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Procedura : 2008/2324(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0234/2009

Testi presentati :

A6-0234/2009

Discussioni :

PV 23/04/2009 - 17
CRE 23/04/2009 - 17

Votazioni :

PV 24/04/2009 - 7.25
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2009)0333

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 23 aprile 2009 - Strasburgo Edizione GU

17. Non proliferazione e futuro del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0234/2009), presentata dall’onorevole Beer, a nome della commissione affari esteri recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sulla non proliferazione e sul futuro del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) [2008/2324(INI)].

 
  
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  Angelika Beer, relatore. (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’esistenza di migliaia di armi nucleari è l’eredità più pericolosa della guerra fredda. Non sono io che lo affermo, sono le parole che di recente ha pronunciato il presidente Obama a Praga, riferendosi alla nostra più grande sfida: la sicurezza. Non ve ne sono altre di pari importanza nel XXI secolo.

Parole simili sono state pronunciate negli ultimi anni anche da altri, ad esempio gli strateghi statunitensi Kissinger e Sam Nunn, che hanno concepito un piano speciale per giungere a un mondo senza armi nucleari. Politici europei di primo piano hanno sottoscritto l’iniziativa e persino il Segretario generale delle Nazioni Unite ha previsto un piano di disarmo in 5 punti. Non c’è mai stato momento migliore di quello attuale per riprendere il dibattito sul disarmo nucleare.

In anni recenti, non dimentichiamolo, abbiamo registrato solamente passi indietro in materia. I negoziati della conferenza di revisione del TNP del 2005 sono falliti rovinosamente. Quest’anno non si deve ripetere una cosa del genere. Noi europei dobbiamo dimostrare la serietà dei nostri propositi circa il disarmo. Se l’Unione europea compie dei progressi, potrà diventare un punto di riferimento, ed è per questo motivo che non riesco a capire perché la maggioranza in quest’Aula non vuole, evidentemente, appoggiare questo ambizioso obiettivo volto a ridurre le armi di distruzione di massa.

La pletora di emendamenti proposti dal gruppo conservatore nella commissione affari esteri ha sovvertito completamente la mia relazione volta ad affrontare il tema del disarmo e a sottoporre una raccomandazione al Consiglio trasformandola in un testo inconsistente. Il Parlamento ha la responsabilità di prendere posizione adesso, non possiamo rimandare a data successiva o delegare il compito ad altri parlamenti.

Stiamo facendo lobbying a sostegno della convenzione sulle armi nucleari e sul protocollo Hiroshima-Nagasaki perché il disarmo è possibile. Non è solo una sciocca, e remota, illusione. Se ci impegniamo con determinazione possiamo farcela. I documenti a cui miriamo non confliggono con il TNP; al contrario, colmano una sua lacuna e quindi lo rafforzano. Abbiamo bisogno di una dichiarazione politica chiara e questo è il mio appello a tutti i gruppi per le votazioni di domani: riflettiamo oggi su quello che è il migliore cammino da intraprendere.

So che il trattato di non proliferazione comprende anche aspetti civili, ma oggi non stiamo discutendo della rinascita di energia nucleare a scopi civili, stiamo parlando di disarmo nucleare. Come presidente della delegazione per i rapporti con l’Iran e portavoce per la politica estera, vorrei fare presente quanto segue: se nella crisi dell’Iran, che negli ultimi anni ci ha spesso esposto al pericolo di un’escalation militare, non si è compreso che l’uso civile dell’energia nucleare non può essere separato dall’abuso militare e dalla proliferazione, allora non si sono capiti l’intera politica estera degli ultimi anni, i pericoli e la sfida del disarmo nucleare.

Tutti sappiamo che il nostro obiettivo non può essere conseguito dall’oggi al domani, ma dobbiamo iniziare. Non possiamo passare decenni a chiedere il disarmo nucleare agli americani – all’unanimità – e ora, quando il presidente Obama afferma di essere pronto a farlo, quando il presidente Medvedev manifesta la stessa intenzione, una maggioranza conservatrice in questo emiciclo rifiuta di seguire la strada tracciata. Ecco perché mi corre l’obbligo di esortarvi ancora una volta in tutta fretta, come indicato dalla commissione affari esteri, di non confondere la questione dell’uso civile dell’energia nucleare con un revival del potenziale per il disarmo nucleare. Chiunque chiuda questa finestra d’opportunità per il disarmo nucleare non sarà in grado di dire quando se ne aprirà un’altra. Invito tutti coloro che domani voteranno contro il gruppo socialista al Parlamento europeo e contro i nostri emendamenti, a spiegare ai propri elettori in campagna elettorale perché le armi nucleari in Europa siano una cosa positiva.

