Presidente. − L’ordine del giorno reca la discussione sull’interrogazione orale al Consiglio sulla strada verso il miglioramento dell’ambiente per le PMI in Europa – Normativa sulle piccole imprese presentata dall’onorevole Fontaine e dall’onorevole Chichester a nome del gruppo PPE-DE, e dall’onorevole Herczog, a nome del gruppo PSE (O-0113/2008 – B6-0485/2008).
Edit Herczog, autore. − (EN) Signor Presidente, tutti noi qui in Parlamento abbiamo accolto favorevolmente il risultato raggiunto negli ultimi cinque anni dalla Commissione, in particolare dal commissario Verheugen, insieme con il Parlamento europeo e con le imprese europee. Il risultato è un cambiamento dell’impostazione nei confronti delle imprese europee, un risultato che ora ha un nome: il principio “Pensare prima in piccolo”, sancito nella normativa sulle piccole imprese. Dobbiamo lavorare su questa legge.
L'attuale crisi economica sottolinea la necessità di adottare il prima possibile la normativa sulle piccole imprese. I 23 milioni di imprese europee e i due terzi dei lavoratori europei coinvolti hanno bisogno di un messaggio inequivocabile: il cambiamento insito nella trasposizione legislativa del principio “Pensare prima in piccolo” è una vera e propria base per il nostro lavoro e comportamento in futuro.
Il primissimo segnale che stiamo dando è la prova “piccola PMI”. Pertanto, vista la necessità di un messaggio privo di ambiguità, siamo rimasti molto dispiaciuti che il Consiglio non abbia dato carattere vincolante alle disposizioni della normativa sulle piccole imprese.
Ci auguriamo davvero che nel corso del Consiglio europeo della prossima settimana si torni su questa richiesta e che i primi ministri degli Stati membri diano un certo carattere vincolante a questa normativa sulle piccole imprese. Comunque accogliamo con favore la decisione del Consiglio sulle azioni prioritarie. Riteniamo che sia molto importante pensare anzitutto in piccolo al fine di migliorare l'accesso ai finanziamenti, semplificare l’ambiente normativo e agevolare l'accesso al mercato.
Chiediamo alla Commissione e al Consiglio di agire di concerto. C’è bisogno di una risposta maggiormente europea. Una risposta da parte di più paesi può essere molto efficace, ma può portare a divergenze invece che alla coesione che vogliamo, e che è alla base dell'idea europea. Pertanto è fondamentale che la Commissione migliori le procedure di rendicontazione annuale da parte degli Stati membri con l’ausilio della tabella di valutazione di Lisbona e mi chiedo se il Consiglio sia pronto per questo.
I cittadini europei, gli imprenditori e i lavoratori hanno bisogno di idee, ma hanno bisogno anche di qualcosa in più. Hanno bisogno di innovazione delle nostre procedure, ma anche questo non sarà sufficiente. Hanno bisogno di azione, ma anche allora non sarà abbastanza. Abbiamo bisogno di produrre risultati sulla base delle nostre idee: innovazione e azioni. Dovete muovervi in questa direzione. Il Parlamento vi sosterrà in questo.
Nicole Fontaine, autore. – (FR) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio Jouyet, Commissario Verheugen, onorevoli colleghi, il nostro gruppo sostiene con entusiasmo il progetto di normativa sulle piccole imprese presentato dalla Commissione lo scorso giugno.
E’ vero che fino dal 2000 sono state avviate iniziative per le piccole e medie imprese – mi viene in mente in particolare l'eccellente lavoro dell'onorevole Vlasto sulla Carta delle piccole e medie imprese – iniziative che sono state accolte con favore ma ritenute insufficienti, dal momento che troppo spesso rimangono solo dei pii desideri.
Oggi abbiamo bisogno di andare oltre. La grave crisi economica che affligge i nostri paesi, con conseguenze particolarmente preoccupanti per le piccole e medie imprese, ci sprona a un necessario incoraggiamento. A questo proposito, la normativa sulle piccole imprese fa parte di un’impostazione nuova che è decisamente stimolante.
Tra poche settimane, prenderemo in esame la relazione dell'onorevole Herczog sulla comunicazione della Commissione, ma oggi, presentando questa interrogazione orale, abbiamo scelto di chiamare in causa il Consiglio.
Signor Presidente in carica del Consiglio Jouyet, abbiamo preso atto con interesse delle conclusioni approvate ieri dal Consiglio “Competitività” e vorremmo sapere se il Consiglio europeo dell’11 e 12 dicembre intenda riprendere queste conclusioni e adoperarsi per un rapido recepimento del generale principio guida “Pensare prima in piccolo” nella legislazione degli Stati membri.
Ci auguriamo che il Consiglio proceda sulla base del piano d'azione che è collegato a quel principio, accompagnato da misure concrete. A questo proposito, e nel breve tempo mi è stato assegnato, vorrei sottolineare tre settori in cui abbiamo bisogno di una guida forte.
In primo luogo, sistematiche valutazioni d'impatto e regolari interventi supplementari, monitorati da parte del Parlamento europeo, sulla situazione di recepimento della normativa sulle piccole imprese negli Stati membri. In secondo luogo, l'accesso agli appalti pubblici. Il Codice di buona condotta non ha alcuna autorità vincolante; insieme abbiamo bisogno di essere più creativi, più inventivi e di proporre misure adeguate e concrete, che aprano realmente questi contratti alle piccole e medie imprese. Infine, l'accesso ai finanziamenti, che nell’attuale congiuntura è più importante che mai.
