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Procedura : 2008/0035(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0484/2008

Testi presentati :

A6-0484/2008

Discussioni :

PV 23/03/2009 - 15
CRE 23/03/2009 - 15

Votazioni :

PV 24/03/2009 - 4.13
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2009)0158

Discussioni
Lunedì 23 marzo 2009 - Strasburgo Edizione GU

15. Prodotti cosmetici (rifusione) (discussione)
Video degli interventi
PV
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0484/2008), presentata dall’onorevole Roth-Behrendt, a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sui prodotti cosmetici (rifusione) [COM(2008)0049 – C6-0053/2008 – 2008/0035(COD)].

 
  
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  Dagmar Roth-Behrendt, relatore.(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, probabilmente non mi serviranno i quattro minuti che mi spettano all’inizio della discussione, in quanto quella di oggi è una questione molto semplice e molto piacevole. Stiamo discutendo una nuova versione della direttiva sui cosmetici, convertita ora in regolamento. Tale documento verrà portato al passo coi tempi con l’obbiettivo di aggiornarlo, migliorarlo e renderlo più coerente.

Abbiamo in mente tre miglioramenti di lieve entità. Da un lato, il regolamento sancisce il divieto di usare sostanze cancerogene nei cosmetici, ma dobbiamo al contempo mantenere il senso delle proporzioni, in modo che sostanze autorizzate per uso alimentare, come la vitamina A o l’alcol, non siano vietate in cosmetica. Si tratta di un elemento che la Commissione ha correttamente individuato e di cui ha tenuto conto della propria proposta.

La Commissione ha giustamente riconosciuto altresì che le nuove tecnologie, come le nanotecnologie, necessitano di particolare attenzione, soprattutto quando si tratta di particelle microscopiche che potrebbero oltrepassare strati dell’epidermide. Vogliamo semplicemente assicurarci che esse non rappresentino un pericolo. Esprimo pertanto soddisfazione per il compromesso raggiunto che sostengo incondizionatamente.

Per concludere, signor Presidente, c’è ancora un tema che dobbiamo affrontare, le quello della pubblicità dei prodotti che va esaminato e aggiornato. Se siamo venuti in quest’Aula di corsa, oggi, e se il nostro deodorante ci ha promesso stamattina che saremmo stati liberi dal sudore per 14 ore, ma nondimeno questa sera ci ritroviamo completamente sudati, probabilmente saremo molto stupiti e diremo che quella pubblicità non è veritiera. Una pubblicità che mantiene ciò che promette è parte integrante di un prodotto onesto e credibile. Abbiamo norme che garantiscono prodotti sicuri e, allo stesso tempo, trasparenti e genuini.

Sono molto grata per l’ottima collaborazione con la presidenza ceca e vorrei ringraziare in particolar modo la signora Popadičová che oggi non ha potuto essere presente ma che ha collaborato in ogni modo possibile, cosa non sempre facile in seno al Consiglio.

Desiderò altresì rivolgere un ringraziamento particolare alla Commissione, la cui cooperazione – contrariamente a quanto accade spesso in questa sede - è stata estremamente costruttiva ed efficace. Desidero inoltre ringraziare i colleghi, ed in particolar modo le colleghe, che hanno lavorato lungamente sull’argomento. Il mio grazie va alle onorevoli Grossetête, Auken, Breyer e all’onorevole Ries, che oggi non ha potuto essere presente, per la loro collaborazione. Non siamo sempre state d’accordo su questioni come la gestione delle notifiche relativamente alle nanotecnologie e sui requisiti in materia di etichettatura, ma siamo riuscite a raggiungere un eccellente compromesso. Ne sono molto lieta.

Vorrei esprimermi brevemente sul tema dell’etichettatura. Ritengo che alcune delegazioni, forse anche la mia stessa delegazione e lo Stato membro da cui provengo, debbano prendere nota di alcuni punti. L’etichettatura non ha nulla a che vedere con i simboli di pericolo; esse consentono al consumatore di operare scelte libere e informate. I consumatori hanno il diritto di essere informati sulle nanotecnologie e di sapere che una determinata sostanza contiene particelle particolarmente piccole, ove non microscopiche. Hanno il diritto di decidere se vogliono usare una lozione solare e se la vogliono utilizzare sui loro figli. I consumatori hanno il diritto di decidere. Io stessa sarei lieta di farlo e di utilizzare alcuni prodotti, mentre altri potrebbero essere di parere diverso, ma è importante garantire che tutti siano in grado di compiere tali scelte.

So che lei, Commissario Verheugen, oggi rilascerà una dichiarazione sulla prevenzione della contraffazione dei medicinali. Gliene sono davvero grata e spero che affronterà anche la questione dei rischi derivanti dal commercio via Internet come pure delle opportunità a esso correlate. Se lo farà, domani, quando ci esprimeremo sulla versione di compromesso che il Consiglio ha già votato la scorsa settimana, sarà un giorno migliore per alcuni dei miei colleghi, che in linea di massima sostengono questo compromesso, ma gradirebbero ulteriori rassicurazioni. La ringrazio.

