15. FESR, FSE e Fondo di coesione: disposizioni relative alla gestione finanziaria - Nuovi tipi di costi che possono beneficiare di un contributo del FSE - Investimenti nell'efficienza energetica e nelle energie rinnovabili nell'edilizia abitativa (modifica del regolamento (CE) n. 1080/2006 relativo al FESR) (discussione)
Presidente. − L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta:
- la raccomandazione (A6-0127/2009), presentata dall’onorevole García Pérez a nome della commissione per lo sviluppo regionale, sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1083/2006 sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, per quanto riguarda alcune disposizioni relative alla gestione finanziaria [17575/2008 – C6-0027/2009 – 2008/0233 (AVC)];
- la relazione (A6-0116/2009), presentata dall’onorevole Jöns a nome della commissione per l’occupazione e gli affari sociali, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1081/2006 relativo al Fondo sociale europeo per estendere i tipi di costi ammissibili a un contributo dell’FSE
- la relazione (A6-0134/2009), presentata dall’onorevole Angelakas a nome della commissione per lo sviluppo regionale, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1080/2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale per quanto riguarda l’ammissibilità degli investimenti a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nell’edilizia abitativa
Iratxe García Pérez, relatore. − (EN) Signor Presidente, desidero come prima cosa ringraziare tutti i colleghi della commissione per lo sviluppo regionale che si sono impegnati a fondo per presentare, oggi, questo importante accordo sulle modifiche di alcuni regolamenti, che permetterà l’immediata attuazione di una serie di rettifiche.
L’Unione europea si trova dinanzi a una crisi economica senza precedenti, che ha portato a una recessione nella maggioranza degli Stati membri. Nel quadro del piano europeo di ripresa economica, la Commissione europea ha adottato una serie di misure per introdurre modifiche nei regolamenti sui fondi strutturali e sul Fondo di coesione allo scopo di stimolare gli investimenti. I cambiamenti prevedono due priorità chiare: l’aumento della spesa per migliorare la liquidità e la semplificazione delle norme per consentire una più rapida approvazione dei progetti.
Questo pacchetto di modifiche è stato concepito come temporanea risposta a una situazione critica, sebbene di fatto risponda anche alla richiesta di maggiore semplicità e flessibilità ribadita, a più riprese, dal Parlamento europeo.
Farò una breve sintesi delle modifiche proposte, per chiarire a tutti l’importanza che rivestono nel raggiungimento degli obiettivi che ci proponiamo:
– aumento degli aiuti della Banca europea per gli investimenti e del Fondo europeo per gli investimenti, associato a un maggiore sostegno finanziario alle attività tecniche relative allo sviluppo e all’attuazione dei progetti;
– semplificazione dell’ammissibilità della spesa;
– aumento del prefinanziamento per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE); l’importo totale degli anticipi supplementari raggiunto in virtù di tale misura sarà pari a 6,25 miliardi di euro;
– accelerazione della spesa per i grandi progetti modificando il limite massimo del 35 per cento fissato per gli anticipi, e consentendo il versamento di anticipi fino al 100 per cento ai beneficiari degli aiuti di Stato.
Siamo coscienti, in Parlamento, che queste misure devono essere approvate il prima possibile per rispondere al bisogno immediato di liquidità negli Stati membri, e sappiamo che sicuramente avranno ripercussioni positive in tutte le regioni e i comuni d’Europa.
La scorsa settimana, discutendo il futuro della politica di coesione, abbiamo convenuto all’unanimità che essa ha comportato grandi progressi nello sviluppo economico e sociale di molte nostre regioni.
In questo momento di grande incertezza è più importante che mai difendere questi principi di solidarietà e cooperazione tra territori, perché i cittadini devono vedere che in Europa siamo in grado di favorire l’uscita da questa crisi che sta mettendo in grave difficoltà milioni di persone. Oggi più che mai abbiamo bisogno di strumenti forti per risolvere questi problemi.
Con l’attuazione di queste modifiche faciliteremo l’accelerazione e gli investimenti in progetti che saranno anche importanti per la creazione di posti di lavoro.
Inoltre, grazie al Fondo sociale europeo, possiamo promuovere iniziative di formazione e riqualificazione per integrare nel mercato del lavoro i settori più vulnerabili della società e chi si trova in maggiore difficoltà come donne, disabili e disoccupati di lunga durata. Non dobbiamo dimenticare che, in periodo di crisi, questi sono i settori più vulnerabili.
Voglio anche ribadire, come abbiamo fatto nella motivazione espressa nella relazione, che pur essendo cosciente della necessità di affrontare con urgenza la questione il Parlamento avrebbe voluto essere maggiormente coinvolto, a livello qualitativo e quantitativo, nel dialogo sullo sviluppo di tali proposte.
Pertanto, essendo consapevoli dei problemi che affliggono l’Europa, sosteniamo pienamente questa proposta sulle misure di modifica dei fondi strutturali per procedere verso una soluzione della situazione attuale.
Karin Jöns, relatore. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, questo è un evento raro – talmente raro, infatti, che sottolinea l’importanza delle discussioni, delle revisioni in corso e dell’urgente necessità di agire – perché per la prima volta adotteremo una proposta di regolamento della Commissione europea sui fondi strutturali per la quale non ci sono quasi emendamenti.
Sono rincuorata nel riscontrare una così grande unanimità nella discussione di questa proposta di regolamento della Commissione sul Fondo sociale europeo, e ringrazio tutti voi per avere seguito la mia raccomandazione di non presentare emendamenti al riguardo. E’ evidente che la crisi economica e finanziaria impone a noi tutti di assumerci, ancora una volta, la responsabilità di garantire una qualifica ottimale e, soprattutto, rapida dei lavoratori, soprattutto in questo momento. Sempre più persone sono vittima degli effetti di questa crisi finanziaria internazionale sul mercato del lavoro. Da noi si aspettano risposte, si aspettano protezione e, soprattutto, hanno bisogno di risposte adesso, non tra qualche mese.
Pertanto, la revisione del regolamento sul Fondo sociale europeo che adotteremo domani entrerà subito in vigore, contribuendo in maniera significativa allo snellimento delle procedure burocratiche inerenti al Fondo. Lo stanziamento dei fondi è stato semplificato accelerandone, in questo modo, anche l’erogazione. Le procedure di candidatura che si trascinano per mesi e i complicati metodi di conteggio, ad ora necessari per comprovare l’ammissibilità dei partecipanti al programma anche per i singoli biglietti di tram e autobus, rimarranno solo un ricordo.
Talvolta, però, mi chiedo perché ci sia voluta una crisi così drammatica per indurci a fare questo passo. Ovviamente non è mai troppo tardi e, grazie a questa revisione, possiamo perlomeno garantire il totale utilizzo dei fondi che, come auspicabile, raggiungeranno con rapidità e nel migliore dei modi chi è più colpito. Dobbiamo consentire a queste persone di reintegrarsi nel mercato del lavoro il più velocemente possibile. Non dobbiamo assolutamente permettere che scivolino in periodi più lunghi di disoccupazione, perché adesso è facile passare dalla disoccupazione a una situazione precaria o di povertà.
Cosa è cambiato? O forse dovrei dire cosa cambierà quando domani adotteremo la proposta? In futuro i candidati potranno usare tassi fissi per i calcoli e richiedere finanziamenti forfetari fino a un massimo di 50 000 euro per ogni misura. A tutti gli scettici voglio ribadire che rimarranno in vigore i controlli sul corretto stanziamento dei fondi perché, in primo luogo, i finanziamenti a tasso fisso e i pagamenti forfetari saranno determinati dagli stessi Stati membri e, in secondo luogo, la Commissione verificherà in anticipo che questi siano stabiliti – cito – sulla base di un calcolo giusto, equo e verificabile. La procedura sembra essere del tutto regolare perché, stranamente, i revisori di bilancio non hanno sollevato obiezioni al regolamento.
Stiamo quindi semplificando la procedura, senza però cambiare le principali priorità del Fondo sociale europeo. In questo momento non c’è motivo di farlo, perché ai candidati viene dato sufficiente spazio per rispondere da soli e in maniera adeguata alle specifiche esigenze del mercato del lavoro.
In conclusione vorrei ricordare che stiamo mettendo a disposizione degli Stati membri anche un aumento dei finanziamenti anticipati per l’anno in corso pari a 1,8 miliardi di euro destinati a misure di formazione e riqualificazione: credo che questo sia un chiaro segnale dell’Assemblea della solidarietà da noi dimostrata e della rapida reazione che abbiamo avuto alla crisi.
Mi scuso perché non posso rimanere fino alla fine della discussione, poiché ora devo presenziare al comitato di conciliazione per la direttiva sull’orario di lavoro.
Emmanouil Angelas, relatore. − (EL) Signor Presidente, signor Commissario, desidero a mia volta ringraziare i colleghi della commissione per lo sviluppo regionale per lo spirito di collaborazione con cui abbiamo lavorato.
Dopo la stretta creditizia che ci ha colpiti alcuni mesi fa, sappiamo tutti che il 26 novembre 2008 la Commissione ha pubblicato una comunicazione su un piano europeo di ripresa economica per gli Stati membri e le rispettive regioni, basato sul rafforzamento dell’economia europea e sul consolidamento dei valori su cui poggia la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione.
Tra le altre cose, questo programma esorta gli Stati membri a riesaminare i propri programmi operativi dei fondi strutturali e del settore energetico, prestando particolare attenzione al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici visto che il settore edile è uno dei settori industriali che crea molti posti di lavoro.
Si è rivelato quindi necessario rivedere il regolamento generale (CE) n. 1083/2006 relativo ai fondi strutturali. A tale riguardo, concentrandomi nello specifico sull’efficienza energetica degli edifici, mi sono impegnato a riformulare il regolamento in questione in qualità di relatore al Parlamento europeo.
Come relatore desidero pertanto evidenziare i seguenti punti. Ad oggi il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ha considerato spese ammissibili per l’edilizia abitativa, soprattutto se legate all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili, solo le spese sostenute da Stati membri che hanno aderito all’Unione europea dopo maggio 2004.
In primo luogo, nella relazione, ho ritenuto utile concentrarmi sulla revisione del regolamento per promuovere l’efficienza energetica e le fonti di energia rinnovabili nel settore edile in tutti i 27 Stati membri. Credo che questa proposta sia di vitale importanza, poiché si basa sulla situazione economica di uno Stato o di una regione e non sulla data di adesione. In tal senso vorrei ricordare che ci sono gravi problemi di accesso alle case in numerose città e regioni d’Europa, che non necessariamente sono nel territorio di un nuovo Stato membro.
In secondo luogo ho ritenuto utile appoggiare un limite di spesa per gli investimenti in questione pari al 4 del cento della dotazione totale del FESR e cancellare il riferimento alle famiglie a basso reddito, raccomandazione inclusa nella proposta iniziale della Commissione, lasciando alla discrezione degli Stati membri la definizione delle precise categorie di famiglie ammissibili. In virtù di questo, ho ritenuto di vitale importanza che la categoria delle famiglie ammissibili venisse lasciata agli Stati membri dando loro la possibilità di stabilire criteri di interesse specifici, come la situazione finanziaria dei proprietari e le aree geografiche (isole, zone montagnose, non montagnose eccetera). Infine, l’aumento degli importi forfetari a 50 000 euro è importante, perché riflette i costi attuali.
Nella relazione volevo esprimere le posizioni del Parlamento europeo su questo tema, riflettendo anche il compromesso raggiunto con il Consiglio nel quadro della procedura di codecisione sulle modifiche apportate alla proposta iniziale.
La revisione del regolamento in questione non si ripercuote sulle spese ammissibili nell’edilizia abitativa e consolida l’attività di settori importanti dell’economia come l’industria edile e quelli che creano sistemi energetici e sistemi di energie rinnovabili.
Più in generale, è in linea con il principio di sussidiarietà in quanto fornisce sostegno agli Stati membri; è in linea con il principio di proporzionalità, perché si applica a tutti gli Stati membri; promuove gli obiettivi della politica di coesione, come definito nell’articolo 158 del trattato CE e non aumenta il bilancio comunitario per il periodo 2007-2013, ma accelera i pagamenti degli anticipi e pagamenti intermedi.
In tal senso vorrei sottolineare l’importanza di avere aggiunto tre modalità integrative di costi ammissibili: i costi indiretti, i costi a tasso fisso e gli importi forfetari.
Per concludere vorrei ricordare che il commissario Barrot oggi è qui in rappresentanza del commissario Hübner per la politica regionale e, come convenuto, farà una dichiarazione vincolante a nome della Commissione sulla valutazione delle nuove misure per il 2010 relative ai tre regolamenti.
Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, vorrei ringraziare gli onorevoli García Pérez, Jöns e Angelakas. Avete preparato tre relazioni di ottima qualità sulle proposte di revisione dei regolamenti dei fondi strutturali e del Fondo di coesione, presentate dalla Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo nel quadro del piano europeo di ripresa economica adottato a novembre.
Queste tre relazioni – relative al regolamento generale, al regolamento sul Fondo sociale europeo e al regolamento sul Fondo europeo di sviluppo regionale – dimostrano la preoccupazione del Parlamento di vedere l’Unione europea dotarsi di strumenti rapidi ed efficaci per combattere gli effetti della crisi nella crescita e nell’occupazione.
La politica di coesione rappresenta una potente leva per stimolare l’economia reale. 347 miliardi di euro di finanziamenti per il 2007-2013: questo è il modo giusto per dare una solida base alla stabilità di bilancio e agli investimenti pubblici negli Stati membri e nelle regioni dell’Unione europea.
Proprio per questo motivo la politica di coesione svolge un ruolo così importante nel piano europeo di ripresa economica. In effetti, in questo piano di ripresa la Commissione ha raccomandato azioni che rientrano nei quattro settori prioritari della strategia di Lisbona: persone, imprese, infrastrutture ed energia, ricerca e innovazione.
La Commissione ha altresì suggerito che una giudiziosa combinazione, che associ strategia e risorse umane, possa esercitare una funzione catalizzatrice sugli investimenti chiave, che permetteranno all’Unione europea di tornare a una lunga prosperità. Per quanto riguarda la politica di coesione, il primo obiettivo di questa strategia è accelerare l’attuazione dei programmi e gli investimenti in progetti a vantaggio dei cittadini europei e dell’attività economica.
I relatori hanno appena illustrato i dettagli delle modifiche ai regolamenti a voi presentate. Io mi concentrerò solamente su alcune.
Innanzi tutto, per migliorare la gestione dei fondi vengono forniti alcuni strumenti agli Stati membri, in particolare anticipi supplementari pari al 2 o al 2,5 per cento del valore complessivo, nel 2009, di 6,25 miliardi di euro. E’ fondamentale che questi soldi giungano rapidamente ai beneficiari per aumentare la disponibilità finanziaria a favore dei progetti prioritari.
In materia di efficienza energetica ed energie rinnovabili, l’emendamento introdotto nel regolamento FESR permetterà di investire fino al 4 per cento del totale del contributo FESR nell’edilizia abitativa, per una dotazione finanziaria complessiva di 8 miliardi di euro per tutti gli Stati membri. Ciò aumenterà l’apporto dato dalla politica di coesione alla lotta ai cambiamenti climatici.
Con riferimento ai grandi progetti, la modifica proposta al regolamento generale è volta a rendere più elastiche le norme in materia di gestione finanziaria, permettendo all’autorità di gestione di includere nelle dichiarazioni di spesa alla Commissione le spese legate a grandi progetti su cui la Commissione non ha ancora espresso decisioni.
La crisi economica e finanziaria ha anche un impatto particolare sulle piccole e medie imprese (PMI). Pertanto, nell’ambito del piano di ripresa, era indispensabile agevolare l’utilizzo, da parte loro, di strumenti d’ingegneria finanziaria per realizzare i progetti, in particolare mediante JEREMIE (Risorse europee congiunte per le micro, le piccole e le medie imprese). Le altre proposte di revisione del regolamento generale vanno nella stessa direzione: contratti diretti con la Banca europea per gli investimenti, maggiore ricorso all’assistenza tecnica per i grandi progetti e ammissibilità dei contributi in natura nel caso dell’ingegneria finanziaria.
Nelle sue proposte la Commissione ha altresì cercato di semplificare i criteri per lo stanziamento degli aiuti concessi dal FESR e dal Fondo sociale europeo. Grazie agli emendamenti convergenti presentati dal Parlamento e dal Consiglio, i regolamenti relativi al FESR e all’FSE saranno modificati allo stesso modo e nuovi tipi di costi ammissibili, calcolati su base forfetaria, si aggiungeranno al cofinanziamento comunitario.
Tali cambiamenti semplificheranno la procedura di giustificazione delle spese. Ridurranno il carico di lavoro e il numero dei documenti giustificativi da fornire, senza alterare i principi di una sana gestione finanziaria. Questa razionalizzazione faciliterà lo sfruttamento degli stanziamenti del FESR e dell’FSE senza compromettere i principi di questi due fondi, che rimangono pertinenti in questi periodi di crisi. Questa, quindi, è qualcosa di più di una risposta puntuale alla crisi: è una risposta alle ripetute richieste di semplificazione dei fondi strutturali formulate dal Parlamento europeo e dalla Corte dei conti.
Signor Presidente, sono grato ai tre relatori per avere sostenuto questa serie di misure che ci consentiranno di accelerare l’attuazione dei progetti sul campo. Queste misure legislative saranno accompagnate da raccomandazioni agli Stati membri, oggetto di una comunicazione della Commissione adottata il 16 dicembre. La Commissione ha sottolineato che i programmi operativi possono essere riorientati per concentrare il sostegno sulle priorità derivanti dalla crisi.
Il Parlamento europeo ha inoltre espresso la propria preoccupazione nel rispondere all’urgenza della situazione facendo in modo che i tre regolamenti siano adottati il prima possibile e che le misure si applichino al più presto negli Stati membri. Ringrazio il Parlamento per avere condiviso questa ambizione grazie a cui, nello specifico, gli anticipi saranno versati agli Stati membri nel mese di maggio.
La Commissione ha tenuto conto dell’appello lanciato dal Parlamento. Ha garantito il rigoroso controllo delle misure adottate nel quadro del piano di ripresa, e la presentazione al Parlamento europeo di una relazione sull’attuazione delle misure e i risultati concreti.
Di conseguenza, nel secondo semestre 2010 la Commissione redigerà una relazione sull’attuazione delle misure adottate nel quadro del piano di ripresa nel settore della politica di coesione all’interno dell’Unione. Questa relazione, che sarà stilata – lo ribadisco – nel secondo semestre 2010, si baserà sulle relazioni annuali di attuazione redatte dagli Stati membri nel giugno 2010. Essi saranno invitati a presentare in questi documenti un’analisi dell’attuazione delle misure adottate nell’ambito del piano di ripresa, mettendo in evidenza i risultati ottenuti nella politica di coesione.
Per concludere, signor Presidente, la Commissione ha adottato una dichiarazione in tal senso di cui do lettura al Parlamento europeo. Ringrazio tutti i deputati e, in particolare, i nostri tre relatori per l’attenzione. Prevedendo una proficua discussione, rimango a disposizione per ascoltare i vostri commenti sulle proposte di revisione dei regolamenti a voi sottoposte.
(FR)
Dichiarazione della Commissione
Relazione Angelakas
La Commissione si rallegra dell’impegno dimostrato in pochissimo tempo per adottare gli emendamenti ai regolamenti relativi ai fondi strutturali e al Fondo di coesione proposti nel quadro del piano europeo di ripresa economica.
Questo risultato è frutto di una collaborazione proficua ed efficace tra il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione, con il sostegno del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale europeo, a favore delle economie nazionali e regionali dell’Unione europea.
Il pacchetto legislativo contribuirà a facilitare l’attuazione dei programmi operativi e ad accelerare gli investimenti a vantaggio dell’economia europea, in particolare mediante diverse misure di semplificazione.
Nel corso del secondo semestre 2010, la Commissione redigerà una relazione sull’attuazione delle misure adottate nel quadro del piano di ripresa nel settore della politica di coesione all’interno dell’Unione europea. La relazione si baserà, in particolare, sulle relazioni annuali di attuazione redatte dagli Stati membri nel giugno 2010. Gli Stati membri sono pertanto invitati a presentare in questi documenti un’analisi dell’attuazione delle misure adottate nell’ambito del piano di ripresa, mettendo in evidenza i risultati ottenuti nella politica di coesione.
Nathalie Griesbeck, relatore per parere della commissione per i bilanci. − (FR) Signor Presidente, in qualità di relatrice permanente per i fondi strutturali nella commissione per i bilanci, questa sera ho due motivi per rallegrarmi di queste relazioni.
Il primo è che i fondi strutturali rappresentano la prima voce di bilancio dell’Unione europea, e il secondo, che questa sera desidero sottolineare con i colleghi, è la velocità con cui abbiamo lavorato per trovare soluzioni immediate e concrete alla crisi economica nonostante un bilancio ristretto, che ovviamente dovremo rinegoziare con gli Stati membri al momento opportuno.
In tale contesto, voglio anche ribadire che dobbiamo avere la concreta volontà di contrarre un prestito europeo per sostenere queste misure. Gli strumenti per migliorare i flussi di cassa e accelerare l’utilizzo dei fondi e le misure di emergenza, che da tempo auspichiamo, sono quello che ci vuole per rilanciare l’economia europea in questo periodo di grande incertezza.
Questo è il senso di un’azione europea, questo è il senso della nostra Europa: dare una spinta ai settori ad alto valore aggiunto e anticipare, ora più che mai, l’uscita dalla crisi investendo nei settori tradizionali, soprattutto in tutti quei settori che possono contribuire a eliminare il rischio di disoccupazione per i nostri concittadini.
Tuttavia, ed è questo il mio messaggio questa sera, nonostante il Parlamento abbia saputo reagire bene e con rapidità è importante che adesso gli Stati membri si organizzino per essere all’altezza delle sfide perché i ritardi, che rappresentano miliardi di aiuti, si registrano nell’inerzia amministrativa degli stessi Stati membri, nella loro difficoltà a decidere gli obiettivi strategici e nel loro rifiuto a cofinanziare i progetti.
Tutto è quindi pronto in Europa e, come diciamo nel mio paese, “a buon intenditore poche parole”: è un messaggio rivolto agli Stati membri.
Gabriela Creţu, relatore per parere della commissione per l’occupazione e gli affari sociali. – (RO) La crisi finanziaria ha imposto politiche creditizie molto più prudenti, necessarie per le banche ma pesanti per l’economia. Gli effetti negativi sono percepiti nell’economia reale, soprattutto dalle piccole e medie imprese (PMI) e dalle autorità pubbliche, che hanno progetti per migliorare la coesione sociale e regionale, creare posti di lavoro, usare le risorse locali e agevolare l’accesso o il reintegro nel mercato del lavoro.
Il bilancio comune, solitamente importante, è oggi una fonte di finanziamento indispensabile per bloccare l’accumulo e gli effetti negativi. Per tale motivo la commissione per l’occupazione e gli affari sociali sostiene la semplificazione dei regolamenti e un più rapido accesso ai fondi strutturali e al Fondo sociale europeo. Ciò offre un duplice vantaggio a quei paesi dotati di minore esperienza nell’accedere ai fondi.
Consideriamo necessario e positivo l’intervento delle istituzioni finanziarie europee negli accordi di finanziamento, nella modifica della struttura dei costi ammissibili e nell’eliminazione del limite massimo per gli anticipi o il preavviso. L’accesso ai fondi, comunque, non è fine a se stesso. L’impatto finanziario supera i 6,3 miliardi di euro, di fatto una somma considerevole.
Come rappresentanti dei nostri cittadini, vogliamo che i fondi vengano usati per raggiungere gli obiettivi per cui sono stati creati. Oggi stacchiamo un assegno in bianco e chiediamo la necessaria trasparenza sulle modalità di spesa di questi soldi. Inoltre speriamo di creare un precedente positivo. In passato sono state respinte molte iniziative, soprattutto di natura sociale, perché prive di base giuridica. Modificare questo regolamento dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che dove esiste volontà politica esiste anche una base giuridica. Non dimentichiamoci di questo.
Jamila Madeira, relatore per parere della commissione per lo sviluppo regionale. – (PT) Signor Presidente, onorevoli colleghi, in risposta alla crisi finanziaria globale, il piano europeo di ripresa economica afferma che la politica di coesione contribuisce in maniera significativa agli investimenti pubblici fatti dagli Stati membri e dalle regioni e deve fungere da strumento di ripresa dalla crisi attuale. Nello specifico, suggerisce l’adozione di misure in settori prioritari della strategia di Lisbona per assicurare la crescita e l’occupazione. Tutti gli strumenti attivati sono volti a raggiungere questo obiettivo e a ottenere risultati più rapidi.
