Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0256/2008), presentata dall’onorevole Foglietta, a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sul Libro bianco concernente “Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità [2007/2285(INI)].
Alessandro Foglietta, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di aprire il dibattito sulla relazione che voteremo domattina, voglio approfittare per fare alcuni doverosi ringraziamenti. Ringrazio innanzitutto la mia collega, ora senatore della Repubblica italiana, Adriana Poli Bortone, da cui ho ereditato il progetto di relazione ed uno studio già attento e puntuale della problematicità; i miei collaboratori, che mi hanno affiancato nel portare avanti con entusiasmo e dedizione l'approfondimento e l'analisi del fenomeno ed infine i relatori ombra, che hanno indubbiamente contribuito con il loro impegno all'attuazione del testo in sede di commissione ambiente, con un consenso politicamente e praticamente unanime.
Cari colleghi, nel momento in cui mi è stato affidato il progetto, mi sono domandato quale doveva essere il mio obiettivo di relatore nell'approfondire uno studio di questo tipo, e ho trovato una risposta nella natura strategica del documento che mi ha indicato i due pilastri sui quali impostare il mio lavoro: completezza innanzitutto, in modo da non lasciare momenti di vuoto né tantomeno di sottovalutare il peso di alcuni dei molteplici aspetti chiamati in causa dalla problematica in questione; concretezza, per poter realizzare un documento realmente proiettato verso il futuro e verso l'individuazione di strumenti e soluzioni efficaci.
Nell'intraprendere questo percorso, mi sono affidato ai dati, alle statistiche, alle percentuali, già ampiamente disponibili sul tema. Percentuali che creano disagio, perché se andiamo a verificare, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, più di un miliardo di persone soffre di sovrappeso e oltre 300 milioni di persone sono obese. L'obesità nei bambini è in rapidissima crescita e bisogna ritenere che la patologia legata all'obesità e al sovrappeso assorbono alcuni Stati membri fino al 6% della spesa sanitaria nazionale.
Nella ricerca delle possibili soluzioni ci siamo ben guardati dal voler demonizzare certe categorie di cibo, come uniche responsabili del problema obesità. Non è eliminando tali alimenti dalla dieta che si risolve il problema, ma piuttosto educando il cittadino consumatore e soprattutto il giovane, il bambino ad una corretta alimentazione. I grassi sono fondamentali per un corretto apporto nutrizionale, ma nelle giuste quantità e nei giusti momenti della giornata. La pedagogia alimentare sulla quale insisto con forza non è la capacità di discernere i cibi buoni da quelli cattivi, niente fa male, in assoluto e niente in condizioni di salute, a meno di patologie legate all'alimentazione, deve essere escluso dalla dieta.
Altro problema su cui voglio richiamare la vostra attenzione: l'obesità è a tutti gli effetti una patologia. Una patologia con cause non solo fisiche, ma spesso sociali o psicologiche, ma pur sempre una patologia che ogni anno comporta spese ingenti per i nostri sistemi sanitari nazionali. Una patologia che in quanto tale deve essere affrontata con soluzioni concrete e multilivello. In questi mesi di studi, invece, mi sono reso conto che troppo spesso l'opinione pubblica sottovaluta questo aspetto, sprecandosi in giustissimi allarmismi e campagne di sensibilizzazione contro l'anoressia ma in un altrettanto ingiusto approccio consolatorio nei confronti del sovrappeso con slogan del tipo: grasso è bello, e così via. Questo è sbagliato, è diseducativo; non parliamo di estetica o di apparenza, parliamo di salute. E così, come la piaga dell'anoressia va combattuta con prepotenza, allo stesso modo vogliamo cercare di sconfiggere l'obesità, lavorando sui molteplici canali, specificati in questa relazione che richiede appunto un contributo parallelo e coerente.
Dagli operatori dell'educazione, dai professionisti della sanità, dall'industria alimentare, dai media in particolare della televisione, che invitiamo ad avvertire il forte senso di responsabilità legato al loro potenziale nell'orientare l'opinione pubblica. All'amministrazione pubblica, in particolare e a quella locale.
Io vorrei chiudere, cari colleghi, con una notizia che in questi giorni ha fatto eco: quella che, uno dei due candidati alla Casa Bianca ha fatto presente che sarebbe utile, giusto, necessario, tassare i cittadini obesi come tassare gli alcolisti e i fumatori. Noi crediamo, che ci troviamo di fronte ad un'assurdità in termini di principio, ma riteniamo fondamentale che questo grave disagio e questo grave problema deve essere affrontato nella maniera giusta, perché solo con un metodo che ci può portare a determinare alcune condizioni si può raggiungere un risultato positivo.
Presidente − Desidero invitare tutti gli oratori a prestare attenzione ai tempi poiché non possiamo prolungare la discussione. Si tratta, infatti, di una discussione notturna e il tempo a nostra disposizione è particolarmente limitato, così come limitata è la logistica e mi riferisco, ad esempio, al servizio di interpretazione.
Non vorrei essere costretto a togliervi la parola, intervento che la Presidenza giudica molto forte e preferirei fare appello al vostro senso di responsabilità.
László Kovács, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, sono particolarmente lieto della relazione del Parlamento in risposta al Libro bianco della Commissione concernente i problemi sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità. Vorrei congratularmi in special modo con l’onorevole Foglietta per l’eccellente lavoro svolto.
Sono lieto di costatare che il Parlamento condivide l’opinione della Commissione secondo la quale l’epidemia di obesità può essere fermata solo per mezzo di un approccio integrato. Mi rallegro inoltre del fatto che il Parlamento accolga il Libro bianco della Commissione come passo importante nella lotta per contrastare la diffusione dell’obesità e del sovrappeso in Europa. Prendo altresì atto della richiesta del Parlamento di intraprendere ulteriori azioni - inclusa l’adozione di ulteriori provvedimenti legislativi – rispetto a quanto previsto attualmente dalla Commissione.
Nel 2010 la Commissione compirà una prima analisi dei risultati conseguiti alla luce degli obiettivi stabiliti dal Libro bianco del 2007.
Se questo esercizio di monitoraggio evidenzierà che i progressi sono inadeguati, si renderà ovviamente necessario considerare l’adozione di ulteriori provvedimenti anche di natura legislativa.
Per quanto concerne il processo di monitoraggio, desidero attirare la vostra attenzione sull’importante ruolo svolto dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il nostro è uno sforzo congiunto in linea con le conclusioni della Conferenza ministeriale dell’OMS di Istanbul. L’obiettivo è di monitorare le azioni intraprese dagli Stati membri al fine di dare attuazione sia al Libro bianco della Commissione sia alla strategia dell’OMS.
Infine, vorrei oggi condividere con voi alcuni dei più recenti sviluppi relativi all’attuazione della strategia per i problemi sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità in Europa, che risponde ad alcune delle richieste di azione della vostra relazione.
Come saprete, per rafforzare le azioni a livello europeo, la Commissione deve istituire un gruppo ad alto livello sui problemi sanitari connessi all’alimentazione e all’attività fisica. Tramite questo gruppo viene garantito un rapido scambio di idee e prassi fra gli Stati membri e viene fornita una panoramica di tutte le politiche governative.
Se guardiamo alla partecipazione dei diversi stakeholder, le organizzazioni paneuropee, membri della Piattaforma d’azione europea su dieta, attività fisica e salute, stanno oggi dando attuazione a più di 200 impegni in settori chiave quali la riformulazione dei prodotti, l’etichettatura e la pubblicità responsabile.
Il monitoraggio è costante e i rapporti annuali sono accessibili a tutti sul sito web della Commissione.
In modo del tutto complementare alla Piattaforma dell’Unione europea, a oggi sono diciassette gli Stati membri dove sono sorti dei partenariati fra il settore pubblico e quello privato, uno sviluppo, a mio giudizio, nella giusta direzione.
In luglio il gruppo ad alto livello ha incontrato la Piattaforma d’azione europea su dieta, attività fisica e salute per discutere della possibilità di creare sinergie e partnership. Una particolare attenzione è stata rivolta alla riduzione del contenuto di sale, tema che si è deciso di rendere oggetto di un’azione congiunta prioritaria insieme agli Stati membri.
L’incontro ha prodotto risultati positivi e sono certo che simili iniziative che coinvolgono funzionari ad alto livello degli Stati membri e membri della Piattaforma rafforzeranno l’impatto delle azioni che sia le autorità governative che la Piattaforma adotteranno in futuro.
Consentitemi inoltre di attirare la vostra attenzione sulla proposta della Commissione del luglio scorso di destinare 90 milioni di euro ogni anno all’acquisto e alla distribuzione di frutta e verdura fresca nelle scuole.
Contrastare l’obesità è una delle sfide più importanti che siamo chiamati ad affrontare oggi in Europa in materia di sanità pubblica.
Sono grato del vostro incessante sostegno e spero di continuare presto il dialogo con il Parlamento per stabilire come procedere in modo che l’Unione europea possa svolgere appieno il proprio ruolo in questo ambito.
Małgorzata Handzlik, relatore per parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. − (PL) Signor Presidente, l’obesità e il sovrappeso rappresentano una sfida per la società contemporanea. Sono la causa di molte patologie croniche come le malattie cardiovascolari, l’ipertensione, il diabete di tipo 2, l’ictus e certe forme tumorali. La lotta all’obesità e al sovrappeso dovrebbe essere una priorità all’interno della politica europea della salute pubblica e dovrebbe vedere il coinvolgimento di quanti più partner possibile. Mi riferisco alle autorità locali, agli Stati membri, alla Commissione e ai rappresentanti dell’industria. Non dovremmo tuttavia trascurare i consumatori, liberi nelle loro scelte alimentari. Le campagne di educazione alimentare e la promozione dell’attività fisica sembrano essere l’approccio migliore. I consumatori potrebbero così disporre di informazioni chiare e comprensibili per una scelta responsabile in materia di alimentazione. Non credo, tuttavia, che la sola imposizione di restrizioni all’industria alimentare possa condurre a una riduzione del numero di individui in sovrappeso. Sto pensando alla pubblicità, per esempio.
Vorrei inoltre attirare l’attenzione su un aspetto in parte trascurato di questo dibattito: l’adeguatezza della formazione del personale addetto all’erogazione dei servizi sanitari, in particolare del personale impiegato nella cura e nel trattamento del paziente diabetico. Tale formazione è stata in qualche misura trascurata, soprattutto nei nuovi Stati membri.
Czesław Adam Siekierski, relatore per parere della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. − (PL) Signor Presidente, questo documento potrebbe quasi portare la mia firma. Appoggio le misure contenute nel Libro bianco. In esso si afferma che l’adozione di uno stile di vita più sano e l’attività fisica di ogni tipo rappresentano il metodo di cura più efficace. Il Libro bianco contiene inoltre una serie di misure preventive che consistono in ampie raccomandazioni destinate alle aziende alimentari, ai consumatori, ai proprietari di ristoranti, alle catene di distribuzione alimentare e al settore della pubblicità. Si fa inoltre riferimento alle campagne di informazione.
Di cruciale importanza ai fini di un’efficace attuazione di questi provvedimenti è il coordinamento fra i vari ambiti politici e i diversi livelli di gestione insieme alla partecipazione del settore privato. E’ indispensabile affrontare insieme questo problema. Particolare attenzione deve essere rivolta all’attuazione di quegli interventi tesi a prevenire l’obesità nei bambini. Gli adulti hanno la responsabilità di inculcare nei propri figli delle sane abitudini alimentari. Accade spesso, tuttavia, che noi adulti, per primi, non sappiamo esattamente cosa raccomandare. Ecco perché è tanto importante organizzare delle campagne di informazione destinate ai genitori affinché possano offrire ai propri figli una dieta equilibrata.