 
  
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  Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione. – (DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, desidero porgere un sentito ringraziamento alla relatrice, l’onorevole Roth-Behrendt, e alle due correlatrici, le onorevoli Ries e Grossetête, per la loro intensa e costruttiva collaborazione che ci ha consentito di raggiungere l’accordo alla prima lettura.

Questo regolamento ha tre importanti conseguenze e compie tre importanti passi avanti. Assicuriamo maggiore sicurezza e maggiore trasparenza per i consumatori e abbiamo raggiunto una significativa semplificazione della legislazione vigente. La questione relativa alla sicurezza è stata al centro del nostro operato.

Desidero affrontare solo alcuni punti. Per la prima volta, stiamo creando un meccanismo che descriverei come una “sentinella cosmetica”, ossia un controllo costante dei prodotti cosmetici, un procedimento analogo a quello già in atto per i prodotti farmaceutici. Stiamo aumentando il livello di sorveglianza del mercato ad opera degli Stati membri e creando un sistema che garantisca la tracciabilità obbligatoria dei prodotti cosmetici. Tale impostazione si applicherà a tutti i produttori, da quelli amatoriali ai grossisti e ai rivenditori al dettaglio, coinvolgendo in pratica l’intera catena di distribuzione.

L’onorevole Roth-Behrendt ha già toccato l’argomento delle nanotecnologie. In questo caso abbiamo trovato una soluzione che vorrei descrivere quale modello, in quanto la medesima soluzione verrà utilizzata più avanti, nel corso della settimana, per altri importanti normative. La clausola specifica sui nanomateriali usati nei cosmetici introduce un meccanismo che fornisce informazioni prima che i materiali siano resi disponibili al pubblico sul mercato. In tal modo viene garantito l’obbligo di dare informazioni sulla sicurezza mentre le autorità dispongono di tempo per prendere, ove necessario, provvedimenti cautelativi in termini di sicurezza.

Si è discusso a lungo, in modo intenso e proficuo, sulla possibilità di utilizzare, in casi eccezionali, materiali classificati come cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione. Sono davvero lieto che il Consiglio e il Parlamento abbiano convenuto con la Commissione che dovremmo mantenere il divieto generico sull’uso di simili sostanze nei prodotti cosmetici. Le minime eccezioni proposte dalla Commissione mirano esclusivamente a evitare discrepanze con la legislazione sui prodotti alimentari in quanto non risulta chiaro, di primo acchito, per quale ragione uno possa bere alcol, ma non utilizzarlo in prodotti cosmetici.

Oltre a garantire la sicurezza dei prodotti, la proposta migliora il livello di informazione fornito al consumatore; ad esempio nell’elenco degli ingredienti verranno aggiunte informazioni sulle sostanze che appaiono in nanoformato. La legislazione prevede anche ispezioni specifiche sulle informazioni fornite dai produttori. Sono davvero lieto di confermare che gli Stati membri e la Commissione, in stretta collaborazione, desiderano impedire che i consumatori possano essere tratti in inganno.

Il regolamento in oggetto, come ho già accennato in precedenza, fa parte del nostro programma di semplificazione volto a eliminare ambiguità e contraddizioni da una direttiva che ha già 33 anni di vita e che, nel tempo, è già stata emendata 55 volte. Pochi sono quelli che la capivano veramente. E’ per questo motivo che abbiamo proceduto ad una significativa semplificazione della legislazione comunitaria.

Desidero sottolineare altresì che la creazione di un sistema centrale di notifica dei prodotti cosmetici prima della loro immissione sul mercato comunitario costituirà una riduzione dei costi anche per l’industria.

Ho già segnalato che il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno lavorato insieme in modo costruttivo. A nome della Commissione, sostengo tutti gli emendamenti presentati dalla relatrice, l’onorevole Roth-Behrendt.

La Commissione, inoltre, ha fornito le spiegazioni richieste dal Parlamento sui motivi per cui si sia optato per un regolamento anziché una direttiva, su vendite via Internet, prodotti contraffatti, disposizioni transitorie e tempistiche di entrata in vigore del regolamento, nonché sulla questione relativa alla definizione dei nanomateriali. Per risparmiare tempo, vi prego di acconsentire che tutte le spiegazioni vengano trasmesse ai servizi di conferenza, in quanto i contenuti sono già noti al Paramento.

Dichiarazioni della Commissione

La Commissione prende nota delle preoccupazioni espresse dagli Stati membri sulla rifusione delle direttive in regolamenti.

La Commissione considera che, laddove le disposizioni di una direttiva in vigore siano sufficientemente chiare, precise e dettagliate, queste possono essere convertite in clausole direttamente applicabili in un regolamento per mezzo della rifusione. Questo si applica in particolar modo alle disposizioni di natura tecnica già recepite in toto nelle rispettive legislazioni nazionali da tutti gli Stati membri.

In considerazione dei diversi pareri espressi, la Commissione accetta che il caso specifico del regolamento sui cosmetici non venga utilizzato come precedente per l'interpretazione dell'Accordo interistituzionale in materia.

La Commissione si impegna a chiarire la situazione relativa alle vendite via Internet di prodotti cosmetici prima della data di attuazione del regolamento.

