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Procedura : 2008/0083(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A6-0400/2008

Discussioni :

PV 18/11/2008 - 13
CRE 18/11/2008 - 13

Votazioni :

PV 19/11/2008 - 5.2
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2008)0547

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 19 novembre 2008 - Strasburgo Edizione GU

8. Dichiarazioni di voto
Video degli interventi
Processo verbale
  

Dichiarazioni di voto orali

 
  
  

- Relazione Kauppi (A6-0400/2008)

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, desidero ringraziare l’onorevole Kauppi per la relazione riguardante il registro elettronico delle società, che sostengo pienamente. E’ una splendida idea, presentata con un’ottima relazione, e il Parlamento è unito nell’appoggiare la sua attuazione.

Non solo mi auguro che riusciremo ad avere quanto prima i registri elettronici delle società negli Stati membri, ma spero anche che avremo successo nel creare una piattaforma elettronica europea contenente tutte le informazioni che le società sono tenute a fornire. Tali proposte, se attuate, consentiranno di diminuire la burocrazia e aumentare la trasparenza, di alleggerire gli oneri amministrativi, di ridurre le spese per le società e conseguentemente di potenziare la competitività delle società europee.

 
  
  

- Relazione Schwab (A6-0349/2008)

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE-DE). (LT) Ho votato a favore della relazione dell’onorevole Schwab sulla proposta di regolamento relativo alle statistiche europee, in quanto i contenuti del nuovo regolamento sono molto importanti e migliorano in modo significativo il regolamento vigente: mi riferisco in particolare alla definizione del sistema statistico europeo e alla sua collocazione all’interno delle norme comunitarie. Il regolamento stabilisce inoltre le funzioni degli istituti nazionali di statistica all’interno del sistema statistico europeo nella risoluzione di questioni riguardanti il segreto statistico e la qualità statistica. Si tratta senza dubbio di un passo avanti rispetto alla situazione attuale e al regolamento tuttora in vigore.

La proposta della Commissione europea di dividere in due organismi il comitato del sistema statistico europeo mi pare controversa e ritengo che la posizione del relatore contraria alla separazione dei compiti sia più accettabile e quindi meritevole di essere appoggiata. Sono tuttavia fiducioso che in futuro riusciremo a superare i dissensi, se il Parlamento, il Consiglio e la Commissione collaboreranno tra loro.

 
  
  

- Relazione Capoulas Santos (A6-0402/2008)

 
  
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  Albert Deß (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, intendo formulare una dichiarazione di voto sulla relazione concernente la modulazione. Con l’ultima riforma agricola è stato deciso che fino al 2013 i coltivatori avranno certezza in termini di pianificazione e per questo motivo ero contrario ad attuare la modulazione su una scala tale da portare a perdite piuttosto ingenti per gli agricoltori. Sono soddisfatto del risultato e desidero ringraziare tutti gli onorevoli colleghi che hanno votato a favore dell’aumento della soglia da 5 000  a 10 000 euro, il che significa privare le piccole imprese di meno risorse finanziarie derivanti dalla modulazione.

Se in politica parliamo di certezza in termini di pianificazione allora la dobbiamo anche garantire agli agricoltori. Sono quindi soddisfatto del risultato della relazione odierna sulla modulazione e spero che il Consiglio accetterà i risultati che abbiamo raggiunto.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, la votazione di oggi ha concluso quasi dodici mesi di lavoro preparatorio per definire la nostra posizione riguardo all’operazione sulla politica agricola comune. E’ un momento importante viste le modifiche che abbiamo apportato per contribuire alla semplificazione di questa politica, mantenendo allo stesso tempo la sua natura comunitaria e garantendo condizioni di concorrenza paritarie. Spero che i ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea leggeranno il parere e accetteranno le nostre proposte.

Mi riferisco in particolare alle proposte riguardanti la semplificazione dei requisiti di condizionalità, compreso il rinvio al 2013 dell’applicazione dei requisiti in materia di benessere degli animali, area C, da parte degli nuovi Stati membri. Molte soluzioni sono purtroppo state concepite in modo tale da non considerare la situazione dell’agricoltura né il modello agricolo dei nuovi Stati membri. Stiamo incominciando a discutere sul futuro della politica agricola comune dopo il 2013 e a riesaminare le prospettive finanziare. E siamo solo all'inizio.

 
  
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  Seán Ó Neachtain (UEN). (GA) Signor Presidente, vorrei esprimere il mio apprezzamento sia per la votazione decisamente positiva tenutasi oggi riguardo alla politica agricola comune, sia per le politiche presentate, come la proposta di distribuire frutta e verdura alle scuole.

Eppure, in merito alla proposta politica stessa, vorrei richiamare ancora una volta l’attenzione sull’obbligatorietà della modulazione raccomandata dalla Commissione e precisare che sono assolutamente contrario. La politica deve essere flessibile e gli Stati membri devono avere la possibilità di aumentare o ridurre liberamente la modulazione.

Ritengo che la soglia di 5 000 euro sia troppo bassa e che debba essere portata a 10 000 euro per tutelare e sostenere gli agricoltori a basso reddito già in difficoltà: non penso che si debba togliere loro il denaro per la modulazione obbligatoria.

 
  
  

- Relazioni Capoulas Santos (A6-0402/2008), (A6-0401/2008)

 
  
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  Giovanni Robusti (UEN). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo solo intervenire per rendere pubbliche le motivazioni del mio voto finale, contrario alla relazione Santos 0401 e 02. La relazione è succube di una verifica della politica agricola comunitaria che non tiene conto delle mutate condizioni mondiali. Discutiamo sui dettagli senza vedere il problema principale.

La PAC che stiamo verificando con l'Health check è nata per ridurre la produzione agricola a favore della tutela ambientale, perché quelle erano le condizioni nelle quali è stata creata. Oggi tutti sappiamo che le condizioni strutturali si sono rivoluzionate, ma la PAC rimane più o meno la stessa e stiamo discutendo se sia meglio l'uno o il due, in più o in meno, di questo o di quell'altro intervento ormai inutile per le sfide del futuro.

Io non posso accettare questa mediazione infinita di piccoli interessi specifici ignorando quelli generali. Sono convinto che la prima vittima di questo scarso coraggio sia proprio l'agricoltura. Per provocare un dialogo, una discussione ho votato no; gli approfondimenti tecnici che non possono essere contenuti in un intervento di un minuto li lascio al mio sito Internet sul quale pubblicherò le mie motivazioni specifiche.

 
  
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  Csaba Sándor Tabajdi (PSE).(FR) Signor Presidente, i deputati ungheresi del gruppo socialista al Parlamento europeo hanno votato a favore delle relazioni dell’onorevole Capoulas Santos, in quanto decisamente più positive sia per i nuovi Stati membri sia per l’Ungheria. La modulazione obbligatoria e quella progressiva risultano meno drastiche rispetto alla proposta della Commissione. Deploro il fatto che non ci sia stato nessun voto a favore dell’emendamento proposto dal gruppo ALDE concernente la modulazione obbligatoria ma, nonostante il rammarico, resta una buona relazione.

In riferimento alla seconda relazione, l’emendamento n. 67 è stato proposto dal gruppo socialista. Per quanto concerne il regime d’intervento, è molto importante non intervenire con procedure di gara. E' decisamente auspicabile mantenere il sistema attuale e questo è il motivo per cui abbiamo votato a favore.

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, porgo i miei complimenti all’onorevole Capoulas Santos per il lavoro molto complesso da lui svolto. La delegazione Fine Gael ha sostenuto queste relazioni con alcuni avvertimenti. Sulla questione delle quote latte abbiamo votato a favore di una maggiore flessibilità e di un maggiore aumento percentuale delle quote, dando agli agricoltori la possibilità di produrre liberamente il latte. Deploriamo che questa visione non sia stata condivisa dalla plenaria, facendoci quindi ritornare alla proposta della Commissione.

