Presidente. - L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0404/2008), presentata dall’onorevole Angelilli, a nome della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un programma comunitario pluriennale per la protezione dei minori che usano Internet e le altre tecnologie di comunicazione [COM(2008)0106 – C6-0092/2008 – 2008/0047(COD)].
Roberta Angelilli, relatrice. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio ringraziare la Commissione, la Presidenza francese e i colleghi del Parlamento, innanzitutto i relatori per parere, per l'impegno ad elaborare un testo di compromesso in prima lettura che consentirà di fare entrare in vigore il programma Safer Internet nei tempi previsti, cioè a decorrere dal 1° gennaio 2009.
Il nuovo programma, per i minori che utilizzano Internet ed altre tecnologie di comunicazione, come è noto sarà articolato in quattro linee d'azione principali: la riduzione dei contenuti illegali o nocivi e il contrasto dei comportamenti dannosi on-line; la promozione di un ambiente on-line più sicuro, anche attraverso strumenti tecnologici ad hoc; informazione, partecipazione e prevenzione per sensibilizzare il pubblico sulle opportunità e sui rischi connessi all'uso delle tecnologie on-line ed infine la creazione di una base di conoscenze per favorire la collaborazione, lo scambio di buone pratiche ed informazioni a livello internazionale.
I dati parlano chiaro e lo sa bene la Commissaria Reding: l'età dei minori che accedono ad Internet si è notevolmente abbassata. Già a partire dai 9 e 10 anni i bambini si connettono ad Internet più volte in una settimana e nell'età compresa tra i 12 e 15 anni, il 75% dei minori europei usa quotidianamente Internet per circa tre ore: comunicano attraverso le chat, i messaggi e i siti di social network.
Ovviamente lo scopo del programma non certo quello di criminalizzare Internet in una visione catastrofista delle nuove tecnologie, tutt'altro. L'obiettivo è quello di offrire degli strumenti adeguati per conoscere meglio ed orientarsi meglio nell'universo delle nuove tecnologie, comprenderne appieno le potenzialità positive, le opportunità in termini di informazione, di formazione e di socializzazione e allo stesso tempo imparare a difendersi dagli abusi. Non possiamo infatti ignorare che le più recenti statistiche ci dicono che il 30% dei ragazzi ha avuto almeno un brutto incontro on-line, almeno un'esperienza spiacevole in cui il minore si è trovato di fronte a contenuti pornografici, messaggi offensivi o violenti di vario genere o proposte sessuali o anche contenuti che incitano alla violenza o all'autolesionismo, al suicidio, all'anoressia o alla bulimia.
Non possiamo ignorare l'aumento esponenziale dei siti di materiale pedopornografico. Non possiamo non tener conto dei dati offerti da Interpol che denunciano che ogni anno vengono immesse on-line almeno mezzo milione di nuove immagini pedopornografiche originali. E bene ha fatto la Commissione a sottolineare, tra le altre, tre nuove emergenze: il grooming, cioè l'adescamento on-line dei minori attraverso tecniche di manipolazione psicologica finalizzate ad un contatto nella vita reale. Il grooming è molto insidioso perché l'approccio è apparentemente più soft. Non ci sono all'inizio richieste sessuali esplicite. Il minore viene disorientato dal comportamento affettuoso e confidenziale: non capisce il pericolo anzi si compiace del rapporto esclusivo che si determina e quindi non ne parla con nessuno, tanto meno con i genitori. Si tratta quindi di una situazione altamente pericolosa perché non è percepita come tale e spesso si conclude con l'incontro di persona e l'abuso vero e proprio.
Un'altra priorità, il cyberbullismo, che è un bullismo che utilizza le nuove tecnologie e amplifica la persecuzione della vittima del bullo che rischia di essere perseguitata 24 ore al giorno attraverso la rete e i telefonini. E ancora un altro problema: il divario tecnologico generazionale. Abbiamo una generazione di nativi nell'era digitale: bambini che a cinque anni sono abili utilizzatori di videogiochi e sanno già facilmente navigare in Internet, e adulti, gli stessi genitori e gli insegnanti, che non di rado non sanno neanche accendere un computer o mandare un sms o che comunque usano le nuove tecnologie svogliatamente e con diffidenza. E' quindi di fondamentale importanza ridurre questo gap.
Gli obiettivi del programma sono ambiziosi, forse troppo rispetto alla dotazione di bilancio disponibile – 55 milioni di euro – ma comunque è un buon punto di partenza. Il Parlamento ha cercato come al solito di svolgere un ruolo di stimolo con proposte all'avanguardia, che non cito perché sono nella relazione e il mio tempo è quasi scaduto. Concludo, signor Presidente, ribadendo che il nostro impegno, quello del Parlamento e – ne sono convinta – anche quello della Commissione, è quello di non abbassare mai la guardia su questi temi.
Viviane Reding, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, desidero anzitutto ringraziare il Parlamento per aver affrontato prontamente la proposta della Commissione, permettendo così al programma di entrare in vigore quanto prima possibile.
In secondo luogo, ringrazio la relatrice, che ha sottolineato le questioni molto importanti che dobbiamo affrontare a questo riguardo. Gli usi e le applicazioni di Internet e dei telefoni cellulari si sono moltiplicate in gran misura dalla loro prima introduzione. Oggi ci sono mercati interattivi, e anche bambini molto piccoli – non solo giovani adulti – trascorrono una larga fetta del loro tempo online, talvolta ancora più che davanti al televisore. Si tratta di una situazione nella quale i genitori non sanno come gestire le nuove tecnologie né ne conoscono il funzionamento.
Non penso che dovremmo avere un atteggiamento negativo. Internet e i telefoni cellulari rappresentano un’opportunità splendida, eccitante. Ma, detto ciò, non dobbiamo ignorare l’altra faccia della medaglia. Nel mondo reale, l’uso di Internet e dei telefoni cellulari comporta pericoli, soprattutto per la parte più vulnerabile della nostra popolazione: i bambini. Questi pericoli, come giustamente sottolineato dalla relatrice, vanno dal vedere contenuti dannosi a molestie e casi di bullismo, e tutto questo è diventato sempre più facile e più diffuso. Ancora peggiore è il fatto che Internet è diventato un canale per compiere per abusi sessuali. Nonostante gli sforzi congiunti volti a contrastare la produzione e la distribuzione di questo materiale terribile, le dimensioni del fenomeno sono in aumento. E’ per tale motivo che è urgente e necessario combattere contro simili pratiche negative e inaccettabili.
La tutela dei minori deve essere una responsabilità condivisa. Comincia in famiglia, certo, però è nostro compito mettere le famiglie in grado di aiutare i propri figli. La tutela dei minori coinvolge poi i governi, l’industria, le organizzazioni senza fini di lucro e le scuole. E questo è precisamente lo scopo del nuovo programma per un’Internet più sicura. Il programma riconfermerà quanto è già stato fatto negli anni passati per l’attuale tutela su Internet, ma, sulla base di queste attività positive, rafforzerà la sicurezza dei bambini nell’ambiente online di oggi. Sappiamo che le azioni comuni dei governi, delle organizzazioni private e dell’industria rappresentano un ottimo esempio di come l’Europa può esercitare un’influenza diretta sulla vita quotidiana dei suoi cittadini. Sempre più giovani usano Internet a casa o a scuola, ma non sempre i loro genitori e insegnanti sono bene informati dei rischi e delle opportunità che la rete offre. Ecco perché porteremo avanti con decisione il nostro impegno per creare un ambiente online più sicuro per i bambini, informando i genitori, preparando gli insegnanti e chiedendo un’azione coordinata da parte dei governi nazionali e delle comunità educanti.
