Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 18 febbraio 2009 - Bruxelles Edizione GU

29. Seguito dato ai piani nazionali d'azione per l'efficienza energetica: prima valutazione (breve presentazione)
Video degli interventi
Processo verbale
MPphoto
 
 

  Presidente . – Mi è stato fatto notare che abbiamo leggermente diminuito l’intensità dell’illuminazione in aula. Immagino che sia per una questione di risparmio energetico.

Mi pare appropriato, poiché il prossimo punto all’ordine del giorno è la breve presentazione della relazione (A6-0030/2009) dell’onorevole Gyürk, a nome della commissione per l’industria, il commercio esterno, la ricerca e l’energia, sul seguito dato ai piani nazionali d'azione per l'efficienza energetica: prima valutazione [2008/2214(INI)].

 
  
MPphoto
 

  András Gyürk, relatore. − (HU) Grazie, signor Presidente. Signor Commissario, la crisi del gas di gennaio ha portato un risultato positivo, quello di vivacizzare il dialogo sulla politica energetica in tutti gli Stati membri.

Analogamente, qui al Parlamento europeo, si è discusso molto delle varie rotte alternative per il trasporto del gas, dell’incremento della capacità di stoccaggio e del futuro ruolo dell’energia nucleare. Ci siamo tuttavia occupati troppo poco di efficienza energetica. Sono particolarmente lieto del fatto che la relazione sui piani nazionali d'azione per l'efficienza energetica ci abbia dato l’opportunità di discutere tale argomento nelle ultime settimane.

L’importanza dell’efficienza energetica risiede nella sua capacità di raggiungere risultati tangibili più velocemente di qualsiasi altro mezzo. Come il commissario per l’energia Piebalgs ha recentemente sottolineato, le misure comunitarie sul modo spento delle apparecchiature potrebbero ridurre gli sprechi derivanti dalla modalità stand-by per un volume equivalente al consumo annuale di energia dell’Ungheria.

Non ci stanchiamo di sottolineare che l’efficienza energetica potrebbe porre rimedio a tutti i problemi che riguardano la politica energetica. In primo luogo, e si tratta dell’aspetto principale, può aiutare a limitare la dipendenza energetica europea dai paesi terzi. Inoltre, l’efficienza energetica può incidere positivamente sulla concorrenzialità dell’industria europea e ridurre il peso sull’ambiente. Ricordiamo poi che il miglioramento dell’efficienza energetica può anche determinare una riduzione degli oneri per i consumatori più deboli.

Ovviamente vi sono grandi differenze tra gli Stati membri in termini di situazioni, potenziali e iniziative legislative. Pertanto, concordiamo con la direttiva UE del 2006, che determina le misure che gli Stati membri devono adottare per riassumere nei propri piani nazionali d’azione i provvedimenti previsti per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Nella presente relazione, abbiamo cercato di trarre conclusioni generali sui suddetti piani d’azione. Allo stesso tempo, il nostro obiettivo era definire i progressi che la normativa dell’Unione europea dovrà necessariamente compiere. Vorrei richiamare l’attenzione su alcuni punti fondamentali della relazione.

Innanzitutto, la relazione richiede alla Commissione di intervenire con maggiore incisività in caso di ritardi nella presentazione dei piani nazionali d'azione per l'efficienza energetica. Questa volta è necessario verificare accuratamente se alla presentazione dei piani facciano seguito azioni concrete da parte degli Stati membri. Una delle carenze principali dei piani nazionali d’azione sta nella distanza che li separa dalle politiche dei relativi governi.

In secondo luogo, è necessario incrementare le risorse destinate al miglioramento dell’efficienza energetica, sia a livello nazionale, sia comunitario. A seguito della crisi finanziaria, ci sono pochissimi cittadini europei in grado di investire nella propria efficienza energetica. I progetti volti a favorire l’efficienza energetica attualmente in fase di attuazione devono essere pertanto ampliati con effetto immediato. Quest’ultima osservazione ci porta al bilancio comunitario dei prossimi sette anni, che dovrebbe assegnare all’efficienza energetica un ruolo ancora più prominente, e alla possibilità di conseguire miglioramenti visibili ricorrendo agli sgravi fiscali.