In secondo luogo, per quanto attiene la modulazione, siamo preoccupati per il trasferimento dei fondi dal primo al secondo pilastro perché ciò sottrae agli agricoltori del reddito da utilizzare in progetti che richiedono il cofinanziamento da parte degli Stati membri e questo potrebbe non essere garantito in futuro. Approviamo l’aumento della franchigia a 10 000 EUR, per cui il Parlamento ha votato a favore e vorrei chiarire che il nostro voto sul considerando 6 degli emendamenti nn.190 e 226 dovrebbe essere un "+" (a favore). Spero che nelle deliberazioni delle giornate di oggi e domani il Consiglio sosterrà il settore ovino in crisi.

 
  
  

- Relazione Capoulas Santos (A6-0401/2008)

 
  
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  Dimitar Stoyanov (NI).(BG) Desidero richiamare la vostra attenzione sull'emendamento n. 54 proposto dall'onorevole Deß e da altri deputati. Se questo emendamento venisse adottato, porterebbe a un deprecabile dualismo tra i vecchi e i nuovi Stati membri, in quanto se si aumentano le quote, nei nuovi Stati membri bisognerebbe alzarle solo in funzione dell'anno di esercizio. Vedo che l'onorevole Deß è ancora in Aula, quindi forse potrà chiarire se l'anno di esercizio consente effettivamente l'aumento delle quote per i nuovi Stati Membri. Fortunatamente questo emendamento non è stato approvato, bensì respinto dall'Assemblea, il che mi ha permesso di votare a favore dell'intera relazione e mi compiaccio che il Parlamento non abbia permesso la creazione di due categorie di Stati membri in merito all'aumento delle quote latte.

 
  
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  Albert Deß (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, la relazione sulle quote latte sostiene un aumento di quest'ultime. Insieme a tutti i colleghi della CSU ho votato contro tutti gli emendamenti che prevedono tale aumento. Le quote latte pianificate fino al 31 marzo 2015 sono pensate per stabilizzare i mercati del latte europei, attualmente gravati da un eccesso di produzione.

Questa situazione ha avuto ripercussioni sui prezzi del latte. Un ulteriore aumento nelle quote aggraverà il crollo dei prezzi del latte che colpisce i produttori e mette a serio rischio le condizioni economiche di molti agricoltori. Non ci serve un aumento delle quote, quanto piuttosto un sistema che si mostri flessibile rispetto alla situazione del mercato. Se tuttavia la maggioranza del Parlamento e del Consiglio stabilisce di diminuire gradualmente le quote latte entro il 2015, si renderà necessaria la creazione di un fondo lattiero-caseario per continuare a garantire la futura produzione di latte nelle aree svantaggiate e nelle zone di pascolo.

 
  
  

- Relazioni Capoulas Santos (A6-0402/2008), (A6-0401/2008), (A6-0390/2008), (A6-0377/2008)

 
  
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  Daniel Hannan (NI).(EN) Signor Presidente, se mi proponessi di progettare il sistema di sostegno all'agricoltura più costoso, dispendioso, corrotto, immorale e burocratico possibile, non credo che sarei riuscito a produrre niente di altrettanto ingegnoso della politica agricola comune, un sistema che ci penalizza dapprima in quanto contribuenti, costringendoci a sovvenzionare la produzione di derrate alimentari per le quali non c'è mercato e ci penalizza ulteriormente in quanto consumatori, obbligandoci a sostenere i prezzi che ne derivano. Spesso ci penalizza una terza volta, come contribuenti, costringendoci a distruggere gli alimenti rimasti invenduti.

Al contempo, il sistema causa distruzione ambientale, in quanto i sussidi basati sulla produzione incoraggiano l'abbattimento delle siepi, l'utilizzo di pesticidi e di fertilizzanti dannosi e provocano naturalmente moltissimi morti per fame in Africa. Tali conseguenze sono particolarmente dannose, devo ammettere, per un paese come il suo e il mio, che è un importatore di derrate alimentari con un settore agricolo relativamente efficiente e che quindi si ritrova doppiamente penalizzato, versando più risorse nel sistema e ricavandone di meno rispetto ad altri Stati membri.

Con poche eccezioni, qualunque cosa noi facessimo, dal sostegno diretto all’adozione di un qualsiasi altro sistema, sarebbe meglio della politica agricola comune. E se avete pensato che mi sia scordato di dirlo, è arrivato il momento di indire un referendum sul trattato di Lisbona. Pactio Olisipiensis censenda est!

 
  
  

- Relazione Capoulas Santos (A6-0402/2008)

 
  
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  Christa Klaß (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, ho votato a favore della relazione Capoulas Santos e dell'emendamento n. 186, che raccomanda una franchigia di 10 000 euro per la modulazione.

Questo emendamento riguarda l'agricoltura su piccola scala in Europa, settore nel quale il processo di modulazione deve essere applicato con moderazione. Le piccole aziende agricole europee hanno bisogno del sostegno dell'Unione europea, per continuare a esistere all'interno della struttura salariale dell'UE. Vogliamo che in Europa venga prodotto cibo sano, che questi alimenti siano disponibili a prezzi ragionevoli, e soprattutto vogliamo che la campagna sia amministrata. Se sono davvero questi i nostri obiettivi, dobbiamo sostenere i nostri agricoltori, per continuare anche in futuro a produrre cibo sano in Europa, che per lo più è caratterizzata da uno dei climi più favorevoli al mondo. Per questo ho votato a favore della relazione Capoulas Santos.

 
  
  

- Relazione Capoulas Santos (A6-0390/2008)

 
  
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  Hynek Fajmon (PPE-DE). (CS) Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho votato contro la relazione Capoulas Santos concernente il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Abbiamo creato il programma due anni fa ed è entrato effettivamente in vigore soltanto l'anno scorso. I richiedenti hanno appena cominciato a preparare i loro progetti e a imparare le regole del fondo, e ora, dopo solo un anno, vogliamo già cambiare le regole. Non posso essere a favore di un passo del genere, perché determinerà solamente perdite e ritardi nei progetti di finanziamento necessari per le aree rurali. Cambiare le regole di frequente non può portare alcun beneficio ed ho quindi votato contro la relazione.

 
  
  

- Relazioni Capoulas Santos (A6-0402/2008), (A6-0401/2008), (A6-0390/2008), (A6-0377/2008)

 
  
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  Zdzisław Zbigniew Podkański (UEN).(PL) Signor Presidente, si tratta di un argomento molto importante. Dalla valutazione della politica agricola comune è emerso che la PAC avrà senso in futuro se si baserà su principi equi. Una politica agricola comune deve assicurare una serie di elementi fondamentali: sicurezza alimentare dell'Europa, autonomia e produzione di cibo per l'esportazione, sicurezza economica per le famiglie degli agricoltori, capacità di sopravvivenza della produzione agricola, sussidi equi per gli agricoltori appartenenti sia ai nuovi Stati membri sia ai vecchi, protezione della biodiversità, interruzione della coltivazione e dell'allevamento di organismi geneticamente modificati nell'intera Unione europea, le sviluppo delle aree rurali, progresso delle regioni più povere, protezione del patrimonio culturale e conservazione delle culture tradizionali. Una PAC efficace deve infine garantire agli abitanti delle aree rurali un accesso equo a educazione, cultura e sviluppo tecnologico. Questi obiettivi possono essere raggiunti unicamente se impareremo le lezioni giuste dall'esperienza esistente e adotteremo soluzioni coraggiose.

 
  
  

Dichiarazioni di voto scritte

 
  
  

Raccomandazione per la seconda lettura: Karin Scheele (A6-0425/2008)

 
  
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  Šarūnas Birutis (ALDE), per iscritto. ? (LT) Il piano d'azione europeo sull''ambiente e la salute 2004-2010 riconosce la necessità di migliorare la qualità, la capacità di effettuare confronti e l'accessibilità dei dati concernenti le condizioni di salute e le malattie collegate all'ambiente attraverso il programma statistico comunitario. Ritengo che questo sia un regolamento molto importante poiché dobbiamo conoscere la percezione che la nostra società ha della sanità e la sua suscettibilità a malattie diverse. Il regolamento stabilisce un sistema congiunto per l'organizzazione delle statistiche comunitarie concernenti la sanità sociale e la salute e la sicurezza dei lavoratori.

E' molto importante che nell'Unione europea siano raccolti i dati sulla percezione dei cittadini riguardo a sanità, attività e disabilità fisiche e mentali, casi di malattie in aumento o in calo, lesioni, danni provocati da alcol e droghe, stile di vita e accessibilità alle istituzioni sanitarie.

