La Présidente. - L'ordre du jour appelle le rapport de Monica Frassoni, au nom de la commission des affaires juridiques, sur le vingt-cinquième rapport annuel de la Commission sur le contrôle de l'application du droit communautaire (2007) (2008/2337(INI)) (A6-0245/2009).
Monica Frassoni, relatrice. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, questo è il mio terzo rapporto sull’applicazione del diritto comunitario e devo dire che – rispetto al grande lavoro che insieme alla Commissione abbiamo fatto – non credo che possiamo dirci particolarmente soddisfatti. Credo, che ci siano sostanzialmente tre problemi che vorrei citare e che sono portati alla vostra attenzione, soprattutto all’attenzione della Commissione nel nostro rapporto.
Rispetto all’inizio, io vedo una tendenza da parte della Commissione a diminuire l’attenzione rispetto a quello che il Parlamento fa e chiede, dato che contrariamente al passato non abbiamo ricevuto praticamente nessuna risposta alle domande che noi abbiamo formulato nel corso degli ultimi due rapporti. E devo dire che questo provoca in me una certa frustrazione, dato che sul tema dell’applicazione del diritto comunitario avevamo tutti convenuto che si trattasse di una priorità nell’agenda della Better Regulation, del legiferare meglio.
Quali sono i problemi che noi abbiamo riscontrato? Le tre questioni fondamentali che noi avevamo discusso insieme alla Commissione erano quelli della trasparenza, delle risorse e della lunghezza delle procedure.
Noi vediamo che rispetto alla novità che noi avevamo insieme definito, che è quella della trasparenza appunto, i passi sono stati piuttosto lenti e addirittura con le nuove regolamentazioni sull’accesso ai documenti la possibilità per coloro che fanno delle procedure d’infrazione, che chiedono di aprire delle procedure d’infrazione, di sapere perché sono chiuse o perché sono aperte, sta assolutamente diminuendo.
In secondo luogo, la questione della definizione delle priorità: la definizione delle priorità, il rispetto, l'espletamento delle procedure d’infrazione deve comportare naturalmente delle decisioni che non sono solamente tecniche ma anche politiche e qui, purtroppo dopo tre, quattro anni, che lavoriamo su questo, abbiamo ancora un problema di controllo e del meccanismo di trasparenza, non solamente interno quindi rispetto alla Commissione ma anche esterno.
Voglio fare un paio di esempi, soprattutto per quello che riguarda il diritto comunitario in materia ambientale. Noi sappiamo che si tratta del problema principale di applicazione del diritto europeo, eppure sia dal punto di vista delle risorse, che dal punto di vista della priorità data a questo settore, siamo ancora piuttosto indietro.
Uno dei temi più interessanti e più positivamente discussi con la Commissione era quello della diminuzione dei tempi della procedura, attraverso una serie di meccanismi che erano stati proposti e in parte anche accordati con la Commissione. Anche su questo, però siamo rimasti bloccati da una certa inerzia che spero in futuro potrà essere risolta.
Peraltro un’altra questione che avevamo discusso a lungo, insieme con la Commissione, era il cosiddetto progetto pilota: il progetto pilota è un progetto attraverso il quale, quando un cittadino fa un ricorso alla Commissione, questo viene trasferito allo Stato membro, perché lo Stato membro possa in qualche modo rispondere. Ebbene, la valutazione che alcuni Stati membri hanno dato, in particolare il nostro Commissario Tajani, rispetto al funzionamento di questo progetto pilota, è relativamente insoddisfacente, perché il fatto che la Commissione non scriva più direttamente lei a coloro che si sono macchiati di questa possibile infrazione diminuisce di molto la capacità dell’amministrazione colpevole, diciamo di questa presunta violazione, di essere immotivata a rispondere.
E’ sempre così, se un dipartimento di un ministero italiano scrive a una regione, sarà sicuramente meno efficace che una lettera che arriva direttamente dalla Commissione. E questo tipo di critica che è stata fatta al progetto pilota, purtroppo non ha trovato molte risposte da parte della Commissione. Mi riservo Presidente di tornare nella seconda parte del dibattito, per rispondere alle notazioni che farà sicuramente il vicepresidente Tajani.
Antonio Tajani, vice- président de la Commission. − Madame la Présidente, je représente aujourd'hui le président Barroso dans cette discussion sur notre rapport annuel 2007 sur le contrôle de l'application du droit communautaire. Le président m'a demandé de vous faire part de sa déception de ne pouvoir participer lui-même à ce débat.