Riprenderemo, ovviamente, la sostanza delle proposte della Commissione, ma il Parlamento ha presentato tutta una serie di emendamenti che forniscono una descrizione più completa di uno o più degli obiettivi di base e sembrano godere di ampio consenso in quest’Aula. Pertanto, la Commissione può accogliere gli emendamenti proposti nella relazione dell’onorevole Angelilli, i quali prepareranno la strada per un valido accordo in prima lettura con il Consiglio. Sono molto fiduciosa che il testo di compromesso per il programma, così come vi è stato sottoposto oggi, otterrà un vasto sostegno da parte del Parlamento e, mi auguro, anche da parte del secondo legislatore.
Christopher Heaton-Harris, relatore per parere della commissione per la cultura e l’istruzione. − (EN) Signor Presidente, mi ha fatto molto piacere lavorare a questa relazione. E’ la prima volta che posso dire in tutta onestà e sincerità che è stato un piacere collaborare su questo tema con tutti coloro che hanno partecipato alla preparazione della relazione in esame e in particolare con la relatrice, l’onorevole Angelilli.
Mi sono anche preso la libertà di consultare i miei elettori, attraverso annunci sui giornali, su questo specifico argomento, cosicché alcune delle osservazioni che ora vi proporrò si rifanno alle risposte che ho avuto dai miei elettori.
Nella commissione cultura abbiamo avuto una discussione veramente piacevole su un tema molto serio, con alcuni contributi ben documentati. Abbiamo constatato tutti che non era necessario reinventare la ruota: sono già in atto tutta una serie di buone pratiche per quanto riguarda l’autoregolamentazione. Penso alle società della telefonia mobile, come T-Mobile, che sono all’avanguardia in questo campo grazie ai vari sistemi di controllo e bilanciamento che intervengono prima che un bambino possa avere accesso a qualsiasi contenuto online, e ancor più a contenuti dubbi. I fornitori di servizi Internet e organizzazioni quali l’Internet Watch Foundation nel Regno Unito e INHOPE in ambito europeo stanno effettivamente collaborando molto positivamente per risolvere i problemi causati da alcuni contenuti online e dall’accesso a simili contenuti da parte dei minori di tutta Europa.
Restano, tuttavia, altri problemi. La relatrice ha citato l’adescamento online. Nemmeno in Europa esiste una definizione comune di questo fenomeno, il quale non è illegale in tutti gli Stati membri nelle modalità indicate dall’onorevole Angelilli. Questo è un punto che dobbiamo affrontare. Forse il commissario Reding potrebbe proporlo come argomento di discussione in una o più riunioni del Consiglio ad alcuni dei paesi che non si sono attivati in questo campo.
E’ stato per me un grande piacere lavorare su questo tema nella mia commissione. Abbiamo condiviso importanti esperienze e per la prima potrò votare a favore di una spesa.
Titus Corlăţean, relatore per parere della commissione giuridica. − (RO) In considerazione dei continui cambiamenti che intervengono nel settore degli audiovisivi, è nostro compito non soltanto educare i bambini ma anche informare adeguatamente genitori ed educatori sui rischi per i minori, facendoli collaborare alla creazione di un ambiente sicuro per l’utilizzo di servizi di informazione online.
In linea con il parere della commissione giuridica, il nostro scopo è stato quello di definire una strategia europea di lotta contro l’adescamento online dei bambini e di protezione dell’integrità fisica, mentale e morale dei bambini, che potrebbero subire conseguenze negative a seguito dell’accesso a contenuti inappropriati attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Abbiamo chiesto l’introduzione di un’etichetta di qualità per i fornitori di servizi online, affinché gli utenti possano facilmente controllare se determinati fornitori di questi servizi hanno sottoscritto un codice di condotta, nonché l’adozione di filtri e sistemi efficaci per il controllo dell’età degli utenti.
In questo campo, la criminalità non si ferma ai confini nazionali. Credo che abbiamo bisogno di un approccio coordinato alle diverse banche dati nazionali e che le dobbiamo collegare a Europol. Attualmente, non possiamo trascurare neppure i rischi economici connessi con l’uso di Internet da parte dei bambini, e proprio per questo motivo abbiamo chiesto che anche il settore della telefonia mobile sia citato esplicitamente come un ambito nel quale è necessario proteggere i minori da comportamenti scorretti o nocivi. Concludo dichiarando che siamo favorevoli all’adozione della relazione e ci congratuliamo con la relatrice.
Marie Panayotopoulos-Cassiotou, relatore per parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere. – (EL) Signor Presidente, signora Commissario, penso che il programma pluriennale per la protezione dei minori che usano Internet e le altre tecnologie di comunicazione ponga l’Unione europea all’avanguardia nel campo della tutela dei minori su scala globale. Possiamo quindi congratularci con la relatrice del Parlamento europeo, perché anche noi vi abbiamo contribuito e abbiamo dimostrato la nostra consapevolezza di questo problema.
In quanto commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, nel nostro parere vogliamo sottolineare in particolare il fatto che occorre sempre tener conto delle peculiarità di ciascun genere, della partecipazione di ciascun genere, della conoscenza e dell’uso delle nuove tecnologie, nonché della tutela speciale di cui necessita ciascun genere in modo specifico, nonché della protezione dai pericoli, che è diversa da genere a genere, tra i bambini e le bambine, e che deve essere accertata e analizzata separatamente.
Ci siamo occupati anche della protezione dei gruppi vulnerabili, dei bambini vulnerabili esposti ai pericoli di abusi sessuali, maltrattamenti e bullismo.
Un altro punto su cui richiamiamo l’attenzione è l’informazione di genitori, assistenti ed educatori, chiunque essi siano. Sottolineiamo anche l’esigenza di garantire una maggiore protezione dei bambini. Sappiamo, ovviamente, che avete eseguito una valutazione d’impatto e tenuto una consultazione pubblica su questo tema; occorre però continuare a fare ricerche, che siano mirate in particolare alle differenze di genere.
Vogliamo inoltre dare risalto alla necessità di sviluppare l’imprenditorialità per superare ostacoli e pericoli, affrontare i rischi e portare avanti il nostro impegno di realizzare un’Europa che sia forte nello sviluppo e nella tutela dei propri cittadini.
Csaba Sógor, a nome del gruppo PPE-DE. – (HU) Grazie, signor Presidente. Questa relazione sembra fatta apposta per me, dato che tutti i miei quattro figli navigano in rete e io ogni giorno vivo in prima persona le preoccupazioni di cui stiamo parlando. Gli Stati membri dell’Unione europea stanno facendo molto per rendere più adatta ai bambini la navigazione su Internet, e non dobbiamo dimenticare che già nel 1999 la Commissione lanciò il programma Safer Internet Plus, che è tuttora vigente. Come abbiamo sentito, il programma mira a combattere i contenuti dannosi e illeciti e ha come obiettivi principali quelli di aumentare la consapevolezza nell’utilizzo di Internet e promuovere lo sviluppo di un ambiente online sicuro. A quanto è già stato detto vorrei aggiungere soltanto che tra il 2001 e il 2007 sono scomparsi 20 000 bambini, dei quali sono stati ritrovati solo 500.
