Presidente. – L’ordine del giorno reca la dichiarazione della Commissione sui ricorsi collettivi.
Meglena Kuneva, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, sin dall’inizio del mio mandato, i ricorsi, come lei sa, sono stati in cima alla mia lista di priorità. Ritengo che i diritti sostanziali dimostrino la propria forza unicamente quando sono supportati dall’applicazione della legge e da mezzi di ricorso effettivi per i consumatori. Sempre più spesso, molti consumatori subiscono perdite a causa di pratiche illegali identiche o simili adottate da un commerciante senza ottenere alcuna riparazione.
La Commissione ha esaminato il problema con il quale i consumatori si devono confrontare per ottenere riparazione in caso di azioni collettive. Abbiamo commissionato studi, discusso la questione con gli interessati, condotto indagini e una consultazione in rete, oltre ad aver recentemente pubblicato un Libro verde in risposta al quale ci sono pervenuti oltre 170 commenti.
Sebbene la consultazione si sia ufficialmente conclusa il 1° marzo 2009, ancora giungono osservazioni e posso già dirvi che quanto maggiore è il numero di prove raccolte, tanto più si rafforza il nostro convincimento che effettivamente sussiste un problema. Per questo dobbiamo trovare una soluzione nell’interesse della giustizia e di un’economia europea sana.
Il Libro verde sui ricorsi collettivi dei consumatori proponeva vari modi per affrontare la questione. Un’analisi preliminare delle risposte ricevute indica che gli interessati riconoscono l’attuale situazione insoddisfacente per quanto concerne i ricorsi collettivi negli Stati membri. Vi è consenso in merito alla necessità di intraprendere ulteriori azioni per conseguire una forma di riparazione efficace per i consumatori e, così facendo, ristabilirne la fiducia nel mercato.
Le organizzazioni di consumatori preferiscono misure vincolanti per un sistema giudiziario di ricorso collettivo in tutti gli Stati membri, abbinato ad altre opzioni come l’estensione alle azioni collettive degli attuali meccanismi alternativi di risoluzione delle controversie (ADR). Le imprese opterebbero per meccanismi ADR.
Tra qualche settimana, una volta analizzate attentamente tutte le risposte, pubblicheremo le repliche unitamente a una dichiarazione sul riscontro ricevuto e prima dell’estate delineeremo i diversi modi per affrontare il problema delle azioni collettive. Non si tratterà semplicemente di ribadire le quattro opzioni descritte le Libro verde. Il nostro ragionamento si sta ulteriormente sviluppando alla luce delle risposte alla consultazione sul Libro verde. Sulla base dell’esito di tutte le consultazioni, la Commissione esaminerà approfonditamente l’impatto economico e sociale sugli interessati, tra cui costi e benefici derivanti dalle possibili alternative. Il 29 maggio terremo un’audizione per condividere le nostre conclusioni preliminari con gli interessati.
Vorrei comunque sottolineare che, qualunque strada si percorra, non seguiremo le orme dell’esperienza statunitense. Rispetteremo invece le nostre culture giuridiche europee e terremo conto delle esperienze maturate dagli Stati membri. Una volta definite chiaramente le possibilità, il Parlamento europeo, gli Stati membri e gli interessati saranno convinti, come io sono, non solo che esiste un problema, ma che si deve e si può trovare una soluzione efficace a livello europeo.
Perché imprese rispettabili devono soffrire a causa di concorrenti sleali che ne approfittano quando i consumatori non vengono risarciti? E sottolineo la parola “risarciti”. Questa è infatti la vera natura della riparazione alla quale aspiriamo. Perché i consumatori dovrebbero rinunciare alle loro legittime aspettative di risarcimento e perché la società dovrebbe tollerare un vuoto in termini di protezione sociale e giustizia?
Confido nella possibilità di trovare una soluzione che individui il giusto equilibrio tra il miglioramento dell’accesso dei consumatori a una qualche forma di riparazione e la necessità di evitare azioni infondate. Una riparazione efficace promuoverà la fiducia dei consumatori nel mercato interno e in ciò che l’Europa può fare per loro, aspetto particolarmente importante nella dura realtà dell’odierna crisi economica e finanziaria. Come sapete, i mesi a venire saranno contrassegnati da molti cambiamenti istituzionali e questo potrà influire sui temi e la presentazione del nostro lavoro sui ricorsi collettivi.
