Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

O-0005/2009 (B6-0010/2009)

Discussioni :

PV 11/03/2009 - 11
CRE 11/03/2009 - 11

Votazioni :

Testi approvati :


Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 11 marzo 2009 - Strasburgo Edizione GU

11. Stato di avanzamento del SIS II (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
MPphoto
 
 

  Presidente . – L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta:

- l'interrogazione orale al Consiglio sullo stato d’avanzamento del SIS II, presentata dall'onorevole Coelho, a nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici–cristiani) e dei Democratici europei, dall’onorevole Roure, a nome del gruppo socialista al Parlamento europeo, e dall'onorevole Lax, a nome del gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (O-0005/2009 – B6-0010/2009);

- l'interrogazione orale alla Commissione sullo stato di avanzamento del SIS II presentata dall'onorevole Coelho, a nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici–cristiani) e dei Democratici europei, dall’onorevole Roure, a nome del gruppo socialista al Parlamento europeo, e dall'onorevole Lax, a nome del gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (O-0006/2009 – B6-0011/2009).

 
  
MPphoto
 

  Carlos Coelho, autore. – (PT) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, signor Vicepresidente della Commissione, onorevoli colleghi, il Parlamento europeo sostiene appieno la rapida entrata in funzione del sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II), che sarebbe dovuta avvenire nel 2007. Il SIS II rappresenta una strategia comunitaria per far fronte all’esigenza di rafforzare la sicurezza lungo le frontiere esterne e condividere importanti innovazioni quali i dati biometrici e il collegamento tra le segnalazioni. Comprendiamo che il sistema può entrare in funzione solo dopo essersi dimostrato solido e in grado di operare a pieno regime 24 ore su 24. A mio avviso, è giunto il momento di individuare i responsabili di tale ritardo, valutare attentamente la situazione e trovare soluzioni che rendano questo progetto tecnicamente realizzabile, ripristinando la sua credibilità già danneggiata.

Sappiamo che l'anno scorso sono stati condotti diversi test, con esito finale negativo, in particolare per quel che riguarda il test sul sistema operativo. Il Consiglio e la Commissione hanno deciso di fissare un periodo di quattro mesi per cercare di superare i problemi ancora irrisolti, senza tuttavia ottenere grandi successi, come si intuisce dai risultati dei test ripetuti nel dicembre 2008. Al di là di alcune migliorie, per quel che sappiamo, vi sono ancora gravi problemi riguardanti il rendimento e la solidità del sistema, la perdita di messaggi, la qualità dei dati e il processo di sincronizzazione delle copie nazionali con il sistema centrale. È evidente che il SIS II non potrà andare a regime finché sussisteranno tali problemi. Vorrei esprimere i miei dubbi sulla capacità della società appaltatrice di risolvere tutti questi problemi in un lasso di tempo così breve, dopo che non è stata in grado di farlo in un lasso di tempo molto più esteso. Spero che sia possibile avviare un controllo indipendente del progetto, per capire a chi attribuire la responsabilità di quanto accade. Non ho alcuna obiezione a far valere lo scenario tecnico alternativo al SIS II, incentrato sulla soluzione transitoria denominata “SISone4ALL”, a condizione che sia pienamente rispettato il quadro normativo approvato per il SIS II. Alla fine di marzo sarà presentata una relazione che valuterà e metterà a confronto le due possibilità. Il Parlamento chiede di potere accedere a questo studio e di essere informato della nuova direzione che prenderà il progetto, per quanto riguarda sia il livello di affidabilità degli aspetti tecnici e delle implicazioni giuridiche, sia la nuova tabella di marcia e l’eventuale impatto di bilancio. Vorrei ricordare al Consiglio e alla Commissione che, soprattutto in questo momento, è particolarmente auspicabile una maggiore trasparenza sull'intero processo.

 
  
MPphoto
 

  Martine Roure, autore. − (FR) Signor Presidente, sappiamo che il sistema d’informazione Schengen di seconda generazione è uno strumento molto importante per garantire la sicurezza dello spazio Schengen, soprattutto dopo l'allargamento a dieci nuovi paesi.

Dopo l'approvazione delle basi giuridiche nel 2007, non abbiamo mai ricevuto resoconti dettagliati sugli sviluppi e i problemi d’ordine tecnico o politico che nel frattempo stavano ostacolando l'entrata in funzione del sistema.