Le sue proposte sono valide, signor Presidente in carica del Consiglio Jouyet: dovrebbero includere anche un sostegno per l'offerta. Non c'è tempo da perdere. La prego di rassicurarci sulle intenzioni del Consiglio.
Jean-Pierre Jouyet, presidente in carica del Consiglio. – (FR) Signor Presidente, onorevole McMillan, Commissario Verheugen, onorevoli deputati, come avete sottolineato, onorevoli deputati, lunedì il Consiglio ha adottato delle conclusioni sulla normativa europea sulle piccole imprese per l’Europa, proposta dalla Commissione. Tale normativa rappresenta un forte impegno politico nei confronti dei 23 milioni di piccole e medie imprese. Come l'onorevole Fontaine ha sottolineato, questa è anche un’importante risposta alla crisi economica che stiamo attraversando. Ecco perché ritengo, insieme con il ministro Novelli – il quale si rammarica di non poter essere qui con noi – per rassicurare l'onorevole Fontaine e l’onorevole Herczog, che il Consiglio europeo esprimerà un forte sostegno politico per gli obiettivi della normativa sulle piccole imprese.
Come avete sottolineato, la normativa sulle piccole imprese non può risolvere tutti gli attuali problemi economici, ma dovrebbe garantire che vengano adottate misure essenziali per affrontare la crisi finanziaria e il conseguente rallentamento dell'economia. Questo è il motivo per cui lunedì abbiamo adottato anche un piano d'azione che impegna gli Stati membri a mettere in atto queste misure urgenti. Si tratta di un documento molto significativo e la presidenza francese ne è particolarmente soddisfatta. L’onorevole Fontaine ha dato una buona descrizione delle raccomandazioni in esso contenute.
In primo luogo, dobbiamo prendere in esame il problema del finanziamento delle PMI. Da questo punto di vista, dobbiamo lodare l'impegno della Banca europea per gli investimenti pari a 30 miliardi di euro, che tra il 2008 e il 2011 verranno immessi nel sistema. Al di là di questo, però, dobbiamo anche adoperarci per un riesame della direttiva sui ritardi di pagamento, in modo da alleviare i problemi di flusso di cassa delle imprese. La normativa sulle piccole imprese e il piano d'azione si ripropongono di garantire che le piccole e medie imprese vengano pagate entro trenta giorni. Non so se questo obiettivo potrà essere raggiunto, ma sono convinto che questa sia la direzione da seguire. Riducendo i ritardi di pagamento si intende agevolare il flusso di cassa delle PMI, in un momento in cui in Europa un problema di solvibilità su quattro è causato dagli eccessivi ritardi nei pagamenti.
Rafforzare il mercato del capitale di rischio è un altro fattore importante poiché, come sapete, questo mercato è troppo ristretto in Europa rispetto agli Stati Uniti. Abbiamo l'intenzione di istituire un meccanismo europeo per i capitali di rischio, nonché il riconoscimento dei fondi di capitale di rischio tra gli Stati membri.
L’altra nostra priorità, come avete sottolineato, onorevoli deputati, è la semplificazione. Le piccole e medie imprese soffrono anche più delle grandi imprese per la burocrazia e i vari obblighi amministrativi che sono tenute ad adempiere. E’ per questo motivo che dobbiamo attuare e applicare il principio “Pensare prima in piccolo”, che consiste nel tener conto degli interessi delle PMI in tutta la legislazione dell’Unione.
Abbiamo inoltre la speranza di introdurre un sistema di test per le piccole e medie imprese, e vi posso assicurare che delle valutazioni d'impatto saranno effettuate e rese pubbliche per ogni testo comunitario riguardante le piccole e medie imprese. Sarebbe auspicabile che gli Stati membri facessero lo stesso. In aggiunta, ci impegniamo a non chiedere più volte alle piccole e medie imprese le stesse informazioni: in altre parole, cercheremo di fare tutto in un’unica soluzione.
Per quanto riguarda il finanziamento e la semplificazione, vi sono misure più significative. Le PMI devono poter beneficiare pienamente del mercato unico e in particolare dalla possibilità di esportare. Questo è il motivo per cui l'adozione di uno statuto della società europea permetterà anche alle piccole e medie imprese – con la creazione di loro filiali nei diversi mercati europei – di ottenere maggiori benefici da questo mercato.
Per rispondere alle domande che sono state poste, e alla luce della richiesta formulata dal Consiglio “Competitività” al Consiglio europeo, il Consiglio, al suo più alto livello, e la Commissione si sono impegnati a monitorare da vicino questo piano d'azione, in particolare nel contesto dei programmi nazionali di riforma che accompagnano il processo di Lisbona.
Siamo davvero molto soddisfatti dell’impulso che il piano d'azione di lunedì scorso è stato in grado di dare a questo lavoro. E’ infatti convinzione del Consiglio che la politica per le PMI sia uno dei settori chiave della nostra lotta comune contro la crisi economica e per una rapida ripresa economica dell'Unione europea.
Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione. – (DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, all'inizio della crisi – e siamo all'inizio di una crisi – il problema del futuro delle nostre piccole e medie imprese in Europa è diventato ancora più importante. Dobbiamo perciò riconoscere molto chiaramente un fatto: gli effetti di questa crisi saranno più evidenti per le piccole e medie imprese rispetto a quelle di maggior dimensione, e questo semplicemente perché le imprese più piccole non hanno alcuna base di capitale che permetta loro di superare un più lungo periodo di difficoltà.
Ciò significa quindi che è essenziale inviare un segnale segnale forte e chiaro alle piccole e medie imprese europee. Sono pertanto molto grato al presidente Jouyet e alla presidenza francese per il generoso sostegno che hanno dato alla normativa sulle piccole imprese, e ringrazio gli onorevoli Herczog e Fontaine per aver preso qui l'iniziativa di discutere questo problema.
E’ un fatto importante, perché si attende con entusiasmo il Consiglio europeo della prossima settimana. I popoli europei nelle prossime settimane guarderanno ai capi di Stato e di governo e si aspetteranno da loro una risposta a questi interrogativi: “Come superare questa crisi? Come mantenere la nostra prosperità? Come mantenere i nostri posti di lavoro? Come possiamo mantenere la nostra sicurezza?”. In Europa, anche 23 milioni di piccole e medie imprese guarderanno a Bruxelles in attesa di una risposta da parte dei capi di Stato e di governo. Ecco perché sono molto lieto che il ministro Jouyet abbia appena detto che il sostegno da parte del Consiglio europeo sarà forte e chiaro. E senza dubbio concordiamo entrambi sul fatto che ciò significa che, nelle conclusioni, troveremo sicuramente più di un paio di accenni su questo argomento. Ne sono molto lieto.
A dire la verità questa politica è solo agli inizi. Il Parlamento europeo deve svolgere un ruolo molto importante al proposito. Perché anche in questo caso è giusto dire che le parole sono una cosa, ma quello che conta sono i fatti, e mi riferisco soprattutto alle misure per le piccole e medie imprese a livello nazionale, regionale e anche locale. Dobbiamo garantire che i principi alla base dell’Europa vengano applicati negli Stati membri e in tutti i nostri paesi.
Le piccole e medie imprese non sono dei mendicanti ma il nucleo centrale della nostra economia europea. Solo se forniremo loro le condizioni quadro di cui ora hanno bisogno, esse saranno in grado di svolgere il loro compito all'interno della nostra economia europea.
Giles Chichester, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signor Presidente, considerata l’importanza che le piccole imprese rivestono nell’economia per l'occupazione e la creazione di posti di lavoro, l'imprenditoria e la creazione di ricchezza, l’innovazione, i nuovi prodotti e i nuovi servizi, questa per noi è un’ottima occasione di fare qualcosa per incrementare i loro sforzi in tempi difficili. A livello di Unione europea si manifesta una tendenza verso un sempre maggior entusiasmo per il potenziale e le prestazioni delle piccole e medie imprese. In effetti, sarebbe piuttosto difficile considerarle negativamente. Tuttavia, la motivazione di questa domanda e la spinta per una risoluzione risiedono nel fatto che dobbiamo andare oltre la retorica e che dobbiamo dar vita a un concreto intervento.
Una delle priorità individuate è la necessità di migliorare l'accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese. Si tratta di un’annosa richiesta, poiché il problema si presenta da molto tempo. Ma ora, con la crisi finanziaria, quando il blocco del credito colpisce tutte le imprese, la situazione è certo peggiore per le piccole e medie imprese, che tendono ad essere gli ultimi anelli della catena per quanto riguarda gli ordini e i pagamenti. Pertanto sostengo con forza la richiesta di maggiore disponibilità al finanziamento e al credito. Il problema è se le banche risponderanno in tal senso.
Sulla base della mia esperienza di lavoro e poi di conduzione di una piccola impresa, so che è molto difficile definire forme di assistenza e di sostegno che possano aiutare tutte le piccole e medie imprese, data la loro natura così variegata. Credo che il miglior tipo di aiuto sia rappresentato dall'accesso alle informazioni e credo che Internet, in tal senso, abbia prodotto un enorme cambiamento rispetto al periodo in cui io mi occupavo di affari.
L’altra cosa importante per le PMI è avere le mani libere per andare avanti con il lavoro. Così, mentre mi rendo conto che non è possibile rinunciare alla regolamentazione, sostengo anche la priorità di una regolamentazione migliore, non da ultimo perché è un qualcosa che i legislatori e i governi possono fare. Appoggio la richiesta di interventi sia da parte della Commissione sia degli Stati membri.
Neena Gill, a nome del gruppo PSE. – (EN) Signor Presidente, le piccole imprese sono fondamentali per la mia regione. Le industrie delle West Midlands accoglieranno con favore il principio del “Pensare prima in piccolo”. Tuttavia, l'attuale crisi finanziaria ha lasciato molte piccole imprese di fronte a gravi difficoltà. Come abbiamo già sentito, queste imprese hanno a che fare con problemi di flusso di cassa e debiti non riscossi, e non possono accedere al credito. Le ultime cifre sull’insolvenza nella mia regione parlano di 500 imprese fallite negli ultimi tre mesi. Pertanto, accolgo con favore il finanziamento della Banca europea per gli investimenti.