Tra i compiti elencati, vorrei sottolineare quello della lotta contro i contenuti illegali e contro i comportamenti dannosi online. A tale proposito ci sono gravi carenze: non tutti gli Stati membri dispongono di una linea telefonica diretta per denunciare immediatamente qualsiasi contenuto illegale riscontrato o eventuali siti che tendano ad adescare bambini.
L’altro punto importante che non dobbiamo dimenticare è che la creazione di una base di conoscenze richiederà una maggiore e più efficace collaborazione tra gli Stati membri. Non è un caso che questo programma destini quasi la metà dei 55 milioni di euro di cui è dotato alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dato che prevenire è meglio che curare. In ogni caso, le autorità di polizia dedicano tutto il loro tempo a rintracciare i criminali, sia nel caso di reati collegati a prodotti software sia di crimini di altro genere. E’ esattamente per questo motivo che vorremmo far presente agli Stati membri che possono anche stanziare fondi propri, in aggiunta ai 55 milioni di euro messi a disposizione dall’Unione europea, e possono collaborare più efficacemente all’esecuzione del programma illustrato nella relazione. Il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei è favorevole all’approvazione della relazione. Vi ringrazio per l’attenzione.
Iliana Malinova Iotova, a nome del gruppo PSE. – (BG) La ringrazio, signor Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole Angelilli, mi permetta di esprimerle i miei ringraziamenti e le mie più vive congratulazioni per la sua relazione. Ora che la crisi finanziaria mondiale è diventata l’argomento di discussione più importante, è giusto che concentriamo tutta la nostra attenzione su di essa. Però il tema della criminalità informatica contro i minori è stato un po’ messo da parte, anche se sappiamo bene che in ogni momento potremmo trovarci di fronte a una grave minaccia sotto forma di una vera e propria pandemia di contenuti web illegali. Proprio oggi la BBC ha pubblicato uno studio, una ricerca che ha condotto, da cui risulta che tre bambini su quattro sono venuti in contatto con siti web dal contenuto dannoso. La relazione di cui stiamo discutendo non funge soltanto da campanello d’allarme, ma ci propone anche una messe di idee su come contrastare i contenuti web illegali. Mi sono occupata di tale questione in qualità di relatrice ombra. La settimana scorsa ho organizzato nel mio paese, in Bulgaria, una tavola rotonda alla quale hanno partecipato rappresentanti delle forze di polizia, di organismi non governativi, l’agenzia per la tutela dell’infanzia e operatori e fornitori di servizi di telefonia mobile. Il tema della tavola rotonda era questa relazione.
Abbiamo avuto una discussione molto seria e dettagliata e siamo giunti ad alcune conclusioni. In primo luogo, abbiamo constatato che resta ancora molto lavoro da fare per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità e sulla realtà di questo problema in tutta la società europea. Purtroppo, si tratta di un problema che è spesso al di fuori della nostra percezione. In secondo luogo, l’educazione dei bambini deve iniziare in famiglia e a scuola, e si rende pertanto necessaria una preparazione specifica per genitori e insegnanti. Gli sforzi individuali sono destinati a fallire. Prioritari sono un’azione coordinata, lo scambio di informazioni, la creazione di una banca dati e la cooperazione internazionale. Molte delle istituzioni che ho citato hanno sollecitato la Commissione europea a raccomandare agli Stati membri di introdurre nella legislazione nazionale sanzioni più severe per la distribuzione, la produzione e il commercio di contenuti dannosi e illeciti. Hanno inoltre raccomandato la creazione di un quadro giuridico europeo per poter avviare procedimenti penali.
D’ora in avanti il programma dovrà essere conosciuto meglio da parte delle istituzioni e dei cittadini europei. E’ molto importante anche continuare a istituire linee di assistenza telefonica diretta, collaborare con le autorità di polizia e dar vita a questa banca dati. E’ necessario creare un’etichetta comune con la dicitura “adatto ai bambini” per aiutare genitori e bambini e riconoscere i siti sicuri. Sono convinta che il programma continuerà anche dopo il 2013 e che l’Unione europea ne adotterà altri.
Ewa Tomaszewska, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, la libertà di usare Internet, telefonini e altri strumenti di comunicazione è molto utile per gli adulti, però può rivelarsi dannosa per i bambini a causa della loro immaturità e della mancanza della necessaria esperienza. Internet è uno strumento estremamente utile per tutti noi, però è stato usato in modo illecito per creare siti per lo scambio di materiale pedopornografico e anche per contattare minori. Lo stesso vale per la telefonia mobile.
Ma anche altre attività, meno estreme, possono comunque essere dannose; ad esempio, la pubblicità di cibi non salutari alla televisione e su Internet rivolta ai bambini può avere effetti negativi sulla loro salute e può anche essere motivo di dispute familiari, portando così ad abitudini alimentari inadeguate all’interno di gruppi omogenei. Di recente il Parlamento si è occupato di questioni riguardanti l’obesità e il sovrappeso nei bambini. Trascorrere molte ore al giorno davanti allo schermo di un computer o un televisore riduce l’attività fisica del bambino e ha effetti nocivi sul suo corretto sviluppo fisico. In media, i bambini trascorrono tre ore al giorno davanti al computer o al televisore, ma in realtà molti ne passano anche di più. Il comportamento aggressivo che viene diffuso dai programmi televisivi ha un effetto psicologico negativo sui bambini.
E’ quindi molto importante dare attuazione al programma mirato a garantire un uso responsabile delle nuove tecnologie della comunicazione da parte di giovani e bambini. Mi congratulo con la relatrice e la Commissione europea per aver affrontato questo problema.
Irena Belohorská (NI). – (SK) In qualità di coautrice della relazione sulla strategia per i diritti dei minori, sono molto lieta che il Parlamento discuta di una proposta riguardante la tutela dei minori che utilizzano Internet e altre tecnologie di comunicazione. Internet è il classico esempio di uno strumento che può essere utilissimo per le persone ma nocivo per la società se nelle mani di criminali.
Ogni giorno apprendiamo di bambini adescati e sottoposti ad abusi attraverso Internet e costretti a subire pratiche di prostituzione, pedofilia e pornografia. E’ pertanto compito di tutti, a cominciare, ovviamente, dai genitori, spiegare ai bambini quali sono le regole per usare Internet, non per abusarne, e anche quali sono i rischi. I minori sono attratti dai computer già in tenera età; molto spesso noi adulti invidiamo le loro capacità tecniche, ma nella loro ingenuità infantile possono facilmente diventare vittima di abusi.
Ringrazio il Parlamento per aver dato la priorità ad attività di questo tipo e sono favorevole ad accelerare l’adozione del programma proposto per poterlo attuare a partire dal gennaio 2009.
