regolamento.
E’ probabile che la relazione, su cui abbiamo lavorato in sede di commissione, raggiunga gli obiettivi definiti per il regolamento, in particolare in merito all’armonizzazione e alla semplificazione della normativa. Il GHS e il REACH si completano a vicenda e non si limitano a facilitare il lavoro dei produttori e dei distributori di prodotti chimici. Un’etichettatura chiara e sicura, invece, potrà riconquistare la fiducia dei consumatori.
Quando è iniziato il lavoro della commissione, le persone erano preoccupate che il regolamento sul GHS avrebbe significato, ad esempio, che un elevato numero di detergenti avrebbero dovuto essere classificati come corrosivi. In tal modo, ad esempio, gli agenti per sturare le condutture e i detersivi liquidi per i piatti avrebbero avuto la stessa classificazione ed etichettatura sulla confezione, con la conseguenza che i consumatori non sarebbero stati in grado di distinguere tra prodotti pericolosi e detergenti più delicati. Ora, tuttavia, le classificazioni delle sostanze riflettono il loro potenziale pericolo attuale, come è lecito aspettarsi.
Lo scopo di questo sistema, basato su un accordo ONU, è che in tutto il mondo siano applicati gli stessi criteri alla classificazione e all’etichettatura di prodotti chimici e ai regolamenti sul trasporto, la vendita e l’utilizzo di prodotti chimici. Secondo l’accordo sarebbe operativo entro il 2008. Abbiamo ancora qualche mese per procedere.
Gyula Hegyi (PSE). – (EN) Signora Presidente, l’armonizzazione generale della classificazione, dell’etichettatura e dell’imballaggio delle sostanze e delle miscele deve essere accolta con favore e l’Unione europea deve svolgere un ruolo di guida nella protezione dei nostri cittadini dai prodotti chimici pericolosi. L’intera iniziativa arriva dalle Nazioni Unite e si tratta pertanto di un progetto globale. Il sistema generale armonizzato è un segnale promettente di una cooperazione globale sulle questioni ambientali. Ecco perché appoggio l’adozione del compromesso contenuto nella relazione Sartori.
Ho presentato più di 20 emendamenti al fine di garantire l’etichettatura adeguata e l’utilizzo sicuro dei prodotti chimici. Diciassette di tali emendamenti sono stati approvati dalla commissione ENVI. Tuttavia, la stessa commissione per l’ambiente ha altresì adottato diversi emendamenti della relatrice che indebolirebbero i diritti dei consumatori relativi all’informazione in merito ai rischi dei prodotti chimici contenuti nei prodotti.
Il gruppo socialista e io abbiamo votato contro tali proposte, poiché gli interessi dei consumatori per noi sono vitali. Sono soddisfatto del fatto che il nuovo compromesso non comprenda tali emendamenti contro i consumatori e propongo pertanto di accettarlo. Non sono totalmente felice del compromesso, ma non possiamo ritardare l’inserimento del GHS nella nostra normativa.
Esorto ad accettare il principio fondamentale che le imprese non debbano invocare la riservatezza degli affari quando immettono sul mercato prodotti chimici pericolosi. In merito ai rischi, i consumatori devono avere il diritto di ricevere tutte le informazioni necessarie.
Certo, il male è nei dettagli, pertanto vedremo come il GHS lavorerà in pratica, come i segnali di rischio saranno indicati sui prodotti dall’industria e se i consumatori capiranno i segnali e gli avvertimenti. Le informazioni devono essere chiare e facilmente comprensibili. Nel complesso, mi auguro che il GHS costituirà un buono strumento al fine di presentare i risultati del REACH al grande pubblico, affinché i consumatori si fidino molto di più dei prodotti chimici, il che aiuterà anche la nostra industria.
Il mio assistente Gergely Simon, che ha svolto molto lavoro in merito a questa e ad altre pratiche, lascerà il Parlamento nel prossimo futuro. Desidero ringraziarlo per il suo contributo ai nostri obiettivi comuni, vale a dire un’Europa più sicura dal punto di vista dei prodotti chimici.