I programmi che promuovono i principi di una sana alimentazione e l’attività fisica dovrebbero essere rivolti anche ai bambini e ai giovani. E’ innegabile che l’obesità sia un fenomeno diffuso. E’ altrettanto vero, tuttavia, che esiste un‘ossessione, un’insistenza, un obbligo, direi, di magrezza. L’80 per cento delle ragazze con meno di 18 anni ha cercato di perdere peso almeno una volta nella vita. Cercare di perdere peso nel modo sbagliato può essere pericoloso. Ne consegue che, proprio come è importante trasmettere ai giovani la conoscenza del mondo con saggezza, occorre anche insegnare ai giovani i principi di una sana alimentazione che possa produrre fame di conoscenza. Un tipo di fame certamente auspicabile.
E’ indispensabile compiere ogni sforzo per garantire l’attuazione del progetto paneuropeo noto come Frutta nelle scuole. La Commissione ha proposto di destinare appena 90 milioni di euro a questa iniziativa. Questo importo dovrebbe essere aumentato in modo significativo affinché quegli ubiquitari distributori automatici di patatine, barrette di cioccolato e bevande gassate possano essere sostituiti nelle scuole da altri che vendono frutta fresca, verdura e prodotti lattiero-caseari. Non dovremmo mai dimenticare che dalla dieta dei nostri figli dipenderà la loro salute negli anni a venire.
Anna Záborská, relatore per parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere. − (SK) Grazie, signor Presidente, non dispongo di molto tempo e vorrei pertanto evidenziare solo alcuni punti.
Come sempre sono favorevole alla prevenzione e alla prevenzione fin dall’infanzia. La prevenzione dipende strettamente dalla promozione della responsabilità genitoriale. Il modo migliore per prevenire l’obesità infantile consiste nel non usare la televisione, i videogiochi e Internet come babysitter. Senza attività creative i bambini e gli adulti non svolgono sufficiente attività fisica.
I bambini devono conoscere quelle che sono le sane abitudini alimentari in termini di qualità e quantità degli alimenti e preparazione della tavola. E’ di fondamentale importanza promuovere il consumo dei pasti in famiglia, con genitori e figli che mangiano insieme. Non vi è nulla di meglio che riuscire a consumare almeno un pasto in famiglia. Perché ciò accada, occorre promuovere l’equilibrio fra vita domestica e vita lavorativa. Insegnare ai bambini a cucinare è un altro valido strumento per la prevenzione dell’obesità. Ai bambini piace aiutare in cucina, un’attività che andrebbe incoraggiata.
Philip Bushill-Matthews, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signor Presidente, l’obesità è una delle sfide più importanti che l’Europa deve affrontare sul piano sanitario. Cionondimeno qualcuno potrebbe chiedersi cosa ha a che vedere l’obesità con il Parlamento europeo o, in ultima istanza, con l’Unione europea.
Sono almeno due le ragioni. Innanzitutto, come ha ricordato il relatore, le patologie correlate all’obesità pesano per più del 6 per cento sui bilanci sanitari nazionali finanziati dai contribuenti europei. Paghiamo tutti. In secondo luogo, i diversi Stati membri stanno affrontando in modo diverso il problema e possono imparare molto gli uni dalle esperienze degli altri.
Desidero quindi congratularmi con la Commissione per il suo Libro bianco che ha stimolato la discussione e vorrei evidenziare solo alcuni punti fondamentali. Noi siamo favorevoli alla proposta della Commissione sull’etichettatura dei prodotti alimentari, ma riteniamo che sarebbe inappropriato lasciare che questa relazione anticipasse le discussioni dettagliate che sarà indispensabile dedicare a questo tema specifico.
Per quanto attiene l’obesità, l’evidenza dimostra che il problema è legato maggiormente al livello di attività fisica che alla quantità di cibo assunto. Contano le calorie bruciate, non solo quelle ingerite. Sarebbe quindi totalmente errato sostenere che l’industria alimentare e delle bevande è responsabile di aver causato il problema o di non avervi posto sufficiente rimedio.
La realtà è anzi ben più complessa. Servono comunità che incoraggino maggiormente l’esercizio fisico e offrano più piste ciclabili, una migliore pianificazione urbana, una più forte promozione del trasporto pubblico, più parchi e strutture sportive, più campi da gioco nelle scuole e, dobbiamo ammetterlo, una migliore educazione. Sono molti gli aspetti della nostra vita che devono cambiare.
Consentitemi pertanto di congratularmi con il relatore per l’ampia relazione e il compito particolarmente difficile che ha dovuto affrontare subentrando al suo predecessore e lavorando su tante ombre e tante idee. In particolare gli sono grato per aver accolto alcuni dei miei emendamenti, fra cui quelli concernenti il problema della malnutrizione soprattutto negli ospedali e nelle residenze per anziani. E’ certamente importante prendersi cura dei soggetti più vulnerabili della nostra società.
Alcuni si rendono vulnerabili e, se posso concludere con un’estrema generalizzazione, uno dei problemi della società contemporanea è la mancanza di responsabilità personale, la convinzione che ogni fallimento è responsabilità altrui, che altri vi porranno rimedio. Un’ulteriore regolamentazione non fa che alimentare questa percezione; la risposta è invece più autoregolamentazione e più autodisciplina. Dobbiamo incoraggiare una maggiore assunzione di responsabilità personale perché la nostra società possa compiere maggiori progressi.
Linda McAvan, a nome del gruppo PSE. – (EN) Signor Presidente, questa è una relazione piuttosto lunga. Sono stati presentati 400 emendamenti e desidero ringraziare il relatore per il lavoro svolto nel tentativo di rendere il testo coerente. Mi auguro che i punti principali non andranno persi a causa della lunghezza della relazione.
Per il gruppo del Partito del socialismo europeo i punti principali – e ce ne sono alcuni di molto positivi – si riferiscono alla necessità di sviluppare una valida normativa in materia di etichettatura dei prodotti alimentari e di includere nelle prossime discussioni il tema dell’etichetta sulla parte anteriore della confezione che dovrebbe utilizzare, se possibile, un codice colore. Sappiamo che la Commissione sta considerando questi aspetti che ci aspettiamo di vedere ripresi.
Siamo lieti del fatto che un eventuale divieto degli acidi grassi trans artificiali possa oggi contare sul sostegno di tutto il Parlamento. Quando ho sollevato la questione per la prima volta due anni fa, il Parlamento non aveva espresso parere favorevole – anzi, la Commissione era in procinto di portare la Danimarca davanti alla Corte di giustizia e la situazione era completamente ferma. Adesso abbiamo una dichiarazione scritta e un consenso. Mi auguro, pertanto, che la Commissione voglia agire di conseguenza.
Signor Commissario, lei ha parlato di riformulazione del prodotto. Credo che questo sia un punto cruciale. E’ vero quanto afferma l’onorevole Philip Bushill-Matthews: ognuno deve ovviamente assumersi le proprie responsabilità. La responsabilità di come sono fatti i prodotti ricade però sui produttori. Molti di loro stanno impegnandosi a tagliare il contenuto di sale, grassi e zucchero. Spesso queste sostanze sono nascoste negli alimenti. Nel caso di ketchup o yogurt non è ovvio per il consumatore che il prodotto acquistato contiene molto zucchero. Anzi, le modalità di etichettatura spesso consentono di mascherare il contenuto di un prodotto. Accade, per esempio, con gli yogurt etichettati come low fat che contengono, però, un tenore elevatissimo di zucchero.
Noi non crediamo che l’autoregolamentazione sia la risposta a tutti i problemi. Siamo convinti che debba esistere un certo livello di regolamentazione, in particolare per quanto concerne i bambini. Cero, gli adulti hanno la facoltà di scegliere, ma i bambini devono essere protetti dalla legge. Ecco perché vogliamo che intervenga un monitoraggio indipendente degli accordi volontari sottoscritti dall’industria. Sappiamo che si stanno compiendo i primi passi in questa direzione.
Infine, la questione ha grande rilevanza per l’Europa. Il costo per le casse nazionali sarà enorme se sceglieremo di non affrontarla. Oggi ci servono proposte concrete da parte della Commissione – non su temi che rientrano nell’ambito delle responsabilità nazionali, bensì in quei settori di competenza dell’Unione europea. Abbiamo bisogno di politiche chiare che aiutino i governi nazionali a contrastare l’obesità.
Frédérique Ries, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signor Presidente, è stato ricordato che il problema dell’obesità, condizione patologica legata a uno stile di vita sedentario e sempre più spesso riscontrata nei giovani, svolge un ruolo fondamentale nei lavori di questa Assemblea e, sottolineo, fin dagli inizi dell’attuale legislatura. Ogni anno più di 400 000 giovani vanno ad aggiungersi al lungo elenco di coloro che sono destinati a conoscere gli effetti yo-yo delle diete.
Bene ha fatto l’Europa, quindi, ad affrontare la questione in modo deciso. L’Europa ha inoltre adottato una chiara strategia in questo ambito nel marzo 2005, quando ha lanciato la piattaforma europea che avrebbe raggruppato tutte le parti interessate, fra cui l’industria agroalimentare, i comparti del dettaglio e della distribuzione, le professioni mediche e le associazioni dei consumatori.
Occorre riconoscere – e lo si è ribadito anche oggi – che non è facile far comprendere la necessità che l’Europa non si limiti solo a far sentire la propria voce in questa battaglia contro l’obesità. Perché ciò accada dobbiamo iniziare da una chiara definizione dei livelli di autorità, il che non ci impedisce – come peraltro stiamo facendo – di ricordare agli Stati membri quelle che sono le loro prerogative e le loro responsabilità.
Mi riferisco in questo caso a due proposte particolarmente incisive contenute nella relazione: la prima vuole prevenire la discriminazione e la stigmatizzazione degli individui obesi tramite il riconoscimento ufficiale dell’obesità come patologia cronica sulla scia di quanto hanno fatto, per esempio, l’OMS e il Portogallo; con la seconda proposta si vuole garantire che tutti i bambini in età scolare abbiano accesso all’attività fisica e allo sport – a mio giudizio occorre prevedere un requisito minimo di due ore la settimana – e assicurare che alle mense scolastiche siano riservati fondi sufficienti a inserire prodotti freschi nel menu dei bambini. A questo proposito sono lieto dell’iniziativa della Commissione relativa alla distribuzione gratuita di frutta nelle scuole, come ha ricordato il commissario. Aggiungerei che è proprio tramite iniziative tangibili e intelligenti come questa che i cittadini ritroveranno il loro amore per l’Europa.
Mi soffermerò ora sulla relazione presentata dall’onorevole Foglietta che ringrazio per il lavoro svolto. Vorrei concentrarmi su due proposte che sono state avanzate in questa sede. La prima riguarda la scelta di un incentivo politico – ad esempio una riduzione dei prezzi e agevolazioni fiscali – rispetto a un sistema basato sull’aumento dell’aliquota fiscale per i prodotti a elevato contenuto calorico, la famosa “tassa sui grassi”, che finirebbe con il penalizzare soprattutto le famiglie a basso reddito.
Il gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa che oggi rappresento è pertanto contrario all’emendamento n. 6 presentato dal gruppo Verde/Alleanza libera europea e preferisce attenersi alla proposta di una sostanziale riduzione dell’aliquota IVA per la frutta e la verdura così come previsto al paragrafo 28.