Inger Segelström (PSE) . – (SV) Signor Presidente, desidero innanzi tutto ringraziare l’onorevole Angelilli per la sua costruttiva relazione, nella quale dà seguito alle decisioni connesse con la strategia per i minori. La settimana scorsa ho illustrato una relazione sui giovani e i media; si è trattato di un’importante indagine sulle abitudini mediatiche dei giovani che ha preso in considerazione anche i pareri dei genitori. La novità che è emersa è che la maggioranza dei giovani svedesi hanno nella loro stanza un computer tutto per sé, che ha sostituito il televisore.
C’è una grande differenza tra i ragazzi e le ragazze per quanto riguarda gli scopi per i quali vanno su Internet: le ragazze chattano, socializzano e mandano messaggi di testo, mentre i ragazzi la usano per i videogiochi. Le ragazze sono contattate per incontri di tipo sessuale. Rispetto al passato, è diminuito il numero delle ragazze che vengono a contatto con siti porno; inoltre, le ragazze non approvano la pornografia in rete e, in realtà, solo poche si incontrano con persone conosciute tramite Internet.
I giovani di oggi hanno una visione sana dei media, ma taluni ne fanno un uso che deve preoccupare sia i genitori sia noi come politici. E’ necessario coinvolgere proprio questo specifico gruppo di giovani nei programmi comunitari futuri. Abbiamo creato la definizione di “consumatore assiduo” per indicare chi utilizza un determinato mezzo di comunicazione per più di tre ore al giorno. Questa definizione si attaglia a circa l’8-9 per cento dei giovani. Ma nella Svezia di oggi, il 96 per cento dei giovani e il 70 per cento dei bambini possiedono un telefonino, di modo che la situazione si evolve a ritmi rapidissimi. Il nostro compito in quanto deputati al Parlamento europeo è affrontare il lato negativo di questo fenomeno.
Mieczysław Edmund Janowski (UEN). – (PL) Signor Presidente, ringrazio l’onorevole Angelilli per essersi occupata di questa tematica così importante. La relazione che ci ha presentato è eccellente. Tuttavia sarebbe molto meglio se non fossimo costretti a discutere di questo problema; sarebbe molto meglio se non dovessimo preoccuparci di persone che vogliono pervertire e sfruttare minori per scopi riprovevoli. Non ho alcuna remora a descrivere simili persone come malvagie.
Siamo soliti dire che i nostri figli sono il nostro bene più grande, e, come tutti i beni preziosi, devono essere protetti dai ladri. E’ in tale ottica che considero l’azione volta a proteggere i minori che usano le tecnologie moderne e in particolare Internet. Ci sono ragazzi che passano ore e ore a navigare in rete. Nel mondo di oggi, queste tecnologie fanno ormai parte integrante della vita quotidiana. Permettono alle persone di comunicare in modo più efficace e sono utilissime per la nostra vita di ogni giorno; ad esempio, ci aiutano nelle questioni amministrative, in campo scientifico, per l’accesso alla cultura e alla conoscenza. Questo è il lato positivo, che va sostenuto e ulteriormente sviluppato. Purtroppo, però, esiste anche un lato negativo, che consiste nello sfruttare le potenzialità di Internet e delle moderne tecnologie di comunicazione per diffondere contenuti dannosi, quali pornografia, droghe, satanismo, videogiochi e stili di vita inadeguati.
I pedofili usano Internet per contattare le loro vittime. Internet può essere paragonato a un coltello: lo possiamo usare correttamente per tagliare il pane, ma anche per procurare gravi danni psicologici a bambini per mezzo di contenuti malvagi. A mio parere, è necessario adottare una serie di misure importanti. Prima di tutto, occorre creare un sistema che consenta di individuare e sanzionare pesantemente a norma di legge gli autori di azioni di questo tipo. Secondo, bisogna sensibilizzare maggiormente tutte le persone interessate sui pericoli connessi con l’uso di Internet, della telefonia mobile, della televisione e dei videogiochi. Mi riferisco ai giovani, ai genitori, agli educatori, agli insegnanti di catechismo e alle organizzazioni per ragazzi, come le associazioni scoutistiche. Terzo, c’è bisogno di maggiore cooperazione tra gli organi competenti per il controllo e il follow-up in questo settore, sia a livello di Unione europea sia a livello mondiale, perché i server che mettono in rete materiale dannoso possono essere in qualsiasi paese. Infine, le nostre azioni devono avere carattere preventivo e sistematico e i criminali devono essere sottoposti a pene severe.
Richard Howitt (PSE) . – (EN) Signor Presidente, permettetemi di impiegare il mio tempo di parola di stasera per lanciare un appello a tutti i paesi dell’Unione europea affinché adottino anch’essi la prassi in uso in Gran Bretagna di dare alle linee di assistenza telefonica diretta poteri di denuncia e chiusura di siti. Ciò significa che, se vengono scoperte su un sito e denunciate immagini di abusi sessuali contro minori, la linea diretta può ordinare immediatamente al fornitore del servizio o alla società ospitante di rimuovere i contenuti. Questa proposta è sostenuta dalla Internet Watch Foundation, che ha sede a Oakington, nel Cambridgeshire, nella mia circoscrizione elettorale. Ringrazio il commissario Reding per aver riconosciuto a quella organizzazione un ambito di competenza comunitario.
Il nostro emendamento n. 25, con cui chiediamo che le linee di assistenza telefonica diretta siano istituite e operino in stretto rapporto con la polizia, può contribuire al conseguimento di tale obiettivo. E’ necessario poter intervenire rapidamente per impedire che i siti, per non essere scoperti, cambino continuamente server, spostandosi da un paese all’altro, e per porre fine agli abusi di minori commessi non soltanto quando le immagini sono create, ma ogni volta che vengono viste.
Manolis Mavrommatis (PPE-DE) . – (EL) Signor Presidente, signora Commissario, la proposta della Commissione di adottare un programma comunitario per proteggere i minori che usano Internet è stata avanzata nel quadro dell’azione europea volta a promuovere una maggiore sicurezza per i minori che utilizzano le nuove tecnologie. Si tratta di un passo importante da parte della Commissione.
L’aumento di conoscenze nel settore delle tecnologie informatiche si è tradotto in una maggiore esposizione dei bambini al rischio di venire a contatto con contenuti online illeciti e dannosi. Pertanto, anch’io sono favorevole agli sforzi compiuti da tutti al fine di raggiungere l’obiettivo della Commissione, che è semplicemente quello di una maggiore sicurezza nell’uso di Internet, soprattutto per i minori.
Anch’io appoggio la proposta della relatrice, con la quale mi congratulo, per l’adozione immediata del programma, di modo che esso possa entrare in vigore il 1o gennaio 2009. E anch’io mi auguro che sia messo in atto un quadro finanziario adeguato per il periodo 2009-2013, dato che la sempre maggiore diffusione della pedopornografia su Internet sta diventando allarmante e richiede un’azione immediata da parte nostra.