Comunque non credo che le proposte fatte finora abbiano un carattere vincolante in misura sufficiente, cosa che potrebbe davvero aiutare il settore delle PMI. Quindi la mia domanda al Consiglio è la seguente: come vi disponete ad affrontare il problema la prossima settimana? Ho sentito ciò che ha detto il Consiglio “Competitività”, ma la cosa importante è che, a meno che le proposte non abbiano un carattere vincolante, in questo momento le proposte non sono veramente di aiuto per le piccole imprese: non è un aiuto farle accedere al mercato o ai finanziamenti.
Credo di sentire da anni che è molto importante che il Consiglio chiarisca come intende ridurre gli oneri amministrativi. Le piccole imprese si trovano davanti costi notevoli. Se le grandi aziende spendono 1 euro per ciascun dipendente, una piccola azienda arriva a spenderne fino a 10.
Infine, vorrei aggiungere solo un’osservazione. Anche se è molto importante gestire le crisi finanziarie, in questo momento occorre fare di più per le piccole e medie imprese, perché esse rappresentano l'economia reale.
Šarūnas Birutis, a nome del gruppo ALDE. – (LT) Le piccole e medie imprese sono il DNA della nostra economia; dovrebbero essere sostenute, rafforzando nel contempo la competitività e i livelli di occupazione in Europa. La normativa sulle piccole imprese è un’iniziativa che oggi necessita del sostegno di tutti i partiti politici. Si tratta di un importante contributo alla piccole e medie imprese europee in considerazione dell’odierna crisi finanziaria ed economica.
Abbiamo qui un progetto di risoluzione che riflette le preoccupazioni del Parlamento europeo e gli obblighi del Consiglio.
Dobbiamo fare uno sforzo perché la normativa sulle PMI venga effettivamente attuata in tutti gli Stati membri. Ciò richiede che venga inserita nei piani d'azione nazionali e negli atti di legge, e che negli Stati membri venga introdotto un sistema di monitoraggio di questa legge.
Dobbiamo dotarci di ulteriori provvedimenti per garantire che la normativa sulle PMI non subisca la triste sorte della Carta europea per le piccole e medie imprese. Dobbiamo capire che i documenti di orientamento spesso si impolverano sugli scaffali dei burocrati e, in definitiva, non producono l’effetto desiderato.
I crediti d'imposta e gli incentivi perle nuove imprese, il microcredito, le garanzie di credito, il capitale di rischio, la fornitura di informazioni e consulenza gratuite, la continua valorizzazione dell'immagine e dell'autorità dell’imprenditore, ecc.
Il fine giustifica i mezzi: ma richiede impegno e coraggio. Non ho alcun dubbio che l'attuazione a livello comunitario della normativa sulle piccole imprese scongiurerà il declino economico e sociale in Europa e allevierà le conseguenze della crisi finanziaria.
Corien Wortmann-Kool (PPE-DE). - (NL) Prima di tutto vorrei rendere omaggio alla presidenza francese per la sua sollecitudine nel trarre le giuste conclusioni da questa normativa sulle piccole imprese, in modo che le cose possono muoversi davvero. Noi in questo Parlamento abbiamo immediatamente risposto a questa sollecitazione modificando la procedura. Dopo tutto, in questa crisi economica, dobbiamo impegnarci a fare davvero di tutto per le PMI europee, poiché esse rappresentano la vera raison d’être della normativa sulle piccole imprese.
Dobbiamo fare un uso di gran lunga migliore del potenziale degli imprenditori in Europa. In particolare, vorrei richiamare oggi la vostra attenzione sull'imprenditoria femminile, perché costituisce uno strano paradosso. Le donne sono molto più abili negli affari, ed è molto meno probabile che un’imprenditrice dichiari fallimento, o almeno questo indicano i dati.
Nonostante questo, è ancora molto più difficile per le donne imprenditrici ottenere il credito necessario per avviare un'impresa. Bisogna rendere più agevole questo passaggio, poiché è disperatamente necessario. Ciò significa che le donne imprenditrici devono usufruire di un migliore accesso ai finanziamenti e alle risorse esistenti.
Il microcredito è inoltre un mezzo importante per migliorare la situazione economica e l'indipendenza delle donne, non ultime le donne appartenenti a gruppi minoritari. Nell’attuale crisi creditizia, visto che le banche sono meno inclini a concedere un credito, è diventato molto più difficile accedere al microcredito, e questo è un altro motivo per cui è importante che siano disponibili le garanzie della Banca europea per gli investimenti, proprio a sostegno del microcredito e dell’imprenditoria femminile.
E’ importante che le donne siano in grado di avviare le proprie piccole imprese, in modo da destreggiarsi al meglio tra il lavoro e la famiglia. Questo è molto importante anche per il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei. Accolgo con favore il fatto che le conclusioni del Consiglio menzionino già esplicitamente l'imprenditorialità femminile. Continuate così, mi permetto di dire.
Silvia-Adriana Ţicău (PSE). – (RO) Attendiamo con interesse l'adozione del quadro giuridico europeo per le piccole e medie imprese. Il piano di ripresa economica dell'Unione europea creerà nuove fonti di finanziamento per le piccole e medie imprese.
La riduzione degli oneri amministrativi, il finanziamento della formazione professionale e la creazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione sono misure che serviranno a proteggere i posti di lavoro e a promuovere l'imprenditorialità. La Banca europea per gli investimenti metterà a disposizione 30 miliardi di euro per finanziare i prestiti richiesti dalle piccole e dalle medie imprese. Tuttavia, ritengo che tale importo non sia sufficiente.
