Presidente. – L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta:
- la relazione A6-0135/2009, presentata dall’onorevole Mitchell a nome della commissione per gli affari economici e monetari, sulle relazioni annuali 2007 della BEI e della BERS [2008/2155(INI)] e
- la relazione A6-0109/2009, presentata dall’onorevole Seppänen a nome della commissione per i bilanci, sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che accorda alla Banca europea per gli investimenti una garanzia della Comunità in caso di perdite dovute a prestiti e garanzie sui prestiti a favore di progetti realizzati al di fuori della Comunità [COM(2008)0910 - C6-0025/2009 - 2008/0268(COD)].
Esko Seppänen, relatore. − (FI) Signor Presidente, l’Unione europea può fornire ai paesi in via di sviluppo e ad altri paesi non membri dell’Unione europea assistenza finanziaria sotto forma di crediti a tassi di interesse agevolati erogati dalla Banca europea per gli investimenti. L’Unione europea garantisce i prestiti in modo tale per cui il prestatore non subisce perdite e può finanziare l’assunzione di ulteriori prestiti ricorrendo a risorse del mercato.
Nel momento in cui le garanzie accordate dall’Unione europea alla Banca europea per gli investimenti sono state rinnovate ed ampliate per coprire più paesi di prima, il Parlamento europeo era dell’avviso che per l’adozione delle decisioni si dovesse fare ricorso alla procedura di codecisione e che tali decisioni dovessero rientrare nella sfera di competenza del Parlamento europeo, e non solo del Consiglio. La Corte di giustizia europea si è detta d’accordo e, conseguentemente, la decisione unilaterale del Consiglio è stata rinviata alla procedura di codecisione. La nuova decisione sarà adottata entro il 6 novembre di quest’anno.
Ora abbiamo di fronte a noi la proposta di decisione della Commissione, che può essere considerata temporanea. La Commissione avrà tempo fino al mese di aprile del prossimo anno per preparare una nuova proposta generale. Il Parlamento ha lasciato la sua impronta sulla decisione “temporanea”, e il Consiglio la ha accettata. E’ positivo che, dopo negoziati complessi e delicati, ora ci sia un consenso tra il Consiglio e il Parlamento e che la decisione possa essere presa oggi in prima lettura, senza che siano necessarie ulteriori deliberazioni.
A questo riguardo, desidero ringraziare i rappresentanti della presidenza ceca, che si sono impegnati a fondo al Consiglio in vista del raggiungimento del consenso. Se non fosse stato per la partecipazione attiva della Repubblica ceca, questa decisione non si sarebbe mai concretizzata.
In ogni caso, devo biasimare tutti coloro che hanno agitato le acque alla Banca europea per gli investimenti. La Banca europea per gli investimenti è abituata ad avere il sostegno del Parlamento europeo nelle sue varie attività, ma i suoi rappresentanti questa volta non sono riusciti a capire che era stata messa in gioco la procedura di codecisione e che la competenza del Parlamento in materia era stata ampliata considerevolmente. Il Parlamento ha voluto esercitare appieno i propri poteri, cosa che non era stata possibile durante le procedure di consultazione precedenti. Ritengo sia stato assolutamente fuori luogo che la Banca europea per gli investimenti, che è una delle istituzioni dell’Unione europea, non abbia dato prova di un certo rispetto nei confronti delle prassi consolidate del Parlamento, cercando invece di influenzare la decisione dalla periferia politica.
Il risultato finale è tuttavia buono. La Banca europea per gli investimenti ha ottenuto sostanzialmente quello che voleva. Si è conquistata l’appoggio del Parlamento in una procedura decisionale in cui il Parlamento ha formulato il proprio parere. Questa decisione ora gode di un ampio consenso da parte dei gruppi politici che l’hanno sostenuta, consenso che non ci sarebbe stato se fosse stata adottata l’impostazione della Banca europea per gli investimenti. Desidero ringraziare la presidenza del Consiglio dell’Unione europea per aver raggiunto questo compromesso. Desidero altresì ringraziare la commissione per i bilanci e i suoi relatori ombra per il consenso in vista di una decisione in prima lettura. Sono certo che sarà una decisione valida e positiva per tutte le parti interessate.
Gay Mitchell, relatore. − (EN) Signor Presidente, posso dire sin d’ora che non sono per nulla d’accordo con il modo in cui i deputati si vedono accorciare il tempo di parola. Questa settimana al tempo delle interrogazioni non hanno partecipato rappresentanti né del Consiglio né della Commissione. Chiunque può venirsene qua a parlare senza limiti di tempo di qualsiasi cosa, mentre i deputati che presentano le relazioni a nome del Parlamento si vedono ridurre il tempo di parola senza alcun preavviso. E’ un’imposizione vergognosa nei confronti degli eurodeputati.
In qualità di relatore, vorrei innanzi tutto dare il benvenuto al presidente Maystadt e al presidente Mirow in questa occasione speciale: è la prima volta in cui il Parlamento ha preparato una relazione che riguarda contemporaneamente le attività della Banca europea per gli investimenti (BEI) e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Non c’è dubbio che l’attuale crisi finanziaria ha evidenziato l’importanza del lavoro della BEI e della BERS. Entrambe le banche devono essere elogiate per l’impegno di cui hanno dato prova nell’affrontare gli effetti della crisi economica. Entrambe stanno affrontando le sfide esistenti e me ne compiaccio. E’ importante che discutiamo contemporaneamente delle due banche, in modo da assicurare una migliore cooperazione tra loro ed eliminare duplicazioni.
Entrambe le banche dovrebbero cercare di garantire la massima sinergia, al fine di preparare e accompagnare la ripresa economica. La decisione di aumentare i crediti alle piccole e medie imprese del 50 per cento è particolarmente gradita. La somma inizialmente prevista di 5 miliardi di euro all’anno a titolo di prestiti per le PMI è stata portata a 7,5 miliardi di euro all’anno nel prossimo quadriennio 2008-2011.
Un esempio dei nuovi finanziamenti è rappresentato dai 310 milioni di euro recentemente approvati dalla BEI per investimenti a favore di PMI in Irlanda. La BEI ha precisato che possono essere messe a disposizione delle PMI irlandesi e di altre PMI anche altri importi, e a tassi d’interesse molto competitivi. A mio avviso, l’Europa dovrebbe pensare a un programma di aiuti sulla scorta del piano Marshall, che ha funzionato così bene dopo la Seconda guerra mondiale.
Se la BEI potesse essere convinta, per esempio, ad assumere prestiti dalla Cina per investire nella Banca, potrebbe utilizzare queste risorse per contribuire a lanciare e accelerare la ripresa economica. Questi prestiti potrebbero essere rimborsati impegnando parte dei dazi doganali supplementari che l’Unione europea potrebbe introitare grazie a un rinnovato commercio estero e parte del gettito IVA destinato a questo scopo. Tutto questo offrirebbe il vantaggio aggiuntivo di alleviare la pressione sugli Stati membri dell’Unione europea e sugli obblighi individuali previsti dal patto di stabilità e di crescita per l’accensione di prestiti supplementari.
