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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 10 marzo 2009 - Strasburgo Edizione GU

20. Piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la discussione sulla proposta di un regolamento del Consiglio in merito adconcernente un piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo (COM(2009)0093 – C6-0081/2009 – 2009/0029(CNS)).

 
  
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  Philippe Morillon, presidente della commissione pesca.(FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la decisione del Parlamento di accettare la richiesta del Consiglio per l’applicazione della procedura d’urgenza a questa problematica è stata presa all’unanimità, sia in seno alla Commissione commissione pesca la scorsa settimana, sia nella plenaria di questa mattina.

Naturalmente, siamo tutti consapevoli della necessità che l’Unione europea rispetti gli impegni contratti a Marrakech lo scorso novembre dalla commissione internazionale competente, la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico. In particolare, dobbiamo mettere in pratica le raccomandazioni che quest’organizzazione ha adottato per contenere l’incessante problema dell’eccessivo sfruttamento e pesca del tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo e affrontare il conseguente grave rischio serio che minaccia il futuro della specie e, di conseguenza, la stessa ’industria peschiera stessadella pesca.

Due miei colleghi della Commissione commissione pesca, l'onorevole gli onorevoli Estévez e Romeva i Rueda, erano presenti a Marrakesh e parleranno di questointerverranno in proposito nel corso del dibattito. Da parte mia, vorrei ricordarvi che questa questione riveste una grande importanza per la nostra commissione in quanto attiene, cosa che mette in gioco agli aspetti principali della politica comune della pesca: gestione delle risorse, gestione delle flotte, rispetto degli accordi internazionali, regionali e bilaterali, misure tecniche e, soprattutto, il monitoraggio, su cui ritornerò in seguito. Questa questione caratteristica èSi tratta dunque, a nostro avviso, di un banco di prova per la credibilità della politica comune della pesca.

Per questa ragione, era impensabile attuare un nuovo piano di ricostituzione senza consultare il Parlamento europeo.

Sono, perciò, felice pertanto che la Commissione abbia scelto in ultima analisi l'unica via legalmente e politicamente accettabile per tradurre in pratica le raccomandazioni della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico, ovvero, presentare una proposta di regolamento nella forma adeguata ai sensi dell’articolo 37 del Ttrattato.

La trasposizione in leggenel diritto comunitariao degli impegni contratti presi dalla Commissione in a nome dell’Unione europea nelle organizzazioni regionali per la pesca è, dopo tutto, un'operazione difficilmente discutibile, e dobbiamo insistere affinché si eseguaavvenga sempre sotto lo scrutiniosotto l’attento controllo democratico di questa istituzione.

In sostanza, sono molto lieto delle varie misure messe sul tavoloproposte, considerando che, ancorché restrittive per i nostri operatori, sono in linea con le sfide che ci attendono. Mi preme porre l’accento su quelle che sono indubbiamente le misure più importanti tra queste, in altre parolevale a dire le misure concernenti il monitoraggio, poiché è certamente vero che nessun piano di ricostituzione può essere efficace senza un giusto monitoraggio.

Signor Commissario, le sono molto grato per la proposta, e spero che, nel dar attuazione concreta a questo piano, una volta ottenuta la ratifica del Consiglio, farà lei darà prova della stessa determinazione nella concreta attuazione del piano, dopo la ratifica del Consiglio, che ha dimostrato nel raggiungere un accordo soddisfacente in seno alla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico.

 
  
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  Joe Borg, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, innanzitutto vorrei sottolineare l’importanza che assume per la Commissione la sostenibilità degli stock di tonno rosso e della pesca, nonché il ruolo indispensabile del Parlamento europeo in questo processo.

Nell’ambito del piano di ricostituzione 2006 per il tonno rosso, in conformità a unacon la valutazione della sua attuazione durante nelle campagne di pesca 2006, 2007 e 2008, e alla luce del di nuovo parerenuove evidenze scientificheo, il Comitato comitato scientifico della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico ha deciso di adottare un nuovo piano di ricostituzione. Il Comitato scientifico dell’ICCAT ha chiaramente espresso la sua opinione in merito alindicato di ritenere insufficiente per la ricostituzione degli stock il piano di ricostituzione 2006, che lo considerava insufficiente per ricostituire gli stock e ha ripetuto ribadito le sue preoccupazioni per il livello del totale delle catture ammesse e l’eccessivo sforzo di pesca.