Credo che in questo momento di crisi sia necessario adottare le seguenti misure d’urgenza: le procedure per la concessione di aiuti di Stato dovrebbero essere semplificate; il lasso di tempo per la creazione di una società dovrebbe essere limitato a tre giorni, e l'accordo con le istituzioni pubbliche per i pagamenti dovuti alle piccole e dalle medie imprese dovrebbe garantire un termine massimo di 30 giorni.
Accolgo con favore la proposta della Commissione per promuovere l'uso della fatturazione elettronica, un investimento stimato a 18 miliardi di euro. E’ sempre più evidente la necessità di sviluppare cluster competitivi, basati su imprese che investono nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie.
Dominique Vlasto (PPE-DE). – (FR) Signor Presidente, Ministro Jouyet, Commissario Verheugen, sappiamo tutti che le PMI costituiscono la spina dorsale dell'Unione europea, perché impiegano più del 70 per cento della forza lavoro dell’UE e rappresentano il 99 per cento delle imprese europee.
Come abbiamo già sentito, ora questi milioni di piccole e medie imprese sono preoccupati e minacciati dalla crisi finanziaria che sta erodendo il potere d'acquisto e la fiducia delle famiglie, e si ripercuote quindi sugli ordinativi. Il flusso di cassa delle PMI è dunque in pericolo e allora dobbiamo impegnarci a sostenere le loro attività, facendo in modo che le banche garantiscano un effettivo accesso ai finanziamenti necessari, cosicché le piccole e medie imprese possano rimanere in vita.
Questa è l'essenza delle conclusioni del Consiglio “Competitività” del primo dicembre, al quale il ministro Jouyet ha fatto riferimento, e del piano di ripresa adottato dal ministri delle Finanze europei. E’ essenziale assumere le esigenze delle piccole e medie imprese come una priorità politica dell'Unione europea; accolgo con favore il piano d'azione a sostegno della normativa sulle piccole imprese. Esso riflette il desiderio di garantire l'applicazione del principio guida di priorità delle piccole imprese, vale a dire le PMI europee.
Tuttavia, come ha detto il commissario, e come tutti conveniamo, il Consiglio ha bisogno di unirsi alle altre istituzioni europee affinché tale principio possa venire tradotto in realtà; dobbiamo andare oltre le parole e agire per la sua attuazione in tutte le politiche e in tutti i programmi europei.
Possiamo dire, comunque, che questo piano d'azione è una risposta all'urgenza della situazione. Ministro Jouyet, vorrei cogliere questa occasione per rendere omaggio alla presidenza francese per la sua solerzia che ha fatto sì che le intenzioni venissero rapidamente trasformate in atti concreti.
Juan Fraile Cantón (PSE). – (ES) Signor Presidente, ho chiesto la parola per congratularmi con la Commissione per questa iniziativa, che rappresenta un importante passo in avanti per eliminare la burocrazia e gli altri ostacoli che le piccole e medie imprese devono affrontare ogni giorno.
Il piano sottolinea l'importante ruolo che le PMI rivestono nell'economia europea. Come è già stato sottolineato, non dobbiamo dimenticare che nell'Unione europea operano circa 23 milioni di piccole e medie imprese, che generano il 70 per cento dei posti di lavoro e coprono tutti i settori di attività.
Il piano d'azione per abbattere gli oneri amministrativi si è prefissato l'obiettivo di ridurli del 25 per cento entro il 2012. Non possiamo tollerare il fatto che l'attuale legislazione generi oneri amministrativi con un costo stimato nel 2006 al 3,5 per cento del prodotto interno lordo europeo. Questo ambizioso obiettivo fa parte di una più ampia politica commerciale che mira a facilitare l'accesso ad altri mercati per le nostre PMI, a migliorare il loro potenziale di crescita e a incoraggiarne lo spirito d'impresa.
E’ un'ottima idea aiutare le piccole e medie imprese a sviluppare le loro attività al di là dei nostri confini. Inoltre, una procedura comune per la creazione di imprese nell’Unione europea le aiuterà a stabilire succursali in altri Stati membri dell'Unione e a beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico.
La mia ultima osservazione è che oggi la finanza costituisce il problema principale per le nostre PMI. Accogliamo quindi con favore la proposta della Banca europea per gli investimenti di diversificare gli strumenti di sostegno alle piccole e medie imprese, al fine di semplificarne l'uso e di espanderne il campo di applicazione.
Jacques Toubon (PPE-DE). – (FR) Ministro Jouyet, quando l’onorevole Fontaine ha presentato la sua interrogazione, il Consiglio aveva già risposto. Questo è un evento tanto raro da essere degno di nota.
In effetti, 48 ore fa, il Consiglio “Competitività” ha esaminato e appoggiato il piano presentato dalla Commissione nel mese di luglio, mentre il nostro Parlamento lo stava ancora vagliando. Questo è un successo innegabile del Consiglio sotto l’egida della presidenza francese: vorrei ringraziarla, Ministro Jouyet, e rendere omaggio al buon lavoro che lei e i suoi colleghi avete svolto, in particolare il ministro Novelli.
Il successo del Consiglio è particolarmente degno di nota perché il piano della Commissione lo incaricava di elaborare un piano d’azione, sulla base dei principi in esso indicati e fissando degli obiettivi per i prossimi 3, 5 e 10 anni.
