Presidente . – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0161/2008), presentata dall’onorevole Henrik Lax a nome della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un codice comunitario dei visti [COM(2006)0403 - C6-0254/2006 - 2006/0142(COD)].
Henrik Lax, relatore. – (SV) Signor Presidente, il Codice comunitario dei visti intende armonizzare e chiarire la procedura dei visti in tutta l’area Schengen. Chiunque presenti domanda di visto ha diritto allo stesso trattamento, indipendentemente dal consolato Schengen a cui si rivolge. E’ necessario garantire una buona prassi amministrativa e una dignitosa accoglienza, nonché favorire l’accesso dei veri viaggiatori.
Le norme riguardanti l’obbligo di rilevare le impronte digitali del titolare del visto e la possibilità di trasferire il ricevimento e il trattamento delle domande di visto sono già state approvate in una precedente occasione in una relazione distinta presentata dalla baronessa Ludford. Tali norme sono state inserite nel Codice comunitario quale parte integrante di questo Codice.
(EN) Sarah, ti ringrazio per la tua preziosa collaborazione.
(SV) L’adozione di questa proposta di regolamento prevede la procedura di codecisione tra Parlamento e Consiglio. Dopo aver lavorato per quasi tre anni e aver condotto intensi negoziati con il Consiglio, sono lieto di poter presentare, nella mia veste di relatore, una proposta di compromesso che il Consiglio ha approvato e che spero otterrà l’approvazione del Parlamento.
Vorrei porgere un particolare ringraziamento ai relatori ombra, onorevoli Klamt, Cashman, Ždanoka e Kaufmann per la loro costruttiva cooperazione e per il valido sostegno che hanno offerto ai negoziati. Senza l’unanime sostegno della commissione parlamentare, infatti, il Parlamento non avrebbe potuto ottenere risultati così positivi nei negoziati. Vorrei altresì ringraziare la Commissione per la sua pregevole proposta iniziale che ho avuto il piacere di sviluppare ulteriormente. I miei ringraziamenti vanno anche alla Presidenza francese e a quella ceca; entrambe hanno dimostrato la volontà di riconoscere i problemi individuati dal Parlamento e la capacità di raggiungere un accordo con lo stesso Parlamento.
Prendendo la proposta della Commissione come punto di partenza, tutti i compromessi raggiunti hanno consentito di migliorare la situazione attuale ed è stato possibile risolvere le questioni più spinose con la Presidenza francese già prima di Natale. Ovviamente, tutti i preparativi e il processo negoziale non avrebbero avuto successo senza l’opera eccellente svolta dai miei efficienti collaboratori e dai miei colleghi, dalla segreteria della commissione parlamentare e dai funzionari dei gruppi politici. Vorrei quindi porgere loro un particolare ringraziamento.
I tre più importanti risultati che abbiamo ottenuto finora sono i seguenti: in primo luogo, un visto per ingressi multipli non soltanto può, ma deve essere rilasciato quando siano soddisfatti alcuni criteri concordati; in secondo luogo, gli Stati membri hanno deciso di sottoscrivere un accordo di rappresentanza reciproca, in modo che per presentare domanda di visto non sia necessario intraprendere viaggi eccessivamente lunghi per raggiungere un consolato Schengen competente; in terzo luogo, viene istituito un sito Internet comune per fornire un quadro unificato dell’area di Schengen e per offrire informazioni in merito alle norme da applicare per la concessione di visti.
Purtroppo non siamo riusciti a ridurre i diritti previsti per la concessione del visto da 60 a 35 euro. Tuttavia, questa delusione è mitigata dal fatto che, per esempio, i bambini di età inferiore ai sei anni e i giovani che non abbiano compiuto i 25 anni e rappresentino organizzazioni a seminari, attività sportive o eventi culturali hanno diritto a ricevere il visto gratuitamente.
Concluderò dicendo che questa riforma introduce due strumenti che saranno fattori molto importanti per l’effettiva applicazione uniforme delle norme di Schengen, ossia il Sistema di informazione visti – una banca dati che copre tutti i paesi Schengen e che fornirà ai consolati informazioni in tempo reale sui richiedenti visti, su coloro cui è stato concesso un visto, sulle persone la cui domanda di visto è stata respinta e sui visti che sono stati ritirati – e una rinnovata cooperazione locale e istituzionale tra i consolati Schengen ubicati in diversi paesi.
Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, la Commissione si compiace dei considerevoli sforzi sostenuti dal Parlamento e anche, in una certa misura, dal Consiglio, sforzi che dovrebbero consentirci di raggiungere un accordo in prima lettura. Dal momento che la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, a metà marzo, e il COREPER, alcuni giorni prima, hanno dato il loro consenso, credo che questo accordo sia stato ormai definitivamente raggiunto.