Hiltrud Breyer (Verts/ALE). – (DE) Signora Presidente, sappiamo tutti che i prodotti chimici vengono prodotti e commercializzati in tutto il mondo e che anche i pericoli e i rischi sono globali. Necessitiamo pertanto di linee guida sotto forma di classificazioni ed etichettature chiare da applicarsi a livello mondiale. Avrei gradito che l’Unione europea fosse il motore che aziona un’etichettatura molto chiara e una protezione del consumatore molto forte, ma qui ho sentito molti oratori dire che, piuttosto che essere il motore, l’UE deve restare seduta nella garitta del frenatore.
Posso convivere con il presente accordo politico, ma non ne sono molto felice. Sì, siamo riusciti a compiere un passo importante verso una maggiore sicurezza per le persone e per l’ambiente. Sono altresì lieta che, nonostante la relazione della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare in relazione ai valori soglia per l’etichettatura, che era decisamente troppo a tutela dell’industria – i volumi di dati utilizzati per la classificazione sono stati inseriti sull’etichetta – siamo riusciti a limitare i danni nei negoziati con il Consiglio e la Commissione. Sono lieta che non vi siano più valori soglia basati sul tonnellaggio per la necessità di etichettare e altresì che non siano più accettate scappatoie per l’industria e che il sistema di classificazione proposto reindirizzi l’attenzione verso alternative agli esperimenti sugli animali.
Avrei tuttavia gradito vedere un miglioramento dell’etichettatura di sostanze persistenti, bioaccumulative e tossiche e la creazione di una nuova categoria “tossicità acuta”, poiché ciò è estremamente topico e una questione su cui avremmo dovuto mostrare la volontà di agire. Credo che oggi abbiamo inviato un segnale importante per una maggiore sicurezza per le persone e l’ambiente, ma non possiamo adagiarci sugli allori. Ovviamente questo tema in futuro ci terrà occupati, dato che vi è molto spazio per migliorare.
Jean-Claude Martinez (NI). – (FR) Signora Presidente, esistono già normative contabili globali, norme alimentari globali nel Codex Alimentarius, norme fiscali globali e modelli ONU di convenzione sulla doppia tassazione. Ora disporremo anche di norme globali per l’etichettatura, la classificazione, l’imballaggio e il tonnellaggio di sostanze chimiche.
La normativa globale del 2002 del Consiglio economico e sociale dell’ONU, il sistema generale armonizzato, verrà trasposto nel diritto comunitario.
Vi è senza dubbio un qualche valore per tutti nell’armonizzazione globale – per i consumatori, gli utilizzatori e le PMI – ma oltre a queste 2 000 pagine e procedure, allegati ed elenchi, la normativa dimostra che la standardizzazione europea non è sufficiente a trattare problemi globalizzati. I problemi globali necessitano di soluzioni globali, il che significa che il Primo Ministro britannico, Gordon Brown, ha ragione: tra il livello ONU e il livello globale, il livello europeo è sempre più antiquato, obsoleto e, in definitiva, inutile.
Zuzana Roithová (PPE-DE). – (CS) Onorevoli colleghi, non è più tollerabile che all’interno del mercato unico europeo siano in vigore diverse normative nazionali sul commercio, in particolare di sostanze pericolose. L’unificazione della classificazione e dell’etichettatura di prodotti chimici e miscele pericolose costituisce una buona notizia per i consumatori, dato che l’armonizzazione proposta migliora la protezione della loro salute e dell’ambiente. E’ altresì una buona notizia per la concorrenza dell’industria europea che questa complessa normativa, relativa al trasporto, alla fornitura e all’utilizzo di sostanze pericolose, sia applicata non solo nell’Unione europea, ma anche in altri paesi del mondo grazie alle raccomandazioni dell’ONU.