Mi rendo conto che, in termini pratici, quello che dobbiamo fare adesso è tenere conto degli interessi delle PMI prima di ogni atto legislativo e di ogni provvedimento. Lo faremo con la società privata europea, con la direttiva sui ritardi dei pagamento e, mi auguro, con i tagli alle aliquote IVA, e così via.
Tuttavia, per concludere, vorrei dire semplicemente che soprattutto le piccole e medie imprese non devono venire ghettizzate: in altre parole, le norme per le piccole e medie imprese che stiamo introducendo non devono essere così particolari da finire per creare un handicap. Sono d'accordo con quanto ha appena detto l'onorevole Vlasto. E’ evidente che nella situazione attuale, quando quelle imprese hanno un tale bisogno di finanziamento e ottenere fondi è così difficile, non dobbiamo prendere misure in loro nome, per esempio esenzioni in materia di garanzie contabili che riducano i crediti a loro disposizione e pertanto impediscano loro di avere i mezzi per operare.
E’ per questo motivo che le piccole e medie imprese non vanno considerate come sotto-imprese. Devono essere imprese come le altre, di vitale importanza per l'economia europea.
Pierre Pribetich (PSE). – (FR) Signor Presidente, l'obiettivo finale e dichiarato della normativa sulle PMI consiste nel riconoscere il ruolo fondamentale che svolgono e nel sostenerle appieno nell’affrontare quei problemi che possono ostacolarne la crescita.
Le piccole imprese, come sapete, svolgono un ruolo cruciale nel panorama economico europeo. Questo prezioso sostegno per la creazione di imprese, per lo spirito d'impresa in Europa, è sancito dal principio introdotto dalla Commissione: “Pensare prima in piccolo.”
Chi può mai opporvisi? Che cosa significa? Questo ambizioso progetto interessa ora il 99 per cento di tutte le imprese. Sono due le cose più importanti in ogni impresa che non figurano nel suo stato patrimoniale: la reputazione e le persone.
Perché ho scelto di citare Henry Ford? Per dire che mentre ci accingiamo a rendere la vita più facile per le PMI, i lavoratori restano al centro delle imprese e che le piccole imprese devono anche rappresentare un’occasione per valorizzare il ruolo dei dipendenti nella gestione delle imprese stesse. Infatti, la normativa sulle piccole imprese dovrebbe portare una ventata di aria fresca all'interno di queste società grazie a un migliore riconoscimento della loro posizione, tenendo maggiormente conto delle loro aspirazioni e non permettendo in nessun caso interpretazioni "blande" per quanto riguarda il diritto al lavoro.
Zita Pleštinská (PPE-DE). – (SK) In un momento di crisi finanziaria, i pronunciamenti energici non sono sufficienti ma devono essere seguiti da azioni concrete. In questo momento critico, dobbiamo dare alle piccole e medie imprese l’accesso alle risorse finanziarie, in modo che possano svolgere le loro attività innovative, al fine di aumentare la loro sofisticazione tecnologica e, insieme a essa, la loro competitività.
In questo settore, è necessario rafforzare il programma di microcredito e il fondo per il capitale di rischio. È necessario creare le condizioni per gli investimenti in infrastrutture tecniche per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, collegati alle piccole e le medie imprese. Per questo motivo accolgo con favore il pacchetto di 30 miliardi di euro di prestiti per le piccole e medie imprese approvato dal Consiglio Ecofin.
Attualmente sto preparando una relazione sulla normativa relativa all'introduzione di prodotti da costruzione nel mercato. Sto collaborando molto intensamente con le piccole e medie imprese, e credo che sarò in grado di preparare un efficace strumento legislativo a loro vantaggio.
Ewa Tomaszewska (UEN). – (PL) Le piccole e medie imprese devono rispettare la legge come tutte le altre, anche se di norma non sono in grado di assumere un avvocato o consulenti finanziari altamente qualificati. Allo stesso tempo, le piccole e medie imprese sono quelle che creano il maggior numero di posti di lavoro. Ecco perché è così importante sostenere questo settore semplificando la normativa vigente in merito, offrendo formazione e operando in altre maniere ancora. In un momento di crisi è particolarmente importante rendere più facile l’accesso al credito. Forse il Fondo di solidarietà potrebbe aiutare a garantire tali crediti. Sostengo l'adozione della Carta europea per le piccole imprese e mi congratulo con la presidenza francese.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL). – (PT) Signor Presidente, le urgenti misure di sostegno per le microimprese, le piccole e le medie imprese richiedono un cambiamento sostanziale nelle politiche messe in atto per creare un clima a loro favorevole: in particolare attraverso il miglioramento del potere d'acquisto della popolazione e, soprattutto, delle retribuzioni dei lavoratori.
Tuttavia, annunciare provvedimenti e aprire linee di credito non è abbastanza. Questo sostegno deve raggiungere effettivamente le microimprese, le piccole e le medie imprese e non deve venire inghiottito dalla burocrazia. Non dobbiamo accontentarci solo di un sostegno a poche medie imprese e dimenticare le microimprese e le piccole imprese che svolgono un ruolo fondamentale per l’attività economica e per l’occupazione dei lavoratori, i diritti dei quali devono essere garantiti durante tutto questo processo.
