Presidente. – L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta:
- la relazione (A6-0053/2009), presentata dall’onorevole Starkevièiûtë, a nome della commissione per gli affari economici e monetari, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai pagamenti transfrontalieri nella Comunità [COM(2008)0640 – C6-0352/2008 – 2008/0194(COD)], e
- la relazione (A6-0056/2009), presentata dall’onorevole Purvis, a nome della commissione per gli affari economici e monetari, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l’avvio, l’esercizio e la vigilanza prudenziale dell’attività degli istituti di moneta elettronica, che modifica le direttive 2005/60/CE e 2006/48/CE e che abroga la direttiva 2000/46/CE [COM(2008)0627 - C6-0350/2008 - 2008/0190(COD)].
Margarita Starkevièiûtë, relatore. − (LT) Signora Presidente, oggi, in un momento in cui l’economia dell’Unione europea vive un periodo di recessione, è estremamente importante stimolare la crescita economica. Una delle fonti della crescita economia dell’Unione europea è l’espansione del mercato comune, ancora molto frammentato, specialmente nel campo dei servizi finanziari. La proposta dinanzi a noi dovrebbe contribuire a risolvere questo problema e creare un’area unica di pagamento europea, la cosiddetta AUPE.
Il documento ha già una sua storia. Non appena si è introdotto l’euro e si sono aboliti i tassi di cambio nei paesi della zona dell’euro, è diventato chiaro che i prezzi per i pagamenti transfrontalieri differivano ancora dai prezzi per i pagamenti locali. Per questo motivo è stato adottato il regolamento (CE) n. 2560 del Parlamento europeo e del Consiglio sui pagamenti transfrontalieri in euro, entrato in vigore alla fine del 2001, che fissa le competenze per i pagamenti locali e nazionali corrispondenti e i pagamenti transfrontalieri rafforzando tale principio con lo scopo di ridurre i prezzi per i consumatori e garantire una maggiore concorrenza sul mercato dei servizi di pagamento.
L’introduzione di tale regolamento ha ridotto le competenze per i pagamenti; per esempio, un bonifico transfrontaliero di 100 euro costava normalmente in media 24 euro nell’Unione europea, mentre ora costa soltanto 2,50. D’altro canto, il documento ha messo in luce alcune carenze, ragion per cui si è deciso che avrebbe dovuto essere rivisto.
Il testo dinanzi a noi è una versione migliorata del regolamento n. 2560. In che cosa consistono le novità contenute nel documento? Primo, il principio di parità delle competenze per i pagamenti transfrontalieri e nazionali corrispondenti è stato esteso per includere l’addebito diretto, che prima non era disponibile. Una volta creata l’AUPE e adottata la direttiva sui servizi di pagamento, l’ambiente di pagamento in Europa è cambiato; è dunque importante che dal novembre 2009 sia possibile utilizzare il diffuso metodo di pagamento elettronico con addebito diretto su base transfrontaliera. Per contribuire a creare tale modello comune di addebito diretto, il regolamento afferma che in assenza di un accordo bilaterale tra i fornitori di servizi di pagamento del pagatore e del beneficiario, il livello della competenza di interscambio multilaterale provvisoria predefinita per un addebito diretto sarà fissata in 0,08 euro per un periodo transitorio fino al 2012.
Il documento descrive inoltre come migliorare la difesa dei diritti dei consumatori ed eliminare gli ostacoli per le aziende. Si propone infatti che gli Stati membri nominino autorità competenti incaricate di sovrintendere all’attuazione del regolamento, autorità che dovrebbero anche collaborare a livello internazionale in maniera che vi siano meno ostacoli per le imprese, oltre ad avere la facoltà di predisporre indirizzi sulle modalità di valutazione delle procedure per accertare il rispetto del principio.
Un’altra novità contenuta nella revisione del documento consiste nella proposta di abolire progressivamente gli obblighi a carico di taluni Stati di fornire statistiche della bilancia dei pagamenti prevedendo altre procedure per fornirle.
Mi dispiace moltissimo che non sia stato possibile pervenire a un accordo in merito con il Consiglio e per il momento le procedure di revisione della bilancia dei pagamenti e le procedure di attuazione restano ancora da definire, sebbene Parlamento e Commissione abbiano ambedue dichiarato che a tal fine sarà fissato un termine molto ravvicinato.
John Purvis, relatore. − (EN) Signora Presidente, la presente direttiva risponde alla crescente importanza del commercio elettronico e della moneta elettronica, oltre che all’esigenza di un quadro legislativo chiaro. Il suo scopo è agevolare l’uso della moneta elettronica per i conti di pagamento online, i conti di telefoni cellulari prepagati, le tessere di viaggio a scalare e i voucher regalo.