 
  
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  Petr Nečas, presidente in carica del Consiglio. – (CS) Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono felicissimo di poter partecipare alla discussione di oggi. In particolare, vorrei ringraziare il Parlamento europeo per l’interesse dimostrato su questa problematica e Angelika Beer per il lavoro svolto nel redigere questa relazione. Sicuramente il Consiglio studierà con grande attenzione le raccomandazioni in esso contenute.

Come chiaramente indica la relazione, è importante compiere nuovi progressi nella non proliferazione. Una delle nostre priorità è quella di garantire un esito positivo e concreto della conferenza di revisione del trattato di non proliferazione che avrà luogo l'anno prossimo. La riunione del comitato preparatorio di tale conferenza che si svolgerà nel maggio prossimo costituisce una tappa importante. L’Unione europea continuerà a dare il suo positivo contributo al processo di revisione in conformità con la sua strategia di non proliferazione per le armi di distruzione di massa e con la recente dichiarazione sul potenziamento della sicurezza adottata dal Consiglio nel dicembre 2008.

È nostro interesse operare una revisione bilanciata mirante a preservare l’equilibrio generale che sottende il regime di non proliferazione nucleare, e che conferisce uguale importanza a tutti e tre i pilastri del trattato di non proliferazione, ossia non proliferazione, disarmo e uso pacifico del nucleare. Crediamo che la conferenza di revisione può avere successo soltanto adottando una strategia bilanciata.

L’UE è consapevole delle nuove opportunità che esistono per il trattato di non proliferazione, specialmente in relazione con il rinnovo del dialogo tra Russia e Stati Uniti e il rinnovato impegno ad applicare il trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e a iniziare un dialogo a livello internazionale per un trattato credibile volto a ridurre la produzione di materiale fissile per le armi nucleari. L’Unione europea segue inoltre con interesse la ripresa del dibattito pubblico su come raggiungere gli obiettivi delineati nel trattato di non proliferazione.

Uno dei motivi per i quali il processo di revisione è importante è che il regime del TNP sta fronteggiando gravi problemi, provenienti soprattutto da Corea del Nord, Iran e Siria. Dobbiamo affrontarli e risolverli rafforzando il meccanismo di rispetto del monitoraggio. Come tutti sappiamo, l’UE è attiva in questo campo e congiuntamente con i suoi partner continua a svolgere un ruolo trainante, specialmente nello sforzo di giungere a una soluzione diplomatica sulla questione nucleare in Iran.

Come afferma la relazione, oltre alla questione della non proliferazione dobbiamo concentrarci anche sul disarmo nucleare, altro settore importante in cui vogliamo giocare un ruolo. L'UE è totalmente impegnata a promuovere il disarmo nucleare e raggiungere, così, gli obiettivi stabiliti dall'articolo 6 del TNP. Questo argomento riveste particolare importanza per l’UE, due Stati membri della quale possiedono armi nucleari. Invitiamo la comunità internazionale a unirsi a noi e promuovere iniziative di disarmo realistiche e concrete, che l’Unione europea ha presentato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2008.

Allo stesso tempo dobbiamo anche affrontare la questione dell'energia nucleare. È importante che lo sviluppo dell'energia nucleare per scopi pacifici continui in condizioni di massima sicurezza e non proliferazione. L’UE è pronta a rafforzare la cooperazione internazionale in questo settore sia nell’ambito della prossima conferenza di revisione del trattato di non proliferazione, sia in seno altri forum. Un approccio multilaterale alle forniture di combustibile nucleare in particolare, può offrire un’alternativa affidabile allo sviluppo di programmi nazionali individuali nel campo della tecnologia nucleare sensibile. Dobbiamo rendere i meccanismi multilaterali per la fornitura di combustibile nucleare più accattivanti, specialmente per i paesi in via di sviluppo, poiché un numero crescente di questi paesi sta considerando la possibilità di avviare programmi di energia nucleare.

