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Procedura : 2009/2004(BUD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A6-0057/2009

Discussioni :

PV 09/03/2009 - 17
CRE 09/03/2009 - 17

Votazioni :

PV 10/03/2009 - 8.15
CRE 10/03/2009 - 8.15
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2009)0096

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 9 marzo 2009 - Strasburgo Edizione GU

17. Bilancio 2010 - Sezione III - Commissione: "Orientamenti per il bilancio 2010" - Orientamenti per la procedura di bilancio 2010 - Sezioni I, II, IV, V, VI, VII, VIII e IX (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca in discussione congiunta,

- la relazione di László Surján, a nome della commissione per i bilanci, sugli orientamenti per la procedura di bilancio 2010 - Sezione III - Commissione [2009/2005(BUD)] (A6-0111/2009), e

- la relazione di Vladimír Maňka, a nome della commissione per i bilanci, sugli orientamenti per la procedura di bilancio 2010 - Sezioni I, II, IV, V, VI, VII, VIII e IX (2009/2004(BUD) (A6-0057/2009)

 
  
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  László Surján, relatore. (HU) Il Parlamento europeo prevede che la bozza di bilancio per il 2010 aiuti gli Stati membri e i cittadini a superare l’attuale crisi. Oggi questa è la nostra maggiore preoccupazione. In altre parole, il bilancio deve attenuare i timori dei cittadini europei e ridare loro fiducia nella possibilità di avere un lavoro, di guadagnarsi da vivere e di vivere in pace e in sicurezza. Stiamo parlando di quei cittadini di cui spendiamo i soldi e verso i quali abbiamo delle responsabilità.

A causa della crisi finanziaria, gli europei non sono certi che il loro denaro sia al sicuro nelle banche e non sanno se domani avranno ancora un posto di lavoro. Ma hanno anche altri tipi di preoccupazioni e di problemi: per quanto ancora saranno in grado di riscaldare la propria casa, se vi siano sostanze chimiche nocive o altri agenti causali nel loro cibo, e l’elenco potrebbe continuare. Vorremmo quindi avere un bilancio che ridoni fiducia ai cittadini, non solo nelle istituzioni finanziarie, ma anche nel prossimo e nella solidarietà su scala europea. L’1 per cento dell’RNL non basterà certo a risolvere ogni problema, ma è importante sapere se le piccole e medie imprese riceveranno incoraggiamento e sostegno. Si sta sviluppando una politica energetica comune armonizzata? Stiamo facendo il possibile per lottare contro i cambiamenti climatici e per incoraggiare l’uso di fonti energetiche rinnovabili? La protezione delle nostre frontiere comuni sarà più efficace? La politica di coesione sarà più proficua, il processo di ripresa più rapido, e i nostri alimenti più sicuri?

Il Parlamento sottolinea che il bilancio è esiguo rispetto a questi obiettivi, ma sa anche che gli Stati membri non stanno sfruttando appieno neppure l’attuale quadro di bilancio. Pertanto ci attendiamo che la Commissione europea intraprenda un’azione decisiva per eliminare gli ostacoli burocratici, per concentrare la spesa in ambiti in cui l’utilizzo è stato efficace e per negare gli aiuti alle zone che registrano regolarmente eccedenze. Il Parlamento è pronto a collaborare al monitoraggio dell’effettivo successo dei programmi avviati e del conseguimento degli obiettivi per cui sono stati creati. Non ci possiamo accontentare di controllare che le spese siano legittime; chiediamo anche garanzie che servano a conseguano lo scopo. Chiediamo risultati in cambio dei contributi dei cittadini europei, e ci aspettiamo che gli Stati membri attuino i programmi in modo rapido ed efficiente. Chiediamo alla Commissione europea di prendere sul serio le nostre richieste. Il Parlamento europeo costituisce l’unica istituzione su cui i cittadini possono esercitare un’influenza diretta. Noi siamo più vicini a loro e nella relazione che è stata presentata abbiamo riassunto proprio le loro opinioni. Vi è ancora oltre un mese prima della presentazione del bilancio preliminare e la Commissione dispone quindi di tempo a sufficienza per prendere in considerazione l’opinione del Parlamento e includerla nella proposta.

Inoltre, sarei molto lieto se, contrariamente alle abitudini, il Consiglio e il Parlamento non modificassero la proposta della Commissione per fini contrastanti, ma se le tre istituzioni lavorassero insieme per superare la crisi.

Onorevoli colleghi, concludo il mio intervento ringraziando tutti coloro che, con il loro impegno, hanno contribuito alla presente relazione, ivi compresi il segretariato della commissione per i bilanci, i membri della Commissione, gli esperti del mio gruppo politico e coloro che hanno presentato emendamenti. Vi chiedo di discutere le proposte e di sostenerle con il vostro voto. Offriamo speranza e sicurezza ai cittadini europei!

 
  
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  Vladimír Maňka, relatore. – (SK) Grazie, signora Presidente. Signora Commissario, onorevoli colleghi, al momento di stilare il bilancio del Parlamento europeo dobbiamo concentrarci sulla nostra principale attività istituzionale e fare ottimo uso delle risorse per migliorare il lavoro legislativo del Parlamento. Per quanto possibile, dobbiamo escludere dal bilancio le tematiche che non sono attinenti alla nostra attività.

Affinché gli eurodeputati operino in modo efficace, devono poter scegliere di svolgere il proprio dovere nella loro lingua madre. In molti casi questo permetterebbe di prevenire i problemi ed evitare lo spreco di denaro, potendo cambiare lingua rapidamente in base all’effettiva presenza dei parlamentari alle discussioni, e non a quella prevista.

Molti di voi sapranno sicuramente che in alcune commissioni i documenti non sono stati approntati in tempo per l’approvazione neppure nelle lingue di base. Se questo dovesse richiedere una riunione straordinaria della commissione o se si verificano altri inutili ritardi, questo sarà uno spreco di tempo e di denaro.

Così come avviene per la traduzione, dobbiamo aumentare la flessibilità anche dei servizi di interpretariato. Nei miei colloqui con i rappresentanti dei diversi segretariati generali del Parlamento europeo ho raccolto alcuni preziosissimi suggerimenti e informazioni. I rappresentanti delle direzioni stesse propongono di eliminare alcune riserve, ma in alcuni casi avranno bisogno del nostro aiuto.

Esistono numerosi esempi in proposito. Onorevoli colleghi, certamente nessuno di voi penserebbe che la sicurezza del Parlamento si ridurrebbe se entrambi gli ingressi dell’edificio del Parlamento di Strasburgo fossero chiusi nei periodi in cui non si svolgono sessioni plenarie, né c’è bisogno che le guardie siano fisicamente presenti in alcuni punti, specialmente a Strasburgo e in Lussemburgo.