Nel 2007, gli investimenti endogeni dell’Unione europea in Cina sono stati pari a 7,16 miliardi di euro, mentre gli investimenti endogeni della Cina nell’Unione europea sono stati pari solo a 600 milioni di euro. Sia l’Unione europea sia la Cina trarrebbero vantaggio da una crescita degli scambi commerciali. Sono al corrente della visita in Cina del presidente della Commissione, della commissione per gli affari economici e monetari e del presidente della Banca centrale europea prima di Natale. Il recente vertice di follow-up UE-Cina è un positivo segno di speranza.
Ci siamo trovati nei guai perché non ci siamo concentrati sui problemi. E’ giunto il momento di iniziare a concentrarci sulla ripresa, rendendo tra le altre cose l’Unione europea più competitiva, come proposto dal trattato di Lisbona. Sono molto soddisfatto delle proposte avanzate nel contesto della crisi energetica e del controllo del clima e, in particolare, del ruolo della BEI in proposito. Mi fa altresì molto piacere l’annuncio della recente decisione della Corte sulla codecisione e sono soddisfatto che il Parlamento ora possa avere un ruolo di maggior rilievo rispetto alle due banche.
Nella mia relazione ho proposto – questo punto è stato sostenuto dalla commissione e sono certo che sarà appoggiato anche dal Parlamento – che la Commissione e le due banche dovrebbero riferire con regolarità alla commissione per gli affari economici e monetari in merito al coordinamento dei ruoli e all’attuazione delle politiche di entrambe le banche. Ritengo che questa possa essere un’evoluzione molto utile. Abbiamo bisogno di maggiore trasparenza e di maggiore responsabilità. Abbiamo sentito il primo ministro Brown parlare di questo aspetto dal punto di vista della crisi finanziaria internazionale. Noi dovremmo pensarci in termini di responsabilità nei confronti del Parlamento per le nostre istituzioni finanziarie e per i soggetti cofinanziati da istituzioni finanziarie.
Accolgo con favore lo spirito generale che anima le intenzioni delle banche, in particolare per quanto concerne il controllo del clima e l’energia, e spero che il Parlamento possa sostenere la sostanza della relazione che ho presentato.
Joaquín Almunia, membro della Commissione. – (ES) Signor Presidente, questo pomeriggio, a nome della Commissione, desidero dare il benvenuto al presidente della Banca europea per gli investimenti Maystadt e al presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo Mirow. Dinanzi al Parlamento europeo, desidero ringraziare loro e anche le loro istituzioni per la cooperazione estremamente positiva con la Commissione, in particolare durante questa fase di dura lotta contro la crisi economica.
Onorevole Seppänen, grazie per le sue parole e per il suo impegno in qualità di relatore su un tema che è stato complesso, ma che ha avuto un lieto fine, come ha lei stesso ricordato, ossia l’accordo in prima lettura in vista della soluzione dei problemi giuridici emersi in merito al mandato esterno della Banca europea per gli investimenti, BEI.
Questo mandato esterno ci consente, attraverso le azioni della BEI e di concerto con le politiche europee, di avviare azioni determinate ed efficaci nell’ambito di politiche e settori di interesse particolare per l’Unione europea e tutte le istituzioni europee, compreso il Parlamento europeo.
La Commissione esprime la propria soddisfazione per il fatto che, d’ora in poi, il Parlamento sarà direttamente coinvolto nelle discussioni su questo mandato esterno. Tuttavia, dobbiamo anche ringraziare calorosamente sia il Parlamento sia il Consiglio per la flessibilità di cui hanno dato prova raggiungendo un accordo abbastanza rapidamente, evitando così di creare o di accrescere l’incertezza, prima della fine di quest’anno, sulla possibilità di continuare ad utilizzare le risorse e gli strumenti di questo mandato esterno.
Da parte nostra, la prossima Commissione presenterà, all’inizio del 2010, il relativo testo legislativo al Parlamento e al Consiglio. Speriamo che, ancora una volta in prima lettura, sia possibile garantire la stabilità giuridica per un mandato esterno che, come ho detto prima, consente di sviluppare politiche europee che presentino per noi un interesse.
Desidero altresì congratularmi con l’onorevole Mitchell e ringraziarlo per la sua relazione. E’ la prima volta che una relazione fa riferimento non solo alla Banca europea per gli investimenti ma anche alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, BERS. Riteniamo sia giusto discutere congiuntamente di queste due istituzioni finanziarie specialmente adesso, in un momento in cui l’efficacia delle loro azioni deve contribuire a rafforzare le nostre politiche in materia di crisi economica e in cui la cooperazione tra queste due istituzioni è particolarmente importante.
Chiediamo a entrambe le banche di compiere un grande sforzo. Nel piano per la ripresa adottato alla fine dello scorso anno abbiamo chiesto a entrambe le istituzioni di accrescere in misura considerevole la loro capacità di concessione di prestiti in un momento in cui anche per loro è difficile raccogliere risorse finanziarie sui mercati.
Le banche reagiscono a questa richiesta di incremento dell’attività agendo nei settori che reputiamo prioritari, come ha ricordato l’onorevole Mitchell, quali le piccole e medie imprese, il settore dell’efficienza energetica e altri ancora. In particolare, siamo estremamente soddisfatti dell’accordo raggiunto da entrambe le banche con la Banca mondiale, nell’ambito di un’iniziativa congiunta volta a rafforzare i loro strumenti finanziari e a migliorare la loro efficienza nell’uso dei loro strumenti di prestito nei paesi dell’Europa centrale e orientale, che stanno vivendo una situazione particolarmente difficile.
Speriamo che, da qui al prossimo anno, il lavoro preparatorio e le discussioni del gruppo di esperti istituito dal Consiglio e dalla Commissione, di concerto con il presidente Maystadt, per riflettere sul futuro del mandato esterno della BEI, nonché la revisione strategica della BERS, che si svolgerà anch’essa all’inizio della prossima legislatura del Parlamento europeo e del mandato della prossima Commissione, ci consentano, in un periodo più calmo di quello attuale dal punto di vista della situazione economica, di continuare a utilizzare il loro know-how, i loro strumenti di prestito, le loro risorse finanziarie, le loro risorse umane e la loro esperienza per accompagnare le politiche che, secondo tutti noi, devono essere le politiche che indirizzeranno il futuro orientamento dell’Unione europea nel corso del prossimo decennio.
Gabriele Stauner, relatore per parere della commissione per il controllo dei bilanci. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero sintetizzare il parere della commissione per il controllo dei bilanci sulla relazione annuale della Banca europea per gli investimenti.