In terzo luogo, è opportuno che l’Unione europea legiferi ancora in materia di efficienza energetica. Ritengo che, in questo settore, le raccomandazioni della Commissione abbiano fornito la giusta direzione. Una normativa più severa sul consumo energetico degli edifici può, per esempio, tradursi in un risparmio considerevole.

In quarto luogo, i governi nazionali devono fare da precursori nello sviluppo di soluzioni per l’efficienza energetica, avviando anche da campagne educative di ampio respiro, poiché i consumatori decideranno di investire nella propria efficienza energetica soltanto se saranno pienamente consapevoli dei vantaggi che ne possono derivare.

Infine, un ultimo pensiero che voglio condividere con voi. E’ mia convinzione che l’efficienza energetica non possa essere trattata come un tema di secondo ordine, nemmeno in tempi di recessione. Inoltre, i programmi per l’efficienza energetica possono portare alla creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa. In un periodo di licenziamenti di massa, questo non è certamente un aspetto trascurabile.

 
  
MPphoto
 

  Janez Potočnik, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, sono lieto di avere l’opportunità di rivolgermi a questa tornata del Parlamento europeo, che si occupa, tra l’altro, della valutazione della Commissione dei piani nazionali d'azione per l'efficienza energetica, presentata nel pacchetto del secondo riesame strategico della politica energetica del novembre 2008 e nella precedente comunicazione della Commissione del gennaio 2008.

Una sintesi tecnica più dettagliata della valutazione della Commissione sui piani nazionali d'azione per l'efficienza energetica (PNAEE), sarà presentata nel documento sui PNAEE che la Commissione pubblicherà questa primavera.

Vorrei pertanto cogliere l’occasione per ringraziare il relatore, l’onorevole Gyürk, per il lavoro svolto e la commissione per l’industria, il commercio esterno, la ricerca e l’energia per la validità dei commenti e delle discussioni.

Negli ultimi anni, la Commissione ha affermato molto chiaramente che l’efficienza energetica è la maggiore priorità della politica energetica dell’Unione europea, nonché una pietra miliare per il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2020; pertanto, in questo contesto, i piani nazionali d’azione rivestono un’importanza centrale. La direttiva concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici, come sapete, stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di presentare tali piani e di dimostrare in pratica come intendano perseguire i propri obiettivi nazionali in termini di efficienza energetica.

La scadenza iniziale per la presentazione dei piani da parte degli Stati membri era il 30 giugno 2007, tuttavia, come sapete, numerosi Stati membri non sono stati purtroppo in grado di rispettarla. Gli ultimi piani nazionali d’azione per l’efficienza energetica sono giunti alla Commissione nel giugno 2008.

Allo stato attuale, la Commissione ha completato tutte le valutazioni individuali e inviato le lettere con i risultati di tali valutazioni a tutti gli Stati membri. A seguito di ciò, si sono svolti numerosi incontri bilaterali e diversi Stati membri hanno dichiarato di voler loro stessi migliorare i propri PNAEE nei mesi a venire. Come sottolineato dai membri della commissione per l’industria, il commercio esterno, la ricerca e l’energia , i primi piani nazionali d’azione per l’efficienza energetica si sono rivelati un esercizio molto utile. Infatti, per la prima volta, molti Stati membri hanno preparato piani d’azione esaustivi sul risparmio energetico. Molti di loro hanno confermato di aver trovato molto utile l’impegno trasversale necessario alla loro compilazione.

Ai sensi della direttiva sui servizi energetici, i PNAEE svolgono solo un ruolo limitato. Tuttavia la Commissione, nella comunicazione del novembre 2008 e in altre recenti dichiarazioni, ha sempre incoraggiato gli Stati membri a potenziarne il ruolo.

La Commissione redigerà un nuovo piano d’azione dell’Unione europea sul risparmio energetico, che rafforzerà e circoscriverà con maggior precisione le azioni comunitarie, aiutando gli Stati membri, le imprese e i cittadini dell’Unione europea a risparmiare energia in maniera conveniente.

Nella relazione, si chiede alla Commissione di proporre un obiettivo vincolante per il risparmio energetico. L’attuale obiettivo del 20 per cento di risparmio di energia primaria entro il 2020, come sapete, non è ad oggi un obiettivo vincolante. Tuttavia, la Commissione ritiene che, con il pacchetto sul clima e i cambiamenti climatici e le proposte del secondo riesame strategico della politica energetica sia possibile raggiungere il 20 per cento.