Al pari del Parlamento europeo, la Commissione è preoccupata del fatto che il settore cosmetico possa essere interessato da contraffazioni suscettibili di rischi per la salute umana. La Commissione, pertanto, si adopererà al fine di intensificare la cooperazione tra le autorità nazionali competenti per combattere la contraffazione.

La Commissione redigerà una nota esplicativa sulle disposizioni transitorie e sulle date di attuazione del regolamento (soprattutto per quanto attiene agli articoli 7, 8, 10 e 12 bis).

La Commissione prende atto del fatto che i lavori per raggiungere una definizione comune di nanomateriali sono ancora in corso. Essa pertanto conferma che la futura legislazione comunitaria dovrebbe tener conto dei progressi in materia di definizione comune e fa presente che le procedure di comitatologia contenute nella presente proposta contribuiscono a loro volta ad aggiornare la definizione.

 
  
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  Françoise Grossetête, a nome del gruppo PPE-DE. (FR) Signor Presidente, desidero innanzitutto complimentarmi non solo con il Consiglio ma anche, naturalmente, con la relatrice, l’onorevole Roth-Behrendt, con la Commissione europea, con i colleghi correlatori e, in particolar modo, con l’onorevole Ries, per il lavoro svolto. Talvolta ci sono stati scambi alquanto vivaci, fra noi, ma alla fine siamo giunti a un risultato molto soddisfacente che, da un lato, rafforza la sicurezza dei prodotti cosmetici a beneficio dei consumatori e, dall’altro, riduce gli oneri amministrativi divenuti oramai inutili per l’ industria europea.

Questo regolamento era necessario perché bisognava riportare chiarezza in una normativa modificata quasi cinquanta volte nel corso degli ultimi trent’anni. La trasposizione della direttiva nei ventisette Stati membri poneva problemi. Vi era un certo numero di incertezze giuridiche e il testo era diventato troppo pesante e decisamente troppo oneroso per le nostre aziende sul piano della sua attuazione. Ricordo, peraltro, che le aziende cosmetiche dell’Unione europea sono leader mondiali del settore, con più di 3 000 produttori di cosmetici. Si tratta di un settore altamente innovativo, con un mercato di 65 miliardi di euro che, direttamente o indirettamente, genera più di 350 000 posti di lavoro. E’ importante, quindi, occuparsi dell’argomento.

Questo nuovo regolamento, come ho detto in precedenza, rafforza la sicurezza e aumenta la responsabilità del produttore introducendo controlli sul mercato e riducendo al contempo la burocrazia. Stabilisce una maggiore tracciabilità dei prodotti cosmetici, l’identificazione del responsabile e una scheda informativa con la descrizione del prodotto cosmetico e del relativo metodo di produzione.

Abbiamo discusso a lungo sui nanomateriali utilizzati nei cosmetici – in particolar modo nei prodotti solari – che dovranno essere soggetti a parametri molto rigidi dal punto di vista della sicurezza, senza per questo frenare l’innovazione. Il responsabile dovrà quindi segnalare non tanto il nanomateriale in sé quanto il prodotto contenente nanomateriali.

Per concludere, vorrei attirare la vostra attenzione sulla necessità di lottare contro la contraffazione dei prodotti cosmetici, perché essa rappresenta ancora un grosso pericolo. Abbiamo ancora molto da fare in questo campo.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu, a nome del gruppo PSE.(RO) La sicurezza dei prodotti cosmetici riveste grande importanza per i consumatori europei ed è per questa ragione che dobbiamo prestarvi la dovuta attenzione.

Ritengo che il riesame della direttiva e la sua sostituzione con una proposta di regolamento da parte della Commissione siano giunti al momento opportuno. Questo permetterà di eliminare inaccuratezze e incoerenze di natura giuridica e di evitare discrepanze nel recepimento del testo nelle legislazioni nazionali.

Laddove l’esperienza a livello europeo ha dimostrato che un approccio del tipo “ingrediente per ingrediente” non è possibile né adeguato, dobbiamo responsabilizzare maggiormente i produttori e applicare controlli rigorosi sul mercato interno.

L’uso di nanomateriali è una soluzione promettente in questo settore ma tali materiali devono essere analizzati e dichiarati sicuri dal comitato scientifico per i prodotti destinati ai consumatori, mentre il ricorso a metodi alternativi è un’iniziativa che dobbiamo continuare a sostenere.

Credo che il coinvolgimento del suddetto comitato sia di vitale importanza per l’uso di sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per controllarne l’uso nella realizzazione dei prodotti cosmetici.

Per garantire un’efficace attuazione del regolamento in oggetto, gli Stati membri devono condurre verifiche adeguate e, in caso non conformità, devono informare con regolarità la Commissione.

 
  
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  Chris Davies, a nome del gruppo ALDE. (EN) Signor Presidente, il Parlamento sta giungendo al termine del proprio mandato e alcuni di noi iniziano a prepararsi per le elezioni. Nel Regno Unito, quanto meno, ci troviamo di fronte a un mare di euroscettici ed eurofobi pronti a criticare il nostro operato ogniqualvolta se ne presenta l’occasione. La storia di questa normativa sarebbe sicuramente un’occasione propizia: 55 modifiche significative negli ultimi 30 anni, che l’hanno resa sempre farraginosa ed oscura, con scarso beneficio per l’industria o i consumatori.