Le statistiche dovranno includere informazioni essenziali per le azioni comunitarie nell'ambito della sanità sociale, mirate a sostenere le strategie sociali che sviluppino una sanità di qualità elevata e stabile, accessibile a tutti.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. (PT) Questo regolamento stabilisce un quadro normativo comune per la redazione sistematica di statistiche comunitarie concernenti la sanità pubblica e la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Al momento le informazioni statistiche riguardanti sanità pubblica e salute e sicurezza sul lavoro sono raccolte principalmente su base volontaria. L'adozione di questo regolamento formalizzerà l'attuale gentlemen's agreement e garantirà la continuità della raccolta dei dati oltre alla loro qualità e comparabilità.

In prima lettura nel 2007, il Parlamento europeo ha approvato 12 emendamenti alla proposta della Commissione, la maggior parte dei quali riguardava questioni orizzontali, come l'inclusione di genere ed età tra le variabili di suddivisione e l'utilizzo di un finanziamento aggiuntivo e complementare garantito da specifici programmi comunitari nei due settori oggetto del regolamento. In quell’occasione sono stati inoltre approvati alcuni emendamenti agli allegati riguardanti esclusivamente la sanità pubblica o la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, come la raccolta di dati inerenti alla protezione dalle pandemie e dalle malattie trasmissibili.

Nel corso dei successivi negoziati con la presidenza slovena, si è deciso di integrare nella posizione comune quasi tutti gli emendamenti approvati dal Parlamento europeo. Il Consiglio, inoltre, ha apportato alcune modifiche aggiuntive al testo, che sono risultate in generale accettabili.

 
  
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  Duarte Freitas (PPE-DE), per iscritto. (PT) Questo regolamento stabilisce un quadro normativo comune per la redazione sistematica di statistiche comunitarie nell'ambito della sanità pubblica e della salute e sicurezza sul luogo di lavoro.

Le statistiche dovrebbero essere presentate sotto forma di una serie di dati comuni e armonizzati e dovrebbero essere realizzate da Eurostat insieme con gli istituti nazionali di statistica e le altre autorità nazionali responsabili della fornitura di statistiche ufficiali.

Al momento, i dati statistici sulla sanità pubblica e sulla salute e sicurezza sul luogo di lavoro sono raccolti principalmente su base volontaria.

Concordo con il regolamento proposto, poiché mira a consolidare i progressi compiuti nell'ambito di una regolare raccolta dei dati nei due settori in oggetto, formalizzando l'attuale accordo informale tra gli Stati membri, garantendo la continuità della raccolta dei dati e stabilendo un quadro normativo per migliorare la qualità e la comparabilità dei dati per mezzo di metodologie comuni. Il regolamento assicurerà certamente maggiore chiarezza in termini di pianificazione, sostenibilità e stabilità dei requisiti europei per i dati statistici riguardanti la sanità pubblica e la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.

 
  
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  Ian Hudghton (Verts/ALE), per iscritto. - Al momento non esistono regolamentazioni armonizzate per quanto concerne i dati statistici comunitari sulla sanità pubblica e la salute e sicurezza sul luogo di lavoro. L'armonizzazione di questi dati statistici migliorerà enormemente la comparabilità e incrementerà lo sviluppo delle politiche relative. La posizione comune accoglie appieno gli emendamenti proposti da quest’Assemblea in prima lettura e sono stato quindi in grado di sostenere la relazione Scheele.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. - (DE) Lo stress della vita lavorativa moderna con le nuove tipologie di contratti lavorativi, l'incertezza del lavoro stesso e lo squilibrio tra lavoro e tempo libero, comincia a lasciare il segno. I dati statistici indicano che i problemi di salute mentale sono attualmente una delle principali cause di un ritiro prematuro dalla vita lavorativa. L'incertezza del lavoro, ovviamente, è accompagnata da un aumento dei casi di bullismo, proprio come sono in costante aumento anche i problemi di salute, come il mal di schiena. Inoltre, negli ultimi anni, è aumentato il numero dei casi in cui gli impiegati sono stati licenziati durante un periodo di malattia o in seguito a un incidente sul lavoro. I problemi da affrontare sono numerosi e abbiamo bisogno di dati statistici per essere al corrente degli ultimi sviluppi. Per questa ragione ho votato a favore della relazione Scheele.

 
  
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  Dumitru Oprea (PPE-DE), per iscritto. (RO) E' evidente che abbiamo bisogno di dati statistici comunitari sulla salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, per sostenere le strategie mirate a sviluppare un'assistenza medica di elevata qualità, garantita e accessibile per tutti.

La salute e la sicurezza sul luogo di lavoro rappresentano un'area che promuove la protezione della vita, dell'integrità e della salute dei lavoratori e crea condizioni di lavoro che assicurino il loro benessere fisico, psicologico e sociale. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di un programma coerente e valido, che protegga i lavoratori dal rischio di incidenti e malattie connesse al lavoro.

Sono a favore della versione definitiva della relazione perché, al momento, non disponiamo di dati armonizzati e comuni in grado di dimostrare la qualità e la comparabilità delle informazioni fornite dai sistemi statistici di ciascuno Stato membro. Le statistiche comunitarie in materia di sanità devono essere adattate ai progressi e ai risultati ottenuti dalle misure comunitarie implementate nel settore della sanità pubblica.

 
  
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  Andrzej Jan Szejna (PSE), per iscritto. - (PL) Nella votazione odierna ho votato a favore della raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche comunitarie in materia di sanità pubblica e di salute e sicurezza sul luogo di lavoro.

Ritengo che la nostra strategia per la promozione della sanità dovrebbe porre particolare enfasi sulla prevenzione delle malattie e la diagnosi precoce. Tale strategia si rivelerà efficace se forniremo ai cittadini europei un sistema e strutture sanitarie adeguati e se ridurremo le discrepanze tra gli Stati membri dell'Unione europea nell'accesso al sistema sanitario.

Non saremo invece in grado di sviluppare una strategia congiunta per il sistema sanitario se le istituzioni statistiche competenti non avranno accesso ai dati più importanti. Anche l'approvazione di questo regolamento rappresenterà quindi un passo verso un migliore coordinamento dell'azione comunitaria in materia di statistiche sul sistema sanitario. La raccolta di informazioni concernenti pandemie e malattie infettive contribuirà senza alcun dubbio al miglioramento del loro controllo.

Bisogna altresì notare che, al momento, i dati statistici in materia di sanità pubblica e sistema sanitario sono raccolti unicamente su base volontaria. Il regolamento mira pertanto a formalizzare le soluzioni esistenti e ad assicurare continuità nella raccolta dei dati.

Il voto unanime della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza indica l'importanza e la correttezza della relazione.

 
  
  

- Relazione Kauppi (A6-0400/2008)

 
  
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  Ian Hudghton (Verts/ALE), per iscritto. - Ho votato a favore della relazione Kauppi poiché ritengo che le società in tutta Europa devono essere in grado di operare in un contesto libero da oneri eccessivi. E’ tuttavia necessario consentire agli Stati membri di stabilire i propri requisiti e bisogna rispettare il principio di sussidiarietà. Sono lieto del fatto che la relazione Kauppi individui l'equilibrio corretto.

 
  
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  Andrzej Jan Szejna (PSE), per iscritto. - (PL) Ho votato a favore dell'accettazione della relazione riguardante la direttiva del Parlamento e del Consiglio concernente gli obblighi di pubblicazione e traduzione, volta a ridurre gli eccessivi oneri amministrativi imposti ad alcuni tipi di società.

La proposta ha come obiettivo l'eliminazione dalla legge nazionale di tutti gli obblighi di pubblicazione aggiuntivi che incrementano i costi d’impresa.

Secondo le regolamentazioni esistenti, le informazioni devono essere inserite nei registri commerciali degli Stati membri pubblicati sui bollettini ufficiali nazionali.

Al momento, poiché i registri commerciali pubblicano già informazioni in Internet, la pubblicazione sui bollettini ufficiali non crea, nella maggior parte dei casi, valore aggiunto, esponendo invece le società a costi elevati.