La relazione dell’onorevole Gyürk indica poi giustamente che è necessario stanziare risorse aggiuntive. L’aspetto finanziario del risparmio energetico è stato tenuto in conto dalla Commissione nel piano europeo di ripresa economica del 26 novembre 2008 e in altri impegni coordinati che mirano a facilitare la creazione di posti di lavoro, spesso nelle piccole e medie imprese, giacché gli investimenti nell’efficienza energetica, specialmente quella degli edifici, figurano prevalentemente in progetti di risanamento su piccola scala.

In conclusione, vorrei ricordare che, durante il mandato di questa Commissione, i leader dell’Unione europea si sono impegnati realmente a promuovere l’efficienza energetica. L’aumento degli investimenti nell’efficienza energetica e nelle nuove tecnologie a essa correlate offre un contributo essenziale allo sviluppo sostenibile e alla sicurezza degli approvvigionamenti. L’efficienza energetica ha un impatto più ampio, che va ben oltre la politica energetica, incidendo positivamente sull’economia dell’Unione europea nel suo insieme: Il potenziamento dell’efficienza aiuta infatti a creare nuovi posti di lavoro, stimola la crescita economica e migliora la concorrenzialità. Come è stato giustamente detto, si tratta esattamente di ciò che dovremmo fare in questo periodo così difficile e impegnativo.

 
  
MPphoto
 

  Presidente . – La discussione su questo punto è chiusa.

La votazione si svolgerà giovedì 19 febbraio 2009.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)

 
  
MPphoto
 
 

  Šarūnas Birutis (ALDE), per iscritto. – (LT) E’ evidente che il prezzo del petrolio sta calando, ma una volta superata l’attuale crisi economica, i prezzi torneranno a salire. Pertanto, vorrei ricordarvi che è importante diversificare ulteriormente le fonti energetiche e le rotte di approvvigionamento dell’UE per ridurre gli effetti negativi che potrebbero presentarsi a seguito di una futura crisi del petrolio.

La dipendenza degli Stati membri dell’Unione europea, in particolare delle "isole energetiche", dalle importazioni di energia e dalle infrastrutture esistenti varia di caso in caso. E’ possibile parlare di un mercato unico dell’energia se, ad esempio, gli Stati baltici, inclusa la Lituania, sono isole energetiche? Anche l’incapacità dell’Europa di rivolgersi ai principali fornitori di energia con un’unica voce è un grave problema. Sulla carta stiamo creando una politica energetica europea ambiziosa, ma in pratica la politica energetica bilaterale continua a dominare. Onorevoli colleghi, la politicizzazione del settore energetico non contribuisce alla stabilità. Possiamo e dobbiamo tentare di cambiare la situazione attraverso la diversificazione e la solidarietà. Dobbiamo portare a compimento i collegamenti energetici mancanti e stabilire un sistema di coordinamento comunitario che ci permetta di reagire di fronte a crisi di questo genere. E’ fondamentale che gli Stati membri maggiormente dipendenti dalle forniture energetiche dispongano di sufficienti riserve di approvvigionamenti Non dobbiamo limitarci a considerare le misure a breve temine per la sicurezza delle forniture energetiche, dobbiamo anche considerare la prospettiva a lungo termine. L’Europa, dal canto suo, deve diversificare le fonti energetiche e migliorare la sicurezza delle forniture.

 
  
MPphoto
 
 

  Cristian Silviu Buşoi (ALDE), per iscritto. – (RO) L’efficienza energetica diventa ancora più importante in questo momento, in cui ci troviamo a dover fronteggiare sfide autentiche nel settore della fornitura energetica dell’Unione europea e necessitiamo di compiere sforzi più sostanziali per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Sostengo un approccio all’efficienza energetica che sia coerente con le altre politiche dell’Unione europea, in particolare con il pacchetto per contrastare i cambiamenti climatici e la necessità di diversificare le fonti energetiche.

Credo fermamente che si debba sostenere il settore della ricerca e dello sviluppo, giacché esso può contribuire in maniera significativa a incrementare l’efficienza energetica. La Commissione e i governi degli Stati membri devono fornire maggiore sostegno ai progetti mirati all’incremento dell’efficienza energetica, ad esempio nel caso di investimenti per massimizzare l’efficienza energetica del trasporto pubblico, isolare gli edifici, eccetera. Ritengo che le risorse dei governi dovrebbero essere indirizzate in questa direzione, piuttosto che alle sovvenzioni per il prezzo dell’energia, perché questi progetti forniscono anche un sostegno ai consumatori più vulnerabili che devono far fronte a prezzi dell’energia in aumento.