La commissione per il controllo dei bilanci chiede alla BEI di svolgere un ruolo più attivo e di introdurre una politica più incisiva contro le frodi, nell’ottica di una “tolleranza zero” verso le frodi, la corruzione, il riciclaggio del denaro e il finanziamento al terrorismo. A prescindere da qualunque sforzo messo in atto in passato dalla BEI, di cui le diamo sicuramente atto, la BEI deve ora portare avanti una politica che non sia solo scritta sulla carta ma che preveda anche misure concrete e criteri di trasparenza ai fini della tracciabilità. Pertanto, alle società riconosciute colpevoli di corruzione non dovrebbe essere consentito contrarre prestiti e agli informatori dovrebbe essere garantita un’efficace protezione. La funzione investigativa e preventiva della BEI deve svolgere un ruolo di maggior rilievo rispetto al passato.
In particolare, tenuto conto dell’attuale crisi finanziaria ed economica, chiediamo che la BEI sia sottoposta alle stesse norme prudenziali applicate a tutte le altre banche commerciali, in quanto, senza un vero controllo dell’autorità di vigilanza, la BEI non può essere un attore credibile sul mercato del credito. Abbiamo anche bisogno di strutture di sorveglianza indipendenti che garantiscano la qualità dei risultati della BEI e il suo rispetto del codice di condotta.
Ci preme in particolare che il Parlamento in futuro elabori una relazione specifica sul lavoro della BEI. A nostro avviso, una relazione di questo tipo sarebbe possibile e opportuna, perché gli Stati membri sono gli unici azionisti della BEI, il che significa che la Banca ha un legame diretto e conseguentemente una diretta responsabilità di bilancio nei confronti del Parlamento. Molte grazie.
Zsolt László Becsey, a nome del gruppo PPE-DE. – (HU) Innanzi tutto, desidero congratularmi con i due relatori per la relazione, e mi fa anche piacere che questa tematica, i problemi relativi alle due istituzioni finanziarie, ci siano stati presentati contemporaneamente. Penso che in futuro dovremo esaminare più diffusamente queste due istituzioni.
La prima questione, limitandoci unicamente ai punti salienti, è quella della duplicazione. Certamente dobbiamo individuare una sorta di suddivisione dei compiti tra le due istituzioni e assicurare una cooperazione più stretta. Ho notato che il relatore ha assegnato i progetti di più ampio respiro alla Banca europea per gli investimenti, lasciando invece le attività relative alle piccole imprese alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. In ogni caso, ritengo che sia necessaria una qualche forma di specializzazione, che può essere vantaggiosa ed utile.
Mi fa piacere che il Parlamento europeo possa finalmente entrare alla Mecca e discutere dei diversi orientamenti futuri che dovrebbero essere adottati a questo proposito. Sono piuttosto cauto in merito alla questione dell’estroversione o dell’introversione. Dodici anni fa in Ungheria credevamo di poterci scordare una volta per tutte dell’FMI, che ora invece sta bussando alle nostre porte e noi ci precipitiamo a chiedergli prestiti.
Alcuni anni fa pensavamo che la BERS non avrebbe svolto un ruolo importante, ad esempio, negli Stati membri che sono fuori dalla zona euro, e che la BERS si sarebbe invece spostata verso est. Ora ci fa piacere che, insieme alla Banca mondiale, queste due istituzioni abbiano reso possibile un grande fondo per l’Europa centrale.
Desidero attirare la vostra attenzione sul fatto che la liquidità e il finanziamento delle piccole e medie imprese sono a mio avviso – in quanto presidente del gruppo di lavoro competente nel mio gruppo politico – assolutamente essenziali; chiedo pertanto che le opzioni che sono recentemente state decise entrino in vigore al più presto possibile, affinché, insieme con le banche commerciali, possiamo garantire un’effettiva liquidità, soprattutto per piccole e medie imprese dell’Europa centrale.
Udo Bullmann, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, stiamo discutendo dell’attuale crisi economica come di un problema di squilibrio, con un mercato deregolamentato da una parte, e la mancanza di interesse pubblico dall’altra. Non siamo sempre riusciti a suscitare interesse pubblico verso i mercati finanziari e i processi dell’economia reale. Per questo è così importante che discutiamo delle banche che si occupano di investimenti pubblici, che sono proprio l’interfaccia che consente al mercato di funzionare e che hanno un mandato pubblico, ossia rappresentare i nostri interessi futuri. Pertanto, ai presidenti di queste banche che sono con noi oggi mi sento di dire che in futuro avremo bisogno di loro ancora di più di quanto ne abbiamo bisogno ora e ne abbiamo avuto in passato.
La relazione dell’onorevole Mitchell mette in evidenza due aree d’interesse. Ci esorta ad individuare una buona divisione funzionale delle attività e il modo migliore per concentrarsi sui punti di forza. Propone inoltre di fare sì che le due banche possano concentrarsi sulle sfide che saremo chiamati ad affrontare in futuro: cambiamento climatico, la preoccupazione di essere esposti al rischio di una disoccupazione massiccia e della recessione, a meno che non adottiamo contromisure, e la richiesta, in particolare da parte delle piccole e medie imprese, di infrastrutture pubbliche, in modo che possiamo compiere progressi, avere un po’ di respiro e darci una prospettiva per il futuro. Desidero pertanto ringraziare l’onorevole Mitchell per l’ottimo lavoro svolto; ha prodotto una relazione molto valida. Il Parlamento europeo ha combattuto per mantenere il proprio ruolo e in futuro lo svolgerà con maggiore forza. Questo è il messaggio da parte del mio gruppo.
Un ulteriore commento alle parole dell’onorevole Stauner, che poco fa ha fatto riferimento alle norme prudenziali. Naturalmente, le banche pubbliche devono essere sottoposte a norme prudenziali e a controlli adeguati. Tuttavia, non è possibile applicare a loro le stesse norme prudenziali che si applicano ai comuni istituti di credito, altrimenti non potrebbero assumersi i rischi che spesso vogliamo che accettino. Per questo motivo, sono a favore di controlli, ma di tipo diverso.
Wolf Klinz, a nome del gruppo ALDE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo hanno a lungo vissuto nell’ombra rimanendo pressoché ignote a gran parte della popolazione. Spero che in tempi di crisi finanziaria ed economica le cose possano cambiare, perché queste importanti istituzioni europee stanno assumendo un ruolo più rilevante che mai.
