Presidente . – L’ordine del giorno reca la discussione su sei proposte di risoluzione sulla situazione in Guinea-Bissau.(1)
José Ribeiro e Castro, autore. – (PT) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, ci ritroviamo purtroppo a discutere in Aula della situazione realmente drammatica in Guinea-Bissau, un paese che da decenni vive un’instabilità cronica e che, agli inizi degli anni ’90, aveva cercato di intraprendere la strada verso la democrazia. Nulla è andato per il verso giusto: dopo il colpo di Stato e una breve guerra civile, il paese vive una situazione di grave instabilità politica e militare, segnata da tensioni e profonde rivalità. In tempi più recenti si registra la preoccupante presenza degli interessi del narcotraffico, sempre più evidenti agli occhi di tutti gli osservatori.
Condanniamo fermamente i recenti attentati – l’attacco dinamitardo che ha ucciso il capo di stato maggiore, generale Tagme Na Waie, e l’assassinio particolarmente efferato, per non dire brutale, del presidente Vieira. A prescindere dai fatti del passato, manifestiamo la nostra solidarietà ai loro familiari e al popolo della Guinea-Bissau, esprimendo rammarico e una netta condanna per gli attentati.
Auspichiamo il ritorno alla normalità. L’insegnamento che ho appreso, e che ho voluto sottolineare nella risoluzione, è che l’impunità non è la risposta giusta. In passato, all’epoca dell’assassinio di Ansumane Mané e del generale Seabra, come abbiamo potuto chiudere gli occhi di fronte all’incapacità di individuare e di giudicare gli autori del crimine? E’ ovvio che non si può agire in questo modo e che dobbiamo quindi insistere presso il governo della Guinea-Bissau affinché trovi e giudichi i responsabili; a tal fine siamo tenuti a fornire tutta l’assistenza necessaria.
Desidero infine segnalare la nostra preoccupazione per la presenza di narcotrafficanti in tutta la regione, per le loro inquietanti attività che sono più che evidenti in Guinea-Bissau, nonché per il rischio che ciò rappresenta anche per l’Unione europea. In tale contesto, chiedo anche un rafforzamento dei rapporti con Capo Verde, un paese che ha con noi un partenariato speciale e che, pur essendo altrettanto vulnerabile, vanta relazioni molto strette e una conoscenza approfondita della Guinea-Bissau. Per tali motivi risulta essenziale alla nostra sicurezza in Europa. Di conseguenza, il rafforzamento del nostro partenariato speciale con Capo Verde è altresì molto importante in questo contesto.
Justas Vincas Paleckis, autore. – (LT) Gli omicidi in Guinea-Bissau hanno inferto un duro colpo non solo alla democrazia di un paese già indebolito dal narcotraffico, ma anche all’intera regione dell’Africa occidentale. L’assassinio del presidente e del capo di Stato maggiore dell’esercito ha sprofondato sempre più il paese nel pantano della debolezza istituzionale, della sempre più fragile democrazia, della corruzione dilagante e del crescente culto della personalità. La popolazione vive nel caos, vi è carenza di acqua e farmaci e non ci sono scuole. Il traffico di droga non conosce limiti o confini e sta diventando una minaccia per l’intera regione, arrivando sino agli Stati dell’Unione europea.