Anna Záborská (PPE-DE). – (SK) Mi congratulo con la relatrice. L’acqua fa bene, ma se non è pulita occorre filtrarla. Lo stesso vale per Internet. Il filtro Davide permette di accedere a Internet attraverso una rete sicura e controllata e protegge i giovani utenti specialmente dai siti non adatti. Il filtro utilizza le tecnologie più avanzate ed è costantemente aggiornato. E’ molto efficace ed è in grado di bloccare l’accesso a siti contenenti materiale pornografico o riguardante stupri, satanismo, magia nera e simili. Allo stesso tempo, il filtro segnala i motivi del blocco.
Davide è efficace anche contro le società che utilizzano numeri telefonici a tariffazione elevata ed è destinato a chiunque voglia proteggere il proprio computer da siti web non sicuri. Il codice di condotta che voteremo esige che ai giovani sia garantito accesso sicuro a Internet. Per poter utilizzare questo filtro basta registrarsi sul sito www.davide.it.
Pál Schmitt (PPE-DE) . – (HU) Grazie, signor Presidente, signora Commissario. Internet, console e videogiochi contengono una grande quantità di materiale violento, brutale ed erotico che può persino causare dipendenza, insonnia, agitazione e disturbi alimentari. La maggior parte dei giovani non sono pronti ad affrontare questo tipo di contenuti e c’è il rischio che crescendo diventino persone psicologicamente disturbate e devianti. La tecnologia moderna permette sicuramente di filtrare ed eliminare contenuti indesiderati per mezzo di applicazioni software, allo stesso modo in cui è possibile filtrare i messaggi di posta elettronica indesiderati, non richiesti, e bloccare sui computer usati dai bambini siti web dal contenuto nocivo. I genitori dovrebbero essere informati ampiamente su questi programmi e i produttori di computer vanno sollecitati a fornirli come parte del contenuto obbligatorio dei computer nuovi. C’è bisogno di una sorta di protezione dell’ambiente digitale. E’ evidente che taluni interpretano questa proposta come un tentativo di limitare la libertà di Internet; io ritengo invece che tutelare la salute mentale e la dignità dei nostri figli sia un valore più importante. Vi ringrazio.
Zuzana Roithová (PPE-DE). – (CS) Signor Presidente, il numero di cittadini europei che si connette a Internet sta crescendo in modo esponenziale. I bambini trascorrono sempre più tempo sul web e le attività criminali sui siti facilmente accessibili anche ai giovani stanno proliferando alla stessa velocità. Nella situazione attuale, con oltre 500 000 immagini pedopornografiche individuate e registrate dall’Interpol nella sua banca dati, e considerato che metà dei giovani sono venuti in contatto con un sito pornografico in un qualche momento della loro vita, mentre solo il 4 per cento dei genitori è disposto ad ammettere la possibilità che i loro figli facciano una cosa del genere, mi preoccupa che i fondi stanziati per la sicurezza di Internet siano insufficienti. E’ necessario investire nello sviluppo di sistemi informatici effettivamente capaci di stroncare sul nascere simili fenomeni. Su questo fronte, l’Unione europea deve unire le forze con il Giappone e gli Stati Uniti. I progetti disparati che abbiamo visto finora devono essere sostituiti con misure rivolte, allo stesso modo, ai bambini, ai genitori, alle scuole, agli operatori telefonici, agli enti governativi e alle organizzazioni non governative. Dall’altro canto, ritengo che sia molto utile anche la rete delle linee di assistenza telefonica diretta, grazie alle quali sia cittadini preoccupati sia genitori possono denunciare la presenza di contenuti dannosi su Internet. La Repubblica ceca dispone, per esempio, di una rete di questo tipo, gestita dall’organizzazione non governativa Naše dítě.
Jim Allister (NI) . – (EN) Signor Presidente, è una triste realtà che le meravigliose opportunità offerte da Internet a tutti noi abbiano fatto crescere, in misura direttamente proporzionale, i rischi morali, fisici e sociali per i bambini e i ragazzi in tutto il mondo.
Questa relazione fa quindi bene a incentrarsi su ciò che possiamo fare per contrastare l’abuso di Internet, soprattutto per quanto riguarda la pedopornografia, l’adescamento online e l’istigazione all’autolesionismo, di cui uno degli aspetti più agghiaccianti sono i siti che incitano al suicidio.
Confido che il programma Safer Internet riesca effettivamente ad affrontare con successo questi problemi. Secondo me ci sono tre questioni chiave: primo, migliorare le condizioni per un’efficace cooperazione tra le forze di polizia, e credo che si debba sostenere la banca dati europea di immagini pedopornografiche; secondo, migliorare la tracciabilità dei movimenti finanziari collegati alla pedopornografia; terzo, istituire un marchio comune di sicurezza e qualità aggiornato correttamente, affinché i genitori possano sapere con certezza cosa è sicuro per i loro figli.
Miroslav Mikolášik (PPE-DE). – (SK) Vorrei fare alcuni commenti sulla relazione, che cita pericoli quali intimidazioni, pedopornografia, adescamento online, bullismo, diffusione di contenuti razzisti e incitamento ad atti di autolesionismo. Penso di poter dire che Internet è una delle maggiori conquiste tecniche del XX secolo, ma allo stesso tempo può privare i bambini della gioia di conoscere l’amore puro e sincero e di costruire relazioni naturali. Nelle chatroom su Internet, quelli che non usano un linguaggio volgare e non si vantano delle loro prodezze sessuali sono decisamente “out”.
Mi soffermerò sulle sconvolgenti statistiche relative agli abusi su bambini commessi tramite Internet. In qualità di deputato al Parlamento europeo che attribuisce grandissima importanza ai valori familiari, vorrei far presente che Internet è uno dei modi in cui questa società può rubare ai bambini la loro innocenza. Sottolineo l’esigenza di una maggiore responsabilità, e proprio responsabilità è la parole chiave, perché sia i fornitori di servizi Internet sia i genitori devono assumersi la responsabilità di impedire che i minori abbiano accesso a contenuti in grado di danneggiare il loro sviluppo naturale.
Viviane Reding, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, condivido appieno tutto ciò che è stato detto qui stasera e ringrazio gli onorevoli deputati non solo per questa discussione ma anche perché ne riferiranno ai loro elettori e alle persone nelle zone in cui operano. Credo infatti che il problema di fondo stia nel fatto che gli adulti non sono sufficientemente informati.
Spesso i giovani sanno molto bene come gestire le nuove tecnologie, ed è la prima volta nella storia dell’umanità che i giovani sono più competenti dei loro genitori, dei loro educatori e degli adulti. Quindi, il nostro compito è educare e informare genitori, educatori e adulti in quella che, a mio parere, è una responsabilità condivisa da tutte le parti della società, non solo dai politici ma anche dalle ONG e, massimamente, dai fornitori di servizi Internet. Mi fa molto piacere che, ad esempio, l’industria della telefonia mobile abbia firmato un memorandum d’intesa con il quale si impegna a informare i genitori e a prevenire la presenza sui telefonini 3G di contenuti dannosi.