D’altro canto anche l’attuale sistema di sicurezza ha le sue pecche. Lo abbiamo notato personalmente nel recente attacco alla filiale della banca ING situata all’interno dell’edificio del Parlamento europeo a Bruxelles e anche nelle minacce di morte di cui sono stati oggetto i due eurodeputati a Mumbai.

Penso che le proposte in fase di elaborazione da parte della direzione porteranno a miglioramenti e anche a un miglior uso delle risorse, nonché a sorprendenti risparmi. Possiamo ottenere un ulteriore risparmio nell’ordine di milioni di euro migliorando la cooperazione tra le istituzioni, che devono avere a disposizione la capacità inutilizzata delle altre istituzioni.

Una mancanza di pianificazione e comunicazioni insufficienti o inesistenti relative alla disponibilità delle risorse di traduzione ne impedisce un utilizzo efficiente. L’organismo che dovrebbe fornire traduzioni spesso passa automaticamente ordini ai traduttori esterni senza nemmeno controllare la disponibilità delle risorse interne. Solo in questo settore è possibile risparmiare oltre 10 milioni di euro all’anno nel quadro delle istituzioni. Pertanto, onorevoli colleghi, credo che appoggerete la proposta di avvalerci il più possibile di studi indipendenti che analizzino lo sfruttamento delle risorse e l’organizzazione del lavoro.

Gli eurodeputati devono avere informazioni esaurienti in merito alle risorse e ai materiali a loro disposizione per svolgere il proprio lavoro in modo responsabile ed efficiente. Abbiamo pertanto chiesto all’amministrazione di creare un sistema di gestione della conoscenza che ci consenta di lavorare in modo efficiente su tutti i documenti. Disporremo delle prime proposte concrete in questo ambito nel corso delle prossime settimane.

Un’altra priorità è fornire ai cittadini dell’Unione europea migliori informazioni riguardo all’operato dei loro rappresentanti al Parlamento europeo e ai conseguenti vantaggi che ne possono trarre. Occorre portare a termine, consolidare e utilizzare in modo efficace la televisione del Parlamento europeo, il centro visitatori e il nuovo centro audiovisivo.

Le voci di spesa amministrativa delle istituzioni dell’Unione europea comprendono spese per l’acquisto e la locazione degli edifici. In molti casi, in passato, le istituzioni hanno acquistato o preso in affitto immobili a prezzi superiori ai tassi di mercato. Secondo quanto constatato dalla Corte dei conti, le istituzioni non hanno nemmeno valutato le politiche immobiliari in comune, bensì individualmente. E’ quindi necessario sviluppare una politica immobiliare comune per conseguire una migliore collaborazione. Ci attendiamo il prima possibile un documento strategico riguardante la politica immobiliare a medio e lungo termine al fine di adottare una decisione appropriata in prima lettura. Grazie.

 
  
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  Dalia Grybauskaitė, membro della Commissione. (EN) Signora Presidente, grazie molte per avermi consentito di scambiare opinioni con il Parlamento in una fase insolitamente precoce, quest’anno. Sono molto grata per l’iniziativa della commissione per il bilancio che va in questa direzione. La Commissione ha già esaminato con grande serietà gli orientamenti del Parlamento per il bilancio 2010 e concorda con la maggior parte dei punti inclusi. Essa apprezza altresì l’esame del Parlamento avente come oggetto la strategia politica annuale per il 2010, già rispecchiata nella vostra risoluzione, e condivide molte delle priorità politiche individuate.

Occorrerà far fronte a sfide inattese, quali la ripresa finanziaria, economica e sociale. Tuttavia, anche soluzioni a lungo termine ad altri problemi, come la lotta al cambiamento climatico e la conquista di un’Europa sostenibile, sono di fondamentale importanza. Su questa base, il 29 aprile la Commissione adotterà il suo progetto preliminare di bilancio per il 2010.

La Commissione ha già indicato che nel 2010 saranno necessari impegni finanziari, soprattutto per quanto riguarda il Piano di ripresa economica; ha inoltre preso atto del sostegno del Parlamento a livelli di spesa amministrativa più efficienti e continuerà ad agire in tal senso. Per quanto riguarda i progetti pilota e le azioni preparatorie, sono certa che potremo contare sull’eccellente cooperazione tra le istituzioni registrata lo scorso anno.

Il progetto preliminare di bilancio si fonderà su solide stime delle necessità di conseguire le nostre priorità condivise e di accettare le sfide che ci attendono. Sono persuasa che si possa raggiungere, ancora una volta, un accordo soddisfacente sul bilancio 2010 grazie a una buona cooperazione e collaborazione tra tutte le istituzioni, in particolar modo con il Parlamento.

 
  
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  Margaritis Schinas, a nome del gruppo PPE-DE. (EL) Signora Presidente, il bilancio del Parlamento europeo per l’anno a venire conterrà tre nuovi elementi. Sarà un anno in cui questa Assemblea avrà un nuovo segretario generale, opererà probabilmente con il trattato di Lisbona e lavorerà con due nuovi statuti, uno per gli eurodeputati e uno per gli assistenti parlamentari.

Il mio gruppo politico ha cercato di riportare questi nuovi sviluppi nella relazione Maňka mediante numerosi emendamenti e siamo lieti di vedere che la Commissione è stata in grado di tradurre queste nuove dinamiche in quattro priorità fondamentali.

Queste quattro priorità fondamentali del mio gruppo sono:

Primo: porre l’accento sul processo legislativo. Il Parlamento è particolarmente efficace quando esercita le proprie attività legislative e l’amministrazione deve dimostrare di sapere convogliare le risorse del Parlamento laddove esse possono fare la differenza.

La seconda priorità – e su questo punto concordiamo con il gruppo socialista al Parlamento europeo – è l’assoluta salvaguardia del multilinguismo e dell’accesso dei parlamentari ai servizi di traduzione e interpretazione da e verso la propria lingua madre.

La terza priorità è essere in grado di valutare i passi avanti compiuti nell’attuazione dei piani principali già approvati, come Europarl TV o il centro visitatori, che avremmo preferito fossero pronti prima delle elezioni europee – e che purtroppo non lo sono, così come la Casa della storia europea. Desideriamo che questi piani pluriennali funzionino senza problemi e siano valutati in modo adeguato.

Infine, ritengo che noi parlamentari europei siamo tenuti a intensificare gli sforzi per dimostrare al contribuente europeo, in tempi di crisi, che questa Assemblea spende in modo razionale il denaro necessario a svolgere al meglio il proprio lavoro.

 
  
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  Costas Botopoulos, a nome del gruppo PSE. (EL) Signora Presidente, signora Commissario, la discussione riguardo alla relazione Surján, della quale ho l’onore di essere il relatore ombra, costituisce un dibattito politico contenente diversi punti cruciali, soprattutto quest’anno. La sua importanza deriva dal fatto che sarà l’unica chiara discussione politica sulle priorità politiche perché, come sapete, in un anno elettorale non avremo la possibilità di organizzarne un’altra; successivamente entreremo direttamente nella nuova fase della procedura, nei “distinguo” tecnici e in discussioni di importanza fondamentale.

