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Procedura : 2008/2074(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0362/2008

Testi presentati :

A6-0362/2008

Discussioni :

PV 08/10/2008 - 24
CRE 08/10/2008 - 24

Votazioni :

PV 09/10/2008 - 7.11
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2008)0473

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 8 ottobre 2008 - Bruxelles Edizione GU

24. Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell'Unione europea (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente . − L'ordine del giorno reca la relazione (A6-0362/2008), presentata dall'onorevole Seeber, a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare sulle strategie per affrontare la carenza idrica e la siccità nell'Unione europea [2008/2074(INI)].

 
  
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  Richard Seeber, relatore. (DE) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto ringraziare i relatori ombra e la Commissione per l'eccellente collaborazione per la stesura di questa relazione.

Tutti sappiamo che l'acqua è essenziale per la vita. Si tratta tuttavia di una risorsa limitata. In futuro, tre miliardi di persone dovranno combattere la carenza idrica. Secondo l'Agenzia europea dell’ambiente, già nel 2007 un terzo dei cittadini europei viveva in regioni con limitata disponibilità di risorse idriche. E’ un problema che colpisce in particolare paesi quali Cipro, Bulgaria, Belgio, Ungheria, Malta, Italia, Regno Unito, Germania, Spagna e, purtroppo, molti altri ancora. Questa situazione è indice di un eccessivo sfruttamento delle risorse idriche. È chiaro che anche i cambiamenti climatici contribuiscono ad acuire il problema. Negli ultimi trent'anni, i casi di siccità sono diventati più frequenti e finora hanno comportato costi per 100 miliardi di euro. Durante la siccità del 2003, l'economia europea ha riportato perdite pari a quasi 8,7 miliardi di euro. Queste situazioni meteorologiche estreme comportano conseguenze non soltanto economiche, ma anche di ordine sociale e umano. Oltre all'impatto generale sulla salute umana, l'ondata di caldo del 2003 ha causato la morte di circa 35 000 persone in Europa.

E’ inoltre emerso che all'interno dell'Europa i modelli di consumo idrico variano notevolmente: il consumo idrico medio europeo oscilla tra 100 e 400 litri, sebbene una media giornaliera di 80 litri a persona dovrebbe essere sufficiente per mantenere delle condizioni di vita standard in Europa. Questa situazione è determinata dall'inefficienza di tecnologie obsolete e dallo spreco idrico. In Francia, per esempio, il 30 per cento dell'acqua presente nelle reti di distribuzione semplicemente scompare. Noi leggiamo questi dati come un enorme potenziale, in Europa, per il risparmio idrico.

È giunto il momento che la Comunità intraprenda iniziative concrete. La Commissione ha già affrontato la questione delle risorse idriche attraverso una serie di direttive, ad esempio sull'acqua per la balneazione, l'acqua potabile, le inondazioni, gli standard di qualità ambientale per l'acqua eccetera. Indubbiamente, finora la pietra miliare è rappresentata dalla direttiva quadro in materia di acque del 2000 e delle relative fasi di applicazione. E’ ora particolarmente importante che la Commissione verifichi che gli Stati membri rispettino gli obblighi imposti da tale misura legislativa.

Il cambiamento delle condizioni climatiche e ambientali, il maggior consumo delle risorse idriche per uso industriale, agricolo e domestico e naturalmente le diverse abitudini di consumo hanno esacerbato la carenza idrica. Purtroppo, in Europa assistiamo sempre più spesso a fenomeni meteorologici estremi, con piogge intense e inondazioni, da un lato, e periodi di siccità sempre più frequenti che devastano intere coltivazioni, dall'altro.

La comunicazione presentata dalla Commissione rappresenta un importante passo nella giusta direzione, ma è assolutamente necessario adottare misure volte a un essenziale miglioramento. La carenza idrica deve innanzi tutto essere considerata come fenomeno globale: l'Europa deve evitare di concentrarsi soltanto sui propri problemi; non dobbiamo dimenticare l'enorme numero di immigrati che scelgono di venire in Europa, spesso proprio a causa della siccità nel loro paese di origine.

In secondo luogo, gli Stati membri devono avviare una cooperazione transfrontaliera volta a combattere la carenza idrica e la siccità. I piani di gestione previsti dalla direttiva quadro in materia di acque devono essere integrati per quanto attiene alla siccità e alla carenza idrica. La reciproca solidarietà tra Stati membri in merito alle rispettive risorse idriche non significa che la loro sovranità sulle decisioni relative a tali risorse debba essere abolita. A mio parere, il trasferimento dell'acqua sulle lunghe distanze non risolve il problema.

In terzo luogo, il documento presentato dalla Commissione non prevede una tempistica specifica né obiettivi verificabili, elementi senza i quali questa strategia non può essere applicata.

Infine, l'Europa dovrebbe seriamente cercare di assumere la leadership a livello globale nelle tecnologie per il risparmio idrico, uno strumento che impone di affrontare sia l'aspetto umano del problema, sia – ovviamente – quello economico contingente.

Credo, in sostanza, che la relazione presentata possa apportare importanti miglioramenti al documento della Commissione.

 
  
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  Vladimír Špidla, membro della Commissione. (CS) Signor Presidente, onorevoli colleghi, carenza idrica e siccità rappresentano un serio problema globale ed è evidente che i cambiamenti climatici non potranno che peggiorare la situazione e portare a una grave carenza idrica. Questa tendenza è stata confermata da una relazione sull'effetto dei cambiamenti climatici in Europa presentata la scorsa settimana dell'Agenzia europea dell’ambiente.

Negli ultimi trent'anni, frequenza e intensità dei casi di siccità nell'Unione europea sono notevolmente aumentate; oltre 100 milioni di persone e quasi un terzo dell'UE ne sono stati colpiti nel 2003 e questi dati sono stati ulteriormente confermati da quando la Commissione ha presentato la propria comunicazione sulla carenza idrica e la siccità. Cipro sta vivendo il peggiore periodo di siccità dal 1900: durante l'estate la fornitura d'acqua per l'irrigazione è stata sospesa, causando agli agricoltori perdite pari all'80 per cento dei raccolti. In alcune aree, i raccolti di cereali sono andati completamente distrutti; è stata stimata una perdita superiore all'1,5 per cento del PIL nazionale. Non si tratta, peraltro, di un caso isolato: per Cipro, il 2008 è il terzo anno consecutivo di siccità.