Le modifiche proposte consentiranno agli Stati membri di stabilire con flessibilità i propri requisiti riguardo agli obblighi di pubblicazione e di assicurare che le società siano sollevate da pagamenti aggiuntivi, spesso superflui.

 
  
  

- Relazione Schwab (A6-0349/2008)

 
  
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  Šarūnas Birutis (ALDE), per iscritto. − (LT) Lo scopo delle statistiche è fornire dati oggettivi e quantitativi ai quali si possa far riferimento nei processi decisionali o di formazione dell’opinione pubblica. Le statistiche dell’Unione e degli Stati membri sono una misura di sostegno diretto alle decisioni di ordine politico e amministrativo. Pertanto, nell’armonizzare i sistemi statistici dell’Unione, dobbiamo tenere conto della loro importanza.

E’ necessario garantire l’indipendenza scientifica della ricerca statistica in Europa. Inoltre, i regolamenti non devono contrastare con il principio della sussidiarietà.

Appoggio la proposta della Commissione sul regolamento relativo alle statistiche europee, che costituisce una base giuridica per raccogliere dati statistici a livello europeo e riconsidera l’ordinamento giuridico in vigore secondo cui è regolamentata l’organizzazione delle statistiche a livello europeo.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI), per iscritto. − (FR) Votare contro una relazione che di primo acchito pare tecnica, poiché riguarda la generazione di statistiche a livello comunitario, potrebbe sembrare assurdo. Disporre di tali dati per agevolare il processo decisionale riveste infatti un certo interesse.

Nondimeno, nonostante le intenzioni dichiarate, il nuovo regolamento porta a generare nuove statistiche contorte e aumenta l’onere statistico a carico delle imprese e degli istituti nazionali in termini di burocrazia o costi finanziari, contrariamente agli impegni assunti in varie occasioni per semplificare e ridurre tale onere.

Inoltre, l’Europa di Bruxelles dimostra quotidianamente la propria opinione sulle cifre che dovrebbe verosimilmente utilizzare. Citerò soltanto due esempi. In primo luogo, le proposte limitate per sostenere l’economia reale, che sta entrando in una fase di recessione, sostegno che in ogni caso sarà subordinato alla supremazia dogmatica della benedetta concorrenza, del libero commercio globale e di un “insulso” patto di stabilità e crescita. In secondo luogo, la negazione dell’inflazione subita dai nuclei familiari dall’introduzione delle banconote e delle monete in euro. Nell’arco di 6 anni il prezzo di alcuni prodotti di base è raddoppiato o addirittura triplicato, mentre la BCE si concentra su aggregati globali e fuorvianti chiedendo la moderazione salariale.

 
  
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  Ian Hudghton (Verts/ALE), per iscritto. − (EN) La raccolta di dati svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo delle politiche e nel processo decisionale. La proposta della Commissione in questo ambito conferirà uno stato giuridico solido all’operazione e per questo ho votato a favore della relazione Schwab.

 
  
  

- Relazione Capoulas Santos (A6-0402/2008)

 
  
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  Jean-Pierre Audy (PPE-DE), per iscritto. – (FR) Sulla base della relazione del collega portoghese Capoulas Santos, ho votato a favore della risoluzione legislativa recante modifica della proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell’ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori. Per escludere qualunque rischio per gli approvvigionamenti, nel quadro di una gestione equilibrata e sostenibile del territorio è fondamentale affermare il concetto di sicurezza dell’approvvigionamento alimentare. Apprezzo e appoggio le richieste di semplificazione delle procedure. Sostengo inoltre gli strumenti comunitari di gestione delle crisi. Questo voto conferma un cambiamento favorevole nel modo in cui l’agricoltura viene tenuta presente nelle politiche dell’Unione. Tuttavia, il problema del futuro dell’agricoltura rimane irrisolto e sarà il tema centrale del dibattito elettorale del 2009 e dei negoziati politici che saranno avviati subito dopo le elezioni.

 
  
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  Alessandro Battilocchio (PSE), per iscritto. − Confermo il mio voto positivo alla relazione Capoulas Santos, ma rilevo due aspetti che rischiano di divenire insostenibili per gli agricoltori del mio Paese. Un primo punto riguarda le quote latte: l’aumento dell’uno per cento, frutto del compromesso raggiunto, rappresenta davvero un passo troppo corto ed è insufficiente a rispondere alle legittime istanze palesate dagli agricoltori.

Altro argomento insoddisfacente riguarda i fondi per il tabacco: anche andando contro le tesi del mio gruppo sono fermamente convinto che gli aiuti debbano essere prorogati. Un taglio delle sovvenzioni, infatti, non andrebbe a combattere il tabagismo in alcun modo, ma influirebbe negativamente sulla difesa del posto di lavoro di un settore che conta oltre 500.000 mila addetti nei 27 Stati. Spero in un miglioramento della proposta negli steps successivi all’odierna approvazione.

 
  
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  Bastiaan Belder (IND/DEM), per iscritto. − (NL) La valutazione dello stato di salute della PAC è un ambito ampio e importante. Che ci piaccia o meno, si indica il corso che la politica agricola dovrà seguire dopo il 2013. Al riguardo consentitemi di citare due aspetti.

Il sostegno disaccoppiato permette di sviluppare un’agricoltura più orientata al mercato e, pertanto, più competitiva e innovativa, ma non dovremmo dirigerci nell’altra direzione, ossia verso un mercato agricolo totalmente liberalizzato. Non riponiamo l’ombrello appena spuntato il sole. I meccanismi di intervento, la copertura assicurativa e così via vanno organizzati in maniera da evitare distorsioni del mercato e, nel contempo, fungere da vera e propria rete di sicurezza.

Le proposte volte a convogliare somme consistenti verso il secondo pilastro attraverso la modulazione non raccolgono il mio favore. Sembra che i fondi del primo pilastro siano spesi più saggiamente dei Fondi per lo sviluppo rurale. Prevedo inoltre ogni sorta di problemi di cofinanziamento per quanto concerne la parità di condizioni.

 
  
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  Hanne Dahl (IND/DEM), per iscritto. − (DA) Junilistan ha votato contro l’emendamento n. 208 presentato in riferimento alla relazione in esame perché lo scoppio di malattie animali infettive è dovuto a una scarsa separazione veterinaria degli animali. I problemi sorgono rispetto all’uso commerciale degli animali e sono dunque gli allevatori e l’intero comparto a doversi fare carico della responsabilità e del rischio associato alla corretta gestione degli animali per evitare malattie.

Un disegno di legge concernente un’assegnazione economica comune dei costi è una pessima idea in quanto, in fin dei conti, significherebbe che i cittadini pagherebbero per qualcosa di cui non sono responsabili.

 
  
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  Bairbre de Brún (GUE/NGL), per iscritto. − (GA) Lo scopo della riforma della PAC dovrebbe essere quello di migliorare la politica in maniera che la vita rurale in Europa sia più sostenibile in termini sociali, economici e ambientali.

La valutazione dello stato di salute è una misura mista contenente alcuni miglioramenti, ma che per altri versi non riesce ad affrontare le sfide che ci attendono. La vita rurale, specialmente l’agricoltura, deve confrontarsi oggigiorno con molte minacce. I giovani agricoltori sono costretti ad abbandonare la terra, mentre si compensano i grandi latifondisti se lasciano incolti preziosi terreni agricoli. Anche la biodiversità è a rischio.

Concordo con l’idea che debba essere possibile utilizzare i fondi di riserva per i nuovi e i giovani produttori, nonché per alcune categorie allevate nelle zone più svantaggiate, come gli ovini, che svolgono un ruolo importante ai fini della preservazione della biodiversità. Sostegno inoltre l’idea di anticipare nel corso dell’anno la domanda di pagamento agli agricoltori in maniera da assicurare una maggiore stabilità. Le nostre comunità rurali hanno bisogno di stabilità per pianificare il futuro.