Ed è solo attraverso la stampa che siamo stati informati del fallimento di tutti i test condotti a dicembre 2008, necessari per avviare in piena sicurezza il sistema centrale.

Sappiamo che la Commissione ha cercato di elaborare un piano per risolvere i problemi principali, e sappiamo che diversi Stati membri, in sede di Consiglio, pensano già a un’alternativa, che consisterebbe semplicemente nell’aggiornare il sistema d’informazione Schengen attualmente in funzione.

Il problema non è quindi di natura tecnica, bensì di natura politica. Questo Parlamento è stato chiamato a definire con procedura di codecisione l'architettura del SIS II che, da solo, avrebbe dovuto garantire la sicurezza necessaria allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Noi abbiamo lavorato senza perdere di vista la sicurezza e la protezione dei diritti fondamentali dei nostri cittadini.

Qui è in gioco la responsabilità politica delle istituzioni europee, in particolare quella del Consiglio e della Commissione, poiché riteniamo che il Parlamento abbia compiuto il proprio dovere nei confronti dei cittadini.

Oggi, e in futuro, ci aspettiamo delle spiegazioni politiche su questo radicale cambiamento di rotta, che potrebbe naturalmente comportare pesanti conseguenze per i fondi stanziati fino ad oggi per questo progetto; e potrebbe condurre in primo luogo ad accantonare, se necessario, le risorse disponibili, fino a quando il futuro e la base giuridica del progetto non saranno definiti in modo adeguato.

 
  
MPphoto
 

  Henrik Lax, autore. − (SV) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, signor Commissario, il Parlamento europeo ha bisogno di sapere se il Consiglio e la Commissione credono ancora che il SIS II sarà mai ultimato e in grado di funzionare. La Commissione continuerà a cercare di trovare una soluzione tecnica ai problemi attuali? Qual è la strada da percorrere? Come già dichiarato nei due precedenti interventi, il Parlamento europeo desidera essere aggiornato sui problemi esistenti, diversamente da quanto è accaduto fino ad oggi.

Se il SIS II non può decollare nella sua versione attuale, esiste un piano alternativo? E questo piano sarà presentato? Come ha ricordato l'onorevole Roure, il problema del SIS II è in ultima analisi un problema di credibilità europea, poiché si tratta di garantire la sicurezza interna dell'Unione. E dobbiamo anche ricordare che la stessa infrastruttura dovrebbe essere utilizzata per il sistema di informazione visti (VIS). Sul lungo periodo, quindi, è in gioco anche la credibilità della politica dei visti dell'UE, vale a dire la sua capacità di gestire in modo dignitoso i rapporti con il mondo circostante.

Infine, vorrei chiedere alla Commissione se si avvale ancora del pieno appoggio di tutti gli Stati membri per questo progetto. Sono disposti a sostenere i costi di un progetto che sembra incapace di decollare?

 
  
MPphoto
 

  Alexandr Vondra, presidente in carica del Consiglio. − (EN) Signor Presidente, prima di affrontare l'argomento all'ordine del giorno mi consenta di esprimere le mie più profonde condoglianze ai parenti delle vittime dei tragici eventi verificatisi oggi nel Land del Baden- Württemberg.

Vorrei ora passare all'argomento oggetto della nostra discussione odierna. Innanzitutto, ringraziamo per averci offerto la possibilità di discuterne, poiché, come voi ben sapete, è una questione di grande importanza. Sussistono infatti svariate difficoltà operative hanno creato problemi specifici per l'avvio e il funzionamento del SIS II.

La presidenza desidera, come da voi richiesto, essere pienamente trasparente nei vostri confronti sulla storia e i retroscena di tale vicenda. A causa degli iniziali risultati negativi, i test sul sistema operativo sono stati ripetuti a novembre e dicembre 2008, mentre l'esito finale è stato reso noto solo nella seconda metà del gennaio 2009.

Il 15 gennaio scorso, in occasione di un incontro informale a Praga, i ministri degli Affari interni e della Giustizia sono stati informati dalla Commissione dell’esito tutt'altro che soddisfacente dei test. I ministri si sono subito trovati d’accordo sulla necessità di dare attuazione a un nuovo approccio gestionale per l'intero SIS II, che preveda la collaborazione tra gli Stati membri e la Commissione. Il nuovo approccio gestionale si tradurrà in un monitoraggio più attento del progetto, che consenta di segnalare tempestivamente le potenziali difficoltà. E’ stata poi concordata l’adozione di ulteriori provvedimenti durante il successivo Consiglio “Giustizia e affari interni”, che si è tenuto il 26 e 27 febbraio scorso. In tale occasione, nelle sue conclusioni il Consiglio ha deciso di invitare la Commissione a informare e tenere aggiornati il Parlamento e la presidenza del Consiglio sui problemi relativi al SIS II e sulla strada da percorrere.