La moneta elettronica non è diversa da altre forme di denaro perché conserva il suo valore monetario e rappresenta un comodo strumento di scambio. Tuttavia, a differenza degli strumenti di pagamento basati su conti come le carte di credito e debito, funziona come strumento al portatore prepagato ed è usato per coprire pagamenti, in generale di importi relativamente piccoli, a imprese che non siano l’utente, per cui si distingue dalle carte prepagate monouso come le schede telefoniche. Per usare la moneta elettronica non vi è alcuna necessità di un conto bancario, ragion per cui rappresenta uno strumento particolarmente importante per quanti nella nostra società non dispongono di conti bancari o non possono disporne.
Ben otto anni fa, Benjamin Cohen, nel suo articolo intitolato “Electronic Money: New Day or False Dawn?”, affermava che l’era della moneta elettronica era imminente. Purtroppo, tale previsione era troppo ottimistica e prematura, quanto meno per l’Europa. La moneta elettronica è ben lungi, sul nostro continente, dall’offrire tutti i benefici che si erano ipotizzati quando si è adottata la prima direttiva in materia nel 2001.
Probabilmente ciò è accaduto a causa dell’elevato capitale iniziale necessario allo scopo e di altre limitazioni eccessivamente prudenziali. Il numero di istituti di moneta elettronica varia notevolmente da uno Stato membro all’altro. Per esempio, la Repubblica ceca ne conta oltre 40, mentre Francia e Germania complessivamente 12. Pensate che due istituti di moneta elettronica tedeschi sono stati addirittura costretti a trasferirsi nella giurisdizione britannica in ragione delle notevoli differenze esistenti a livello normativo, anche in presenza della direttiva. Nell’agosto 2007 – due anni fa – la moneta elettronica in circolazione era pari soltanto a 1 miliardo di euro a fronte dei 600 miliardi in circolazione in contanti.
E’ evidente, pertanto, che la moneta elettronica ha una lunga strada da percorrere per diventare un’alternativa seria al contante. A ogni modo sta crescendo notevolmente, nonostante le limitazioni, e questa nuova direttiva dovrebbe consentire l’uso di nuovi servizi di moneta elettronica sicuri e innovativi per fornire opportunità di accesso al mercato a nuove figure e promuovere una concorrenza effettiva e reale tra operatori del mercato. Gli operatori nuovi e più piccoli avranno la possibilità di entrare sul mercato perché l’importo del capitale iniziale richiesto sarà portato da 1 milione di euro a 350 000. La commissione per gli affari economici e monetari avrebbe sicuramente preferito meno.
I fornitori possono invece ampliare gli sbocchi per l’effettuazione di pagamenti elettronici. Per esempio, il cliente che acquista il biglietto della metropolitana con moneta elettronica potrà anche comprare un caffè, un quotidiano o un mazzo di fiori al chiosco della stazione, come è già possibile a Hong Kong, dove il servizio ha riscosso grande successo.
Il processo legislativo è stato molto incalzante poiché l’intenzione era quella di giungere a un accordo in prima lettura affinché la misura fosse promulgata prima delle elezioni europee. Ringrazio sentitamente Ivo e Melanie del personale della commissione per gli affari economici e monetario, gli onorevoli Pittella e Raeva, relatori ombra per i socialisti e i liberali, i servizi della Commissione e la presidenza ceca, segnatamente Tomáš Trnka e i suoi collaboratori, per la loro collaborazione estremamente fruttuosa. Nessuno di noi ha ottenuto tutto ciò che desiderava, ma ritengo che avremo compiuto un passo avanti significativo e gradirei molto che il Parlamento appoggiasse il progetto.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione. − Signora Presidente, onorevoli parlamentari, innanzitutto io desidero esprimere l’apprezzamento della Commissione per come è stato rapido il Parlamento nell’affrontare questi due dossier così importanti e per questo voglio ringraziare sia i relatori, sia la presidente Pervenche Berès, per aver dato un contributo determinante alla celerità del lavoro.
Oggi mancano soltanto un paio di mesi alla data entro la quale gli Stati membri dovranno recepire la direttiva sui servizi di pagamento. Queste due misure, insieme al notevole impegno dell’industria dei pagamenti per sviluppare i prodotti SEPA, rappresentano un passo fondamentale e opportuno verso il completamento del mercato unico dei pagamenti. Tali misure, insieme alla direttiva, completeranno la base giuridica indispensabile per garantire chiarezza, certezza e stabilità del mercato. I negoziati svolti nelle ultime settimane hanno consentito di ottenere molto rapidamente un consenso attorno a questi due dossier.