Faccio pertanto appello agli Stati membri affinché presentino piani d’azione efficaci e realistici, per fornire ai cittadini quante più informazioni possibile sull’efficienza energetica e per cooperare attraverso lo scambio di buone pratiche. Chiedo inoltre alla Commissione di fornire sostegno alle autorità nazionali, in particolare in forma di assistenza tecnica.

 
  
MPphoto
 
 

  Daniel Petru Funeriu (PPE-DE), per iscritto. – (RO) L’efficienza energetica degli edifici è una preoccupazione molto presente in paesi che hanno ereditato un alto numero di edifici costruiti secondo gli scarsi standard qualitativi dell’era comunista.

Vorrei approfittare di questa opportunità per chiedere alla Commissione di creare strumenti finanziari e procedure efficaci per il risanamento termico di tali edifici, in linea con l’obiettivo di aumento del 20 per cento dell’efficienza energetica nell’Unione europea entro il 2020.

 
  
MPphoto
 
 

  Iosif Matula (PPE-DE), per iscritto. – (RO) L’efficienza energetica è uno dei maggiori obiettivi dell’Unione europea, il cui raggiungimento determinerà un importante passo verso la realizzazione di uno sviluppo sostenibile. Per tale ragione, oltre agli impegni degli Stati membri come parti attive nella promozione di politiche mirate a rendere il consumo energetico più efficiente, ci deve essere anche un coordinamento a livello comunitario per raggiungere risultati migliori.

Uno dei modi per raggiungere l’efficienza energetica consiste nel garantire l’isolamento termico degli edifici. Secondo uno studio, a livello comunitario è possibile ridurre lo spreco di energia di circa il 27 per cento, il che, di conseguenza, implica una riduzione dei costi che i cittadini sono obbligati a sostenere.

Uno dei problemi che affliggono le comunità locali interessate a realizzare un progetto di risanamento termico degli alloggi è rappresentato dalla complessità delle procedure. Alla luce di queste osservazioni, le misure che saranno intraprese in futuro dovranno contemplare lo snellimento delle procedure. L’obiettivo di una maggiore efficienza energetica attraverso l’isolamento degli edifici deve essere indirizzata anche ai gruppi sociali svantaggiati, rafforzando pertanto il principio di solidarietà in Europa.

 
  
MPphoto
 
 

  Anni Podimata (PSE), per iscritto. – (EL) L’esperienza della prima valutazione dei piani nazionali d’azione dimostra praticamente che la situazione all’interno dell’Unione europea non è ancora così avanzata da sostenere misure che promuovano l’efficienza energetica. Un’importante carenza nei primi piani nazionali d’azione per l’efficienza energetica, oltre all’enorme ritardo nella presentazione degli stessi da parte di alcuni Stati membri, compresa la Grecia, è il fatto che tali ambiziosi piani non sono sostenuti da proposte chiare e concrete, che conferiscano un effettivo valore aggiunto, nonostante il fatto che, secondo le ultime cifre pubblicate dalla Commissione europea, se l’obiettivo del 20 per cento di risparmio energetico venisse raggiunto, l’Unione europea consumerebbe circa 400 megatonnellate di equivalente petrolio (MTep) di energia primaria in meno e le emissioni di anidride carbonica diminuirebbero di 860 megatonnellate.

Ciò significa che il potenziale generato dalla promozione dell’efficienza energetica, in particolare in un momento di recessione economica come quello attuale, non è stata pienamente compresa. Pertanto, l’Unione europea dovrebbe procedere senza indugi a includere l’efficienza energetica in tutte le proprie politiche di settore, con proposte e misure di sostegno chiare, e a potenziare l’assistenza comunitaria in tal senso. L’efficienza energetica, dopo l’approvazione del pacchetto sui cambiamenti climatici, è un punto fondamentale e può garantire la sicurezza energetica, una riduzione delle emissioni di gas serra e un’economia europea rinvigorita.

 
Note legali - Informativa sulla privacy