Jim Allister (NI). – (EN) Signor Presidente, il titolo di questa interrogazione parla di migliorare l'ambiente per le piccole e medie imprese. Vorrei suggerire che, se l'Unione europea vuole davvero aiutare, piuttosto che indulgere in prevedibili retoriche, c’è da fare qualcosa di significativo e di immediato. Perché, durante l'attuale crisi globale, non avviare una “vacanza normativa” per le piccole e medie imprese? Rispettare la puntigliosa normativa dell’Unione europea è uno sforzo così grande, così oneroso e così costoso da impastoiare la produttività e la prosperità nell’Unione europea. Il costo è insostenibile. Ammonta a miliardi di euro all'anno. Con un colpo solo, con una “vacanza normativa”, le imprese potrebbero risparmiare ogni anno miliardi di euro e avere la possibilità di crescere.
Paul Rübig (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, ho una domanda per il commissario Verheugen: la Commissione è pronta a preparare una base giuridica per una previsione di bilancio per il 2009 o il 2010? La seconda domanda è: sarebbe possibile dare priorità a piani d'azione che stanno diventando sempre più probabili alla luce della crisi finanziaria, anche in ragione dell'attuale necessità di un sostegno per le PMI, considerato che proprio adesso, in conseguenza della crisi finanziaria, questa normativa sulle piccole imprese è diventata particolarmente importante? Ci può dare una previsione sulla possibilità di avviare un programma di intervento immediato in questo settore?
Jean-Pierre Jouyet, presidente in carica del Consiglio. – (FR) Signor Presidente, vorrei ringraziare i vari oratori che, nel corso della discussione, da un lato hanno dato il loro sostegno alle piccole imprese e dall'altro hanno insistito su di un rigoroso e obbligatorio monitoraggio. Sono anche pronto a rassicurare coloro che hanno chiesto un aiuto finanziario mirato per le PMI: verranno stanziati fondi ad hoc da parte della Banca europea per gli investimenti.
Resta inteso che, per interessamento del Consiglio europeo, i ministri dovranno trasmettere questo messaggio ai capi di Stato e di governo, e che noi, come presidenza, ne sosterremo l’applicazione nel modo più rigoroso possibile. Faremo del nostro meglio per garantire che la normativa sulle PMI e il suo piano d'azione usufruiscano del sostegno politico più chiaro possibile e al massimo livello. Come ha detto l'onorevole Toubon, occorre fare attenzione per garantire che le misure specifiche e i metodi di semplificazione non si traducano in un indebolimento delle garanzie per le piccole e medie imprese. Credo che questo sia molto importante.
Infine, rivolgo un cenno di assenso all'onorevole Wortmann: vorrei dirle che sono particolarmente convinto del sostegno che dobbiamo dare all’imprenditoria femminile; è un fatto che mi viene ricordato ogni sera, a parte questa, perché anche mia moglie gestisce una piccola azienda. Sono quindi ben consapevole di questo aspetto, e potete contare sulla presidenza e sul mio personale impegno per far sì che alle parole seguano i fatti, senza, naturalmente, che vi sia il minimo conflitto di interessi: lo dico davanti a tutti voi.
Vorrei porgere i miei più sentiti ringraziamenti al commissario Verheugen e all’intera compagine della Commissione per tutto ciò che hanno fatto – abbiamo lavorato bene insieme a vantaggio delle piccole e medie imprese, durante questa presidenza – e vorrei ringraziarla per aver partecipato a questa discussione: ringrazio anche l'onorevole Fontaine per la questione che ha sollevato e per aver sottolineato ancora una volta che il Parlamento europeo avrà un ruolo determinante in questo processo e nel suo accompagnamento.
Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione. – (DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, vi ringrazio per l'ampio consenso mostrato durante questo dibattito, non solo in relazione agli obiettivi della nostra politica per le piccole e medie imprese, ma anche in relazione ai passi che stiamo per intraprendere per conseguirli.
Vorrei rispondere rapidamente alle domande che sono state poste. Onorevole Chichester, la Banca europea per gli investimenti ha già dato una risposta positiva. Per il 2011 era stato stanziato un volume di credito di 15 miliardi di euro. Ora è stato portato a 30 miliardi di euro: l'importo quindi è già stato raddoppiato. Inoltre, le piccole e medie imprese hanno naturalmente anche altri strumenti finanziari a disposizione all’interno dell'Unione europea, in particolare in relazione ai Fondi strutturali. Desidero inoltre sottolineare che tutti i principali progetti europei sono concepiti in modo che le piccole e medie imprese vi godano di un accesso privilegiato.
Per quanto riguarda la questione della riduzione dei costi, sono lieto di potervi informare che il Programma per la riduzione degli oneri amministrativi per le imprese europee procede nei tempi previsti. Il prossimo passo importante comprende ora anche una proposta per introdurre la fatturazione elettronica, cosa necessaria dato che in pratica porterà a un risparmio di 18 miliardi di euro l'anno per le piccole e medie imprese.
Nel caso della proposta di direttiva sui ritardi di pagamento, il lavoro è molto avanzato, e questo stesso Parlamento sarà presto in grado di occuparsene.
Per quanto riguarda l'ultima domanda dell’onorevole Rübig: quale autorità esecutiva rifiuterebbe i fondi offerti dal Parlamento? Ma temo che voi non ci offriate risorse: offrite una linea di bilancio in cui vi è uno zero. Se siete in grado di offrire una linea di bilancio con una grande quantità di fondi supplementari, per cortesia fatelo, ma non mi pare che ciò stia accadendo.