Inoltre, le parti contraenti di ICCAT hanno identificato talune inadempienze nell’attuazione del piano 2006, decidendo pertanto di adottare un nuovo piano. Quest’ultimo risponde alle preoccupazioni del Comitato comitato scientifico, in particolare riducendo il livello del totale di catture ammesse e introducendo nuove misure per risolvere il problema della capacità di pesca e allevamento.

È importante notare, che su iniziativa della Comunità europea, il nuovo piano di ricostituzione ha introdotto l’obbligo di adeguare i piani di pesca annuali al livello dell’ICCAT. Questo rappresenta uno strumento efficace per evitare la pesca eccessiva, identificando i pescherecci più lunghi di 24 metri che pescano il tonno rosso e assegnare loro i corrispondenti contingenti. Sono convinto che stabilire un piano di pesca annuale sia la chiave per garantire il pieno rispetto dei contingenti.

Il nuovo piano di ricostituzione è migliore rispetto a quello esistente e introduce nuove misure di controllo per riparare a quelle inadempienze identificate dalle parti contraenti, cui ha fatto riferimento l'onorevole Morillon.

Le principali misure introdotte nel nuovo piano di ricostituzione rappresentano, sostanzialmente, una riduzione del totale delle catture ammesse da 27 500 a 22 000 tonnellate nel 2009 e successive riduzioni a 19 950 tonnellate nel 2010 e 18 500 tonnellate nel 2011. La quota CE per il 2009 si riduce così dalle 15 641 tonnellate previste nel piano 2006 a 12 406 tonnellate. Le campagne di pesca per tutti gli anni sono più brevi, in particolare per i pescherecci con reti a circuizione, che rappresentano il grosso di questa pesca. Le misure volte a congelare e ridurre la capacità di pesca e allevamento costituiscono la novità decisiva del nuovo piano di ricostituzione. La sovraccapacità è stata identificata già da qualche tempo come l’elemento chiave della pesca eccessiva. Ora è giunto il momento di affrontare la questione in modo realistico e la Comunità, come altri membri della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico deve partecipare agli sforzi volti a questo fine.

L’introduzione dei piani di pesca, di cui ho parlato, rappresenta un'altra misura. Inoltre, le deroghe per le dimensioni minime sono state adattate di conseguenza. Nell’Atlantico le reti da traino pelagiche non godono più delle deroghe, mentre quelle applicabili alla piccola pesca sono state eliminate, ad eccezione di un solo caso. Infatti, solo i pescherecci con lenze e canne possono ancora avvalersi delle precedenti deroghe. Nel Mediterraneo, la piccola pesca costiera gode ora di una deroga. Le misure di controllo si sono rinforzate, in particolare per quanto riguarda le operazioni di pesca congiunte, l’adozione di un divieto generale di trasbordo in mare e l'introduzione di un programma di osservatore ICCAT regionale.

In conclusione, la situazione del tonno rosso dell’Atlantico orientale è estremamente grave. Lo splafonamento dei contingenti, l’inadempienza soprattutto riguardo alla raccolta e trasmissione di dati, compromettono il processo di ricostituzione. Tuttavia, sono fiducioso e credo che il nostro accordo per l’immediato varo di misure volte a sopprimere la pesca eccessiva e assicurare la piena attuazione delle misure ICCAT possa capovolgere la situazione e riportare gli stock di tonno rosso a livelli sostenibili.

Dobbiamo far sì che situazioni simili a quelle dell'anno scorso non si ripetano mai più in futuro. Il modo migliore per conseguire questo obiettivo è la rapida adozione da parte del Consiglio di un nuovo piano di ricostituzione del tonno rosso. Questo regolamento dovrebbe essere adottato senza alcun indugio, soprattutto se vogliano assicurare la credibilità della Comunità a livello internazionale e promuovere il processo di ricostituzione di questi stock. Sono convinto che, se rispettato totalmente, questo piano rappresenti una vera possibilità di ricostituzione graduale del tonno rosso. È necessaria, quindi, un'immediata azione, incisiva ed efficace a livello di Comunità europea.

Una volta adottato il piano di ricostituzione, la Commissione è determinata a lavorare strettamente con gli Stati membri e le altre parti contraenti dell’ICCAT per assicurare una rigorosa vigilanza della sua attuazione.