Il Parlamento chiede se i problemi individuati a oggi richiederanno una rielaborazione del sistema. Secondo le informazioni ricevute dal Consiglio sullo stato di avanzamento del progetto SIS II, persistono numerosi problemi. Tuttavia, la Commissione sembra ritenere che tutte le questioni ancora in sospeso potranno essere risolte senza rielaborazioni sostanziali dell’applicazione SIS II.

Nell'incontro di febbraio, il Consiglio ha avallato l'attuazione del piano di analisi e riparazione del SIS II, che consentirà di individuare tutti i problemi e le immediate soluzioni, oltre a valutare l'architettura tecnica del sistema, per poter garantire un SIS II stabile e impeccabile. Ciò nonostante, il Consiglio ha altresì deciso che qualora emergano gravi e insormontabili problemi sarà necessario attuare il programma di intervento. Per quanto riguarda l’alternativa al SIS II, il Consiglio GAI di febbraio ha accolto favorevolmente il completamento dello studio di fattibilità che fungerà da base per l’eventuale elaborazione di un’alternativa tecnica attuabile per lo sviluppo del SIS II, ossia l’evoluzione del SIS I+ come misura d’emergenza.

Il Consiglio ha inoltre chiesto che la presidenza e la Commissione presentino quanto prima, al più tardi entro il prossimo mese di maggio, una relazione contenente una valutazione e un confronto approfonditi di entrambi gli scenari. Sulla base di tale relazione, il Consiglio valuterà i progressi compiuti nello sviluppo del SIS II e, per quanto riguarda lo scenario alternativo, considererà la possibilità di conseguire l'obiettivo del SIS II, come definito nel quadro normativo che ne disciplina l’istituzione, il funzionamento e l’utilizzo, tramite un’evoluzione del SIS I+. Tale valutazione sarà condotta quanto prima, al più tardi in occasione della riunione del Consiglio prevista per il 4-5 giugno 2009.

Per quanto riguarda le richieste dettagliate formulate dal Parlamento, inerenti la risoluzione dei problemi che ancora permangono e, in particolare, quelli relativi agli aspetti finanziari, il Consiglio ha invitato la Commissione non solo a riferire al Parlamento europeo dei problemi inerenti il SIS II, ma anche ad informare sia il Parlamento sia il Consiglio in modo esaustivo e continuativo delle spese sostenute in riferimento al progetto SIS II centrale e alle misure adottate per garantire la massima trasparenza finanziaria.

Sulla base della relazione che la presidenza e la Commissione dovranno presentare, il Consiglio discuterà, al più tardi durante l'incontro del prossimo giugno, il calendario per rendere operativo il SIS II, che terrà conto delle disposizioni sulla tabella di marcia previste nella risoluzione del Parlamento del 24 settembre 2008 sul progetto di regolamento del Consiglio sul passaggio dal sistema d’informazione Schengen (SIS 1+) al sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II), incluse nell'articolo 19 del regolamento del Consiglio del 24 ottobre 2008.

Sono certo che la Commissione sarà in grado di fornire ulteriori informazioni riguardo alle questioni sollevate. Vorrei semplicemente garantirvi, onorevoli membri di questo Parlamento, che la presidenza seguirà attentamente la questione e garantirà il rispetto rigoroso delle indicazioni fornite il mese scorso dai ministri della Giustizia e degli Affari interni.

 
  
MPphoto
 

  Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione. (FR) Signor Presidente, vorrei confermare quanto già dichiarato dal ministro Vondra. Devo poi aggiungere che, insieme al presidente del Consiglio dei ministri degli Interni, il ministro Langer, abbiamo stabilito che lo sviluppo della seconda generazione del sistema d’informazione Schengen rappresenta una priorità assoluta.