La rete delle linee di assistenza telefonica diretta che abbiamo istituito con il nostro programma Safer Internet è molto importante e sta funzionando perfettamente nella maggior parte degli Stati membri. In risposta alla domanda di un deputato ungherese, vorrei dire che la linea diretta ungherese ripartirà nel 2009. Ci sono soltanto due paesi membri che non dispongono ancora di una rete diretta, e uno che affida questi compiti alle forze di polizia. Possiamo quindi dire già adesso che il programma Safer Internet ha avuto effetti molto positivi. Personalmente, auspico una maggiore conoscenza delle linee di assistenza telefonica diretta; esse sono ben note in alcuni paesi ma non in tutti. Quindi, in qualità di deputati al Parlamento europeo, potreste contribuire in vari modi a far conoscere meglio queste linee. Ve ne sarei veramente molto grata, e penso che sia i genitori sia i bambini lo sarebbero altrettanto.
Sono state poste alcune domande sulle procedure penali nell’Unione europea. In proposito, devo dirvi che sarebbe bene se la convenzione sulla criminalità informatica fosse ratificata da tutti gli Stati membri. Vi posso dire anche che i ministri degli Interni e della Giustizia stanno lavorando, sotto la guida del mio amico commissario Barrot, su tutte queste tematiche, compresa quella dell’adescamento, riguardo alla quale il commissario Barrot presenterà a breve una proposta. Vi posso inoltre garantire che la cooperazione internazionale in campo giudiziario e di polizia è ben avviata. Possiamo quindi dire che le cose stanno andando nella giusta direzione.
Anche la questione dei filtri per i contenuti indesiderati riguarda la corretta informazione dei genitori. La maggior parte dei genitori non sanno neppure dell’esistenza di tali filtri né della possibilità di utilizzarli. Ecco perché ho chiesto che i fornitori di servizi Internet, quando firmano i contratti con i genitori, li informino concretamente di tutte le possibilità disponibili per evitare che i contenuti dannosi arrivino fino ai loro figli.
Questa attività riguarda i bambini più piccoli; nel caso degli adolescenti, dobbiamo ovviamente educare e informare i giovani stessi, e quindi ritengo che informarli del fatto che possono evitare di finire in trappola sia il modo migliore per affrontare il problema, perché non possiamo mettere un poliziotto a fianco di ogni ragazzo – sarebbe veramente impossibile. Ma i giovani sono in grado di capire benissimo autonomamente quali contenuti sono positivi e quali no. Credo perciò che dobbiamo usare il programma Safer Internet anche per educare e informare i giovani stessi, oltre che i loro genitori ed educatori. Questo sarà il nostro compito per i prossimi mesi e anni e, se ciascuno farà la sua parte, avremo trovato la soluzione al problema.
Ringrazio la relatrice e tutti gli onorevoli deputati che stanno contribuendo a rendere Internet un luogo sicuro per i nostri figli.
Roberta Angelilli, relatrice. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio la Commissaria che ci dato delle rassicurazioni importanti, tra cui quella che è intenzione della Commissione e del Commissario Barrot trovare una definizione giuridicamente vincolante per quanto riguarda il grooming, una definizione comune in tutti gli Stati membri. Mi sembra sicuramente un obiettivo molto importante.
Io credo che questo programma, evidentemente, non può risolvere tutti i problemi anche perché è solo un programma, ha dei limiti giuridici e ovviamente dei limiti di bilancio. Però anche dal dibattito si conferma che il Parlamento europeo ha la volontà di essere attivo nella lotta ai contenuti nocivi on-line. L'obiettivo futuro è anche quello di coordinare meglio le azioni di contrasto a livello europeo, mettendo a disposizione le migliori prassi, le misure che hanno avuto più successo e condividendo informazioni e metodi. A mio avviso dovrà essere sempre più rafforzata la cooperazione internazionale in questo settore che, come hanno già detto altri colleghi, è un settore che non conosce frontiere. Bisogna, quindi, orientarsi verso una condivisione dei dati e delle informazioni in tempo reale.
Il Parlamento vuole mantenere un ruolo all'avanguardia in questo settore. Molte sono le proposte e alcune sono state citate dai miei colleghi: l'idea di un marchio children frendly, il ruolo delle hotline e delle forze di polizia che si occupano della prevenzione e della lotta agli abusi on-line, ma anche la necessità di implementare gli sforzi nel settore dell'autoregolamentazione da parte degli operatori di telefonia mobile e dei providers. Credo che bisognerebbe anche impegnarsi per arrivare alla tracciabilità dei movimenti finanziari legati allo scambio di immagini pedopornografiche.
Condivido la posizione del Commissario: campagne di informazione e di formazione che coinvolgano non solo i minori ma anche gli adulti, i genitori e gli educatori, non allo scopo di criminalizzare le nuove tecnologie perché sono importantissime, sono fondamentali anche per i minori europei.
Presidente. − La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà mercoledì.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)
Cristian Silviu Buşoi (ALDE), per iscritto. – (RO) Sono favorevole a questa iniziativa che mira essenzialmente a educare tanto i genitori quanto i figli a un utilizzo di Internet che renda i giovani meno vulnerabili agli abusi online. Penso sia una buona idea distribuire materiale educativo nelle scuole, ma credo che sarebbe utile anche predisporre programmi diversificati per gruppi di età. Infatti, non si può partire dalla stessa prospettiva per spiegare qualcosa a un bambino di sei o sette anni oppure a un ragazzo di sedici.
Reputo necessario sviluppare tecnologie di filtro più efficaci, perché molto spesso si ricevono messaggi di posta indesiderati contenenti materiale pornografico facilmente accessibile a giovani con un indirizzo di posta elettronica. Occorre poi impegnarsi maggiormente per quanto riguarda l’accertamento dell’età delle persone che si collegano a siti contenenti materiale pornografico, perché per i minori è molto facile accedervi.
Infine, appoggio l’iniziativa volta a incoraggiare la cooperazione internazionale in questo campo. Sarebbe tuttavia preferibile trovare un accordo globale, soprattutto sull’etichettatura dei siti con la dicitura “contenuto adatto a bambini”, dato che un grandissimo numero dei siti dannosi per i minori sono ospitati da domini non amministrati da organizzazioni con sede nell’Unione europea.
Zita Gurmai (PSE), per iscritto. – (HU) A mio parere, predisporre un programma comunitario pluriennale per la protezione dei minori che usano Internet e le altre tecnologie di comunicazione moderne è d’importanza vitale e assolutamente imprescindibile, perché è nel nostro interesse sociale comune utilizzare tutti gli strumenti disponibili per mettere i nostri figli al riparo da contenuti dannosi e pericolosi.
Simili iniziative – oltre ad avere come fine ultimo quello di tutelare i minori – produrranno un effetto moltiplicatore perché promuoveranno una maggiore sicurezza di Internet. Per poter conseguire questi obiettivi ci sarà bisogno della cooperazione da parte dei genitori, delle scuole, dei fornitori di servizi Internet, delle autorità pubbliche e di associazioni, perché solo con il concorso di tutti saremo in grado di svolgere un’efficace azione di tutela dei nostri figli.
Nella lotta contro i contenuti dannosi, un ruolo importante lo hanno anche le misure adottate dagli Stati membri, quali la creazione di punti di contatto nazionali e una loro efficace collaborazione. Reputo importante stabilire metodi e meccanismi efficaci che comprendano attività di informazione, assistenza telefonica diretta, azioni immediate, prevenzione, creazione di una banca dati di esperienze e migliori pratiche, nonché vigilanza continua.