Per quanto riguarda il regolamento rivisto sui pagamenti transfrontalieri, sono lieto di annunciare che la Commissione condivide l’emendamento proposto, frutto di un compromesso. La Commissione si rallegra in particolare dell’inclusione nella sua proposta originaria di articoli che disciplinano la questione della commissione interbancaria multilaterale per le operazioni di addebito diretto. Il mercato aspettava queste disposizioni e noi le consideriamo indispensabili per il varo tempestivo dell'addebito diretto SEPA da parte delle banche europee.
Queste regole daranno all'industria dei pagamenti tre anni per proporre un modello commerciale di lungo termine per gli addebiti automatici nel rispetto delle norme della concorrenza. La Commissione, nell’ottica del compromesso, è disposta a sostituire l’abolizione incondizionata di questi obblighi con una clausola di riesame come proposto dal Parlamento e dal Consiglio.
Per quanto riguarda la direttiva sulla moneta elettronica rivista, si tratta di una normativa particolarmente ambiziosa e che offrirà una ben accetta seconda opportunità per l’istituzione di un mercato della moneta elettronica che sia veramente proficuo. Questa direttiva mira a fornire al mercato un quadro giuridico e prudenziale chiaro ed equilibrato, eliminando ostacoli inutili, sproporzionati o eccessivi all’ingresso nel mercato e rendendo più interessante l’attività dell’emissione di moneta elettronica.
La nuova direttiva dovrebbe favorire una concorrenza vera ed efficace tra tutti i partecipanti del mercato garantendo nel contempo la parità di condizioni per tutti i fornitori di servizi di pagamento e un elevato livello di tutela dei consumatori. Il compromesso raggiunto stabilisce un ottimo equilibrio tutelando pienamente i nostri obiettivi iniziali e nel contempo rispondendo adeguatamente alle preoccupazioni legittime espresse nel corso del processo di adozione. Pertanto, sosteniamo pienamente questa proposta.
Aloyzas Sakalas, relatore per parere della commissione giuridica. − (EN) Signora Presidente, la commissione giuridica appoggia la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui pagamenti transfrontalieri nella Comunità.
Le finalità dell’iniziativa della Commissione sono i seguenti: primo, sostituire il regolamento esistente per adeguarlo agli sviluppi del mercato; secondo, promuovere la tutela dei diritti dei consumatori e fornire un quadro giuridico adeguato per lo sviluppo di un sistema di pagamenti efficiente e moderno all’interno dell’Unione; terzo, creare un mercato unico per i servizi di pagamento in euro.
La commissione giuridica è stata incaricata di formulare un parere alla commissione per gli affari economici e monetari, responsabile del testo. Nel parere si è proposto che gli Stati membri possano designare istituzioni esistenti affinché agiscano quali autorità competenti e utilizzino o estendano le procedure esistenti per quanto concerne i servizi di pagamento transfrontalieri. E’ importante applicare e migliorare le misure e gli organi di ricorso già esistenti per affrontare efficacemente reclami e controversie relativi alla proposta.
E’ inoltre fondamentale sottolineare che il principio della proporzionalità, il principio della sussidiarietà e, soprattutto, il principio esteso della parità di competenze per pagamenti transfrontalieri devono attenersi al all’articolo 95, paragrafo 1, del trattato CE. I pagamenti transfrontalieri in euro richiedono un approccio comunitario perché le norme e i principi applicabili devono essere i medesimi in tutti gli Stati membri affinché si possa giungere alla certezza giuridica e a pari condizioni per tutti i partecipanti al mercato europeo dei pagamenti.
José Manuel García-Margallo y Marfil, a nome del gruppo PPE-DE. – (ES) Signora Presidente, formulerò qualche commento soltanto sul regolamento concernente i pagamenti transfrontalieri e la relazione stilata dall’onorevole Starkevièiûtë.
Il regolamento, come la collega ha spiegato esaurientemente, risponde alle esigenze percepite a seguito dell’introduzione dell’euro e sancisce un principio relativamente chiaro: le commissioni per i pagamenti nazionali e per i pagamenti transfrontalieri devono essere le medesime. Questa è una norma che si ispira al buon senso in un mercato interno che però è stata tutt’altro che rispettata prima dell’introduzione del regolamento.
Il regolamento è diventato così un trampolino per l’AUPE, citata anch’essa nella relazione, in merito alla quale vorrei proporvi alcune osservazioni ulteriori.