Il mio gruppo è inoltre favorevole al divieto degli acidi grassi trans artificiali per i quali è stata dimostrata la correlazione con un aumento significativo delle patologie cardiovascolari. Ci opponiamo dunque agli emendamenti proposti dall’onorevole Blokland, che vogliono ammorbidire l’impatto dei paragrafi 32, 34 e 35 e lasciare via libera – per non dire dare una veste di accettabilità – a questi grassi idrogenati. Il nostro messaggio ai produttori è piuttosto chiaro: chiediamo un atteggiamento di disponibilità all’introduzione di innovazioni che tutelino la salute dei consumatori e quindi gli stessi interessi delle aziende.
Il tempo a mia disposizione è breve e vorrei concludere ricordando le prime discussioni dedicate su mia iniziativa all’alimentazione e alla salute in questo stesso Emiciclo un anno fa. Era l’inizio di un ampio dibattito per tutti gli attori interessati e si concentrava su quattro temi prioritari: arrivare ai cittadini fin dalla più giovane età, consumare una dieta varia ed equilibrata, riconoscere l’obesità quale patologia cronica e adottare, se necessario, dei provvedimenti legislativi. Questo non è solo uno slogan, è un obbligo morale per questa nostra Unione europea ed è nostro dovere impegnarci a fondo nella lotta contro l’obesità e lo stile di vita sedentario.
Ewa Tomaszewska, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, più del 50 per cento dei cittadini europei soffre di obesità o sovrappeso. Tre milioni di bambini sono obesi e 22 milioni in sovrappeso. L’obesità causa pesanti sollecitazioni alla struttura ossea con tutte le conseguenze negative che ciò comporta. E’ altresì causa di disordini metabolici e, dunque, di un aumentato rischio di diabete, di patologie cardiocircolatorie, di ipertensione e ipercolesterolemia.
Il problema è in parte dovuto a un’alimentazione inadeguata e in parte a uno stile di vita sedentario che non contempla alcuna attività fisica. Svolgono un ruolo anche certi tratti della nostra civiltà e segnatamente lo stress. La dimensione sociale di questo problema esige un’azione forte, in particolare quando si tratta di tutelare i bambini. I bambini consumano troppi dolci invece di pasti equilibrati e rimangono tutto il giorno incollati davanti alla televisione e al computer. La responsabilità è degli adulti che non indirizzano i bambini verso uno stile di vita adeguato e non offrono modelli corretti di comportamento. Il Libro bianco sull’alimentazione rappresenta un documento utile in termini di azioni destinate a contrastare l’obesità, soprattutto fra i bambini. La scelta di prodotti salutari dovrebbe essere agevolata da una politica di promozione e informazione destinata ai bambini, ma specialmente ai loro genitori. Noi appoggiamo in modo particolare il progetto Frutta nelle scuole.
Kathalijne Maria Buitenweg, a nome del gruppo Verts/ALE. – (NL) Signor Presidente, oggi discutiamo di sovrappeso e obesità e credo sia importante – come hanno già ricordato molti oratori – non soffermarci troppo su dieta e girovita, ma sottolineare soprattutto la necessità di mangiare in modo sano.
Qualche mese fa sono rimasta esterrefatta quando mia figlia, molto magra, è tornata a casa e non ha voluto mangiare una seconda fetta di pane perché sarebbe altrimenti ingrassata. Aveva sentito molto parlare a scuola di come, soprattutto, si debba evitare di ingrassare, ma non aveva sufficiente consapevolezza di cosa significhi mangiare sano e di cosa sia una porzione normale. Una bambina di otto anni non è in grado di capire cosa voglia dire essere troppo grassi. E’ quindi importante che la discussione si concentri sulle sane abitudini alimentari e non sull’essere grassi.
Spetta soprattutto ai genitori mostrare ai figli ciò che è sano e cosa significa mangiare una porzione equilibrata. Ed è responsabilità della scuola trasmettere questa stessa conoscenza e dare l’esempio. Anche i genitori devono approfondire la loro conoscenza del valore calorico e del contenuto di grassi degli alimenti. Sono dunque favorevole a quanto è stato in precedenza affermato a proposito dell’etichettatura. Dovremmo pertanto rivedere questo aspetto nella normativa sull’etichettatura.
Reputo inoltre opportuno che si parli molto di sport e della necessità che i bambini giochino allegramente all’aria aperta. Dobbiamo quindi prevedere una raccomandazione che incoraggi a prestare maggiore attenzione all’interno della pianificazione urbanistica e territoriale al desiderio dei bambini di godere della più ampia libertà.
Per quanto concerne le abitudini alimentari, la Commissione dispone di un ottimo sito web chiamato EU MiniChefs. Il sito è già stato migliorato e ora include anche ricette vegetariane, che in passato erano molto meno numerose, anche se la maggior parte dei piatti è a base di carne. Dobbiamo essere onesti: le proteine di origine animale sono uno dei fattori che più contribuiscono al sovrappeso. A prescindere dal problema del benessere degli animali, la Commissione non dovrebbe esplicitamente promuovere il consumo di carne.
Infine, un’ultima osservazione sull’IVA. L’onorevole Ries ha appena affermato di essere contraria all’emendamento n. 6 perché preferisce un effetto premiante a uno penalizzante. Di conseguenza l’onorevole Ries non auspica una tassa sui grassi o un’imposizione più elevata sui prodotti e le importazioni non salutari, preferendo piuttosto aliquote ridotte per i prodotti sani. Sono senza dubbio d’accordo, ma ora è emerso che, anche nei Paesi Bassi per esempio, tutti i prodotti alimentari rientrano nella categoria dell’aliquota ridotta. Le patatine, i lecca-lecca e i prodotti di questo tipo godono di un’aliquota IVA ridotta per il momento e sicuramente non può essere nostra intenzione concedere ad alimenti poco salutari questa particolare eccezione. Non si tratta, quindi, di penalizzare quanto di evitare che siano premiati prodotti poco salutari grazie a un’aliquota IVA ridotta.
Jens Holm, a nome del gruppo GUE/NGL. – (SV) Signor Presidente, un terzo dei cittadini europei soffre di sovrappeso e obesità. Una fetta sostanziale dei bilanci per la sanità degli Stati membri deve essere destinata alla lotta contro i problemi correlati al sovrappeso. Inoltre, il problema del sovrappeso è il riflesso di una diseguaglianza socio-economica. A esserne più colpiti sono infatti i soggetti a basso reddito che consumano più zuccheri e grassi saturi. In altre parole, consumano una dieta più povera.
E’ chiaramente compito della politica creare le migliori condizioni possibili per garantire che i cittadini consumino una dieta più sana. Ed è proprio questo l’obiettivo che si propone l’onorevole Foglietta con la sua relazione che trova l’appoggio del gruppo confederale della Sinistra unitaria europea. La relazione esorta l’Unione europea a essere più flessibile permettendo agli Stati i membri di applicare aliquote IVA ridotte ai prodotti più sani e aliquote superiori ai cibi che dovremmo consumare in minore quantità. Ritengo si tratti di una richiesta importante che spero venga accolta dai leader europei. Cosa può dirci la Commissione a questo proposito? Può la Commissione presentarci una revisione della direttiva europea sull’IVA che consenta maggiore flessibilità agli Stati membri al fine di applicare un’aliquota IVA ridotta agli alimenti più sani, per esempio?
Un’ulteriore domanda alla Commissione riguarda i grassi trans. Sappiamo che i grassi trans sono dannosi per la salute. Lo hanno stabilito le autorità degli Stati membri nonché l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. In occasione di un’audizione della commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare dell’1 aprile di quest’anno, il commissario Androulla Vassiliou ha affermato che i grassi trans sono sicuramente dannosi per la salute, non esiste alcun dubbio a tal proposito. La relazione chiede il divieto dei grassi trans, ma la Commissione si rifiuta di presentare una proposta in tal senso. Il commissario Vassiliou non intende neppure permettere ai singoli Stati membri di essere più rigorosi e introdurre un divieto a livello nazionale. Oggi la Commissione ha la possibilità di rinunciare a questa insalubre posizione. Quando avremo un divieto sui grassi trans? Può la Commissione perlomeno garantire agli Stati membri la libertà di introdurre un simile divieto se lo reputano necessario?
La carne rappresenta un altro aspetto del problema in termini di salute pubblica, come ha sottolineato l’oratore che mi ha preceduto, l’onorevole Buitenweg. Il consumo di carne sta aumentando enormemente in tutto il mondo. Se non si prenderanno provvedimenti, la FAO ha dichiarato che il consumo di carne, peraltro già elevato, raddoppierà entro il 2050. La carne contiene grassi saturi e contribuisce all’obesità. Inoltre, l’industria della carne sta dando il proprio contributo all’accelerazione dei cambiamenti climatici. L’Unione europea dovrebbe procedere a una eliminazione graduale delle sovvenzioni a questo settore; tuttavia, nel bilancio relativo al solo 2007, più di 45 milioni di EUR sono stati destinati proprio al sostegno dei costi di commercializzazione sostenuti dall’industria della carne. E’ una scelta controproducente e, per di più, uno spreco bizzarro del denaro dei contribuenti. I provvedimenti ovvi che possono garantire una migliore salute dei cittadini dell’Unione europea dovrebbero essere l’eliminazione graduale di queste sovvenzioni insieme a una strategia volta ad abbattere il consumo di carne.
Johannes Blokland, a nome del gruppo IND/DEM. – (NL) Signor Presidente, gli acidi grassi trans non sono gli acidi grassi più salutari. Si trovano in forma naturale e industriale e sono contenuti in molti prodotti alimentari.
Sebbene i risultati della ricerca non siano uniformi, la maggior parte degli studi ha dimostrato che gli acidi grassi trans contenuti naturalmente negli alimenti e quelli aggiunti artificialmente dall’industria presentano lo stesso rischio. Questi due tipi di grassi sono egualmente pericolosi se consumati in eccesso. Non reputo quindi appropriato mantenere questa distinzione nella relazione. Questo è il motivo dell’emendamento che ho presentato.
E’ poi estremamente difficile procedere a un divieto di tutti gli acidi grassi trans senza creare altri rischi per la salute. Secondo la UK Food Standards Agency, per esempio, un divieto degli acidi grassi trans produce una concentrazione di acidi grassi saturi. Questi ultimi sono tanto dannosi quanto gli acidi grassi trans. L’assunzione totale di acidi grassi saturi è in media di molto superiore alle raccomandazioni dell’OMS. Ho pertanto presentato degli emendamenti per limitare anche la quantità di acidi grassi saturi. Al contempo la mia proposta è di non prevedere un divieto degli acidi grassi trans come indicato ora al paragrafo 32 della relazione.
Potremmo considerare l’introduzione di un limite pari, per esempio, al 2 per cento di acidi grassi sul contenuto calorico totale. E’ una proposta tecnicamente fattibile che, in una certa misura, viene già applicata. Occorre evitare che i grassi acidi trans siano semplicemente sostituiti con gli acidi grassi saturi perché la salute dei consumatori non ne trarrebbe alcun giovamento.
Irena Belohorská (NI). - (SK) Signor Presidente, questa tendenza negativa verso un’alimentazione poco sana e un’insufficiente attività fisica in Europa è allarmante. Sono dunque particolarmente lieta che il Parlamento abbia deciso di discuterne.
Sappiamo che l’obesità è uno dei fattori responsabili delle cosiddette malattie della nostra civiltà: l’ipertensione, le cardiopatie, il diabete e, di conseguenza, le patologie che colpiscono il sistema muscolo-scheletrico. Il 17 settembre ho organizzato una colazione di lavoro qui al Parlamento dedicata al problema del rapporto esistente fra obesità e diabete in gravidanza. Gli onorevoli colleghi e gli assistenti presenti hanno potuto ascoltare gli interventi dei maggiori esperti europei, fra i quali Rosa Corcoy Pla, presidente del gruppo di lavoro sul diabete in gravidanza, Andre Van Assche, ex presidente dell’Associazione europea dei ginecologi e degli ostetrici, e Pera Ovesena.