La relazione pone l’accento correttamente sull’importanza della ratifica del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari. L’UE attribuisce particolare importanza al progresso nella ratifica e continuerà a perseguire ulteriori passi avanti per raggiungere tale obiettivo. La presidenza ha svolto visite ad alto livello nei nove paesi la cui ratifica resta elemento chiave per l’entrata in vigore del trattato. Stiamo lavorando per una conferenza di successo che avrà luogo ai sensi dell’articolo 14 del trattato a New York nel settembre 2009 per sostenere l’entrata in vigore del trattato. L’UE contribuisce fortemente all’elaborazione di un sistema di monitoraggio del trattato e, pertanto, sta rinforzando la credibilità del futuro sistema di verifica del trattato. A nostro avviso sarebbe molto utile cercare di avviare i colloqui per un trattato credibile sul bando di produzione di materiale fissile.

L’approccio positivo recentemente adottato dagli USA verso il trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e il trattato sul bando di produzione di materiale fissile e nel campo del disarmo nucleare è molto incoraggiante. Siamo genuinamente convinti che quest’approccio condurrà, nel prossimo futuro, a talune concrete misure. In termini generali, questa nuova opportunità potrebbe avere una parte molto significativa nell’indirizzare il processo di revisione del TNP nella giusta direzione.

 
  
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  Olli Rehn, membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, di recente la proliferazione delle armi di distruzione di massa è diventata una sfida seria , e la comunità internazionale deve essere disposta a farvi fronte con determinazione.

A nostro avviso, ci sono stati dei progressi con la nuova amministrazione americana nel contesto dei negoziati sul trattato di non proliferazione (TNP); un’evoluzione positiva sul controllo delle armi tra la Russia e gli Stati Uniti dovrebbe spianare la strada per nuovi impulsi alla questione nucleare.

Per l’Unione europea, Il TNP si basa su tre pilastri che si sostengono reciprocamente: non proliferazione, disarmo e uso pacifico dell’energia nucleare. La relazione dell’onorevole Beer sulla non proliferazione nucleare mi offre lo spunto per descrivere le responsabilità e le attività della Comunità nei tre pilastri.

In virtù delle disposizioni del trattato Euratom, la Commissione ha la responsabilità di verificare che i materiali fissili nucleari, quali il plutonio, l’uranio e il torio non siano utilizzati per scopi diversi da quelli previsti, come dichiarato dagli utenti della Comunità, sia nell’industria nucleare che in altri ambiti, quali i centri di ricerca e gli istituti medici.

La Commissione sta sviluppando un piano di azione su come affrontare le minacce del terrorismo chimico, biologico, radiologico e nucleare. Questa politica sarà presentata a metà di quest’anno unitamente ad alcune raccomandazioni volte a rinforzare ulteriormente una cultura di sicurezza tra i 27 Stati membri. Inoltre, il sistema di controllo delle esportazioni dell’Unione europea rappresenta un altro elemento chiave della nostra politica per la prevenzione delle armi di distruzione di massa.

L’azione della Commissione sulla non proliferazione e il disarmo non si ferma alle frontiere dell’Unione. Con il nuovo strumento per la stabilità e lo strumento di sicurezza nucleare – che congiuntamente assorbono quasi 1 miliardo di euro delle prospettive finanziarie –la Commissione ha l’opportunità di migliorare il suo contributo alla non proliferazione a livello mondiale promuovendo la sicurezza in tutto il mondo nei prossimi anni.

Gli strumenti della Comunità sono tesi a sviluppare programmi completi per la riduzione della minaccia che offrano ai paesi terzi una gamma di possibilità di cooperazione in tema di controllo alle esportazioni, programma di monitoraggio delle frontiere, sorveglianza marittima, riorientamento di scienziati, bioscienze e sicurezza nucleare. La logica di programmi coerenti è largamente in linea con gli obiettivi del Partenariato G8 globale definiti nel 2002, dove la Commissione stanziò 1 miliardo di euro per il decennio 2002 - 2013.

Infine, bisognerebbe anche incoraggiare le iniziative volte alla costruzione di un nuovo modello di cooperazione nucleare civile così che i paesi possano accedere alle fonti di energia nucleare senza aumentare i rischi di proliferazione. La banca internazionale del combustibile dell’AIEA, cui la Commissione intende contribuire con 20 milioni di euro è un passo nella giusta direzione, a condizione che possiamo spiegare la logica che sottende tale programma.