Infine, vorrei esprimere il mio apprezzamento per lo spirito cooperativo e l’approccio costruttivo con cui il Parlamento europeo ha affrontato questo tema delicato, poiché ciò riflette il nostro interesse comune e impegno condiviso per un pieno rispetto della politica della pesca comunitaria e dei nostri obblighi internazionali.

 
  
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  Carmen Fraga Estévez, a nome del gruppo PPE-DE.(ES) Signor Presidente, il mio gruppo politico ha votato a favore della procedura urgente per il piano di ricostituzione del tonno rosso, poiché è impellente far entrare in vigore le nuove misure prima dell'inizio della campagna di aprile.

Però, vorrei anche ricordarvi che il piano di ricostituzione non salverà il tonno rosso se non si ridurranno i livelli di capacità di pesca attuali, iniziando da quella capacità di pesca di certe ben note flotte comunitarie, che già da vari anni sono state segnalate a questo riguardo. In tutti questi anni gli Stati membri in questione hanno permesso che i pescherecci aumentassero fino a livelli scandalosi, davanti alla passività della Commissione europea. Siamo così giunti alla situazione attuale, quasi senza via d'uscita.

Quando l’attuale piano di ricostituzione fu adottato nel 2007, io proposi un emendamento, approvato da questo emiciclo e incorporato dalla Commissione nel suo testo finale, che introduceva l'obbligo per gli Stati membri di presentare piani di pesca in cui la capacità delle loro flotte era commisurata al contingente loro assegnato.

Nonostante ciò, nel 2008 la stagione della pesca è stata chiusa in anticipo, ancora prima dell'anno precedente, poiché si riscontrò che la quota comunitaria era stata praticamente già tutta pescata nel giro di poche settimane. Vale a dire, le cose già andavano di male in peggio.

L'articolo 5 del nuovo piano di ricostituzione obbliga gli Stati membri con sovraccapacità a ridurla di almeno il 25 per cento entro il 2010. Non solo questo taglio mi sembra incredibilmente irrisorio considerando gli eccessi commessi, ma dati i precedenti, sono oltremodo preoccupata riguardo alle possibilità di successo della Commissione e della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico di imporre quest’obbligo, alla luce della evidente mancanza di volontà politica di cui hanno fatto prova gli Stati membri in questione.

Pertanto, prego il signor Commissario di darci garanzie qui e ora che questa mancanza di volontà politica non contagi la Commissione e che la Commissione agirà con fermezza applicando misure più profonde che non la semplice chiusura anticipata della pesca anche quest’anno in primavera.

 
  
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  Rosa Miguélez Ramos, a nome del gruppo PSE.(ES) Signor Presidente, la proposta di un regolamento del Consiglio in merito a un piano pluriennale di ricostituzione del tonno rosso nell'Atlantico orientale e nel Mediterraneo, mette in pratica la decisione vincolante adottata consensualmente dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT) nella sua riunione annuale del novembre 2008.

Com’è stato già annunciato, questo regolamento dovrebbe entrare in vigore prima dell’inizio della stagione di aprile, ciò comporta la consultazione obbligatoria del Parlamento europeo durante questa sessione plenaria. Vorremmo contribuire a raggiungere un accordo politico efficace con il Consiglio su questo tema, per noi di estrema importanza e degno di tutta la nostra attenzione. Ecco, dunque, perché la Commissione per la pesca del Parlamento ha votato unanimemente a favore della procedura d’urgenza.

I piani di pesca annuali, l'accorciamento della stagione di pesca, il rafforzamento del sistema di monitoraggio delle zone di deposito uova nel Mediterraneo e la presenza di osservatori dell'ICCAT sui pescherecci con reti a circuizione e negli allevamenti di tonno, come stabilito da questo regolamento, hanno come obiettivo, e credo che lo conseguiranno, assicurare il rispetto delle misure di gestione adottate e garantire la tracciabilità in tutte le fasi.

Ogni parte contraente – penso sia importante sottolinearlo – dovrà presentare un piano di pesca per i pescherecci e le reti a postazione fissa che catturano tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo che identifichi, inter alia, i pescherecci autorizzati di oltre 24 metri e le misure introdotte per far sì che non si eccedano le quote individuali.