In merito all’iniziativa intrapresa dalla Commissione per quel che riguarda le azioni di risarcimento per violazione delle norme antitrust comunitarie, posso garantirvi che la Commissione condivide l’idea del Parlamento che le due iniziative correlate ai ricorsi collettivi debbano essere coerenti. Coerenti non significa infatti che diverse iniziative politiche debbano utilizzare gli stessi strumenti per conseguire i medesimi obiettivi. Posso parimenti assicurarvi che continuerò a profondere personalmente impegno al riguardo lavorando sull’argomento sino al termine del mio mandato con la stessa energia e determinazione che vi ho dedicato sinora e, ovviamente, con il cortese aiuto e sostegno del Parlamento.
Malcolm Harbour, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signor Presidente, sono lieto di porgere nuovamente il benvenuto in Aula alla signora commissario Kuneva. Signora Commissario, mi limiterò a ribadire le parole usate da lei stessa in merito alla sua energia e determinazione nel perseguire gli interessi dei consumatori che hanno destato grande ammirazione non solo nel nostro lato della Camera, ma anche in tutti i membri della nostra commissione. La incoraggiamo caldamente a proseguire il lavoro intrapreso.
Per quanto concerne la proposta in merito ai ricorsi collettivi, ritengo che vi stiate accostando al tema esattamente nel modo richiesto. Abbiamo ribadito a più riprese che si tratta di un argomento estremamente complesso che comporta non solo misure a livello europeo, ma anche difficilissimi aspetti di integrazione con il diritto nazionale e regionale. In particolare, al centro, come lei rammentava, dobbiamo porre il consumatore.
E’ stata molto coerente nel dire che la fiducia dei consumatori nel mercato interno e nel commercio transfrontaliero è uno degli aspetti fondamentali da porre, altrimenti i consumatori non otterranno i diritti di accesso che spettano loro né potranno usare ed esercitare la propria scelta a livello transfrontaliero. Penso che questo resti il fulcro dell’odierna discussione.
A mio parere, fondamentali sono i tempi e la complessità delle soluzioni, visto che lei ha evocato un ampio ventaglio di possibilità. E’ tuttavia abbastanza chiaro che soluzioni che dovessero comportare nuovi meccanismi giudiziari a livello europeo richiederanno, come è ovvio, molto più tempo e saranno potenzialmente più controverse rispetto all’uso di una delle misure alternative di risoluzione delle controversie o delle misure di cooperazione dei consumatori già introdotte. Credo che tutti noi in commissione ricordiamo infatti che il miglioramento della cooperazione per quanto concerne i consumatori è stato un aspetto sollevato attraverso la nostra commissione nell’ultimo Parlamento e vorremmo che diventasse più efficace. Ritengo che si tratti di uno strumento utilizzabile per offrire ai consumatori il genere di riparazione che stiamo ricercando, non soltanto nelle azioni collettive, ma anche nelle azioni transfrontaliere, per gestirle più efficacemente. Riuscire a far prevalere un certo senso di priorità accelerando i tempi per giungere rapidamente alle soluzioni migliori: questo a mio parere è il modo corretto per procedere che le raccomando vivamente di seguire.
Evelyne Gebhardt, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, la ringrazio per aver accolto l’iniziativa del gruppo PSE e affrontato la questione, che è importante per i cittadini.
Ho qui il mio cellulare. Ho sentito da molti giovani che hanno avuto tanti problemi perché, a causa di un contratto da loro sottoscritto del tutto involontariamente – per esempio, per una suoneria – è stata detratta loro una certa somma di denaro ogni mese per cinque, sei, sette, otto mesi. Nessuno si rivolge a un tribunale per 5 euro, ma se a un milione di cittadini accade la stessa cosa e un’impresa indebitamente intasca 5 milioni di euro, si tratta di concorrenza sleale rispetto ai concorrenti nell’Unione europea che si sono comportati in maniera corretta. Per questo motivo è estremamente importante affrontare la questione.
