Presidente . – L’ordine del giorno reca la discussione sull’interrogazione orale alla Commissione (B6-0225/2009), presentata dall’onorevole Cappato, a nome del gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, sull’interoperabilità tra i caricabatteria dei telefoni cellulari (O-0057/2009).
Marco Cappato, autore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, il fatto di cui parliamo è molto chiaro ed evidente. Ci sono 500 milioni circa di telefoni cellulari attivi in Europa e ci sono 30 diversi tipi di caricabatterie. La motivazione tecnica di questa differenza: nessuna. Non esiste alcuna motivazione tecnica. È soltanto una fonte, da una parte, di speculazione scorretta da parte dei produttori e, dall'altra, è un danno ambientale evidente perché, a causa di questa trappola tesa ai danni dei consumatori, ci sono centinaia di milioni di caricatori del telefono che vengono dispersi nell'ambiente con una rotazione di ogni due-tre anni.
La Commissione europea, il Commissario Verheugen ha già risposto molto prontamente a una nostra interrogazione che chiedeva un intervento di standardizzazione di queste strumentazioni e quindi oggi siamo qui per chiedere al Commissario a che punto siamo. Una strada possibile è quella della autoregolamentazione, cioè che i produttori di cellulari e quindi di caricabatterie possano in brevissimo tempo mettersi d'accordo per imporre uno standard che ponga fine a questa situazione davvero ridicola e dannosa.
Diciamo però subito, Commissario Verheugen che, qualunque garanzia di autoregolamentazione i produttori vogliono dare, dovremo essere molto chiari nell'intervenire con la regolamentazione nel caso in cui questa risposta non sia sufficiente e che questa regolamentazione non dovrebbe riguardare soltanto i cellulari, i caricabatterie dei cellulari, ma anche altri dispositivi digitali per i quali lo stesso problema esiste. In questo modo l'Europa potrebbe anche imporre, e ho terminato Presidente, degli standard che alla fine si potrebbero imporre anche come standard mondiali. È una grande occasione su una questione tecnica, ma importante per i consumatori europei.
Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione. − (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, sono lieto di informare gli onorevoli membri del Parlamento europeo che abbiamo compiuto degli autentici progressi nella standardizzazione dei caricabatteria dei telefoni cellulari in Europa.
Prima di entrare nel merito, desidero però ringraziare gli onorevoli Cappato e Manders per l’impegno profuso nella risoluzione di questo problema, che riguarda la vita quotidiana dei cittadini europei.
Concordo appieno sulla necessità di mettere fine a questa proliferazione di caricabatteria e fare in modo che in futuro sia possibile ricaricare qualsiasi telefono cellulare con un unico caricabatteria standardizzato. Le centinaia di milioni di caricabatteria e adattatori superflui in Europa gravano inutilmente sull’ambiente e, allo stesso tempo, costituiscono una fastidiosa voce di spesa per i consumatori. Oggigiorno, chiunque sostituisca il proprio telefono cellulare ha spesso bisogno di un caricabatteria completamente diverso e persino i vari modelli di una stessa casa produttrice non utilizzano un caricatore standardizzato.
Non è affatto un problema nuovo. Non si dimentichi però che caricare un telefono cellulare non è come fare il pieno di benzina a un’automobile: si tratta di un’operazione molto più complessa dal punto di vista tecnico. Fino ad alcuni anni fa, la tecnologia non aveva raggiunto uno stato dell’arte tale da garantire la standardizzazione assoluta, soprattutto sul versante della sicurezza: i telefoni cellulari sotto carica rischiavano infatti di surriscaldarsi e addirittura di esplodere.
Nel frattempo, tali difficoltà sono state però superate e non sussiste più alcun ostacolo tecnico alla standardizzazione.
Ho dunque intrapreso delle iniziative mirate a esortare gli operatori del settore a commercializzare un caricabatteria standardizzato.
Confido che il settore agirà in tempi brevi. Il nostro ruolo istituzionale ci impone tuttavia di mantenere la guardia alta e non dovremmo, per alcun motivo, escludere l’eventualità di introdurre delle norme ad hoc. Come forse già saprete, in occasione del loro ultimo convegno, svoltosi a Barcellona, i gestori di rete hanno annunciato che, a decorrere dal 2012, sarà possibile caricare gran parte dei nuovi telefoni cellulari sul mercato con un unico apparecchio standardizzato.
E’ un dato positivo, ma non sufficiente. La Commissione auspica un’armonizzazione completa, sulla base di uno standard uniforme e di un impegno vincolante da parte degli operatori del settore. La Commissione desidera inoltre che gli operatori elaborino un memorandum d’intesa vincolante entro il mese di aprile, che raccolga l’adesione dei principali produttori di telefoni cellulari e garantisca che tutti i caricabatteria siano compatibili con tutti i telefoni cellulari e viceversa.