Dati gli elevati volumi di denaro che entrambe le banche gestiscono e stanziano sotto forma di prestiti, è fondamentale che lavorino secondo criteri e principi chiari. Il fatto che si tratti di istituzioni pubbliche non è di per sé una garanzia che le cose stiano effettivamente così. Abbiamo istituti di credito pubblici, per esempio in Germania, che hanno violato questi principi e si sono trovate in difficoltà, proprio come molti istituti di credito privati. Spero che entrambe le istituzioni, la BEI e la BERS, definiscano le loro priorità sulla base di considerazioni molto chiare e che queste priorità in futuro, quando guarderemo indietro a questo periodo, siano considerate corrette e realistiche.
La cosa importante è che, e a questo riguardo non posso che sostenere le banche, continuino a concentrarsi sulle piccole e medie imprese, che costituiscono la colonna vertebrale dell’economia europea, e su progetti che soddisfino chiaramente il criterio della sostenibilità. Le banche hanno un ottimo rating, superiore alla tripla A, e questo consente loro di ottenere ed erogare finanziamenti a condizioni relativamente favorevoli. Dobbiamo fare in modo di non sottoporle a una pressione eccessiva e, in particolare in periodi di crisi, di non utilizzarle come fonte di capitali in aree in cui altre fonti di capitali probabilmente si stanno già esaurendo.
Mi fa piacere che i deputati al Parlamento europeo saranno coinvolti nell’individuazione delle priorità a partire dal prossimo anno. Credo che il fatto che le banche debbano rendere conto del proprio operato al Parlamento in modo più rigoroso rispetto a quanto avvenuto in passato possa costituire il punto di partenza di una cooperazione valida e costruttiva.
Un’ultima osservazione: desidero incoraggiare entrambe le banche ad accrescere il loro impegno e fare in modo di non duplicare le loro attività. Dovrebbero invece essere complementari l’una all’altra.
Reputo inoltre importante che la BERS continui a svolgere un ruolo nei paesi in transizione, perché non dobbiamo abbandonarli, soprattutto in tempi di crisi.
Sepp Kusstatscher, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, in primo luogo desidero ringraziare i responsabili delle due relazioni, che noi del gruppo Verde/Alleanza libera europea appoggiamo. Siamo favorevoli all’ampliamento delle attività della Banca europea per gli investimenti nei paesi in via di sviluppo. Per lungo tempo abbiamo condotto una campagna affinché le attività di finanziamento di progetti da parte della BEI rispettassero norme sociali e ambientali e i diritti umani. Ora tutto questo si realizzerà nella pratica grazie alle garanzie accordate dalla Comunità per i progetti della BEI. Desideriamo ringraziare la commissione per i bilanci, che ha ripreso questo aspetto e lo ha portato avanti positivamente con il Consiglio.
La BEI costituisce uno strumento molto importante in seno all’Unione europea e consente di controllare lo sviluppo sociale, ambientale ed economico degli Stati membri. Vorrei pertanto chiedere controlli più rigorosi di quelli che sono stati condotti in passato su tutti i progetti sostenuti dalla BEI, al fine di stabilire se possono essere effettivamente garantite la sostenibilità socio-ambientale e la redditività. E’ un aspetto particolarmente importante nell’attuale crisi finanziaria ed economica.
Per esempio, sarebbe un grave errore se la BEI sostenesse progetti su larga scala come il ponte sullo Stretto di Messina o la galleria di base del Brennero per i treni passeggeri ad alta velocità. Sono progetti che richiedono moltissime attrezzature e impianti e sono a elevata intensità di capitale. Il sostegno per l’ammodernamento e l’ampliamento delle infrastrutture esistenti è molto più utile in termini di mercato del lavoro e impatto ambientale.
La crescita quantitativa nasce da una filosofia ormai superata basata sul motto “più veloce, più alto, più lontano”. Abbiamo bisogno di una politica socio-ambientale sostenibile sia per i nostri cittadini che per l’ambiente. Grazie.
Konstantinos Droutsas, a nome del gruppo GUE/NGL. – (EL) Signor Presidente, la relazione accoglie con favore l’attività delle due banche, senza tuttavia citare la loro responsabilità e il loro contributo alla crisi capitalistica. La BEI si è assunta il ruolo di prestatore di danaro alle banche e alle imprese, con l’obiettivo di sostenere gli utili del capitale.
Le misure per la ripresa dell’Unione europea sono accompagnate da misure obbligatorie in materia di prudenza finanziaria. Un tratto comune dell’Unione europea è la politica antipopolare della strategia di Lisbona, del patto di stabilità e del trattato di Maastricht, il cui obiettivo è quello di scaricare il peso della crisi sulle spalle dei lavoratori riducendo i salari, introducendo diffusamente contratti di lavoro flessibili e distribuendo la disoccupazione con nuove inversioni di tendenza il cui effetto sarà la cancellazione delle tutele sociali.
Un esempio tipico è offerto dal mio paese, contro il quale in cinque anni è stata avviata due volte la procedura per deficit eccessivo. La Commissione chiede misure di natura permanente e duratura: misure aggiuntive per ridurre la spesa sociale, soprattutto nell’ambito della sanità pubblica e dell’assistenza, mentre allo stesso tempo il settore privato si arricchisce sempre di più. Contemporaneamente, chiede aumenti delle imposte sui prodotti di consumo di uso comune e l’aumento delle aliquote IVA.
L’unica via per difendere gli interessi della base è la reiezione delle misure imposte dal capitale, sulle quali sostanzialmente concordano tutte le forze che sostengono Maastricht e l’Unione europea, e la costituzione di un’alleanza socio-politica per un’economia della base e per il potere della base.
John Whittaker, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente, la cosa che mi preoccupa di più è l’idea che la Banca europea per gli investimenti (BEI) abbia un importante ruolo da svolgere per risolvere la crisi finanziaria – che possa in qualche modo fungere da organismo paneuropeo in grado di fornire un impulso laddove gli Stati membri non sono singolarmente riusciti a coordinare i propri.
Il rischio è che, se estende eccessivamente le proprie attività per il sostegno alle banche commerciali e ai governi – come è stato suggerito -, il suo invidiabile rating creditizio potrebbe essere ridotto, come è accaduto ad alcuni dei nostri governi.
La BEI ha una leva finanziaria di circa 35 volte e i suoi azionisti sono i governi degli Stati membri. Sarebbe grave se fallisse, come alcune delle nostre banche commerciali. La relazione incoraggia addirittura la BEI e la Commissione ad accrescere l’assunzione di prestiti sperimentando strumenti finanziari innovativi. Credevo che il mondo ne avesse abbastanza di abili trucchi finanziari.
Laima Liucija Andrikienė (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, innanzi tutto desidero cordialmente ringraziare il nostro collega finlandese, onorevole Seppänen, per il suo impegno, che ha contribuito a raggiungere un compromesso con la Commissione e il Consiglio sui prestiti della BEI e sulle garanzie della Comunità.