Alter misure importanti da adottare sono l'accorciamento della stagione di pesca e l’estensione della stagione di divieto della pesca con reti di circuizione, palangari, pescherecci con esca viva e lenze trainate, pescherecci per traino pelagico e pesca sportiva. Sono altresì importanti i piani di adeguamento per i paesi con un’eccessiva capacità di flotta e gli allevamenti dei tonni.

Onorevoli colleghi, negli ultimi giorni ho letto molto sul tonno e vorrei sollevare alcuni punti nel breve tempo che mi è rimasto.

Oltre al quasi inesistente governo che possa contrastare gli interessi concorrenti delle nazioni peschiere e la grande domanda del mercato, numerosi fattori di vario tipo contribuiscono alla situazione così precaria del tonno rosso, una specie che di questi tempi è molto sfruttata.

Il fatto è che l’Unione europea, o piuttosto tre Stati membri (Francia, Spagna e Italia), realizzano la metà di tutta la cattura di tonno rosso mondiale. È, pertanto, di fondamentale importanza che l’Unione europea possa fornire all’ICCAT dati statistici il cui livello di qualità sia lo stesso della pesca o dello sforzo di pesca compiuto. I dati statistici, infatti, sono essenziali se vogliamo svolgere ricerche e rispondere ai bisogni o agli interrogativi della biologia del tonno e l'ecologia, e che pongono la ricerca scientifica davanti ad una sfida reale.

Se vogliamo salvare questa specie, dobbiamo conoscerla meglio. È per questo che attribuisco grande valenza a qualsiasi aspetto legato alla raccolta di dati e statistiche.

 
  
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  Raül Romeva i Rueda, a nome del gruppo Verts/ALE.(ES) Signor Presidente, è giunto il momento di parlare chiaramente. Non credo che abbiamo davanti un piano di ricostituzione, bensì qualcosa, che si potrebbe benissimo definire un certificato di morte.

La mancanza di responsabilità politica da parte di taluni governi e della Commissione, oltre ad una sorta di cecità del settore stesso, ci ha condotto a uno scenario in cui non dobbiamo chiederci se saremo in grado di recuperare gli stock, piuttosto quando giungerà il momento in cui non vedremo e non troveremo più tonni nei nostri mari e oceani. E non sto parlando di decenni, ma di un lustro al massimo.

In questo contesto, la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico dovrebbe in realtà chiamarsi la Commissione internazionale per la cattura di tutti i tonnidi.

I governi e la Commissione hanno fatto orecchie da mercante alle raccomandazioni scientifiche che periodicamente li ammonivano dell’imminente collasso, nella speranza che si sarebbe stata una reazione politica. Questa, però, non si è mai avuta. La conseguenza di questo atteggiamento – noi non dobbiamo decidere da soli – è un ulteriore passo verso l’abisso.

Ora che ho raggiunto questo punto, tempo che abbiamo a disposizione ben poche soluzioni per salvare il tonno, tuttavia ce n’è ancora una: dobbiamo adoperarci per far includere il tonno nella lista CITES come specie in pericolo e, quindi, bandendone l’uso commerciale, garantirne la futura sopravvivenza.

 
  
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  Iles Braghetto (PPE-DE). – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, è stato opportuno affrontare con tutta l'urgenza necessaria la discussione sulle misure da adottare per tutelare gli stock di tonno rosso e sulla progressiva riduzione delle quote stabilite dall'ICCAT.

Deve proseguire, infatti, l'impegno dell'Unione europea per sostenere il piano di ricostituzione stabilito a Marrakech, accanto ad un’azione di vigilanza da parte degli Stati membri per impedire la pesca illegale del tonno, particolarmente praticata nel Mediterraneo e testimoniata anche da inchieste recenti giornalistiche, televisive e non, e porre nelle sedi opportune il tema della concorrenza sleale da parte dei paesi della sponda sud del Mediterraneo.

Nella proposta di regolamento sono da sottolineare positivamente: la scelta di commisurare la capacità di pesca al contingente assegnato; l'impegno a produrre nei tempi indicati le informazioni sull'attuazione dei rispettivi piani di pesca annuali; il programma internazionale di ispezione reciproca per garantire l'efficacia del piano di ricostituzione; una disciplina per la pesca sportiva e ricreativa. Un piano dunque più impegnativo del passato e più rigoroso, per disciplinare questa veramente ragguardevole attività di pesca.