Il regolamento coincide con il REACH, ma introduce altresì classi e categorie pericolose. Le etichette conterranno istruzioni per il trattamento e simboli grafici e pittogrammi obbligatori, che saranno comprensibili per le persone di qualsiasi parte del mondo. Nuovi requisiti per l’imballaggio e la chiusura dei contenitori forniranno protezione ai bambini e forniranno altresì indicazioni per i non vedenti. Le critiche mettono in guardia circa gli elevati costi della rietichettatura, della creazione di “schede dati di sicurezza” e dell’introduzione di nuove tecnologie per l’imballaggio. Sono tuttavia convinta che queste spese sul breve periodo saranno inferiori rispetto ai risparmi sul lungo periodo in termini di costi associati all’abrogazione dell’attuale diversa etichettatura dei prodotti in base alla destinazione. Il tempo di attuazione, che è scaglionato sul periodo dal 2010 al 2015, è altresì sufficientemente attento ai bisogni dell’industria.
Apprezzo enormemente il fatto che l’onorevole Amalia Sartori sia riuscita a raggiungere un compromesso eccellente in seno al Parlamento e altresì con il Consiglio. Dopo molti mesi di discussioni sulle disposizioni della proposta della Commissione, è riuscita a conseguire un notevole miglioramento ed equilibrio e invito pertanto, domani, ad adottare in prima lettura la proposta. E’ un esempio dello splendido lavoro svolto dai relatori parlamentari con le squadre del Consiglio e della Commissione.
Genowefa Grabowska (PSE). – (PL) Signora Presidente, oggi discutiamo di un regolamento molto importante, derivante da un dibattito e successivamente da una decisione ONU. Nella presente discussione, coronata dall’adozione da parte del Consiglio economico e sociale di un sistema generale armonizzato di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici, tutti gli Stati membri, e non solo l’ONU, hanno avuto una parte molto attiva e significativa, in particolare l’Unione europea e altresì la Commissione. Ciò significa che il sistema che è stato definito laggiù è altresì il nostro sistema. E’ pertanto positivo che oggi adattiamo le nostre normative relative all’utilizzo di prodotti chimici al fine di conformarle a tale sistema e che al contempo garantiamo e ci auguriamo di garantire che i nostri cittadini – i cittadini dell’UE – siano protetti, così come il nostro ambiente, dalle conseguenze dell’utilizzo di sostanze pericolose, perché si ritiene che lo scopo di questa armonizzazione, classificazione ed etichettatura di sostanze pericolose sia un miglioramento del livello di protezione della salute e altresì dell’ambiente.
La chimica influisce sulle persone nello stesso modo in tutto il mondo. Quando si acquista un prodotto, non si è tenuti a sapere che cosa contenga. Si deve sapere, tuttavia, che si sta acquistando un prodotto sicuro. Si deve poter avere fiducia nel produttore e nel prodotto acquistato. Qui il nostro ruolo riguarda l’etichettatura, che ancora differisce in larga misura. Un prodotto etichettato come pericoloso in uno Stato è tossico in un altro e nocivo in un terzo. E’ impensabile che l’economia e il commercio di sostanze chimiche debbano funzionare in questo modo. Ecco perché sono lieta di accogliere con favore la nostra relazione e discussione di oggi. Credo che siamo impegnati in qualcosa di molto importante.
Desidero attirare la vostra attenzione su un’ultima questione e in particolare sulle conseguenze connesse alla necessità di fornire informazioni sull’etichettatura. Sto parlando delle informazioni che tutti coloro che gestiscono i rifiuti devono conoscere. I rifiuti dei prodotti chimici, che sono e continueranno a essere una questione di enorme importanza per l’ambiente, devono altresì essere inseriti in tale sezione, che chiude l’intero ciclo della gestione delle sostanze e dei prodotti chimici e, di conseguenza, dello smaltimento dei rifiuti di prodotti pericolosi. Esorto a fornire ai cittadini europei un buon prodotto ed esorto a offrire loro una sensazione di sicurezza a proposito delle sostanze chimiche.