La Commission accueille positivement l'appui donné par le Parlement à l'approche qu'elle a adoptée dans sa communication de 2007 intitulée "Pour une Europe des résultats – application du droit communautaire".
La Commission attribue une grande importance à l'application correcte du droit communautaire. Celle-ci figure d'ailleurs parmi les priorités de la Commission Barroso. C'est pourquoi la Commission a fait un effort tout particulier afin d'améliorer ses méthodes de travail, au profit des citoyens et des entreprises, comme expliqué dans la communication de 2007.
Les résolutions antérieures du Parlement ont motivé un nombre important des initiatives introduites dans la communication. Premièrement, il y a eu l'introduction en janvier de l'année dernière d'une prise de décisions plus fréquente en matière de procédures d'infraction dans le but de faciliter l'avancement des affaires; deuxièmement, l'introduction du projet "Union européenne pilote", en avril de l'année dernière, avec quinze États membres, expérimente une nouvelle méthode visant à améliorer la résolution des problèmes et la disponibilité des informations; troisièmement, l'objectif principal de cette initiative qui est proche des intérêts du Parlement est de mieux servir les intérêts des citoyens et des entreprises en ce qui concerne les questions et les problèmes qu'ils ont identifiés dans l'application du droit communautaire, y compris les violations du droit communautaire; quatrièmement, néanmoins, la Commission continuera à décider de poursuivre les violations en cas de non-règlement dans le cadre du projet "Union européenne pilote", et ce notamment au moyen des procédures d'infraction; cinquièmement, le président Barroso a communiqué par écrit au président de la commission juridique du Parlement, M. Gargani, les informations factuelles sur le fonctionnement du projet pilote en décembre 2008. Cette lettre confirmait également l'intention de la Commission d'envoyer au Parlement un rapport circonstancié sur la première année de fonctionnement du projet. Les travaux préparatoires ont été entamés.
La Commission a aussi adopté, suite à la communication, un rapport annuel plus politique. Alors que celui-ci continue à signaler le travail fait au cours de l'année précédente, il cherche aussi à identifier les priorités en matière d'application du droit communautaire et une programmation pour mettre en œuvre ces priorités.
Le rapport constitue une déclaration stratégique importante de la Commission sur un aspect-clé du programme "Mieux légiférer". Un des objectifs de cette initiative est de fournir des informations plus utiles au Parlement pour mieux encadrer les discussions interinstitutionnelles à suivre.
Le Parlement accueille favorablement l'identification des priorités indiquées dans le rapport annuel de 2008, plus particulièrement celles concernant les droits fondamentaux et la qualité de la vie. Pour la première fois, dans son rapport annuel, la Commission fixe des priorités plus pointues dans les différents secteurs. L'objectif reste un travail davantage focalisé sur les actions qui produiront des résultats plus efficaces dans l'intérêt de tous les citoyens et des entreprises.
Les actions prises sur les priorités identifiées l'année dernière ainsi que les progrès accomplis seront indiqués dans le rapport annuel de cette année, de même que les nouvelles priorités pour 2009-2010.
Je vous remercie. J'attends avec un grand intérêt d'écouter les contributions des différents membres de ce débat et je donnerai quelques réponses à la fin de ce débat à Mme Frassoni.
Diana Wallis, rapporteur for the opinion of the Committee on Petitions. − Madam President, I should like to congratulate Ms Frassoni on her report. I think she and I now, over a period of two or three years, have enjoyed working together on this report on behalf of Parliament. That cooperation I have enjoyed; I do not enjoy the fact that we seem to end up every year repeating much the same things and having a certain sense that we are going round and round in circles.
It ought to be pretty simple, because this is about our citizens being able to see what European law is; when there is a problem, to be able to see what the enforcement process is; and, finally, to see the result of that enforcement. But, as it is, we seem to have to keep trying to invent new mechanisms all the time to actually deal with a process that is already there but is not obvious and is not transparent.
We have made some progress in that the beginning of the process, in the sense of making EU law understandable, has now been taken on board by the Commission, and I am pleased that we now see, with some regularity, so-called citizens’ summaries prefacing pieces of legislation, so that we can all see – and those we represent can see – where we ought to be heading and what the law ought to achieve.
But when it comes to the enforcement process, we still seem to be in a position where the decision to enforce or not is less than obvious – why that decision may or may not be taken – and citizens are often left wondering. We have recently received a letter from somebody who had tried to get a piece of legislation enforced and is now so disgusted with the whole European set-up, having been pro-European, that they now support an anti-European party.