La Commissione non esiterà ad avanzare una proposta di legge se gli operatori non raggiungeranno spontaneamente l’accordo.
Auspico inoltre che il problema venga risolto spontaneamente anche per altre apparecchiature, come le videocamere digitali e i lettori MP3, una volta dato il buon esempio con i telefoni cellulari. In caso contrario, si renderà necessario un intervento normativo anche in questi ambiti.
La Commissione continua a fare affidamento sul prezioso sostegno del Parlamento europeo affinché si trovi una soluzione definitiva a questo fastidioso problema.
Paul Rübig, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, oggi potremmo festeggiare la Giornata europea della telefonia cellulare perché, di concerto con la Commissione e il Consiglio, abbiamo approvato il riesame del regolamento sul roaming. Siamo giunti a una conclusione soddisfacente, che consentirà di ridurre i costi derivanti dall’utilizzo di un telefono cellulare. E’ un risultato positivo in questi tempi di crisi economica. E’ inoltre allo studio un programma di abbattimento dei costi per i caricabatteria, un’altra iniziativa fondamentale per i cittadini europei.
I caricabatteria dovrebbero recare un’etichetta che indichi la classe di efficienza corrispondente, sul modello dei frigoriferi, per illustrarne il consumo elettrico. E’ altresì essenziale introdurre tra i requisiti di legge per i caricabatteria l’interruzione automatica della corrente quando il dispositivo è completamente carico, chiedendo inoltre agli istituti di normalizzazione di avanzare proposte in tal senso.
Valuto positivamente lo scadenzario della Commissione, secondo cui si dovrebbe tentare di raggiungere un accordo spontaneo entro aprile per poi definire le norme tecniche. Ovviamente non si tratta di un compito semplice: da un lato, si ha la connessione del caricabatteria al cellulare, che può essere agevolmente disciplinata definendo degli standard tecnici; dall’altro, la presa di corrente pone un problema che abbiamo già incontrato nel processo di normalizzazione a livello comunitario. Anche in questo caso, è necessario elaborare delle proposte per risolvere la questione, che non riguarda la sola Europa, ma anche il resto del mondo. A questo proposito, sarebbe forse opportuno coinvolgere l’Organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO) per individuare una soluzione valida ovunque nel mondo.
Silvia-Adriana Ţicău, a nome del gruppo PSE. – (RO) La proposta oggi in discussione riguarderà un numero effettivamente elevato di consumatori comunitari. Desidero peraltro ricordare che il 2009, essendo l’anno della creatività e dell’innovazione, è forse il momento più adeguato per compiere progressi verso la standardizzazione, soprattutto se i produttori di telefoni cellulari sigleranno davvero un accordo, quantunque volontario per il momento.
Ritengo che la definizione di uno standard tecnico comune sia l’obiettivo più impellente e che gli enti comunitari competenti in materia di normalizzazione dovrebbero essere coinvolti affinché vengano immesse sul mercato le soluzioni più valide.
Poiché la sola etichettatura con indicazione dell’efficienza energetica non è sufficiente, attribuisco grande importanza anche al varo di una campagna di sensibilizzazione dei consumatori, che fornisca informazioni, ad esempio, sui vari tipi di caricabatteria per i telefoni cellulari.
Il 2012 non è poi così lontano, ma credo che, se veramente i produttori investiranno nel nuovo caricabatteria unico, riusciremo comunque a rispettare questa scadenza.
Desidero però ricordare che la ricerca ha già prodotto alcune applicazioni che stanno facendo la propria comparsa sul mercato: sono infatti disponibili dei caricatori che possono essere utilizzati per caricare due o tre apparecchi alla volta, anche se di fattura e modelli diversi.
E’ proprio per questo che dobbiamo aumentare gli investimenti nella ricerca, soprattutto, a mio parere, nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Si sono già registrati dei progressi: il Settimo programma quadro per la ricerca prevede infatti risorse considerevoli a tale scopo, ma non si è ancora fatto abbastanza per l’ambito, alquanto circoscritto, dei caricabatteria per cellulare. Proprio per questo considero l’accordo tra produttori un passo in avanti, cui deve però accompagnarsi la definizione di standard comuni.