 
  
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  Ioannis Gklavakis (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, il progetto di regolamento sulla conservazione del tonno rosso dell’Atlantico e del Mediterraneo, che si discute questa sera con procedura d’urgenza, dispone una riduzione delle quote entro il 2011, restrizioni alla pesca in certe zone e per determinati periodi, una nuova dimensione minima, misure restrittive per la pesca sportiva, una riduzione della capacità di pesca e della capacità dei centri di allevamento, misure di controllo rinforzate e l'applicazione del programma d’ispezione congiunta internazionale dell'ICCAT, per poter salvaguardare l'efficacia del piano.

Sono d’accordo con lo spirito del regolamento, poiché la pesca eccessiva del tonno ha ridotto gli stock a livelli molto pericolosi. Non dobbiamo dimenticare che, negli ultimi due anni, la Commissione ha imposto un rapido divieto sulla pesca del tonno prima della fine della stagione, poiché si era riscontrato che certi Stati membri avevano realizzato una cattura eccessiva fino al 200 per cento, danneggiando notevolmente altri Stati che non avevano violato la legge, ma che sono stati costretti comunque a interrompere la pesca del tonno.

Tuttavia, ci sono due punti nel nuovo regolamento che mi preoccupano:

Il primo è il corto periodo di tempo concesso agli Stati membri per adattare il loro sforzo di pesca. La raccomandazione dell’ICCAT prevedeva il 2010 come anno di applicazione, mentre il regolamento ne dispone l’attuazione nel 2009, in altre parole quest’anno. Il termine di tempo è molto stretto e temo che solleverà problemi.

Il secondo è il maggiore costo del programma rinforzato, che deve essere coperto dagli Stati membri. Forse, si potrebbe contemplare la possibilità di un'assistenza comunitaria in questo senso.

 
  
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  Sebastiano Sanzarello (PPE-DE). – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, così come si è evinto dagli interventi finora svolti, il piano dell'ICCAT ancora non è stato attuato in pieno, per cui il piano che regolamenta le modalità di pesca del tonno, molto diverse fra di loro, che vanno dal sistema delle tonnare volanti fino alla pesca tradizionale mediante il sistema delle tonnare fisse, ha bisogno di ulteriore rifinitura per essere applicato in pieno; tant'è vero che una cattura indiscriminata di esemplari, che avviene con le tonnare fisse, a maggior ragione se ci sono alcune flotte che splafonano, che vanno al di fuori dei contingenti, che non sono sufficientemente controllate, come qualcuno ha affermato, bisogna che si differenzi invece da quella che è la pesca tradizionale delle tonnare fisse. La tonnara fissa per definizione è impossibilitata ad andare alla ricerca della preda: la sua è una stagione di pesca che dura da 50 a 60 giorni effettivi.

Per cui, nell'emanare le nuove norme, l'ICCAT deve tenere conto di questa diversità di sistema di pesca, anche perché ormai il sistema delle tonnare fisse rappresenta anche un momento culturale e storico, che non danneggia l'ambiente, che dà lavoro ad alcune migliaia di persone. Ritengo anche che sia opportuno che si pensi a una tutela di questo sistema di pesca anche da parte dell'Unesco, perché è un aspetto oltre che economico e occupazionale anche un aspetto culturale. Ritengo altresì che l'ICCAT deve prevedere nei suoi programmi ulteriori sistemi di controllo: non è possibile che i tonni vengano intercettati prima che entrino nel Mediterraneo in maniera indiscriminata; non è possibile che all'interno del Mediterraneo ci sia una pesca indiscriminata sotto la pressione del valore commerciale del tonno rosso. E ritengo – e concludo signor Commissario – che valga la pena di fare uno sforzo diplomatico per cercare di contenere la pesca all'interno del Mediterraneo ai Paesi rivieraschi del Mediterraneo stesso – impedendolo agli altri – che hanno l'interesse di salvaguardare il patrimonio peschereccio della fauna ittica del Mediterraneo, perché sono cointeressati al loro futuro di pesca.

 
  
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  Joe Borg, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, innanzi tutto vorrei ringraziare gli onorevoli membri per i loro commenti e i punti sollevati nel corso di questo dibattito, ma anche per aver accolto la richiesta di urgenza. Come ho già affermato all’inizio, le misure concordate a Marrakesh devono essere trasposte al più presto per poterle applicare già all’inizio della campagna di pesca.