Cercherò a mia volta di fornire alcune precisazioni. La principale società appaltatrice incaricata dalla Commissione di sviluppare il SIS II ha eseguito una serie di test operativi sull’interazione del sistema centrale con alcuni sistemi nazionali. Tra i mesi di novembre e dicembre 2008 i risultati di questi test hanno portato a concludere che il sistema centrale non aveva raggiunto gli standard previsti nel contratto.

A partire da metà novembre, la Commissione ha avviato un’analisi approfondita del SIS II, attualmente in fase di sviluppo da parte di Hewlett-Packard/Steria, in collaborazione con esperti degli Stati membri e con l'aiuto e l'assistenza di due gruppi di rinomati consulenti informatici.

In seguito al fallimento dei test operativi, abbiamo quindi avviato un piano di analisi e riparazione, la cui durata è stata stimata a quattro mesi. L'obiettivo di questo piano è di garantire livelli soddisfacenti di stabilità e di prestazione nel funzionamento del nuovo sistema.

Il piano è inteso innanzitutto a correggere gli errori individuati nell’ambito del sistema centrale, in parte già corretti, e, in secondo luogo, a verificare che il funzionamento del SIS II non sia viziato da carenze strutturali insormontabili.

E’ in corso una serie di test mirati su alcuni ambiti prioritari, il cui scopo è dissipare i dubbi relativi all'architettura della soluzione attuale; questa attività viene svolta parallelamente al completamento dell'analisi tecnica degli eventuali problemi.

Inoltre, la Commissione ha elaborato una strategia globale per la gestione del progetto, che consenta di integrare meglio gli elementi centrali e nazionali del SIS II, nel rispetto delle competenze previste nel quadro normativo dalla Commissione e dagli Stati membri.

Di fatto la Commissione coordina un organo di gestione congiunta del progetto, che riunisce i responsabili dei progetti nazionali, i responsabili del progetto centrale e l’appaltatore della Commissione. Questo organo seguirà il progetto durante l'intero periodo di analisi e riparazione, durante le prove di qualificazione e successivamente durante la fase di transizione, fino all’assegnazione del sistema d’informazione Schengen II.

Al termine del periodo di analisi e riparazione, avremo un'idea precisa degli strumenti ancora necessari per l'avvio del SIS II e del relativo calendario, come ha appena spiegato il vice primo ministro Vondra. E’ dunque certo che l'obiettivo di rendere operativo il SIS II nel settembre 2009 subirà dei ritardi.

Le difficoltà che stanno rallentando il progetto SIS II sono state discusse in occasione della riunione informale dei ministri del 15 gennaio e del Consiglio “Giustizia e affari interni” del 26-27 febbraio 2009: in tali sedi, sono state approvate le linee generali della strategia raccomandata dalla Commissione per il proseguimento del SIS II .

In primo luogo, il Consiglio ha concordato sulla necessità di proseguire l'analisi di fattibilità di una soluzione tecnica alternativa basata sull'attuale SIS I+. Siamo quindi in grado di proseguire tale studio di fattibilità.

Ma qualsiasi soluzione tecnica alternativa dovrà necessariamente rispettare il quadro normativo del SIS II, adottato da questo Parlamento e dal Consiglio. Naturalmente sarà necessario porre la massima attenzione all’ottimizzazione degli investimenti e alla situazione degli Stati membri e dei paesi associati, che contano di entrare nello spazio Schengen nei prossimi anni.

Com’è già stato detto, i ministri si sono dati appuntamento al più tardi per il mese di giugno, all’inizio di giugno, per fare il punto sui progressi compiuti, definire, laddove necessario, nuovi orientamenti e eventualmente valutare la possibilità di optare per un’alternativa. In tale prospettiva, il Consiglio ha chiesto alla presidenza e alla Commissione una relazione urgente sulla valutazione e il confronto dettagliato dei due scenari, da redigere in stretta collaborazione con la task force SIS II e consultando gli organismi competenti, e da presentare non oltre maggio 2009e.

A tal fine, sono stati concordati dei parametri comuni di confronto, per valutare aspetti positivi e negativi di entrambe le soluzioni. In poche parole, all'inizio di giugno disporremo di una decisione del Consiglio, i cui contenuti dipenderanno dai test condotti entro tale data; crediamo che questo consentirà di far proseguire il SIS II o, eventualmente, di orientarsi verso una soluzione alternativa, che sia però conforme agli obiettivi stabiliti da questo Parlamento.