Come ben sappiamo, dopo che il Parlamento europeo ha vinto una causa dinanzi alla Corte di giustizia, la relativa decisione del Consiglio è stata annullata, conservando tuttavia i suoi effetti per un anno, fino all’adozione di una nuova decisione. La Commissione ha proposto la procedura di codecisione e domani dovremo votare sul compromesso raggiunto durante il trilogo e portare a termine questa procedura di codecisione.
E’ importante ricordare che la BEI era stata originariamente istituita per finanziare le operazioni all’interno dell’Unione europea. Pertanto la garanzia della Comunità a favore della BEI per perdite e le garanzie sui prestiti costituiscono la base delle sue attività all’esterno dell’Unione europea. La proposta di cui discutiamo oggi copre circa il 10-15 per cento delle attività della BEI, ossia le attività della banca all’esterno dell’Unione europea nei paesi in fase di preadesione, nei paesi mediterranei, in Asia, America latina e Sudafrica. Queste operazioni della BEI sono particolarmente importanti nei paesi a reddito medio e nei settori finanziario e commerciale e delle infrastrutture. Tali operazioni sono della massima importanza in un contesto di crisi finanziaria e recessione globali.
Sono lieta che siamo riusciti a raggiungere un compromesso su tutti i temi principali, come il termine per la presentazione di una nuova proposta di decisione, che è ora il 30 aprile 2010, nonché sulla clausola di temporaneità, che è 18 mesi dopo la scadenza, il 31 ottobre 2011.
Il Parlamento europeo ha emendato la proposta della Commissione evidenziando l’importanza del rispetto dei diritti umani, delle politiche di sviluppo, della diversificazione energetica, della richiesta di documenti strategici, di maggiore trasparenza delle politiche e delle attività della BEI.
Abbiamo ottenuto un buon risultato e spero che domani il compromesso possa essere adottato con la maggioranza necessaria. Conto sull’appoggio di tutti i gruppi politici del Parlamento.
Paulo Casaca (PSE). – (PT) Signor Presidente, mi associo ai miei colleghi nel plaudere all’eccellente lavoro svolto dal nostro relatore della commissione per i bilanci e al modo in cui è riuscito a combattere in difesa dei diritti e delle prerogative del Parlamento europeo.
Secondo quanto stabilito dalla sentenza della Corte di giustizia del 6 novembre 2008, il Parlamento europeo gode di pieni poteri di codecisione in questo ambito. Inoltre, la Banca europea per gli investimenti ha un mandato chiaro, quello di favorire lo sviluppo economico e sociale sostenibile, l’integrazione dei paesi in via di sviluppo nell’economia mondiale, la campagna contro la povertà, e il rispetto da parte di questi paesi dello stato di diritto, dei diritti umani e dei diritti fondamentali.
Qui al Parlamento faremo in modo di garantire che gli investimenti della BEI perseguano questi obiettivi.
Margarita Starkevičiūtė (ALDE). - (LT) La Banca europea per gli investimenti è la più grande banca al mondo ed è evidente che ha un importante ruolo da svolgere per quanto concerne lo sviluppo dell’economia nel mercato interno dell’Unione europea e anche al suo esterno. Attualmente vengono presentate molte proposte tese ad ampliare le funzioni della Banca europea per gli investimenti. Io sono membro della commissione per i problemi economici e monetari, ma molte di quelle proposte non le ricordo nemmeno. Sembra che ora tutti sappiano quali sono i compiti della Banca europea per gli investimenti. Ci sono anche molte proposte tese a rivalutare le operazioni svolte dalla banca all’esterno dell’Unione europea. La relazione mira specificamente a prolungare la validità delle garanzie della Comunità per coprire eventuali perdite subite dalla Banca europea e dovute a prestiti erogati all’esterno dell’Unione europea.
La varietà delle proposte dimostra chiaramente che è necessario un dibattito più ampio sulle attività della Banca europea per gli investimenti e sulla direzione secondo cui queste attività dovrebbero essere sviluppate. Spero che la Commissione troverà il tempo di esaminare questo problema in maggior dettaglio nel contesto generale del piano europeo di ripresa economica. Quanto alle garanzie offerte dalla Banca europea per gli investimenti, sono state previste molte condizioni aggiuntive al fine di tenere conto dei diritti umani e di aspetti relativi allo sviluppo equo. E’ un’iniziativa da accogliere con favore, ma nella sua politica esterna l’Unione europea dovrebbe fare in modo che anche altre banche, che operano in paesi terzi, operino o svolgano le loro attività sulla base di questi principi. Solo allora ci sarà una concorrenza equa all’esterno dell’Unione europea e la Banca europea per gli investimenti non rischierà di subire gravi perdite.
Jean-Pierre Audy (PPE-DE). – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, Presidente Maystadt, la mia prima domanda riguarda la relazione della Banca europea per gli investimenti. Mi chiedo: la missione di regolamentazione e di vigilanza chiesta dal Parlamento è stata istituita? Inoltre, signor Commissario, non capisco perché non prenda l’iniziativa che le compete, ai sensi dell’articolo 105, di riferire al Consiglio, in modo che la Banca centrale europea possa avviare questa missione. Le risposte che mi ha dato sono state molto evasive, e mi dispiace.
Devo citare anche il tema della garanzia: non capisco perché la garanzia accordata in questo modo non è remunerata. Su una garanzia totale prevista di circa 30 miliardi di euro, la perdita di risorse per il bilancio dell’Unione europea sarebbe compresa tra 30 e 100 milioni di euro. E non capisco nemmeno, signor Presidente, perché su questo tema della garanzia accordata alla Banca non sia stato chiesto il parere della commissione per il controllo dei bilanci, nel cui mandato rientra la competenza per la Banca europea per gli investimenti.
Czesław Adam Siekierski (PPE-DE). - (PL) Signor Presidente, la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo sono due istituzioni estremamente potenti che possono favorire lo sviluppo regionale sia nell’Unione europea che nei paesi terzi. E’ un elemento che emerge con particolare chiarezza oggi con la crisi finanziaria e le conseguenti restrizioni in termini di accesso ai prestiti per gli investimenti.
Quando la maggior parte delle banche riducevano drasticamente i prestiti ai paesi confinanti con l’Unione europea per i loro programmi finanziari, entrambe le suddette banche promuovevano energicamente gli investimenti nei trasporti o nell’ambiente.
Allo stesso tempo, la Banca europea per gli investimenti è un’importante fonte di prestiti e garanzie sui prestiti per le piccole e medie imprese europee. Nell’attuale difficile situazione, si tratta di un preziosissimo sostegno per gli imprenditori. E’ altresì importante notare che tra le sei priorità attuate dalla Banca europea per gli investimenti c’è quella di garantire per l’Unione europea una concorrenza sostenibile e sicura in campo energetico.
Thomas Mirow, BERS. − Signor Presidente, vi ringrazio per la relazione e per l’opportunità di proseguire il dibattito avviato con la commissione lo scorso novembre, che giudico tempestivo e benaccetto per tre ragioni.