Quest'anno sarà chiaramente un anno di prova della nostra capacità di dimostrare il nostro impegno a favorire la sostenibilità di questo stock endemico. Non posso ripetere mai troppo quanto sia importante per tutte le parti contraenti e non da ultimo i nostri pescatori, rispettare le misure di recente adozione. Questo è l’unico modo per fornire una possibilità di sopravvivenza agli stock. Non rispettare il nuovo piano di ricostituzione produrrebbe gravi conseguenze e condurrebbe al collasso degli stock.

Per quanto riguarda il punto sollevato dall’onorevole Fraga Estévez, convengo totalmente che per avere davvero successo, in concomitanza con questo piano di ricostituzione, dobbiamo anche ridurre la capacità, in particolare della flotta con reti da circuizione, quella che causa le pressioni maggiori sugli stock di tonno rosso. Vorrei fare riferimento, in questo contesto, al pacchetto di ristrutturazione concordato l’anno scorso, a seguito della crisi dei carburanti. Invitiamo ora gli Stati membri a usare questo pacchetto di ristrutturazione per ridurre la flotta, in particolare quella con le reti da circuizione. Ci giungono notizie incoraggianti riguardo uno Stato membro in particolare, la Francia, che si sta impegnando per incoraggiare taluni pescatori a ritirare dal servizio i loro pescherecci così da ridurre la capacità.

Anche altri Stati membri dovrebbero seguire l’esempio francese, e in particolare l'Italia, data la sua notevole sovraccapacità. Proprio in questo momento, stiamo avviando discussioni con le autorità italiane per cercare vie efficaci in questo senso nel breve periodo.

Mi corre l’obbligo di sottolineare che l’anno scorso abbiamo chiuso la campagna di pesca in anticipo per non giungere a situazioni di pressioni da parte di uno Stato membro o gruppo di Stati membri. Abbiamo chiuso la stagione della pesca in anticipo: immediatamente quando, secondo I nostri calcoli, la quota complessiva comunitaria era già stata consumata. Quest’anno, anche a seguito dei piani di pesca annuali concordati su insistenza della Comunità a Marrakesh, siamo disposti a chiudere la pesca in anticipo, soprattutto nel caso di certi Stati membri. Qualora la flotta di uno Stato membro ecceda il suo contingente, non esiteremmo a chiudere la stagione della pesca per quel particolare Stato membro. In questo modo, solo la flotta di quello Stato membro soffrirà le conseguenze della cattura eccessiva e non la flotta dell’intera Comunità. Spero che questa strategia possa contribuire al coordinamento della nostra azione anche in seguito, nel corso della stagione di pesca.

Se non realizziamo questo nuovo piano di ricostituzione, allora negli anni a venire, ci troveremo a fare i conti con la gravissima conseguenza che la stagione di pesca non potrà aprirsi per niente. Il mio auspicio è che saremo in grado di realizzare questo piano.

È con dispiacere che dissento dall’onorevole Romeva i Rueda, che ritiene il piano un certificato di morte. Io penso che il piano di ricostituzione, se opportunamente attuato, ci offra una possibilità reale di ricostituire gli stock. La riduzione delle quote da 15 641 tonnellate a 12 406 tonnellate nel 2009, la discussione di oggi e la Decisione del Consiglio che, spero, sarà adottata entro la fine di questo mese, l’applicazione già da questa stagione di pesca del piano di ricostituzione di Marrakesh, adottato in novembre, stanno ad indicare la nostra serietà. Non siamo disposti ad accettare alcun abuso delle possibilità di pesca, basate su quanto concordato a Marrakesh.

Non abbiamo aspettato la naturale applicazione dell’accordo di Marrakesh, che sarebbe giunta troppo tardi nella stagione della pesca per il tonno rosso. Abbiamo, invece, stabilito che tutti i criteri del piano di Marrakesh fossero introdotti sin dall’inizio.

Spero che questi saranno rispettati appieno, perché così saremo in grado di recuperare questa specie endemica. In caso contrario, l’anno prossimo dovremmo parlare tutta un’altra lingua.

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì, 12 marzo 2009 alle 12:00.

 
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