Tuttavia, questa discussione si svolge altresì in un anno in cui – come tutti hanno osservato e come tutti noi politici e cittadini sappiamo bene – l’Europa entrerà in una fase di crisi molto profonda, e purtroppo tutto indica che anche il 2010, l’anno al quale fa riferimento la nostra relazione e la nostra discussione, sarà un anno di crisi.

La mia prima osservazione è che può essere sufficiente, in questo momento e in questi tempi, una maggioranza semplice per approvare la relazione che stiamo discutendo e che voteremo, ma dovrà essere una relazione che esprima l’opinione del Parlamento europeo tutto e non di una sola fazione politica. Dovrà essere una relazione che esprime i timori dei cittadini e dei politici, tuttavia – e qui notiamo differenze politiche tra noi e il relatore e il suo partito – non soltanto mettendo l’accento sulle paure e sulle preoccupazioni, ma anche sulle prospettive per il futuro.

Dobbiamo usare il bilancio per far comprendere ai cittadini che esso rappresenta uno strumento politico con cui non solo possiamo rispondere alle paure, ma fornire anche prospettive politiche per il futuro. Ritengo che questo sia importantissimo e l’impegno del nostro gruppo, nella fase di discussione in commissione e di dibattito in plenaria, mira a ricercare un equilibrio tra questo testo e la dinamica politica che si produrrà, al fine di evitare di trasmettere un’immagine apocalittica, fatta solo di paure e preoccupazioni, aprendo invece anche prospettive nuove per l’Unione europea.

Lo ripeto: oggi una maggioranza semplice è sufficiente. Può accadere, certo, che una fazione imponga la propria linea, ma è cruciale, alla luce del dibattito che si concluderà con una maggioranza consolidata, che si senta forte e chiara l’opinione del Parlamento ovvero, in ultima analisi e in altre parole, l’opinione dei cittadini.

In un periodo di crisi, noi socialisti crediamo che l’Europa debba reagire con un bilancio dotato di caratteristiche molto specifiche. La risposta del nostro bilancio e dell’Europa politica deve, in primo luogo, essere coordinata: non dobbiamo dare l’impressione di abbandonare gli Stati a se stessi nell’affrontare questa difficile situazione. Secondo, occorre dare la precedenza alla protezione sociale dei cittadini; questo indicatore sociale, che è proprio dell’Unione europea, deve essere coltivato a tutti i costi, qualunque cosa accada. E’ per questo che nella relazione cerchiamo di spiegare alcuni punti in modo diverso. Infine, la risposta alla crisi deve configurarsi in modo comprensibile per i cittadini, deve riflettere le priorità dell’ambiente e dell’energia e dire di sì a un’Unione europea indipendente in materia di energia, tenendo aperte comunque tutte le possibili strade, così da realizzare tutti i nostri obiettivi.

Concordiamo con il tenore generale di questa relazione su diversi punti, quali il senso di urgenza e di necessità politica. Occorre tuttavia sottolineare che la risposta che vogliamo dare tramite questo bilancio deve possedere tutti gli elementi già menzionati.

Ci rivedremo a settembre, con la speranza che la Commissione tenga seriamente conto delle opinioni del Parlamento.

 
  
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  Anne E. Jensen, a nome del gruppo ALDE. (DA) Signora Presidente, l’onorevole Surján ha scelto come titolo del bilancio 2010 la parola “sicurezza”, nella sua interpretazione più ampia: alleviamento della crisi finanziaria ed economica, importanza della sicurezza lavorativa ed economica, certezza e sicurezza delle forniture energetiche, sicurezza nei trasporti, sicurezza dei cittadini di fronte ai problemi legati all’immigrazione o derivanti dai mutamenti demografici (ad esempio un minor numero di giovani chiamato ad occuparsi di un numero crescente di anziani), l’esigenza di una maggiore protezione ambientale, di lottare contro il terrorismo e di promuovere la sicurezza sfruttando il ruolo dell’Unione europea nel mondo. Il termine “sicurezza” indica i diversi ambiti in cui il bilancio UE è fondamentale e sottolinea l’importanza che tale bilancio rifletta le nostre esigenze.

Sotto diversi aspetti il 2010 sarà un anno entusiasmante per il bilancio dell’Unione. Per i fondi strutturali, il 2010 rappresenta il primo anno in cui entra in gioco la “regola n+3”. Gli stanziamenti che non sono stati accantonati negli ultimi tre anni decadranno, come previsto dal programma. Ora vedremo se gli Stati membri sono stati in grado di utilizzarli in tempo. Spero che la clausola di temporaneità, la regola n+3, non entri in gioco, ma, in tal caso, avrà certamente senso analizzare di nuovo se le regole dei fondi strutturali sono sufficientemente flessibili e snelle.

Nel 2010, la politica estera sarà un tema spinoso, così come negli anni passati. Desidero invitare la Commissione a reperire gli stanziamenti necessari, benché il tetto per questa categoria di spesa sia molto basso. Alla commissione bilanci abbiamo assistito a una serie di discussioni in merito alla nostra posizione di fronte alla sovvenzione di fondi europei per il gasdotto Nabucco. Vorrei sottolineare che si tratta di un punto a cui noi del gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa diamo molta importanza. Occorre garantire la sicurezza energetica con diverse iniziative, ma auspichiamo soprattutto un sostegno finanziario dedicato a Nabucco, un progetto che, in fin dei conti non dipende da Gazprom.

La procedura di bilancio sarà molto difficile quest’anno. Questo, ovviamente, è un anno di elezioni. Le relazioni degli onorevoli Maňka e Surján rappresentano l’unica opportunità per il Parlamento di esprimere il proprio parere sul bilancio. Sarà il Parlamento appena eletto a svolgere le vere e proprie trattative in materia. Non è facile mantenere la procedura attuata lo scorso anno, con l’onorevole Haug come relatrice e con la sostanziale partecipazione delle commissioni competenti. Dobbiamo, naturalmente, fare del nostro meglio per rendere la procedura il più aperta e strutturata possibile, e sono lieta di apprendere, signora Commissario, che anche lei vi contribuirà. Penso che gli onorevoli Surján e Maňka ci abbiano presentato una buona proposta che muove proprio in questa direzione.

 
  
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  Wiesław Stefan Kuc, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signora Presidente, stilare il bilancio per il 2010 richiede molto coraggio. Ancora non conosciamo le reali dimensioni della crisi economica iniziata lo scorso anno. Purtroppo, nonostante i notevoli sforzi dei singoli paesi per tenerla sotto controllo, la crisi prosegue: scompaiono posti di lavoro, la disoccupazione aumenta e intere famiglie, nonché parti della società, di città e di paesi, diventano sempre più povere.