A tal fine, l’allargamento del campo di applicazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e la semplificazione del Fondo sociale europeo mirano, in primo luogo, a rispondere alle tante situazioni di emergenza sociale ed economica che richiedono sostegno. Sono certa, oggi come in passato, che le loro attività e i loro ambiti di applicazione saranno tanto più efficaci quanto più saranno complementari. Tuttavia, non essendo stati resi disponibili nuovi fondi o nuove linee d’azione sul campo, è particolarmente importante che il Fondo sociale europeo sia sfruttato appieno nella lotta alla disoccupazione e al rapido aumento della pressione concorrenziale sull’economia europea, derivanti dall’attuale crisi finanziaria e dal rallentamento dell’economia.
Vorrei sottolineare che la commissione per lo sviluppo regionale ha ripetutamente considerato la semplificazione proposta dalla Commissione europea un elemento fondamentale per migliorare la gestione e l’attuazione dei fondi strutturali. Ci è stato però chiesto di affrontare questo tema con urgenza, e ne abbiamo tenuto conto nell’adozione di questo pacchetto di regolamento; questa Assemblea non è mai venuta meno alle sue responsabilità politiche. Per questo motivo, nonostante la particolarità del momento abbia portato alla luce molti pareri, per il momento eviteremo di presentare ulteriori emendamenti per favorire un processo rapido e vantaggi reali per i cittadini cui è riferita la proposta. Tuttavia sottolineiamo la necessità di dare subito inizio a una valutazione di questo fondo per effettuare, il prima possibile, una revisione complementare.
Iosif Matula, a nome del gruppo PPE-DE. – (RO) Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di tutto tengo a dire che mi compiaccio della relazione García Pérez.
Nell’ambito della politica di coesione le riforme sono molto importanti e tese ad attenuare gli effetti negativi provocati dalla crisi finanziaria. La flessibilità concessa nella distribuzione dei fondi comunitari fornirà alle economie nazionali liquidità immediata con la quale potranno investire nell’economia reale. Gli effetti saranno immediati e, certamente, vedremo i primi risultati nei mesi successivi.
La Commissione europea sostiene le economie degli Stati membri in base a quattro grandi priorità, tra cui le più importanti sono l’aumento del prefinanziamento concesso dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo sociale europeo e il maggiore sostegno della Banca europea per gli investimenti e del Fondo europeo per gli investimenti. Nel 2009, infatti, il prefinanziamento che riceveranno soprattutto i nuovi Stati membri potrà contribuire a superare la crisi, oltre a realizzate la coesione sociale e territoriale.
Occorre attribuire grande importanza alla relazione sull’ammissibilità degli investimenti a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nell’edilizia abitativa. Il risanamento termico degli alloggi deve essere incluso tra le priorità dell’Unione europea visto il valore aggiunto creato da questa misura.
In un momento in cui i costi dell’energia termica sono in continuo aumento, gli Stati membri devono includere nei propri programmi contro la crisi finanziaria progetti che tengano conto dell’efficienza energetica, e offrono importanti vantaggi all’economia e alla popolazione: un’iniezione di liquidità nell’economia, insieme alla creazione di posti di lavoro, una diminuzione dei costi di riscaldamento, la tutela dell’ambiente grazie alla riduzione delle emissioni di gas serra, la garanzia di coesione sociale e il sostegno alle famiglie a basso reddito.
In Romania 1,4 milioni di appartamenti richiedono urgenti investimenti di risanamento.
Constanze Krehl, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, stiamo discutendo queste tre relazioni dinanzi alla più grande e più difficile crisi economica e finanziaria sinora mai registrata nella storia dell’Unione europea. Ovviamente è giusto che la politica di coesione contribuisca ad attenuare le conseguenze di questa crisi economica. Tuttavia colgo l’opportunità per ribadire nuovamente che, pur essendo giusto che il bilancio della politica di coesione sia la voce più consistente del bilancio dell’Unione europea, purtroppo è anche giusto che gli Stati membri vi contribuiscano con poco più dell’1 per cento del PIL. Ciò significa che anche se spendiamo più di 6,25 miliardi di euro per il finanziamento dei pagamenti intermedi e gli anticipi si tratta semplicemente di una goccia nel mare assolutamente insufficiente. Attenuerà le conseguenze, produrrà un effetto volano ma continueranno a essere indispensabili anche gli sforzi nazionali. Forse dovremmo ricordarcene durante la prossima discussione sulle prospettive finanziarie.
Il nostro gruppo ha avuto una discussione vivace sulle tre relazioni e avrebbe potuto contribuire al dibattito con altre buone idee. Per molti versi – come ha già ricordato l’onorevole Jöns – siamo rimasti stupiti che ci sia voluta una crisi economica per arrivare a uno snellimento della burocrazia nella Commissione. Non presenteremo emendamenti perché sappiamo che occorre agire rapidamente nelle regioni, e sappiamo anche che dovremo parlare delle modifiche alla politica strutturale in altra sede.
Appoggiamo pertanto l’intero pacchetto proposto dalla Commissione, sperando che giunga alle regioni il prima possibile e che i soldi possano effettivamente contribuire a combattere la crisi finanziaria.
Jean Beaupuy, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, insieme ai colleghi del gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa voteremo ovviamente a favore di queste tre relazioni. Voteremo a favore non perché siano totalmente soddisfacenti – come hanno detto i colleghi, avremmo voluto presentare alcuni emendamenti – ma perché bisogna farlo velocemente. L’onorevole Krehl lo ha appena ricordato.
Permettetemi però di dubitare, signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, che forse non stiamo capendo assolutamente nulla. Siamo qui comodamente al caldo e ben illuminati. Sapete che in questo momento, in Europa, ci sono 30 milioni di case con spandimenti nel tetto e umidità nei muri?
Ovviamente, con il 4 per cento del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) potremo rimediare a questa situazione per circa un milione di case. Questi lavori, se sottoposti alla nostra supervisione, signor Commissario – perché tra poco le farò una richiesta – creeranno 250 000 posti di lavoro e miglioreranno la situazione in un milione di case. Questo risparmierà 40 milioni di tonnellate di CO2 e ridurrà la bolletta energetica di ogni famiglia di 450 euro all’anno. Questi sono i numeri che metto a vostra disposizione elaborati da un’importante organizzazione europea conosciuta soprattutto per la sua serietà.
Ciò, quindi, significa che l’importanza della decisione che prenderemo non solo per garantire la ripresa ma anche per il benessere dei nostri concittadini si riduce a una condizione fondamentale: che le decisioni oggi adottate dal Parlamento, di concerto con la Commissione, abbiano effetti concreti nelle settimane e nei mesi futuri.
Signor Commissario, l’abbiamo ascoltata con attenzione prima. Ci ha detto – e le crediamo – che entro il 30 giugno 2010 lei chiederà a ogni Stato membro di presentare una relazione alla Commissione. Insieme ai colleghi di tutte le fazioni politiche della commissione per lo sviluppo regionale siamo pronti a scommettere. In tutti i paesi sono appena stati adottati i programmi operativi, e sappiamo che la maggioranza delle autorità di gestione di questi paesi non vorrà che li si modifichi.
Tra 15 mesi, ovvero il 30 giugno, signor Commissario, non impegni troppo personale a preparare le relazioni e l’analisi di quanto fatto, perché non si farà molto se si aspetta che gli Stati membri, le autorità di gestione e i partner si mettano al lavoro.
Abbiamo quindi 8 miliardi di euro a disposizione da una parte, e 30 milioni di case particolarmente carenti dall’altra. Cosa bisogna fare?
Signor Commissario, insieme ai colleghi le farò una proposta al riguardo. La Commissione europea deve andare oltre i propri diritti e agire con fermezza – direi quasi con violenza – nei confronti dei governi e delle autorità di gestione per metterle in grado di applicare queste disposizioni il più rapidamente possibile. Ai deputati europei piace molto votare sui testi. Questo è il nostro lavoro. Ma ci piace soprattutto che i testi vengano applicati. Abbiamo bisogno della Commissione, speriamo che la Commissione ci ascolti.
Mieczysław Janowski, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, oggi discutiamo le relazioni sulla politica regionale che portano a una semplificazione e a cambiamenti positivi. Ci rammarichiamo solo del fatto che sia stata la crisi a obbligarci a rispondere con rapidità e, speriamo, con efficacia alla situazione attuale. Accolgo con favore l’opportunità di introdurre maggiore flessibilità, perché non è assolutamente possibile aumentare il bilancio dell’Unione europea. Vorrei che fosse chiaro. Oggi abbiamo sentito parlare di numeri. Si tratta di una semplice goccia nel mare, perché il bilancio dell’Unione europea ammonta a circa l’1 per cento del PIL degli Stati membri. Possiamo solo sperare che questa piccola goccia sia rigenerante, ne abbiamo bisogno!
Mi rallegro anche della maggiore flessibilità resa possibile dal sostegno della Banca europea per gli investimenti e del Fondo europeo per gli investimenti. Sono lieto che la semplificazione dell’ammissibilità di spesa venga introdotta con effetto retroattivo. E’ positivo che si stiano aumentando i pagamenti a rate e accelerando le procedure di spesa per i grandi progetti presentati in anticipo, e che sarà possibile effettuare i pagamenti prima della conferma. Spero vivamente, non posso che ribadirlo, che tutto questo porti una ventata d’aria nuova.
Elisabeth Schroedter, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il gruppo Verde/Alleanza libera europea ritiene che la crisi finanziaria e la crisi climatica siano reciprocamente legate, perché gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulle regioni sono durevoli e generano costi enormi compromettendo la coesione economica, sociale e territoriale. Pertanto dobbiamo agire immediatamente.
L’introduzione di sistemi di isolamento e l’utilizzo delle energie rinnovabili nell’edilizia abitativa nel quadro del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) costituiscono un primo passo in questa direzione. Ma che utilità può avere questo progresso se, al tempo stesso, agli Stati membri viene concesso di investire i fondi del FESR nella pianificazione stradale e in colossali impianti di incenerimento, il cui utilizzo acuisce ancor più i cambiamenti climatici e danneggia l’ambiente? E’ una mossa blanda e incoerente.
Né il suo dinamico intervento, signor Commissario, risponde alla domanda sul perché la Commissione respinge la nostra proposta di concentrare più saldamente l’intera politica regionale sulla tutela del clima e dell’ambiente. La Commissione forse non ha il coraggio di imporre agli Stati membri una revisione del regolamento FESR incentrata sugli obiettivi climatici? Perché non esiste un piano d’azione della Commissione sulla politica regionale? Le riserve sulla protezione del clima espresse dalla Direzione generale della Politica regionale hanno impedito ai nostri emendamenti di ricevere un appoggio di maggioranza in commissione. Ciononostante li ripresenteremo e richiederemo una votazione per appello nominale. Poi vedremo se gli elettori crederanno che anche lei è a favore della protezione del clima.
Bairbre de Brún, a nome del gruppo GUE/NGL. – (GA) Signor Presidente, oggi mi compiaccio della relazione Angelakas. Nel documento l’onorevole Angelakas sostiene le proposte formulate dalla Commissione europea di erogare agli Stati membri finanziamenti provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nell’edilizia abitativa.
Stiamo combattendo contro un’emergenza economica. Chi lavora nel settore edile – nel mio paese, l’Irlanda, ad esempio – si è trovato in grave difficoltà. Spero che, grazie a questa decisione dell’Unione europea, saremo in grado di erogare parte dei finanziamenti a favore di un programma di ristrutturazione per l’efficienza energetica. Questo programma migliorerà l’industria edile in Irlanda – al nord e al sud – che contribuirà a mantenere posti di lavoro e ad assolvere ai nostri obblighi in materia di cambiamenti climatici e, come precedentemente detto nella discussione, di povertà energetica. In altre parole, ciò significa aiutare le persone che spendono un’elevata percentuale del proprio reddito per l’energia.
A mio parere, in questo cambiamento di criteri, è giusto che la Commissione si sia concentrata sulle abitazioni delle persone a basso reddito. Sono proprio queste che più soffriranno dell’aggravamento dell’economia. Inoltre non saranno in grado di ristrutturare la casa per favorire l’efficienza energetica senza assistenza finanziaria. Di conseguenza questo programma – se usato in maniera adeguata – riuscirebbe a rimediare ai peggiori effetti della povertà energetica, che hanno un impatto estremamente negativo su molte persone.
Spero che le autorità locali, regionali e nazionali colgano questa opportunità e non si rifiutino di erogare quelle ingenti risorse che già hanno a disposizione per mettere in atto la proposta.
Fernand Le Rachinel (NI). – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, tra il 2007 e il 2013 la politica regionale diventerà la prima voce di spesa dell’Unione europea con 347 miliardi di euro stanziati a favore dei fondi strutturali.
Questa evoluzione contribuirà a proteggere le nostre economie dagli effetti della crisi economica mondiale, come sostiene la Commissione? Perdonatemi se ho qualche dubbio in proposito.