Personalmente ritengo che spesso tali critiche tendano a essere semplicistiche: non guardano a quello che l’Unione europea sta cercando di fare per migliorare la situazione esistente e mettere in pratica i benefici. Partono sempre da un presupposto di staticità mentre nella fattispecie ci stiamo occupando di un approccio legislativo che ha di fatto semplificato le disposizioni vigenti e ridotto la burocrazia portando chiarezza. e trasformando una direttiva in un regolamento. Nel mio paese un siffatto approccio è considerato un male perché erode lo spazio di manovra degli Stati membri. In realtà, come abbiamo visto con REACH e come vediamo anche in questo caso, l’industria non vuole 27 interpretazioni diverse di una normativa europea, l’industria vuole sapere esattamente come stanno le cose in termini di mercato, un mercato che nel suo genere è il maggiore al mondo.

I critici ora leveranno la loro voce per dire che era sbagliato insistere sulla messa al bando delle sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione? Riconosceranno il loro errore? Diranno ancora che dovremmo mettere nei cosmetici sostanze che non metteremmo nel cibo, nonostante alcuni di questi li usiamo sulla pelle, negli occhi e addirittura in bocca? Si opporranno alle giuste valutazioni dei cosmetici o al servizio d’informazione centrale che, come ha giustamente detto il commissario, farà risparmiare denaro all’industria? Non credo che faranno nulla di tutto questo.

L’onorevole Ries, che non può essere presente questa sera, voleva garantire che si facessero degli sforzi per cercare di bloccare il mercato dei prodotti contraffatti, rafforzare la tracciabilità dei prodotti e aumentare le restrizioni sulle pubblicità ingannevoli circa gli effetti benefici di tali prodotti. Voleva sostenere un’etichettatura dei prodotti chiara relativamente al contenuto di nanomateriali. Abbiamo fatto progressi in tutti questi campi e perciò, a suo nome, desidero ringraziare la relatrice, le correlatrici e il commissario Verheugen. Ritengo che sia una normativa valida e, per una volta, nell’affrontare la campagna elettorale, sarò ben lieto di citarlo ad esempio di quanto l’Europa può fare di buono.

 
  
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  Roberta Angelilli, a nome del gruppo UEN. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’industria cosmetica europea è un settore economico ed occupazionale molto importante. Come è stato già detto, sviluppa un fatturato di oltre 35 miliardi di euro, più di 350.000 posti di lavoro tra la vendita, la distribuzione e il trasporto. Una vocazione di alta innovazione. Anch’io però ribadisco che va garantito un livello elevato di tutela della salute umana ed informazione dei consumatori.

Proprio per questo mi complimento con la relatrice per l’ottimo lavoro svolto, sottolineando alcuni punti a mio avviso molto importanti. È giusto sottoporre i prodotti ad una valutazione della sicurezza che responsabilizza anche i distributori, che dovranno fare le necessarie verifiche prima di commercializzare i prodotti. È bene poi che il nuovo regolamento preveda la messa al bando di più di 1.000 sostanze utilizzate nei cosmetici, sostanze classificate come cancerogene o tossiche.

Importante è anche l’elenco dei coloranti, dei conservanti e dei filtri solari ammessi. È fondamentale inoltre una maggiore chiarezza dell’etichetta sulla funzione del cosmetico, la durata di conservazione, le precauzioni particolari per l’impiego e una lista di ingredienti elencati in ordine decrescente di peso. Soprattutto dovranno figurare sull’etichetta diciture, marchi o immagini che attribuiscono ai prodotti caratteristiche e funzioni realistiche e non caratteristiche e funzioni che non possiedono.

Occorrerà quindi garantire la rintracciabilità del prodotto, tutto ciò anche per evitare il fenomeno inquietante della contraffazione dei prodotti cosmetici e della cosiddetta importazione parallela. Chiudo, Presidente, ricordando che solo in Italia 120 milioni di euro di prodotti cosmetici, compresi i profumi e i dentifrici, vengono proprio dal mercato parallelo, con potenziali danni anche molto gravi per la salute.

 
  
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  Hiltrud Breyer, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, proteggere la salute umana è l’obiettivo principale, quando si tratta di prodotti cosmetici. Con questo voto entriamo nella storia. E’ la prima volta che viene stilato un regolamento specifico per l’uso di nanomateriali nei prodotti cosmetici: stiamo aprendo una nuova strada. Sono particolarmente lieta di poter dire che questo risultato innovativo è stato raggiunto grazie a un’iniziativa del gruppo Verde/Alleanza libera europea. Noi verdi siamo stati la forza propulsiva, lo abbiamo fatto inserire all’ordine del giorno e vorrei ringraziare sentitamente la relatrice, l’onorevole Roth-Behrendt, per il suo sostegno fermo e incrollabile. Apprezzo altresì la Commissione che ha saputo cambiare idea. Finora aveva sempre sottolineato che la legislazione vigente era sufficiente a garantire la sicurezza dei nanomateriali. Ora ha dichiarato senza ombra di dubbio che abbiamo effettivamente bisogno di normative specifiche.