Naturalmente sono del tutto consapevole di quanto hanno affermato gli onorevoli Coelho e Roure, riguardo alla necessità di grande trasparenza. Desidero specificare che inviamo, e continueremo a inviare, i resoconti del comitato SIS II con grande regolarità, e aggiungo che ho scritto al presidente della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, l’onorevole Deprez, e in copia conoscenza all'onorevole Coelho, per fornire loro informazioni dettagliate sulla situazione del sistema d’informazione Schengen di seconda generazione.

Vorrei poi rivolgermi all'onorevole Lax per precisare che i problemi del SIS II non influenzano il sistema d’informazione visti (VIS), poiché non riguardano l'infrastruttura condivisa con tale sistema. Possiamo affermare che il VIS sta rispettando la pianificazione concordata con gli Stati membri.

Mi preme informarvi del fatto che abbiamo organizzato, sia con la task force, sia all'interno della Commissione, degli incontri frequenti con l’appaltatore e i due co-appaltatori, soprattutto con Steria. Signor Presidente, onorevoli deputati, possiamo realmente sperare che sia possibile definire la questione nei prossimi mesi: la data ultima sarà fissata per l’inizio di giugno, quando il Consiglio dovrà di fatto prendere una decisione.

Mi impegno dinanzi a voi a mantenere il Parlamento informato di tutti gli sviluppi della questione.

 
  
MPphoto
 

  Marian-Jean Marinescu, a nome del gruppo PPE-DE. – (RO) Le difficoltà operative inerenti al sistema d’informazione Schengen II sono state affrontate durante la recente riunione del Consiglio dello scorso febbraio, da cui è emersa la necessità di trovare una soluzione immediata alla situazione di impasse in cui si trova attualmente il SIS II.

Tuttavia, ho l'impressione che dal dibattito sul sistema siano emersi più interrogativi che risposte. Il Consiglio è favorevole a un piano di analisi e riparazione che contribuisca a identificare i problemi inerenti all'architettura tecnica del SIS II, con lo scopo di renderlo stabile e affidabile. D’altro canto, il Consiglio non esclude la possibilità di adottare una soluzione tecnica alternativa, che porti al conseguimento degli stessi obiettivi proposti dal SIS II.

La soluzione scelta, qualunque essa sia, non dovrà ripercuotersi negativamente sul calendario per l'entrata nello spazio Schengen dei paesi che ancora non ne fanno parte. Vorrei sapere quali provvedimenti adotterà la Commissione per evitare eventuali ritardi e come saranno coperte le spese aggiuntive derivanti da tali cambiamenti. L'esempio della Romania è eloquente. I confini esterni della Romania si estendono per duemila chilometri. La sua entrata nello spazio Schengen, prevista per il marzo 2011, riveste carattere di massima priorità. Tutte queste incertezze potrebbero avere ripercussioni sul rispetto di questa scadenza.

Vorrei citare un altro aspetto. Dal momento che la Commissione si appresta a elaborare una nuova proposta legislativa sulle prossime fasi di gestione delle frontiere, vorrei chiederle di valutare innanzitutto l'efficacia dei sistemi attualmente utilizzati in tale ambito, al fine di garantire la massima sinergia tra loro e solo successivamente valutare l’eventualità di effettuare investimenti nella logistica frontaliera.

Per conseguire gli obiettivi strategici dell'Unione europea, la Commissione non dovrebbe iniziare a sviluppare nuovi strumenti dal nulla fintanto che quelli esistenti, come il SIS II o il VIS, non sono pienamente operativi e affidabili.

 
  
MPphoto
 

  Genowefa Grabowska, a nome del gruppo PSE. – (PL) Signor Presidente, l'argomento che stiamo dibattendo è un esempio eloquente del fatto che a volte è più facile trovare il consenso e raggiungere un accordo politico sull'apertura delle frontiere che non superare le difficoltà tecniche.

L’entrata di nuovi Stati membri dell’UE nello spazio Schengen, il 23 dicembre 2007, ha rappresentato un evento rilevante per i cittadini dei paesi coinvolti. Lo so perché provengo dalla Polonia. Il mio paese ha sfruttato l’opportunità offertagli e attribuisce grande importanza all'apertura delle frontiere, con cui sono scomparse le ultime circostanze discriminanti che ci separavano dagli Stati membri della vecchia Unione europea.