L’attuazione delle attività adottate nei quadri finanziari pluriennali per il periodo 2007-2013 diventa sempre più difficile. Lo scorso anno, in sede di predisposizione del bilancio 2009, il livello di finanziamenti stimato è stato conseguito con grandi difficoltà. Saremo in grado di sostenere questo livello nel 2010? Spero di sì. Questa costituirà la sfida più formidabile che saremo chiamati ad affrontare l’anno prossimo.

Non dobbiamo dimenticare che la solidarietà è molto importante in tempi difficili e dobbiamo ricordare sempre i nobili obiettivi adottati nel quadro della strategia di Lisbona. Dobbiamo tenere conto delle differenze economiche tra gli Stati membri dell’UE – non tutti saranno in grado di superare la crisi, ma un’azione comune garantirà notevoli aiuti. Abbiamo ancora la possibilità, durante la fase di revisione intermedia, di modificare le nostre politiche e concentrarci sulla lotta alle ripercussioni negative della crisi, facendone la nostra priorità numero uno.

Infine vorrei ringraziare sinceramente i miei colleghi della commissione per i bilanci, gli onorevoli Surján e Maňka, per il loro contributo in un momento tanto complesso.

 
  
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  Pedro Guerreiro, a nome del gruppo GUE/NGL. - (PT) Di fronte all’aggravarsi della crisi nell’Unione europea e alla mancanza di misure oggettive ed efficaci a livello comunitario per affrontarla, il Parlamento europeo, dopo aver approvato lo scorso dicembre un bilancio per il 2009 che prevedeva lo stanziamento di circa 8 miliardi di euro in meno rispetto a quanto stabilito nel Quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2007-2013, ora pretende che il bilancio definitivo per il 2010 si avvicini a questo tetto. A mio parere, il minimo che il Parlamento europeo avrebbe potuto chiedere è in realtà troppo poco.

I limiti di bilancio imposti dall’attuale QFP, che circoscrive il bilancio comunitario entro l’1 per cento del prodotto nazionale lordo dell’Unione europea, sono chiaramente inadeguati per instaurare l’annunciata politica di coesione economica e sociale. Inoltre, tali limiti inadeguati non vengono sfruttati appieno, per non dire rispettati, e certamente non vengono attuati nella pratica. Il bilancio e l’attivazione costantemente insufficienti dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione, la cui esecuzione è in ritardo di due anni, richiedono l’adozione di una serie di misure che ne garantiscano l’esecuzione, soprattutto dato che l’Unione europea e le sue politiche neoliberiste costituiscono una delle cause alla radice dell’attuale crisi economica.

Di fronte alla crescita della disoccupazione, delle disparità sociali e della povertà, dovremmo riaffermare l’impellente necessità, tra gli altri provvedimenti, di incrementare le risorse finanziarie dei Fondi strutturali e di coesione per accelerare e garantire la loro piena attivazione, per aumentare il tasso di cofinanziamento comunitario e per annullare l’applicazione delle regole “n+2” e “n+3” a tali fondi. Questi ultimi devono inoltre essere utilizzati per difendere un’occupazione che preveda diritti garantiti e per incrementare il potere d’acquisto dei lavoratori, sostenere efficacemente l’agricoltura e la pesca su piccola scala e familiare, difendere e sviluppare i settori produttivi di ogni Stato membro, soprattutto nei paesi di coesione, e sostenere in modo efficace le microimprese, le piccole e medie imprese e le cooperative.

 
  
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  Nils Lundgren, a nome del gruppo IND/DEM. (SV) Signora Presidente, l’Unione europea sta affrontando la crisi finanziaria mondiale con un bilancio formulato mezzo secolo fa. Secondo il relatore, l’UE deve confrontarsi con il moderno mondo globalizzato attraverso un bilancio che prevede che quasi tutto il denaro venga destinato a un’insensata politica agricola e a un’inefficace politica regionale. E’ come usare la cavalleria per attaccare un moderno esercito meccanizzato equipaggiato con missili guidati.

La disparità di portata è assurda. Il costo della soluzione della crisi finanziaria è impossibile da stimare ora, ma un calcolo proposto suggerisce una cifra che si aggira attorno ai 50 000 miliardi di dollari. Il bilancio complessivo dell’Unione europea corrisponde solamente a un paio di punti percentuali di quella cifra ed è già destinato all’agricoltura e alla politica regionale. L’UE ha chiesto ad ogni Stato membro di attuare un pacchetto di stimoli pari a poco più dell’1 per cento del suo PNL. Questa cifra è già superiore all’intero bilancio UE, che, naturalmente ammonta ad appena l’1 per cento circa.

E’ patetico leggere la formulazione, adottata in entrambe le relazioni, sul finanziamento della politica per il clima e delle politiche energetiche. Anche in questi ambiti, il bilancio dell’Unione europea è assolutamente inadeguato: il compito dell’UE è di ottenere cooperazione e impegni, i cui rispettivi costi devono essere sostenuti dagli Stati membri dopo esservi stati vincolati in un processo democratico.

Lo stesso dicasi per la politica energetica. E’ meno costoso costruire i gasdotti sulla terraferma che sul fondo del mare. Ora la Russia e la Germania stanno costruendo comunque un gasdotto sul fondale marino che collega direttamente i due paesi allo scopo di isolarsi. E’ una nuova Rapallo e l’Unione europea non dice nemmeno una parola in merito. “Le mie parole volano in alto, e i miei pensieri rimangono a terra”, dice il re nell’Amleto.

 
  
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  Sergej Kozlík (NI). – (SK) La logica alla base della struttura di bilancio del Parlamento europeo proposta dal relatore della commissione per i bilanci, l’onorevole Maňka, è solida e prevede anche quei punti che si sono dimostrati più deboli e non correttamente ideati o non sufficientemente concretizzati negli anni precedenti.

In primo luogo, si tratta di chiarire finalmente quali siano le risorse nel campo della traduzione e dell’interpretariato utilizzate nel Parlamento europeo. Nonostante le aspettative, in questo ambito non siamo riusciti a garantire la piena attuazione di uno dei fondamentali assiomi dell’Unione europea, ovvero la parità di accesso e l’assenza di discriminazioni linguistiche.

E non mi riferisco soltanto alla parità di accesso e all’assenza di discriminazioni nell’attività degli eurodeputati, ma soprattutto alla possibilità che i cittadini dell’Unione, a prescindere dalla loro lingua madre, possano accedere alle informazioni relative alle attività e ai risultati delle discussioni che si svolgono nell’istituzione alla quale quegli stessi cittadini inviano i propri rappresentanti per mezzo di elezioni dirette.

Benché vi sia stata una massiccia espansione dell’Unione europea, un ritardo di cinque anni sembra veramente un tentativo assurdo di prendere tempo che mina la fiducia nelle istituzioni europee, soprattutto nei paesi più piccoli e crea terreno fertile per i gruppi politici nazionalisti.