Benché il testo non sia ancora perfetto e non soddisfi tutte le nostre iniziali aspettative, la Commissione sostiene il compromesso senza riserve. Dobbiamo riconoscere e lodare l’opera svolta dal Parlamento europeo per raggiungere un accordo su questa proposta in prima lettura e prima della fine dell’attuale legislatura.
Questo regolamento chiarirà le norme sul rilascio dei visti, non solo per i richiedenti ma anche per gli Stati membri. Tali norme si applicheranno in maniera più armonizzata.
La Commissione constata con soddisfazione che l’obbligo di motivare le decisioni di respingere una richiesta di visto e concedere il diritto di ricorso a coloro cui è stato rifiutato il visto è rimasto praticamente immutato rispetto al testo della proposta iniziale, grazie al sostegno del Parlamento europeo.
Grazie a queste garanzie procedurali, vi sarà la sicurezza che un visto non venga rifiutato in maniera arbitraria. Se questo accordo venisse rimesso in discussione, dovremmo continuare a convivere con l’incoerente carenza delle norme attuali, con grande disappunto di tutti.
Vorrei quindi esprimere il mio apprezzamento per il compromesso che è stato negoziato e che porrà rimedio alle carenze e alle incoerenze delle norme attuali. Ringrazio ovviamente l’onorevole Henrik Lax e il Parlamento, e sono convinto che questo nuovo codice sui visti recherà importanti benefici ai viaggiatori di buona fede.
Ewa Klamt, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, grazie all’approvazione del Codice comunitario dei visti, in futuro i visti Schengen – concessi per soggiorni fino a tre mesi – saranno rilasciati secondo criteri uniformi nella zona Schengen. Si tratta di una misura veramente urgente in un’Unione europea dalle frontiere aperte. Al contempo, viene chiarita la responsabilità degli Stati membri nel trattamento delle domande di visto. Normalmente, i richiedenti devono contattare lo Stato membro in cui è ubicata la loro destinazione principale. Il mio gruppo si compiace del fatto che i requisiti e le procedure per rilasciare visti di ingresso consentiranno un più rapido accesso a un gran numero di persone; in tal modo, coloro che viaggiano per lavoro ed entrano nell’Unione europea saranno trattati equamente e ne beneficeranno anche i turisti provenienti da ogni parte del mondo – che costituiscono senz’altro il gruppo più numeroso di viaggiatori in arrivo nell’Unione europea.
In questo modo, potremo garantire il rapido trattamento delle domande di visto e, grazie allo screening di sicurezza, scongiureremo ogni tipo di abuso. Il Sistema di informazione visti rappresenta un punto di equilibrio tra la necessità di garantire la sicurezza e il bisogno di favorire un facile ingresso, e consente agli Stati membri l’accesso istantaneo e diretto a tutti i dati necessari per il rilascio dei visti. L’esame delle domande viene quindi semplificato e allo stesso tempo il rilascio dei visti garantirà in futuro maggiore sicurezza grazie all’uso di identificatori biometrici – ossia foto e impronte digitali. Il compromesso raggiunto tra il relatore, onorevole Lax, e il Consiglio tiene conto della posizione originaria del Parlamento ed è sostenuto da un’ampia maggioranza all’interno del mio gruppo.
Colgo l’occasione per reiterare i miei più sinceri ringraziamenti all’onorevole Lax per il suo impegno e la sua eccellente cooperazione che hanno caratterizzato gli ultimi tre anni di questo dossier così complesso, che consente alla politica europea sui visti di ripartire su nuove e solide basi.
Michael Cashman, a nome del gruppo PSE. – (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare l’onorevole Lax per il lavoro straordinario che ha portato a termine. A nome del gruppo socialista, posso dire con piacere che sosterremo la sua relazione integralmente, e siamo lieti di aver raggiunto gran parte dei nostri obiettivi.
Mi compiaccio altresì del fatto che nel corso del nostro lavoro congiunto, Henrik, tu abbia dato prova di quella fantasia che è essenziale a un brillante legislatore; sei infatti riuscito a calarti nella parte di coloro che dovranno usufruire di questo servizio, affrontando il problema nella sua globalità. Per questo motivo hai preso in considerazione lo sportello unico, Internet, i visti per ingressi multipli e la riduzione dei costi del visto per i minori di 25 anni – vorrei poter beneficiare di tale privilegio – e ti sei chiesto come far funzionare questo strumento in modo da renderlo utile ai cittadini. Abbiamo davanti a noi un ottimo esempio per l’intera Assemblea. Spesso affrontiamo i problemi presentando emendamenti che forse migliorano il testo e si dimostrano coerenti: ma servono davvero ai cittadini? Questo è sempre stato il tuo approccio.