Inoltre l'agenzia Frontex ha sede nel mio paese. So che il commissario Barrot si è recentemente recato in Polonia, tenendo dei colloqui anche presso la sede di Frontex e visitando il tratto dei confini esterni dell'Unione europea di cui la Polonia è responsabile. So che in termini pratici non vi sono problemi significativi per il controllo di questa frontiera, che si dimostra sicura. Tuttavia, abbiamo problemi di carattere tecnico, la cui risoluzione sta assumendo l’entità di un problema politico, come ha osservato la mia collega, l'onorevole Roure. Sono pienamente d'accordo con lei.

Se tuttavia vi sono problemi tecnici, se vi sono difficoltà, suppongo che tutte le istituzioni europee abbiano la responsabilità di rivolgersi all’ente che ha impiegato tanto tempo per dare attuazione al SIS II. E' deplorevole che ciò non sia avvenuto e che non vi sia stata trasparenza assoluta sul materiale relativo alla vicenda.

Credo che ogniqualvolta si tratti di risolvere problemi importanti per i cittadini, il Parlamento europeo non possa accettare né che siano adottate azioni indipendentemente dalla sua volontà né di essere ignorato, soprattutto quando si tratta di sicurezza.

Vorrei concludere con una breve osservazione. Se sono emersi problemi, se Hewlett-Packard non è stata in grado di risolvere i problemi tecnici, bisognerebbe ricordare che in Polonia vi sono ottimi specialisti, giovani ed eccelsi ingegneri informatici, rinomati in tutto il mondo. Credo che potrebbero essere d’aiuto e potrebbero conseguire il risultato auspicato in modo notevolmente più economico, rapido ed efficace.

 
  
MPphoto
 

  Hubert Pirker (PPE-DE).(DE) Signor Presidente in carica del Consiglio, signor Commissario, Schengen è sempre stato sinonimo del legame tra sicurezza, da una parte, e libertà e larghezza di vedute, dall'altra. Per i cittadini europei e per tutti noi esso è parte del valore aggiunto offerto dall'Unione europea. Ha sempre funzionato molto bene ed è stato applicato in modo efficace nella fase transitoria, in base al principio “uno per tutti”.

La situazione attuale è per noi causa di grande irritazione, come pure il fatto che il Parlamento, che si è sempre dimostrato molto collaborativo, non abbia ricevuto le necessarie informazioni al riguardo. Abbiamo sempre tenuto informati i cittadini europei. Il sistema di informazione Schengen II funzionerà perfettamente e nel rispetto dei tempi; e ora scopriamo che sono sorti problemi e che il dilemma sembra non avere fine.

Sarei molto interessato a sapere se le cifre riportate dai mezzi di informazione, secondo cui fino ad oggi sono stati spesi circa 100 milioni di euro per sviluppare il SIS II, sono corrette. L’appaltatore pagherà le conseguenze di tali ritardi? Perché la Commissione, il Consiglio o altri organismi non hanno introdotto un sistema di controllo a tempo debito?

 
  
MPphoto
 

  Mihael Brejc (PPE-DE) . – (SL) Effettivamente è strano che ogniqualvolta affrontiamo questioni tecniche importanti e gravose debbano emergere problemi relativi al funzionamento del sistema. In passato abbiamo già affrontato le questioni tecniche correlate all'elaborazione dei dati. Ecco perché l'opinione pubblica si chiede giustamente perché l'Unione europea non disponga di organismi specializzati, con una competenza tale da affrontare i problemi tecnici che possono derivare dal funzionamento di banche dati complesse per portata e dimensioni.

Ho partecipato a queste discussioni sin dall'inizio. Ho anche lavorato insieme al relatore, l'onorevole Coelho, e sono consapevole del fatto che sussistono alcune difficoltà tecniche e alcune lacune, incluse quelle riguardanti la disponibilità degli esperti. Quindi ho l'impressione che dovremo condurre un riesame puramente tecnico e finanziario del sistema e richiamare all’ordine i responsabili della gestione di questo progetto. In realtà, non è solo la mia impressione, ma anche quella dell'opinione pubblica.

 
  
MPphoto
 

  Bernd Posselt (PPE-DE) . – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, ho grande stima di voi ma quello che sta accadendo rappresenta una situazione di intollerabile caos, che implica un inaccettabile livello di sprechi e incompetenza. Ecco perché invito non solo la Commissione, ma anche la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e la commissione per il controllo dei bilanci a esaminare attentamente la questione.