Questo non vale solo per il regolamento sui cosmetici, ma anche per il regolamento che dobbiamo ancora discutere in settimana sui nuovi prodotti alimentari, in quanto finora le nanotecnologie sono state una sorta di buco nero. Sono state introdotte nel mercato senza un’adeguata illustrazione dei rischi che comportavano. La giornata odierna è dunque di buon auspicio per la salute e la tutela dei consumatori, anche se è un peccato, a mio avviso, che la definizione dei nanomateriali non sia stata estesa, ma si limiti a includere solamente materiali insolubili e bio-persistenti. Nondimeno è importante e, per noi, vitale che sia stata adottata una normativa specifica sulle nanotecnologie.

Spero altresì – e vorrei chiedere sin d’ora il vostro sostegno al riguardo – che questa settimana venga approvato anche un regolamento sui nuovi prodotti alimentari che non gode di altrettanto favore in seno alla Commissione. Abbiamo bisogno di coerenza – e non solo in materia di alcol – quando si tratta di cosmetici e di alimenti. La stessa regola vale per le nanotecnologie. Anche in questo caso necessitiamo di coerenza tra cosmetici ed alimenti. Spero sinceramente che potremo confrontarci in modo franco e aperto anche sulle finalità e gli usi delle nanotecnologie. Sono lieta che non abbiamo annacquato il bando delle sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione concordato nel 2008 e proposto dai verdi.

 
  
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  Eva-Britt Svensson, a nome del gruppo GUE/NGL. (SV) Signor Presidente, il mio gruppo ed io plaudiamo al compromesso che Consiglio e Parlamento sono riusciti a raggiungere in questa rifusione della direttiva sui cosmetici.

L’ostacolo maggiore nei negoziati con il Consiglio sono stati proprio i nanomateriali. Si tratta di utilizzare strutture estremamente piccole per creare nuovi materiali che assumono nuove proprietà o funzioni proprio perché le particelle sono così minute. Un materiale, ad esempio, può diventare più duro, resistente, sottile, idrorepellente, termo-conservatore o acquisire qualche altra caratteristica. Di fatto non sappiamo ancora molto sull’argomento. Alcuni trucchi e alcune creme contengono nanoparticelle che possono penetrare un’epidermide non integra ed entrare impropriamente nel corpo.

Dovremmo quindi permettere l’uso incondizionato di una sostanza attiva nei prodotti cosmetici ? La risposta, naturalmente, è negativa. Dobbiamo ottenere maggiori conoscenze e maggiori informazioni sui nanomateriali. Mi compiaccio, quindi, di questo accordo che ci apprestiamo a votare domani. E’ un passo nella direzione giusta.

L’accordo porterà a una maggiore tutela dei consumatori europei per quanto attiene all’uso di nanomateriali in tinture per capelli, filtri UV e via dicendo. Saranno sottoposti a un esame di sicurezza prima che i prodotti siano ammessi nel mercato. L’industria dei prodotti cosmetici dovrà notificare alla Commissione l’utilizzo di nanomateriali in qualunque altro prodotto mentre la Commissione potrà consultarsi con la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori per valutare se i nanomateriali rappresentino un rischio per la salute.

Vorrei ringraziare sentitamente la relatrice responsabile e la Commissione per aver prodotto una così valida rifusione.

 
  
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  Irena Belohorská (NI). – (SK) Vorrei ringraziare la relatrice. I miei complimenti, onorevole Roth-Behrendt, per il lavoro svolto sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio presentata dalla Commissione. Si tratta di un documento estremamente importante per la tutela della salute dei consumatori. Sicuramente tutti noi facciamo uso di prodotti cosmetici, in quanto questi comprendono non solo prodotti di bellezza, ma anche i cosiddetti cosmetici di uso quotidiano, come paste dentifricie, deodoranti, shampoo, prodotti per capelli e unghie, rossetti e via dicendo.

Sono passati oramai 33 anni dall’ultima direttiva, un arco di tempo abbastanza lungo, nonostante gli emendamenti. Dopotutto, gli sviluppi nei campi della chimica e della cosmetica hanno portato cambiamenti di grande portata. Mi riferisco in particolare all’uso dei nanomateriali, così spesso citati in questa sede. Essi possono avere effetti sia positivi che negativi sulla salute umana. Concordo pertanto con l’opinione secondo cui tutti i materiali utilizzati nei prodotti cosmetici che abbiano effetti cancerogeni dovrebbero essere vietati. Dovremmo, a mio avviso, essere anche molto cauti nell’uso di materiali di cui non si possono escludere effetti mutageni e tossici.

I consumatori spesso acquistano prodotti cosmetici sulla base di pubblicità ingannevoli o informazioni incomplete. Attraverso le nostre agenzie europee, incluse l’Agenzia europea per le sostanze chimiche e quella per la sicurezza alimentare, dobbiamo cercare di stilare direttive e orientamenti per l’attività di controllo. Non dobbiamo dimenticare che i prodotti cosmetici sono quelli contraffatti più di frequente che di conseguenza aumentano il rischio della presenza di sostanze nocive. Oltre a questi avvertimenti, dovremmo cercare di informare i consumatori dei potenziali rischi per la salute derivanti anche dai produttori più noti.