 
  
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  Salvador Garriga Polledo (PPE-DE) . – (ES) Signora Presidente, signora Commissario, questo è l’ultimo bilancio di questa legislatura e, con un po’ di fortuna, sarà anche l’ultimo bilancio prima che il trattato di Lisbona sia attuato in concomitanza con le nuove disposizioni in materia di bilancio.

La discussione odierna tratta gli orientamenti di bilancio ed è ben chiaro che dobbiamo approvare tali orientamenti di bilancio in questa sede entro un tempo sufficiente per esercitare la nostra influenza sulla stesura del progetto di bilancio preliminare preparato dal Commissario, come ci ha appena riferito. Si tratta di orientamenti in quanto includono le priorità politiche di questo Parlamento, ai quali occorre fornire contenuti finanziari e stanziamenti.

Il bilancio dell’Unione europea rappresenta una lotta per l’accaparramento di scarse risorse, specialmente in un momento di crisi finanziaria ed economica come questo. La decisione che stiamo prendendo ora su quali saranno le priorità politiche del Parlamento europeo è pertanto della massima importanza, soprattutto perché questo bilancio sarà fissato in un periodo a cavallo tra due legislature del Parlamento europeo, e anche tra due mandati della Commissione europea.

Chi sta avviando questa procedura non la porterà in realtà a termine a dicembre, e potremmo avere persino tre diversi commissari incaricati delle questioni di bilancio da qui ad allora: vorrei però cogliere questa occasione per congratularmi con il Commissario per la sua nomina. Raggiungere un consenso in questa Aula sulle nostre priorità è dunque di fondamentale importanza.

Ovviamente, come l’anno scorso, stileremo un bilancio che garantisca la massima sicurezza ai nostri cittadini,sicurezza che comporta un gran numero di titoli distinti, quali la coesione sociale, la ricerca di lavoro e la coesione e purtroppo; come già ricordato all’inizio della seduta, è anche necessario migliorare la sicurezza e la lotta al terrorismo che, sfortunatamente, rappresenta ancora una priorità per l’Unione europea.

Ovviamente, un’altra priorità sarà la lotta alla crisi economica. Il piano di ripresa economica ha dimostrato i limiti e le inadeguatezze del bilancio annuale, del quadro finanziario pluriennale e persino della cooperazione interistituzionale. Manca un autentico dialogo per analizzare, per esempio, il ruolo della Banca europea per gli investimenti e l’impiego delle eccedenze nelle categorie di spesa per finanziare i piani della Commissione europea. Oltre al dialogo, manca anche il consenso.

Questi orientamenti comporteranno decisioni politiche che si rifletteranno sulla conciliazione di luglio e saranno incluse nella prima lettura.

Desidero che il relatore, l’onorevole Surján, riceva sostegno sufficiente affinché completi gli orientamenti nel miglior modo possibile, poiché egli ha le qualità per farlo, e spero che entro dicembre consegua un risultato molto positivo.

 
  
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  Ralf Walter (PSE). - (DE) Grazie mille, signora Presidente, grazie mille, signora Commissario. Come ha dichiarato l’onorevole Surján, il bilancio a disposizione è scarso: l’1 per cento del prodotto nazionale lordo. Dobbiamo perciò prestare maggiore attenzione ai fondi, soprattutto considerata la crisi che pesa sulle opinioni della gente, e tentare di giungere insieme alle decisioni.

Questa relazione contiene una parte per la quale non è possibile prendere decisioni comuni: le forniture di energia e la sicurezza energetica. Mi domando se, in un momento in cui dobbiamo rendere conto di ogni euro, è proprio necessario compiere investimenti in settori in cui vi sono operatori che registrano utili di miliardi. Si propone di sostenere gasdotti quali il progetto South Stream del gruppo italiano Eni, che ha registrato un utile di 10 miliardi di euro. Nord Stream è un progetto di E.ON, un gruppo tedesco che registra utili per 5 miliardi di euro, mentre Nabucco vede la collaborazione di tre società, una tedesca, un’austriaca e una turca, che hanno utili complessivi superiori ai 6 miliardi di euro. Dobbiamo veramente investire i soldi dei contribuenti in settori che producono utili? Non dovrebbero forse essere i conglomerati ad affrontare gli investimenti necessari al proprio settore ed occuparci soltanto dei settori che hanno veramente bisogno dell’aiuto dei contribuenti? Sarebbe meglio evitare di investire denaro a favore di coloro che già guadagnano abbastanza allo stato attuale. Da qui la domanda: è proprio questo che vogliamo?

La mia seconda domanda è invece la seguente: se dobbiamo veramente sostenere le aziende, perché proprio Nabucco? Perché creare squilibri in questo campo? Perché favorire una società ungherese rispetto a una italiana, per esempio? Con quali motivazioni? La neutralità concorrenziale è un dovere assoluto, ma ciò che speriamo di adottare la vìola.

Il terzo punto che desidero sottolineare è che dovremmo investire in Europa. Che senso ha investire in Azerbaigian? Dinanzi alla crisi, i nostri concittadini europei vogliono da noi meccanismi risolutivi. Si aspettano un aiuto da noi.

Non possiamo appoggiare la relazione Surján in questa versione, perché significherebbe promuovere provvedimenti distorsivi della concorrenza e sprecare altri soldi a favore di istituzioni e settori che già registrano lauti guadagni. L’Unione europea, con le sue già magre risorse, non può assolutamente permetterselo.

 
  
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  Kyösti Virrankoski (ALDE) . – (FI) Signora Presidente, sarà un compito impegnativo stilare il bilancio dell’anno prossimo. Le elezioni al Parlamento europeo della primavera prossima determineranno una lunga pausa nel processo di stesura; inoltre l’eventuale entrata in vigore del trattato di Lisbona segnerà l’adozione di nuove regole per la preparazione del bilancio, regole diverse da quelle vigenti. Pertanto auguro agli onorevoli Surján e Maňka, i relatori generali per il bilancio, di riuscire in questa impresa titanica.

La politica strutturale dell’Unione europea è intrappolata in un gigantesco circolo vizioso burocratico generato dal suo stesso sistema, inguaribilmente complesso, di amministrazione e sorveglianza, il quale è in grado di soddisfare appena il 20 per cento dei programmi del Fondo sociale e solamente il 7per cento dei programmi del Fondo di sviluppo regionale. I finanziamenti approvati riguardano il 2 per cento dei principali progetti. Inoltre, sono trascorsi oltre due anni del nuovo periodo di programmazione. L’anno scorso oltre 2,8 miliardi di euro di impegni finanziari sono stati soppressi o rinviati e oltre 4 miliardi di euro di stanziamenti di pagamento sono stati soppressi.