In conclusione, la Commissione sta lavorando intensamente per sostenere i tre pilastri del trattato di non proliferazione e, infatti, sia i tempi sia il clima internazionale sono maturi per cambiare il modo in cui gestiamo le questioni nucleari. La Commissione è pronta a lavorare con gli altri e afferrare le grandi opportunità che abbiamo davanti, per tendere alla creazione di un mondo più sicuro anche in questo senso.

 
  
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  Josef Zieleniec, a nome del gruppo PPE-DE. – (CS) Il nome del presidente USA Obama sarà sulla bocca di tutti oggi, specialmente in relazione con il suo discorso di Praga del 5 aprile. Tuttavia, il nostro obiettivo non è valutare l’approccio della nuova amministrazione statunitense, ma presentare raccomandazioni al Consiglio, che sta tracciando la posizione dell'UE sul futuro del regime di non proliferazione nucleare. Il nostro Parlamento sarà considerato seriamente in questo dibattito soltanto se saprà promuovere una soluzione chiara e realistica da ogni punto di vista. La ricetta del nostro gruppo politico, dunque, è utilizzare tutti gli strumenti internazionali a disposizione, piuttosto che crearne di nuovi. Ciò implica potenziare i tre pilastri tra loro strettamente interconnessi del trattato di non proliferazione, in altre parole, la non proliferazione delle armi nucleari e la cooperazione pacifica nel campo della tecnologia nucleare. È pertanto importante appoggiare iniziative di disarmo realistiche, che includono procedure chiare per il monitoraggio e la verifica, in termini di distruzione delle armi esistenti, come pure i loro impianti di produzione. Riguardo al rafforzamento del pilastro della cooperazione nell’uso pacifico della tecnologia nucleare, dobbiamo anche appoggiare incondizionatamente l’internazionalizzazione del ciclo di arricchimento dell’uranio, specialmente attraverso la creazione di una banca internazionale del combustibile.

Sono lieto che il risultato della votazione in seno alla commissione rifletta chiaramente la nostra posizione. Sono sicuro che il discorso del presidente Obama non modificherà in nulla i risultati della commissione. Il presidente USA ha confermato che la strada davanti a noi sarà lunga, richiederà più realismo che ingenuità e che nulla è più importante di passi concreti e fattibili. Tuttavia, nei colloqui con la nuova amministrazione USA stiamo affrontando un compito importante e al contempo difficile. Dobbiamo insistere sul fatto che queste questioni non devono essere decise solo dalle maggiori potenze nucleari, al di sopra delle teste dell’UE. Questa è una grande sfida per la diplomazia europea.

 
  
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  Ana Maria Gomes, a nome del gruppo PSE. (EN) Signor Presidente, vorrei congratularmi con l’onorevole Beer per la sua eccellente e tempestiva relazione. Questo è l’anno dei dibattiti nucleari. Gli Stati Uniti stanno ripensando la loro posizione sul nucleare, la NATO sta rivedendo il suo concetto strategico e il mondo si sta preparando alla conferenza di revisione del trattato di non proliferazione che si terrà nel 2010.

Tutto ciò si verifica in un contesto speciale. Gli Stati Uniti sono nuovamente guidati da un presidente, Barack Obama, che abbraccia la visione di un mondo senza armi nucleari. Non è tempo di timidezza o esitazione. I nostri elettori non comprendono perché questo Parlamento abbia preparato una relazione sul TNP meno ambiziosa di quella dell’attuale amministrazione americana.

Naturalmente, guida degli Stati Uniti è la benvenuta in questa questione. Dopo tutto, gli Stati Uniti e la Russia sono gli indiscussi egemoni nucleari a livello globale. L’Europa, però, non può rimanere passiva mentre Mosca e Washington decidono il suo futuro strategico. Dobbiamo presentare la nostra filosofia del TNP, fondata su un rigido equilibrio tra l’agenda della non proliferazione e quella del disarmo. Questo è il succo della relazione ed è anche lo spirito degli emendamenti socialisti in plenaria.

Perché non appoggiare il modello di convenzione sulle armi nucleari e il protocollo Hiroshima-Nagasaki, che sono entrambi promossi a livello globale da organizzazioni civili e leader politici? È nostro compito, in qualità di deputati, non ostacolati dal peso e dalle limitazioni del potere esecutivo, mostrare ai nostri governi e, quindi, al Consiglio, la strada da percorrere in questo campo. Spero che l’Aula possa appoggiare gli emendamenti del partito socialista europeo.