In primo luogo, l’attuale crisi economica e finanziaria rende particolarmente opportuno qualsiasi tentativo di intensificare la cooperazione tra la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e la Banca europea per gli investimenti (BEI). Tuttavia, la crisi in atto dimostra anche che la cooperazione tra le istituzioni finanziarie pubbliche a livello internazionale non è più una mera aspirazione politica, bensì una necessità impellente.
A fronte della drastica diminuzione dei flussi di credito privato, lo scorso mese abbiamo inaugurato, di concerto con la Banca mondiale, il piano d’azione congiunto delle istituzioni finanziarie internazionali, che sosterrà i sistemi bancari e la concessione di prestiti all’economia reale nell’Europa centro-orientale.
Si tratta di un pacchetto del valore di 24,5 miliardi di euro, ripartiti tra il 2009 e il 2010, con un contributo di 6 miliardi di euro da parte della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Il piano d’azione muove dal presupposto che l’efficacia della risposta alla crisi, alla luce dell’integrazione tra i mercati finanziari europei, dipende dall’intervento rapido e coordinato di tutti i portatori d’interesse: le banche di controllo, che possiedono gran parte del settore finanziario locale; le autorità nazionali e ospitanti dei gruppi bancari transfrontalieri; le istituzioni europee e gli istituti finanziari internazionali. In stretta cooperazione con questa varietà di attori, stiamo lavorando all’attuazione del piano e alla creazione dei meccanismi di coordinamento e cooperazione necessari
Abbiamo così modo di constatare – com’è accaduto anche lo scorso agosto, in occasione della crisi delle banche georgiane, scatenata dal conflitto – che è proprio la cooperazione imposta dalle contingenze quella che funziona meglio per le istituzioni finanziarie internazionali.
In secondo luogo, la creazione di nuovi meccanismi di cooperazione tra la BERS e la BEI, sotto l’egida dell’Unione europea, ci offre nuove ed eccellenti opportunità di collaborazione.
Mi riferisco soprattutto al quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali, attualmente al varo, nonché al partenariato orientale annunciato nei giorni scorsi dal Consiglio, che si avvarrà della proficua cooperazione già avviata grazie al nostro memorandum d’intesa e al Fondo d’investimento per la politica di vicinato.
Tali iniziative, favorite dai fondi comunitari, ci offrono l’opportunità di cooperare concretamente su progetti e programmi specifici, che assommano le forze di ciascuna istituzione e, in questo modo, costituiscono un ottimo banco di prova per influenzare l’evolversi del nostro lavoro congiunto.
Credo infatti che proprio in queste circostanze potremmo conseguire i risultati che avevate invocato: la ripartizione dei compiti, l’applicazione delle competenze condivise e la creazione dei meccanismi di cooperazione necessari, ivi compresa la definizione di norme comuni.
In terzo luogo, giudico il parere espresso dal Parlamento europeo un contributo prezioso alla fase iniziale della quarta revisione delle risorse del capitale, che concluderemo nel maggio del 2010, in occasione del nostro incontro annuale di Zagabria.
La BERS ha assunto una posizione fattiva in risposta alla crisi: stiamo infatti sostenendo i nostri clienti nei paesi di operazione e potenziando gli strumenti disponibili, con l’obiettivo di investire 7 miliardi di euro nel 2009 – un aumento di oltre il 20 per cento.
Al contempo, dobbiamo tuttavia ammettere che sta aumentando anche la nostra esposizione ai rischi. Non è ancora possibile prevedere con esattezza tutte le conseguenza della situazione attuale per il nostro portafoglio e per l’andamento della nostra attività. Ciononostante, è più chiara che mai l’importanza del partenariato con la BEI e l’Unione europea per il rispetto degli impegni presi.
PRESIDENZA DELL’ON. BIELAN Vicepresidente
Philippe Maystadt, presidente della BEI. – (FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, innanzi tutto desidero ringraziarvi per averci offerto ancora una volta la possibilità di proseguire il dialogo costruttivo avviato da qualche anno tra la Banca europea per gli investimenti e il Parlamento europeo.
Sono particolarmente lieto di avere l’occasione di discutere le due relazioni presentate oggi, in quanto sia la relazione Mitchell sia la relazione Seppänen sono interessanti e sollevano questioni assolutamente pertinenti. Spero avremo la possibilità di ritornare su questi aspetti in seguito.
Oggi, naturalmente, ci stiamo confrontando con una crisi di entità eccezionale, probabilmente la più grave dalla fine della Seconda guerra mondiale. E’, pertanto, del tutto normale in un simile contesto che gli Stati membri facciano appello alle nostre due istituzioni affinché cerchino di contribuire alla risposta dell’Unione europea per contrastare la crisi. Sapete che in tale contesto gli Stati membri, che sono i nostri azionisti, hanno chiesto alla BEI di aumentare notevolmente il volume dei suoi prestiti nel 2009, un incremento di circa il 30 per cento rispetto alle previsioni iniziali, nonché di incanalare questo sforzo aggiuntivo essenzialmente in tre settori: in primo luogo, i prestiti alle banche per le piccole e medie imprese; in secondo luogo, l’energia e in particolare la lotta contro il cambiamento climatico; infine, un impegno speciale per i paesi maggiormente colpiti dalla crisi.
Oggi a che punto siamo? Vi darò alcune cifre che riguardano gli ultimi tre mesi del 2008, cioè a partire dal momento in cui sono stati rivolti i primi appelli alla BEI, e i primi due mesi del 2009. In questi cinque mesi abbiamo concesso prestiti per oltre 31 miliardi di euro, con un aumento del 38 per cento rispetto allo stesso periodo di fine 2007-inizio 2008. Nel primo ambito, per quanto riguarda i prestiti alle piccole e medie imprese, in questo breve periodo sono stati concessi prestiti per 5,6 miliardi di euro. Diversi di voi hanno sottolineato l’importanza di sostenere le piccole e medie imprese nel contesto attuale. In effetti, stiamo compiendo molti sforzi in questa direzione e posso già dirvi che l’obiettivo che ci è stato posto di sbloccare 15 miliardi di euro di questi prestiti nel corso degli anni 2008 e 2009 sarà superato.
Per quanto concerne il secondo obiettivo, l’energia e la lotta contro il cambiamento climatico, anche in questo caso il nostro impegno è stato notevole ed è in tale contesto che vanno collocati i finanziamenti per l’industria dell’automobile. Bisogna essere chiari: in questo settore, i nostri finanziamenti sono destinati a progetti riguardanti la ricerca, lo sviluppo e la produzione di veicoli puliti, cioè automobili che saranno conformi alle nuove norme dell’Unione europea in materia di riduzione delle emissioni di CO2.