E’ quindi giunto il momento che il Parlamento discuta la relazione sulla carenza idrica e la siccità. Sono lieto che il Parlamento europeo abbia colto quest'opportunità per affermare chiaramente la necessità di affrontare questo problema.

Il riscaldamento globale, l'aumento demografico e l'incremento del consumo di acqua pro capite incidono sulla disponibilità delle risorse al punto da far aumentare le probabilità che si verifichino carenze idriche e siccità, che si ripercuotono direttamente sulla popolazione e sui settori economici che dipendono dall’acqua, quali agricoltura, turismo, industria, fornitura energetica e trasporti. Fenomeni di questo genere hanno inoltre effetti negativi sulla biodiversità e sulla qualità delle acque, oltre ad aumentare il rischio di incendi boschivi e il consumo del suolo. Se non verranno attuate misure urgenti, intere regioni dovranno affrontare la desertificazione, non solo entro i confini dell'Unione europea.

Per prevenire evoluzione questa situazione, la nostra priorità deve essere l'incentivazione di prassi che favoriscano l'utilizzo efficiente e il risparmio delle risorse idriche, adottando, a tutti i livelli misure volte al risparmio idrico. Per perseguire questo obiettivo, è necessario coinvolgere l'intera popolazione, poiché l'adozione di misure legislative da sola non è sufficiente.

L'ultima indagine di Eurobarometro sull'atteggiamento dei cittadini rispetto ai cambiamenti climatici indica che il 62 per cento degli europei attualmente considera il cambiamento climatico e il riscaldamento globale tra i due principali problemi al mondo, mentre il 68 per cento accorda la priorità a "povertà, scarsità di cibo e acqua potabile". In tale contesto, la notizia positiva è che i timori espressi dai cittadini influenzano anche i loro comportamenti: il 61 per cento degli europei sostiene di aver intrapreso personalmente iniziative per contrastare i cambiamenti climatici e oltre la metà degli intervistati ha ridotto il proprio consumo idrico domestico.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono lieto di notare che la relazione accoglie la comunicazione della Commissione e sostiene la prima tornata di proposte di azione. Vorrei inoltre ringraziare il relatore, l'onorevole Seeber, per l'ottima relazione, nonché l'onorevole Herranz García della commissione per l'agricoltura e l'onorevole García Pérez e della commissione per lo sviluppo regionale per i loro contributi costruttivi. C'è ampio consenso tra la relazione e le conclusioni adottate l'anno scorso dal Consiglio in merito alle misure da adottare. L'obiettivo è ora di tradurre questo sostegno politico in iniziative concrete.

 
  
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  Iratxe García Pérez, relatore per parere della commissione sullo sviluppo regionale. (ES) Signor Presidente, mi congratulo innanzi tutto con l'onorevole Seeber per la relazione e vorrei dire che la commissione sullo sviluppo regionale sa che la carenza idrica rappresenta una delle principali sfide per la politica di coesione, poiché ad oggi ha interessato l'11 per cento della popolazione e il 17 per cento del territorio dell'Unione europea.

La futura politica di coesione deve quindi prendere in seria considerazione questo aspetto, sfruttando le necessarie misure e strumenti di bilancio. Dobbiamo ricordare alle autorità regionali e locali l'opportunità offerta dai fondi strutturali per affrontare la questione dell'efficienza idrica in termini di risparmio e riutilizzo dell'acqua.

Dobbiamo inoltre invitare la Commissione a promuovere l'entrata in funzione dell'Osservatorio europeo della siccità perché possa lavorare sull'integrazione dei dati nazionali, regionali e locali.

Infine, dobbiamo riconoscere che la carenza idrica e la siccità hanno effetti diretti sulla coesione sociale, economica e territoriale, in quanto l'impatto è più evidente in determinate regioni e comporta abbandono dei terreni, incendi boschivi e degradazione del suolo, oltre a rappresentare un notevole ostacolo allo sviluppo di tali regioni.

 
  
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  Esther Herranz García, relatore per parere della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale. (ES) Signor Presidente, mi congratulo innanzi tutto con l'onorevole Seeber per il lavoro svolto, perché la sua relazione accoglie molti dei timori espressi da quest'Aula relativamente a problemi cruciali per tutta l'Unione europea: la carenza idrica e la siccità, infatti, non sono più un problema limitato agli stati europei meridionali.

Sono lieta che la bozza includa alcune idee a favore dell'attività agricola già contenute nel parere di cui sono stata personalmente relatore nella commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, come per esempio favorire il ruolo dei coltivatori nella gestione sostenibile delle risorse disponibili. Il testo fa inoltre riferimento alla siccità e alla carenza idrica come fattori che determinano il rincaro dei prezzi delle materie prime, aspetto che – nel clima attuale – ritengo sia molto importante sottolineare, per tenere presente non soltanto l'aspetto ambientale del problema, ma anche alcune delle conseguenze economiche più rilevanti.

La commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare ha avanzato la proposta di costituire un Osservatorio europeo della siccità, iniziativa menzionata anche nel parere della commissione per l'agricoltura, che mi auguro un giorno diventi realtà.

Il testo che oggetto della votazione di domani non accoglie, tuttavia, la proposta della commissione per l’agricoltura che invita la Commissione a considerare la costituzione di un fondo di adeguamento economico contro la siccità, a beneficio di tutti i settori economici, compreso quello agricolo.

Personalmente continuerò a sostenere la necessità di tale fondo e riproporrò l'idea al Parlamento quando la Commissione presenterà la prevista comunicazione sull'adeguamento ai cambiamenti climatici, nell'arco dei prossimi mesi.

Ritengo che, sull'esempio del fondo di solidarietà, costituito per contenere le perdite causate dai disastri climatici, sia giunto il momento di prendere in considerazione uno strumento capace di agire in anticipo per finanziare misure preventive volte a ridurre il costo dei cambiamenti climatici in termini ambientali e finanziari.