Sono lieto che la Repubblica ceca abbia la presidenza di turno del Consiglio, perché la Baviera e la Repubblica ceca condividono gli stessi interessi in termini di sicurezza. Sappiamo che, malgrado i tanti timori, dopo l’apertura delle frontiere vi è stato un significativo miglioramento della sicurezza, grazie all'eccellente cooperazione tra le forze di polizia. Lo stesso modello potrebbe rivelarsi efficace anche in altre parti d'Europa e, a nome della Baviera, vorrei ringraziare la Repubblica ceca per i risultati conseguiti. Ci aspettiamo che il sistema di informazione Schengen sia in ultima analisi in grado di coprire tutti gli ambiti di competenza e non sia limitato a singoli, esemplari accordi bilaterali.

 
  
MPphoto
 

  Alexandr Vondra, presidente in carica del Consiglio. (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziarla per questa discussione, che, a mio parere, mette in luce un problema da risolvere. A gennaio il Consiglio, sotto la nostra guida, ha fatto tutto il possibile, dedicandosi con grande serietà all’iniziativa di elaborare un piano alternativo o un programma di intervento e di sollecitare il raggiungimento di una soluzione fissando delle scadenze.

Questo è quel che possiamo fare. Per quanto riguarda le questioni finanziarie, lascerò la parola alla Commissione. Il ministro Langer e il commissario Barrot hanno instaurato un’eccellente collaborazione e riteniamo quindi che saremo in grado di gestire la situazione.

Per quanto riguarda la questione della valenza tecnica o politica del problema, a nostro avviso si tratta semplicemente di un problema tecnico e non di una copertura, com’è stato ipotizzato, per celare problemi di natura politica. No: il sistema deve essere operativo al più presto.

Per quanto riguarda i commenti dell'onorevole Grabowska, la mia risposta è affermativa: ricordiamo cosa significhi trovarsi in sala di attesa. Ne discutevamo un anno fa. Tutti i paesi che sono interessati a un’evoluzione positiva della questione si trovano improvvisamente a condividere esperienze simili alla nostra. Siamo impegnati a individuare una soluzione tecnica che consenta la partecipazione di imprese di altri paesi, nel rispetto del calendario fissato.

Mi limiterò a queste poche osservazioni conclusive. Ho detto molto all'inizio. E' ora di andare avanti.

 
  
MPphoto
 

  Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione. (FR) Signor Presidente, signor Vice Primo Ministro Vondra, grazie per l'impegno che la presidenza ceca ha assunto sulla questione in esame. E’ un contributo molto apprezzato.

Vorrei rispondere innanzitutto all'onorevole Marinescu dicendo che non sussiste alcuna difficoltà particolare, poiché anche gli Stati membri che non sono ancora entrati nello spazio Schengen potranno partecipare al sistema d’informazione di seconda generazione. Avremo scaglioni diversi, ossia tempi diversi per l’adesione dei nuovi Stati membri che ancora non fanno parte dello spazio Schengen al SIS II e dunque, in linea di principio, non dovrebbero emergere particolari problemi.

Onorevole Grabowska, la ringrazio per tutto quello che la Repubblica di Polonia sta facendo per controllare le frontiere esterne. Ho potuto constatare, in effetti, la qualità del lavoro svolto da Frontex con le squadre polacche lungo la frontiera ucraina.

Vorrei semplicemente aggiungere, per rispondere alle onorevoli Roure e Grabowska, che si tratta fondamentalmente di un problema tecnico. Non è un problema politico, come ha affermato il ministro Vondra. E’ pur vero che gli Stati membri, alcuni Stati membri, si sono dimostrati sempre più esigenti. Va sottolineato, quindi, che il sistema d’informazione Schengen di seconda generazione si è trovato a dover affrontare obiettivi sempre più sofisticati, diventando, di conseguenza, così complesso che, nonostante le tanto decantate tecnologie informatiche, la sua attuazione pratica si è rivelata più difficile del previsto. Resta il fatto che il problema è fondamentalmente di carattere tecnico e potrà quindi essere risolto.

Vorrei dire all'onorevole Pirker che il Parlamento sarà tenuto aggiornato di quanto accade: me ne assumo l'impegno davanti a tutti voi. Io stesso ho iniziato a occuparmi di questo progetto quando era già stato avviato, e credo di poter affermare che esso rappresenta per me una priorità assoluta. Vorrei altresì rassicurare l'onorevole Brejc del fatto che gli organismi competenti sono stati chiaramente individuati: di concerto con i servizi della Commissione, è stata infatti costituita la task force a cui partecipano attivamente anche gli Stati membri. A mio avviso, disponiamo oggi di una guida sicura, ma è effettivamente necessario che l’impresa co-appaltatrice sia in grado di soddisfare le nostre esigenze.