 
  
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  Avril Doyle (PPE-DE), per iscritto. − (EN) Sebbene abbia appoggiato la relazione Capoulas Santos (A6-0402/2008) sulla proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell’ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori, non sono favorevole all’emendamento adottato in merito all’incremento della modulazione perché ciò comporterebbe lo storno di ulteriori fondi dal primo al secondo pilastro sottraendo direttamente reddito agli agricoltori (specialmente piccoli) in paesi come l’Irlanda. I fondi sarebbero destinati a regimi che richiedono il cofinanziamento da parte degli Stati membri, fonte di finanziamento incerta sulla quale non è possibile fare affidamento.

 
  
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  Lena Ek (ALDE), per iscritto. − (SV) Ho scelto di votare contro la relazione perché sotto vari aspetti si tratta palesemente di un passo nella direzione sbagliata rispetto alla proposta della Commissione. Un esempio è rappresentato dalla diluzione dei cambiamenti da apportare al sostegno diretto allo sviluppo rurale. La maggioranza ha accettato una riduzione degli aiuti diretti soltanto del 6 per cento per il 2009 e il 2010, mentre la Commissione aveva proposto di ridurla del 7 per cento nel 2009 e del 9 per cento nel 2010. Personalmente avrei voluto tagli ancora più decisi.

Si è inoltre innalzata la soglia per la trasformazione del sostegno diretto in aiuti allo sviluppo rurale. Secondo la proposta originaria, tale trasformazione sarebbe valsa per le sovvenzioni da 5 000 euro all’anno in su. La maggioranza ora ha votato per portare la soglia a 10 000 euro, per cui si riduce la quota degli aiuti agricoli passivi convertita in aiuti attivi allo sviluppo rurale. Il denaro sarebbe speso meglio avviando imprese nelle zone rurali anziché sostenendo colture già relativamente redditizie.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Nonostante i miglioramenti apportati alla relazione, ai quali abbiamo contributo, non da ultimo con l’adozione della nostra proposta di portare l’esenzione dalla modulazione da 5 000 a 10 000 euro al fine di promuovere una maggiore giustizia sociale nel pagamento degli aiuti agli agricoltori, ci rammarichiamo per il fatto che altre proposte siano state rifiutate, anche se alcune avevano ricevuto più di 200 voti a favore, come il sostegno alla produzione di zucchero nelle Azzorre.

Ci rammarichiamo inoltre per la mancata adozione della proposta di assistenza semplificata agli agricoltori che ricevono somme fino a 1 000 euro, nonostante i 175 voti a favore. Sarebbe stato un modo per combattere la mancanza di sensibilità sociale nella proposta della Commissione snellendo il processo e riducendo la burocrazia, in realtà sfruttato come pretesto dalla Commissione europea per proporre che si aboliscano aiuti inferiori a 250 euro all’anno. Circa 90 000 piccoli agricoltori portoghesi potrebbero subirne le conseguenze.

Pertanto, nonostante il nostro voto finale contro la relazione, continuiamo a difendere le nostre proposte in quanto riteniamo che rappresentino la maniera migliore per sostenere gli agricoltori portoghesi e la nostra agricoltura a conduzione familiare.

 
  
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  Glyn Ford (PSE), per iscritto. − (EN) Il partito laburista al Parlamento europeo nutre una serie di gravi preoccupazioni in merito alla presente relazione che perpetuerà e aggraverà le distorsioni esistenti a livello comunitario e globale per quanto concerne la produzione agricola. Visto il voto odierno con il quale si sono adottati vari emendamenti che rafforzano e peggiorano la situazione, non ho potuto, alla fine, votare a favore né della proposta emendata né del progetto di risoluzione legislativa, nonostante la relazione contenesse altri elementi specifici che avallo.

 
  
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  Duarte Freitas (PPE-DE) , per iscritto. − (PT) Sebbene concordi con la necessità di rivedere i regimi di sostegno agli agricoltori, ritengo che le proposte della Commissione vadano decisamente oltre il necessario incidendo negativamente sul reddito di una categoria che è custode del paesaggio rurale europeo e riveste un’importanza fondamentale per la nostra sovranità alimentare.

Per molti versi la relazione Capoulas Santos migliora la proposta della Commissione, soprattutto concedendo una maggiore flessibilità agli Stati membri per quanto concerne la fissazione delle soglie minime per i pagamenti.

Ho pertanto votato a favore della soglia di 10 000 euro all’anno per l’applicazione della modulazione, che favorirà molte aziende agricole di piccole e medie dimensioni, così come della non applicazione di percentuali di modulazione superiori alle cooperative e altre entità giuridiche costituite da più produttori che, presi separatamente, non ricevono più di 100 000 euro in maniera da non penalizzare ingiustamente gli agricoltori.

Sebbene la relazione non sia perfetta, visto che per esempio non prevede l’effetto ridistributivo dell’ulteriore modulazione, mi compiaccio per il risultato finale della votazione in plenaria ed è il motivo per il quale ho votato a favore della risoluzione legislativa.

 
  
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  Hélène Goudin e Nils Lundgren (IND/DEM), per iscritto. (SV) La commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ha optato, come di consueto, per un iter diverso da quello scelto dalla Commissione. La commissione ha deciso di non riformare la politica agricola comune, bensì vuole incrementare i sussidi e garantire che i contribuenti accrescano i loro interessi economici.

Junilistan vuole assolutamente abolire le restituzioni alle esportazioni di prodotti agricoli e ha dunque votato a favore delle proposte che vanno in questa direzione. Attuando il dumping dei prodotti agricoli nei paesi poveri senza prestare attenzione alle conseguenze sociali l’Unione europea, a nostro avviso, sta creando molti danni all’estero.

Junilistan vuole abolire la politica agricola comune. Oseremmo dire che è una fortuna che il Parlamento europeo non abbia poteri di codecisione in merito alla politica agricola dell’Unione europea altrimenti quest’ultima cadrebbe nella trappola rappresentata dal protezionismo nonché dagli ingenti sussidi elargiti ai vari gruppi dell’industria agricola.

 
  
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  Jean-Marie Le Pen (NI), per iscritto. (FR) Prima del 2013, l’anno della grande svolta in termini di bilancio che potrebbe segnare la fine della politica agricola comune causata da una rinazionalizzazione strisciante, gli Stati membri stanno tentando di raggiungere un accordo per una nuova riforma della politica agricola comune, successiva a quella occulta del 2003.

L’obiettivo dichiarato della Commissione consiste in un ulteriore adattamento al mercato tramite la riduzione dei sussidi diretti per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.

Purtroppo la riforma non è all’altezza delle sfide che l’Europa deve fronteggiare a livello agricolo, vale a dire nutrire nove miliardi di persone nel 2050, occupare le aree agricole limitate, la dipendenza dai prezzi legata alla speculazione sulle materie prime agricole e così via.

In tale contesto, mutevole e incerto, dobbiamo difendere la deroga per l’agricoltura pattuita in sede di Organizzazione mondiale del commercio nella misura in cui agricoltura e industria alimentare non sono attività come le altre ma produzioni non trasferibili derivanti dal know-how e dall’ingegno di generazioni di agricoltori.

E se la valutazione dello stato di salute della politica agricola comune rappresentasse soltanto il primo passo verso la completa liberalizzazione della PAC senza regolamentazione e rete di sicurezza?

Dobbiamo essere accorti e denunciare qualsiasi deriva di carattere liberale su questo tema, il che non significa inazione.

 
  
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  Astrid Lulling (PPE-DE), per iscritto. (DE) Non sono contenta del risultato di compromesso raggiunto in sede di commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale ma ne sono tuttavia moderatamente soddisfatta. Siamo riusciti a evitare il danno più grave che sarebbe derivato ai nostri agricoltori dalle disastrose proposte della Commissione e abbiamo garantito che tra il 2009 e il 2013 i pagamenti diretti non vengano ridotti del 13 per cento. Tali pagamenti, essenziali per i nostri agricoltori, dovrebbero venire ridotti soltanto dell’1 per cento nel 2009 e 2010 e al massimo del 2 per cento nel 2011 e 2012.

Se tali risorse confluissero, come da noi proposto, nel fondo latte per pagare i premi per i terreni da pascolo ai produttori di latte, la riduzione del reddito diretto ne risulterebbe attutita. Il prezzo del latte sta calando nuovamente ma non i costi di produzione; il prezzo del fertilizzante, ad esempio, è aumentato del 40 per cento. Purtroppo, ancora una volta, il commissario si oppone fieramente al fondo latte.