L’obesità e il diabete in gravidanza aumentano il rischio di morbilità e mortalità materna e neonatale. Dobbiamo renderci conto che in gioco non c’è solamente la malattia della madre, che spesso non può seguire una dieta adeguata, ma anche lo sviluppo sano della futura popolazione europea.
Una madre obesa affetta da diabete avrà figli a loro volta obesi e il ciclo si ripeterà di generazione in generazione. Vorrei pertanto attirare la vostra attenzione sulla dichiarazione scritta che i miei onorevoli colleghi ed io abbiamo preparato su questo argomento, ovvero il rapporto fra diabete e obesità in gravidanza. Gli Stati membri dell’Unione europea dovrebbero prestare maggiore attenzione alla prevenzione e allo screening del diabete in gravidanza e sensibilizzare la popolazione rispetto ai rischi e alle conseguenze dell’obesità.
Horst Schnellhardt (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il suo Libro bianco la Commissione intende presentare una strategia integrata europea volta a contrastare le patologie correlate alla cattiva alimentazione e i problemi sanitari legati al sovrappeso e all’obesità. L’obiettivo è giusto e valido giacché l’aumento delle patologie associate a un’errata alimentazione e alla mancanza di attività fisica ci costringe all’azione.
La scelta della Commissione di adottare un approccio integrato che abbracci i diversi settori delle politiche di governo è corretta. E’ questo l’unico modo per affrontare le cause delle patologie legate all’obesità. Una dieta equilibrata è importante tanto quanto l’educazione alimentare e la promozione delle attività sportive nelle scuole. Allo stesso modo è importante che l’Unione europea fornisca guida e supporto ai suoi cittadini affinché possano muoversi nella giusta direzione. Sono già state adottate alcune valide iniziative. La Piattaforma d’azione europea su dieta, attività fisica e salute, che promuove questi obiettivi, ne è un esempio. Si tratta di un’iniziativa europea che cerca di incoraggiare i cittadini a introdurre i cambiamenti necessari. Il progetto Frutta nelle scuole della Commissione è un altro esempio.
Tuttavia, se avanzeremo nuovamente richieste populiste, come chiede la relazione, il risultato sarà solo di perdere di vista il vero problema. Che senso ha chiedere, ancora una volta, che sia introdotta una restrizione sulla pubblicità? Abbiamo appena adottato la direttiva Televisione senza frontiere che contiene regole molto chiare eppure eccoci qui con nuove idee e nuove richieste.
Ho vissuto per quarant’anni in una regione dell’Europa dove la pubblicità era proibita. Non per questo siamo tutti dimagriti nella parte comunista dell’Europa. Qual è il senso della proposta del gruppo dei verdi che chiedono una tassa sui prodotti alimentari con un determinato contenuto nutrizionale? Vogliamo che i poveri nell’Unione europea non siano in grado di consumare certi alimenti perché non possono più permetterseli? Quale strategia, allora, vogliamo adottare?
La strategia che dovremmo adottare inizia con l’educazione e la formazione. Su questo dovremmo investire. Non dovremmo limitare la libertà di scelta dei nostri cittadini per mezzo di misure punitive od ostacolando il loro accesso ai prodotti alimentari.
Edite Estrela (PSE). – (PT) Signor Presidente, la discussione di oggi è estremamente importante. Vorrei quindi iniziare manifestando il mio apprezzamento per l’iniziativa della Commissione e la relazione dell’onorevole Foglietta. Si è parlato più di anoressia che di obesità nonostante quest’ultima sia ormai un’epidemia di proporzioni mondiali. Più del 50 per cento dei cittadini europei è in sovrappeso e il 6 per cento della spesa sanitaria viene utilizzato per l’obesità, come già ricordato oggi. L’obesità infantile continua ad aumentare e sono 22 i milioni di bambini europei in sovrappeso.
La lotta contro l’obesità deve essere una priorità politica per l’Unione europea. Sono pertanto favorevole alla maggior parte dei provvedimenti proposti: informazione dei consumatori, limitazione della pubblicità televisiva, informazione nutrizionale e sanitaria sull’etichetta degli alimenti. I cittadini devono rendersi conto che l’obesità è una delle principali cause di morte e si associa a molte patologie croniche come il diabete, l’ipertensione, i disturbi cardiovascolari, i problemi osteoarticolari, le malattie respiratorie e il cancro. Dobbiamo agire e dobbiamo agire presto. La soluzione non è un segreto: più attività fisica e maggiore attenzione all’alimentazione, proprio il contrario di quanto non faccia la maggior parte della gente. I panini e le bevande gassate, i dolci e le merendine non andrebbero consumati ogni giorno e uno stile di vita sedentario non aiuta la salute.
L’attività fisica può semplicemente essere una passeggiata di mezz’ora tutti i giorni. Non richiede particolare sforzo né costa molto, ma funziona. E’ importante per gli adulti e fondamentale per i bambini. Molti genitori non si rendono neppure conto del danno che causano ai propri figli permettendo loro di trascorrere il tempo libero davanti alla televisione o al computer, mangiando ciò che non dovrebbero mangiare, senza alcuna supervisione o controllo.
Dobbiamo unire le forze per combattere l’obesità. Per questo motivo occorre concertare le azioni e coinvolgere le scuole, le famiglie e gli operatori dei settori produttivo, sanitario e sociale. Ognuno ha una propria responsabilità. Il ruolo delle famiglie è determinante ai fini di modificare le abitudini. Le scuole dovrebbero avere la responsabilità del controllo qualitativo e nutrizionale dei pasti serviti nelle mense, vietando la vendita al bar e nei distributori automatici di prodotti a elevato contenuto di grassi, sale e zucchero. Al contempo dovrebbero facilitare e promuovere l’attività fisica fra gli studenti.
Holger Krahmer (ALDE). - (DE) Signor Presidente, appoggio la strategia delineata dal Libro bianco, che ci consentirà di affrontare le cause della cattiva alimentazione e dell’obesità e le patologie a esse correlate. Purtroppo nella politica alimentare europea – che si tratti di profilo nutrizionale o etichettatura degli alimenti – o anche in certi aspetti del Libro bianco si osserva la tendenza ad adottare un approccio unilaterale. Tendiamo generalmente a risolvere i problemi europei tramite le politiche sui prodotti.
A mio giudizio ipotizzare che esistano cibi buoni e cattivi è l’approccio sbagliato. Come dimostrano molti degli emendamenti, non è così. Esistono soltanto diete buone e sbagliate, o bilanciate e sbilanciate. Questa dovrebbe essere la nostra impostazione. Sono molti i motivi che spiegano una dieta sbagliata. Affrontare il problema tentando di spingere i consumatori in una determinata direzione per mezzo dell’etichettatura o magari introducendo un divieto pubblicitario, una regolamentazione o diverse aliquote IVA, non ci avvicinerà all’obiettivo auspicato.
Non voglio anticipare il dibattito sulla direttiva Etichettatura dei prodotti alimentari, ma ritengo che, a prescindere dalle azioni che decideremo di intraprendere, dovremmo lasciarci guidare dal principio secondo il quale i consumatori dovrebbero essere motivati a riflettere sulle proprie abitudini alimentari. Il sistema di etichettatura che fa uso dell’immagine di un semaforo – che si suppone induca il consumatore a fermarsi per considerare se sta acquistando un prodotto buono o cattivo – è un approccio paternalista nei confronti dei consumatori, un approccio che non li educa né li sensibilizza. Preferirei vedere un’impostazione più equilibrata oltre al riconoscimento del fatto che un approccio basato solo sulla politica dei prodotti non ci condurrà molto lontano.
Roberta Angelilli (UEN). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto vorrei fare i miei complimenti al relatore per l'ottimo lavoro svolto. Ovviamente, ripeterò molte riflessioni già evidenziate dai colleghi, ma credo che non bisogna usare mezzi termini: l'obesità colpisce circa il 25% dei bambini europei ed è quindi una grave ipoteca sulla loro salute futura; tra le cause poca informazione, abitudini alimentari scorrette, scarsa attività fisica, anche mancanza di strutture sportive. Non bisogna neanche sottovalutare i problemi sociali e psicologici, anche perché i bambini sovrappeso spesso sono vittime di bullismo.
È quindi interessante, a mio avviso, la proposta di incrementare il finanziamento del programma frutta nelle scuole che rende disponibili gratuitamente frutta e verdura sui banchi. Il 2009 dovrà poi rilanciare la dieta mediterranea e la produzione della frutta e verdura anche a fronte degli ultimi dati dell'OMS che dicono che anche nei paesi mediterranei si registra un abbassamento nei consumi di questo tipo di alimenti. Con questa iniziativa la frutta, prima destinata alla distruzione per mantenere i prezzi, sarà utilizzata per garantire un'alimentazione più salutare soprattutto per i nostri bambini e quindi un futuro più sano per i cittadini europei.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL). – (PT) Signor Presidente, è di fondamentale importanza sviluppare un approccio completo e integrato all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità giacché sono molteplici i fattori in causa. Fra questi un ruolo rilevante è svolto dal problema della povertà alimentare, della malnutrizione e della mancanza di informazione su una dieta sana.
La questione di garantire un’alimentazione sana è dunque di particolare rilevanza. Tramite le politiche pubbliche dobbiamo garantire che tutti abbiano accesso a cibo sano. Ciò significa attuare una gamma di provvedimenti che assicurino una produzione agricola locale di prodotti di alta qualità, fra i quali il latte, la frutta e la verdura, e la loro distribuzione ai soggetti che percepiscono un basso reddito.
Inoltre, una diversa politica agricola comune, che tuteli un’agricoltura famigliare, crei mercati locali di frutta, verdure e altri prodotti fondamentali e sostenga in modo adeguato la produzione, è in grado di garantire a tutta la popolazione la disponibilità di alimenti sani a prezzi accessibili.
Dal momento che sono state avanzate delle proposte per organizzare la distribuzione di frutta e verdure nelle scuole, è necessario incrementare l’importo che la Commissione ha previsto per questo progetto affinché si possa garantire a tutti i bambini in età scolare una distribuzione gratuita e giornaliera e non solo settimanale come accade ora. E’ comunque altrettanto importante attuare una serie di politiche e programmi per la salute pubblica fra le cui priorità rientra l’alimentazione e mi riferisco anche a campagne di educazione e informazione alimentare e alla promozione di uno stile di vita e di una dieta sana. Questi ultimi implicano di necessità lo svolgimento di attività fisica e lo sport, che devono essere accessibili a tutta la popolazione, in particolare ai bambini e ai giovani con un’attenzione specifica alle scuole.
Urszula Krupa (IND/DEM). - (PL) Signor Presidente, il testo relativo ai problemi sanitari connessi all’alimentazione, all’obesità e al sovrappeso contiene molte considerazioni di rilievo. Ci sono indicatori allarmanti che dimostrano come il sovrappeso sia ormai un fenomeno comune. E’ dunque indispensabile contrastare questo problema prestando particolare attenzione alla promozione degli alimenti biologici nonché dell’attività fisica e dello sport fin dalla più giovane età. E’ altresì importante sensibilizzare i cittadini nei confronti di quelle pubblicità dannose che incoraggiano il consumo eccessivo di alimenti. Altre valide proposte del documento sono la promozione dell’allattamento al seno, le misure volte a migliorare la qualità dei pasti nelle mense scolastiche, la distribuzione di frutta e il divieto di vendita negli edifici scolastici di alimenti e bevande con un contenuto elevato di grassi, sale e zucchero.