 
  
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  Zbigniew Krzysztof Kuźmiuk (UEN) . – (PL) Signora Presidente, i bilanci adottati ogni anno ammontano a un totale molto inferiore agli importi allocati nell’ambito dei quadri finanziari pluriennali. Inoltre, i bilanci sono attuati a un livello ancora più basso, determinando una notevole quantità di impegni di bilancio in sospeso. Questo fenomeno in particolare è il prodotto di un complesso sistema di regole e requisiti imposti dalla Commissione europea, nonché di normative dettagliate relative ai beneficiari introdotte dagli Stati membri.

Per migliorare l’esecuzione del bilancio, è fondamentale che la Commissione e i singoli Stati membri riducano notevolmente l’onere burocratico. In secondo luogo, dato l’intensificarsi della crisi economica nell’Unione europea, è fondamentale utilizzare in modo ancora più ampio le risorse di bilancio e i fondi comunitari, sotto forma di finanziamenti e crediti erogati dalle istituzioni europee a sostegno dello sviluppo degli Stati membri, soprattutto nel settore delle PMI. Terzo e ultimo punto: è essenziale sfruttare ancora più intensamente le risorse di bilancio dell’UE e i finanziamenti erogati dalle banche per garantire un’autentica diversificazione delle forniture energetiche, soprattutto in relazione al progetto Nabucco. Se non diversificheremo le forniture di materie prime per la produzione di energia, soprattutto gas naturale, le crisi come quella di gennaio si ripeteranno.

 
  
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  Hans-Peter Martin (NI).(DE) Signora Presidente, è giusto discutere della crisi finanziaria, ma non è corretto dire che l’Unione europea non abbia previsto nel suo bilancio stanziamenti di denaro per finanziare le misure volte a combatterla.

Nel nostro bilancio annuale figurano 144 miliardi di euro, da cui sono stati in qualche modo prelevati 5 miliardi di euro. La mia proposta in merito è la seguente: trasformiamo questi 5 miliardi di euro in 50 miliardi senza aumentare il bilancio. Come è possibile? Per quanto riguarda la parte amministrativa, se includiamo tutte le spese amministrative dell’Unione europea nascoste nei programmi operativi, arriviamo a 15 miliardi di euro.

Secondo me potremmo farcela con 5 miliardi di euro, e ci rimangono quindi 10 miliardi di euro per la lotta alla crisi finanziaria. Allora facciamo ciò che chiediamo sempre agli altri: sottoponiamo i nostri programmi e le nostre attività a un’analisi indipendente. Sono convinto che, se le specifiche politiche dell’Unione europea odierna fossero esaminate nel lungo periodo, potremmo facilmente riuscire a risparmiare altri 30 miliardi di euro all’anno senza perdere di vista i nostri obiettivi.

Esistono anche alcune questioni più marginali relative a quest’Aula. Noi disponiamo di un bilancio di 1,5 miliardi di euro: iniziare le sedute in orario significherebbe maggiore efficienza, con un risparmio di 700 milioni di euro, mentre altri 300 milioni di euro potrebbero essere ricavati dal Consiglio, che ”spreca” denaro almeno quanto questo Parlamento.

 
  
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  Reimer Böge (PPE-DE).(DE) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, con questi orientamenti per il bilancio 2010, il Parlamento in seduta plenaria non solo stabilirà gli orientamenti per la politica di bilancio, ma, in assenza di una proposta di risoluzione dei gruppi politici in materia, risponderà alla strategia politica annuale della Commissione.

Il bilancio è così complesso perché consta principalmente di due fasi. Questa Assemblea e la relativa commissione per i bilanci si occuperà ancora della concertazione di luglio, e oggi non possiamo prevedere quali nuove sfide e misure complementari produrrà, per esempio, l’eventuale entrata in vigore del trattato di Lisbona o i nuovi requisiti derivanti dalle tendenze cicliche internazionali ed europee. Allo stesso tempo, il bilancio 2010 rappresenterà un ponte verso il riesame del bilancio e verso il riesame intermedio dei programmi pluriennali, entrambi previsti per il 2010. Sono molto lieto di constatare che il relatore, l’onorevole Surján, quando discute degli aspetti della politica di bilancio europea, sottolinea che Europa può essere sinonimo di opportunità e protezione: garantire la sicurezza, sia interna, sia esterna, offrire protezione ai cittadini europei e contribuire a risolvere gli attuali problemi, dando nuovo impulso alla crescita, all’innovazione e alla creazione di posti di lavoro. Non stiamo parlando soltanto di nuovi fondi qui, ma in particolare di semplificare e accelerare i provvedimenti già adottati per non essere costretti a restituire continuamente i pagamenti concordati ai nostri programmi di solidarietà, che fanno già parte del bilancio, anno dopo anno, per mezzo di bilanci supplementari.

Vedo inoltre con favore le priorità del Parlamento che l’onorevole Maňka ha presentato nella sua relazione. Oltre all’esigenza di migliorare l’erogazione dei servizi linguistici per migliorare le strutture interne del Parlamento, occorre proseguire nel monitoraggio già avviato, senza richiedere sempre nuove posizioni. Per approvare nuove leggi, dovremo concentrarci su altri punti; non possiamo sempre chiedere l’introduzione di nuove posizioni e poste di bilancio ogni volta che ne abbiamo voglia. Abbiamo ancora moltissimo lavoro da fare in questo campo.

 
  
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  István Szent-Iványi (ALDE) . – (HU) Signora Presidente, signora Commissario, noto con favore che la relazione prende una posizione chiara a favore del supporto comunitario per il progetto Nabucco. La crisi del gas russo-ucraina ha evidenziato la dipendenza dell’Europa nell’approvvigionamento di gas. Il progetto Nabucco è l’unico piano realistico e realizzabile in grado di ridurre la dipendenza unilaterale dell’Europa dalle forniture di gas russo. Forse sarete stanchi di sentirmi ogni anno richiamare l’attenzione, nel corso delle discussioni sul bilancio, sull’insufficienza dei finanziamenti del capitolo affari esteri. L’Unione europea sarà in grado di reagire in tempo alle nuove sfide soltanto se il suo bilancio consentirà una vera flessibilità e riassegnazione nell’ambito e tra i diversi capitoli; in caso contrario possiamo continuare a sostenere i nostri più importanti obiettivi con trucchi e manipolazioni di bilancio poco chiare. Chiedo alla Commissione di offrire una soluzione ai gravi problemi di finanziamento del capitolo affari esteri nel quadro di una vera e propria revisione intermedia e per garantire una maggiore flessibilità del bilancio.

 
  
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  James Elles (PPE-DE). - (EN) Signora Presidente, avvicinandoci alla prima fase del bilancio 2010, desidero congratularmi con entrambi i relatori. E’ chiaro, come già ricordato da altri oratori, che questo autunno avremo una discussione di diverso genere perché ora ci troviamo alla vigilia di elezioni europee, che cadono proprio in un momento in cui l’Europa versa nelle peggiori condizioni economiche degli ultimi 60 anni.