Anche se non tagliassimo i pagamenti diretti agli agricoltori fino al massimale di 5 000 o persino 10 000 euro all’anno, come è richiesto negli emendamenti che vanno oltre il compromesso proposto dalla commissione agricoltura e sviluppo rurale, ciò non avrebbe un impatto significativo sugli agricoltori a Lussemburgo, in quanto soltanto le aziende agricole gestite part-time scendono al di sotto della soglia dei 10 000 euro. La priorità consiste nel ridurre quanto più possibile i tagli altrimenti non ci sarà futuro a Lussemburgo per gli agricoltori impegnati a tempo pieno, e questo è inaccettabile.

 
  
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  David Martin (PSE), per iscritto. − Dichiaro il mio sostegno ad un incremento del 2 per cento delle quote latte per quattro anni, in quanto credo che ciò rappresenti un rallentamento più armonioso prima che si giunga all’abolizione del sistema delle quote latte nel 2015.

 
  
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  Dimitrios Papadimoulis (GUE/NGL), per iscritto. (EL) Ho espresso il mio voto a sfavore della relazione Capoulas Santos che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell'ambito della politica agricola comune, in quanto ritengo che non si può salvaguardare la sostenibilità dell’agricoltura a livello europeo. Il settore agricolo necessita, infatti, di finanziamenti volti a preservare la sostenibilità del settore e della sicurezza alimentare in Europa. Tali finanziamenti, tuttavia, dovrebbero derivare dal bilancio comunitario e non dovrebbero penalizzare i piccoli e medi produttori in virtù dei livelli minimi previsti dagli stessi finanziamenti per accedere agli aiuti. Al contrario, ai fini del pagamento dovrebbe prevalere il criterio del lavoro personale e si dovrebbero in vece prevedere importi massimi di aiuto per ogni azienda.

Il sistema di gestione della crisi proposto dalla Commissione non raggiunge il suo obiettivo. Sarebbe più sensato creare un fondo pubblico di sicurezza basato sul finanziamento della Comunità volto a prevenire le crisi e le malattie delle piante nonché a garantire agli agricoltori un reddito minimo. Infine, la relazione non contiene alcuna proposta per avviare meccanismi che facciano fronte al cambiamento climatico che sta avendo effetti diretti sugli agricoltori europei.

 
  
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  Neil Parish (PPE-DE), per iscritto. − I membri conservatori al Parlamento europeo hanno votato contro la presente relazione in quanto rappresenta un passo nella direzione errata. Riteniamo essenziale che il processo di disaccoppiamento avviato con la riforma del 2003 venga esteso a tutti i settori per permettere agli agricoltori di produrre ciò che il mercato richiede e poter competere su un piano di parità. La relazione in esame resiste al disaccoppiamento e tenta persino di capovolgere le decisioni già prese, come l’inserimento del tabacco nel regime di pagamento unico. Stando alla relazione, i sussidi per il tabacco, legati alla produzione, si estenderebbero fino al 2012, e questa è per noi una proposta inaccettabile.

La relazione concede anche troppa flessibilità nell’uso dell’articolo 68, che potrebbe avere effetti di distorsione del mercato, reintrodurre surrettiziamente i pagamenti accoppiati e potrebbe anche essere contestata dall’Organizzazione mondiale del commercio. Infine, l’esenzione dei primi 10 000 euro dalla modulazione, unitamente ad un livello molto basso di modulazione obbligatoria nell’Unione europea, non genererà introiti sufficienti per una solida politica di sviluppo rurale così come colpirà gli agricoltori del Regno Unito in misura sproporzionata.

 
  
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  Luís Queiró (PPE-DE), per iscritto. (PT) Il dibattito sulla valutazione dello stato di salute della politica agricola comune (PAC) ha offerto un’ottima opportunità di avviare una discussione approfondita in merito alla sua riforma prevista per il 2013. Al fine di raggiungere con successo tale obiettivo, è necessario procedere con cautela insistendo tanto sulla competitività che sulla dimensione ambientale e sociale, sullo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare.

L’accordo raggiunto tra i principali gruppi politici, dovuto alla grande determinazione del relatore, l’onorevole Capoulas Santos, fornisce già soluzioni e impostazioni che il Consiglio terrà auspicabilmente in debito conto. Sebbene al momento non si tratti di un’area di codecisione, il Parlamento ha lavorato con questo spirito e tale fatto può essere utilizzato dai governi.

Ho votato a favore del pacchetto visti i risultati raggiunti in termini di contributi comunitari ai premi d’assicurazione e al mantenimento di sussidi più bassi, che sono estremamente importanti in paesi come il Portogallo. Lo stesso vale anche per una soluzione equilibrata in materia di modulazione degli aiuti per lo sviluppo rurale, equilibrio che invece non abbiamo purtroppo raggiunto nel caso delle quote latte ove si evidenzia un danno potenziale per i produttori delle regioni settentrionali e centrali del Portogallo e delle Azzorre.

 
  
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  Carl Schlyter (Verts/ALE), per iscritto. (SV) Mi esprimo a favore della reiezione della relazione in esame e del suo rinvio in commissione poiché ha ulteriormente indebolito le riforme avanzate dalla Commissione che di per sé erano già di portata troppo limitata e troppo lente.

 
  
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  Olle Schmidt (ALDE), per iscritto. (SV) La grande quantità di aiuti che l’Unione europea eroga all’agricoltura interna è immorale e ha effetti negativi diretti. Questi aiuti vanno a discapito della concorrenza globale, che sappiamo essere un presupposto di prosperità, giustificano le riforme richieste nel settore agricolo e riducono le possibilità di scelta di noi consumatori.

La proposta della Commissione è importante per ulteriori misure di liberalizzazione, in linea con le riforme del 2003. Pertanto non posso votare a favore delle relazioni dell’onorevole Santos volte a indebolire, in buona sostanza, la proposta della Commissione.

 
  
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  Marek Siwiec (PSE), per iscritto. − Oggi si è tenuta una votazione di grande importanza per tutti gli agricoltori dell’Unione europea. Tuttavia, vi sono degli agricoltori che non sono forti quanto gli altri, poiché non hanno ancora avuto il tempo necessario per adattarsi alle strutture agricole dell’UE. Hanno usato tutti i mezzi a loro disposizione per costruire aziende agricole sostenibili a partire dal momento in cui hanno avuto l’opportunità di farlo, ovvero dopo il 1989.

Questi agricoltori non sono i grandi produttori francesi e tedeschi che tutti conosciamo, sono ancora piccoli produttori che tuttavia rivestono un ruolo di fondamentale importanza per il mio paese, la Polonia. E’ di loro che abbiamo bisogno per realizzare un’area rurale in cui la gente vorrà vivere e lavorare nel futuro. Per questo hanno bisogno del nostro particolare sostegno. Per tale motivo ho votato oggi per aiutare i piccoli produttori, ad esempio in Polonia, per mostrare loro che possono contare sul mio e sul nostro sostegno oggi e in futuro.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (PSE), per iscritto. (RO) Ho votato a favore della relazione sui programmi di aiuto agli agricoltori nel quadro della PAC, che sostengo.

L’Unione europea ha bisogno di aiutare gli agricoltori attraverso i pagamenti diretti e lo sviluppo delle infrastrutture rurali e deve investire nell’agricoltura visto, in particolar modo, il profilarsi di una crisi alimentare globale. Mi sono espressa a favore dell’emendamento n. 23 che riconosce la necessità di sostenere a livello comunitario il settore ovino che è in grave declino.

Ritengo, inoltre, che gli Stati membri dovrebbero essere autorizzati ad utilizzare, in via supplementare, il 5 per cento dei propri massimali per sostenere agricoltori o gruppi di produttori attraverso contributi finanziari alle spese correlate ai premi di assicurazione. E’ inoltre necessario prestare particolare attenzione ai piccoli agricoltori ed è per questo motivo che ho sostenuto l’emendamento n. 211, che introduce una deroga all’ulteriore riduzione dei pagamenti diretti a cooperative o gruppi di agricoltori e che centralizza i contributi da distribuire ai loro affiliati. Ho votato a favore degli emendamenti nn. 114 e 118 che consentono agli Stati membri di utilizzare fino al 15 per cento dei propri massimali nazionali per aiutare gli agricoltori a compensare gli svantaggi specifici derivanti al settore lattiero-caseario e ai produttori di carni bovine, ovine e caprine.