That is the point: if we do not get this right, we bring the whole of European law and the whole of our institutions into disrepute. It is as serious as that. All of us as Members, in these last days of this mandate, are spending our time tearing around, going from trialogue to trialogue and first-reading agreement to first-reading agreement, arguing about sets of words, the contents of sentences in legislation. That is great. But if, at the end of the day, it is not enforced in the way that our citizens expect, we might ask ourselves: what is the point?
All of our institutions have a responsibility concerning the monitoring of EU law. You, the Commission, have the primary responsibility, and I wish in a way that we did not have to have this debate in this style every year.
Tadeusz Zwiefka, w imieniu grupy PPE-DE. – Pani Przewodnicząca! Jedną z kluczowych zasad funkcjonowania Unii Europejskiej jest przyjęcie przez państwa członkowskie zobowiązania do wykonania i stosowania prawa wspólnotowego. Zasada ta stanowi podstawę procesu integracji. Potrzeba ciągłej, aktywnej współpracy Komisji i państw członkowskich w celu zapewnienia szybkich i skutecznych odpowiedzi na wątpliwości obywateli oraz krytykowania i korygowania naruszeń w stosowaniu prawa wspólnotowego nie podlega żadnej wątpliwości. Z zadowoleniem przyjmuję deklarację Komisji o ścisłej współpracy z Parlamentem Europejskim w zakresie sprawozdawczości i stosowania prawa wspólnotowego.
Sądy krajowe odgrywają zasadniczą rolę w stosowaniu prawa Wspólnoty, dlatego też w pełni popieram wysiłki Komisji zmierzające do określenia dodatkowych szkoleń dla sędziów krajowych, przedstawicieli zawodów prawniczych oraz urzędników administracji krajowej. Jednak skuteczne stosowanie prawa wspólnotowego nadal wiąże się z poważnymi wyzwaniami, między innymi z występującymi na szeroką skalę opóźnieniami w transpozycji dyrektyw.
Jednym z najważniejszych mechanizmów pozwalających na sprawdzenie, jak rzeczywiście wygląda kwestia stosowania prawa europejskiego, jest system odesłań prejudycjalnych, którego celem jest przyznanie sądom krajowym możliwości zapewnienia jednolitej wykładni i stosowania prawa europejskiego we wszystkich krajach członkowskich.
Podstawowym problemem procedury odesłań prejudycjalnych jest czas oczekiwania na odpowiedź Trybunału, który nadal wynosi niestety około 20 miesięcy. Powód to wciąż to samo – tłumaczenia dossier procesowych na wszystkie języki Unii. To zajmuje około 9 miesięcy. Oczywiście te tłumaczenia są niezwykle ważne, ponieważ zapewniają szeroki dostęp do najnowszego i najważniejszego orzecznictwa europejskiego i to właśnie tłumaczenia poprawiają pewność prawną Unii Europejskiej. Jednak o sukcesie czy porażce w efektywnym wprowadzeniu prawa unijnego będzie ostatecznie decydował właściwy model instytucjonalny. Wiedza i środki to nie wszystko. Potrzebna jest także wola do działania.
Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, w imieniu grupy PSE. – Pani Przewodnicząca! Podobnie jak w latach ubiegłych Komisja nie ustosunkowała się do kwestii podniesionych w ubiegłorocznej rezolucji dotyczącej kontroli stosowania prawa wspólnotowego, której byłam autorką. W tym względzie nadal niepokoi brak poprawy w trzech podstawowych kwestiach: przejrzystości, zasobach i długości procedur.
Spośród nowych przypadków naruszeń w 2007 r. 1196 dotyczyło braku powiadomienia o krajowych środkach transpozycji dyrektyw wspólnotowych. Wydaje się niedopuszczalne, że Komisja przyznała sobie aż dwunastomiesięczny termin na rozpatrzenie tych prostych przypadków, które nie wymagają w zasadzie żadnej analizy ani oceny poza koniecznością szybkiej na nie reakcji. Uruchomiony przed rokiem w piętnastu państwach projekt pilotażowy „EU Pilot” testujący nową metodę reakcji na skargi mógłby zostać rozszerzony na pozostałe kraje członkowskie, lecz brak informacji na temat oceny jego działania nie pozwala niestety Parlamentowi na ustosunkowanie się do tej kwestii.
Z żalem stwierdzam, iż w obecnej kadencji nie został też dokonany żaden znaczący postęp w odniesieniu do roli, którą Parlament powinien odgrywać w procesie kontroli stosowania prawa wspólnotowego. W związku z tym należy wezwać do natychmiastowej realizacji proponowanych przez reformatorską grupę roboczą odnośnych reform, które zwiększają zdolność Parlamentu do monitorowania stosowania prawa wspólnotowego w krajach członkowskich.