Infine, il terzo ambito, vale a dire l’aiuto ai paesi maggiormente colpiti dalla crisi: durante questo stesso periodo di cinque mesi, abbiamo concesso prestiti per un totale di 910 milioni di euro all’Ungheria, 600 milioni di euro alla Lettonia, 1 miliardo di euro alla Romania e 1,1 miliardi di euro alla Lituania.
Credo, pertanto, di poter dire che abbiamo fatto del nostro meglio per rispondere all’appello degli Stati membri e applicare senza esitazione le misure concordate. Lo stesso presidente Mirow ha già fatto allusione al piano d’azione congiunto con la Società finanziaria internazionale e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo riguardante gli aiuti al settore bancario nell’Europa centro-orientale.
Naturalmente, tale aumento del volume dei nostri prestiti è possibile soltanto grazie all’aumento di capitale deciso dai nostri azionisti – non costerà nulla agli Stati membri. Ciononostante, è stato deciso che vi fosse bisogno dell’autorizzazione dei nostri azionisti per trasformare le nostre riserve in capitale.
Diversi tra voi hanno rivolto domande circa il controllo e la supervisione della BEI, e personalmente ritengo che i quesiti siano del tutto legittimi. Quando un’istituzione finanziaria si sviluppa a questo livello, è normale che vi siano preoccupazioni su come è controllata. C’è quello che già esiste, che non è insignificante: ci sono un certo numero di controlli interni e, soprattutto, un controllo esterno da parte di un comitato di revisione contabile indipendente che risponde direttamente ai nostri amministratori. Inoltre, il trattato di Lisbona prevede un rafforzamento di questo comitato di revisione contabile con l’aggiunta di persone che abbiano una provata esperienza di supervisione bancaria.
Potremmo forse andare oltre? Vi ricordo che la Corte dei conti controlla già tutte le attività della BEI quando esse implicano l’uso di fondi del bilancio europeo. Dovremmo andare oltre, verso un sistema formale di supervisione bancaria? Questa era la speranza dell’onorevole Stauner. L’onorevole Bullmann ha affermato che le cose forse non sono così semplici. Ad ogni modo, ciò merita una discussione. Oggi posso semplicemente confermare la totale disponibilità della BEI a essere sottoposta a una supervisione bancaria formale, se ritenuta necessaria.
Per il momento, abbiamo organizzato una forma di supervisione informale, insieme alla Commissione di vigilanza del settore finanziario di Lussemburgo.
Per rispondere all’onorevole Audy, direi che l’azione che egli aveva richiesto l’anno scorso da parte del Comitato europeo dei supervisori bancari (CEBS) è stata effettivamente intrapresa. Abbiamo, pertanto, interrogato il CEBS, il quale ci ha informati di non avere alcuna autorità in materia e di non poter svolgere neppure un ruolo consultivo. Dunque, siamo ancora nelle mani di coloro che vorrebbero prendere un’iniziativa a questo riguardo. Ribadisco la nostra disponibilità a intraprendere tali iniziative.
Una parola conclusiva sulla cooperazione tra le nostre due istituzioni. Il presidente Mirow ha già detto che si sta sviluppando positivamente, in particolare nei Balcani occidentali e presso i nostri vicini dell’Est, più recentemente in Turchia. Volevo semplicemente dire, per rispettare il mio tempo di parola, che siamo del tutto d’accordo con le raccomandazioni incluse nella relazione Mitchell. Riteniamo che sarebbe nell’interesse comune delle nostre due istituzioni, nonché di chi assume prestiti da noi, evolvere verso una divisione più razionale e più funzionale del lavoro.
Un cenno conclusivo sulla relazione Seppänen. Vorrei sottolineare quanto abbiamo apprezzato l’impostazione costruttiva dell’onorevole Seppänen. Egli propone una soluzione temporanea, che permette alla BEI di proseguire le proprie attività, ma che fissa una data per un dibattito approfondito sul ruolo che la BEI dovrebbe svolgere al di fuori dell’Unione europea. Non dubito che dedicheremo del tempo a questo dibattito che, a mio avviso, arriva al momento opportuno.
Joaquín Almunia, membro della Commissione. – (ES) Signor Presidente, desidero ringraziare tutti i deputati che sono intervenuti in questo dibattito. La maggior parte degli interventi, a mio parere, ha dimostrato un elevato grado di accordo e di consenso sugli orientamenti che i presidenti delle due banche hanno appena espresso, in questi momenti di crisi ma anche di opportunità. Utilizzando le proprie risorse e la propria attività, essi intendono sostenere politiche essenziali per l’Unione europea, tra cui l’efficienza energetica, la lotta contro il cambiamento climatico, il sostegno alle piccole e medie imprese e il sostegno alle tecnologie pulite in settori particolarmente colpiti in questo momento, come quello dell’industria dell’automobile.
Ritengo che vi sia anche un accordo molto ampio circa la necessità di intensificare, nella misura del possibile, le attività di entrambe le banche nei paesi particolarmente interessati o colpiti dalla crisi, sia all’interno dell’Unione europea sia al di fuori delle nostre frontiere. Concordo con tutti i parlamentari che hanno chiesto alle banche di fare di più. Non concordo con chi ha detto alle banche di fare di meno o di essere più prudenti in questi momenti difficili. In effetti, credo che l’esistenza di banche come la Banca europea per gli investimenti o la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo sia particolarmente giustificata in un momento come questo.
Ancora qualche parola sui commenti riguardanti la supervisione della BEI. Sono lieto che l’onorevole Maystadt abbia dimostrato la propria disponibilità, a me già nota, ad analizzare la questione per trovare una soluzione, come era già stato detto nel dibattito dell’anno scorso.
Naturalmente, la Commissione è pronta sin da oggi a lavorare insieme all’onorevole Maystadt al fine di individuare gli strumenti più efficaci, che siano allo stesso tempo conformi al nostro ordinamento giuridico, allo scopo di trovare una soluzione a una questione di tale rilevanza, soprattutto in un momento in cui la BEI e la BERS devono ricorrere a mercati dove risulta più difficile, rispetto agli anni precedenti, trovare finanziamenti a condizioni favorevoli e con il più alto rating possibile a cui lavorano le due banche.
Gay Mitchell, relatore. − (EN) Signor Presidente, sono grato al Commissario e a entrambi i presidenti per i loro contributi nonché a tutti i colleghi parlamentari che sono intervenuti.
Per rispondere, vorrei sollevare brevemente tre punti. Le osservazioni del presidente Maystadt secondo cui il sostegno finanziario aggiuntivo della BEI consentirà esborsi rapidi e contribuirà all’economia reale, segnatamente proteggendo progetti validi e aiutando le imprese redditizie in questi momenti di difficoltà, sono estremamente incoraggianti. A mio avviso, occorre sostenere quanto più possibile le imprese che lottano per la sopravvivenza, allo scopo di fornire loro il credito di cui hanno bisogno per mantenere a galla le loro attività e garantire che non vadano persi posti di lavoro.