 
  
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  Péter Olajos, a nome del gruppo PPE-DE. (HU) Grazie, signor Presidente. Vorrei innanzi tutto unirmi agli onorevoli colleghi nel congratularmi con l'onorevole Seeber per l'esperienza e l'impegno profusi, che meritano di essere riconosciuti. La questione di oggi, devo dire, è di estrema importanza. Il 90 per cento del mio paese, l'Ungheria, è minacciato dalla siccità. La regolarità con cui questo fenomeno si è manifestato negli ultimi anni ha colpito molto duramente l'agricoltura ungherese, provocando danni per oltre un miliardo di euro solo lo scorso anno. La siccità non è un problema circoscritto agli Stati meridionali: in Ungheria ha provocato enormi problemi, nonostante il paese sia attraversato dal Danubio e dalla Tisza, rispettivamente il primo e il settimo corso d’acqua in ordine di grandezza in Europa. Ciononostante, l'area di centinaia di chilometri che si estende tra i due fiumi ha cominciato a mostrare segni di desertificazione in costante accelerazione. Questa situazione è sintomatica della necessità dell’Unione europea di un programma di gestione idrica transnazionale e perciò accolgo con favore la relazione, che sta a indicare la decisione dell'UE di passare all'azione nella lotta contro la desertificazione.

Ieri, su mia proposta, la commissione per i bilanci ha approvato un progetto pilota per l'assistenza nel controllo della desertificazione. Tuttavia, dobbiamo tutti dare il nostro contributo a favore di pratiche agricole efficienti e di una gestione sovrannazionale delle risorse idriche. Sono importanti anche le misure da adottare per la razionalizzazione del consumo idrico generico da parte della popolazione. Per effetto dei cambiamenti climatici, i periodi di carenza idrica probabilmente si intensificheranno e ogni singola goccia d'acqua che evapora produrrà conseguenze.

Consentitemi infine di segnalare la questione della responsabilità globale. Il progressivo incremento dinamico della popolazione mondiale mette sotto pressione l'industria, l'agricoltura e la disponibilità di risorse idriche nei paesi in via di sviluppo, per cui l'Europa deve rivalutare le proprie riserve. E' nostro compito e nostra responsabilità preservare e incrementare le nostre riserve idriche. Grazie.

 
  
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  Edite Estrela, a nome del gruppo PSE.(PT) A nome del gruppo socialista al Parlamento europeo, vorrei ringraziare il relatore per il lavoro svolto. La relazione oggetto della discussione è un documento importante e contiene proposte adeguate sulla strategia con cui l'Unione europea può affrontare la questione della carenza idrica e della siccità. Non si tratta di un problema nuovo, ma la situazione è ora più grave e maggiormente diffusa: nel 2003 la siccità ha coinvolto oltre 100 milioni di persone e un terzo del territorio dell'UE, con costi pari a 8,7 milioni di euro per l'economia europea. La carenza idrica non colpisce più soltanto l'Europa meridionale, ma il suo impatto è già evidente nei paesi dell'Europa centrale e settentrionale, come già detto, e i cambiamenti climatici stanno peggiorando la situazione.

L'Unione europea deve adottare misure urgenti per risolvere le questioni dell’eccessivo consumo idrico e dello spreco di acqua. Secondo i dati dell'Agenzia ambientale europea, l’Europa dispone di un enorme potenziale per il risparmio idrico: si potrebbe risparmiare infatti il 40 per cento circa dell'acqua utilizzata. In Europa, inoltre, almeno il 20 per cento dell'acqua continua ad andare sprecato a causa dell'inefficienza. Alla luce di questi dati, gli emendamenti da me presentati e adottati dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare sul riciclaggio delle acque reflue e la desalinizzazione, sono pienamente giustificati. Inoltre, poiché le perdite delle condutture sono responsabili di grandi sprechi, ho proposto di permettere agli Stati membri possano usufruire dei fondi strutturali per migliorare e ammodernare le infrastrutture e le tecnologie esistenti. È impossibile sviluppare una cultura del risparmio idrico senza coinvolgere i cittadini e bisogna quindi sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere campagne d'informazione. L'acqua è un bene pubblico, eppure è una risorsa scarsa. Dobbiamo tutti contribuire a ridurre i consumi e combattere gli sprechi, al fine di renderla accessibile a tutti a un prezzo equo.

Prima di concludere, vorrei chiedere al Consiglio e alla Commissione quando saranno resi più flessibili i meccanismi a supporto del fondo di solidarietà. Visto che la siccità è un fenomeno naturale anomalo con ripercussioni gravi e durature sulle condizioni di vita e sulla stabilità socio-economica delle regioni colpite, sarebbe utile se il fondo sostenesse situazioni di natura regionale e se diventassero eleggibili i danni a soggetti pubblici e privati.

 
  
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  Anne Laperrouze, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, la vivace discussione che si è svolta recentemente a proposito dell'energia, dimostra che si tratta di una risorsa preziosa e di una necessità essenziale. E per quanto riguarda l'acqua? È una risorsa ancor più preziosa: sappiamo tutti quanto sia scarsa nei paesi in via di sviluppo. E qual è la situazione in Europa? Anche per l'Europa, l'acqua è una risorsa preziosa. Dobbiamo porre fine agli sprechi e conservarla.

La relazione che domani verrà messa ai voti è esauriente e affronta aspetti tecnici, quali le perdite della rete di distribuzione, nonché politici e sociali, quali l’impiego e la crescente sensibilità dell'opinione pubblica verso l'uso efficiente dell'acqua. Quando si parla di acqua, abbiamo una responsabilità sia individuale che collettiva. La relazione affronta anche i problemi legati alla carenza idrica e alla siccità, e le relative conseguenze nell'immediato e nel lungo periodo nel contesto dei cambiamenti climatici.

Vorrei sottolineare l'importanza della condivisione delle buone prassi, dal momento che l'Europa è colpita dalla carenza idrica o dalla siccità, a diversi livelli, e le esperienze concrete di tutte le regioni sono pertanto essenziali per tentare di evitare o risolvere tali fenomeni. Ritengo inoltre che sia possibile trarre lezioni utili sia dalle buone che dalle cattive prassi.

Mi rallegro inoltre che sia stato stabilito un nesso tra la disponibilità e la qualità dell'acqua: quest'ultimo aspetto riveste particolare importanza per il Parlamento, come dimostrato dai documenti sugli standard di qualità ambientale e dell'attuale discussione sui pesticidi.

La soluzione al problema della carenza idrica passa attraverso numerosi canali: dobbiamo incentivare la ricerca e l'innovazione, migliorare gli impieghi tecnici e agricoli e modificare i comportamenti del singolo. Dobbiamo agire subito e sfatare il detto comune per cui si comprende quanto sia prezioso ciò che si ha solo dopo averlo perduto.