Le cause dell’obesità e del sovrappeso non sono solo queste, tuttavia. Possiamo citare i traumi e i problemi psicologici, che svolgono un ruolo importante. Esiste tutta una serie di disturbi della psiche che producono disordini alimentari irrazionali. L’anoressia e la bulimia ne sono ovvi esempi. Le risposte biologiche indotte dalla pronta disponibilità di fast food possono essere molto più forti nel caso di un inadeguato sviluppo della persona, di una mancanza di rispetto dei valori, di una depressione generale e di altri problemi nervosi. Il disprezzo dei principi etici e morali e l’incapacità di comprendere il significato del digiuno possono persino bloccare lo sviluppo della persona che viene a dipendere dai propri livelli glicemici e dalle sensazioni visive e gustative.
E’ sorprendente che le discussioni tramite posta elettronica e gli emendamenti presentati non facciano menzione dell’importanza degli acidi grassi saturi. Il consumo di queste sostanze sta aumentando. Il problema dei diversi effetti prodotti dagli acidi grassi trans artificiali rispetto agli altri sembra, comunque, essere stato risolto. Gli acidi grassi trans naturali sono presenti solamente in alcuni prodotti, in particolare nel latte, che ne contiene una piccola percentuale.
Avril Doyle (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, più della metà della popolazione europea è in sovrappeso e l’OMS riporta che un miliardo di persone nel mondo sono in sovrappeso, 300 milioni delle quali sono obese. Il 50 per cento dei cittadini europei non svolge alcuna attività fisica.
Le patologie cardio-metaboliche come il diabete, l’ipertensione e le cardiopatie stanno aumentando a una velocità allarmante e i soggetti affetti da grave obesità hanno maggiori possibilità di sviluppare un diabete di tipo 2 con tutti i problemi di morbilità che ciò comporta, come testimonia il preoccupante aumento dell’incidenza del diabete di tipo 2 fra gli adolescenti più giovani. La medicina ci dice oggi che esiste anche un serio legame fra obesità e demenza o malattia di Alzheimer.
La sfida per i nostri politici è molto pesante, soprattutto quando si parla dei nostri bambini, 22 milioni dei quali sono in sovrappeso in Europa. Abbiamo raggiunto uno stadio, in questo nostro strano mondo, in cui il numero di persone in sovrappeso è superiore a quello di coloro che soffrono la fame. A ciò si aggiunga che, soprattutto nei paesi più ricchi, esiste un rapporto sempre più problematico con il cibo, aumentano i casi di anoressia e bulimia, condizioni tipiche di paesi dove vi è un’abbondanza di cibo.
Sebbene le questioni sanitarie siano in larga misura di competenza degli Stati membri, sono molteplici le strade che ci consentono di affrontare i problemi legati all’obesità a livello europeo: scambi di buone prassi, promozione di uno stile di vita più sano all’interno delle politiche europee e della cooperazione epidemiologica transfrontaliera.
La scorsa settimana ho organizzato al Parlamento europeo una settimana dedicata alla prima colazione in occasione della quale è stato sottolineato che il 61 per cento degli europei salta sistematicamente questo pasto nell’arco dei sette giorni. I medici sono in grado di correlare questa abitudine a un eccessivo incremento ponderale. L’Harvard Medical School ha recentemente condotto uno studio che ha evidenziato che coloro che fanno regolarmente colazione ogni giorno hanno il 35 per cento in meno di probabilità di divenire obesi. La ricerca ha inoltre dimostrato che coloro che saltano la prima colazione hanno maggiore probabilità di sviluppare stanchezza, irritabilità e irrequietezza durante la mattinata.
Iniziare la giornata con un giusto livello glicemico è il miglior antidoto contro la voglia smodata di merendine e zuccheri. Se è vero, pertanto, che i cittadini sono responsabili in prima persona delle proprie scelte alimentari, la continua promozione di uno stile di vita più sano è comunque assolutamente indispensabile.
Appoggio fermamente questa relazione, ad eccezione del paragrafo 28 che mi trova in pieno disaccordo: non credo che una relazione su problemi sanitari debba prevedere provvedimenti di tipo fiscale.
Åsa Westlund (PSE). – (SV) Signor Presidente, come hanno ribadito molti onorevoli colleghi, il tema che affrontiamo oggi è importante. E’ un argomento estremamente importante rispetto al quale possiamo imparare gli uni dagli altri, tutti gli Stati membri insieme. Tuttavia è anche estremamente importante rispettare il principio di sussidiarietà nella nostra discussione.
L’Unione europea può fare molto per contrastare il problema dell’obesità e su questi interventi dovremmo concentrare la nostra attenzione qui al Parlamento. La pubblicità e l’informazione ai consumatori sono nostri ambiti decisionali e su essi dovremmo concentrarci. Sono dell’avviso che il Parlamento, in una certa misura, non abbia fatto ciò che poteva da questo punto di vista. Per esempio, non abbiamo introdotto un divieto per la pubblicità rivolta ai bambini, un gruppo che non è in grado di distinguere fra pubblicità e realtà per cui ogni informazione venga loro presentata tramite il messaggio pubblicitario è per definizione fuorviante per questi consumatori. Gran parte della pubblicità diretta ai bambini riguarda proprio alimenti che contengono un elevato tenore di grassi, sale e zucchero. Il divieto di tale pubblicità rappresenterebbe uno strumento efficace nella lotta all’obesità in Europa.
Il secondo punto che vorrei affrontare riguarda i grassi trans. Mi rallegro del fatto che forse, in futuro, sarà possibile invitare la Commissione a presentare una proposta di divieto dei grassi trans. L’argomentazione che solitamente viene addotta contro un simile divieto è che il problema più grave per la salute in Europa è dato dai grassi saturi. Da un punto di vista tecnico, è vero, ma perché non seguire l’esempio della Danimarca? Se da un lato abbiamo il problema grave dei grassi saturi, perché aggiungervi anche quello dei grassi trans? Non ne capisco il motivo. Non possiamo eliminare tutti i grassi saturi, ma possiamo eliminare in modo efficace la produzione industriale di grassi trans che permettono all’industria alimentare di produrre alimenti a basso costo e di scarsa qualità.
Sono inoltre lieta che la relazione affronti la questione dei glutammati. Infine, vorrei ribadire l’importanza della sussidiarietà. Potremmo discutere molto meno di ciò che le scuole dovrebbero fare e del cibo che dovrebbero servire. Sono convinta che esistono livelli politici più adeguati del Parlamento ai quali adottare simili decisioni.
Cristian Silviu Buşoi (ALDE). - (RO) Signor Presidente, abbiamo tutti ascoltato le statistiche sull’obesità nei bambini e negli adulti, non avrebbe senso ripeterle. Il dato preoccupante è che le prospettive per il 2010 sono ancora più cupe. Ecco perché il sovrappeso e l’obesità dovrebbero preoccuparci; appoggio pertanto il Libro bianco della Commissione e la relazione dell’onorevole Foglietta.
Purtroppo l’obesità colpisce soprattutto soggetti appartenenti alle categorie più deboli, anche perché il prezzo degli alimenti di base è aumentato considerevolmente. Cionondimeno, la promozione di uno stile di vita e di un’alimentazione più sana potrebbe prevenire l’obesità e ridurne l’incidenza, abbattendo al contempo la spesa dei sistemi sanitari che non avrebbero più necessità di trattare le complicanze dell’obesità.
Sono anch’io convinto che le misure coercitive non rappresentino una soluzione. I cittadini europei hanno libertà di scelta. La soluzione risiede in una migliore informazione nutrizionale, garantita da etichette appropriate che riportino i diversi valori, e nell’organizzazione di campagne di informazione finanziate dalla Commissione e dai governi degli Stati membri. Non dovremmo dimenticare le campagne di informazione rivolte ai genitori, che svolgono un ruolo molto importante, e ai bambini. Gli Stati membri dovrebbero inoltre controllare il contenuto dei distributori automatici collocati nelle scuole e il cibo offerto dalle mense scolastiche e dagli asili nonché incoraggiare il consumo di frutta e verdura. Le lezioni di ginnastica sono anch’esse fondamentali. Non da ultimo la Commissione dovrebbe rivolgere un’attenzione particolare a iniziative da adottarsi a livello dell’industria e riguardanti la pubblicità responsabile e la riduzione del contenuto di sale, zucchero e grassi.
Zdzisław Zbigniew Podkański (UEN). - (PL) Signor Presidente, secondo le statistiche dell’OMS, più di un miliardo di persone è in sovrappeso e più di 300 milioni sono obese. La situazione in Europa è ancora più drammatica. L’obesità non è più solo un problema, è divenuta un’epidemia che comprende anche il diabete, l’ipertensione, l’infarto e certe forme tumorali.
La lotta al sovrappeso e all’obesità richiede una vasta gamma di interventi, fra i quali la produzione di alimenti sani, un’alimentazione ragionevole, il miglioramento della situazione economica dei soggetti più poveri, la sensibilizzazione della società, lo sviluppo della ricerca, il controllo della dieta dei bambini, la conduzione di uno stile di vita sano e la promozione dell’attività fisica nel tempo libero. Purtroppo, oltre alle cause riconosciute dell’obesità e del sovrappeso, esistono altri fattori che ne facilitano l’insorgenza, fattori che hanno a che vedere con l’irresponsabilità e la ricerca del profitto. Un esempio calzante è dato dalla diffusione degli organismi geneticamente modificati. Piantare e coltivare colture geneticamente modificate danneggia la biodiversità mentre gli OGM vanno a sostituirsi agli alimenti sani.
Nell’interesse del benessere degli animali, dello sviluppo e della salute dovremmo adottare azioni concertate per rendere l’Europa una regione senza OGM. Proteggeremo così anche l’ambiente naturale. Non va dimenticato che gli alimenti sani naturali sono il mezzo migliore per combattere le malattie e, fra queste, l’obesità e il sovrappeso.
Christa Klaß (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, il sovrappeso e l’obesità rappresentano un grave problema per la nostra società. Siamo consapevoli del fatto che non possiamo cambiare il comportamento dei consumatori con la legislazione. Invece, i cambiamenti comportamentali della società producono un impatto a livello individuale: dopo tutto, a chi piace essere esclusi? Il nostro comportamento in materia di salute e dieta risente dell’ambiente sociale. Ci sono stati onorevoli colleghi che si sono lamentati dell’aumento del consumo di carne. Tuttavia, questo fenomeno è dovuto al fatto che è aumentato il numero di consumatori che possono permettersi di mangiare carne e non a un maggiore consumo pro capite.
E’ particolarmente importante avere un sano rapporto con il cibo e le bevande. L’ossessione della magrezza è dannosa alla salute tanto quanto il mangiare compulsivo. Non si possono regolamentare per le legge le abitudini alimentari. Il fabbisogno nutrizionale non è uguale per tutti e non esiste un unico requisito valido per tutti in termini di assunzione di calorie o di grassi. Siamo tutti diversi così come è diverso il nostro fabbisogno energetico a seconda dell’età, del genere, dell’occupazione e del livello di attività fisica praticata. I divieti sono un ben misero sostituto del buon senso. Non abbiamo bisogno di nuova legislazione: ci servono nuove campagne di informazione per impartire conoscenza. Abbiamo bisogno di libertà, non di essere accuditi come bambini. La libertà implica anche responsabilità.