I visti per ingressi multipli sono un fattore di estrema importanza; c’è poi la questione del ricorso. Su questo fondamentale principio, ho collaborato – tanto per citare un esponente di una delle Direzioni generali – con Jan; di conseguenza, se a un richiedente si rifiuta un visto o l’ingresso nella zona Schengen, il ricorso potrebbe non essere sospensivo, ma l’autorità che ha preso il provvedimento deve assumersene la responsabilità.
Desidero ringraziare il relatore ancora una volta, e ringraziare la Commissione per averci permesso di sancire tale principio. Non ho nient’altro da aggiungere, se non ringraziare i miei collaboratori e i vostri, in particolare Renaud, che ha preso posto nelle tribune del pubblico. Senza i nostri collaboratori non potremmo svolgere altrettanto bene il nostro lavoro. E’ stata una meravigliosa storia d’amore, durata tre anni, e come gran parte delle storie d’amore di breve durata, sono lieto di vederla giungere alla fine.
Sarah Ludford, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, il mio regolamento sui visti biometrici viene adesso incorporato in questo nuovo codice sui visti sul quale, di conseguenza, mi sento di vantare un certo diritto di proprietà. Sarà operativo nell’ambito del Sistema di informazione visti, per il quale sono stata relatrice.
Nel complesso, grazie a questo nuovo strumento si garantisce una maggiore sicurezza dei visti e, come altri hanno già dichiarato, si facilita la procedura per la domanda di visto: era questo l’obiettivo dell’onorevole Cashman per il Codice frontiere. Ritengo quindi che gli onorevoli colleghi abbiano raggiunto questi due obiettivi.
Mi auguro che grazie ai dati biometrici volti a garantire un nesso più affidabile tra il richiedente e il documento il numero di rifiuti ingiustificati diminuisca. L’onorevole Lax si è adoperato con impegno, come ha detto l’onorevole Cashman, per migliorare i servizi ai richiedenti e quindi l’immagine dell’Unione europea. Il novantanove virgola nove per cento di coloro che desiderano entrare nell’Unione europea lo fa per motivi di lavoro, viaggio o turismo e sono i benvenuti, per il loro importante contributo all’economia, ma se riceveranno servizi di qualità scadente e una cattiva accoglienza non avranno certo una buona impressione dell’Unione.
L’onorevole Lax ha svolto un ottimo lavoro.
Tatjana Ždanoka, a nome del gruppo Verts/ALE Group. – (EN) Signor Presidente, siamo grati all’onorevole Lax per il fervido impegno con cui si è adoperato per raggiungere un compromesso su un progetto così ambizioso.
Il gruppo Verts/ALE ritiene che l’emendamento proposto dal Parlamento rappresenti ancora la migliore soluzione. Per esempio, potrebbero esserci – e ci saranno – problemi di natura pratica per quanto riguarda la destinazione principale, mentre la nostra proposta prevede la libera scelta al momento di presentare la domanda di visto.
Il Consiglio ha accettato di limitare gli obblighi degli Stati membri a una cooperazione. Purtroppo il visto costerà 60 euro invece dei 35 proposti dal Parlamento. Sono comunque previsti esoneri e riduzioni per bambini, studenti e giovani membri di associazioni.
Benché non sia stato possibile raggiungere un compromesso sul rilascio generalizzato di visti per ingressi multipli, è stato sancito l’obbligo di rilasciare tali visti in alcuni casi specifici.
Il diritto di presentare ricorso contro un rifiuto rappresenta altresì un importante passo avanti, visto che, attualmente, tale diritto non è riconosciuto in molti Stati membri. In passato mi sono battuta strenuamente per la difesa dei diritti umani, e quindi ringrazio caldamente l’onorevole Lax per questa disposizione.
Naturalmente per il mio gruppo l’inserimento della relazione sui dati biometrici nella relazione sui visti è un grave inconveniente: siamo contrari all’introduzione generalizzata dei dati biometrici.
Constatiamo comunque alcuni miglioramenti nella politica sui visti, e quindi sosterremo questa relazione.