Toine Manders, a nome del gruppo ALDE. – (NL) Signora Presidente, ci troviamo a discutere un argomento di grande interesse per i consumatori, ovvero la standardizzazione del collegamento per i caricabatteria per telefoni cellulari. Per quanto il mio orientamento liberale mi spinga a consentire il libero gioco di mercato e ridurre al minimo l’intervento statale, credo anche nella libertà di scelta dei consumatori – libertà che, al momento, è loro preclusa per l’acquisto di un cellulare. Il caricabatteria deve essere necessariamente acquistato insieme con l’apparecchio, creando non pochi grattacapi ai consumatori. Gli studi condotti dimostrano inoltre che i cittadini spendono 300 milioni di euro l’anno per l’acquisto dei caricabatteria, compresi automaticamente nel prezzo dei nuovi telefoni cellulari. Il risultato è che, anche in questo caso, l’ambiente ne subisce le conseguenze per il modico prezzo di 300 milioni di euro l’anno, senza contare lo spreco di energia causato da questi economici caricabatteria quando – come spesso accade – sono lasciati nella presa anche dopo aver staccato il telefono cellulare, continuando a consumare energia.
Insieme con il mio collega, l’onorevole Cappato, invoco da anni l’introduzione di uno standard europeo e desidero porgere le mie più vive congratulazioni al commissario per il modo in cui ha gestito la vicenda, strizzando un po’ l’occhio agli operatori del settore e, allo stesso tempo, intimorendoli e ingiungendo loro di escogitare una soluzione, pena il varo di norme vincolanti. Appoggio la strategia adottata a maggior ragione perché, essendo io di orientamento liberale, sono contrario all’imposizione di norme laddove sia possibile ricorrere alla sola forza di persuasione. La persuasione implica infatti che si sceglie una determinata strada perché se ne intravedono i benefici e credo che il commissario abbia ottenuto ottimi risultati in tal senso.
Ho già raccontato la seguente storiella in altre occasioni: quando conobbi mia moglie trentacinque anni fa, la persuasi a uscire con me; se invece l’avessi costretta, probabilmente non avrebbe goduto del valore aggiunto che abbiamo adesso e il nostro legame non sarebbe durato così a lungo. Credo che questo esempio sia valido anche per il mondo dell’imprenditoria, che, se libero di risolvere autonomamente la questione, troverà un rimedio più efficace di quello eventualmente imposto dai politici.
Ritengo dunque che la soluzione scelta sia eccellente e auspico che, nel tempo, il commissario riuscirà non solo a introdurre uno standard per i caricabatteria, ma anche per molti altri dispositivi elettronici. Se una famiglia parte per un fine settimana, può essere costretta a portare con sé ben trenta caricabatteria. C’è sempre qualcuno, anche in quest’Aula, che non solo è costretto a chiedere in prestito un caricabatteria perché da dimenticato il suo, ma deve anche trovare il caricatore giusto per quello specifico modello. Le rinnovo i miei complimenti, signor Commissario. Spero che si riuscirà a concludere l’opera entro il 2012 e che lei saprà essere incisivo nel caso gli operatori non rispettassero l’impegno assunto. E’ sempre preferibile aspettare per ricorrere alle maniere forti, tentando di ottenere una soluzione con la persuasione e l’autoregolamentazione: lei è riuscito nell’impresa e merita le mie più vive congratulazioni.
Paul Rübig (PPE-DE) . – (DE) Signora Presidente, ho un’altra domanda per il commissario Verheugen. Le porte USB 2.0 possono trasferire sia energia sia dati. Potrebbero essere una valida alternativa?
Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione. – (DE) Signora Presidente, onorevoli parlamentari, mi ero già fatto un appunto al riguardo, onorevole Rübig: volevo infatti dirle che affronto la questione con grande tranquillità proprio perché non credo che stiamo complicando inutilmente la vita degli operatori del settore, essendo già disponibile la tecnologia USB. Tutti gli esperti mi dicono che lo standard esistente può essere applicato a tutte le apparecchiature palmari: è vero che non può essere adoperato contemporaneamente con un computer fisso e un telefono cellulare, ma lo stesso non vale per tutte le apparecchiature palmari.
Quest’ultima osservazione mi consente anche di rispondere all’onorevole Ţicău: lo standard di cui lei parla in realtà esiste già. Desidero inoltre informarla, onorevole Ţicău, del fatto che il consumo energetico e l’impatto ambientale di questo tipo di caricabatteria sono già oggetto di studi accurati. Ci occuperemo della questione al più tardi quando avrà inizio il lavoro di attuazione della direttiva relativa ai prodotti che consumano energia, in merito alla quale abbiamo già presentato una proposta a quest’Assemblea.
In conclusione, mi rivolgo nuovamente all’onorevole Rübig: credo che l’interruzione di corrente automatica sia un’idea eccellente non solo nel caso dei caricabatteria e, a mio avviso, merita un ulteriore approfondimento. La Commissione vi sta già lavorando e riferirà al Parlamento in merito.