I nostri cittadini sono adulti intelligenti in grado di pensare da soli. Il sistema di etichettatura che fa uso dell’immagine del semaforo non è rappresentativo del prodotto perché ne mostra soltanto alcune caratteristiche isolate e, quindi, confonde il consumatore. Che fare davanti a un prodotto che contiene contemporaneamente elementi nutrizionali rossi, verdi e gialli? L’industria alimentare farà ricadere il costo del nuovo sistema sui consumatori aumentando ulteriormente i prezzi.
Sono contraria a un approccio che vuole accudire i consumatori e a un sistema di etichettatura obbligatoria sulla parte anteriore della confezione che utilizza un codice colore. Invito pertanto i miei onorevoli colleghi a votare contro il paragrafo 37 della relazione. Se necessario questo argomento potrà essere affrontato successivamente in un diverso contesto, quando discuteremo di etichettatura. Esorto a considerare il Libro bianco sui problemi sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità come uno strumento informativo che alimenta la riflessione nella società e non come un’opportunità per imporre nuove condizioni e introdurre nuove misure normative!
Justas Vincas Paleckis (PSE). - (EN) Signor Presidente, vorrei congratularmi con il relatore per aver affrontato con successo un argomento tanto imponente.
In primo luogo, sottolineerei l’importanza di garantire pasti gratuiti ai bambini nelle scuole, che è la prassi nel mio paese, la Lituania, ma che non trova altri esempi negli Stati membri. Ovviamente ci possono essere obiezioni legate alla mancanza di fondi e, in generale, alla qualità del cibo fornito, ma questo sistema garantisce ai bambini – soprattutto quelli appartenenti alle famiglie più povere – pasti adeguati e di qualità decente.
Sono inoltre favorevole all’iniziativa di distribuire gratuitamente frutta e verdura nelle scuole. Questa iniziativa dovrebbe essere considerata un esempio di buona prassi. Credo che il finanziamento dell’Unione europea potrebbe rivelarsi utile ad aiutare gli Stati membri a sostenere questo onere finanziario. L’importanza di progetti come questo sta nel fatto che così l’Unione europea raggiunge direttamente i cittadini.
Infine, un’ultima considerazione estremamente importante: la relazione omette di parlare di consumo nel senso di consumo eccessivo. Oggi cambiare i pattern di consumo equivale a cambiare il nostro stile di vita. Forse è difficile immaginare un parallelismo fra l’obesità e i cambiamenti climatici, ma, in realtà, il legame esiste. Se cominciassimo a tenere presenti entrambe le problematiche, forse sceglieremmo di importare meno mele e fragole per via aerea e ne coltiveremmo di più localmente, vendendole ai mercati locali invece che ai supermercati – proposta, questa, che è ripresa anche nella relazione.
Siiri Oviir (ALDE). - (ET) Signor Commissario, onorevoli colleghi, il numero di persone che soffrono di sovrappeso e obesità è già stato citato più volte in questa sede, ma, secondo gli esperti, il prossimo anno si aggiungeranno altri 1, 3 milioni di casi. Questa cifra equivale all’intera popolazione del mio paese, l’Estonia. Un pensiero terrificante. Sono molti i fattori all’origine di una’alimentazione scorretta e dell’obesità, anche se, indubbiamente, la nostra valutazione dovrà tener conto di elementi quali costi, disponibilità e consapevolezza alimentare.
Sedici Stati membri dell’Unione europea hanno applicato ai prodotti alimentari un’aliquota IVA inferiore a quella normale, una decisione encomiabile. Sono favorevole alla proposta di introdurre un’aliquota IVA inferiore al 5 per cento per la frutta e la verdura. Il rapporto sulla salute dell’OMS individua nello scarso consumo di frutta e verdura uno dei sette rischi sanitari. In questo senso sarebbe opportuno avviare un’azione di distribuzione di frutta nelle scuole, che se estesa a tutti e ventisette gli Stati membri, dovrebbe beneficiare del sostegno dell’Unione europea.
In un minuto non è possibile dilungarsi su molti aspetti, ma vorrei aggiungere un paio di considerazioni sulla pubblicità e sui mezzi di informazione. Il loro aiuto e le loro idee ci servono per pubblicizzare le carote, non la Pepsi-Cola. Gli stereotipi e le immagini di corpi nelle pubblicità svolgono un ruolo importante nella sensibilizzazione degli utenti. Consentitemi, in chiusura, di ringraziare la commissione e il relatore per i loro sforzi.
Andrzej Tomasz Zapałowski (UEN). - (PL) Signor Presidente, oggi discutiamo del numero crescente di obesi nelle nostre società. Al contempo la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale sta discutendo della futura politica agricola. Da un certo punto di vista le due discussioni trattano dello stesso argomento, in altre parole la salute della nostra società e dei giovani in particolare.
Ho talvolta l’impressione che in certi documenti ci lamentiamo dei problemi della salute, mentre in altri promuoviamo gli OMG, la clonazione e le importazioni di alimenti da regioni in cui la produzione avviene con metodi sicuramente non naturali. Nell’ambito dell’Organizzazione mondiale per il commercio i nostri negoziatori cercano una maggiore apertura dei mercati extraeuropei. Dovremmo chiederci se abbiamo realmente a cuore la nostra società oppure se non stiamo facendo un puro esercizio di retorica. La maggior parte dei pagamenti diretti al settore agricolo va ai grandi gruppi dell’agro-industria che producono alimenti a elevato tenore di sostanze chimiche e non alle aziende agricole familiari che producono cibi sani.
La relazione è più che mai necessaria, ma bisogna attuarne i punti salienti. In considerazione delle attuali priorità della Commissione, dubito seriamente che possa accadere.
Françoise Grossetête (PPE-DE). – (FR) Signor Presidente, in Europa il 27 per cento degli uomini, il 38 per cento delle donne e un bambino su quattro sono oggi affetti da sovrappeso od obesità. Ogni anni si aggiungono 400 000 casi. E’ una piaga che sta divorando la società europea. Le campagne di informazione e le misure preventive sono senza dubbio una risposta efficace perché, purtroppo, il problema sanitario che stiamo affrontando si sta trasformando anche in un problema sociale. L’obesità, sfortunatamente, è spesso associata alla povertà e all’esclusione.
Si è parlato molto di campagne di informazione e prevenzione. Non è mia intenzione ritornare su quanto è già stato detto a proposito dell’etichettatura, del ruolo delle autorità pubbliche, delle mense scolastiche, delle strutture sportive, di un’adeguata informazione, di una dieta sana e della necessità di svolgere attività fisica ogni giorno.
Vorrei tuttavia attirare l’attenzione del Parlamento sul ruolo importante svolto dalla professione medica, che ha il compito di individuare i rischi di malattie croniche legate all’obesità, fra le quali il diabete, le patologie cardiovascolari e, naturalmente, le conseguenze che esse comportano per i soggetti in sovrappeso. La prevenzione si ottiene tramite lo scambio di buone prassi nel rispetto del principio di sussidiarietà.
Gli studi hanno dimostrato, per esempio, che un girovita superiore a 88 cm per le donne, ad eccezione del periodo di gravidanza, e a 102 cm per gli uomini definisce la condizione di obesità addominale e rappresenta un rischio per la salute, a prescindere dall’altezza della persona. Questo semplice parametro non è ancora sufficientemente utilizzato dai medici di base. La misura del girovita dovrebbe pertanto divenire un facile punto di riferimento per tutti i pazienti e dovrebbe far scattare un’indagine immediata sui fattori di rischio associati, fra cui l’intolleranza al glucosio, un prodromo del diabete, l’ipercolesterolemia, i trigliceridi e l’ipertensione arteriosa. Sappiamo, fra l’altro, che tutti questi sintomi puntano verso lo sviluppo della malattia di Alzheimer.
Per questa ragione dobbiamo rafforzare il ruolo che la professione medica svolge in questo ambito.
Marian Harkin (ALDE). - (EN) Signor Presidente, desidero congratularmi con il relatore: la relazione giunge in un momento opportuno e merita tutta l’attenzione dei politici. Le cifre sull’obesità sono sorprendenti e sono già state citate. Ieri, durante un’importante conferenza a Dublino, un esperto ha dichiarato che l’Irlanda è sull’orlo di una crisi di obesità e lo stesso si può dire di tutta l’Europa.
Mi si consenta di evidenziare brevemente solo un punto: autoregolamentazione o legislazione. Esiste un codice volontario sulla pubblicità di alimenti dallo scarso valore nutrizionale per i bambini, ma è davvero difficile capire se tale codice stia funzionando o no. Secondo la Irish Heart Alliance questo strumento volontario non è efficace. Reputo sia indispensabile monitorarlo con grande attenzione e prendere provvedimenti immediati se necessario.
L’onorevole Bushill-Matthews ha parlato di responsabilità personale. Esiste un livello di responsabilità personale, ma abbiamo bisogno di un’etichettatura chiara e comprensibile per i prodotti alimentari – il codice colore è un passo significativo in questo senso. Viviamo in un mondo che consuma quantitativi sempre maggiori di prodotti trasformati. Sono effettivamente alcune politiche europee a promuovere questo consumo – l’Agenda di Lisbona: aumenta il numero di persone che lavorano, diminuisce il tempo per cucinare. Appoggio pienamente l’Agenda di Lisbona, ma al di là di questo documento, noi politici europei abbiamo il dovere di garantire che l’industria alimentare indichi con chiarezza il contenuto dei prodotti alimentari trasformati.
Bogusław Sonik (PPE-DE). - (PL) Signor Presidente, il tema dei problemi sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità è oggi fonte di preoccupazione ed è opportuno affrontarlo ora. Tutto il mondo, non solo l’Europa, si trova ad affrontare una sfida spaventosa, quella dell’obesità e delle malattie direttamente e indirettamente collegate. La spesa sanitaria per questa voce sta aumentando a una velocità allarmante. Il 60 per cento della popolazione degli Stati Uniti è in sovrappeso e un terzo soffre ora di obesità. I dati più recenti su questo paese indicano che la spesa per queste patologie supera i 100 miliardi di dollari e assorbe oltre il 10 per cento del bilancio per l’assistenza sanitaria. L’Europa sta lentamente recuperando sui suoi vicini per quanto riguarda queste statistiche vergognose. Cresce costantemente il numero di bambini e giovani che soffrono di ipertensione e diabete. Queste condizioni sono spesso causate da una cattiva alimentazione e dalla mancanza di attività fisica. Nell’interesse del futuro dell’Europa e dei suoi abitanti dobbiamo prestare maggiore attenzione ai problemi sollevati nella relazione dell’onorevole Foglietta. Il disastro sanitario che minaccia l’Europa e il mondo globalizzato può essere evitato solo per mezzo di un intervento rapido, forte e congiunto.
In questo periodo il Parlamento sta affrontando numerosi problemi relativi a questioni economiche e sociali. Se vogliamo affrontarli con successo, tuttavia, non dobbiamo dimenticare che solo le società sane possono beneficiare appieno dei vantaggi a loro disposizione. Occorre intervenire per promuovere uno stile di vita sano. Al contempo, tuttavia, è necessario introdurre provvedimenti di natura legislativa che obblighino gli Stati membri a impegnarsi con maggiore determinazione al fine di migliorare le condizioni fisiche dei propri cittadini tramite una sana alimentazione e lo sport. Non va dimenticato, naturalmente, che le azioni e le politiche volte specificatamente a contrastare questo fenomeno rientrano fra le competenze degli Stati membri.
Danutė Budreikaitė (ALDE). – (LT) Signor Presidente, il Libro bianco suggerisce di prendere in considerazione tre fattori per la definizione della strategia europea sui problemi sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità. In primo luogo, ogni individuo è responsabile del proprio modo di vivere. Secondariamente, solo un individuo bene informato è in grado di compiere le scelte giuste. Infine, il Libro bianco suggerisce di procedere a un coordinamento fra diversi ambiti – alimentazione, consumatori, attività sportive, istruzione, trasporti, e così via.