Tuttavia, è anche importante per la gente, per i giovani, per i genitori, che si trovano in questa situazione, disporre di strumenti giuridici per potersi realmente difendere. In un momento in cui l’Europa sta crescendo insieme, in cui la gente compra in rete, è importante istituire strumenti transfrontalieri che si possano realmente utilizzare in modo appropriato. Pertanto, a parere del mio gruppo, è proprio l’azione collettiva prevista da tali strumenti che deve essere esaminata attentamente per valutare se siano utilizzabili nell’Unione europea. Tuttavia, come lei ha detto poc’anzi, signora Commissario, dobbiamo disegnare tali strumenti in maniera tale da evitare che si arrivi agli estremi raggiunti negli Stati Uniti, adeguandoli invece al nostro ordinamento giuridico. Dobbiamo lavorare al riguardo e intendiamo approfondire ulteriormente la questione nei mesi a venire.
Signora Commissario, lei sa che al riguardo siamo al suo fianco. Quando si tratta di applicare i diritti dei cittadini, noi socialdemocratici non ci tiriamo mai indietro.
Andreas Schwab (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, vi ringrazio moltissimo per l’opportunità offertami di partecipare al dibattito. Sono lieto, signora Commissario, che su richiesta del gruppo PPE-DE lei si sia adoperata per sviluppare la proposta concernente i ricorsi collettivi della DG Concorrenza – che all’inizio aveva previsto di disciplinare la questione secondo la pratica vigente negli Stati Uniti – adottando un approccio orizzontale in modo da trattare tutti equamente all’interno dell’Unione: piccole e medie imprese, consumatori, lavoratori e imprenditori. E’ un passo avanti importante che intendiamo sostenere in maniera positiva e costruttiva.
Siamo consapevoli del fatto che in molti singoli casi un’azione comunitaria per l’applicazione di diritti collettivi può sembrare ovviamente più efficace di un’azione individuale. Restiamo però convinti del fatto che il modo per gestire le azioni sommarie che maggiormente tutela il consumatore non sia rappresentato dal ricorso collettivo, bensì dall’esecuzione pubblica di tali istanze, per esempio mediante un’istanza di profit skimming, come prevede il diritto tedesco contro la concorrenza sleale, perché i singoli consumatori valuteranno molto attentamente se convenga intentare un’azione collettiva tramite un avvocato per 4,99 euro o se in realtà non sarebbe più utile, per esempio, un costante monitoraggio di tali istanze a livello pubblico da parte di un difensore civico, richieste eseguite poi con mezzi appropriati. Pertanto, in merito alla maniera di collegare i due elementi, penso che dobbiamo valutare attentamente come possiamo aiutare i consumatori nella maniera più efficace in quanto non sempre hanno tempo di consultare un legale, ma vogliono trovare assistenza in maniera rapida e agevole.
Il secondo aspetto che reputo importante, e anche in questo caso la sua direzione generale ha svolto un ottimo lavoro, è il seguente: l’elemento più interessante è stato una discussione presso la rappresentanza bavarese a Bruxelles nel corso della quale in risposta alla domanda se utilizzando gli strumenti giuridici europei si possa effettivamente escludere il tipo di riparazione collettiva esistente negli Stati Uniti, un rappresentante della direzione generale ha chiaramente risposto: “no, non possiamo”. Ciò a nostro parere significa che non possiamo ignorare completamente tale modello. Dobbiamo continuare a discuterlo, ma farlo con grande attenzione coinvolgendo nel dibattito gli Stati membri con le loro possibilità giuridiche in maniera che alla fine si arrivi a ciò che tutti vogliamo, ossia un vero modello europeo particolarmente interessante per i consumatori che tuteli anche le piccole e medie imprese.
Arlene McCarthy (PSE). – (EN) Signor Presidente, so che la signora commissario è a conoscenza del fatto che domani 4 000 consumatori si presenteranno dinanzi all’Alta corte negli Stati Uniti per chiedere riparazione di gravi reazioni allergiche, ricoveri e decessi derivanti dall’uso di una sostanza chimica in divani e articoli per la casa, ora bandita nell’Unione europea. Francia, Svezia e Polonia hanno segnalato casi e danni analoghi. In Europa vi sono potenzialmente molte migliaia di consumatori che hanno subito gravi danni a causa di tale sostanza chimica tossica.