Edit Herczog (PSE), per iscritto. – (HU) Stiamo per adottare una nuova risoluzione di tutela dei minori. Come madre, sono anch’io favorevole all’iniziativa e concordo sulla necessità di tutelare i minori dai contenuti illegali presenti su Internet e altri forum che si rivolgono ai giovani, nonché da altri contenuti potenzialmente in grado di mettere a rischio il loro sviluppo.
In aggiunta ai suddetti obiettivi, sono convinta che, se cercheremo di proteggere i bambini soltanto provando a escludere i contenuti pornografici o illegali dal loro ambiente, falliremo. Per quanto una tale situazione possa essere ottimale, rimane tuttavia impossibile da realizzare. Per questa ragione è importante che, oltre ad adottare misure di prevenzione, insegniamo ai bambini come comportarsi se ricevono richieste di questo tipo o sono soggetti a influenze di questo tipo.
Dobbiamo insegnare loro che possono cercare aiuto – e l’aiuto deve essere reale ed effettivamente accessibile. Dobbiamo preparare tutti i bambini in anticipo a simili evenienze, così come insegniamo loro a non salire in macchine di persone che non conoscono e a non accettare caramelle da sconosciuti. La responsabilità di quest’opera di formazione spetta anzitutto all’ambiente immediatamente a contatto con il bambino: genitori, famiglia, scuola. La proposta che stiamo per votare è particolarmente importante, ma potrà essere efficace soltanto se sarà accompagnata da un impegno volto a proteggere l’ambiente del bambino.
Lívia Járóka (PPE-DE), per iscritto. – (HU) Mi congratulo con l’onorevole Angelilli per la sua relazione sulla protezione dei minori che usano Internet e le altre tecnologie di comunicazione. La relazione richiama l’attenzione su un problema piuttosto grave e in crescita. Per mezzo delle nuove tecnologie, sempre più ampiamente accessibili, e delle competenze informatiche, i nostri figli sono esposti in misura crescente a pericoli quali molestie, pedopornografia, bullismo e incitamento al razzismo. Sappiamo che sempre più spesso i criminali sfruttano i portali e le chatroom online per adescare le loro giovani vittime indifese e conquistarne la fiducia, per compiere poi su di loro abusi sessuali.
Le cifre allarmanti rivelano che i nuovi pericoli causati dalla rivoluzione tecnologica devono essere affrontati secondo un programma d’azione armonizzato a livello di Unione, in grado di considerare il problema in tutta la sua complessità, con la partecipazione dei bambini, delle famiglie, delle scuole e degli insegnanti, come pure con la collaborazione degli operatori dell’industria delle comunicazioni e delle autorità di polizia. Il programma comunitario pluriennale proposto dalla Commissione deve comprendere misure atte a contrastare la – purtroppo – crescente diffusione di contenuti illeciti e dannosi sul web attraverso, da un lato, una maggiore sensibilizzazione sul problema e, dall’altro lato, un utilizzo più efficace e coordinato degli strumenti penali disponibili in ciascuno Stato membro. Bisogna altresì sensibilizzare gli insegnanti, gli assistenti e, prima e più di tutto, i genitori sui pericoli insiti nelle nuove tecnologie di comunicazione. Confido che il Parlamento – in linea con l’intento della collega – adotterà la proposta quanto prima possibile e che il nuovo programma potrà essere applicato a partire da gennaio.
Katalin Lévai (PSE), per iscritto. – (HU) Secondo l’Eurobarometro, il 74 per cento dei ragazzi di età compresa tra dodici e quindici anni usano Internet quotidianamente, e molti di loro vengono a contatto con immagini pornografiche. Dalla ricerca condotta dalla Internet Watch Foundation risulta che negli ultimi anni l’incidenza di abusi su bambini attraverso Internet è cresciuta del 16 per cento. Queste cifre dimostrano chiaramente che è possibile garantire la sicurezza dei minori online solo adottando un approccio su più livelli, che coinvolga i minori, le famiglie, le scuole, gli operatori del settore delle telecomunicazioni e, al suo interno, i fornitori di servizi Internet e gli organismi giudiziari.
Penso che, ai fini della protezione dei minori su Internet, la prevenzione debba svolgere un ruolo chiave. E’ importante, secondo me, prevedere l’obbligo di ottenere uno speciale permesso per poter gestire e avere accesso a siti con contenuti pornografici, violenti e in altro modo dannosi per la crescita dei bambini. Dato che in alcuni paesi è ormai prassi ben consolidata bloccare, con il consenso dell’autorità giudiziaria, le pagine web con contenuto pedofilo presenti su server nazionali e stranieri, e dato che, complessivamente, il quadro giuridico vigente nei paesi consente la rimozione di simili contenuti, lancio un appello alle autorità giudiziarie degli Stati membri affinché compiano i passi necessari a bloccare tali siti. Sarebbe inoltre il caso di valutare se non solo la creazione di questi siti web ma anche la loro visione debba essere considerata un reato penale.
A scopo di prevenzione, sono necessarie un’educazione adeguata e un’ampia informazione. Bisogna preparare i bambini fornendo loro conoscenze idonee, di modo che siano in grado di usare tutta una serie di strumenti per individuare le persone che potrebbero commettere abusi nei loro confronti e sappiano come difendersi.
Roxana Plumb (PSE), per iscritto. – (RO) Oggigiorno Internet offre un mondo pieno di informazioni e divertimenti, ma rappresenta anche un ambiente estremamente pericoloso per i bambini. Per tale motivo ritengo che sia assolutamente necessario attuare il programma Safer Internet, al fine di proteggere i minori che usano Internet e le nuove tecnologie.
Il successo del programma dipenderà dal modo in cui saranno impiegati i 55 milioni di finanziamento di cui è dotato, ma anche dai risultati che otterremo nell’armonizzare gli aspetti tecnici e quelli educativi. Studi dimostrano che l’uso di un’applicazione software che filtri i pericoli cui sono esposti i minori consente di proteggere il 90 per cento dei giovani utenti, mentre i genitori e gli educatori a contatto diretto con i bambini sono responsabili del rimanente 10 per cento. Queste figure hanno il compito di dire ai bambini che non devono accettare incontri con persone sconosciute contattate tramite Internet, non devono rispondere a messaggi dal contenuto osceno e non devono dare a sconosciuti informazioni né fotografie di carattere personale.
Il modello usato nel settore della televisione, dove i diversi canali indicano l’età minima per la visione di un dato film o programma, deve essere applicato anche ai media online. Un primo passo verso la protezione dei bambini dai contenuti illeciti online potrebbe essere l’introduzione di un marchio che individui esplicitamente i siti “adatti ai bambini”.
Bogusław Rogalski (UEN), per iscritto. – (PL) Il programma di protezione dei minori che usano Internet e le nuove tecnologie è uno degli strumenti basilari per tutelare i bambini, sotto il profilo sia della diffusione di tecnologia sia della crescente familiarità con l’uso di computer. Il risultato è che attualmente i bambini sono a rischio a causa dei contenuti illeciti e di comportamenti inadeguati, quali pedopornografia, molestie, adescamento e seduzione attraverso Internet.