 
  
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  Janusz Onyszkiewicz, a nome del gruppo ALDE. – (PL) Signor Presidente, in un certo senso è paradossale che le armi abbiano contribuito così significativamente a impedire che la guerra fredda terminasse in una terza guerra mondiale. E ciò è avvenuto perché le due parti erano convinte che l’uso delle armi nucleari avrebbe causato la distruzione totale di entrambe.

Oggi la situazione è diversa. Naturalmente, le armi nucleari non dovrebbero essere considerate in questo modo, ma dovremmo comunque renderci conto che molti paesi le trattano come qualcosa di estremamente importante. Per molti Stati le armi nucleari sono simbolo di potere, per altri , come Israele, sono il deterrente supremo e per altri ancora esse compensano la debolezza delle armi convenzionali, com'è il caso della Russia.

A questo proposito, il disarmo nucleare al quale dovremmo naturalmente aspirare, non può essere un processo rapido e il presidente Obama lo capisce molto bene. La cosa più importante al momento è la non proliferazione di armi nucleari, senza dimenticare il pericolo rappresentato da alcuni gruppi. Bin Laden l’ha dimostrato molto chiaramente quando ha affermato che ottenere un’arma di distruzione di massa è un obbligo religioso. La non proliferazione è assolutamente fondamentale.

 
  
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  Rebecca Harms, a nome del gruppo Verts/ALE. (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il programma che ha consentito all’Iraq e alla Corea del Nord di acquisire tecnologia nucleare si chiamava “tomi per la pace”. Al programma parteciparono sia l’Est che l’Ovest. Abbiamo visto a cosa ha portato in Iraq, dove è scoppiata una guerra terribile a causa di un armamento atomico basato su tecnologia originariamente civile. Come finirà in Iran, oggi non sono in grado di dirlo. La Corea ha lasciato la comunità di non proliferazione.

La stessa settimana in cui la Corea del Nord ha annunciato aggressivamente i suoi nuovi piani, e ha poi espulso l’AIEA dal paese, l’AIEA a sua volta ha annunciato l’avvio di nuovi negoziati su armamenti civili con un numero di paesi in via di sviluppo che oscilla dai 30 ai 50; lo definiscono equipaggiamento, ma io lo chiamo armamento. Questo è un ciclo mortale. Fino a che non fermeremo l’armamento civile non riusciremo a prendere in pugno la proliferazione di tecnologia nucleare, compresa quella militare.

 
  
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  Tobias Pflüger, a nome del gruppo GUE/NGL. (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo è il momento giusto per mettere la parola fine alle armi nucleari su questo pianeta e rispettare l'obbligo di disarmo disposto dal trattato di non proliferazione, specialmente dal suo articolo 6. Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dichiarato che vuole il disarmo nucleare. Ora i governi dell’Unione europea sono chiamati ad agire e impegnarsi per un disarmo nucleare specifico.

E questo in termini concreti significa disarmo e non ammodernamento delle armi atomiche francesi e britanniche. Significa anche arrestare la partecipazione nucleare della Germania, il che significa il ritiro delle armi nucleari USA dall'Europa, ad esempio da Büchel e dalla Renania-Palatinato. La maggioranza al Parlamento europeo e la maggioranza finora raggiunta nella commissione affari esteri non dovrebbero perdere tempo a votare su relazioni insignificanti, bensì mantenere gli specifici appelli al disarmo che erano stati originariamente inclusi nella relazione. Ho l’impressione che il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei viva ancora nel passato. Abbiamo bisogno di forti elementi di disarmo nel TNP ed è questo su cui dovremmo votare domani.

 
  
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  Philip Claeys (NI).(NL) La relazione Beer parla in termini molto generali, cosa comprensibile perché il trattato di non proliferazione non ha alcun valore se non è rispettato e applicato da tutti gli Stati. D’altro canto, però, penso che la relazione avrebbe potuto fare riferimento più chiaramente ai due casi specifici della Corea del Nord e dell’Iran, poiché ormai palesemente rappresentano la più grande minaccia.

L’Unione europea, insieme alle altre istituzioni internazionali quali la NATO e, se possibile, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, deve dire chiaramente alla Corea del Nord e all’Iran che ulteriori sviluppi di armi nucleari non possono essere tollerati. È della massima importanza, in questo senso, che paesi come Russia e Cina siano attivamente incoraggiati, se necessario con misure negative, a porre un’inequivocabile fine alla cooperazione con questi paesi nello sviluppo delle armi nucleari. Se la Corea del Nord e l’Iran non possono essere indotti a cambiare da soli le loro posizioni, allora devono essere isolati da tutti i possibili canali che favoriscano lo sviluppo di armi nucleari.