 
  
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  Georgios Toussas (GUE/NGL), per iscritto. (EL) I regolamenti per l’applicazione della valutazione sullo stato di salute della PAC rappresentano un passo decisivo verso il controllo della produzione agricola da parte di gruppi di imprese monopolistici, con l’obiettivo di incrementare i loro profitti. Nel contempo, stanno preparando il terreno per un attacco totale nel 2013 alle piccole e medie imprese, che sono già state indebolite.

Le grandi imprese stanno esercitando una notevole pressione affinché si porti a compimento una riforma della PAC più ampia e più rapida e affinché la si adatti alle regole dell’OMC, in modo tale che le multinazionali possano accaparrarsi ancor più terreni, consolidare la propria sovranità nella produzione e nella commercializzazione dei prodotti alimentari e rafforzare la propria competitività a livello internazionale.

Le conseguenze della PAC sono già visibili per i piccoli e medi agricoltori, in particolar modo a seguito del disaccoppiamento degli aiuti dalla produzione, previsto dalla riforma del 2003: abbandono delle fattorie, riduzione della popolazione rurale, estirpazione, abbandono delle campagne ed effetti ambientali avversi.

Queste conseguenze sono tangibili anche per i lavoratori, che si trovano a dover affrontare costi più elevati ed insostenibili dei prodotti alimentari e rischi sempre maggiori per la salute pubblica derivanti dall’impiego di sostanze nocive, di materie prime e tecniche di produzione di dubbia provenienza e natura.

Ci opponiamo radicalmente ai regolamenti proposti, che rivelano il carattere anti-rurale della PAC. Esortiamo, quindi, i piccoli e medi agricoltori ad unirsi ai lavoratori nella lotta comune contro la politica anti-rurale dell’Unione europea e il suo capitale.

(Dichiarazione scritta abbreviata ai sensi dell’articolo 163 del regolamento)

 
  
  

- Relazione Capoulas Santos (A6-0401/2008)

 
  
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  Sylwester Chruszcz (NI), per iscritto. (PL) Oggi ho votato a sfavore della relazione sul regolamento del Consiglio che modifica la politica agricola comune. Ritengo che il regolamento non sia in grado di soddisfare le aspettative di molti gruppi di produttori e che non riesca a ridurre il grande divario esistente tra gli agricoltori dei vecchi Stati membri e quelli di nuova adesione. Mi rammarico inoltre che la maggior parte dei deputati non si renda conto dei problemi del settore agricolo europeo e polacco, che necessita di cambiamenti. Non posso tuttavia accettare le modifiche proposte dalla Commissione .

 
  
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  Avril Doyle (PPE-DE), per iscritto. − Per quanto riguarda la relazione Santos (A6-0401/2008) sulla valutazione dello stato di salute della PAC, vorrei chiarire che, pur avendo votato a favore della relazione, v’è un aspetto della PAC, ovvero i sussidi per la coltivazione di tabacco, che mai ho sostenuto né posso accettare ora. Il tabacco è la coltura che, a livello comunitario, riceve il più elevato numero di sovvenzioni per ettaro.

Sin dall’inizio degli anni ’90, l’Unione europea spende circa 1 000 milioni di euro su base annua in sussidi ai coltivatori di tabacco. Nonostante gli sforzi per ridurli, si continuano a erogare sussidi ai coltivatori di tabacco nell’ordine di centinaia di milioni. (963 milioni di euro nel 2002). Queste sono le sovvenzioni di gran lunga più elevate, se paragonate ad altri settori agricoli, che generano incentivi falsati e notevoli livelli di inefficienza. La politica è stata molto costosa, non ha funzionato da un punto di vista commerciale ed è stata negativa per la reputazione dell’Unione europea, evidenziandone un’imbarazzante ambivalenza rispetto agli obiettivi di salute dichiarati. Gli aiuti al tabacco (ma non ai coltivatori di tabacco) dovrebbero essere aboliti e indirizzati a sostegno di un’agricoltura sana in tempi molto più brevi rispetto a quanto previsto.

 
  
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  Lena Ek (ALDE), per iscritto. (SV) La proposta della Commissione di eliminare gradualmente le quote latte è stata snaturata dalla richiesta di effettuare una revisione già nel 2010. Inoltre, la maggioranza ha spinto per la creazione di un fondo speciale per i prodotti lattiero-caseari. Credo che questa relazione avrebbe avuto maggior successo se fossimo riusciti a far passare un certo numero di emendamenti volti ad un maggiore adattamento al mercato come, ad esempio, l’adozione di un ulteriore incremento nelle quote latte. Sfortunatamente, nessuno di questi emendamenti è stato adottato e ho votato quindi a sfavore della relazione.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. (PT) Siamo spiacenti che siano state rifiutate le nostre proposte volte a una politica agricola comune differente, basata sul sostegno agli agricoltori produttivi, per combattere l’instabilità nei settori di produzione dovuta alle variazioni dei prezzi e basata altresì su meccanismi di regolazione del mercato atti a garantire un reddito dignitoso ai piccoli e medi agricoltori, al fine di evitare il declino nel mondo rurale e la desertificazione di molte regioni.

Ci rammarichiamo che sia stata respinta anche la nostra proposta volta a garantire finanziamenti da parte dell’Unione europea alle assicurazioni pubbliche degli Stati membri. L’obiettivo era quello di garantire agli agricoltori un reddito minimo in particolari circostanze di calamità quali siccità, tempeste, grandine, incendi boschivi o malattie epizootiche.

Ci opponiamo all’annuncio dell’interruzione del regime delle quote latte, alla rinazionalizzazione della politica agricola comune e alle continue ingiustizie nella erogazione degli aiuti.

L’insistenza nel difendere le proposte della Commissione, anche con taluni emendamenti, non rappresenta una base abbastanza solida per chiedere al Consiglio di assumere una posizione differente.

 
  
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  Christofer Fjellner (PPE-DE), per iscritto. (SV) Nella sua proposta, la Commissione europea intraprende diversi passi importanti nella giusta direzione per quanto riguarda la creazione di un settore agricolo più competitivo attraverso un ulteriore disaccoppiamento degli aiuti e l’abolizione dell’obbligatorietà della messa a riposo della terra, delle sovvenzioni alle esportazioni, delle quote latte, degli aiuti alla produzione e dei sostegno al mercato. La proposta comporta inoltre un trasferimento allo sviluppo rurale dei fondi provenienti dagli aiuti diretti alla produzione agricola, con particolare attenzione a quattro aree prioritarie, ovvero i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili, la gestione idrica e la biodiversità. Poiché il Parlamento europeo era più incline a un numero inferiore di riforme e ad una velocità di cambiamento meno sostenuta, abbiamo deciso di appoggiare la proposta della Commissione e di votare contro i cambiamenti indicati dal Parlamento.

 
  
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  Duarte Freitas (PPE-DE), per iscritto. (PT) Pur concordando sul fatto che le modifiche alla politica agricola comune raccomandate dalla Commissione siano necessarie, ritengo che, per quanto riguarda le quote latte, la proposta della Commissione sia molto dannosa per le regioni europee meno competitive e fortemente dipendenti dal settore lattiero-caseario.

Ritengo quindi che lo smantellamento delle quote latte ai sensi del regolamento (EC) n. 248/2008 non avrebbe dovuto avere inizio e non dovrebbe continuare come proposto dalla Commissione e accettato dal relatore.

La relazione Capoulas Santos presenta, tra l’altro, un elemento positivo nell’esortare alla stesura di una relazione nel 2010 per analizzare la situazione del mercato caseario.

Ho dunque votato a favore di questa relazione perché sostengo i cambiamenti riguardanti la raffinazione dello zucchero nelle Azzorre che permetteranno la prosecuzione di questa attività in una regione che non presenta alternative economiche valide.

