Markus Pieper (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, la mia giustificazione è la seguente. Sfortunatamente, il sistema di scambio di quote di emissione non è stato oggetto di una discussione plenaria, presentando poi il risultato al dialogo a tre. Lo svolgimento dei negoziati all’interno del dialogo a tre, sulle sole basi del parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, non è rappresentativo dell’intero Parlamento. Ora ci viene chiesto di sostenere gli emendamenti presentati alla proposta della Commissione; tuttavia, siamo chiamati a prendere una decisione su un provvedimento che è identico a quello avanzato dal Consiglio. Il Parlamento non ha modificato nemmeno una virgola. Mi domando quale sia il motivo di tanta fretta, dato che il periodo di tempo considerato è dal 2013 in poi.
Con l’attuale proposta per il sistema di scambio di quote di emissione sarà inevitabile imbatterci in difficoltà legate alla mancanza di coerenza e all’aumentare dei costi. La problematica dello scambio di quote di emissione costituisce la decisione di politica industriale più importante dei prossimi anni, se non dei prossimi decenni. Non siamo disposti a rinunciare aprioristicamente al nostro diritto democratico di codecisione. Per cosa si sono battuti con successo per quasi trent’anni molti deputati in quest’Aula? Hanno lottato per poi lasciare la politica sul clima nelle mani del Consiglio con una procedura semplificata? Poiché questo è un Parlamento democraticamente eletto vogliamo impegnarci in un processo di dialettica democratica e vogliamo farlo proprio in virtù delle conseguenze delle nostre azioni. Grazie.