Penso che i cittadini sostengano l’intervento europeo laddove si ritiene che aiuti realmente i consumatori ad affrontare i veri problemi. In questi casi, per aiuto reale si intende conferire loro il diritto di intraprendere un’azione collettiva, ovunque comprino prodotti e servizi. Per questo la nostra commissione ha avviato una consultazione in rete in merito alla proposta della Commissione concernente i diritti dei consumatori. Abbiamo ricevuto molte risposte, tante delle quali – da aziende e consumatori – hanno messo in luce la necessità di un accesso efficace a mezzi di ricorso e riparazione transfrontalieri.
Esistono a mio parere abbastanza casi come quello del divano tossico con prove tali da dimostrare la necessità di una serie di possibilità di ricorso collettivo, non soltanto per migliorare l’accesso alla giustizia, ma anche per esercitare un effetto deterrente su pratiche commerciali illegali o sleali. Ovviamente in sede di commissione vogliamo che i consumatori possano avvalersi di strumenti economici e accessibili, come i meccanismi alternativi di risoluzione delle controversie, ma credo che l’odierno dibattito riguardi innanzi tutto l’individuazione di modi pratici per dare un aiuto concreto ai nostri consumatori e cittadini, garantendo loro operazioni eque, riparazione reale e strumenti di ricorso concreti.
Klaus-Heiner Lehne (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei esordire dicendo che anche noi, in linea di principio, apprezziamo la proposta della Commissione e questo Libro verde.
Come ha già affermato chi mi ha preceduto, non vi è dubbio in merito all’esistenza di un fenomeno di “massa” in cui perdite relativamente piccole interessano un gran numero di persone. Le singole perdite sono irrisorie, ma nel complesso il loro ammontare è notevole. Abbiamo bisogno di uno strumento per affrontare il problema. A mio parere è giusto considerare qualcosa del genere.
Restando sugli elementi positivi, apprezzo moltissimo altresì il fatto che nel Libro verde la direzione generale per la salute e la tutela dei consumatori abbia posto decisamente l’accento anche sulla questione dei meccanismi alternativi per la risoluzione delle controversie. L’atteggiamento è molto diverso rispetto al libro bianco della direzione generale per la concorrenza, pure dibattuto in sede parlamentare ieri e che sinora ha completamente ignorato la possibilità di meccanismi stragiudiziali di risoluzione delle controversie. Penso che la direzione generale per la salute e la tutela dei consumatori si sia spinta oltre nel suo Libro verde di quanto abbiano fatto i membri della direzione generale per la concorrenza.
Vorrei tuttavia chiarire due punti che a mio avviso dovrebbero essere visti come commenti critici. Tra pochi minuti, a mezzogiorno, il Parlamento adotterà la mia relazione sul libro bianco prodotto dalla direzione generale per la concorrenza. Forti di un’ampia maggioranza in Aula, chiederemo che la Commissione europea scelga un approccio orizzontale per affrontare la questione.
Non dobbiamo finire con strumenti settoriali: uno per l’ambito della tutela dei consumatori, uno per l’ambito del diritto antitrust, uno per il mercato dei capitali, forse uno per l’ambiente, ancora uno per gli affari sociali, tutti reciprocamente in contrasto, tutti che interferiscono con gli ordinamenti giuridici degli Stati membri sfociando in ultima analisi in una confusione giuridica che nessun esperto può più gestire. Abbiamo visto spesso esempi del genere in passato. Penso al dibattito in merito alla direttiva concernente le qualifiche professionali, che successivamente abbiamo riunito in un unico strumento perché la frammentazione non era più gestibile. In questo caso, la Commissione non deve ripetere lo stesso errore. Dovrà promuovere un approccio orizzontale sin dall’inizio. Questa è la posizione chiara del Parlamento, come risulterà evidente tra alcuni minuti.