Vorrei rispondere subito alle domande di ordine finanziario formulate dagli onorevoli Pirker e Posselt. Gli impegni di bilancio della Commissione per il progetto SIS II ammontano complessivamente a circa 68 milioni di euro. I contratti corrispondenti includono gli studi di fattibilità, lo sviluppo del cosiddetto sistema centrale, il sostegno e il controllo di qualità, la rete s-Testa, la preparazione per la gestione operativa a Strasburgo, la sicurezza, i preparativi relativi agli aspetti biometrici, e la comunicazione. Per tutte queste voci sono stati stanziati 68 milioni di euro.

Per quanto riguarda i pagamenti effettuati fino ad oggi, sono stati effettivamente erogati 27 milioni di euro per lo sviluppo tecnico; 20 milioni di euro per lo sviluppo del sistema; 7 milioni di euro per la creazione di una rete che si avvalga della più avanzata tecnologia di punta, e 4,5 milioni di euro per il controllo della qualità.

Bisogna dire che, nel caso in cui il Consiglio decida, dopo aver ottenuto una fotografia precisa dell’affidabilità, o meno, del SIS II, di passare alla formula SIS I+R, si potrebbe considerare l'eventualità di riutilizzare la rete di comunicazione realizzata per il SIS II, mantenendo così gran parte delle risorse stanziate a tale scopo.

Il nostro problema, onorevoli deputati, è fornire a Schengen, allo spazio di libertà di Schengen, uno strumento veramente efficace. Di fatto, se il sistema Schengen II avrà successo, esso sarà il migliore del mondo, per i risultati che ci consentirà di ottenere. Ma il corretto funzionamento delle tecnologie informatiche ha una forte rilevanza.

Intervenendo dopo la presidenza ceca, e ringrazio ancora una volta il ministro Vondra per l'impegno che il suo paese ha dimostrato su questo difficile capitolo, vorrei comunque ribadire che a mio avviso abbiamo predisposto, insieme all’attuale presidenza, tutti gli strumenti possibili per ovviare a qualsiasi ulteriore ritardo e consentire effettivamente alla società incaricata di soddisfare le nostre attese. Ad ogni modo, abbiamo un appuntamento da rispettare che consentirà al Consiglio di adottare le necessarie decisioni; e mi assumo ancora una volta l'impegno di tenere questo Parlamento debitamente informato di quanto accadrà.

 
  
MPphoto
 

  Presidente . – La discussione è chiusa.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)

 
  
MPphoto
 
 

  Alin Lucian Antochi (PSE), per iscritto. – (RO) Credo che questo progetto, atto a migliorare il meccanismo di gestione delle frontiere esterne dell'Unione europea, non dovrebbe essere considerato un tentativo di fermare i flussi migratori. Il vero scopo dei provvedimenti destinati a rendere più sicure le frontiere dell'Unione europea non è infatti quello di frenare l’afflusso di immigrati, bensì di controllarlo. L'adeguata gestione dei flussi migratori è utile alle economie e alle società degli Stati membri dell'Unione europea.

Devo sottolineare che l'Unione europea dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla gestione delle frontiere esterne che affacciano su regioni in situazioni di conflitto. Ad esempio, meritano particolare attenzione le attività svolte fino ad oggi dalla missione dell’Unione europea di assistenza alle frontiere per i valichi Moldova/Ucraina (EUBAM), che comprendono la creazione di una procedura doganale unica lungo il confine, la creazione di barriere contro il contrabbando e la riduzione della criminalità.

D’altro canto, l'incapacità di trovare una soluzione al conflitto in Transnistria rende effettivamente difficile per le autorità moldove gestire questo tratto del confine, dove continua a registrarsi un forte flusso di immigrati clandestini.

Sono fermamente convinto che l'Unione europea disponga della necessaria influenza in termini politici, economici e di sicurezza per fermare queste attività illecite – un obiettivo che richiede però anche un coinvolgimento più attivo per risolvere i conflitti ancora in essere lungo le frontiere esterne orientali.

 
Note legali - Informativa sulla privacy