In primo luogo l’aumento delle spese regionali penalizza alcuni Stati membri, in particolare la Francia. Questo aumento avviene alle spese della politica agricola comune (PAC) e, quindi, alle spese dell’agricoltura francese che, fino a qualche anno fa, era la principale beneficiaria della PAC.
Inoltre, la parte dei fondi strutturali versata alle regioni francesi continua a diminuire, perché la grande maggioranza viene destinata all’Europa orientale distrutta da più di 40 anni di comunismo.
Di conseguenza la Francia, che contribuisce per il 16 per cento alle entrate del bilancio europeo, versa sempre più soldi a Bruxelles ricevendone sempre meno. In particolare la politica regionale europea, lungi dal proteggere i propri beneficiari dalla crisi economica, l’aggrava sempre più iscrivendosi nella logica liberoscambista portata agli eccessi della strategia di Lisbona.
Le modifiche proposte dalla Commissione alla gestione dei fondi strutturali non permetteranno quindi alle nostre nazioni di affrontare questa crisi, conseguenza dell’apertura sconsiderata dei confini e della deregolamentazione dei mercati finanziari.
Ora più che mai occorre costruire una nuova Europa, l’Europa delle nazioni sovrane fondata su questi tre principi: il patriottismo economico e sociale, il protezionismo europeo e la preferenza comunitaria.
Richard Howitt (PSE). – (EN) Signor Presidente, la flessione economica mondiale colpisce ogni nostro paese e ogni nostra regione. E’ giusto, questa sera, concordare un intervento d’urgenza per accelerare l’erogazione dei fondi europei alle persone bisognose, in un momento di necessità. In particolare, accolgo con favore lo snellimento delle pratiche burocratiche con la concessione di somme forfetarie o finanziamenti a tasso fisso, spese a favore dell’efficienza energetica nell’edilizia abitativa, la proposta di iniziare quest’anno con una spesa di circa 6 miliardi di lire sterline e la semplificazione dei prestiti della Banca europea per gli investimenti. Quando il call centre di una società edile dell’Hertfordshire, la mia circoscrizione elettorale, ha eliminato alcuni posti di lavoro, in 24 ore eravamo già in grado di richiedere i finanziamenti europei destinati agli aiuti in caso di perdita di occupazione, dimostrando che l’Europa può contribuire concretamente alle nostre comunità locali.
Per quanto riguarda le modifiche concordate questa sera, la East of England Development Agency si rallegra che venga fatta formazione mirata, breve e orientata all’impresa, e dice che ci aiuterà più velocemente a tenere fede all’impegno della nostra regione per aiutare 124 000 cittadini a ottenere fondi sociali europei.
Infine sono stato molto orgoglioso che il Commissario Hübner sia venuto di persona a Lowestoft, la mia circoscrizione elettorale, per lanciare il nostro programma europeo di sviluppo regionale, dell’importo di 100 milioni di lire sterline, volto ad aiutare le imprese delle nostre comunità ad adeguarsi a un modello di crescita a basso tenore di carbonio. La crisi economica non deve distoglierci dalla sfida a lungo termine dei cambiamenti climatici. Al contrario, gli investimenti nelle tecnologie gestionali ambientali devono guidare le misure di ripresa. L’East of England intende impegnarsi a fondo su questo obiettivo.
Marian Harkin (ALDE). – (EN) Signor Presidente, anch’io accolgo con favore questa proposta perché è una risposta diretta e tangibile dell’Unione europea all’attuale crisi economica. Rispondiamo utilizzando gli strumenti a nostra disposizione, ma sono pienamente d’accordo con il collega, onorevole Beaupuy, quando afferma che dobbiamo agire insieme e fare velocemente qualcosa per le famiglie e le comunità.
Secondariamente mi rallegro della semplificazione e della flessibilità introdotte in questa proposta. Ne abbiamo disperatamente bisogno. Non so quante volte sento gruppi che hanno accesso ai finanziamenti lamentarsi per la burocrazia e le lungaggini burocratiche. Sebbene questo pacchetto non risolverà tutti i loro problemi, li aiuterà.
Inoltre sono particolarmente lieta che i contributi in natura vengano ora riconosciuti come spesa ammissibile. Nella mia relazione sul contributo delle attività di volontariato alla coesione economia e sociale, approvata dal Parlamento, ho proprio evocato l’adozione di questa misura. Ciò significa che gli apporti di volontari e altre persone ora saranno considerati contributi ai vari progetti; nonostante ci sia voluta la crisi economica attuale per spingerci in questa direzione, ne siamo più che lieti.
Questa misura riconoscerà concretamente il contributo dei volontari e del volontariato, e come potrà essere parte integrante della nostra risposta alla crisi attuale. In questo modo lavoriamo insieme ai nostri cittadini come partner. Sappiamo dai conti satellite pubblicati da vari Stati membri che il settore non profit rappresenta il cinque-sette per cento del PIL. Ora lo riconosciamo, gli attribuiamo una certa importanza e diciamo ai nostri cittadini: i vostri sforzi, il vostro tempo e il vostro impegno sono importanti, e noi lavoriamo con voi.
Guntars Krasts (UEN). – (LV) Grazie, signor Presidente. Appoggio le modifiche proposte dalla commissione responsabile di esaminare la proposta della Commissione relativa all’efficienza energetica e agli investimenti a favore delle energie rinnovabili nell’edilizia abitativa. La proposta della commissione promuoverà la crescita della domanda e una più rapida erogazione dei fondi a favore di misure volte all’aumento dell’efficienza energetica. Agli Stati membri, ora, vengono concesse possibilità di sfruttare queste risorse per aumentare al massimo l’efficienza energetica. I maggiori risultati si otterrebbero utilizzando le risorse per obiettivi che diano totale libertà d’azione alle iniziative dei consumatori volte al miglioramento dell’efficienza energetica, mentre le misure più incoraggianti sarebbero quelle che riducono il rischio per chi già pensa di investire nell’efficienza energetica. Riconosco, tuttavia, che la commissione dovrebbe fornire alcune linee guida in materia per le azioni che dovranno intraprendere gli Stati membri. Tale approccio non solo avrebbe un effetto moltiplicatore come stimolo dell’economia, ma promuoverebbe anche una più rapida diffusione del concetto di risparmio energetico negli Stati membri. Ciononostante l’ammontare delle risorse obbligherà gli Stati membri a limitare il numero di chi beneficerà dell’assistenza e, in questo senso, sarebbe ragionevole lasciarsi guidare dalla proposta della Commissione destinando le risorse, innanzi tutto, alle famiglie a basso reddito. Grazie.
Jan Olbrycht (PPE-DE). – (PL) Signor Presidente, oggi discutiamo di modifiche particolarmente importanti. Sono importanti non solo per la risposta data alle difficoltà legate alla crisi finanziaria, ma anche perché possono influenzare la natura della politica di coesione nel periodo successivo al 2013. Chiaramente, l’introduzione di modifiche così significative non può essere considerata esclusivamente una misura temporanea.
Per la prima volta in assoluto abbiamo visto la Commissione europea, di comune accordo con il Parlamento e il Consiglio, intraprendere una misura che è stata a lungo oggetto di dibattito ed è apparsa molto spinosa. Fondamentalmente abbiamo assistito a una reale semplificazione, una reale accelerazione e ovviamente un cambiamento di strategia includendo le misure di investimento nelle iniziative a favore del risparmio energetico. Questo lancia un segnale molto positivo al punto che siamo in grado di reagire alla situazione in fase di programmazione piuttosto che rispettare dogmaticamente i principi stabiliti in precedenza.
Il Parlamento europeo tende a essere considerato un socio di minore importanza del Consiglio e della Commissione. Tuttavia, l’Assemblea è convinta che le proprie azioni dimostreranno la nostra disponibilità a collaborare rapidamente alle nuove sfide che dobbiamo affrontare.
Gábor Harangozó (PSE). – (HU) Credo che in realtà oggi dovremmo festeggiare. Per molti anni il Parlamento ha affermato che non dobbiamo limitarci a fornire finanziamenti a misure fittizie nel settore dell’edilizia abitativa, bensì decidere di intraprendere misure concrete.
Gran parte della popolazione europea vive in appartamento in grandi palazzi. Sviluppando questi progetti abitativi possiamo migliorare tangibilmente le condizioni dei residenti e ridurre il consumo energetico degli edifici, creando e mantenendo posti di lavoro. Grazie alle modifiche attuali nel mio paese è possibile ristrutturare il 90 per cento dei palazzi e questo rappresenta, comunque, un grande passo avanti.
Tuttavia, visto che i fondi continueranno a finanziare queste ristrutturazioni solo nelle aree urbane, non possiamo continuare a rallegrarci. La popolazione povera delle aree rurali, che più necessita di finanziamenti, è ancora una volta abbandonata a se stessa. Poiché non vogliamo in alcun modo compromettere il programma sui palazzi, importante per noi tutti, abbiamo deciso di non presentare alcun emendamento adesso. In cambio, però, ci aspettiamo che la Commissione includa nel pacchetto la nostra raccomandazione prima dell’interruzione estiva.
Il primo passo più importante per garantire un’integrazione sociale efficace e sostenibile delle aree più svantaggiate è porre fine, una volta per tutte, all’esclusione e ai ghetti. Ristrutturare le zone tenute in disparte non ha alcun senso. La soluzione non sta nel rinnovamento, bensì nella ricostruzione sostenuta da complessi programmi che creano occupazione sociale.
Onorevoli colleghi, avremo veramente motivo di festeggiare quando, al posto di ghetti rurali disadattati, le persone che lavoreranno nelle nuove cooperative sociali, tornando nelle nuove case, potranno dire ai propri figli di studiare e lottare perché possono diventare qualsiasi cosa vogliano.
Samuli Pohjamo (ALDE). – (FI) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, per prima cosa desidero ringraziare i relatori per l’eccellente lavoro preliminare. Gli emendamenti proposti ai regolamenti sui fondi strutturali velocizzeranno l’utilizzo dei fondi e semplificheranno le norme, motivo per cui meritano veramente il nostro sostegno. In questo modo possiamo garantire che i soldi dei fondi strutturali vengano spesi come rimborso e frenino l’impatto negativo della recessione sull’economia e l’occupazione. Questo rappresenta anche un buon inizio per la riforma della politica regionale e strutturale dell’Unione europea, finalizzata a semplificare e accelerare le procedure e a dare un impulso alla flessibilità e al raggiungimento dei risultati.
Mentre snelliamo la burocrazia nei regolamenti dell’Unione europea e ci concentriamo sull’ottenimento di migliori risultati, dobbiamo essere sicuri che anche gli Stati membri si muovano nella stessa direzione. Bisogna concedere maggiore potere alle regioni e agli attori locali, e i governi centrali devono allentare i rigorosi controlli.
PRESIDENZA DELL’ON. ROURE Vicepresidente
Ewa Tomaszewska (UEN). – (PL) Signora Presidente, in questo momento di crisi è fondamentale dare un nuovo impulso all’economia, salvaguardare l’occupazione e tutelare quanti hanno perso il proprio posto di lavoro. La proposta della Commissione volta ad ampliare le tipologie di costi coperti dal Fondo sociale europeo è un passo avanti nella giusta direzione.
Fra le misure che consentono di sfruttare al meglio le risorse del Fondo sociale europeo si annoverano i finanziamenti per le liquidazioni in capitale, i costi diretti e misti nonché l’assenza di un limite massimo per i pagamenti. L’introduzione delle liquidazioni in capitale, per i costi diretti e indiretti fino a 50 000 euro snellirà notevolmente le procedure amministrative e consentirà di raggiungere, senza ulteriori ritardi, gli obiettivi previsti dal Fondo. Data l’urgenza di tali misure, sostengo l’adozione della suddetta proposta senza alcun emendamento. Vorrei ringraziare l’onorevole Harkin per aver sottolineato il valore inestimabile del volontariato.
Maria Petre (PPE-DE). – (RO) Vorrei iniziare il mio intervento esprimendo la mia opinione favorevole in merito alle citate misure coordinate. Vorrei, inoltre, ringraziare in modo particolare i relatori per il lavoro che hanno svolto.
Conosciamo tutti le ripercussioni della crisi sui nostri paesi: rallentamento della crescita economica, riduzione delle prospettive occupazionali, aumento del disavanzo di bilancio, recessione. La politica di coesione dell’Unione europea potrebbe rivelarsi uno strumento tanto credibile quanto efficace in questo contesto. Come noi tutti sappiamo bene, l’Europa è stata colpita pesantemente dalla crisi; tuttavia, il fatto che sia riuscita a trovare delle soluzioni in brevissimo tempo è un segnale incoraggiante.