 
  
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  Marie Anne Isler Béguin, a nome del gruppo Verts/ALE. (FR) Signor Presidente, signor Commissario, vorrei anch'io ringraziare il relatore per il lavoro svolto. Possiamo soltanto ribadire che l'acqua è diventata una risorsa preziosa e rara.

Dal relatore abbiamo appreso che 3,2 miliardi di abitanti di questo pianeta potrebbero essere colpiti dalla carenza idrica. Sappiamo che l'Europa non è immune a questo rischio e pertanto dovremmo fare tutto il possibile per conservare questa scarsa risorsa. L'acqua è un bene condiviso ed è un peccato che alcuni dei miei emendamenti non siano stati accolti dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.

E’ per tale motivo che mi rivolgo direttamente alla Commissione: mi auguro che in occasione della riforma della PAC, rivedremo anche certe tecniche di coltivazione. Mi riferisco principalmente a quei metodi d'irrigazione inadatti a certe regioni europee e che devono essere accantonati se vogliamo porre fino allo spreco idrico.

È un peccato che non sia stato preso in considerazione l'emendamento relativo al raffreddamento delle centrali nucleari, perché nel mio paese, in Francia, in periodo dell’anno quando il livello dei fiumi è particolarmente basso, le centrali nucleari devono essere chiuse o raffreddate tramite irrigatori. È una situazione assurda e tremendamente pericolosa per i cittadini.

 
  
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  Kartika Tamara Liotard, a nome del gruppo GUE/NGL. – (NL) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto esprimere un sentito ringraziamento all'onorevole Seeber. Qui, molti di noi credono che l'acqua potabile abbia questo aspetto. Devo ricordare che in moltissimi paesi, il bicchiere è vuoto. Sono molte le persone che non hanno acqua come questa, o non ne hanno affatto.

Le discussioni sulla carenza di petrolio sono particolarmente accese e talvolta mi domando perché non avvenga lo stesso anche per l'acqua. Dopotutto, si tratta di una questione di vita o di morte. La popolazione mondiale è in costante aumento, mentre la disponibilità di acqua potabile si sta riducendo. La carenza idrica affligge persino l’Europa. Il fenomeno comprende la cosiddetta carenza "nascosta", come nel caso, per esempio, in cui venga sospesa la fornitura di acqua potabile alle abitazioni. Questo può avvenire per diversi motivi, quali ad esempio l'inadeguatezza dei sistemi igienici, la liberalizzazione strisciante dei servizi pubblici, l'utilizzo di pesticidi e fertilizzanti artificiali e l'allevamento intensivo di bestiame. Forse non tutti sanno che per produrre 100 grammi di carne bovina sono necessari 2 400 litri d'acqua.

La comunicazione della Commissione si concentra soprattutto sul risparmio idrico. Per quanto mi riguarda, è tutta fatica sprecata, visto che per risolvere i problemi che ho appena menzionato bisognerebbe agire alla fonte. Serve innanzi tutto investire – in tutta Europa e non solo – in adeguati sistemi igienici e di depurazione dell'acqua, oltre a introdurre un utilizzo più attento dei pesticidi, considerare l'impatto dell'allevamento intensivo sulla gestione delle acque e adottare misure per contrastare i cambiamenti climatici.

L'accesso all'acqua potabile è un diritto civile di tutti. Il problema non è tanto la disponibilità o meno di una quantità sufficiente potabile della risorsa, quanto la sua distribuzione, l'inquinamento che si potrebbe evitare e la corsa alla privatizzazione. Tanto per fare un esempio, nel Regno Unito la privatizzazione ha determinato un improvviso e marcato rincaro delle tariffe e un aumento nel numero di famiglie che si sono viste sospendere la fornitura idrica. È una vergogna. Sostengo la necessità di riservare la fornitura di acqua potabile unicamente al settore pubblico.

 
  
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  Johannes Blokland, a nome del gruppo IND/DEM.(NL) Signor Presidente, la carenza idrica e la siccità colpiscono in particolare le regioni meridionali dell'Unione europea e sono determinate da cause sia climatiche che umane. Anche il turismo mette a dura prova le risorse idriche, soprattutto nei paesi dove la situazione è già critica. I risultati di una ricerca svolta dall'IPCC hanno dimostrato che nei prossimi anni i rischi non potranno che aumentare. Dobbiamo pertanto evitare che la situazione delle risorse idriche peggiori ulteriormente.

A mio parere, la relazione lancia un segnale positivo: l'utilizzo efficiente dell'acqua è un elemento essenziale nella lotta alla carenza idrica e alla siccità. In particolare, vorrei sottolineare il principio impiegato per stabilire il prezzo dell'acqua, proposto nella relazione. Diversi Stati membri hanno maturato esperienze positive in questo senso. Sono lieto che la relazione si ricolleghi alla direttiva quadro in materia di acque. Credo sia l'ambito giusto in cui affrontare i problemi della carenza idrica e della siccità. Infine, voglio complimentarmi con il relatore, l'onorevole Seeber, per l'ottimo lavoro svolto.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI).(DE) Signor Presidente, finché le risorse idriche rimarranno sotto la sovranità esclusiva degli Stati membri e né l'UE né la Corte di giustizia delle Comunità europee avranno modo di intervenire, ha certamente senso parlare di una strategia comune per combattere la carenza idrica.

Ha senso, tuttavia, soltanto se il problema viene affrontato in maniera esauriente e dedicandosi a questioni legate da un rapporto causa/effetto, come l'esplosione demografica e i cambiamenti climatici. Il settore agricolo – responsabile del 70 per cento del consumo idrico mondiale – presenta indubbiamente un enorme potenziale per il risparmio idrico. Ciononostante, anche l'Unione europea ha dato il proprio contributo agli sprechi idrici imponendo il collegamento e l'utilizzo dei sistemi di canalizzazione.

Per giunta, la scarsità idrica esistente viene spesso acuita da decisioni infelici, com'è avvenuto a Cipro, dove i cittadini pagano con il razionamento dell'acqua la decisione di costruire nuovi campi da golf, nonostante le croniche carenze idriche.

Quando si tratta di acqua – una risorsa essenziale per la vita – dobbiamo essere più attenti e reattivi, ma ciò non deve mai tradursi nel tentativo di imporre benefici di dubbio valore agli Stati membri, come è invece tipico delle istituzioni europee.