Luca Romagnoli (NI). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, l’egregio lavoro della collega Sartori appare come esito legislativo ottimale per aggiornare e quindi meglio regolamentare parte del trattamento di sostanze chimiche. Lodevole è che la relazione non solo soddisfa il programma di armonizzazione delle Nazioni Unite, ma appare coerente, integrando le esigenze dei produttori e dei consumatori e, certo, direi anche dell’ambiente per quanto oggettivamente possibile.
Come al solito, alcuni colleghi non sono proprio soddisfatti ed ho l’impressione che questo sia dovuto ad una radicalizzazione ideologica nei confronti del progresso tecnologico e scientifico che troppo spesso in una supposta difesa dell’ambiente pretende di coercire l’uomo. Altrettanto, guarda caso, per motivi radicalmente opposti a quelli citati, fanno quegli Stati extraeuropei, Cina in testa, che in nome dell’assoluto primato dell’economia, pongono in essere condizioni di produzione, trasporto e stoccaggio di materiali chimici in grave spregio di tutto quanto si vuole qui giustamente proteggere.
Un fondamentale passo è quello che compie la relazione Sartori, armonizzando la classificazione delle sostanze, le norme di etichettatura e degli imballaggi delle sostanze e miscele pericolose. Questo contribuisce certamente a migliorare la sicurezza e prevenire i pericoli per la salute e la sicurezza dei consumatori, dei lavoratori e dell’ambiente.
Oggi può succedere che una stessa sostanza venga classificata in maniera profondamente diversa da Stato a Stato, in virtù del diverso sistema di classificazione vigente, con oscillazioni che per una medesima sostanza sono fortemente e rischiosamente diverse. Sostanze che in Europa vengono classificate come pericolose sono, ad esempio, in Cina etichettate senza particolari precauzioni.
Questo oltre a determinare ingiusti vantaggi competitivi rappresenta un serio pericolo per tutti i consumatori e ciò cari colleghi, troppo spesso criticoni, è ancor più vero proprio in un mercato purtroppo globale.
Åsa Westlund (PSE). - (SV) Signora Presidente, devo ammettere che prima di iniziare a lavorare su questioni ambientali, la mia conoscenza dei prodotti chimici era relativamente limitata. Tuttavia, più ho appreso e più sono diventata scettica circa l’utilizzo di un tale elevato quantitativo di prodotti chimici nella società odierna. Non molto tempo fa, ad esempio, ho letto che nel mio paese, la Svezia, il consumo di prodotti chimici utilizzati per le pulizie nelle famiglie è aumentato drasticamente. Nessuno conosce il reale effetto che ciò sta avendo sulla nostra salute. Ciò che sappiamo è che, oggigiorno, non solo in Svezia, ogni anno molti bambini vengono portati al pronto soccorso perché hanno ingerito prodotti chimici domestici dalla tossicità acuta, nonostante il fatto che oggi sui prodotti chimici sia apposta un’etichetta di avvertimento che dice come stanno le cose.
A causa della decisione che prenderemo più tardi oggi, tale avvertimento purtroppo scomparirà da molti prodotti. Unitamente ad altri colleghi, ho cercato di cambiare questo fatto e di garantire che tale etichettatura resti sui comuni prodotti domestici. Le cose non saranno più così. Deploro molto questo fatto, che comporta la perdita di importanti informazioni destinate ai consumatori.
Ciononostante, accolgo con favore il fatto che l’UE stia ora acquisendo una normativa sulla classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio armonizzati, volta ad attuare il REACH ed elaborata sulla base del sistema internazionale volontario già esistente. Ciò rende le cose più semplici per i consumatori e similmente per le imprese. Oggi, una volta che avremo raggiunto tale decisione, sarà della massima importanza che tutte le autorità competenti a livello nazionale si assumano la responsabilità di trasmettere le informazioni circa il nuovo sistema di etichettatura non solo alle imprese, ma anche, più ampiamente, ai diversi gruppi di consumatori.