Sospetto, perciò, onorevole Surján, che quando questo autunno si tratterà di esaminare il bilancio – e in questo documento voi avete fissato sfide tradizionali – queste ultime saranno notevolmente mutate per effetto dei nostri dibattiti, i quali si concentreranno sulla nostra futura posizione, sulla creazione di nuovi posti di lavoro per il futuro, piuttosto che guardare al passato. Si porrà l’accento sui contenuti del suo documento, quali le tecnologie verdi, a emissioni zero di anidride carbonica, e, soprattutto, sull’analisi dei modi in cui le tecnologie delle telecomunicazioni e dell’informatica saranno in grado di promuovere l’innovazione e di realizzare la nuova crescita di cui l’economia europea ha bisogno.

Onorevole Maňka, nel bilancio per il Parlamento europeo, per quanto riguarda il processo di screening appena menzionato, non si dimentichi del ruolo delle tecnologie e di come sia possibile svolgere tutto con molta più semplicità. Non dobbiamo affidarci ai metodi tradizionali: dobbiamo pensare a nuovi modi per comunicare con i nostri cittadini. Sospetto che entro la fine della prossima legislatura, ogni parlamentare, tranne uno o due, avrà un blog. Oggi si contano oltre 100 milioni di blog in giro per il mondo; quando questa legislatura è iniziata, nel 2004, i blog non esistevano. Dobbiamo tenerci al passo con i tempi e con il futuro, e non battere stancamente le vecchie strade a cui siamo abituati in contesti così diversi.

Infine, sono molto favorevole alla proposta dell’onorevole Surján in quanto attiene, in entrambi i bilanci, a ciò che io definisco “ottimizzazione della spesa” e che altri chiamano “miglioramento qualitativo” del modo di spendere il nostro denaro. La recessione economica sarà molto dura per noi e dovremo giustificare le nostre spese. Vorrei ringraziare il Commissario per il suo lavoro nel corso del suo mandato in materia di monitoraggio delle effettive spese. Se per il nuovo Parlamento si potesse compiere un’analisi delle linee forti e di quelle deboli, ciò sarebbe molto positivo e auspicabile.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. SIWIEC
Vicepresidente

 
  
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  Maria Petre (PPE-DE).(RO) Innanzi tutto, desidero ringraziare l’onorevole Surján per gli sforzi profusi. In particolare, poiché stiamo discutendo degli orientamenti relativi alla procedura di bilancio per il 2010, che in pratica è un dibattito politico, vorrei far riferimento a un paio di aspetti.

A mio avviso e secondo l’opinione della Romania, un elemento è vitale per garantire l’efficiente funzionamento dell’Unione europea e deve essere assolutamente incluso nelle linee di bilancio per il 2010: il progetto Nabucco. E’ ben noto a tutti che l’Unione europea ha avuto un’esperienza piuttosto sgradevole quest’inverno, quando a gran parte di essa è venuto a mancare l’approvvigionamento di gas. L'interruzione delle forniture non ha riguardato soltanto il gas, bensì tutte le fonti energetiche di cui l’Unione europea fa uso.

L’Unione europea dipende dai propri fornitori non solo in termini di prezzi, ma anche di forniture. Per questo motivo ragione è assolutamente fondamentale diversificare le fonti di approvvigionamento nonché le risorse energetiche e i metodi di trasporto allo scopo di garantire ai cittadini un approvvigionamento costante e di proteggerli da eventuali interruzioni, specialmente durante gli inverni rigidi.

Ritengo inoltre necessario promuovere e investire nel settore della ricerca e sviluppo di nuove tecnologie che consentiranno alle imprese di minimizzare l’uso di energia. Bisogna intensificare le campagne a favore del risparmio energetico coinvolgendo i cittadini europei. Tanto la diversificazione quanto il risparmio delle risorse sono soluzioni in grado di rispondere con anticipo alle crisi energetiche che minacciano l’Unione europea.

 
  
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  Ville Itälä (PPE-DE). - (FI) Signor Presidente, dinanzi a noi si prospetta un anno difficile: le elezioni e la crisi economica sovrasteranno ogni altra questione. La nostra responsabilità sarà quindi molto grande, ma, fortunatamente, ci stanno pensando gli onorevoli Surján e Maňka che si sono assunti seriamente la propria responsabilità e posseggono le competenze per poter svolgere al meglio le loro funzioni. Ovviamente, dovremo esaminare nel dettaglio i progetti del Parlamento e dovremo dare l’esempio all’opinione pubblica nonché ottenerne la fiducia. Bisognerà procedere a un’analisi molto approfondita per valutare quali progetti possano essere attuati in questo periodo, ma dovremo limitarci a progetti di portata limitata.

Vorrei soffermarmi su un altro dettaglio ancora, ovvero sul fatto che il bilancio di quest’anno ha un nuovo titolo: “la Strategia del Mar Baltico”. E’ mio auspicio che quest’anno tanto la Commissione quanto il Parlamento individuino i progetti giusti e reperiscano le risorse adeguate alla tipologia di misure da adottare. I cittadini che vivono nella regione del Mar Baltico si aspettano di trovare un po’ di polpa intorno all’osso di questa strategia del Mar Baltico e, se riflettiamo come si deve, potremmo riuscirci.

 
  
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  László Surján, relatore. – (HU) Accolgo con favore le osservazioni avanzate e ritengo che la maggior parte delle critiche, nonché la maggioranza degli emendamenti presentati, derivino da una fonte comune. Intendo dire che si tratta principalmente di questioni terminologiche piuttosto che di un’opinione contraria. Vi è un importante punto di scontro, ovvero il sostegno al progetto Nabucco. Vorrei chiarire che non intendiamo sostenere le imprese e che sono esclusi i progetti da miliardi di euro; tuttavia, ci aspettiamo che la Commissione europea intraprenda iniziative per indirizzare l’Europa verso l’indipendenza energetica. Tra gli altri, un simbolo di questo proposito è proprio il progetto Nabucco.

Signor Presidente, mi sia consentita un’ulteriore riflessione. Questo bilancio rappresenta molto più di ciò che sembra. Oggi, i cittadini europei non percepiscono più quel senso di eccellenza dell’Unione europea che i padri fondatori condividevano, convinti che essa avrebbe portato la pace e che non sarebbe stato più possibile dichiarare guerra. Oggi, c’è in gioco qualcosa di più. Non dobbiamo temere la guerra, ma siamo vittime di altri attacchi, come questa crisi. Se riusciamo a risolverla e se possiamo provare a noi stessi e ai cittadini europei che l’Unione europea, unita, può affrontare tali preoccupazioni, allora l’Unione europea lancerà un messaggio chiaro ai cittadini dicendo che vale la pena fare un sacrificio e collaborare. Abbiamo bisogno dell’Unione europea. Prevedo che l’euroscetticismo diminuirà se adottiamo un buon bilancio per il 2010, perciò chiedo il vostro sostegno ora e anche in seguito, in autunno. Vi ringrazio per la cortese attenzione.