 
  
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  Elisabeth Jeggle (PPE-DE), per iscritto. (DE) Nella votazione odierna sulla valutazione dello stato di salute della politica agricola comune (PAC), ho votato a sfavore della relazione sul settore lattiero-caseario. Credo che non si debbano aumentare ulterioriormente le quote senza una preliminare analisi di mercato. Ritengo che la richiesta del Parlamento di aumentare la quota dell’1 per cento in cinque fasi potrebbe inviare un segnale totalmente errato.

Tuttavia, accolgo favorevolmente il fatto che il Parlamento si sia pronunciato ancora una volta a favore del fondo per i prodotti lattiero-caseari. I fondi risparmiati dal bilancio agricolo e, in particolare, dal settore in esame, rappresenterebbero un modo efficace per allentarne la tensione e per ristrutturarlo. Mi unisco inoltre all’invito rivolto alla Commissione, al Parlamento e al Consiglio di predisporre, entro il 31 dicembre 2010, una relazione sul mercato caseario che fungerà da base per il dibattito sulle ulteriori misure da adottare per il controllo delle quote latte. Sono inoltre lieta che la franchigia per la modulazione sia stata aumentata da 5 000 a 10 000 euro su base annua. Ciò significa che il Parlamento è a favore di un ulteriore sostegno alle piccole imprese agricole che si trovano prevalentemente da noi, nel Baden-Württemberg e in Baviera.

 
  
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  Neil Parish (PPE-DE), per iscritto. − I deputati conservatori si sono espressi a favore degli emendamenti che consentono un aumento delle quote latte di almeno il 2 per cento annuo prima dell’abolizione del regime delle quote nel 2015, preparando così il terreno per lo sviluppo di un settore lattiero-caseario liberalizzato e di mercato. Non abbiamo sostenuto invece quegli emendamenti volti a bloccare gli aumenti delle quote. In conclusione, non sono stati adottati emendamenti significativi in nessuno dei due sensi, mantenendo di fatto invariata la proposta della Commissione.

Sebbene gli incrementi annui dell’1 per cento proposti dalla Commissione siano meglio di niente, li consideriamo comunque insufficienti. Respingiamo inoltre la riluttanza della relazione ad abolire taluni pagamenti accoppiati e misure di sostegno al mercato. Abbiamo quindi votato a sfavore della relazione nel suo complesso.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (PSE), per iscritto. (RO) Ho votato a favore della relazione volta a emendare il regolamento che modifica la politica agricola comune. Ho sostenuto l’emendamento n. 4 che consente l’aumento delle quote latte del 2 per cento per il 2008-2009 e dell’1 per cento per le campagne di commercializzazione 2009-2010 e 2010-2011. Questo fornirà gli elementi necessari per un’appropriata valutazione della situazione del mercato nel settore lattiero-caseario. Ho inoltre sostenuto il fatto che, nei casi in cui la situazione di tale mercato per l’anno corrispondente lo consenta, sia possibile aumentare le quote latte nei 12 Stati membri di nuova adesione. Alla luce di tutto ciò, dobbiamo garantire che la decisione di modificare le quote latte sia presa in tempi appropriati, prima dell’inizio della relativa campagna di commercializzazione (1° aprile dell’anno in oggetto).

 
  
  

- Relazione Capoulas Santos (A6-0390/2008)

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. (DE) I contributi del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale costituiscono una forma di sostegno agli agricoltori, finalizzata a mantenere le aree rurali in buone condizioni dal punto di vista agricolo e ambientale. Mentre i generi alimentari prodotti nell'UE sono soggetti a severe norme, vengono importate merci sottocosto a cui si applicano tali disposizioni. A ciò si aggiunge l'aumento delle quote latte, che verranno definitivamente accantonate nel 2015, con un conseguente crollo dei prezzi e gravi difficoltà per gli allevatori. Le catene della grande distribuzione, come Hofer beneficiano infine di sussidi comunitari ed esercitano ulteriori pressioni sui coltivatori nazionali, per esempio utilizzando il latte come prodotto di richiamo.

A risentirne maggiormente sono i piccoli coltivatori delle aree rurali che dipendono dalla produzione di latte, ma che non sono in grado di svilupparla su vasta scala. I consumatori subiscono i rincari di latte e prodotti alimentari, ma il surplus a loro versato non viene percepito dai piccoli produttori. D'altro canto, tuttavia, sono gli allevatori a subire le conseguenze del crollo dei prezzi. Questa situazione deve cambiare, altrimenti ci troveremo a dipendere dall'importazione di generi alimentari, in seguito all'abbandono in massa delle aree rurali da parte degli agricoltori. Nell'UE i coltivatori diretti dipendono dai sussidi, per questo motivo ho espresso voto favorevole alla relazione Capoulas Santos.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (PSE), per iscritto. (RO) Ho votato a favore della relazione sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Ho sostenuto l'emendamento n. 24 che fissa a 75 000 euro il contributo di avviamento per i giovani allevatori, che può essere concesso sotto forma di premio unico di importo non superiore a 50 000 euro, oppure di contributo in conto interessi di valore capitalizzato non superiore a 50 000 euro. Qualora le due forme di sostegno siano combinate, l'importo totale non può superare i 75 000 euro.

Ho votato inoltre a favore dell'emendamento n. 12 il quale, al fine di assicurare finanziamenti adeguati ai programmi di sviluppo rurale, sostiene la necessità di introdurre maggiore flessibilità per consentire l'utilizzo, all'interno dello stesso Stato membro, di risorse non erogate provenienti dai fondi strutturali destinati a questo scopo.

 
  
  

- Relazione Capoulas Santos (A6-0377/2008)

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. (DE) E' importante che i diversi aspetti di una politica siano reciprocamente coordinati, ma ciò non dovrebbe limitarsi al finanziamento. Nell'UE si ha spesso l'impressione che la mano destra non sappia che cosa fa la sinistra: promuoviamo, ad esempio, il trasporto di beni in tutta Europa, e al contempo elaboriamo misure di tutela ambientale volte a contrastare gli effetti negativi del trasporto. Un altro esempio: il sostegno alla produzione di tabacco viene attuato parallelamente alle misure per ridurre il consumo del tabacco stesso.

Lo stesso principio viene applicato alle aree rurali: da una parte ci sono i sussidi aggiuntivi, mentre dall'altra, per effetto dei requisiti stabiliti dal trattato di Maastricht e dallo sconfinato entusiasmo per le privatizzazioni, si assiste allo smantellamento delle infrastrutture al di fuori dei principali centri abitati e le aree rurali divengono via via più isolate. Se, come si prevede, in Austria le poste saranno privatizzate, nel giro di un decennio gli uffici postali al di fuori delle città disteranno almeno 20 chilometri l'uno dall'altro. Le zone rurali stanno diventando sempre più aree residenziali per persone anziane; il venir meno di questo importante punto di contatto per gli anziani ne aumenterà progressivamente l'isolamento. Non soltanto gli anziani, ma anche i soggetti socialmente svantaggiati e le persone con limitate capacità di spostamento risentono in modo particolare dei tagli alle infrastrutture. Ho votato a favore di questa relazione nella speranza che in futuro costituisca la base per un migliore coordinamento delle varie strategie e contrasti questi sviluppi negativi.

 
  
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  Dumitru Oprea (PPE-DE), per iscritto. (RO) Ho espresso voto favorevole alla relazione Capoulas Santos perché l'agricoltura è uno dei settori che richiedono particolare attenzione, soprattutto nei momenti di crisi.

In periodi come quello attuale, i consumi in genere diminuiscono, gli investimenti destinati all'agricoltura devono pertanto mirare a ridurre i costi operativi, pur senza compromettere la qualità della produzione agricola. In futuro occorrerà ripensare e determinare il vero valore della produzione agricola, altrimenti saranno sempre più numerosi i coltivatori che abbandonano i terreni agricoli in condizioni tali che non saranno più in grado di vendere la loro produzione a prezzi realistici. Sono frequenti i casi in cui i costi della produzione agricola non sono sufficienti nemmeno a coprire gli investimenti. Non dimentichiamo peraltro la necessità di individuare e utilizzare nel settore agricolo carburati alternativi, che rappresentano un ambito strategico di rilevanza mondiale.

La relazione è importante per le questioni che solleva. L'agricoltura deve figurare tra le priorità dell'UE.

 
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