Sebbene i comandanti delle forze armate abbiano sinora mantenuto la promessa di non interferire negli affari interni del paese, i fatti recenti possono totalmente annientare quel che resta della democrazia in Guinea-Bissau. Il nuovo governo deve rispettare l’ordine costituzionale, risolvere in modo pacifico i conflitti e condurre indagini approfondite sugli omicidi. Con l’aiuto della missione di sicurezza e difesa dell’Unione europea dobbiamo imprimere una svolta allo sviluppo del paese, garantendo stabilità e una vita dignitosa. Dobbiamo sperare che nei prossimi mesi si tengano le elezioni presidenziali, che auspicabilmente rispetteranno le norme internazionali per l’organizzazione di elezioni. Invitiamo gli Stati dell’Unione europea e l’intera comunità internazionale ad assicurare alla Guinea-Bissau la necessaria assistenza, in termini di finanziamenti e di esperti, al fine di indire elezioni democratiche. In questo difficile momento per la Guinea-Bissau, le opposte fazioni politiche dovrebbero ricercare un terreno comune, concludere un compromesso e adottare decisioni urgenti relativamente alla sicurezza del paese, alle procedure elettorali e alla pubblica amministrazione; chiediamo loro di contrastare con maggiore efficacia la corruzione e di consultarsi con la società civile e le altre organizzazioni per una riconciliazione nel paese.
Ewa Tomaszewska, autore. – (PL) Signora Presidente, lo scorso 2 marzo il presidente della Guinea-Bissau, João Bernardo Vieira, è rimasto ucciso in un attentato perpetrato da soldati fedeli al capo di stato maggiore dell’esercito, generale Tagme Na Waie, il quale era morto il giorno prima a seguito delle ferite riportate in un’esplosione. Entrambi gli omicidi sono legati al conflitto politico che da anni è in atto in Guinea-Bissau e che ha causato il disastro e l’instabilità del paese. Malgrado il clima pacifico in cui si erano svolte le elezioni del 2008, poco dopo si era registrato un primo attentato cui il presidente era scampato. La Guinea-Bissau, ex colonia portoghese, è una delle nazioni più povere al mondo, ma è attraversata da una delle rotte del traffico di cocaina.
Condanniamo i tentativi di risolvere i conflitti mediante un colpo di Stato e chiediamo che entro due mesi si tengano nel paese le elezioni presidenziali. Vogliamo che la tornata elettorale rispetti gli standard democratici e che venga ripristinato l’ordine costituzionale.
Ilda Figueiredo, autore. – (PT) Nell’analizzare la situazione politica in Guinea-Bissau non va dimenticato che il popolo di questo giovane paese africano è stato vittima del colonialismo portoghese, contro cui aveva combattuto una coraggiosa battaglia. Per quanto riguarda i deplorevoli fatti degli ultimi giorni, e segnatamente l’omicidio del presidente e del capo di Stato maggiore, non si può ignorare che essi sono il risultato di tutte le difficoltà e le divisioni che dopo tanti anni ancora sussistono e che derivano dal passato coloniale. Occorre tener presente che si tratta di uno dei paesi più poveri in Africa e quindi l’Unione europea deve prestare maggiore attenzione alla cooperazione nei settori della sanità pubblica e dell’istruzione, al fine di migliorare le condizioni di vita e di superare le difficoltà che deve ancora affrontare gran parte della popolazione del paese – specie le donne, le madri e i bambini.
E’ essenziale che l’Unione rafforzi il suo generoso sostegno a queste persone. E’ altrettanto necessario sostenere l’istruzione, l’approvvigionamento sicuro di acqua potabile e, in alcuni casi, persino la produzione agricola, al fine di garantire che tutta la popolazione abbia accesso alle derrate alimentari. Tale sostegno deve però essere fornito escludendo ingerenze esterne e assicurando il pieno rispetto della sovranità e delle scelte della popolazione.
Marios Matsakis, autore. – (EN) Signora Presidente, da decenni questa ex colonia, segnata dalla povertà, vive una situazione di instabilità politica e crisi, che causa gravi e continue sofferenze alla popolazione.