Desidero pertanto cogliere l’opportunità di esortare la Commissione e il signor Commissario Verheugen ad approfondire in che modo, e con quale successo, ciò viene effettivamente svolto e pertanto a farci sapere se i consumatori dell’Europa comprendono cosa significherà d’ora in avanti l’etichettatura.
Rovana Plumb (PSE). – (RO) Signora Presidente, la presente proposta di regolamento, unitamente alle altre due, il regolamento sui detergenti e la decisione volta ad emendare la normativa a valle, rappresentano l’armonizzazione della normativa europea e mondiale sulla classificazione, etichettatura e imballaggio di prodotti chimici. La loro applicazione avrà effetti benefici sulla salute umana, sulla protezione dell’ambiente e sull’industria chimica e lo sviluppo del commercio secondo condizioni di sicurezza, e l’informazione dei consumatori è molto importante.
L’attuazione del GHS deve essere correlata all’applicazione della direttiva REACH per i produttori, circa 27 000 nell’Unione europea, di cui il 95 per cento sono PMI, e allo sviluppo del commercio con paesi non appartenenti all’UE, vale a dire il 25 per cento del volume dell’Unione europea. Chiedo alla Commissione di non abbandonare la proposta di applicare il nuovo regolamento nel corso dell’intero ciclo di gestione del prodotto, anche quando il prodotto diventa rifiuto.
Mi congratulo con la relatrice per il lavoro svolto.
Edit Herczog (PSE). - (HU) La ringrazio molto, signora Presidente. Innanzitutto, desidero congratularmi con la Commissione e con i relatori, perché sono riusciti a produrre una discussione costruttiva sulla proposta dell’ONU e sul progetto REACH che abbiamo adottato in precedenza, come si è visto nel corso dell’attività. Il più grande vantaggio è un’etichettatura standardizzata, dalla prospettiva della commissione per il mercato interno, dei consumatori e delle imprese. Non dimentichiamo che le sostanze chimiche non saranno più sicure grazie all’etichettatura! Un utilizzo più sicuro e scelte migliori da parte dei consumatori creano maggiore sicurezza, di conseguenza dobbiamo stabilire che questo progetto di normativa costituisce un passo avanti a tal proposito e deve essere accolto con favore. Desidero infine dire e attirare la vostra attenzione sul fatto che abbiamo unito le forze a sostegno dell’ONU come Unione europea e che ora dobbiamo fare tutto, in collaborazione con l’ONU, al fine di garantire che anche il resto del mondo l’adotti. Propongo ciò, affinché possiamo trovare sostenitori della nostra normativa sull’industria chimica nel resto del mondo, nel Consiglio economico transatlantico e in altri fora internazionali. Vi ringrazio molto per l’attenzione.
Alessandro Foglietta (UEN). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, voglio complimentarmi con la relatrice, la collega Sartori, con i colleghi relatori ombra, il Consiglio e la Commissione, per il raggiungimento dell’accordo sul pacchetto GHS in prima lettura.
Siamo riusciti a raggiungere un obiettivo che ci eravamo prefissi, ovvero far partire il nuovo sistema in tempo utile e compatibile con il regolamento REACH, assicurando al contempo un alto livello di protezione dell’ambiente e della salute, come anche l’esigenza commerciale delle imprese che potranno rivolgersi con più facilità ai mercati esteri.
Una volta in vigore il GHS, le imprese potranno agire secondo un sistema unico di classificazione delle sostanze armonizzato a livello internazione che, tra l’altro, consentirà di accedere con maggiore facilità alla legislazione delle sostanze presso l’Agenzia per la chimica. Con questo regolamento, che applica i criteri internazionali per la classificazione ed etichettatura delle sostanze e miscele pericolose nell’Unione europea, renderemo le imprese pronte ad aprirsi al mercato internazionale. Indubbi saranno anche i benefici per il consumatore che sarà messo in condizione di riconoscere facilmente sostanze pericolose, come ad esempio quelle tossiche, irritanti e corrosive.