 
  
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  Horst Schnellhardt (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi il punto decisivo nella relazione in esame è, a mio avviso, il cambiamento della base giuridica. Sebbene gli Stati membri dell’Unione europea si siano sviluppati a velocità diverse e vi siano ancora ampie differenze fra loro in termini di sviluppo, raggiungeremo una maggiore certezza giuridica solo se l’opzione preferita sarà, e rimarrà in futuro, il regolamento.

Vi sono direttive che hanno causato più danni alla competitività e più ingiustizia rispetto al passato a causa della diversità di applicazione nei diversi Stati membri. E’ pertanto corretto che questa relazione abbia concentrato la direttiva e la sua attuazione a livello nazionale in un unico regolamento. aumentando il livello di certezza giuridica che costituisce un elemento determinante soprattutto per quelle aziende del settore che sono impegnate anche nella ricerca. Naturalmente, anche l’impegno della Commissione di ridurre a breve il 25 per cento delle registrazioni obbligatorie è estremamente positivo. Con questo regolamento abbiamo compiuto il primo passo. Congratulazioni, signor Commissario.

La relazione in esame evidenzia anche la velocità con cui appaiono sul mercato nuovi prodotti e induce le autorità legislative ad agire. Abbiamo affrontato la questione della modifica della direttiva sui cosmetici non più tardi di alcuni anni fa. L’uso di nanomateriali ci ha obbligati ad affrontarla nuovamente. Nell’ambito della tutela preventiva del consumatore, le decisioni relative all’etichettatura sono positive, ma anche l’opportunità di un approvazione provvisoria alla luce dello stato delle scoperte scientifiche è accettabile. A questo punto, vorrei anche scoraggiare fenomeni di allarmismo, cui abbiamo già assistito in passato, e raccomandare invece un approccio prettamente scientifico.

Con i requisiti che abbiamo aggiunto, ovvero che le pubblicità e le etichette riflettano esclusivamente le caratteristiche reali del prodotto, agiamo nell’interesse del consumatore. Il caso dei deodoranti citato dall’onorevole Roth-Behrendt è un caso a parte. Un deodorante può essere efficace per una persona e non per un’altra. Talvolta una stessa sostanza funziona su di me un giorno, ma non lo fa quello successivo. Non dovremmo quindi prendere la questione altrettanto seriamente.

Spero solo che l’approccio giuridico non verrà diluito dalla Commissione a causa delle eccessive misure previste dalla comitatologia. Vi chiedo pertanto di non prolungare eccessivamente questa procedura.

 
  
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  Margrete Auken (Verts/ALE). - (DA) Signor Presidente, tutti noi facciamo uso di prodotti cosmetici. Non sono beni di lusso che toccano un solo genere o solo gli adulti. Siamo tutti circondati da saponi, shampoo, paste dentifricie, lozioni, deodoranti e lozioni solari. L’importante è che siano sicuri e che tutti i paesi abbiano norme ragionevoli e chiare, ed è ciò che abbiamo raggiunto con questa proposta. Vorrei cogliere quest’opportunità, come tutti, per ringraziarla, onorevole Roth-Behrendt, per l’ottimo lavoro svolto.

Siamo lieti che il nostro divieto sulle sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione sia stato mantenuto e reso più appropriato. Se l’uso dell’etanolo fosse stato proibito nei prodotti cosmetici, probabilmente avrebbe creato problemi e, al contempo, sarebbe sembrato un po’ strano, visto che lo beviamo in quantità relativamente cospicue. E’ positivo, ad ogni modo, che il Consiglio non sia riuscito a indebolire quelle clausole. Le deroghe ai divieti ora si limitano a sostanze approvate per gli alimenti che finora non hanno mostrato di causare problemi e sono tollerate da gruppi vulnerabili, come i bambini e le donne in gravidanza. La cosa più importante, tuttavia, è che alla fine siano stati inclusi i nanomateriali. E’ stata una dura lotta. L’industria ha cercato di soffocare la discussione sulla loro sicurezza e vorrebbe che noi ci limitassimo ad accettare queste sostanze come fantastiche e prive di problemi. Non è stato fatto cenno, ad esempio, alla preoccupazione della pubblica opinione riguardo gli OGM.

Noi del gruppo Verde/Alleanza libera europea siamo fieri che ora i nanomateriali siano stati inclusi nel documento. Ciascuno di essi deve essere testato, etichettato e, quando interessa un gruppo di prodotti, come filtri UV, tinture e conservanti, ora sarà il produttore a doverne garantire la sicurezza, mentre la Commissione fornirà informazioni dettagliate e troverà il tempo per controllare il resto. Alla fine siamo riusciti a includere anche l’etichettatura, in modo che i consumatori possano vedere cosa comprano e mettono sulla propria pelle. Abbiamo inserito anche una clausola sulla revisione, chiedendo alla Commissione di garantire che sia la definizione di nanomateriali che le procedure di sicurezza risultino soddisfacenti. Per concludere, è un bene che non sia possibile pubblicizzare un prodotto con promesse che non possono essere mantenute. Sarà interessante vedere come saranno vendute in futuro tutte quelle creme antirughe che ci spalmiamo sul viso senza risultati.

