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Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 17 novembre 2008 - Strasburgo Edizione GU

27. Promuovere la dimostrazione in tempi brevi della produzione sostenibile di energia da combustibili fossili (breve presentazione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0418/2008), presentata dall’onorevole Ehler a nome della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, su: promuovere la dimostrazione in tempi brevi della produzione sostenibile di energia da combustibili fossili [2008/2140(INI)].

 
  
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  Christian Ehler, relatore. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, essendo del Brandeburgo, è naturale che rivolga un saluto particolare al commissario signora Hübner. Vi presenterò ora brevemente la relazione della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia su una comunicazione della Commissione concernente gli impianti di dimostrazione di tecnologie CCS. Se vogliamo conseguire gli obiettivi in materia di energia e cambiamento climatico stabiliti dall’Unione europea, è chiaro che uno dei fattori decisivi è la riduzione delle emissioni di CO2, e a tale riguardo il carbone, in quanto combustibile fossile, svolge un ruolo essenziale. Dall’altro canto, in Europa ci troviamo attualmente di fronte a un dilemma. Abbiamo tre obiettivi di politica ambientale ed energetica: il primo è la tutela ambientale, il secondo è la sicurezza delle forniture e il terzo è la stabilità dei prezzi, che va di pari passo con la sicurezza degli approvvigionamenti ed è molto importante soprattutto in momenti economicamente difficili come questi.

Per tutti noi europei, è evidente che il carbone è l’unico combustibile fossile, l’unica fonte energetica fossile dell’Europa; esso riveste pertanto un’importanza strategica per questi tre obiettivi. Tuttavia, senza la tecnologia CCS, cioè senza la tecnologia del carbone pulito, questo combustibile non ha futuro. La proposta della Commissione di sostenere i progetti dimostrativi di cui c’è urgente bisogno è stata quindi accolta con favore dalla maggioranza della nostra commissione. La Commissione europea ha presentato una proposta molto ragionevole. Quanto prima possibile dobbiamo mettere a disposizione incentivi – e in merito la maggioranza della commissione è d’accordo – per promuovere l’utilizzo delle tecnologie CCS su scala industriale. Ma la maggioranza del Parlamento ritiene – e lo abbiamo detto in modo molto esplicito – che gli aiuti finanziari per una tecnologia pulita del carbone siano assolutamente indispensabili per raggiungere gli obiettivi europei in materia di energia e cambiamento climatico.

La proposta della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia è dunque alquanto specifica e prevede finanziamenti dal settimo programma quadro di ricerca e anche in forma di anticipi dei proventi della vendita all'asta delle quote di emissioni, per sostenere la costruzione di almeno dodici impianti di dimostrazione. Tali impianti devono combinare le diverse tecnologie con le varie opzioni di stoccaggio e trasporto e dovrebbero essere distribuiti il più ampiamente possibile in tutta Europa.

Siamo prudentemente ottimisti sulla possibilità di vedere i primi segnali di attivazione da parte della Commissione nell’ambito delle attuali trattative a tre sulle direttive CCS ed ETS. In questo stesso clima di prudente ottimismo riteniamo che, in tali trattative, dobbiamo riuscire non soltanto a chiarire le future condizioni quadro per le tecnologie CCS, ma anche a porre basi solide per il finanziamento degli impianti dimostrativi preliminari, che sono d’importanza vitale.

 
  
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  Danuta Hübner, membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, ringrazio molto l’onorevole Ehler per la sua relazione sulla comunicazione della Commissione concernente il finanziamento in tempi brevi della dimostrazione della produzione sostenibile di energia da combustibili fossili. Siamo lieti del sostegno generale che la relazione esprime per i nostri obiettivi politici e del riconoscimento dell’importante ruolo che le tecnologie CCS possono svolgere per contrastare il cambiamento climatico a livello globale.

La relazione, inoltre, riconosce con chiarezza l’urgente necessità di realizzare fino a dodici progetti di dimostrazione su grande scala per rendere le tecnologie CCS commercialmente sostenibili entro il 2020. La nostra comunicazione va vista come parte del pacchetto completo e comprensivo sul clima e sull’energia che comprende la direttiva CCS, la quale fissa il quadro giuridico per autorizzare l’utilizzo delle tecnologie CCS in Europa, il sistema di scambio delle emissioni, il quale fissa il quadro economico e commerciale per le tecnologie CCS, e la proposta della Commissione, la quale propone che gli Stati membri stanzino il 20 per cento dei proventi della vendita all’asta delle quote di emissioni a favore di investimenti in tecnologie a bassa emissione di carbonio, come le CCS. A prescindere da quella che sarà la decisione definitiva, i proventi della vendita all’asta saranno una delle fonti di finanziamento più consistenti per i progetti di dimostrazione delle tecnologie CCS.

Infine, la nostra comunicazione propone anche la creazione, all’inizio del 2009, di una struttura europea di coordinamento per finanziare i progetti di dimostrazione delle tecnologie CCS attraverso la condivisione delle conoscenze, attività di comunicazione congiunte e altre azioni comuni.

Apprezzo il vostro sostegno generale al pacchetto sul clima e l’energia e, in particolare, alla comunicazione. Nella relazione, però, si afferma anche che gli sforzi della Commissione potrebbero non bastare per raggiungere l’obiettivo fissato dal Consiglio di realizzare fino a dodici progetti di dimostrazione. Comprendo la vostra preoccupazione.