La decisione di modificare la normativa sui fondi esistenti che hanno già dato prova di successo è decisamente appropriata. Creare ex-novo fondi specifici anticrisi avrebbe richiesto troppo tempo. La semplificazione dei criteri di ammissibilità delle spese, l’aumento dei prefinanziamenti da parte del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo e l’aumento degli investimenti nei progetti di maggior rilievo sono misure che auspico possano aiutare gli Stati membri a superare la crisi economica e finanziaria vigente.
Come tutti sappiamo, quella economica non è però l’unica crisi che l’Europa si trova ad affrontare: su di noi incombe anche una crisi energetica. La misura che consente di utilizzare il FESR per investire a favore dell’efficienza energetica e dell’impiego di energie rinnovabili nelle abitazioni dovrebbe avere conseguenze di grande rilievo, a mio avviso. In Romania, come in altri paesi dell’Europa centrale e orientale, le condizioni degli edifici a più piani non sono buone. Gli edifici più vecchi sono scarsamente isolati e sono molti i residenti che non hanno la possibilità di risolvere il problema di tasca loro.
Auspichiamo che questa misura consenta ai cittadini europei di risparmiare energia, in modo tale da contribuire positivamente alla loro situazione finanziaria e ridurre le ripercussioni sul surriscaldamento globale. L’attuale governo del mio paese ha affermato che si tratta di una misura a priorità zero e che i progetti approvati ne dimostrano l’efficacia.
Stavros Arnaoutakis (PSE) . – (EL) Signora Presidente, onorevoli colleghi, l’odierno pacchetto di emendamenti alle disposizioni della normativa sui fondi strutturali è un notevole passo avanti verso la semplificazione e l’attivazione diretta delle risorse a livello sia nazionale sia locale.
E’ uno strumento che consente di dare nuovo impulso all’economia europea nel contesto di una crisi senza precedenti che nuoce, ogni giorno di più, alla cosiddetta economia reale. E’ uno strumento che risponde alla richiesta, avanzata ormai molto tempo fa al Parlamento europeo, di snellire ulteriormente le procedure e aumentare la flessibilità nell’applicazione della normativa in materia di fondi strutturali.
Qual è la risposta dei leader mondiali alla gravissima crisi che stiamo attraversando? Dove sono le politiche europee? Per garantire che la liquidità necessaria venga impiegata a dovere e che i relativi progetti vengano attuati immediatamente, gli Stati membri devono agire. Le risorse della politica di coesione devono essere rese immediatamente disponibili agli effettivi beneficiari a livello locale e regionale. L’attuazione di programmi operativi dovrebbe mirare alla tutela dei posti di lavoro, dell’imprenditorialità e della competitività, sfruttando il patrimonio naturale, culturale e umano di ciascuna regione.
Solo l’immediata attuazione dei suddetti programmi consentirà di garantire la coesione e di evitare l’insorgenza di nuove divergenze.
Auspico che la crisi attuale sia un’occasione per far parlare l’Europa con una sola voce affinché possa quindi risolvere, all’unanimità, ognuno dei problemi attualmente esistenti.
Toomas Savi (ALDE). - (EN) Signora Presidente, l’adesione all’Unione europea ha determinato anche l’accesso ai fondi strutturali e di coesione dell’Unione, dei quali la Repubblica di Estonia ha beneficiato per un ammontare pari a circa 800 milioni di euro nel biennio 2004-2006 e di ulteriori 3 miliardi e 400 milioni, stanziati nel quadro delle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013.
Nonostante la gravità della crisi economica in corso, ci sono buone possibilità di raggiungere l’obiettivo principe dei fondi dell’Unione europea, ovvero appianare le differenze in materia di sviluppo all’interno dell’Unione.
Accolgo con favore la proposta avanzata dalla Commissione al Consiglio di stanziare un’ulteriore somma di 6 miliardi e 300 milioni di euro per contrastare le ripercussioni negative della crisi economica, ovvero per accelerare l'effettivo utilizzo dei fondi a vantaggio dell'economia reale.
Riconosco, tuttavia, come affermato dalla relatrice, l'onorevole García Pérez, la necessità di un approccio uniforme in tutti gli Stati membri, per non aumentare le disparità all’interno dell’Unione o utilizzare impropriamente il denaro versato dai contribuenti europei.
Rolf Berend (PPE-DE). – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, esistono svariati metodi di affrontare gli effetti duraturi dell’imprevedibile crisi economica e finanziaria attuale. Questo pacchetto di revisione, ovvero questo strumento legislativo nel quadro del piano europeo di ripresa economica è nato come risposta positiva – sebbene ancora insufficiente – all’attuale situazione di crisi, temporanea è vero, ma pur sempre critica.
Tale provvedimento risponde, fra le altre cose, alla richiesta di una maggiore semplificazione delle procedure e di una maggiore flessibilità nell'attuazione delle norme vigenti nel quadro del regolamento per la politica di coesione e la politica regionale, più volte sottoposto al vaglio del Parlamento negli ultimi anni. Va inoltre accolto con favore l’emendamento all’articolo 7 – “Ammissibilità delle spese” – che consentirà agli Stati membri e alle regioni di investire in misure a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nelle proprie abitazioni, grazie al sostegno dei fondi strutturali dell’Unione. Questa misura, inoltre, non riguarderà esclusivamente i “nuclei familiari a basso reddito”. L’emendamento summenzionato elimina, correttamente a mio parere, il concetto stesso di “nuclei familiari a basso reddito”, ponendo, invece, un limite massimo del 4 per cento sul totale del Fondo europeo di sviluppo regionale da destinare a ciascuno Stato membro per tali investimenti. Questa non è altro che una delle molteplici migliorie proposte.
In breve, l’effettiva attuazione dell’intero pacchetto consentirebbe di velocizzare le spese, mettendo una maggiore liquidità a disposizione del FESR, del Fondo sociale europeo (FSE), del Fondo di coesione e dei fondi strutturali per il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti e semplificherebbe la normativa vigente, consentendo una rapida attuazione dei programmi.
Si tratta, a mio avviso, di uno strumento efficace – sebbene ad oggi ancora insufficiente – per affrontare la crisi attuale.
Lidia Geringer de Oedenberg (PSE). – (PL) Signora Presidente, l’Unione europea si trova dinanzi a una crisi mondiale le cui conseguenze sono attualmente imprevedibili. La velocità di crescita è diminuita, i disavanzi di bilancio sono aumentati, la disoccupazione è cresciuta esponenzialmente. La politica europea di coesione, con uno stanziamento pari a 347 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, sembra essere uno degli strumenti più efficaci con cui dare un nuovo impulso agli investimenti e offrire dei finanziamenti pubblici supplementari alle economie locali.
La Commissione ha già adottato una serie di misure volte a modificare il pacchetto normativo esistente in materia di fondi strutturali. Le modifiche mirano a velocizzare le spese, ad aumentare la liquidità in relazione all’attuazione di determinati progetti e a semplificare le procedure per una rapida attuazione degli stessi nelle regioni. I principali ambiti di azione includono il sostegno da parte della Banca europea per gli investimenti (BEI), del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) e la semplificazione dell’ammissibilità delle spese. Si sostengono, inoltre, le liquidazioni in capitale e la velocizzazione delle spese per progetti di ampio respiro.
Accolgo con favore la rapida azione intrapresa dalla Commissione europea e gli emendamenti proposti. Vi è, tuttavia, un’ulteriore modifica da apportare, tralasciata per troppo tempo, ma ad oggi ancora richiesta. Mi riferisco alla creazione di un sistema di gestione e controllo che garantisca una liquidità effettiva in tutto il sistema economico dell’Unione europea.
Oldřich Vlasák (PPE-DE). – (CS) Signora Presidente, onorevoli colleghi, la Commissione europea ha offerto a tutti gli Stati membri la possibilità di destinare le risorse dei fondi strutturali alla conversione e alla riparazione degli edifici a più piani e di altre strutture. Si tratta di un’iniziativa particolarmente importante per la Repubblica ceca, dal momento che circa il 26 per cento dei suoi abitanti vive in edifici ormai vetusti. Se la proposta verrà accolta domani e formalmente approvata dal Consiglio dei ministri in aprile, vi sarà la possibilità concreta di investire altri 16 miliardi di corone ceche in sistemi di riscaldamento per appartamenti e case indipendenti, anche fuori dai confini del paese. Ritengo positiva, inoltre, l’eliminazione dell'obbligo di utilizzare i fondi solo per nuclei familiari a basso reddito; si tratta, a mio avviso, di un concetto complesso, la cui definizione varia in base alla normativa nazionale di ciascun paese.
Ritengo, inoltre, che gli Stati membri debbano avere la possibilità di scegliere le categorie di edifici idonee al finanziamento sulla base della normativa nazionale in materia e di determinare i criteri del caso in base alle proprie esigenze. Dobbiamo garantire l'accesso ad abitazioni più economiche e di qualità migliore a tutti e non solo a chi vive nelle case popolari. Rattrista sapere che ci sia voluta una crisi finanziaria per aumentare gli investimenti nell’edilizia e per introdurre le suddette misure in tutto il territorio dell’Unione. Accolgo comunque con favore questa decisione perché, in questo momento storico, le spese vanno affrontate con parsimonia e noi, grazie al nostro intervento, aiuteremo i nostri cittadini a risparmiare sulle bollette di acqua e riscaldamento, riducendo, di conseguenza, le spese dell’intero nucleo abitativo. In base alle stime del Cecodhas, le famiglie europee possono arrivare a risparmiare in media 450 euro all’anno sulle spese summenzionate; questo sì che sarebbe un aiuto concreto.
James Nicholson (PPE-DE). – (EN) Signora Presidente, vorrei innanzi tutto congratularmi con i relatori per l’encomiabile lavoro da loro svolto nell’ambito di queste relazioni, che sottopongo all'attenzione dell'Assemblea. Ritengo che il loro contributo vada apprezzato.
Se gli Stati membri sapranno sfruttare fino al 4 per cento del finanziamento per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) al fine di promuovere gli investimenti a favore dell’efficienza energetica nel settore dell’edilizia abitativa, contribuiranno positivamente non solo alle nostre economie, ma anche all’ambiente. E’ incoraggiante una proposta come quella avanzata dalla Commissione.
La relazione è particolarmente positiva per molti dei vecchi Stati membri ed è un piacere per me vedere che questi ultimi potranno usufruire di una percentuale del FESR per l’adozione di una serie di misure volte a promuovere l’efficienza energetica nel settore dell’edilizia abitativa. E’ incoraggiante vedere che i criteri per l’ammissibilità sono stati ampliati e non riguarderanno più esclusivamente i nuclei familiari a basso reddito.
Dobbiamo, tuttavia, tenere presente che non si tratta di un aumento dei finanziamenti. Ora spetta alle autorità nazionali e regionali sfruttare al meglio questa opportunità per destinare la percentuale dei loro finanziamenti del FESR proprio a tali progetti. Questo potrebbe richiedere una revisione di alcune parti dei loro programmi operativi. Mi sento di dire che, a lungo termine, ne varrà sicuramente la pena.
Luca Romagnoli (NI). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, queste misure della Commissione presentano al sodo, luci ed ombre. Positive appaiono l'attribuzione dei contratti direttamente alla Banca europea degli investimenti e al Fondo europeo degli investimenti, così pure positiva la semplificazione dei procedimenti e l'accelerazione dei pagamenti.
Ma, una raccomandazione è fondamentale su tutto questo: la trasparenza nazionale e regionale del loro utilizzo che, a mio giudizio, in alcuni casi non c’è. Bisogna che le verifiche siano puntuali, come puntuali devono essere le erogazioni. In Italia, in alcune regioni, ad esempio nel Lazio, i fondi per gli agricoltori sono erogati mesi, in alcuni casi anni, dopo il loro trasferimento dall’Unione e non ho tempo qui per altri esempi. Aiutiamo la crisi quindi non solo pensando a disparità di intervento, ma all’effettiva, tempestiva ed efficace utilizzazione dei fondi.
Zita Pleštinská (PPE-DE). – (SK) I fondi strutturali ci consentono di affrontare la nuova realtà economica. Consentono agli Stati membri di ottimizzare gli investimenti dell’Unione europea, impiegandoli come rimedio efficace contro la crisi economica in corso.
Il Parlamento europeo, attraverso l’operato della commissione per lo sviluppo regionale, chiede da tempo una maggiore semplificazione delle procedure amministrative. Sono lieta che alla fine la Commissione e il Consiglio siano giunti a una comunione di vedute.