Tutti questi fattori, tuttavia, sono influenzati dalla pubblicità. Cosa mangiamo? Dove vediamo questi prodotti? Come veniamo a conoscenza della loro esistenza? I prodotti poco salutari rappresentano l’89 per cento di tutti gli alimenti pubblicizzati attraverso la televisione. Più del 70 per cento dei bambini chiede ai genitori di comprare loro i prodotti visti nelle pubblicità televisive.
Credo che manchi un partecipante in queste discussioni sui problemi sanitari – i rappresentanti dell’industria alimentare. Noi vorremmo che si rendessero conto del danno causato da prodotti poco sani e dei costi che la società deve conseguentemente sostenere. Noi vorremmo non solo che fermassero la pubblicità di questi prodotti, ma che producessero più alimenti sani.
Miroslav Mikolášik (PPE-DE). - (SK) Signor Presidente, più della metà della popolazione europea è in sovrappeso. Secondo le statistiche quasi il 27 per cento degli uomini e il 38 per cento delle donne è da considerarsi in sovrappeso e più di 5 milioni di bambini soffrono di obesità. Una fetta variabile fra il 5 e il 7 per cento della spesa sanitaria è utilizzata direttamente per l’obesità e si tratta di miliardi. Questo è il dato preoccupante che ci impone di adottare misure rigorose a tutti i livelli per combattere questo fenomeno.
Plaudo alla decisione della Commissione che ha adottato questo Libro bianco e così facendo ha elevato l’ambito dell’alimentazione, del sovrappeso e dell’obesità a livello di priorità politica dell’Unione europea e sono convinto che si potranno compiere passi avanti nella lotta contro l’obesità grazie a un coordinamento europeo delle diverse politiche settoriali.
Vorrei sottolineare il problema del sovrappeso nei bambini e nei giovani: queste fasce di età dovrebbero rappresentare una delle nostre priorità. Un’alimentazione corretta e l’attività fisica sono alla base di una crescita normale e di uno sviluppo del bambino. Spetta soprattutto ai genitori educare i propri figli a un’alimentazione sana, ma anche le scuole possono svolgere un ruolo in tal senso. Le scuole dovrebbero rappresentare un ulteriore centro di azione nella lotta contro l’obesità.
Sono d’accordo con la proposta del relatore di prevedere nelle scuole un medico, uno specialista dell’alimentazione. Sono altresì favorevole a un divieto sulla vendita di prodotti a elevato contenuto di grassi, sale e zucchero nelle scuole, dove questi alimenti vengono offerti soprattutto nei distributori automatici. Secondo le statistiche I giovani oggi dedicano più di cinque ore al giorno ad attività sedentarie, in particolare alla televisione e ai giochi con il computer. L’attività fisica, invece, aumenta il deposito di calcio nelle ossa, sviluppa le competenze sociali del bambino e costituisce un importante fattore per combattere lo stress. E’ indispensabile creare delle condizioni nelle scuole che permettano di dedicare tempo sufficiente all’attività fisica ogni giorno e incoraggiare i bambini a praticare lo sport, ad esempio tramite la costruzione di campi da gioco e palestre. Questi sono passi fondamentali se vogliamo preparare un futuro sano per le nostre giovani generazioni.
Per concludere vorrei ricordare che la prevenzione dell’obesità richiede che si consumi almeno un pasto sano nella tranquillità dell’ambiente familiare dove si coltivino, soprattutto, abitudini salutari.
Antonio De Blasio (PPE-DE). - (HU) Grazie, signor Presidente. Signor Commissario, onorevoli colleghi, l’obesità e il sovrappeso non sono solo alimentati da problemi di salute, ma anche da problemi sociali nel più ampio senso del termine. Ho constatato con piacere che il Libro bianco e la relazione sottolineano che l’obesità e il sovrappeso non devono essere presi in considerazione quando ormai si sono trasformati in un vero e proprio problema di salute, ma che occorre piuttosto affrontare la questione all’origine.
Voglio sottolineare che il Libro bianco e il parere del Parlamento non devono occuparsi del settore della sanità, ma dei cittadini e delle comunità, in altri termini della società. Questo tema tanto importante deve essere gestito in armonia con gli altri documenti dell’Unione europea giacché le cause del problema sono molteplici. Per avere successo la soluzione deve quindi provenire da tante direzioni diverse ed essere comunque oggetto di un coordinamento.
Dobbiamo sostenere in ogni modo possibile la diffusione di uno stile di vita sano a livello europeo, nazionale, regionale e locale. Dobbiamo prestare particolare attenzione ai programmi e alle azioni che vogliono garantire che i bambini in età scolare e i giovani crescano con uno stile di vita sano. A questo proposito devo sottolineare il ruolo delle autorità locali che hanno la responsabilità della gestione delle scuole. I programmi che danno buoni risultati devono trovare ampia diffusione.
Sappiamo tutti che i mezzi di informazione svolgono un ruolo viepiù importante nella creazione della conoscenza: il potere della pubblicità è in grado di trasformare un’alimentazione sana, lo sport, l’attività fisica – in altre parole, uno stile di vita sano – in un modello da seguire che fa tendenza. Per prevenire l’obesità occorre che venga riconosciuta l’importanza dell’attività fisica e dello sport quali fondamenti di uno stile di vita sano. Non è sufficiente, però, concentrarsi solamente su questi due aspetti: la promozione di uno stile di vita sano deve diventare una priorità di tutti gli ambiti politici interessati.
Lo scopo è di far capire alla popolazione che un’alimentazione sana ed equilibrata non significa rinunciare per sempre a certi alimenti. Svolgere un’attività fisica non significa che ogni minuto libero debba esservi dedicato. L’enfasi deve cadere sulla moderazione, solo così potremo garantire un maggiore equilibrio nella nostra alimentazione e nelle nostre vite. Desidero ringraziare il relatore per il suo lavoro e gli onorevoli colleghi per l’attenzione. Grazie.
Zbigniew Zaleski (PPE-DE). - (PL) Signor Presidente, oggi discutiamo di due disordini legati al cibo. Uno di questi è l’anoressia, che ha generalmente una base psicologica legata al fatto che un corpo magro tende a essere presentato come più attraente. Siamo tutti a conoscenza di casi estremi in cui questo disordine ha condotto alla morte. Fortunatamente, comunque, la moda sta cambiando e questo disordine è meno diffuso. L’altro disturbo è l’obesità, che a sua volta può avere una base psicologica. Il cibo può essere percepito come strumento per affrontare lo stress e sfuggire ai problemi della vita. In questo contesto ritengo che il punto centrale sia l’alimentazione. Il settore della produzione e della distribuzione alimentare hanno una fetta di colpa sicuramente maggiore. La relazione in esame è un ottimo documento e dovrebbe servire da monito. Il cosiddetto fast food distribuito ai bambini in età scolare durante uscite e gite è un vero pericolo. Dopo tutto serve una lezione di alimentazione. Servono un’educazione appropriata e il controllo degli alimenti. Sono convinto che i nostri sforzi siano un passo nella giusta direzione e appoggio pertanto questa relazione.
Marian Zlotea (PPE-DE). - (RO) Signor Presidente, credo che dovremmo concentrare la nostra attenzione sui bambini in sovrappeso e cercare di creare nuovi programmi per combattere l’obesità nella prima parte della nostra vita, quando si acquisiscono le abitudini alimentari. Dovremmo promuovere l’educazione alimentare sia nella scuola primaria che dopo. Tutti gli Stati membri dovrebbero includere nei propri programmi scolastici i fondamenti di un’alimentazione bilanciata e l’attività fisica .
Secondo certe statistiche, fra dieci anni saranno più di 30 milioni i bambini europei in sovrappeso. Mi preoccupa moltissimo questo grave problema. Pertanto, ho preparato una serie di dichiarazioni scritte che propongono la creazione di programmi speciali nelle scuole, fra i quali uno per le visite mediche regolari gratuite e un servizio di counselling. Appoggio le proposte avanzate nel Libro bianco, un’appropriata etichettatura dei prodotti alimentari, le restrizioni alla pubblicità di prodotti dannosi per i bambini, l’applicazione di un’aliquota IVA ridotta per la frutta e la verdura e gli alimenti destinati ai bambini. Desidero, infine, congratularmi con il relatore per il lavoro svolto.
László Kovács, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, mi rallegra constatare che i membri del Parlamento intervenuti nella discussione appoggino sostanzialmente il Libro bianco della Commissione. Non solo condividono l’opinione della Commissione, ma ne appoggiano anche le iniziative.
L’approccio degli oratori è stato complesso, rispecchiando pienamente la complessità del problema obesità. Molti degli oratori chiedono una sensibilizzazione della popolazione e la cooperazione con l’industria alimentare, richieste del tutto in linea con lo spirito e la lettera del Libro bianco. L’impegno della Commissione si riflette nella proposta relativa all’informazione alimentare ai consumatori che sarà presto oggetto di discussione con il Parlamento e anche con il Consiglio.
Desidero sottolineare che esistono diversi programmi e progetti nell’Unione europea che vanno a rafforzare il Libro bianco sull’alimentazione, il sovrappeso e l’obesità – ad esempio il Libro verde sulla mobilità urbana o il Libro Bianco sullo sport, entrambi volti a introdurre uno stile di vita e un ambiente più sani. Esistono inoltre lo strumento della valutazione dello stato di salute della politica agricola comune – che diminuirebbe, per esempio, l’aiuto al consumo per il burro – o i programmi per la distribuzione di frutta e verdure nelle scuole, la normativa europea in materia di pubblicità e marketing per la promozione di una pubblicità responsabile, o ancora la direttiva sulle pratiche commerciali sleali.
Queste sono tutte importanti iniziative in linea con la posizione della Commissione. La Commissione continuerà a lavorare con la Piattaforma d’azione europea su dieta, attività fisica e salute e con il gruppo ad alto livello di esperti degli Stati membri.
Mi si consenta altresì di sottolineare che la Commissione sta incoraggiando iniziative che contribuiscono a prevenire lo sviluppo di malattie cardiovascolari in Europa. Uno dei fattori di rischio per queste malattie, oltre all’assunzione totale di grassi e di acidi grassi saturi, è il consumo di acidi grassi trans. Una riformulazione volontaria può produrre dei risultati. In seno alla Piattaforma d’azione europea su dieta, attività fisica e salute ci si è impegnati a favore di una riformulazione dei prodotti e di una riduzione del loro contenuto di grassi trans e saturi.
C’è ancora un punto che vorrei menzionare perché riguarda il settore di mia competenza, la fiscalità. E’ stato proposto di considerare la possibilità di applicare un’aliquota IVA ridotta alla frutta e alla verdura. Sono favorevole a questa proposta perché mostra esattamente come la politica fiscale possa promuovere il raggiungimento di altri importanti obiettivi politici.
Infine, voglio ricordare che il Parlamento è uno dei membri fondatori della Piattaforma e la Commissione è pronta ad aggiornare con regolarità la vostra Istituzione in merito alle attività della Piattaforma. Il Parlamento dovrebbe discutere della relazione di monitoraggio nel 2010.
Presidente. − Chiudiamo la discussione con un intervento del relatore, onorevole Foglietta, che invito a rimanere nei due minuti che gli sono stati concessi.
Alessandro Foglietta, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei sottolineare un aspetto che ritengo molto importante, proprio dalle dichiarazioni che ha fatto il commissario, un'attenzione forte su una problematica che deve essere affrontata seriamente cercando anche di mettere a disposizione delle opportunità.