 
  
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  Péter Olajos (PPE-DE). - (HU) Nell’industria cosmetica, come in molti altri settori, è in atto una rivoluzione. Pochi anni fa le nanotecnologie hanno iniziato a conquistare anche questo ramo dell’industria e ne sono derivate opportunità senza precedenti che hanno portato all’apertura di nuove prospettive. Le nanotecnologie non sono certo un’invenzione: gli esseri umani usano la tecnologia da quattromila anni, sebbene se ne siano resi conto solo negli ultimi venti.

Al contempo, è importante procedere con la dovuta cautela; pur senza ritardare nuove scoperte e il loro utilizzo, dovremmo prestare attenzione anche ai rischi per la salute. Dobbiamo proteggere i nostri cittadini da questi potenziali pericoli, soprattutto attraverso un approccio differenziato, basato sui rischi.

Vi sono nanoapplicazioni e prodotti intesi per un uso diretto da parte del consumatore, come abbigliamento, cibo e prodotti cosmetici, che potrebbero fargli sperimentare, sulla propria pelle, è il caso di dirlo, possibili conseguenze nocive.

E’ proprio per questa ragione che è importante che le persone sappiano che tipo di preparati usano. Un’etichettatura appropriata e dettagliata è pertanto indispensabile e la responsabilità del produttore resta fondamentale. Stiamo parlando di un settore gigantesco ed in continua espansione, in quanto l’industria cosmetica dell’Unione europea genera entrate annue pari a 65 miliardi di euro. Una delle aziende leader in Europa – una su 3 000 – spende 450 milioni di euro l’anno solo per ricerca e sviluppo e occupa quasi 3 000 persone tra scienziati e ricercatori.

Secondo le stime della Commissione europea, nel 2006 il 5 per cento dei cosmetici conteneva nanomateriali, e questa percentuale nel frattempo potrebbe essere anche raddoppiata. Per superare alcuni dei problemi globali che abbiamo causato, abbiamo bisogno delle nanotecnologie. Pertanto, in piena coscienza, voterò a favore di questa risoluzione legislativa, ma non dobbiamo dimenticare che tutte le medaglie hanno due facce.

Mi congratulo con le onorevoli Roth-Behrendt, Grossetête e Wallis che hanno presentato la proposta di risoluzione. Hanno svolto un ottimo lavoro.

 
  
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  Zuzana Roithová (PPE-DE). – (CS) Signor Presidente, l’introduzione di standard minimi per la sicurezza dei prodotti cosmetici segna un passo importante verso la garanzia di livelli di sicurezza sostanzialmente più elevati per i consumatori europei. Questo moderno regolamento riduce al contempo il carico amministrativo dei produttori europei, che creano posti di lavoro per più di 350 000 persone. L’ampia discussione in quest’aula si è incentrata principalmente sull’etichettatura che trae spesso in inganno il consumatore; plaudo pertanto al fatto che affermazioni pubblicitarie sugli effetti dei prodotti cosmetici debbano ora essere documentate. Abbiamo anche assistito a un dibattito piuttosto acceso, in Parlamento e non solo, sull’uso di nanomateriali e, naturalmente, sull’eliminazione di materiali cancerogeni dai prodotti cosmetici. Non sono d’accordo che le informazioni sul contenuto di nanomateriali nei prodotti debbano assumere la forma di avvertenze. E’ importante disporre di una lista di nanomateriali autorizzati che non sono nocivi ma migliorano la qualità di un prodotto. Non ha senso spaventare i consumatori. Sono gli standard minimi a dover garantire la loro sicurezza. La contraffazione è, a mio avviso, un problema grave senza dimenticare che gli organi di controllo nazionali dispongono in realtà di capacità limitate per effettuare i necessari controlli.

Sono lieta che il testo comprenda una definizione uniforme dei nanomateriali e che saremo in grado di emendare tale definizione in modo che resti in linea con le ultime scoperte scientifiche. Plaudo altresì al fatto che la direttiva diverrà un regolamento ed assumerà maggiore peso giuridico. Mi compiaccio pertanto di questo lavoro e mi congratulo con tutte le relatrici per essere riuscite a raggiungere un accordo su una questione così sensibile come l’introduzione dei prodotti cosmetici sul mercato europeo sulla base delle innovazioni scientifiche.

 
  
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  Eija-Riitta Korhola (PPE-DE). - (FI) Signor Presidente, i compromessi raggiunti in prima lettura nel corso dell’ultimo anno legislativo sono divenuti ben presto una consuetudine a causa della mancanza di tempo. Questo, oltretutto, gioca a favore dei piccoli gruppi, in quanto gli accordi siglati ai tavoli negoziali attribuiscono loro maggiore potere di quanto gliene darebbe la loro dimensione. Se tale pratica di dovesse diffondere, eroderebbe la credibilità della democrazia parlamentare di quest’Assemblea.

In questa occasione, tuttavia, la democrazia ha avuto la meglio, perché i gruppi più forti hanno trovato un terreno comune e il risultato raggiunto ha il supporto reale della maggioranza.