Amministrazioni costose, ritardi nell’erogazione dei pagamenti e la complessa procedura di verifica dell'ammissibilità delle spese stanno arrecando difficoltà finanziarie ai beneficiari degli stessi. Nel mio paese, la Repubblica slovacca, molti funzionari accusano Bruxelles di dare troppa importanza alla burocrazia e di essere eccessivamente zelante nel controllo della contabilità. Si dimenticano, tuttavia, che la questione chiave consiste nello scegliere l’attività corretta, la qualità e il contenuto di un progetto, la sua effettiva attuazione e i benefici da esso derivanti.
I membri dei gruppi di progetto devono puntare su interventi di elevata qualità, in grado di creare un ambiente competitivo, e non passare ore e ore seduti alla scrivania di un ufficio contabile sprecando tempo ed energie; per non parlare delle infinite pratiche burocratiche necessarie all’attività di rendicontazione finanziaria. Il controllo minuzioso di elementi trascurabili spesso costa molto più del loro stesso valore.
Concordo, dunque, con l’iniziativa di ampliare l’utilizzo di somme forfettarie e tassi fissi nel quadro della normativa del Fondo europeo di sviluppo regionale e con l’introduzione di tre nuove tipologie di sovvenzioni ammissibili: i costi indiretti fino a un massimo del 20 per cento dei costi diretti di un’operazione, somme forfettarie fino a un massimo di 50 000 euro e tabelle standard di costi unitari.
Per questo motivo, ritengo che il pacchetto di decisioni adottato dalla Commissione europea, con lo scopo di incrementare la flessibilità con cui gli Stati membri possono usufruire dei fondi strutturali, sia una risposta positiva alla crisi economica in atto.
A mio avviso, la semplificazione della normativa e un finanziamento flessibile consentiranno agli Stati membri di stilare progetti validi per settori in grado di generare un elevato rendimento. Dobbiamo indirizzare i nostri investimenti a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nel settore dell’edilizia abitativa, puntando alla creazione di nuovi posti di lavoro e al risparmio energetico. Se sosteniamo le tecnologie pulite possiamo contribuire alla ripresa delle industrie automobilistica ed edile.
Avril Doyle (PPE-DE). – (EN) Signora Presidente, accolgo con favore la proposta di emendare il regolamento relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per indirizzare le sovvenzioni da esso derivanti agli investimenti a favore dell’efficienza energetica e dell’energia rinnovabile nel settore dell’edilizia abitativa. Mi trovo concorde, inoltre, con l’emendamento apportato alla proposta originale della Commissione, che prevede l’eliminazione dell’idoneità concessa esclusivamente ai nuclei familiari a basso reddito, promuovendo, invece, interventi a favore della coesione sociale, lasciando alla discrezione dei singoli Stati membri la scelta delle categorie idonee.
Avrei, tuttavia, un quesito da rivolgere alla Commissione, se mi è concesso. Cosa intendiamo esattamente per efficienza energetica (ne stiamo parlando nel quadro dei finanziamenti del FESR)? Sarà disponibile un metodo unico di calcolo dell’efficienza energetica nell’Unione a 27 o vi saranno considerazioni e calcoli diversi in ogni singolo Stato membro? Quando parliamo di efficienza energetica e di investimenti a favore delle energie rinnovabili nelle abitazioni private, ad esempio, il significato dei termini è quello previsto anche dalla Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, attualmente in fase di discussione e oggetto di dibattito per l’eventuale necessità di un calcolo unico – o quantomeno uniforme – dell’efficienza energetica, affinché gli investimenti vengano realmente destinati ad azioni relative all’efficienza energetica, al suo incremento o alla diminuzione delle emissioni di CO2?
Tutto questo fa parte del dibattito avuto stamani in occasione dell’incontro dell’Associazione degli imprenditori delle piccole e medie imprese (PMI) avvenuto a colazione e tenutosi grazie al mio collega, l’onorevole Rübig. In quell’occasione ci è stato detto chiaramente che vi sono delle strozzature che impediscono di investire a favore dell’efficienza energetica nell’edilizia: si tratta di impedimenti a livello finanziario dovuti alla stretta creditizia in materia di prestiti. Dobbiamo considerare le sovvenzioni e gli incentivi fiscali. Abbiamo bisogno di un’amministrazione semplice; per questo invitiamo le famiglie comuni a usufruire dei fondi, siano essi destinati al FESR o agli Stati membri. Vorrei sottolineare, a questo proposito, che il nostro governo ha recentemente varato un regime di sussidi a livello nazionale a favore del risparmio energetico.
Serve, tuttavia, un’amministrazione semplice. Abbiamo bisogno di un’attività di promozione cosicché, da un lato, gli investimenti ridurranno l’importazione di combustibili fossili e le emissioni di anidride carbonica, dall’altro, gli stessi nuclei familiari percepiranno effettivamente i suddetti tagli nei costi energetici.
Ljudmila Novak (PPE-DE). – (SL) Sostengo pienamente gli emendamenti proposti, che estenderanno i finanziamenti forfettari e renderanno possibile l’impiego di un sistema di pagamento sulla base di costi fissi. E’ di un provvedimento che cade a pennello, che potrebbe ridurre le difficoltà che incombono sui disoccupati nell’attuale situazione congiunturale.
Prima di adottare i suddetti emendamenti, tuttavia, mi preme sottolineare che il 75 per cento dei cittadini dell’Unione europea ritiene che il Parlamento svolga un ruolo fondamentale nella definizione congiunta delle politiche europee. Dallo stesso sondaggio, inoltre, si è riscontrato che il Parlamento è l’istituzione che ispira maggiore fiducia. Il 51 per cento degli intervistati ha affermato di nutrire fiducia nel Parlamento europeo, mentre il 47 per cento ha scelto la Commissione e il 42 per cento il Consiglio. Questo Parlamento, inoltre, ispira più fiducia della stessa Banca Centrale Europea.
Per quale motivo cito le statistiche? Nel 2005 il Parlamento europeo ha riconosciuto la necessità di una maggiore semplificazione per il corretto funzionamento dei fondi strutturali, in generale, e del Fondo sociale europeo, in particolare. La Commissione, tuttavia, ha iniziato da poco il processo di attuazione delle nostre raccomandazioni volte a migliorare le condizioni in cui i nostri cittadini e le nostre imprese si trovano a dover gestire le loro attività economiche, soprattutto in un periodo di crisi come questo.
Sarebbe una grande soddisfazione, a mio avviso, vedere attuati, almeno in parte, i nostri suggerimenti e le nostre raccomandazioni. Mi rammarica, tuttavia, dover constatare che, nell'affrontare le suddette difficoltà, sia stato adottato un metodo di cura sintomatico e non di prevenzione. Auspico, tuttavia, che questa esperienza dia un impulso alla Commissione affinché, in futuro, agisca più tempestivamente e che le osservazioni e le proposte più importanti, avanzate legittimamente dal Parlamento, vengano attuate più rapidamente.
Colm Burke (PPE-DE). – (EN) Signora Presidente, accolgo con favore queste nuove proposte. Attualmente stiamo attraversando un periodo di crisi. Siamo tutti testimoni della crescente disoccupazione su tutto il territorio dell'Unione.
Le ultime statistiche relative alla disoccupazione vengono dall’Irlanda. Il tasso attuale di disoccupazione si attesta all’11 per cento; soltanto un anno fa, era del 5,4 per cento. Questo significa che, in termini reali, il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato. Questi dati sono sconvolgenti e inquietanti allo stesso tempo. In questo lugubre scenario, tuttavia, dobbiamo trovare delle soluzioni creative per offrire a tutti i disoccupati le capacità, le prospettive e la speranza per un futuro migliore.
Il Fondo sociale europeo (FSE), Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo di coesione possono svolgere un ruolo chiave in questo contesto. Grazie ad essi possiamo restituire alle nostre economie gli strumenti necessari per uscire dalla recessione. È nostro dovere – in qualità sia di eurodeputati che di cittadini – raggiungere con questo messaggio l’opinione pubblica, così preoccupata in questo momento. È nostro dovere coinvolgere anche i governi nazionali affinché sia possibile usufruire dei suddetti finanziamenti con la maggiore celerità ed efficienza possibile. Accolgo con favore anche lo snellimento della burocrazia. Si tratta di un passo nella giusta direzione.
Silvia-Adriana Ţicău (PSE). – (RO) Nel 2010 eseguiremo una valutazione intermedia relativa all’impiego dei fondi strutturali. Ritengo che l’efficienza energetica debba essere considerata una priorità. Mi rammarica dover constatare che gli emendamenti in materia non siano stati approvati.
In qualità di relatore della direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, ho proposto un aumento fino a un massimo del 15 per cento della quota del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) da destinare al miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici. Non è altro che una questione di maggiore flessibilità e spetta agli Stati membri decidere se e che somma stanziare a questo fine.
Riconosco perfettamente l’urgenza. L’Unione europea a 15 deve avere la possibilità di usufruire dei fondi strutturali per l’efficienza energetica. Ritengo che, in questo modo, si avrebbe uno scambio di buone prassi e i nuovi Stati membri otterrebbero maggiore sostegno. Invito la Commissione a redigere una nuova proposta di legge entro il 30 giugno 2010 affinché si possa innalzare il tetto massimo al 15 per cento o fissare una soglia minima del 10 per cento del FESR da destinare a favore dell’efficienza energetica negli edifici.
Fiona Hall (ALDE). – (EN) Signora Presidente, sempre più spesso si incentrano i dibattiti in materia di efficienza energetica sul fatto che, se solo avessimo a disposizione finanziamenti tempestivi, potremmo raggiungere risultati migliori e più velocemente. E’ proprio questa la ragione per cui è così importante far sì che i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) vengano impiegati a favore dell’efficienza energetica non solo nell’Unione europea a 12, ma anche nell’Unione europea a 15.
Nonostante i notevoli progressi registrati, il ministro per l’edilizia abitativa del Regno Unito ha confessato che, attualmente, solo l’un per cento delle abitazioni esistenti è abbastanza efficiente dal punto di vista energetico da evitare la penuria energetica. Nella mia regione, l’Inghilterra nordorientale, un’abitazione su dieci appartiene alla categoria degli edifici abitativi a rischio per la salute, in quanto eccessivamente fredda o troppo esposta a correnti d’aria.
Per questi motivi, accolgo con favore l’emendamento e invito tutti gli Stati membri e le regioni a sfruttare appieno la nuova flessibilità conquistata. Come affermato dall’onorevole Ţicău, per affrontare il cambiamento climatico, la penuria energetica, la disoccupazione e la questione della sicurezza energetica, invito la Commissione ad innalzare, notevolmente ma a tempo debito, i tetti percentuali massimi previsti, come emerso dalla votazione del comitato per l’industria, la ricerca e l’energia sulla rifusione, tenutasi martedì scorso.
Catherine Stihler (PSE). – (EN) Signora Presidente, vorrei innanzi tutto ringraziare i relatori. Analizzare le modalità in cui possiamo impiegare i fondi strutturali europei in maniera più efficace per aiutare coloro che sono stati colpiti dalla crisi economica mondiale è una delle azioni che gli Stati membri devono intraprendere per restituire, il più velocemente possibile, un posto di lavoro a quanti l'hanno perso.
E’ curioso discutere di questo argomento alla vigilia del G20. Il G20 può potenzialmente dare avvio al processo di creazione di una normativa globale in materia di finanza, fondamentale nel caso in cui si ripresentasse una vera e propria calamità economica di queste proporzioni.
Dobbiamo rendere l’occupazione e l’agenda sociale questioni prioritarie per le elezioni europee. I 25 milioni di lavoratori in tutto il territorio dell’Unione che si troveranno senza posto di lavoro entro la fine dell’anno dovrebbero rappresentare il fulcro dell’attività di questa Assemblea per dare un nuovo impulso all’economia e restituire i posti di lavoro perduti.
Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione. − (FR) Signora Presidente, vorrei innanzi tutto ringraziare l’onorevole García Pérez, l’onorevole Jöns e l’onorevole Angelaka, per le loro eccellenti relazioni, e tutti i deputati che hanno preso la parola.
La maggior parte degli interventi ha espresso il pieno sostegno alle misure proposte dalla Commissione, evidenziandone il ruolo chiave per contrastare efficacemente le conseguenze della crisi sull’economia europea. A nome della Commissione, dunque, vi ringrazio.
Nei vostri interventi, avete sottolineato il desiderio del Parlamento di fornire all’Unione europea le risorse necessarie per contrastare gli effetti della crisi in modo mirato. Avete posto l’accento sulla necessità di agire rapidamente e questo è il nostro obiettivo. La presidenza ceca, che vorrei ringraziare per il sostegno dimostrato, intende anche provvedere all’adozione definitiva della normativa nel minor tempo possibile.