Dopo le elezioni politiche, tenutesi nel 2008 in un clima apparentemente tranquillo e imparziale, vi era la promettente prospettiva di una transizione verso la democrazia e di tempi migliori per la popolazione. Tuttavia, le nubi scure delle divisioni, dell’odio e della violenza sono tornate ad addensarsi sopra il paese quando lo scorso 2 marzo – esattamente un giorno dopo l’uccisione del capo dell’esercito – alcuni disertori hanno sparato al presidente Vieira. Condanniamo entrambi gli omicidi e possiamo solo sperare che in Guinea-Bissau le fazioni rivali diano prova della necessaria volontà e influenza per risolvere le controversie attraverso il dialogo al tavolo negoziale, per il bene dei loro connazionali. Poiché negli ultimi anni la Guinea-Bissau è diventata un importante crocevia del narcotraffico, esortiamo non solo le autorità del paese, ma anche la comunità internazionale a fare tutto il possibile per contrastare in modo efficace questa piaga mortale.
Marie Anne Isler Béguin, autore. – (FR) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, il gruppo Verde/Alleanza libera europea condanna fermamente gli omicidi del presidente della Guinea-Bissau, João Bernardo Vieira, e del capo delle forze armate, generale Tagme Na Waie, avvenuti lo scorso 1 e 2 marzo.
Vogliamo indagini approfondite per assicurare alla giustizia gli autori del crimine, chiedendo che si faccia altrettanto con gli assassini dei generali Mané e Correia, uccisi rispettivamente nel 2000 e nel 2004, che a tutt’oggi rimangono ignoti.
Il paese in questione – uno dei più poveri tra i poveri e con una bassa aspettativa di vita – affronta oggi il traffico di droga. La Guinea-Bissau, usata come testa di ponte dai narcotrafficanti sudamericani, è diventata luogo di transito per la droga destinata all’Europa, dove noi rappresentiamo i maggiori consumatori. Sappiamo fin troppo bene che il fenomeno interessa l’intera subregione visto che in Mauritania, ad esempio, sono state rivenute ingenti quantità di stupefacenti persino in aeroporto.
L’Unione europea deve aiutare la Guinea-Bissau a dire no a questo traffico, contrastandone gli interessi sia in Europa che in Africa e ripristinando lo sviluppo fondato sulle risorse proprie del paese.
Sebbene la comunità internazionale abbia espresso apprezzamento per le recenti elezioni e l’Unione europea abbia assicurato sostegno al processo di apprendimento e di realizzazione della democrazia nel paese, gli ultimi avvenimenti non fanno che rafforzare la necessità di aiuto e assistenza.
Anche l’esercito, che non era intervenuto nel processo elettorale, deve continuare a rispettare rigorosamente l’ordine costituzionale come promesso.
Mentre i suoi vicini in Africa occidentale hanno ritrovato la strada verso la democrazia, il rispetto per le istituzioni e i diritti umani dopo anni problematici e caotici, la Guinea-Bissau ora non deve cadere nella trappola di riprovevoli pratiche; l’Unione europea deve essere presente, esercitando la sua influenza e dando l’esempio nell’aiutare il paese a rimanere sulla strada della democrazia.
Laima Liucija Andrikienė, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signora Presidente, dopo quanto sentito oggi sulla situazione in Guinea-Bissau, vorrei formulare alcune osservazioni su due questioni.
Anzitutto si devono condurre indagini approfondite sugli omicidi del presidente Vieira e del capo delle forze armate, generale Tagme Na Waie, e gli autori devono essere assicurati alla giustizia.
In secondo luogo, nella risoluzione odierna, esprimiamo l’auspicio che nel paese si tengano elezioni presidenziali entro 60 giorni. Dovremmo chiedere agli Stati membri dell’Unione e alla comunità internazionale di assicurarsi che la Guinea-Bissau riceva il necessario sostegno tecnico e finanziario per organizzare elezioni credibili.
Leopold Józef Rutowicz, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signora Presidente, in un paese africano povero come la Guinea-Bissau è molto facile assistere alla destabilizzazione che causa conseguenze drammatiche. Le uccisioni del presidente Vieira e del generale Tagme Na Waie, capo delle forze armate, avvenute nel marzo di quest’anno, fanno certamente parte di un tentativo di destabilizzazione del paese, probabilmente voluto dalla mafia della droga. L’assenza di un’efficace forza di sicurezza nel paese ha di fatto agevolato l’impunità di vari omicidi. Dobbiamo assicurare tutta l’assistenza necessaria al governo del paese, come si afferma anche nella risoluzione.