Pertanto ritengo che in questo momento abbia più senso ottimizzare i programmi e i progetti di cui disponiamo in modo tale che servano a finanziare la normativa sulle PMI. Ciò vale, in particolare, per il programma per la competitività e l'innovazione, di cui sono responsabile io, ma si applica anche ai principali Fondi strutturali, anche al programma di sviluppo rurale e persino al programma quadro per la ricerca e lo sviluppo. Nell’insieme, vedo ottime opportunità di fare uso di questi programmi per promuovere le piccole e le medie imprese all'interno dell'Unione europea.
Presidente. − Per concludere la discussione, comunico di aver ricevuto una proposta di risoluzione(1) ai sensi dell’articolo 185, paragrafo 5, del regolamento.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà giovedì 4 dicembre a partire dalle ore 12.00.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)
Adam Bielan (UEN), per iscritto. – (PL) Migliorando la situazione delle PMI in Europa e sostenendo la Carta per le piccole imprese, si apporta un contributo molto significativo allo sviluppo dell’imprenditorialità e all'economia dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero perché le piccole e medie imprese danno lavoro a più della metà dei cittadini dell'Unione europea e rappresentano il 99 per cento delle imprese in tutta l'Unione. Purtroppo, però, sono molto preoccupato in merito all’attuazione della Carta europea per le piccole imprese.
In Polonia, per esempio, sono stati promessi piani ambiziosi per alleggerire gli oneri amministrativi, semplificare le disposizioni ed eliminare le norme ridondanti. Ma in realtà la situazione negli uffici governativi non è cambiata. Gli imprenditori sono ancora alle prese con funzionari incompetenti e procedure inutili. Inoltre essi continuano a soffrire per un’indebita burocrazia che limita in maniera significativa l'attività imprenditoriale.
Fino ad oggi non sono stati creati portali Internet per l’erogazione di servizi pubblici. Lo scopo di questi portali è facilitare la registrazione delle imprese, la presentazione delle dichiarazioni fiscali o doganali e l'uso delle raccolte di dati statistici. Tutte queste attività possono essere effettuate per via elettronica. Se non facciamo in modo che le nostre procedure siano più efficaci e non riformiamo gli uffici pubblici, non riusciremo a rispettare gli impegni della Carta per le piccole imprese e, di conseguenza, non riusciremo a offrire un adeguato sostegno alle PMI.
Lidia Joanna Geringer de Oedenberg (PSE), per iscritto. – (PL) Le piccole e medie imprese rivestono un’importanza fondamentale per l'economia europea, per la sua competitività e per i livelli di occupazione. Mettendo in campo oltre 100 milioni di posti di lavoro, le piccole e medie imprese contribuiscono alla crescita economica. Inoltre esse costituiscono la principale fonte di innovazione e sviluppo locali, oltre a promuovere la parità tra i sessi.
Le piccole e medie imprese dell’Unione europea hanno ancora una produttività minore e un tasso di crescita più lento rispetto a quelle degli Stati Uniti, dove imprese simili hanno aumentato il numero di posti di lavoro di una media del 60 per cento nei primi sette anni della loro attività, a confronto con circa il 10-20 per cento dell’Europa.
La Carta europea per le piccole imprese, lanciata nel giugno scorso dalla Commissione europea, introduce per la prima volta un quadro politico globale per le PMI, concedendo loro parità di condizioni e sforzandosi di migliorare il loro contesto giuridico e amministrativo nell’Unione europea.
In questo contesto emerge un problema urgente: il Consiglio intende sostenere formalmente la Carta europea per le piccole imprese e gli Stati membri intendono prendere un impegno vincolante per la sua attuazione?
E’ di vitale importanza stabilire quali misure il Consiglio si proponga di adottare per fornire alle piccole e medie imprese un accesso costante al finanziamento in questo momento di crisi finanziaria.
Richard Seeber (PPE-DE), per iscritto. – (DE) Giustamente, gli oltre 23 milioni di piccole e medie imprese vengono descritti come la spina dorsale economica dell'Unione europea. Nonostante la loro importanza, le piccole e medie imprese non possono ancora trarre pieno vantaggio dal mercato interno e, in particolare, subiscono le difficoltà della burocrazia. La normativa sulle PMI rappresenta un passo importante per rendere più competitive le piccole e medie imprese e per dare loro l'opportunità di realizzare le proprie potenzialità. Il successo del principio del miglioramento della legislazione non è qui l'unico fattore decisivo. Nelle piccole e medie imprese, deve essere rafforzata la consapevolezza delle opportunità di integrazione europea. Il programma di scambio per gli imprenditori è un buon approccio a questo.
Le misure finanziarie contenute nella normativa sulle PMI sono particolarmente importanti per la promozione delle piccole e medie imprese. Alla luce della difficile situazione economica del momento, è imperativo che le piccole e medie imprese mantengano i propri dipendenti. A questo proposito sono strumenti efficaci le semplificazioni negli appalti pubblici, la lotta contro i ritardi nei pagamenti o le agevolazioni per i prestiti e per la creazione di nuove imprese. Nel complesso, la normativa sulle PMI protegge la matura struttura aziendale europea e rende le piccole e medie imprese europee adatte a competere sui mercati internazionali.