 
  
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  Vladimír Maňka, relatore. – (SK) Desidero ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla discussione per il loro contributo nonché i relatori ombra che hanno collaborato in modo costruttivo. L’intero testo ha beneficiato della loro proposta di emendamento.

Sono, inoltre, grato al segretario generale Rømer per la sua collaborazione, convinto di poter collaborare altrettanto proficuamente con il nuovo segretario generale.

Vorrei ringraziare tutti i rappresentanti delle segreterie generali del Parlamento europeo con i quali mi sono incontrato e discusso. Desidero dire agli altri rappresentanti delle segreterie generali che sono interessato ad incontrare anche loro e a lavorare insieme per individuare soluzioni efficaci che ci consentano di utilizzare le risorse finanziarie dei cittadini europei con la massima efficacia.

Anche la commissione per i bilanci ha collaborato in modo costruttivo con le altre istituzioni in passato e durante la precedente procedura di bilancio. Ritengo che i requisiti di bilancio attualmente proposti siano realistici.

Vorrei esprimere il mio apprezzamento per le modalità di definizione dei bilanci presso queste istituzioni, poiché la definizione del bilancio non tiene soltanto conto del tasso di inflazione in modo automatico, ma si basa anche sulle necessità effettive, che nel periodo attuale sono davvero problematiche. Nei prossimi giorni mi incontrerò con i rappresentanti delle istituzioni allo scopo di conoscere le loro opinioni prima di discutere tali stime in seno alla commissione per i bilanci. Ancora una volta desidero ringraziare tutti i colleghi. Spero che la nostra collaborazione possa continuare.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì 10 marzo 2009.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)

 
  
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  Šarūnas Birutis (ALDE), per iscritto. (LT) In un periodo di crisi finanziaria ed economica, le piccole e medie imprese stanno incontrando crescenti difficoltà nel tentativo di ottenere finanziamenti per la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione; secondo il programma generale per la competitività e l’innovazione (CIP), sarebbe possibile fornire un valido sostegno alle attività delle piccole e medie imprese connesse all’innovazione; sottolinea pertanto l’importanza di destinare fondi sufficienti al finanziamento del CIP.

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione offrono grandi opportunità in termini di promozione della crescita e dell’innovazione, contribuendo così ad attuare gli obiettivi della strategia di Lisbona e a superare l’attuale crisi economica; mai come ora, lo Spazio europeo della ricerca costituisce le fondamenta della società dell’informazione europea ed è essenziale per l’eliminazione delle incongruenze nelle attività, nei programmi e nelle politiche relative alla ricerca scientifica in Europa; sono essenziali finanziamenti adeguati al fine di garantire un flusso di scienziati qualificati in grado di spostarsi liberamente da un paese all’altro e allo scopo di sostenere infrastrutture internazionali di ricerca scientifica, accessibili a tutti i gruppi di ricercatori in tutta Europa.

La salvaguardia della sicurezza dell’approvvigionamento energetico nell’Unione europea nonché il principio della solidarietà energetica sono le priorità più importanti dell’agenda dell’UE e ciò dovrebbe riflettersi anche nel bilancio comunitario.

 
  
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  Marusya Ivanova Lyubcheva (PSE), per iscritto.(BG) La responsabilità del Parlamento europeo nel definire il bilancio per l’esercizio 2010 è maggiore rispetto ai bilanci precedenti. Le ragioni sono la crisi economico-finanziaria, nonché l’instabilità della situazione energetica, che hanno colpito gli Stati membri dell’Unione europea. La procedura di definizione del bilancio richiederà la massima precisione, associata a una flessibilità di opzioni, in quanto la dinamica della crisi richiede una gestione altrettanto dinamica.

Bisogna migliorare l’attuazione della politica di coesione regionale e sociale in tutta l’Unione europea. Ciò deve riflettersi in tutte le priorità, il che costituisce una sfida ancora maggiore nel contesto di una crisi economica, in modo da non consentire divisioni tra gli Stati membri e aiutare gli Stati membri di nuova adesione.

Ritengo che, utilizzando gli strumenti di bilancio, nel 2010 saremo più responsabili in materia di reti energetiche e dei trasporti, e le reti energetiche interne dell’Unione europea saranno ben pianificate in modo tale da garantire un’alternativa ai paesi maggiormente interessati dalla scarsità energetica. Altre considerazioni di particolare rilievo riguardano la flessibilità e l’efficienza in termini di finanziamento dei corridoi di trasporto per alleggerire il traffico e potenziare i collegamenti tra i paesi. Va prestata particolare attenzione alle reti Nord-Sud.

Occorre un impegno ancora maggiore nell’espansione dei progetti di ricerca e sviluppo. La politica di innovazione va destinata ai settori più appropriati dei vari paesi per far sì che i fondi siano utilizzati con la massima efficienza.

 
  
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  Péter Olajos (PPE-DE), - per iscritto. (HU) In qualità di relatore per parere della commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare riguardo al bilancio UE del 2010, desidero esprimere la mia soddisfazione per i documenti che sono stati messi a nostra disposizione.

Accolgo con favore, in particolare, l’intenzione della Commissione di contribuire alla ripresa economica e sociale, rafforzare l’efficienza energetica e combattere contro il cambiamento climatico.

Sono pienamente d’accordo sul fatto che l’Unione europea debba prendere decisioni finanziarie e di bilancio di più ampio respiro che consentano all’Unione europea di avere un ruolo principale nei settori della crescita economica e della creazione di posti di lavoro. La protezione dell’ambiente – vale a dire, il New Deal verde – può offrire un’eccellente opportunità di incrementare le infrastrutture di tecnologia verde, attraverso la ricerca di soluzioni per l’attuale crisi economica.

I problemi relativi all’approvvigionamento di gas, sorti all’inizio dell’anno, hanno mostrato ancora una volta la mancanza di fonti energetiche alternative, di vie di approvvigionamento alternative, di una capacità di immagazzinare energia nonché le interconnessioni di energia e trasporti tra gli Stati membri. Per questa ragione, è importante che il bilancio dell’Unione europea rispecchi debitamente la necessità di potenziare la sicurezza dell’approvvigionamento e del trasporto, nonché il fatto che in questi settori si effettuano investimenti ingenti.

Come chiaramente sottolineato dalla relazione, il cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente, nonché la questione della sicurezza energetica, sono strettamente collegati tra loro. Allo stesso tempo, è un peccato che le misure volte a mitigare il cambiamento climatico non siano state ancora incluse nel bilancio UE in maniera soddisfacente. A mio avviso, pertanto, il compito primario del Parlamento è di esercitare pressioni in questo senso sulla Commissione e far sì che le suddette risorse siano incrementate.

 
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