La nuova normativa potrebbe, ottimisticamente, entrare in vigore nelle prossime settimane, incidendo, di conseguenza, sui programmi operativi. In particolare, gli anticipi potrebbero essere completamente rimborsati già all’inizio di maggio.
Qualcun altro, inoltre, ha proposto un controllo rigoroso dell’applicazione delle suddette misure e la stesura di una relazione, nel 2010, che illustri i risultati raggiunti. La Commissione ha ribadito il suo impegno in questa direzione, come affermato nel documento al vaglio della presidenza.
Per preparare e approvare questo pacchetto legislativo, dunque, le istituzioni europee ci metteranno all’incirca quattro mesi. Vorrei ora affrontare il tema dell’efficienza energetica, a centro di molti degli interventi che abbiamo ascoltato.
Vorrei comunicare al Parlamento che, in giugno, durante un seminario con le autorità amministrative degli Stati membri, si terrà un laboratorio proprio su questo argomento. Stiamo chiedendo agli Stati membri di descrivere, nelle relazioni strategiche da stilare per la fine del 2009, le loro intenzioni circa il loro tempo di risposta.
Ovviamente, data la situazione attuale, sta ai singoli Stati membri definire i criteri di efficienza energetica e le misure da adottare. E qui entra in gioco la sussidiarietà. E’ attualmente in fase di elaborazione una direttiva sull’efficienza energetica che, una volta adottata, verrà sicuramente applicata. Vorrei unirmi, inoltre, a quanti hanno messo in evidenza come la ricerca nel campo dell’efficienza energetica degli edifici offra il duplice vantaggio di creare occupazione e, di conseguenza, di aiutarci a definire gli interventi futuri e a risolvere i problemi inerenti al surriscaldamento globale.
Mi preme sottolineare che, a prescindere dalla crisi - che ha indubbiamente rafforzato la cooperazione tra le varie istituzioni - diventa sempre più importante riuscire creare un partenariato basato su un alto grado di fiducia reciproca fra la Commissione e il Parlamento. La Commissione ha cercato di rispondere alla crisi economica e finanziaria in atto e, allo stesso tempo, ha voluto sfruttare appieno il dialogo con gli Stati membri e il Parlamento per rispondere alle richieste di semplificazione delle procedure e delle politiche.
Nel quadro del piano di ripresa, ovviamente, si sarebbero potute aggiungere altre proposte. Non è stato fatto, ma queste contribuiranno comunque alla discussione che la Commissione sta per intraprendere al fine di potenziare gli effetti del piano di ripresa e offrire ulteriori strumenti alle autorità nazionali che gestiscono i progetti. Di conseguenza, a novembre, la Commissione ha istituito un gruppo di lavoro sulla semplificazione, il cui operato ha già portato alla bozza di revisione della normativa di attuazione della Commissione, a cui potrebbero far seguito nuove proposte di modifica alla normativa generale o alla normativa specifica di ciascun fondo.
Signora Presidente, onorevoli colleghi, tutte le osservazioni sollevate durante questo dibattito saranno estremamente utili, quindi non esitate a esprimere il vostro parere. Vorrei ringraziare, in modo particolare, il Parlamento europeo per l’impegno profuso nel deliberare tempestivamente in merito ai gravi problemi insorti in seguito alla crisi.
Per quanto concerne gli emendamenti alla bozza della normativa inerente al Fondo europeo di sviluppo regionale presentati dall’onorevole Schroedter, tre riguardano i considerando, mentre uno il contenuto. L’approvazione degli emendamenti 8, 9 e 10 relativi ai considerando non avrebbe modificato il tono generale delle proposte presentate dalla Commissione, ma avrebbe allungato i tempi di adozione della normativa.
Per quanto concerne l’emendamento al contenuto, la Commissione non si oppone al principio in esso enunciato. Intende, tuttavia, adottare un meccanismo non facente parte del testo di compromesso del Consiglio, dal momento che il testo in questione ha presentato problemi di attuazione all’interno degli Stati membri.
Ci tenevo a chiarire questi punti e l’ho fatto al termine del mio intervento. Vorrei ringraziare nuovamente il Parlamento per averci consentito di agire tempestivamente per limitare le dolorose conseguenze della crisi, già elencate e descritte egregiamente da qualcuno di voi.
Iratxe García Pérez, relatore. − (ES) Signor Commissario, vorrei ringraziarla per i suoi chiarimenti in merito al dibattito odierno. Immagino che lei sia al corrente del fatto che, aver raggiunto quasi l’unanimità nell’ambito delle proposte appena discusse, non sia una mera coincidenza.
Come ha sottolineato la nostra collega, l’onorevole Creţu, si tratta di una dimostrazione di volontà politica, della prova che ciascuno di noi può contribuire al superamento della crisi attuale, che sta mettendo in seria difficoltà economica i cittadini europei.
E’ stato anche, tuttavia, un esercizio di responsabilità, come già da lei sottolineato. Io lo ribadisco: un vero e proprio esercizio di responsabilità, poiché sappiamo bene che la proposta su cui ci siamo trovati a discutere avrebbe potuto essere migliore. Avremmo potuto includervi altri elementi, per velocizzare o semplificare le procedure, ma sapevamo che, per attuare queste misure nel minor tempo possibile, le relazioni avrebbero dovuto mantenere la loro forma originaria.
Vorrei quindi avanzare una semplice richiesta alla Commissione: ora che abbiamo a disposizione un piano rivisto per snellire la burocrazia, come è stato annunciato, auspico che il Parlamento possa rivestire un ruolo di maggior rilevanza nel dibattito e nella definizione delle nuove iniziative. Avanzo la presente richiesta a nome di questa Assemblea e delle amministrazioni locali, che sono direttamente coinvolte in tali progetti e conoscono le loro esigenze specifiche in merito all’attuazione delle varie iniziative.
Emmanouil Angelakas, relatore. − (EL) Signora Presidente, signor Commissario, grazie. Ci terrei a sollevare un paio di osservazioni in merito a quanto abbiamo appena sentito.
Signor Commissario, sono lieto di sapere che il rimborso degli anticipi inizierà a maggio e, di conseguenza, suppongo che gli emendamenti in questione verranno ragionevolmente pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale nel giro di due, tre o quattro settimane a partire da domani, cosicché potranno essere applicati, proprio come lei stesso ha affermato. Questa è la mia prima osservazione.
In seconda istanza, vorrei sottolineare che dovrete procedere rapidamente, nel prossimo semestre, all’attuazione degli emendamenti e alla semplificazione di altre normative, come già sottolineato da altri membri dell’Assemblea. Il Parlamento intende contribuire attivamente all’analisi, alla valutazione e alla stesura della bozza di suddette normative.
Effettivamente abbiamo ricevuto numerose proposte e osservazioni ma, data l’urgenza della situazione, la maggior parte di noi membri del comitato e del Parlamento ha ritenuto più opportuno non procedere all’adozione degli emendamenti.
Abbiamo visto che il tasso di utilizzo delle le fonti di energia rinnovabile nelle abitazioni aumenterà. A questo proposito va detto che, in base ai dati a nostra disposizione, i nuovi Stati membri ne utilizzano attualmente solo l’1-1,5 per cento, fatto che dimostra che persistono delle difficoltà. Ritengo che il 4 per cento, quota massima stanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), sia un valore soddisfacente e auspico un miglioramento della situazione.
Accolgo con favore anche la proposta di redigere una relazione sui piani di ripresa nella seconda metà del 2010, sulla base dei programmi che presenteranno gli Stati membri.
Signor Commissario, vorrei concludere il mio intervento sottolineando che la complessità delle procedure rappresenta il primo problema che gli Stati membri devono affrontare per poterle attuare. Vanno snellite nel minor tempo possibile. Credo nel vostro contributo e nel sostegno del Parlamento europeo.
Presidente . – La discussione congiunta è chiusa.
La votazione si svolgerà domani.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)
Šarūnas Birutis (ALDE), per iscritto. – (LT) La crisi finanziaria e la recessione economica in atto si stanno ripercuotendo negativamente sulle finanze pubbliche. Nella maggior parte degli Stati membri la crescita è diminuita notevolmente; in altri vige addirittura uno stato di stagnazione economica. Gli indicatori della disoccupazione stanno peggiorando. In una situazione di recessione economica è fondamentale che il Fondo sociale europeo venga sfruttato appieno per aiutare quanti hanno perso il posto di lavoro e, soprattutto, i cittadini colpiti più pesantemente dalla crisi.
I quattro principali ambiti d’azione del Fondo sociale europeo devono rimanere immutati:
- l’aumento dell’adattabilità dei lavoratori e delle imprese;
- la creazione di condizioni migliori per l’occupazione, la prevenzione della disoccupazione, il prolungamento delle attività lavorative e la promozione di una partecipazione più attiva al mercato del lavoro;
- l’aumento dell’integrazione sociale attraverso l’inserimento nel mercato del lavoro di quanti usufruiscono di misure di accompagnamento sociale e la lotta alla discriminazione;
- la promozione di un partenariato per l'attuazione delle riforme negli ambiti dell'occupazione e dell'integrazione.
Sebastian Bodu (PPE-DE), per iscritto. – (RO) Il Piano europeo di ripresa economica ampliato o, per essere più precisi, la revisione del regolamento inerente al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), offre agli Stati membri un ventaglio di opportunità, soprattutto in un momento in cui la crisi mondiale sta causando un rallentamento delle economie nazionali. Le nuove misure proposte nella relazione relativa alla revisione del regolamento del FESR, concernenti gli investimenti a favore dell'efficienza energetica e dell'utilizzo di energie rinnovabili nelle abitazioni in tutti gli Stati membri portano, da una parte, alla creazione di nuovi posti di lavoro, dall’altra, al miglioramento dell’efficienza energetica nelle abitazioni. Il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla strategia per l'energia e il clima è una priorità che non dovrebbe dipendere dalla crisi economica né da altri fattori esterni. A questo proposito, le proposte derivanti dalla revisione del FESR coniugano efficacemente le misure volte a contrastare le conseguenze della crisi economica (attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro, l’aumento degli investimenti, eccetera) e la tutela dell’ambiente (grazie all’isolamento termico degli edifici e agli investimenti a favore delle energie rinnovabili). Per tutte queste ragioni, ritengo che la relazione sugli investimenti a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nell’edilizia abitativa sia un passo che l’Unione sta compiendo nella giusta direzione e sono convinto che gli Stati membri sapranno cogliere al meglio questa opportunità.
Corina Creţu (PSE), per iscritto. – (RO) Giorno dopo giorno, il doloroso impatto sociale della crisi si percepisce con intensità sempre crescente in tutti gli Stati membri. In particolare, se osserviamo i dati relativi all’occupazione, vediamo che la situazione continua a peggiorare molto rapidamente in ogni singolo paese. Il Segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ritiene che, quest’anno, il tasso di disoccupazione nell’Unione europea e negli Stati Uniti potrebbe raggiungere il 10 per cento. Si tratta di una crescita preoccupante se si considera che, a gennaio, il tasso medio di disoccupazione nell’Unione si attestava all’8 per cento.
In Romania, sebbene il tasso ufficiale sia inferiore al tasso medio dell’Unione europea, lo scorso anno si è registrato un aumento dell’1 per cento, portando il tasso di disoccupazione al 5,3 per cento. Ci aspettiamo, tuttavia, che la suddetta percentuale aumenti rapidamente, dal momento che sempre più imprese si troveranno costrette a effettuare tagli del personale e sempre più cittadini romeni che lavorano all’estero torneranno in patria perché perderanno il proprio posto di lavoro.
E’ questa la ragione per cui, poiché la situazione potrebbe portare a un’ondata di ingiustizie sociali incontrollabili, intendo ribadire la necessità di affrontare con impegno ancora maggiore la questione dei disoccupati, che sono i più colpiti e i più vulnerabili in questo momento di crisi.
Dragoş David (PPE-DE), per iscritto. – (RO) Accolgo con favore la proposta della Commissione di emendare il regolamento inerente al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per consentire agi Stati membri e alle regioni dell’Unione europea di investire in provvedimenti a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nell’edilizia abitativa, grazie al sostegno dei fondi strutturali.
In base al regolamento attuale, il FESR sostiene già degli interventi nel settore dell’edilizia abitativa, incluse le misure a favore del’efficienza energetica, valide, tuttavia, solamente per i nuovi Stati membri (UE a 12) e a determinate condizioni.
E’ fondamentale che gli Stati membri abbiano la possibilità di ridefinire le proprie priorità e di rivedere i propri programmi operativi per investire in quest’area, qualora lo ritengano opportuno.