 
  
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  Antonio De Blasio (PPE-DE). - (HU) Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, la questione della carenza idrica e della siccità è uno dei problemi più urgenti per l'Unione europea e – trattandosi di un tema complesso, strettamente legato ad altre problematiche ambientali – va regolamentato tenendo sempre presente questa correlazione. L'utilizzo dell'acqua non è limitato a una determinata area geografica: è una questione transfrontaliera e in quanto tale richiede una regolamentazione a livello comunitario. L'importanza della natura transfrontaliera della gestione idrica deve essere rimarcata. Le condizioni che portano alle inondazioni e causano gravi danni sono strettamente legate alla diffusa pratica del disboscamento; in altri termini, la deforestazione causa, da una parte, inaridimento e abbandono dei terreni e, dall'altra, devastanti inondazioni.

È importante sottolineare che nel campo della gestione idrica va mantenuto il principio di sussidiarietà. Il ruolo delle autorità locali e regionali e degli organi elettivi deve essere rafforzato, tali poiché si tratta di enti che possono contribuire in modo significativo al contenimento delle difficoltà legate alla carenza idrica e alla siccità attraverso le norme sull'utilizzo dei terreni e sull'edilizia.

Oltre agli enti regionali e locali, dobbiamo tenere in considerazione anche le organizzazioni civili, che costituiscono un fattore importante per l'istruzione e le campagne pubblicitarie, un ruolo che in futuro andrebbe sostenuto. È fondamentale organizzare campagne di incentivazione e mediatiche, poiché questi canali possono non soltanto dare risalto ai problemi, ma possono anche far vedere ai cittadini come vengono messe in pratica idee e proposte.

Vorrei inoltre sottolineare l'importanza di garantire agli Stati membri una certa flessibilità che consenta di regolamentare altre questioni legate all'irrigazione e alla gestione idrica in base a particolari esigenze. Le autorità normative dei diversi livelli devono collaborare alla creazione di un quadro sostenibile per la gestione idrica. Ringrazio l'onorevole Seeber per l'impegno profuso in questa relazione e voi tutti per l'attenzione.

 
  
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  Cristina Gutiérrez-Cortines (PPE-DE).(ES) Signor Presidente, accolgo con favore la presentazione di un documento sull'acqua, seppure ritengo che, purtroppo, a causa delle questioni legate ai cambiamenti climatici, si limiti a una visione parziale ed estremamente specifica della questione, ossia il risparmio idrico.

Ciononostante, apprezzo diversi punti evidenziati e ampliati dall'onorevole Seeber sulla base del documento presentato dalla Commissione, affermando chiaramente che l'acqua è un diritto di tutti – acqua per tutti – e che dobbiamo tenere presente la necessità di una collaborazione più stretta tra le regioni. Non credo comunque che questo fenomeno sia attuale, in questo momento, benché rappresenti un'ottima lezione per chi pensa che l'acqua sia proprietà di chi ha un corso d'acqua nel cortile di casa propria.

Devo dire, tuttavia, che ritengo necessario cominciare a ragionare sulla questione idrica e dei cambiamenti climatici da un punto di vista complessivo. Al momento, esistono tre problematiche al mondo: la fame e la scarsità di cibo, i cambiamenti climatici, e la siccità, un problema che esiste da secoli.

L'incremento delle risorse è un punto essenziale che qui non viene affrontato. Dobbiamo moltiplicare le risorse esistenti e la questione compare soltanto negli emendamenti presentati dal Parlamento. Accanto alla desalinizzazione, dovremo tornare a regolamentare i fiumi e pensare a nuove tecnologie e a un nuovo paradigma idrico, che preveda l’impegno necessario a garantire che l'acqua rimanga sul territorio: attraverso il rimboschimento, con taniche per recuperare l'acqua, con la ricarica delle falde acquifere durante le inondazioni e altre misure.

Dobbiamo inoltre elaborare una strategia agricola per ottenere prodotti in grado di generare la stessa massa vegetale prodotta ora, ma puntando su nuove coltivazioni che richiedono una minore quantità d'acqua. Per lo stesso motivo, dobbiamo parlare di un'economia dell'acqua, poiché non è soltanto una questione di rincari, come si è detto prima, o di prezzi reali, quanto di una più complessa economia dell'acqua.

Serve pertanto una strategia per l'agricoltura e per i consumi, il trattamento dei terreni, la regolamentazione dei fiumi e, se sarà necessario, si provvederà anche a deviare l'acqua. Ciò che conta è che il mondo continui a essere sostenibile, pensando alle persone e all'economia.

 
  
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  Inés Ayala Sender (PSE).(ES) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto ringraziare la Commissione per aver finalmente presentato un documento relativo al problema della siccità e della carenza idrica, come da tempo richiesto da quest'Aula. Alcuni casi di gravi inondazioni sono stati affrontati in maniera che abbiamo reputato corretta e sufficiente, ma si è sempre dimenticato che in altre zone la siccità sta diventando un problema strutturale e che la questione della carenza idrica ha non solo conseguenze di tipo sociale ma anche economico, con un effetto ancora maggiore su tutti gli aspetti della sostenibilità.

Devo congratularmi con il relatore, l'onorevole Seeber, per l'eccellente lavoro svolto e ringraziarlo per l'attiva partecipazione e per aver presenziato alle discussioni della Giornata europea per l'ambiente all'Esposizione internazionale 2008 nella mia città, Saragozza.

Devo ringraziarlo perché all'Esposizione, per il tramite dell'onorevole Seeber, l'Unione europea ha potuto esprimere la propria preoccupazione per la sostenibilità idrica e illustrare le esigenze e i problemi da affrontare, dal punto di vista dell'Unione e del Parlamento europeo.

Devo dire inoltre che ora sappiamo che il problema della carenza idrica è strettamente legato al ciclo della lotta contro i cambiamenti climatici, poiché il disboscamento selvaggio e lo sviluppo urbano contribuiscono ad aggravare il problema. Le autorità interessate devono pertanto prestare attenzione a considerazioni legate all'utilizzo dell’acqua nella pianificazione della destinazione del suolo, soprattutto per quanto attiene allo sviluppo di attività economiche nei bacini idrografici sempre più sensibili.

A questo proposito, come propone la Commissione in linea di principio, sosteniamo l'elaborazione di una gerarchia degli impieghi delle risorse idriche e, come affermato dalla relazione Seeber, ovviamente non riteniamo che la deviazione dell'acqua su lunghe distanze rappresenti, in qualunque caso, la soluzione al problema della carenza idrica.