Per affrontare l’aspetto finanziario, la commissione per l’ambiente ha adottato un emendamento alla proposta sull’ETS con il quale propone di utilizzare 500 milioni di euro della nuova riserva di ammissione per il finanziamento dei progetti di dimostrazione delle tecnologie CCS.

La Commissione ha inviato al Parlamento un documento di opzione politica per contribuire a costruire un consenso anche in seno al Consiglio, al fine di garantire un sufficiente finanziamento delle tecnologie a basse emissioni di carbonio.

La relazione solleva poi altre due questioni che la Commissione non può condividere del tutto in questo momento. Prima questione: la relazione invita la Commissione a presentare una dettagliata valutazione dei costi e delle quote dei finanziamenti pubblici e privati per ciascuno dei dodici impianti di dimostrazione. Lasciatemi dire a tale proposito che i progetti di dimostrazione saranno scelti esclusivamente sulla base di appalti indetti o a livello europeo o a livello di Stati membri. Le valutazioni dei costi sono in corso, ma possono fornire soltanto stime approssimative, dato che ciascun progetto è unico nel suo genere.

Seconda questione: la relazione suggerisce anche l’utilizzo di risorse del meccanismo di finanziamento con ripartizione del rischio, sempre per finanziare le tecnologie CCS. Poiché quelle risorse sono state impegnate completamente, come sapete, qualsiasi cambiamento renderebbe necessario emendare il settimo programma quadro.

Consentitemi di concludere ringraziandovi per l’eccellente lavoro che avete fatto con questa relazione. Mi auguro anche che durante la votazione il Parlamento si attenga all’orientamento e agli obiettivi complessivi indicati nella relazione.

 
  
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  Presidente. – La discussione su questo punto è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, alle 12.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)

 
  
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  Adam Gierek (PSE), per iscritto. – (PL) Uno degli obiettivi dell’Unione europea è un ambizioso piano di tutela del clima valido fino al 2020, noto come l’obiettivo “3 x 20”. Gli strumenti per la sua attuazione comprendono la vendita all’asta delle quote di emissioni e il ricorso alle tecnologie CCS dopo il 2015. Ma il limite delle emissioni di 500 g CO2/kWh che dovrebbe essere imposto dopo il 2015 è tecnicamente irrealizzabile, anche nel caso di centrali moderne alimentate a carbone. Quel limite avrebbe pertanto l’effetto di una moratoria sulla costruzione di centrali a carbone, mettendo così in pericolo la sicurezza energetica.

Le tecnologie CCS potrebbero essere utilizzate anche nelle industrie che producono grandi emissioni di CO2 come prodotto di scarto, ad esempio nella fusione di ghisa. Per tale motivo, gli Stati membri più dipendenti dal carbone dovrebbero cominciare già adesso a costruire impianti di dimostrazione, al fine di acquisire esperienza. In tale contesto avranno bisogno di aiuti finanziari immediati, dato che i finanziamenti derivanti dallo scambio di quote di emissioni dopo il 2013 arriverebbero troppo tardi. In Polonia, per esempio, dovremmo costruire adesso due o tre di questi impianti che utilizzano differenti tecnologie CCS. Penso, in proposito, a moderne centrali alimentate ad antracite o a lignite che impiegano metodi diversi di stoccaggio di CO2 in formazioni geologiche porose o in serbatoi sotterranei.

 
  
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  András Gyürk (PPE-DE) , per iscritto.(HU) La questione della captazione e dello stoccaggio di anidride carbonica rappresenta oggi una parte indispensabile delle discussioni sul cambiamento climatico. Stiamo parlando di una tecnologia molto promettente, che però deve ancora conquistarsi la fiducia della società. La sua utilizzazione futura potrebbero servire come una specie di compromesso realistico tra l’uso inevitabile dei combustibili fossili e gli obiettivi della tutela del clima.

Dato che la captazione dell’anidride carbonica richiede forti investimenti di lungo periodo, è essenziale che l’Unione europea crei un quadro giuridico coerente e stabile. Penso che il pacchetto sul clima, dopo le modifiche apportate dal Parlamento, indichi tutte le direzioni giuste a tale riguardo.

Con un apprezzabile cambiamento di rotta, la relazione del Parlamento propone di rilasciare alle dieci-dodici centrali sperimentali quote libere di emissione, invece di fornire sostegno finanziario diretto. Reputo imperativo che le centrali che possono usufruire delle quote libere siano scelte dalla Commissione europea secondo il principio dell’equilibrio regionale. Concordo con il relatore sul fatto che, per promuovere le nuove tecnologie, è necessario potenziare in modo sostanziale le fonti per nuove ricerche e nuovi sviluppi – sia a livello di Stati membri sia a livello di Unione europea.

Il sostegno dell’Unione non può sostituirsi all’impegno dei privati. Se la captazione e lo stoccaggio del carbonio si dimostreranno una soluzione realmente praticabile, ci saranno imprese disposte a svolgere un ruolo attivo e a fare i necessari investimenti. E’ altresì importante osservare che gli aiuti per la captazione del carbonio non dovrebbero portare a una distrazione di fondi dalle fonti energetiche sostenibili. La tecnologia di cui stiamo discutendo può essere realizzabile, ma non è assolutamente l’unico modo per limitare gli effetti del cambiamento climatico.

 
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