 
  
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  Karl von Wogau (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando l’Unione Sovietica crollò, molti pensarono che questo segnasse anche la fine della paura nucleare. Invece, quella che era una paura nucleare a livello globale, è riemersa a livello regionale, basti citare l’Iran, la Corea del Nord, l’India e il Pakistan. Purtroppo, neppure il TNP è stato in grado di evitarlo. Il vero pericolo è che terroristi o criminali o regimi irresponsabili possano entrare in possesso di armi nucleari.

L’iniziativa di Kissinger e Shultz e il discorso di Obama a Praga hanno dato nuovo impulso alla questione. E ciò è importantissimo. Diventa sempre più chiaro che persino le potenze nucleari sono disposte, in questo momento, a ridurre i loro arsenali, e questa è stata la novità della dichiarazione di Obama. E’ cruciale che adesso l’Europa parli con una sola voce, lo è per l’Europa, per le sue potenze nucleari e per gli altri.

Un primo passo lungo questa strada è che l’Alto rappresentante Solana negozi con l’Iran a nome di tutti i paesi europei, e anche di paesi di là dai confini europei. A mio avviso dobbiamo insistere su questo punto. Non dobbiamo aspettarci miracoli improvvisi lungo la strada, come sta facendo l’onorevole Beer, ma se abbiamo un’opportunità, oggi, di ridurre davvero tale minaccia, passo dopo passo, allora dobbiamo coglierla al volo.

 
  
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  Petr Nečas, presidente in carica del Consiglio. – (CS) Signor Presidente, onorevoli deputati, vorrei ringraziarvi per questo eccellente dibattito. Come ho detto all’inizio della discussione, siamo giunti a un punto di svolta nella storia del trattato di non proliferazione e nel processo di controllo delle armi. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno preso la parola ed espresso i loro commenti. Vorrei esprimere il mio più totale accordo con l’idea di appoggiare ogni passo credibile, concreto e realistico in questo campo, come affermato dall’onorevole Zieleniec, e vorrei anche sostenere la dichiarazione dell’onorevole Onyszkiewicz, secondo cui tale disarmo è un processo lento e per questo è ancora più importante appoggiare tutti questi passi realistici. Allo stesso tempo, convengo che è di vitale importanza attirare l’attenzione su qualsiasi abuso del programma di produzione di materiali fissili per scopi pacifici, come sottolineato dall’onorevole Harms. Concordo anche con l’onorevole Claeys sulla necessità di adottare azioni molto decise contro quei paesi che abusano del programma, potenzialmente per il proprio armamento. Vorrei anche porre l’accento sul fatto che l’UE continuerà a partecipare alle revisioni del TNP e a contribuire attivamente al successo dell’intero processo.

Alla riunione di preparazione di maggio a New York l’UE metterà sul tavolo proposte concrete riguardanti un futuro piano d’azione per la conferenza di revisione prevista per il 2010 nel quadro dei tre pilastri del trattato. Presenteremo le nostre proposte in forma di dichiarazioni congiunte sui singoli pilastri e di documenti di lavoro. Nell’ambito della preparazione della conferenza di revisione che si svolgerà nel 2010, il Consiglio intende predisporre una posizione comune rivista e aggiornata. L’UE si adopererà per raggiungere un risultato positivo e prima della riunione del comitato preparatorio lavorerà con i partner principali per garantire un ampio sostegno ai nostri obiettivi.

Allo stesso tempo dobbiamo sfruttare le nuove opportunità nel settore del disarmo nucleare e l’UE è determinata a non restare a guardare passivamente. L’Unione europea include Stati membri che possiedono armi nucleari, Stati membri che non possiedono tali armi, Stati membri che usano energia nucleare e Stati membri che si oppongono all’uso di energia nucleare. L’UE nel suo complesso può giocare un ruolo significativo ed è decisa a farlo. Il Consiglio ha deciso di informare il Parlamento europeo regolarmente circa i futuri sviluppi in merito ai risultati delle discussioni del comitato preparatorio e più in generale, nell’ambito dei preparativi per la conferenza dell'anno prossimo.