Il sistema d’informazione di etichettatura GHS con pittogrammi uniformi e facilmente leggibili faciliterà l’individuazione dei rischi delle sostanze dei prodotti di uso giornaliero quali detersivi e saponi. Inoltre il GHS, che impone per molte sostanze particolari dispositivi di sicurezza di chiusura delle confezioni, contribuirà a proteggere i nostri bambini dai pericolosi incidenti domestici dovuti a ingestione accidentale di sostanze tossiche o corrosive.
Certo, GHS costerà un certo sforzo alle imprese, soprattutto alle medie e piccole, che dovranno prendere confidenza con il nuovo sistema. Il sistema infatti introdurrà nuove sette categorie di rischio e una nuova classificazione del sistema di trasporto. E’ per questo che sono particolarmente lieto dell’accordo raggiunto con il Consiglio che ha tenuto conto delle esigenze di sostegno, informazione e rodaggio, soprattutto per le piccole e medie imprese.
L’accordo ha anche tenuto conto della volontà espressa da tutti i gruppi del Parlamento della necessità di limitare al massimo i test sugli animali e l’eventuale duplicazione sugli stessi. Per tutti questi motivi il mio gruppo esprimerà voto favorevole all’approvazione del pacchetto presentato.
Carl Schlyter (Verts/ALE). – (SV) Desidero solo rispondere a ciò che il mio onorevole collega Booth ha affermato qui circa il movimento ambientalista che desidera proteggere le persone, ma non gli animali. Sembra che abbia frainteso questo punto. E’ una questione di classificazione. Nei testi a cui l’onorevole Booth fa riferimento si afferma che non si deve manipolare una miscela chimica unicamente a scopo di classificazione al fine di arrivare al di sotto di una certa soglia, che non deve essere permesso condurre numerose sperimentazioni sugli animali solo per evitare l’etichettatura. Ciò ci porterebbe a considerare le miscele chimiche che contengono sostanze pericolose, ma di generi diversi, e che pertanto non raggiungono precisamente la soglia per l’etichettatura. In tali casi lo scopo sarebbe pertanto quello di condurre sperimentazioni sugli animali solo al fine di evitare l’etichettatura. E’ per tale ragione che necessitiamo di tali testi.
Qui la salute animale e la salute dell’uomo vanno di pari passo. Si evita la sperimentazione sugli animali, ma le persone ottengono informazioni adeguate sui prodotti chimici così che possano intraprendere le azioni corrette al fine di tutelarsi. L’onorevole Booth ha veramente frainteso questo punto!
PRESIDENZA DELL’ON. MARTINE ROURE Vicepresidente
Günter Verheugen, Vicepresidente della Commissione. − (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, questo dibattito acceso e vivace ha dimostrato che stiamo trattando un tema importante e di vasta portata. Penso che oggi possiamo affermare che compiere questo passo conclude l’intenso lavoro normativo svolto in relazione all’industria dei prodotti chimici e la produzione e l’utilizzo di prodotti chimici in Europa – lavoro che ha richiesto molti anni.
Desidero che ciò sia molto chiaro, pensando alla metafora molto efficace utilizzata dall’onorevole Breyer. Chi sta al motore e chi siede alla garitta del frenatore? Una cosa è certa: per quanto riguarda la normativa sui prodotti chimici, l’Unione europea fa da motore per il mondo intero. Da nessun’altra parte esistono normative quali quelle che abbiamo introdotto, e da nessun’altra parte si fanno all’industria chimica richieste quali quelle che facciamo noi. Pertanto, la Commissione crede fermamente che, in relazione alla normativa orizzontale per questo settore, ora necessitiamo di qualche anno per portare a compimento ciò che abbiamo già deciso e che non dobbiamo imbarcarci immediatamente in altri grandi progetti. Ha i suoi buoni motivi, se la normativa REACH dispone di periodi di revisione e noi dobbiamo osservare molto strettamente i periodi decisi dal legislatore. Ciò significa che la Commissione presenterà sempre per tempo relazioni e suggerimenti. Per quanto concerne le principali iniziative orizzontali, desidero ripetere che la Commissione non intende avanzare alcuna proposta ulteriore nel prossimo futuro.