Un’ultima osservazione: apprezzo enormemente il fatto che tutti concordiamo con l’idea di non volere un’industria delle azioni legali basata sul modello americano con un volume di affari di 240 miliardi all’anno dal quale traggono profitto soltanto gli avvocati, mentre i consumatori non ottengono assolutamente nulla. Vogliamo un vero Stato di diritto in Europa, così come vogliamo mantenere il nostro tradizionale ordinamento e la nostra interpretazione della legge.
Martí Grau i Segú (PSE). – (ES) Signor Presidente, in un mercato senza frontiere come quello europeo, è importante che, oltre a garantire una concorrenza sana, si salvaguardino con pari zelo anche i consumatori.
Durante tutta l’ultima metà dello scorso secolo, si sono abbattute le barriere commerciali per i prodotti, ma tali barriere ancora permangono in larga misura per i consumatori.
Le pratiche commerciali abusive spesso non sono segnalate dai consumatori né perseguite dalle organizzazioni che li tutelano in ragione dell’idea imperante che è difficile ottenere riparazione.
Il ricorso collettivo risparmia fatica quando sono coinvolte molte persone e offre una possibilità decisamente migliore di giungere a un accordo risarcitorio. In ragione della natura transfrontaliera di gran parte delle operazioni economiche che avvengono nell’Unione europea, questo diritto a un’azione collettiva non può essere soggetto a limiti nazionali.
Abbiamo bisogno di un’iniziativa concreta che abbracci l’intera Europa, un’iniziativa che per essere efficace dovrebbe comportare un certo grado di armonizzazione o allineamento tra gli ordinamenti nazionali esistenti. Il modello scelto deve essere volto a fornire ai consumatori facile accesso al sistema, evitando nel contempo eccessivi costi e adempimenti burocratici.
Ritengo dunque che dobbiamo dare la priorità alle procedure alternative di risoluzione delle controversie perché assicurano maggiore flessibilità, unitamente a procedimenti legali semplificati e meno costosi.
Reinhard Rack (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, vi è ampio consenso in Aula in merito alla necessità di assicurare una migliore tutela ai consumatori, specialmente laddove, nel caso di piccole perdite individuali, un numero di perdite notevole crea un problema perché non si intravede alcuna possibilità sensata di procedere a un’azione individuale. La domanda è come dovrebbero essere organizzati la tutela dei consumatori e il suo miglioramento? In proposito ritengo molto importante, e per questo sono grato alla Commissione, dire deliberatamente che vogliamo esaminare tutte le alternative e tutti gli aspetti di questo tema complesso e decidere in merito alle soluzioni soltanto dopo un attento esame.
Vorrei rammentare un aspetto al riguardo che non è stato ancora citato. Ci siamo già resi conto, e in futuro i casi potrebbero essere sempre più frequenti, che per molte organizzazioni non governative e tante associazioni di tutela dei consumatori, la possibilità di intraprendere azioni collettive sta diventando un argomento pubblicitario. Tale pericolo va espressamente incluso nelle nostre considerazioni affinché in buona sostanza non si aiuti chi non ne ha bisogno trascurando invece chi ne ha.
Meglena Kuneva, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare tutti per i preziosi pareri espressi. In un certo senso, la maggior parte delle considerazioni formulate mi è familiare perché abbiamo già discusso punto per punto gli elementi salienti delle vostre preoccupazioni e speranze nei confronti del ricorso collettivo in Europa.
Vorrei ribadire ancora una volta che condivido pienamente con voi l’idea di non volere che nella cultura europea vengano introdotte azioni collettive di tipo americano. So che questo è uno degli aspetti che vi sta più particolarmente a cuore. Come rammentava l’onorevole McCarthy, si parla di risarcimento. Sta già accadendo nel Regno Unito, ma non ha nulla a che vedere con l’oggetto del nostro dibattito e quanto io propongo come passi futuri in tale direzione.
Al riguardo, vorrei sottolineare ciò che segue. Verifica della reale necessità di una formula di ricorso collettivo: sì, lo stiamo facendo e continueremo a farlo dopo il Libro verde. Rispetto dei vincoli costituzionali: sì. Rifiuto di azioni collettive di tipo americano: sì. Garanzia del risarcimento dei danni, compresi tutti i costi sostenuti dal consumatore, ma nel contempo esclusione di qualunque forma di risarcimento punitivo: sì, è ciò che abbiamo in mente. Dissuasione da azioni infondate, come affermato dall’onorevole Rack: sì. Promozione di regimi alternativi di risoluzione delle controversie: naturalmente, perché è la via meno dispendiosa in termini di tempo, più accessibile a livello economico e più agevole sia per i consumatori sia per le imprese, oltre a rispettare il principio della sussidiarietà.