Manuel Medina Ortega (PSE). - Señora Presidenta, por una vez me alegro de que no esté el titular, de que haya venido el señor Tajani, porque el señor Tajani tiene la ventaja de haber sido parlamentario europeo. Y, como parlamentario europeo, sé que ha experimentado la frustración que tenemos los parlamentarios europeos con respecto a la aplicación del Derecho comunitario.
Ahora bien, en el Parlamento tendemos a meternos con la Comisión, y yo creo que le estamos pidiendo a la Comisión una misión imposible, porque todo el Derecho comunitario y toda la aplicación del Derecho comunitario se basan en la aplicación indirecta.
Es decir, la Comisión no tiene sino unos pocos funcionarios en la sede central donde le llegan algunas quejas y tiene algunas posibilidades de actuación pero, en este momento además, la tendencia es a limitar las facultades presupuestarias, con lo cual la Comisión no va a tener la posibilidad de hacerlo.
Todo el Derecho comunitario, toda la aplicación del Derecho comunitario se basa en la actuación de las autoridades nacionales: Parlamentos nacionales, jueces nacionales, funcionarios nacionales.
Y aquí, en este aspecto, yo no creo que podamos exigirle demasiado a la Comisión. Lo que tenemos que hacer es ayudar a la Comisión, y creo que en el informe de la señora Frassoni hay algunos puntos que pueden ser útiles para conseguir esta aplicación. Me refiero a aquellos relativos a la correlación de directivas, la colaboración de los Parlamentos nacionales y la actuación de los tribunales nacionales.
Christopher Beazley (PPE-DE). - Madam President, I wonder if Commissioner Tajani would agree that, in a sense, the biggest obstacle to the correct observation of Community law are in fact our national governments.
I will just give one example. About 20 years ago we agreed to have the four freedoms throughout the European Union. In my constituency there are many people of Italian origin, one of whom is a teacher and, obviously, a fluent Italian speaker. He returned to his family home in Italy and was forbidden to teach in his family’s native country because his training was undertaken in England. That surely must be wrong, but there is nothing that we can do about it because the Italian authorities say – for whatever reason – that this is reserved for Italian nationals.
The British Government’s behaviour at airports seems to me to be in flagrant breach of most European agreements. Is there something the Commission can do – maybe by making a plea, at the next summit, to our national governments to show a bit of European solidarity?
David Hammerstein (Verts/ALE). - Señora Presidenta, durante los últimos cinco años, como eurodiputado miembro de la Comisión de Peticiones, he examinado centenares y centenares de peticiones, quejas y preguntas sobre el medio ambiente, y he constatado la muy escasa colaboración por parte de las autoridades nacionales, incluso una verdadera rebelión, un estado de rebelión de algunos Estados miembros en contra de la aplicación de la Directiva sobre los hábitats naturales y otras directivas medioambientales.
Vemos cuán inadecuados son los servicios de la Comisión, que no tienen bastantes recursos ni la voluntad política para aplicar el Derecho comunitario en casos clamorosos. Todo dura tantos años que, en la mayoría de los casos, cuando un procedimiento de infracción llega al Tribunal Europeo, actuamos in articulo mortis, y entonces el Derecho, en el medio ambiente, en situaciones irreversibles, ya no sirve para nada.
Antonio Tajani, vice-président de la Commission. − Madame la Présidente, Mesdames et Messieurs les députés, les projets de résolution en discussion aujourd'hui accordent une importance toute particulière aux intérêts des citoyens, et plus précisément des plaignants, dans l'application du droit communautaire.
Dans les limites de ses obligations concernant la confidentialité, la Commission fait des efforts afin d'être plus transparente et de publier davantage d'informations dans son rapport annuel sur le site web Europa et dans le cadre de ses correspondances.
La Commission est en train de développer un portail commun de l'Union européenne qui doit servir à aider les citoyens. Elle est en train d'étudier la meilleure façon de présenter des renseignements utiles aux citoyens et de les diriger vers les informations correspondant le mieux à leurs intérêts.
La Commission est en train de finaliser son travail expliquant le principe de responsabilité des États membres en matière d'infractions au droit communautaire, ce qui pourra aider les citoyens à obtenir réparation devant les tribunaux nationaux.
En matière de plaintes, la Commission confirme l'importance qu'elle attache aux formalités, à l'efficacité du traitement de ces plaintes et à l'information des plaignants en ce qui concerne l'état d'avancement de leurs plaintes. Par ailleurs, elle confirme également son intérêt à trouver des solutions le plus rapidement possible.