Il nostro punto di riferimento dovrebbe anzi essere sempre la corretta applicazione della direttiva quadro in materia di acque, come testo di riferimento per assicurare uno status soddisfacente a tutte le risorse idriche europee, nel rispetto dei bacini idrografici e come obiettivo per il miglioramento della qualità.

Come giustamente evidenziato dalla relazione Seeber, le perdite arrivano al 50 per cento nelle città e al 20 per cento in Europa nel suo complesso. Tramite vari meccanismi e tecnologie e nuove forme di risparmio ed efficienza idrica, sarebbe possibile risparmiare il 40 per cento.

A tale scopo, è necessario promuovere un utilizzo sostenibile delle risorse idriche, la tutela di quelle disponibili e il loro utilizzo efficiente e sostenibile.

Accogliamo pertanto le proposte di mantenere l'Osservatorio europeo della siccità all'interno del quadro di riferimento dell'Agenzia europea dell’ambiente e di creare una rete di città per stimolare l'impiego sostenibile delle risorse idriche.

 
  
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  Rolf Berend (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, includere la questione delle risorse idriche in tutti gli ambiti della politica ed elaborare un piano di vasta portata per affrontare questa problematica sono vere e proprie sfide che devono essere portate a termine con successo, come già chiaramente dimostrato nel corso della discussione odierna. Questo processo deve coinvolgere la politica a tutti i livelli: nazionale, regionale e locale.

In qualità di relatore per il fondo di solidarietà e in considerazione del fatto che il Parlamento aveva già preso posizione nel maggio 2006, invito nuovamente il Consiglio a prendere una decisione in tempi brevi riguardo alla proposta di un regolamento per il fondo di solidarietà UE, al fine di completare l'elaborazione di criteri e misure ammissibili per i finanziamenti includendo l'incidenza della siccità, in modo che i danni provocati da catastrofi naturali possano essere affrontati in maniera efficiente, flessibile e più adeguata.

Mi rivolgo in ogni caso anche alle autorità regionali e locali, affinché sfruttino al meglio le opportunità offerte dal fondo strutturale per investire in infrastrutture destinate allo sfruttamento efficiente delle risorse idriche e alla prevenzione di effetti negativi nello sforzo di tutelare tali risorse. E’ superfluo ripetere la necessità di un ulteriore appello – rivolto ai cittadini sia delle aree urbane che rurali – a considerare con maggiore serietà le misure volte a preservare le risorse idriche.

Ringrazio il relatore.

 
  
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  Zita Pleštinská (PPE-DE). - (SK) L'acqua è vita. Senza acqua, la vita sulla Terra non esisterebbe. La pioggia è un dono di Dio che va gestito in maniera responsabile: non possiamo permettere che un dono divino finisca negli scarichi; dobbiamo utilizzarlo per nutrire la terra, perché doni nuova vita.

Ogni anno, attraverso fognature e condutture di drenaggio, le città europee scaricano nei mari e negli oceani oltre 20 miliardi di m3 d'acqua. È questo il vero motivo per cui le risorse idriche del continente europeo si stanno esaurendo: l'acqua piovana, in tutte le sue forme, è la fonte di tutta quella presente sui continenti.

Accolgo con favore l'impegno dimostrato dal relatore, l'onorevole Seeber, nel cercare soluzioni ai problemi della carenza idrica e della siccità nell'Unione europea. Mi aspettavo tuttavia una relazione un po' più ambiziosa. Soltanto al paragrafo 48 – inserito nella relazione in seguito alla mia proposta alla commissione per lo sviluppo regionale – il documento affronta la necessità di raccogliere l'acqua piovana, e tocca comunque l'argomento soltanto in maniera marginale.

Ritengo che il nuovo paradigma idrico, elaborato dall'équipe di scienziati cechi e slovacchi guidata da Michal Kravčík, ispirerà anche il nostro relatore e in futuro modificherà la direttiva quadro in materia di acque. Mi risulta che anche il commissario Špidla abbia espresso il proprio sostegno a questa proposta e al programma.

 
  
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  Avril Doyle (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare l'onorevole Seeber per l'impegno dimostrato verso questo argomento tanto importante. Sono pienamente a favore della proposta di un'economia che persegue l'utilizzo efficiente e il risparmio delle risorse idriche e naturalmente anche della piena applicazione della direttiva quadro in materia di acque, alla quale mi sono a lungo dedicata anni fa, quando era relatrice la collega austriaca, l'onorevole Flemming.

In effetti, il contenuto dell'articolo 9 della direttiva quadro sulle acque – sul quale stasera vorrei attirare la vostra attenzione – è il risultato di un emendamento da me presentato alla bozza originale. Vorrei che la Commissione assicurasse che eventuali proposte sulle tariffe idriche o la misurazione obbligatoria dei consumi idrici saranno espresse in conformità all'articolo 9, che consente di proseguire la pratica, già consolidata in Irlanda, di non addebitare alle famiglie i consumi domestici.

Vi prego di non chiedermi di giustificare in questa sede la sostenibilità di questa prassi, ma credetemi quando dico che si tratta di una questione politica estremamente sensibile che, se posso suggerirlo, sarà gestita meglio dai governi irlandesi che non da una direttiva europea. L'Irlanda è un'isola dell'Europa occidentale dal clima piovoso, ma se consideriamo gli effetti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche anch'essa deve far fronte a casi di carenza.

 
  
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  Csaba Sándor Tabajdi (PSE). - (HU) Il cibo e l'acqua hanno assunto la stessa valenza strategica del petrolio e del gas. A situazioni di carenza idrica, si susseguono improvvise inondazioni e alluvioni. Si tratta di un problema che tocca tutta l'Europa e la relazione Seeber acquista grande importanza in questo senso. Vorrei apportare una modifica alla proposta dell'onorevole Herranz García, perché ritengo sia necessaria non solo una posizione comune europea sui casi di inondazione, ma anche sulla gestione delle risorse idriche, poiché inondazioni e alluvioni rappresentano un problema grave quanto la siccità; i membri della commissione sanno perfettamente che non esiste una singola base europea per la gestione dei rischi in questo senso. La questione della siccità va affrontata e non soltanto nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L'onorevole Olajos ha fatto notare che il livello del suolo si è ridotto di quattro metri a Homokhátság, tra il Danubio e la Tisza, negli ultimi quarant'anni. La desertificazione comincia a interessare l'Ungheria e l'Europa centrale. È un problema che riguarda tutta l'Europa. Abbiamo molto da imparare dai colleghi israeliani – non mi vergogno ad ammettere di dover imparare – che hanno adottato ottimi metodi di irrigazione. Vi ringrazio per l'attenzione.