Inoltre, al fine di prevenire simili accadimenti, dobbiamo condurre una guerra senza quartiere al narcotraffico, che rappresenta una forza destabilizzante in molti paesi poveri in Africa, Asia e Sudamerica in quanto sostiene il terrorismo e, alimentando la dipendenza dalla droga, distrugge la vita a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Se non risolveremo il problema, pagheremo un prezzo sempre più alto per la nostra inettitudine.
Benita Ferrero-Waldner, membro della Commissione. – (EN) Signora Presidente, a nome della Commissione europea vorrei anzitutto esprimere il nostro profondo cordoglio per l’assassinio di Sua Eccellenza Vieira, presidente della Repubblica di Guinea-Bissau. Condanniamo con la massima fermezza possibile sia questo delitto, sia gli attentati che hanno causato la morte del capo di Stato maggiore delle forze armate, generale Tagme Na Waie, e dei suoi soldati. Vorrei anche trasmettere le nostre condoglianze ai loro familiari.
Oggi preoccupa moltissimo la presenza di narcotrafficanti e criminali. Nell’ambito dell’ottavo Fondo europeo di sviluppo e di altri strumenti, oltre al contributo di 2 milioni di euro all’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, la Commissione ha varato un piano molto ambizioso in materia di lotta al narcotraffico, cui attribuiamo un’importanza confermata dai recenti fatti.
Lanciamo un appello urgente alla calma e alla moderazione, esortando le autorità nazionali della Guinea-Bissau a condurre indagini approfondite e a consegnare alla giustizia i responsabili, che non devono restare impuniti. Queste violenze si registrano purtroppo dopo le positive elezioni politiche, che avevano spianato la strada a un maggiore sostegno, da parte dell’Unione e della comunità internazionale, agli sforzi di pace nel paese. Gli attentati arrivano proprio in un momento di maggiore impegno internazionale volto a costruire una società democratica e stabile nella Guinea-Bissau.
In circostanze così difficili la Commissione mantiene il massimo impegno a fornire un appoggio deciso alle autorità nazionali, al fine di ritrovare la stabilità e di sostenere lo sviluppo. Il mio pensiero va poi alla scuola del paese più povero tra i poveri, al bisogno di cose fondamentali e di servizi di base, nonché alla crescita economica della nazione. Stiamo iniziando ad attuare la vasta gamma di strumenti a nostra disposizione, intendendo così contribuire a una pace sostenibile e auspicabilmente al consolidamento del processo democratico nella Guinea-Bissau.
L’anno scorso abbiamo approvato un ambizioso documento di strategia per quel paese, il cui importo di 100 milioni di euro copre il periodo 2008-2013; la strategia si concentra sulla riforma della sicurezza – compresa la lotta alla droga, da me già menzionata – nonché sul rafforzamento delle istituzioni sovrane nazionali.
L’anno scorso il Consiglio, nel quadro della politica europea di sicurezza e di difesa, ha deciso di lanciare una missione a sostegno della riforma della sicurezza. Le prossime elezioni presidenziali – previste entro 60 giorni dalla nomina del nuovo presidente – si terranno probabilmente prima della pausa estiva. Tenuto conto di questo calendario molto serrato, la Commissione sta ora valutando la fattibilità di una missione di osservatori elettorali, sebbene restino tra le nostre priorità fondamentali sia l’assistenza post-elettorale, per sostenere la necessaria riforma del quadro elettorale secondo le raccomandazioni formulate da Unione europea e Nazioni Unite nel 2008, sia il sostegno agli osservatori alle prossime elezioni mediante le organizzazioni regionali.
Presidente . – La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà alla fine delle discussioni.