Secondo le statistiche, oltre il 70 per cento dei giovani tra dodici e quindici anni usano Internet per circa tre ore al giorno. Ed è triste constatare che la maggior parte di essi hanno visto immagini di tipo pornografico. Altrettanto allarmanti sono il numero crescente dei siti Internet con contenuti pornografici e il continuo abbassamento dell’età media dei bambini che finiscono vittima di queste situazioni.
Un approccio su più fronti è l’unico modo per aumentare la sicurezza dei minori su Internet. Questo programma di vasto respiro deve coinvolgere i bambini, le loro famiglie, le scuole, gli operatori del settore delle comunicazioni, i fornitori di servizi Internet e altre istituzioni. Un ruolo importante nella lotta contro i comportamenti dannosi su Internet deve essere svolto anche dalle linee di assistenza telefonica diretta, per raccogliere informazioni sui contenuti illeciti. Ai bambini si deve insegnare come evitare comportamenti pericolosi su Internet. Dal canto loro, i genitori e gli insegnanti dovrebbero partecipare a campagne formative sull’uso dei computer, per ridurre il divario generazionale nel campo delle nuove tecnologie e garantire una lotta più efficace contro i pericoli.
Katrin Saks (PSE), per iscritto. – (ET) A mano a mano che Internet diventa una parte sempre più importante della nostra vita, crescono i rischi per i giovani di oggi di finire vittima, tramite il web, di abusi, contatti a scopi sessuali, molestie, eccetera.
Secondo il rapporto intitolato EU Kids Online, pubblicato di recente, il 68 per cento dei minori del mio paese, l’Estonia, hanno accesso a Internet da casa. Questa è una delle percentuali più elevate in Europa, alla pari con quelle della Danimarca, del Belgio, della Svezia e del Regno Unito.
Una grande disponibilità di accesso a Internet non deve comportare automaticamente un maggior rischio di subire molestie o di venire in contatto con contenuti sgradevoli, ma l’Estonia è, tra i paesi oggetto dello studio, nel gruppo di quelli con più elevata accessibilità a Internet, insieme con i Paesi Bassi e il Regno Unito.
Ci sono molti punti in comune tra i paesi europei: metà di tutti i minori rivelano informazioni personali, quattro bambini su dieci entrano in contatto con materiale pornografico e un terzo con contenuti violenti, molti ricevono messaggi non richiesti di natura sessuale, ben il 9 per cento si incontrano con persone conosciute su Internet. Inoltre, il 15-20 per cento dei giovani europei hanno subito molestie su Internet; in Estonia questa cifra è ancora superiore: 31 per cento, di età compresa tra sei e quattordici anni.
Penso che dovremmo riservare a queste problematiche maggiore attenzione, soprattutto negli Stati membri, come l’Estonia, nei quali i giovani usano sempre più Internet nella loro vita quotidiana. L’uso di Internet ha ovviamente anche aspetti positivi; però dobbiamo dedicare più attenzione ai pericoli connessi a tale uso.
Toomas Savi (ALDE), per iscritto. – (EN) Signor Presidente, la relazione dell’onorevole Angelilli è fortemente incentrata sulla pornografia su Internet che è accessibile ai bambini; ma c’è un altro problema ancora più preoccupante: la violenza. Se il materiale pornografico può anche essere semplicemente inquietante, la visione di immagini molto forti di violenza contro altre persone o anche di autolesionismo è un’esperienza che può veramente indurre i giovani ad atti inconsulti. Pensiamo soltanto a tutti i casi di discriminazione e aggressione contro giovani appartenenti a minoranze o alle sparatorie nelle scuole.
Ancora di recente ci sono state due sparatorie in scuole finlandesi, in una regione molto vicina alla mia circoscrizione elettorale, l’Estonia. Si è saputo che lo sparatore, subito prima di compiere quell’azione terribile, aveva caricato su Internet materiale dal contenuto violento. Il materiale era accessibile ad altri ragazzi disturbati e non abbiamo la più pallida idea di ciò che potrà succedere in futuro.
Credo che l’Unione europea debba adottare misure serie per porre fine a simili istigazioni alla violenza, senza però limitare la libertà di espressione dei singoli. Qualsiasi vita umana va custodita e salvaguardata, e quando i nostri giovani hanno bisogno di aiuto o di una guida, dobbiamo soddisfare tale esigenza. Non possiamo permetterci di rovinare o sprecare le vite dei giovani, che sono il futuro dell’Europa.
Czesław Adam Siekierski (PPE-DE), per iscritto. – (PL) Attualmente i giovani tendono a essere più esperti nell’uso delle nuove tecnologie rispetto alla generazione più vecchia. Internet non ha segreti per i bambini e i ragazzi, che si solito sono meglio informati dei loro genitori sul suo funzionamento. Al contempo, però, sono proprio i bambini e i giovani le persone che corrono maggiormente il rischio di subire violenze psicologiche su Internet.
In base ai dati raccolti durante una campagna sull’uso di Internet da parte dei bambini, la metà di tutti i polacchi che usano Internet sono stati vittima di insulti, umiliazioni e minacce online.
La situazione è ancora più grave nel caso dei bambini. Oltre il 70 per cento dei giovani utenti di Internet sono entrati in contatto con materiale pornografico o erotico e più della metà di essi hanno visto scene crudeli e violente.
Va tuttavia sottolineato che nella grande maggioranza dei casi l’incontro con questo materiale è avvenuto casualmente, non in maniera deliberata. Solo il 12 per cento dei minori hanno ammesso di cercare apposta siti di tal genere.
Ho citato queste cifre per far comprendere ai colleghi la gravità del pericolo cui sono esposti i nostri concittadini più giovani, e ho usato il mio paese come esempio.
Credo quindi che il previsto programma per la protezione dei minori debba assolutamente essere attuato.
Silvia-Adriana Ţicău (PSE), per iscritto. – (RO) I giovani usano Internet sempre di più per comunicare, trovare informazioni, accedere a conoscenze e trascorrere il tempo libero. I giovani e le loro famiglie devono essere consapevoli dei rischi derivanti da tale uso e, soprattutto, devono attenersi a determinate norme che li possono proteggere quando navigano in Internet.
Internet deve restare un mezzo di comunicazione aperto ma allo stesso tempo sicuro. Il programma per un’Internet più sicura è tuttora in corso e potenzia i precedenti programmi Safer Internet e Safer Internet Plus. Vorrei però attirare la vostra attenzione sul fatto che l’efficacia del programma dipende dalla misura in cui esso riuscirà a sensibilizzare la gente e dal modo in cui norme specifiche saranno applicate a livello nazionale. Bisogna prendere in seria considerazione, denunciare e gestire in modo adeguato tutti i casi in cui un bambino o un giovane si trova di fronte a richieste non sollecitate o addirittura a situazioni di bullismo su Internet.
Da uno studio recente risulta che due terzi dei giovani hanno ricevuto richieste non sollecitate mentre usavano Internet e che un quarto ha visto materiale con contenuti indecenti. Purtroppo, molti genitori e insegnanti non hanno ancora familiarità con i media digitali e non adottano le misure necessarie per proteggere i bambini su Internet. Invito la Commissione a fare fronte comune con gli Stati membri per promuovere la creazione di centri di assistenza e la loro collaborazione, nonché denuncia di eventi legati alla sicurezza di Internet.