Era chiaro che la direttiva sui cosmetici dovesse essere rivista. Le sue disposizioni necessitavano di chiarimenti e aggiornamenti e la direttiva di orientamento doveva diventare assolutamente un regolamento per poter assicurare elevati livelli di protezione della salute umana in tutta l’Unione europea e il funzionamento del mercato interno. Tali principi derivano logicamente dal lavoro iniziato con la discussione su REACH.

Una legislazioni obsoleta nell’industria cosmetica costituisce una grave minaccia alla salute e all’affidabilità del diritto. Le pubblicità sulle nanoparticelle e i prodotti cosmetici ne sono un buon esempio. Mentre le caratteristiche positive dei nanomateriali sono più o meno note, i rischi restano per lo più sconosciuti. Allo stesso modo, non era possibile verificare con certezza le caratteristiche speciali dei prodotti cosmetici, che hanno effetto diretto sulla decisione di acquisto.

E’ per questa ragione che era importante stabilire una politica comune ai tre gruppi politici più numerosi volta a tener conto degli aspetti sanitari, ambientali, commerciali e sociali per trovare un accordo con il Consiglio. In questo senso reputo che il lavoro svolto dall’onorevole Grossetête in qualità di correlatrice sia stato di grande valore. In collaborazione con la relatrice, l’onorevole Roth-Behrendt, e le colleghe liberali ha assicurato una maggioranza che ha consentito di raggiungere questo risultato. La vera democrazia ascolta tutti, ma riflette l’opinione della maggioranza.

 
  
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  Presidente. − Non ho ricevuto richieste di parola. Prima di passare il microfono al relatore, dunque, desidero informarvi che, finora, hanno parlato quattordici deputati, undici dei quali donne.

 
  
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  Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione. – (DE) Signor Presidente, stavo per replicare brevemente al suo ultimo commento, ma ho deciso di non farlo. Anche gli uomini sono interessati alla cosmetica, anzi, lo sono in misura sempre crescente. Ad ogni modo sono interessati ad assicurare che i nostri prodotti cosmetici siano sicuri.

C’è solo una cosa che devo ancora fare, a questo punto. Vorrei ringraziarvi sinceramente per il vostro appoggio e sostegno. Come ha detto l’onorevole Davies, abbiamo fornito un ottimo esempio di quali risultati possa raggiungere la legislazione europea.

Se posso darle un consiglio, onorevole Davies, potrebbe valere la pena di far notare, nel suo paese, che in Europa abbiamo un regolamento sui cosmetici senza pari, specie per quanto attiene al divieto di testare i cosmetici sugli animali. Questo in Europa non è permesso. Inoltre, alcuni giorni fa, è entrato in vigore un regolamento in virtù del quale non possono essere introdotti nel mercato europeo i prodotti testati sugli animali. Visto che il popolo britannico è noto per il suo amore verso gli animali, anche questo è un argomento che lei può utilizzare.

 
  
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  Dagmar Roth-Behrendt, relatore. (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, sono particolarmente grata al commissario Verheugen per aver sottolineato una volta di più il divieto di test sugli animali, in quanto mi ha ricordato che questa è ormai la terza revisione delle disposizioni di legge in materia di prodotti cosmetici in cui ho avuto il privilegio di essere coinvolta, ovvero la sesta e settima modifica e ora la trasformazione in regolamento.

Siamo riusciti a bandire i test sugli animali. Siamo riusciti, ad esempio, a garantire che i consumatori conoscano la durata di un prodotto grazie a una semplice dicitura che indica per quanto tempo lo si può usare. Rivolgo questa parole anche ad alcuni colleghi, come l’onorevole Roithová, che purtroppo non ha potuto assistere all’inizio della discussione. Le etichette non sono mai state delle avvertenze. Mai. Se un prodotto non è sicuro, non dovrebbe essere introdotto sul mercato e non dovrebbe essere venduto. Tutti i prodotti presenti sul mercato europeo devono essere sicuri ed innocui. L’etichettatura, nondimeno, permette ai consumatori di operare una scelta. Questa è democrazia. Questa è libertà di scelta.

Abbiamo un provvedimento eccellente. Ho cercato di rendere il processo estremamente trasparente. Come ha segnalato l’onorevole Grossetête, ho cercato di far collimare diverse opinioni. L’ho fatto perché volevo assicurare una normativa valida per tutti, soprattutto per i consumatori dell’Unione europea, per l’industria – che con questa normativa dovrà lavorare – e infine per tutti coloro che ne trarranno beneficio.

Infine, vorrei ribadire ancora una volta all’onorevole Schnellhardt che è vero che i deodoranti danno risultati diversi a seconda delle persone, ma nondimeno promettono di liberarci dal sudore. Ecco perché dico la verità se dico di avere profonde occhiaie dopo una settimana qui a Strasburgo.

Desidero ringraziare ancora una volta il Commissario per i chiarimenti che ci ha fornito, le colleghe e i miei collaboratori che hanno svolto la maggior parte del lavoro. A tutti un sentito ringraziamento.

 
  
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  Presidente. − E’ stata una discussione estremamente proficua ed interessante.

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, martedì 24 marzo 2009.

 
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