 
  
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  Andrzej Jan Szejna (PSE).(PL) Signor Presidente, la tutela delle risorse idriche, degli ecosistemi acquatici e dell'acqua potabile è uno dei pilastri della protezione ambientale. Per tutelare efficacemente questa preziosa risorsa serve un'iniziativa coordinata a livello comunitario. I tre punti critici che l'Europa deve affrontare sono il consumo oculato, sostenibile ed efficace delle risorse idriche.

Oltre ai cambiamenti climatici l'Europa deve far fronte anche ad altre problematiche. Nonostante la crescente domanda di acqua, ancora non è stato risolto il problema di un consumo idrico eccessivo, insostenibile e inefficiente, che aumenta a ritmo quasi doppio rispetto alla popolazione mondiale. Nella stessa Europa, almeno il 20 per cento delle risorse viene sprecato con una gestione inefficiente. La preferenza va quindi accordata a sistemi per regolamentare la domanda, anziché al classico incremento dell'offerta, che dovrebbe essere preso in considerazione soltanto una volta sfruttato a pieno il potenziale legato alla gestione più parsimoniosa delle risorse idriche, a un migliore controllo della domanda e a iniziative di tipo educativo. Anche la cooperazione regionale e il ricorso ai fondi strutturali possono rivestire un ruolo tutt'altro che marginale.

 
  
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  Vladimír Špidla, membro della Commissione. (CS) Signor Presidente, onorevoli deputati, desidero ringraziarvi per aver dato vita a una discussione sulla gestione delle risorse idriche e le problematiche ad esse legate, dalla quale sono emersi diversi punti di vista. Non risponderò agli oratori in modo individuale, ma vorrei comunque affrontare una serie di questioni contenute nella relazione che considero particolarmente rilevanti. La relazione riconosce innanzi tutto l'importanza della direttiva quadro sulle acque, la cui piena applicazione costituisce un obiettivo prioritario per contribuire a risolvere il problema della gestione insoddisfacente delle risorse idriche. La relazione sottolinea inoltre che è preferibile intervenire sulla domanda e approva l’inclusione del risparmio idrico tra le priorità della Commissione nell'affrontare questo problema. L'Europa ha un enorme potenziale per il risparmio idrico, pari al 33 per cento nelle abitazioni e al 43 per cento nell'agricoltura.

La relazione evidenzia il rapporto tra cambiamenti climatici, carenza idrica e siccità, da una parte, e la necessità che altre politiche tengano in considerazione le questioni legate alle risorse idriche, come nel caso della pianificazione della destinazione d'uso del territorio, poiché in passato, in alcuni casi scelte discutibili non hanno fatto che aggravare il problema. La relazione invita inoltre gli enti regionali e locali a cogliere le opportunità offerte dai fondi strutturali e sottolinea il ruolo dei programmi ambientali nel quadro del secondo pilastro della politica agricola comune. Tale integrazione costituirà una priorità nel passaggio a pratiche volte a favorire il risparmio idrico.

La relazione riconosce l'importanza della qualità dell'informazione e invita la Commissione a promuovere l'entrata in funzione dell'Osservatorio europeo sulla siccità. In risposta a questa comunicazione, il Centro comune di ricerca della Commissione sta attualmente elaborando un proprio progetto pilota.

La relazione sottolinea infine la necessità di misure precise e di un calendario concreto per la loro attuazione. Posso assicurare che la Commissione intende elaborare ulteriormente gli obiettivi presentati nella comunicazione e attualmente sta preparando una relazione per valutare i progressi compiuti nella risoluzione dei problemi. La Commissione è inoltre pienamente impegnata a portare avanti la risoluzione di queste problematiche a livello internazionale, in particolare attraverso la Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Signor presidente, onorevoli deputati, per concludere vorrei dire che le questioni legate alle risorse idriche continueranno a essere al centro del nostro programma politico e la relazione fornisce un contributo molto utile e puntuale agli sforzi profusi dalla Commissione per affrontare l'adattamento ai cambiamenti climatici.

Onorevoli deputati, credo che la discussione abbia chiaramente dimostrato che la gestione delle risorse idriche è una questione complessa e non posso che essere d'accordo con quest'Aula nel sostenere che deve essere integrata in tutte le politiche e che i suoi numerosi aspetti sono di estrema rilevanza anche a livello internazionale.

 
  
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  Richard Seeber, relatore. (DE) Grazie, signor Presidente, signor Commissario e onorevoli deputati per il vostro positivo contributo. Vorrei dire innanzi tutto che la sovranità sulle risorse idriche deve continuare a essere una prerogativa nazionale. Ad ogni modo, siamo chiamati a dare una dimostrazione di solidarietà, seppure su base volontaria.

I deputati hanno avanzato numerose proposte positive e dettagliate; ho preso nota soltanto di alcune di esse, per la semplice ragione che si trattava di una relazione d'iniziativa e doveva pertanto rimanere generica e illustrare principi generali. Sono ansioso di vedere il documento che la Commissione presenterà – mi auguro – nelle prossime settimane, ossia il Libro verde sull'adattamento ai cambiamenti climatici, che tutti attendiamo impazienti, perché sappiamo che la sezione "Adattamento ai cambiamenti climatici" riguarderà principalmente le risorse idriche. Siamo ansiosi di conoscere le proposte concrete della Commissione.

Vorrei ricordare che dal mio punto di vista l'integrazione è fondamentale: è essenziale che la politica sull'acqua rientri in tutti gli altri orientamenti politici, come sottolineato dall'onorevole Berend. I fondi europei non devono essere impiegati in modi che contribuiscano a creare, a breve o a lungo termine, carenze idriche. Tutti devono comprendere – e a tale proposito dobbiamo sensibilizzare l'opinione del mondo politico ed economico, nonché i cittadini – che l'acqua non è una risorsa illimitata. L'onorevole Doyle ha parlato delle tariffe idriche. La questione è chiarissima: va applicato l'articolo 9, ma gli Stati membri hanno ampio spazio di manovra e la necessaria flessibilità, e vanno tenute in considerazione anche le singole tradizioni.