Enfin, je voudrais rappeler, comme l'ont souligné à juste titre Mme Wallis et M. Medina Ortega, l'importance des tribunaux nationaux dans l'application du droit communautaire. Des travaux sont menés par la Commission dans plusieurs contextes, avec les juges nationaux, comme l'a dit M. Zwiefka, afin que ceux-ci soient mieux sensibilisés aux différents aspects du droit communautaire et qu'ils puissent disposer de tous les instruments nécessaires leur permettant d'accéder aux informations pertinentes.
En ce qui concerne la nouvelle méthode "Union européenne pilote", il ne s'agit pas d'une étape supplémentaire de la procédure. Cette méthode permet d'examiner rapidement si une solution peut être trouvée directement et rapidement avec les intéressés d'un État membre. Elle s'est construite sur la base de la pratique de la Commission, au fil des années, en ajoutant un meilleur engagement de la Commission et des États membres participants pour ce qui est de l'organisation des contacts et des résultats à cibler.
Il y a beaucoup de points ponctuels soulevés dans le projet de rapport en discussion aujourd'hui. La Commission fournira, dans sa réponse à la résolution, des explications concernant les aspects sur lesquels je n'ai pas la possibilité de répondre aujourd'hui.
Cela étant dit, s'agissant des infrastructures, sujet qui relève aussi de mon portefeuille, je ne peux que me réjouir de l'invitation du Parlement européen à assurer le traitement et, le cas échéant, la clôture des procédures en infraction, qui empêchent les États membres d'investir dans les infrastructures qui pourraient affecter la mise en œuvre du plan européen de relance économique.
Madame la Présidente, Mesdames et Messieurs les députés, nous nous réjouissons de l'intérêt commun porté par le Parlement et la Commission à l'application adéquate et correcte du droit communautaire dans l'intérêt des citoyens et des entreprises.
Nous confirmons notre évaluation en commun de l'importance primordiale de cet aspect du programme "Mieux légiférer".
Monica Frassoni, relatrice. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, grazie Presidente è molto interessante che il Commissario abbia scelto di tutta la risoluzione quello che a me, come relatrice piace meno, comunque prendo per buona tutte le cose che ha detto e gli impegni che ha preso a nome della Commissione.
Io volevo ancora approfittare di questa occasione per segnalare alcuni problemi che spero potranno essere affrontati dalla Commissione: la prima è una progressiva diminuzione dell’autonomia delle DG, delle direzioni generali, soggette al combinato disposto fra un servizio legale sempre più restio ad andare in Corte e un Segretariato generale sempre più restio a stimolare gli Stati membri e gli esempi che potrei fare, sono, ahimè numerosi.
Poi c’è un problema reale, di non efficace controllo dell’applicazione del diritto comunitario per mancanza di risorse: in una direttiva che – signora Presidente – abbiamo molto studiato, che è la direttiva 38, ci sono stati 1500 reclami, quella sulla libera circolazione dei cittadini, ci sono stati 1500 reclami dei cittadini e solo 19 infrazioni aperte.
Poi, per quanto riguarda la questione del progetto pilota, ho già detto del problema della diminuzione della forza di persuasione e il fatto che non sempre si possono ridurre i tempi; e chiaramente, quando si mandano nel pilota temi come inquinamenti già accertati, norme sulla caccia che sono ovviamente e apertamente in contrasto con le regole comunitarie, non si può pretendere che gli Stati membri agiscano perché questo serve solamente per ulteriormente ritardare la procedura.
E infine, Presidente, c’è un problema che io considero preoccupante e che è relativamente nuovo, e cioè il combinato disposto fra l’estrema formalità sempre crescente delle risposte che la Commissione dà e il crescente anche arbitrio nella decisione. Recentemente, un’infrazione è stata chiusa per opportunità politica e faccio riferimento al Mose. E’ evidente che quando la categoria “opportunità politica” entra in un controllo che deve esser soprattutto giuridico le cose possono essere complicate.
Infine, per quanto riguarda la nostra istituzione, il Parlamento, abbiamo un gravissimo problema perché nelle riforme che noi stiamo per discutere e per votare nel mese di maggio si pensa di diminuire di molto i poteri della commissione delle petizioni e questo è un gravissimo errore, perché la diminuzione del potere delle petizioni significa una diminuzione del potere dei cittadini, nella denuncia e nel trattamento dell'infrazione al diritto comunitario.