Con queste poche parole, vorrei dire che siamo pienamente consapevoli delle sfide e siamo pronti ad affrontarle formulando una proposta valida, un passo dopo l’altro, sulla base di un consenso e un’intesa con il Parlamento.
Ciò che oggi ho realmente apprezzato è il riconoscimento da parte di noi tutti dell’esistenza di un problema e della necessità di affrontarlo. Questo è dunque un punto di partenza estremamente valido per la prossima fase dibattimentale. Poiché siamo chiamati ad affrontare una sfida, vorrei in particolare sottolineare ciò che ha rammentato l’onorevole Lehne, vale a dire l’approccio comune orizzontale con la signora commissario Kroes. La signora commissario Kroes e io, unitamente ai nostri rispettivi servizi, stiamo collaborando molto intensamente per garantire che le nostre iniziative siano coerenti e producano sinergie.
Il principio della coerenza non esclude necessariamente che specifiche situazioni richiedano specifiche soluzioni. Ciascuna delle due iniziative si concentra su un diverso aspetto. Laddove il Libro verde sui consumatori si occupa della riparazione di violazioni del diritto di tutela dei consumatori, il libro bianco sulla concorrenza riguarda prettamente le violazioni del diritto in materia di concorrenza. Un’altra differenza importante tra le due iniziative è che mentre il Libro verde sui consumatori tratta unicamente la riparazione per i consumatori, il meccanismo di ricorso suggerito nel libro bianco sulla concorrenza è pensato per andare a beneficio sia dei consumatori sia delle imprese.
La mia sfida consiste dunque nell’ottenere una riparazione efficace per i nostri consumatori e, così facendo, recuperarne la fiducia nel mercato. Dalle precedenti discussioni è emerso che il Parlamento europeo ci appoggia negli sforzi da noi profusi per conseguire tale obiettivo. Vorrei nuovamente sottolineare che il Parlamento, insieme agli Stati membri e agli interessati, sarà convinto non soltanto che esiste un problema, ma che dobbiamo e possiamo trovare una soluzione efficace ed equilibrata a livello europeo.
Vi ringrazio per questo fruttuoso dibattito e i preziosi pareri espressi. Confido nella possibilità di collaborare ulteriormente con voi sull’argomento nei mesi a venire.
Presidente. – La discussione è chiusa.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)
Ioan Lucian Hămbăşan (PPE-DE), per iscritto. – (RO) Vorrei complimentarmi con l’impegno profuso dalla Commissione europea per migliorare i metodi dei quali i consumatori possono avvalersi per esercitare i propri diritti in tutta l’Europa. Le alternative illustrare nel Libro verde devono essere dettagliatamente discusse. Tuttavia, un elemento già certo è che l’alternativa 4, che introduce una classe di azioni del tipo opt-out offrendo alle organizzazioni di consumatori una quota dei pagamenti risarcitori, non è sostenibile (attuabile).
Se vogliamo promuovere la fiducia dei consumatori nel mercato interno, dobbiamo prendere in esame una combinazione delle alternative 2 e 3. In altre parole, dobbiamo creare una rete europea di agenzie pubbliche esecutive nazionali che godano di maggiori poteri di intervento efficace in caso di azioni internazionali (all’estero). Inoltre, dobbiamo rivedere i meccanismi alternativi per la risoluzione delle controversie esistenti e, ove del caso, introdurne uno nuovo per consentire un’applicazione (esercizio) più efficace dei diritti dei consumatori anche in sede stragiudiziale.
Concludo sottolineando che dobbiamo assicurare l’adozione di un approccio orizzontale nei confronti del meccanismo del ricorso collettivo evitando così la frammentazione della legislazione nazionale e stabilendo uno strumento unico comune a tutti gli Stati membri.
(La seduta, sospesa alle 11.35, riprende alle 12.05)