Sylvia-Yvonne Kaufmann, a nome del gruppo GUE/NGL. – (DE) Signor Presidente, comincerò porgendo i miei più sinceri ringraziamenti al nostro relatore, onorevole Lax, per il suo lavoro. Fin dall’inizio, egli ha lavorato in stretta cooperazione con tutti i relatori ombra e, grazie al suo impegno, ha certamente ottenuto i migliori risultati possibili dal Consiglio.
Il Codice comunitario dei visti è necessario per rendere più uniforme il trattamento dei visti Schengen per soggiorni di breve durata e, soprattutto, per migliorare il servizio di rilascio dei visti e quindi la percezione dell’Unione europea nei paesi terzi. Dopo più di tre anni di lavoro sul Codice comunitario dei visti e complessi negoziati con il Consiglio, è stato finalmente possibile raggiungere un compromesso. E’ vero che alcune delle richieste del Parlamento, purtroppo, non sono state soddisfatte, ma il Codice comunitario dei visti contiene comunque numerosi miglioramenti, per esempio per quanto riguarda la cooperazione tra gli Stati membri. E soprattutto, semplifica la procedura di richiesta di visto, assicurando ai richiedenti maggiore trasparenza e certezza giuridica.
Ci sembra particolarmente importante che in futuro qualsiasi decisione di rifiuto del visto dovrà essere giustificata, e che tutti i richiedenti abbiano il diritto di presentare ricorso contro il rifiuto opposto alla propria domanda. Purtroppo, il costo del visto è rimasto immutato (60 euro); anche se, in futuro, un maggior numero di persone sarà esentato dal pagamento di tale importo, probabilmente molti cittadini residenti in paesi terzi non saranno in grado di pagarlo, e quindi non potranno recarsi nell’Unione europea.
Per concludere, desidero rinnovare i miei ringraziamenti al relatore e a tutti gli onorevoli colleghi per l’eccellente cooperazione di cui hanno dato prova negli ultimi anni, e congratularmi con l’onorevole Lax per la sua relazione.
Marian-Jean Marinescu (PPE-DE). – (RO) Il Codice comunitario dei visti inserisce nelle normative degli Stati membri le procedure e le condizioni per il rilascio dei visti Schengen e armonizza le disposizioni attuali concernenti la decisione di rifiutare, estendere o annullare tali visti.
E’ importante che quegli Stati membri, che non dispongono di un proprio consolato in un paese terzo, siano rappresentanti da un altro Stato membro che abbia una rappresentanza diplomatica o consolare nello Stato terzo competente. Il Codice deve tener conto degli accordi bilaterali firmati dalla Comunità, soprattutto con gli Stati aderenti alla politica di partenariato e di vicinato dell’Unione, per favorire il trattamento delle domande di visto e applicare procedure semplificate.
Ritengo che il diritto degli Stati membri di cooperare con gli intermediari commerciali non contribuirà in maniera significativa alla semplificazione delle procedure per il trattamento delle domande di visto. Infatti, secondo il Codice, i richiedenti devono recarsi di persona a presentare la prima domanda, per consentire la registrazione dei propri dati biometrici. E’ anche possibile che un richiedente venga chiamato a sostenere un colloquio al momento di decidere se concedergli un visto Schengen.
Grazie al codice dei visti Schengen l’Unione europea potrà presentare un fronte unito all’esterno, garantire un trattamento equo a tutti i richiedenti e fissare chiari criteri e norme di esenzione per alcuni paesi terzi. In tale contesto, mi sembra opportuno ricordare che l’Unione europea deve fare il possibile per garantire un equo trattamento agli Stati membri da parte dei paesi terzi che applicano esenzioni dal regime di visto solo per alcuni Stati membri. Non possiamo tollerare l’esistenza di due classi di cittadini europei quando questi vogliono recarsi, per esempio, in Australia o negli Stati Uniti.
Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, vorrei dire all’onorevole Marinescu che mi sto ovviamente adoperando per garantire la reciprocità nei nostri rapporti con i paesi terzi, e che il mio recente viaggio a Washington, in parte, intendeva risolvere tale questione.
Quanto al resto sono molto soddisfatto, giacché l’onorevole Lax ha fatto un ottimo lavoro ed è stato ricompensato da un ampio sostegno. Vorrei aggiungere che, ovviamente, anche la nostra strategia mira a facilitare le procedure di visto con alcuni paesi, e auspico l’ulteriore sviluppo di tale strategia per favorire la concessione dei visti, soprattutto ai giovani provenienti da paesi terzi; credo infatti che sia nel nostro interesse facilitare l’accesso dei giovani in Europa.
Vi ringrazio per il vostro positivo approccio, che ci ha consentito di concludere questo testo e quindi di migliorare e rinnovare una politica dei visti che sarà assai apprezzata.