Io credo che questo argomento è un argomento al quale teniamo in molti, perché sono stati parecchi interventi tutti mirati, sono entrati nel merito della questione, hanno cercato di segnalare e sollecitare la Commissione, ma soprattutto la relazione, per poter raggiungere un obiettivo che è quello di stabilire un principio che certamente abbiamo una grande criticità, che è quella dell'obesità.
L'obesità, proprio in riferimento al problema sanitario, che è un problema che ormai sta diventando estremamente complicato perché deve essere risolto, perché deve essere aiutato, perché bisogna cercare di stabilire un rapporto che ci deve portare a raggiungere gli obiettivi. Allora, io credo Commissario, che diventa anche indispensabile pensare che la Commissione ha sottolineato il ruolo dell'Organizzazione mondiale della sanità, ma proprio l'Organizzazione mondiale chiede di invertire il trend di crescita dell'obesità dei bambini entro il 2015. Ma nel 2010 avremo una data importante, che è quella per stabilire effettivamente qual è il risultato che abbiamo ottenuto, per quanto riguarda questa strategia.
Allora, io credo, nel ringraziare tutti coloro che sono intervenuti, i relatori ombra, ma tutti i suggerimenti che ci sono stati, nel dire che dobbiamo essere molto attenti, osservatori nel cercare di stabilire un rapporto importante che ci possa consentire di pensare realmente a una prevenzione e a un equilibrio per mangiar bene, non solo nel corpo, anche nella mente e nell'anima; e credo che possiamo raggiungere veramente questo obiettivo grazie alla collaborazione di tutti. Di nuovo, grazie a tutti coloro che sono intervenuti a sostegno di questa nostra relazione. Grazie Commissario.
Presidente. − Ringrazio l’onorevole Foglietta per il lavoro svolto, che ha ottenuto il riconoscimento di tutti.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà domani.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)
Genowefa Grabowska (PSE), per iscritto. – (PL) Il sovrappeso e l’obesità sono una vera e propria epidemia moderna con conseguenze pericolose per la salute e perfino per la vita dell’uomo. Il diabete, le malattie cardiocircolatorie, l’ipertensione, l’infarto e certe forme tumorali sono soltanto alcuni esempi di condizioni prodotte da obesità e sovrappeso. E’ dunque profondamente giusto che il Parlamento europeo abbia deciso di partecipare alla lotta contro questi due fenomeni. E’ altrettanto giusto che il Parlamento incoraggi gli organismi responsabili della salute dei cittadini europei a prendere parte a questa lotta. Mi riferisco agli organismi esistenti a qualsiasi livello delle amministrazioni nazionali ed europea.
L’obesità infantile è fonte di particolare preoccupazione. In Europa ci sono già 22 milioni di bambini in sovrappeso e il loro numero aumenta costantemente. Se non riusciremo a invertire questa tendenza, la nostra società sarà presto sempre più obesa, meno sana e molto meno produttiva. Per questa ragione appoggio pienamente la relazione. Credo sia giunto il momento di combinare i nostri sforzi e lanciare un attacco deciso e sostenuto contro l’obesità e il sovrappeso. Dobbiamo concentrarci sui settori più sensibili della nostra società, come i bambini e gli anziani e, in particolare, le donne e coloro che vivono da soli.
Se riusciremo a convincere la società dell’importanza di controllare il peso corporeo e combattere il sovrappeso, e se riusciremo a creare dei meccanismi che promuovano uno stile di vita sano, saremo in grado di evitare moltissimi problemi. La prevenzione dell’obesità non è, quindi, solo una questione di salute e bellezza; comporta anche implicazioni di carattere sociale e culturale.
Louis Grech (PSE), per iscritto. – (EN) Il problema dell’obesità e delle malattie connesse con l’alimentazione ha assunto proporzioni drammatiche in tutto il mondo. Sono del parere che le tecniche di marketing, sofisticate e aggressive, abbiano impedito ai consumatori di compiere scelte informate sulla loro alimentazione. A questo proposito i bambini sono particolarmente vulnerabili. La direttiva servizi di media audiovisivi prevede che il fornitore di servizi audiovisivi adotti volontariamente un codice di condotta sulla comunicazione commerciale relativa a prodotti alimentari e bevande. Pur apprezzando le ambizioni di autoregolamentazione dell’industria e dei media, avrei preferito l’introduzione di restrizioni concrete sul volume e sul tipo di pubblicità destinata ai bambini. Gli effetti distruttivi causati alla società da alimenti di scarsa qualità sono confrontabili con quelli prodotti da alcol e tabacco, la cui pubblicità è pesantemente regolamentata. Un approccio simile può essere applicato ai prodotti alimentari per i quali è stato dimostrato un effetto dannoso sulla salute dell’uomo. I consumatori hanno bisogno di informazioni chiare e obiettive, che possono essere garantite imponendo standard più elevati per l’etichettatura degli alimenti e maggiori restrizioni sulla pubblicità.
L’attuale crisi finanziaria ha messo in luce, una volta di più, il risultato che si ottiene mescolando avidità e assenza di regolamentazione. Che in gioco ci sia la casa o la salute, credo comunque che la posta sia troppo alta per trascurare l’aspetto del marketing. In qualità di legislatori abbiamo il dovere di intervenire e fare il nostro lavoro.
Mieczysław Edmund Janowski (UEN), per iscritto. – (PL) Appoggio la relazione sui problemi sanitari connessi all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità presentata dall’onorevole Foglietta. E’ particolarmente opportuno che il Parlamento torni ad affrontare il tema importante della promozione di un’alimentazione sana. Faremmo bene a ricordare che una sana alimentazione è uno dei dodici fattori che contribuiscono a una buona salute così come indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Un individuo sano è condizione sine qua non di una società sana. La sicurezza alimentare è di fondamentale importanza in questo contesto. Lo dimostrano proprio gli ultimi casi di latte di formula contaminato proveniente dalla Cina.
Una cattiva alimentazione è causa di molti disturbi, fra cui il sovrappeso e l’obesità. L’obesità consiste nella presenza di eccessivi depositi di grasso nell’organismo. Aumenta il rischio di patologie cardiovascolari, ipertensione, aterosclerosi, diabete, calcolosi delle vie biliari, litiasi renale e urinaria, degenerazione osteoarticolare e alcune forme tumorali. In Polonia il 65 per cento della popolazione di età compresa fra 35 e 63 anni è affetto da sovrappeso od obesità. L’incidenza dell’obesità fra i nostri cittadini più giovani ha raggiunto proporzioni da epidemia. Ne sono colpiti 22 milioni di bambini europei. Particolarmente grave è l’impatto negativo della pubblicità dei prodotti alimentari ad alto contenuto di grassi, zucchero o sale. E’ importante sensibilizzare le scuole e le famiglie rispetto agli sforzi di promuovere alimenti di buona qualità e adeguatamente preparati. Le scuole e le famiglie dovrebbero incoraggiare i giovani ad adottare uno stile di vita sano nel quale siano compresi lo sport e altre attività ricreative.
Bogusław Rogalski (UEN), per iscritto. – (PL) Il sovrappeso e l’obesità hanno di recente raggiunto proporzioni da vera e propria epidemia a causa del loro impatto negativo sulla salute dell’uomo. I dati dell’Organizzazione mondiale della sanità indicano che il 50 per cento della popolazione europea è in sovrappeso od obesa. Particolarmente preoccupante è che ci siano 5 milioni di bambini obesi e 22 milioni in sovrappeso. I numeri continuano ad aumentare a una velocità allarmante. L’obesità è una delle principali cause di mortalità e di patologie croniche come il diabete di tipo 2, i disturbi cardiocircolatori, l’ipertensione, l’infarto e certe forme tumorali.
La cura dell’obesità è molto costosa. Rappresenta circa il 7 per cento dei bilanci nazionali per l’assistenza sanitaria nell’Unione europea e il 6 per cento della spesa pubblica per il settore dell’assistenza sanitaria.
Per contrastare questo fenomeno, i consumatori europei dovrebbero avere migliore accesso all’informazione sulle migliori fonti alimentari così da poter scegliere un’alimentazione appropriata. Gli alimenti dovrebbero essere etichettati in modo chiaro. L’uso di certi ingredienti, come gli acidi grassi trans artificiali e quelli trans-isomeri, dovrebbe essere vietato. E’ inoltre importante sottolineare che la pubblicità televisiva influisce sulle cosiddette abitudini di consumo di breve termine dei bambini di età compresa fra 2 e 11 anni e ha un impatto negativo sullo sviluppo delle abitudini alimentari.
La lotta al sovrappeso, soprattutto nei bambini, dovrebbe essere una priorità a livello internazionale, europeo, nazionale e locale.
Daciana Octavia Sârbu (PSE), per iscritto. – (RO) L’obesità e l’aumento di peso causati da errate abitudini alimentari e dalla mancanza di attività fisica vanno diffondendosi sempre più nell’Unione europea, con gravi ripercussioni di natura economica e sociale. Per promuovere una società più sana, la Commissione dovrebbe adoperarsi attivamente appoggiando gli Stati membri nei loro sforzi di ridurre gli effetti dannosi degli squilibri nutrizionali e della sedentarietà. Non è tuttavia sufficiente promuovere uno stile di vita sano fra i cittadini dell’Unione europea; dobbiamo anche fornire loro la motivazione e le infrastrutture di cui hanno bisogno. Dovrebbero essere previste misure a livello locale per ridurre l’uso dell’automobile e incoraggiare le passeggiate; dovrebbero essere realizzati parchi e piste ciclabili. Le politiche volte a contrastare l’obesità dovrebbero coordinarsi con le politiche di sviluppo urbano e dei trasporti, ad esempio il Libro verde sulla mobilità urbana, e a loro volta tutte queste politiche dovrebbero integrare quelle destinate a incoraggiare l’attività fisica. Dovremmo prestare maggiore attenzione ai gruppi più svantaggiati sotto il profilo sociale ed economico, che sono più colpiti dall’aumento dei prezzi delle materie prime e degli alimenti – mi riferisco, ad esempio, ai bambini e alle donne in gravidanza. La promozione dell’educazione alimentare nelle scuole e il divieto di vendita negli edifici scolastici e negli asili di alimenti con un elevato contenuto di grassi, zucchero e sale garantiranno la salute della futura generazione.
Richard Seeber (PPE-DE), per iscritto. – (DE) In considerazione dell’allarmante tendenza evidenziata per la salute dei bambini europei – più di 5 milioni sono obesi e 22 milioni sono in sovrappeso – sono particolarmente favorevole allo sviluppo di una Strategia europea per l’alimentazione. Un’etichettatura scrupolosa dei prodotti alimentari che preveda anche un’informazione nutrizionale rappresenta un valido strumento che consente ai consumatori di compiere una scelta informata per un’alimentazione migliore. Una sensibilizzazione generale fin dalla prima infanzia contribuirà senza dubbio a invertire la tendenza nei prossimi anni. Nel medio termine sono di fondamentale importanza le campagne provvisorie come quella prevista per la distribuzione di frutta fresca nelle scuole. Le scuole europee, dal canto loro, devono farsi maggiormente carico delle proprie responsabilità rispetto alle attività sportive e all’esercizio fisico quotidiano giacché i bambini e i giovani trascorrono la gran parte della giornata a scuola.
Le misure normative a livello europeo, per contro, possono solo creare un ambiente favorevole a una sana alimentazione e non dovrebbero fare l’errore di ignorare quella che è una responsabilità fondamentale dei cittadini. Se vogliamo un’Europa più sana nel lungo termine, l’Unione europea deve cercare partner a tutti i livelli: nell’arena politica, nell’industria e nella società civile.