Ciononostante, la relazione chiede vigilanza sull’uso dei prestiti della BEI da parte delle banche commerciali, come pure un codice di condotta tra le banche commerciali e la BEI in tale ambito. Spero che gli onorevoli colleghi abbiano rilevato questo aspetto da alcuni dei commenti fatti.
In secondo luogo, l’umore che prevale attualmente in Europa è l’apprensione: i prezzi delle case continuano a precipitare in alcuni paesi e i cittadini mettono da parte i propri risparmi. Per combattere l’effetto di questa crisi economica, dobbiamo cominciare a parlare di ripresa. Abbiamo perso la concentrazione quando è iniziata la crisi; ora ci stiamo distraendo di nuovo. La ripresa sta per arrivare: potrebbe giungere alla fine di quest’anno oppure l’anno venturo, ma arriverà. Dobbiamo iniziare a parlare di ripresa e a prepararci per la ripresa. In particolare, bisogna essere abbastanza competitivi da poterne approfittare. Questo è ciò che chiedo alle tre istituzioni rappresentate qui oggi e al Parlamento.
Infine, occorre che la BEI e la BERS collaborino con altre istituzioni finanziarie internazionali e regionali – come la Banca mondiale, la Banca asiatica per lo sviluppo e la Banca africana per lo sviluppo – allo scopo di promuovere lo sviluppo in regioni lontane dall’Europa. Queste banche influiscono positivamente sugli aiuti ai paesi in via di sviluppo, ma ritengo che tali influssi vadano valutati adeguatamente.
Il finanziamento della proprietà terriera nei paesi in via di sviluppo va riesaminato come un costo di investimento in base al mandato per i prestiti esterni della BEI. Ho sollevato la questione in più occasioni. Il mio paese d’origine ha sperimentato la carestia. Abbiamo vissuto ogni genere di cose, ora subite dalle popolazioni dei paesi africani. Ciò che ha cambiato la parte nord-orientale della nostra isola è stato il fatto che tutti hanno investito in piccoli appezzamenti di terreno.
Prendete in considerazione questo modello per il mondo in via di sviluppo. Abbiamo bisogno di loro come futuri partner commerciali; invito pertanto entrambe le banche a considerare le mie parole, perché penso che questo sia un modo per aiutare il mondo in via di sviluppo. Si tratta di una questione sollevata oggi, appena qualche minuto fa, dal primo ministro della Gran Bretagna e che sottopongo all’attenzione di entrambe le banche.
La ringrazio, signor Presidente, per la possibilità di rispondere al dibattito. Spero che continueremo a lavorare in un clima di reciproca collaborazione per il bene dell’Europa.
Esko Seppänen, relatore. − (FI) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, noto che vi è un ampio consenso qui in Parlamento riguardo alla base giuridica per il nuovo mandato sui prestiti esterni della Banca europea per gli investimenti.
Poiché i rappresentanti della BEI sono arrivati tardi e non hanno potuto sentire il mio discorso iniziale, desidero informarli che la questione è ora sottoposta alla procedura di codecisione e che il Parlamento europeo non è più un facile terreno di gioco, com’è stato finora, per le questioni relative alla BEI.
In futuro, la BEI non potrà più contare sul sostegno di alcuni europarlamentari fidati. Nella procedura di codecisione avrà bisogno di un ampio sostegno da parte del Parlamento europeo. Affinché ciò accada, la BEI dovrà rendere più costruttive le proprie pratiche nei confronti del Parlamento europeo rispetto a quanto ci fosse sembrato necessario al momento di considerare questo mandato. Ritengo che, in questo periodo, questo aspetto sia stato chiarito alla BEI e spero che essa possa comprendere il messaggio inviatole dal Parlamento. Tutto è bene quel che finisce bene.
Presidente. − La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà mercoledì, 25 marzo 2009.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)
Paolo Bartolozzi (PPE-DE), per iscritto. – Il ruolo della BEI é diventato sempre più importante nell'attuazione delle politiche europee di sviluppo e di coesione.
Se nel passato qualche critica alla BEI non é mancata perché considerata un po' avulsa dagli obiettivi di coesione economica e sociale perseguiti dall'Unione europea, per avere concentrato il suo intervento soprattutto a favore di enti pubblici, un suo cambio di direzione sembra profilarsi nell'ambito delle prospettive di sviluppo e di coesione 2007-2013.
Cooperando più strettamente con la Commissione europea, essa si pone oggi come banca moderna e dinamica grazie a un'allargata tipologia di progetti finanziari volti a contribuire al riequilibrio socioeconomico delle regioni europee meno favorite. Per quanto riguarda l'attualizzazione degli interventi, registriamo con particolare soddisfazione gli strumenti di sostegno alle PMI che potranno accrescere i loro investimenti grazie a un migliore accesso al mercato finanziario.
Al pacchetto di misure definite dalla Commissione europea per assistere le PMI a livello comunitario e alle quali si sta dando attuazione, la BEI può dare un valore aggiunto e un'accelerazione per l'avvio o lo sviluppo delle loro attività, essendo esse fonte principale e non surrogabile di nuovi posti di lavoro in Europa.
Alexandru Nazare (PPE-DE), per iscritto. – (RO) Le questioni fondamentali trattate in questa relazione non riguardano la garanzia della Comunità di per sé, ma piuttosto come rendere più efficace l’uso dei finanziamenti concessi dalla BEI. Il ruolo della BEI come strumento dell’Unione europea volto a sostenere lo sviluppo economico è indiscutibile. L’Unione europea dispone di una serie di strumenti finanziari in materia di relazioni esterne e l’attività della BEI dev’essere complementare ad essi.
Riguardo alle priorità di finanziamento, mi compiaccio che la versione attuale della relazione contenga anche la mia proposta di includere un necessario chiarimento sui progetti nel settore dell’energia in Europa orientale e nel Caucaso meridionale, vale a dire che essi devono essere “in linea con l’obiettivo della politica comunitaria intesa a diversificare le fonti di energia e volti a garantire ai consumatori risorse stabili e sicure.”
Sono lieto che i leader europei abbiano raggiunto un compromesso in seno al Consiglio europeo riguardo al finanziamento di progetti in materia di energia da parte dell’Unione europea come parte del piano di ripresa economica. Mi rallegro altresì per il fatto che il progetto Nabucco sia sopravissuto a questo compromesso e sia stato dichiarato un progetto prioritario nel settore dell’energia. Auspico che la BEI sia coinvolta di modo che questo progetto possa raggiungere il necessario livello di investimenti e che, a partire dal 2013, possiamo trasportare gas dal Mar Caspio all’Europa.