Posso altresì assicurarvi dell’efficacia globale di questo sistema. Tutte le informazioni che ho a disposizione dimostrano che in tutto il mondo, tutti coloro che sono coinvolti stanno senza dubbio lavorando duramente al fine di attuare il sistema su cui hanno deciso le Nazioni Unite. Siamo sicuramente all’avanguardia quando si tratta di vera e propria attuazione. Penso che molti grandi paesi hanno atteso precisamente quanto è accaduto qui oggi, perché essi desiderano fondare la loro stessa normativa e la loro attuazione su ciò che facciamo nell’Unione europea. Ora mi aspetto di vedere che tali procedure siano portate a compimento in molti altri paesi.
L’onorevole Schwab ha sollevato una domanda molto interessante – ovvero se dobbiamo disporre di scadenze transitorie per la conservazione dei valori di soglia dell’allegato 6, che sono stati cancellati conseguentemente al compromesso tra le parti. Posso solo dire che la Commissione non ha alcun problema riguardo alle scadenze transitorie. Personalmente, credo che esse siano essenziali e adeguate, ma che tale omissione nella normativa non si è verificata per caso. Rientra in un compromesso generale e, tenendo conto di tutte le circostanze, non penso che sarebbe stato appropriato che la Commissione permettesse che la questione delle scadenze transitorie per pochi prodotti causasse il fallimento del compromesso. Tuttavia, ci assicureremo che ciò che i legislatori desideravano sia raggiunto in modo adeguato.
Condivido le preoccupazioni di coloro che hanno dato voce ai loro timori circa la sperimentazione sugli animali. Mi auguro fortemente che la presente normativa non porti a un aumento del numero delle sperimentazioni sugli animali. E’ importante che la sperimentazione sui primati sia assolutamente vietata in relazione alla presente normativa. Desidero ribadire chiaramente che la Commissione investirà tutte le sue energie nel ridurre il più possibile la sperimentazione sugli animali. A mio avviso, ciò significa che dobbiamo continuare ad aumentare i nostri sforzi al fine di trovare metodi alternativi riconosciuti volti a sostituire la sperimentazione animale. Tutti coloro che hanno dei timori in proposito mi troveranno dalla loro parte.
Per concludere, desidero dire che credo che abbiamo dinanzi un atto legislativo che rappresenta una situazione vantaggiosa per tutti coloro che sono coinvolti. Sono molto grato a tutti coloro che vi hanno contribuito.
Amalia Sartori, relatrice. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, sono molto soddisfatta del dibattito che c’è stato. Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti e ringrazio anche per le parole di conforto che hanno dato al lavoro che ho svolto, comunque insieme a loro, sia ai colleghi relatori ombra sia ai colleghi relatori delle commissioni ITRE e IMCO. Mi sembra che nella stragrande maggioranza dei colleghi intervenuti ci sia soddisfazione per il risultato raggiunto.
Io condivido l’opposizione di chi dice che anche il GHS è un processo che continua e quindi, d’altra parte, è una modalità di lavoro che noi abbiamo impostato; in questi casi è proprio quello e siamo consapevoli che il mondo continua a cambiare, a modificarsi ed è il motivo per il quale anche in questo regolamento così come in REACH, così come in altri, pensiamo soprattutto a dare anche delle regole di cornice molto puntuali e precise e lasciare che ci sia poi uno spazio di modificazione nel tempo in base ai quei criteri però predeterminati. Questo è anche quello che ho colto nell’intervento del Commissario che mi ha preceduta rispetto alla possibilità di accogliere anche parte del dibattito che c’è stato.
