Ignasi Guardans Cambó (ALDE) . – (ES) Ho chiesto la parola ai sensi dell’articolo 166 del regolamento, in relazione all’articolo 45, paragrafo 2 del regolamento di questo Parlamento.
L'articolo 45, paragrafo 2 è stato recentemente emendato al fine di vietare emendamenti a proposte di risoluzione contenute in relazioni di iniziativa.
Come vedremo nella prossima votazione, ne consegue che, per emendare una frase o un paragrafo di una relazione di iniziativa, un gruppo parlamentare dovrà presentare una proposta di risoluzione alternativa completamente distinta, dove l'unica differenza sarà una virgola, o l'inserimento o la cancellazione di una sola parola.
Forse, al momento della sua approvazione, l'emendamento sembrava una buona idea, ma oggi questa variazione rende difficile ottenere il consenso in Aula, mentre raggiungere un accordo dovrebbe essere uno dei nostri principali obiettivi. E’ impossibile raggiungere qualsiasi tipo di accordo tra gruppi politici diversi se l'unica cosa che possiamo fare è presentare testi a parte, come vedremo a breve nel corso della votazione.
Signor Presidente, chiedo la revisione dell'emendamento all'articolo 45, paragrafo 2 perché esso sta avendo conseguenze assurde e interferisce con le relazioni politiche tra i gruppi di quest'Assemblea.
(Applausi)
Presidente . − Devo sottolineare che il Parlamento europeo ha adottato la suddetta decisione con discernimento.
(Obiezione dell’onorevole Pack)
Temo di sì, onorevole Pack, ma non è possibile apportare modifiche. Nel frattempo dobbiamo rispettare la norma vigente alla lettera.
Monica Frassoni (Verts/ALE) . – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il collega Guardans dovrebbe forse chiedere al suo gruppo visto che è stato uno dei propositori di questo articolo. Comunque, io voglio dire questo: questa relazione che noi votiamo oggi, che è la relazione Mikko sulla questione della concentrazione e del pluralismo dei media è la prima relazione che noi approviamo con questa procedura, che impedisce di avere un vero dibattito, che impedisce di fare emendamenti, nel giorno tra l'altro dove in Italia si è consumato un grave, gravissimo, episodio a danno della libertà di espressione, con l'annunciato licenziamento di 25 giornalisti dall'unica televisione che per adesso non fa riferimento a Berlusconi. Penso, che questo modo in cui noi dibattiamo di questi problemi, in questo Parlamento sia anche indicativo di una mancata volontà di fare una normativa, una legge, una direttiva sulla concentrazione dei media e sul pluralismo nell'Unione europea, che è sempre più urgente.
(Applausi al centro e a sinistra)
Marianne Mikko (PSE) . – (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questa relazione di grande importanza e alto profilo sul pluralismo e la concentrazione dei mezzi d’informazione nell'Unione europea. La relazione è incentrata sulla salvaguardia della democrazia. Abbiamo cercato di inserire in questa relazione tutti gli elementi che rafforzano la democrazia. Per questo motivo invito gli onorevoli colleghi a pensare bene e a riflettere attentamente prima di votare. Cosa sostenete e a cosa volete opporvi? Questo è il messaggio che inviamo oggi ai nostri concittadini europei. Per favore riflettete.
(Applausi)
Pál Schmitt, a nome del gruppo PPE-DE. – (HU) Signor Presidente, in qualità di relatore ombra su questo argomento, vorrei unirmi a quanti affermano che allo stato attuale il sistema non funziona. Avrei voluto esprimere il parere del partito popolare durante il dibattito parlamentare, ma in quanto relatore ombra non mi è stata concessa la parola.
Vorrei chiedere perché, se il pluralismo dei media è tanto importante, il pluralismo di opinione non lo è altrettanto? Avrei voluto spiegare che non siamo d'accordo su alcuni punti, ma non mi è stata concessa la parola. Tra tutti i membri di questo Parlamento solo due persone hanno avuto la possibilità di esprimersi in merito a questo argomento: il relatore e il commissario. Dobbiamo assolutamente chiederci se questo è un sistema valido; siamo curiosi di conoscere le opinioni altrui e questo si chiama pluralismo di opinione. Per favore, signor Presidente, ci aiuti a realizzarlo.
(Applausi a destra)
Presidente . − Onorevoli colleghi, lascio la parola all'onorevole Cohn-Bendit, ma dobbiamo poi procedere alla votazione. Siamo in grado di trarre le giuste conclusioni sulle conseguenze della nostra decisione. Se abbiamo adottato una decisione opinabile, abbiamo il diritto di emendarla, ma l'emendamento deve essere adottato seguendo le procedure previste.
Daniel Cohn-Bendit (Verts/ALE) . – (DE) Signor Presidente, la norma assurda a cui lei ha appena fatto riferimento è stata approvata dalla maggioranza di questo Parlamento, nonostante il nostro voto contrario. La decisione è stata la vostra! Adesso tartassate il vostro presidente affinché sia emendata!
(Applausi al centro e a sinistra)
Presidente . − Non vorremmo proprio tartassare nessuno, ma è possibile giungere a delle conclusioni se la maggioranza dell'Aula lo desidera.
Stefano Zappalà (PPE-DE) . – Signor Presidente, onorevoli colleghi, non voglio entrare nel merito delle posizioni scorrette della collega Frassoni, però una precisazione all'Aula ritengo di doverla fare, è doverosa. Intanto, non esistono in Italia televisioni di proprietà del Presidente Berlusconi, ma di altri gruppi. In Italia esistono, Presidente, tre televisioni di Stato: Rai 1, Rai 2 e Rai 3, c'è il gruppo Mediaset e poi in Italia c'è LA7 ...
(Mormorii al centro e a sinistra)
Presidente . − Onorevoli deputati, non c'è motivo di scaldarsi. Avete preso una decisione.
Se il Parlamento ha adottato una decisione che la maggioranza reputa malavveduta, questa può essere modificata. Ma una norma viene osservata fino al suo eventuale emendamento. Questo è il principio che viene rispettato in Parlamento.