Si è stabilito un tetto massimo del 4 per cento dei finanziamenti totali del FESR da destinare a ciascuno Stato membro per le spese dovute al miglioramento dell’efficienza energetica e dell’utilizzo delle energie rinnovabili nelle abitazioni esistenti. Ritengo che tale soglia vada innalzata al 15 per cento, affinché gli investimenti in quest’area apportino più vantaggi possibili ai cittadini dell’Unione europea.
Concludo il mio intervento congratulandomi con il relatore, l’onorevole Angelakas, per il suo contributo alla presente relazione.
Rumiana Jeleva (PPE-DE), per iscritto. – (BG) Insieme siamo stati travolti dalla crisi; insieme dobbiamo superarla. Di conseguenza, dobbiamo cooperare sia in Europa che con il resto del mondo. Tuttavia, dobbiamo prima concludere il lavoro qui, all’interno dell’Unione europea, in seno al Parlamento europeo – per essere più precisi – dove vengono rappresentati gli interessi dei cittadini.
Le proposte avanzate dalla Commissione al vaglio del Parlamento quest'oggi intendono dare un nuovo impulso alle economie europee, per aiutarle a superare la recessione. Gli emendamenti al regolamento relativo ai fondi strutturali volti a considerare anche la politica di coesione ci consentiranno di aumentare gli investimenti e a restituire fiducia alle nostre economie.
Gli emendamenti risultano particolarmente appropriati per i paesi con un basso tasso di utilizzo delle risorse europee. Si potrà raggiungere questo obiettivo, tuttavia, soltanto se anche le amministrazioni nazionali sapranno rispettare gli standard generali di buon governo e partenariato. Dobbiamo mettere fine all’inefficienza e alla corruzione, purtroppo ancora vigenti.
Dobbiamo agire ora e dobbiamo farlo insieme. In qualità di relatore del PPE-DE, vi invito ad avallare la proposta della Commissione volta ad emendare alcuni provvedimenti del regolamento relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo e al Fondo di coesione in materia di gestione dei finanziamenti.
Zbigniew Kuźmiuk (UEN), per iscritto. – (PL) Per quanto concerne il dibattito in merito ai fondi europei, vorrei richiamare l'attenzione su quattro proposte avanzate dalla Commissione miranti a velocizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie e dei fondi strutturali da parte dei beneficiari.
1. Aumentare il sostegno da parte della Banca europea per gli investimenti (BEI) e del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) a favore di progetti cofinanziati dai fondi strutturali.
2. Semplificare le procedure relative all’ammissibilità delle spese in modo retroattivo a decorrere dal 1 agosto 2006 includendo, tra le spese ammissibili, i contributi in natura del beneficiario.
3. Aumentare del 2 per cento i pagamenti a rate dei fondi strutturali, consentendo così il pagamento di rate ulteriori per una cifra pari a 6 miliardi e 250 milioni di euro nel 2009.
4. Velocizzare le spese per progetti di ampio respiro, consentendo ai beneficiari di richiedere il finanziamento prima di aver ottenuto l’approvazione dei progetti da parte della Commissione europea.
Tali modifiche mirano ad aumentare la liquidità dei beneficiari. Meritano tutto il nostro sostegno e dovrebbero essere attuate il più velocemente possibile. Ritengo che lo stesso valga anche per la semplificazione delle procedure.
Adrian Manole (PPE-DE), per iscritto. – (RO) In base alle statistiche, la Romania registra un tasso di consumo di energia elettrica fra i più alti dell’Europa centrale e orientale. Un sistema di gestione dell’energia migliore potrebbe contribuire positivamente alla crescita economica, alla riduzione dell’inquinamento e al risparmio delle risorse, che potrebbero essere impiegate, di conseguenza, in modo più produttivo.
Affinché in Romania possa essere raggiunto questo obiettivo, la popolazione dovrebbe essere messa al corrente dei vantaggi economici che deriverebbero dall’adozione di pratiche a favore dell'efficienza energetica, garantendo un servizio di consulenza a quanti fossero interessati ad accedere ai finanziamenti del FESR per l’adozione di sistemi per il risparmio energetico di ultima generazione.
Questi accorgimenti semplificherebbero notevolmente la vita domestica dei consumatori grazie a una riduzione dei costi delle bollette, alla promozione di un uso efficiente dell'energia lungo tutta la catena energetica e al controllo dell'ottemperanza alla legislazione vigente in materia di efficienza energetica. Questo favorirà il reindirizzamento della politica energetica basata sulla produzione di energia verso una politica energetica attiva che miri al risparmio delle risorse grazie alla conservazione dell’energia stessa.
Alexandru Nazare (PPE-DE), per iscritto. – (RO) Sono lieto di constatare che, finalmente, stiamo intraprendendo delle azioni concrete volte a snellire la burocrazia per accedere ai fondi europei. Mi rammarica dover riconoscere, tuttavia, che sia stata necessaria una crisi per richiedere una normativa più semplice e flessibile sui fondi europei.
Vorrei mettere in evidenza un aspetto fondamentale di tale normativa: l’aumento della soglia per gli investimenti a favore dell’efficienza energetica nell’edilizia abitativa. Nei paesi che hanno vissuto fenomeni di urbanizzazione sistematica e di industrializzazione forzata, il problema dell’efficienza energetica nell’edilizia abitativa riguarda milioni di cittadini. Finora è stata impiegata una quota minima di questi fondi, ma credo che dopo solo due anni dall’inizio dell’attuale periodo di programmazione finanziaria sia troppo presto per avere un’idea precisa in merito al tasso di assorbimento. Per questo era necessario innalzare la soglia, in vista dell’alto numero di cittadini che ne avrebbero beneficiato e della possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Ad ogni modo questo continuerà ad essere un problema per la Romania finché, su richiesta della Commissione, le suddette possibilità continueranno ad essere aperte esclusivamente alle città considerate poli di crescita. Auspico che la Commissione mantenga l’impegno di rinegoziare determinati assi dei programmi operativi già approvati affinché i fondi possano venire stanziati nuovamente per progetti in grado di offrire un maggiore potenziale di crescita economica.
Rareş-Lucian Niculescu (PPE-DE), per iscritto. – (RO) La proposta oggetto della presente relazione è un esempio di come le finanze dell’Unione possono essere impiegate efficacemente a vantaggio dei cittadini europei.
In questo modo si possono raggiungere risultati eccellenti, senza aumentare gli stanziamenti o adottare misure che potrebbero gravare sul bilancio comunitario, ma migliorando semplicemente le regole del gioco.
Mi preme sottolineare che, per la Romania, il paese che rappresento, questi emendamenti consentiranno di raddoppiare i fondi comunitari che potrebbero, a loro volta, essere stanziati per il rinnovo dei sistemi di riscaldamento nelle abitazioni.
I suddetti fondi fungeranno da complemento all’ambizioso programma lanciato dal governo romeno mirante, anch’esso, a rinnovare i sistemi di riscaldamento nelle abitazioni.
Cosa significa? In primo luogo una riduzione degli sprechi di energia; in secondo luogo, e come conseguenza del primo fattore, una riduzione delle importazioni di energia. In terzo luogo e come conseguenza dei fattori precedenti, una riduzione dei costi delle bollette che dovranno sostenere i cittadini.
Auspico che questo sia soltanto l’inizio e che l’Unione europea continui a promuovere gli investimenti a favore dell’efficienza energetica.
Fin dall'inizio del mio mandato come eurodeputato ho sempre sostenuto questa idea. Per questa ragione, domani voterò a favore della relazione Angelakas e della proposta di legge avanzata dalla Commissione.
Nicolae Popa (PPE-DE), per iscritto. – (RO) La relazione Angelakas propone un’opportuna semplificazione delle condizioni di ammissibilità per gli investimenti nell’efficienza energetica e nell’energia rinnovabile per le abitazioni. L’estensione del ricorso a tassi fissi e somme forfetarie eserciterà un impatto positivo sulla gestione quotidiana dei Fondi strutturali.
L’emendamento all’articolo 7 del regolamento relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale, che consente a tutti gli Stati membri dell’Unione di investire in misure correlate all’efficienza energetica e all’energia rinnovabile per le abitazioni, con l’ausilio dei Fondi strutturali, rappresenta un’iniziativa adeguata non soltanto nel contesto dell’attuale crisi economica. Agevolare l’accesso dell’UE a 27 al Fondo europeo di sviluppo regionale (FERS) costituisce un ulteriore passo avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo che prevede che il 20 per cento dell’energia europea debba provenire da fonti rinnovabili entro il 2020.
Dall’ingresso nell’Unione, il ricorso alle energie rinnovabili e l’efficienza energetica sono divenuti obiettivi obbligatori anche per la Romania. Di conseguenza, la legislazione in materia di risanamento termico degli alloggi verrà modificata in modo da prevedere una ripartizione dei fondi necessari così strutturata: il 50 per cento dei costi verrà coperto dallo Stato, soltanto il 20 per cento dagli inquilini e il 30 per cento dalle autorità locali. A titolo informativo, alla fine del 2008 erano stati risanati gli impianti di riscaldamento di 1 900 appartamenti. Per quanto riguarda il 2009, il ministero rumeno dello Sviluppo regionale e dell’edilizia stanzierà 130 milioni di euro per il risanamento degli impianti di riscaldamento, e tra i beneficiari di tali fondi si annoverano asili, scuole e case di riposo.
Theodor Stolojan (PPE-DE), per iscritto. – (RO) Accolgo con favore l’iniziativa della Commissione europea tesa a modificare alcuni dei requisiti finanziari dei Fondi strutturali e di coesione per agevolare un flusso più rapido e cospicuo dei fondi verso gli Stati membri. Ritengo che tali sforzi della Commissione europea vadano moltiplicati incrementando anche le risorse finanziarie stanziate a favore degli strumenti Jasper, Jeremie, Jessica e Jasmine, che si stanno dimostrando efficaci nell’accelerare l’accesso dei nuovi Stati membri ai fondi europei.
Margie Sudre (PPE-DE), per iscritto. – (FR) Il riesame dei tre regolamenti che disciplinano i Fondi strutturali conferirà alle regioni dell’Unione una maggiore flessibilità nella gestione e programmazione dei bilanci messi a loro disposizione ai sensi della politica europea di coesione economica e sociale.
Tali disposizioni, pur non aumentando la capacità di finanziamento offerta alle regioni, consentiranno loro di riorientare le priorità al fine di concentrare gli interventi europei sui progetti che offrono il maggior potenziale di crescita e occupazione.
Le regioni possono pertanto beneficiare dei cofinanziamenti del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) per investire nell’efficienza energetica di tutte le categorie di alloggi, al fine di sviluppare programmi volti a dotare le abitazioni di sistemi di isolamento termico o di pannelli solari.
Alla luce del rallentamento dell’economia europea, accolgo con favore la nuova possibilità di accelerare il versamento dei fondi destinati agli aiuti regionali e di semplificare le norme che ne disciplinano l’utilizzo, allo scopo di liberare liquidità per la rapida attuazione dei nuovi progetti nell’economia reale.
E’ essenziale che l’États généraux de l’Outre-mer, organo incaricato di individuare nuove possibilità di sviluppo endogeno nei dipartimenti francesi l’oltremare (DOM), incoraggi le autorità locali delle nostre regioni più periferiche a cogliere senza indugio le opportunità di massimizzazione dell’impatto delle politiche europee sui territori di loro competenza.
Csaba Tabajdi (PSE), per iscritto. – (HU) La crisi economica si è tradotta nella perdita del posto di lavoro per centinaia di migliaia di cittadini dell’Unione, tra cui più di ventimila ungheresi. In ogni paese europeo, la disoccupazione ha registrato tassi di crescita sorprendenti. La crisi economica sta assumendo sempre più la connotazione di una crisi occupazionale e, in base ai sondaggi, il timore di perdere il posto di lavoro rappresenta attualmente la principale preoccupazione dei cittadini europei. Lo strumento più efficace di cui dispone l’Unione europea per contrastare la disoccupazione è il Fondo sociale europeo, le cui norme sono ora soggette a un processo di notevole semplificazione teso ad accelerare i versamenti.
Le modifiche presentate dalla Commissione europea riducono la burocrazia correlata all’accesso a tali fonti di finanziamento, oltre ad agevolare e accelerare i pagamenti. Il tetto fissato a 50 000 euro, i pagamenti forfetari concordati in precedenza e una verifica rigorosa ex post riducono al minimo le possibilità di abusi. Grazie a tale misura, la Commissione europea ha dato ancora una volta prova della sua creatività, a discapito della limitatezza delle risorse finanziarie.