Noi siamo consapevoli che oggi approviamo un regolamento ampiamente condiviso, che aiuterà, che porterà benefici per i consumatori e per i lavoratori di questo settore, che sono la stragrande maggioranza della popolazione. Sappiamo che sono regole che servono come cornice e come punti di riferimento certi e intoccabili. Dopo di che c’è un mondo che continua a cambiare e facendo riferimento a queste regole sarà dalla Commissione trattato.
Presidente. – La discussione congiunta è chiusa.
La votazione si svolgerà oggi.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Daciana Octavia Sârbu (PSE), per iscritto. – (RO) La proposta di decisione che dà attuazione al Sistema generale armonizzato di classificazione, etichettatura e imballaggio di prodotti chimici (GHS) rappresenta un passo importante nella protezione dell’ambiente, dei consumatori, che avranno maggior potere di scelta, così come delle imprese, che desiderano entrare nel mercato internazionale.
L’utilizzo armonizzato delle etichette e la descrizione uniforme dei pericoli generati dai prodotti chimici garantisce una maggiore fiducia dei consumatori in tali prodotti, facilitando altresì il commercio internazionale, dato che l’industria sarà in grado di applicare le medesime etichette per tutte le regioni verso cui esporta. Inoltre, il sistema armonizzato di classificazione delle sostanze costituisce un fattore essenziale al fine di garantire la libera circolazione dei beni nel mercato interno.
Ciononostante, dobbiamo assicurare che il presente regolamento non aumenti il numero delle sperimentazioni sugli animali vertebrati con lo scopo di armonizzare i criteri di classificazione, ma che siano condotte solo se non vi è alcuna soluzione alternativa che garantisca la medesima qualità.
Il Sistema generale armonizzato di classificazione deve consentire l’utilizzo di metodi che non implichino sperimentazioni sugli animali, anche qualora la loro convalida supponga un processo burocratico lungo e costoso. Dato che le sperimentazioni sugli animali non sono mai state convalidate ufficialmente, l’autenticazione di sperimentazioni alternative sembra un onere, ma si deve incoraggiare la ricerca in questo settore.
Richard Seeber (PPE-DE), per iscritto. – (DE) Nel mondo moderno, sempre più di frequente, i consumatori entrano in contatto con diverse sostanze e a volte anche sostanze pericolose.
Quando si utilizzano taluni prodotti, ivi compresi quelli che molti utilizzano quotidianamente, le informazioni sulle sostanze che contengono sono vitali, se devono essere utilizzati in modo sicuro e in maniera tale da non mettere a rischio la salute. Quest’anno, il Sistema generale armonizzato di classificazione ed etichettatura di prodotti chimici (GHS), sviluppato nel 2002 a livello di ONU con un’attiva partecipazione dell’UE, deve essere attuato dagli Stati membri. Uno dei vantaggi principali di tale sistema è l’utilizzo di pittogrammi di pericolo universali. I consumatori e i commercianti possono pertanto notare immediatamente se un prodotto contiene talune sostanze che possono essere anche pericolose. Inoltre, il GHS introduce definizioni standardizzate, quali LD50 (dose letale 50), che indica chiaramente il pericolo associato alla sostanza. La Comunità e noi del Parlamento europeo ci siamo posti come obiettivo la riduzione della sperimentazione sugli animali a scopo di valutazione delle sostanze per quanto sia in nostro potere.
Le definizioni sono state inoltre indicate in modo più preciso e sono state elaborate linee guida più chiare per le autorità degli Stati membri. Un’attuazione riuscita del GHS rappresenta una pietra miliare importante nel rendere il mercato interno europeo una realtà, e porterà altresì vantaggi in termini di commercio internazionale.