Sono favorevole anche alle misure sul fronte della domanda, seppure ritengo vada preso in considerazione anche l'aspetto dell'offerta, come ha evidenziato la collega spagnola. Esistono particolari situazioni che vanno risolte agendo proprio sull'offerta.

Vorrei infine porgere un sentito ringraziamento a tutti per aver dato vita a una discussione stimolante.

 
  
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  Presidente . − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)

 
  
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  Louis Grech (PSE), per iscritto. – (EN) La carenza idrica è una preoccupazione crescente per tutte le nazioni, ma sono in genere le regioni più povere a risentire degli effetti più gravi, che causano seri problemi di ordine ambientale ed economico. In ragione della posizione geografica e delle attività economiche predominanti, alcuni paesi ne sono colpiti più di altri, come quelli che si affacciano sul Mediterraneo, in cui la carenza idrica si traduce in un serio problema a causa dei rischi che pone al comparto del turismo. La tutela dell'acqua, in quanto risorsa scarsa, è un elemento essenziale per la protezione dell'ambiente e lo sviluppo economico.

L'elaborazione di una politica di maggiore coesione per quanto riguarda il consumo idrico, l'istruzione e l'integrazione delle politiche è una misura necessaria a livello europeo per assicurare la tutela efficace e responsabile dell'offerta idrica e dell'ambiente negli Stati membri. Va inoltre intensificata l'attività di ricerca sugli impianti di desalinizzazione e sulle tecnologie per il riciclo delle acque per pervenire a un sistema più economico ed efficiente.

Inoltre, nella stessa Unione europea, o almeno in alcuni Stati membri, serve una legislazione migliore e più severa per intervenire contro gli abusi e l'inquinamento delle falde freatiche. In alcune regioni dovrebbe inoltre essere promossa l'assegnazione di fondi strutturali a sostegno di progetti sulle acque. E’ estremamente importante che assicurarsi che tutti i soggetti coinvolti della nostra società, i politici, il mondo dell'industria e gli stessi consumatori credano in questo obiettivo prioritario e siano in condizione di prendere decisioni informate.

 
  
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  Marian-Jean Marinescu (PPE-DE), per iscritto. – (RO) I cambiamenti climatici possono sortire effetti irreversibili su tutte le risorse idriche del pianeta: è pertanto fondamentale adattare tutti gli aspetti della vita socio-economica alla lotta contro le conseguenze della carenza idrica.

Il quadro normativo europeo e quello internazionale costituiscono strumenti validi, ma rimane tuttavia necessario compiere progressi concreti in termini di rapida applicazione di tutte le misure approvate, in particolare di quelle previste dalla Convenzione contro la desertificazione e dalla direttiva quadro sulle acque, caso poiché la loro attuazione tardiva metterebbe a repentaglio la sostenibilità delle risorse.

Invito la Commissione e gli Stati membri a coinvolgere attivamente tutti gli enti autorizzati e le autorità locali per accelerare processi di tariffazione dei consumi idrici che siano trasparenti e coerenti, sulla base del principio "chi usa paga" ed eliminando le perdite dal sistema.

Raccomando inoltre di sollecitare l'attuazione di misure concrete finalizzate all'impiego razionale dei bacini idrografici, soprattutto laddove vi siano impianti idroelettrici e in quei fiumi impiegati per il raffreddamento delle centrali nucleari. Un utilizzo irrazionale, unito al marcato calo della portata dei corsi d'acqua, potrebbe infatti determinare la chiusura di molti impianti per la produzione di elettricità pulita e sbilanciare la produzione di energia elettrica europea, con gravi rischi per la sicurezza energetica dell'Unione.

 
  
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  Maria Petre (PPE-DE), per iscritto. – (RO) Ho voluto intervenire perché sono originaria del sud della Romania, una regione colpita dal grave problema della siccità negli ultimi due anni.

L'episodio più recente, del 2007, ha interessato oltre l'80 per cento delle aziende agricole della mia regione, il distretto di Ialomiţa. Credo che il fenomeno possa essere arginato e che sia possibile conseguire i risultati che tutti auspichiamo se esaminiamo il problema anche dal punto di vista dello sviluppo regionale. Gli Stati membri devono agire con cautela rispetto ai bacini idrografici che registrano una mancanza idrica, ma devono prestare ancor più attenzione nell'autorizzare attività economiche in quelle stesse aree sensibili.

Quando si assegnano fondi per le infrastrutture idriche, la priorità dovrebbe essere accordata a quei progetti che prevedono tecnologie pulite, un impiego efficiente delle acque e misure di prevenzione del rischio.

Credo inoltre che sia la Commissione che gli Stati membri debbano promuovere in Europa l'emergere di una cultura basata sul risparmio idrico e regole di gestione acquisite attraverso l'istruzione.

La carenza idrica è una delle nuove sfide. Ad oggi, ha interessato l'11 per cento della popolazione europea e il 17 per cento del territorio dell'Unione europea ed è una questione che la politica di coesione deve affrontare.

Per concludere, vorrei toccare un ultimo aspetto che reputo urgente, se vogliamo davvero ottenere dei risultati: è necessario ottimizzare l'impiego del Fondo di solidarietà e del meccanismo comunitario di protezione civile.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (PSE), per iscritto. – (RO) Carenza idrica e siccità sono diventati problemi della massima importanza sia per l'Unione europea che a livello globale, specie nel contesto dei cambiamenti climatici, che hanno aggravato la situazione. Tali fenomeni si ripercuotono anche sulla biodiversità, sulla qualità del suolo e delle acque e aumentano il rischio di incendi boschivi, come dimostrato dai recenti casi nel sud dell'Europa.

Nelle regioni europee sudorientali, gli incentivi erogati dalla politica agricola comune hanno determinato un incremento del consumo idrico, motivo per cui è necessario sostenere la sospensione integrale dei finanziamenti e promuovere la gestione delle risorse idriche nell'ambito di programmi di sviluppo rurale. Il continuo aumento della domanda di biocarburanti ci costringe inoltre ad adeguare la produzione e le altre attività economiche alla quantità di acqua disponibile a livello locale.

Per risolvere questi problemi, la priorità è passare a un utilizzo efficiente delle risorse e al risparmio idrico. L'introduzione di costi aggiuntivi per stimolare l'impiego razionale dell'acqua, il conseguimento degli obiettivi previsti dalla direttiva quadro sulle acque e la correlazione con le politiche idriche di altri settori dovrebbero tradursi in iniziative da realizzare in futuro.

 
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