 
  
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  Olli Rehn, membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al costruttivo dibattito di oggi. Il tema in oggetto è indubbiamente di grande rilevanza. Da parte nostra, la Commissione continuerà a lavorare a favore del TNP verificando l’impiego appropriato dei materiali nucleari fissili ai sensi del trattato Euratom.

La Commissione si adopera per ostacolare i tentativi dei terroristi di accedere a materiali chimici, radiologici e nucleari, attraverso un regime comunitario di controlli alle esportazioni di prodotti e tecnologie a duplice uso, il sostegno agli sforzi dell’AIEA miranti a mettere in sicurezza i materiali nucleari vulnerabili e fare fronte, cosa molto importante, al contrabbando nucleare e attraverso la promozione della sicurezza nucleare mondiale e di una cultura di sicurezza utilizzando le sostanziali risorse disponibili e gli strumenti di sicurezza nucleare.

Sono ansioso di continuare a cooperare con il Parlamento per portare avanti questi obiettivi e farò sempre affidamento sulla nostra cooperazione anche in futuro.

 
  
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  Angelika Beer, relatore. (DE) Signor Presidente, Commissario, onorevoli colleghi, il nostro dibattito di oggi non è un dibattito ideologico. Dopo gli interventi militari guidati dagli americani contro l’Iraq, l’Afghanistan e altre regioni, ci siamo trovati in un periodo di crisi sempre più numerose in cui sembrava un sogno o una pia illusione anche il solo parlare di disarmo nucleare. Ora abbiamo un’opportunità unica. Io non so quanto tempo questa finestra di opportunità rimarrà aperta, ma è nostro dovere offrire alle generazioni future un mondo pacifico in cui vivere.

Tra i prerequisiti per avere successo nei settori cui ha fatto riferimento il commissario Rehn c’è anche quello di non accettare due pesi e due misure all’interno dell’UE. Ciò significa che, come europei, anche noi abbiamo il dovere di riavviare il disarmo nucleare. Permettetemi di ricordarvi la nostra discussione dello scorso dicembre, alla presenza di Javier Solana allorché discutemmo della revisione della strategia di sicurezza. Il nostro ospite citò come uno dei maggiori pericoli – opinione condivisa ampiamente dal nostro Emiciclo – il pericolo della proliferazione delle armi di distruzione di massa.

Così, faccio ancora una volta appello a voi. Vi invito a riesaminare ancora i tre emendamenti proposti dal gruppo socialista al Parlamento europeo e dal gruppo Verde/Alleanza libera europea per mettere in moto un processo di disarmo e controllo delle armi e per integrare il TNP rendendo disponibili strumenti come la convenzione sulle armi nucleari. Riconsiderate davvero se non potete votarli, perché se si adotta l’emendamento del PPE, il mio gruppo non sarà in condizione di votare a favore della relazione in oggetto.

Voglio concludere ringraziando le organizzazioni internazionali come Sindaci per la pace, Internazionale medici per la prevenzione della guerra nucleare (IPPNW) e ICAN. Quest’ultima esisteva molto prima di Obama come campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà venerdì 24 aprile 2009.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT) Benché contenga alcuni aspetti positivi, questa proposta di raccomandazione del Parlamento europeo non soddisfa le richieste fondamentali per il disarmo nucleare, soprattutto perché si concentra esclusivamente sulla non proliferazione.

È necessario e urgente un programma completo che proibisca l’uso e la produzione di armi nucleari, incoraggi il loro totale e completo smantellamento, favorisca la creazione di aree prive di tali armi, la ripresa dei negoziati sul disarmo nucleare e la rigorosa applicazione del trattato di non proliferazione nucleare da parte di tutti, ivi comprese le attuali potenze atomiche.

Abbiamo bisogno di un programma di disarmo nucleare, affiancato dalla demilitarizzazione delle relazioni internazionali, dal rispetto per la Carta delle Nazioni Unite, dalla fine del colonialismo, dai principi di non ingerenza e dalla risoluzione pacifica dei conflitti internazionali.

Abbiamo bisogno di un programma che esiga: la non militarizzazione dello spazio, la riduzione delle armi convenzionali e della spesa militare (non già il loro aumento come ha sostenuto l’amministrazione USA a un recente vertice NATO), la fine delle basi militari, il rifiuto di militarizzazione dell’Unione europea e la sua trasformazione in un blocco politico e militare, la subordinazione della NATO all’ONU nelle questioni di sicurezza e la dissoluzione dei blocchi politici e militari.

 
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