Nel tempo il regolamento è diventato superato ed è stato necessario rivederlo per adeguarlo ai cambiamenti intervenuti sui mercati finanziari e anche nella direttiva sui servizi di pagamento.
La stessa Commissione si è prefissa tre scopi nella revisione: primo, includere gli addebiti diretti transfrontalieri nell’ambito di applicazione del regolamento; secondo, stabilire procedure per la gestione stragiudiziale dei problemi che potrebbero derivare dall’applicazione del regolamento; terzo, semplificare gli obblighi di comunicazione delle statistiche della bilancia dei pagamenti.
Il Parlamento europeo ha accettato nel complesso tale approccio pur apportandovi tre modifiche significative: una chiarificazione delle definizioni giuridiche contenute nel regolamento, un avvertimento o un promemoria agli Stati membri che rammenti loro dell’obbligo di attenersi al regolamento con maggiore efficacia di quanto abbiano fatto in passato e un invito a un’intensa collaborazione tra Stati membri.
La mia preoccupazione riguardava gli obblighi di comunicazione delle statistiche della bilancia dei pagamenti, questione risolta di concerto dalle diverse istituzioni. Posso pertanto dire che sono pienamente soddisfatto del risultato conseguito.
Pervenche Berès, a nome del gruppo PSE. – (FR) Signora Presidente, vorrei intervenire sulla relazione dell’onorevole Purvis concernente la moneta elettronica.
In primo luogo ritengo che se ci interroghiamo in merito alle ragioni per le quali la moneta elettronica è meno diffusa da noi rispetto a Hong Kong, sicuramente dobbiamo risponderci che i cittadini europei si sono abituati decisamente con maggiore facilità all’uso delle carte bancarie.
Nell’elaborare questa legislazione il Parlamento ha espresso due preoccupazioni: primo, in un momento in cui la questione della sorveglianza è sulla bocca di tutti, non vogliamo deregolamentare la sorveglianza degli istituti di moneta elettronica soltanto per le pressioni da essi esercitate. Per questo il Parlamento europeo ha insistito soprattutto sul fatto che tali istituzioni che emettono e gestiscono moneta elettronica debbano essere oggetto di una reale sorveglianza e ritengo che abbiamo ottenuto una serie di garanzie al riguardo che indubbiamente apprezzo.
Allo stesso modo, eravamo ansiosi di tenere conto degli interessi dei cittadini e di quanti utilizzano la moneta elettronica, specialmente nel momento in cui vogliono porre fine al contratto, in maniera che non fossero soggetti a limitazioni e commissioni giudicate eccessive, imposte loro dagli istituti che gestiscono la moneta elettronica.
Questo è lo spirito con il quale abbiamo appoggiato la proposta nella speranza che semplificherà la vita dei nostri concittadini grazie all’uso della moneta elettronica senza che ciò comporti eccessi, soprattutto in termini di meccanismi di sorveglianza.
Mariela Velichkova Baevà, a nome del gruppo ALDE. – (BG) Signora Presidente, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui pagamenti transfrontalieri nella Comunità, volta a sostituire il regolamento attualmente in vigore, è legata alla creazione di un mercato integrato europeo dei pagamenti. La proposta è intesa altresì a rafforzare la tutela degli interessi e dei diritti dei consumatori, oltre che ad alleggerire l’onere per quanto concerne gli obblighi di comunicazione di statistiche.
L’articolo 5 sulla bilancia dei pagamenti e l’articolo 12 concernente la clausola di revisione sono oggetto di un compromesso ricercato dalla nostra relatrice, onorevole Starkevièiûtë, e sostenuto dalla Bulgaria che offre la possibilità di procedere a tempo debito a una valutazione adeguata.
L’attuale crisi finanziaria mondiale porta a concentrare l’attenzione sulla necessità di disporre di dati statistici pertinenti. La Bulgaria è favorevole all’abolizione degli obblighi di comunicazione basati sullo stabilimento per quanto concerne i fornitori di servizi di pagamento in relazione alle statistiche della bilancia dei pagamenti se inferiori alla soglia di 50 000 euro.
La Bulgaria appoggia altresì l’abolizione dell’articolo 5, paragrafo 2, in quanto le riserve espresse sono formulate nel contesto della potenziale perdita di informazioni e di un deterioramento della qualità delle statistiche della bilancia dei pagamenti e hanno anche a che vedere con la necessità di un periodo tecnico per l’attuazione del passaggio al sistema di comunicazione diretta.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione. − Signora Presidente, onorevoli colleghi, ancora una volta io desidero esprimere il mio apprezzamento per il modo con il quale il Parlamento ha gestito questi due dossier. Questo significa che il nuovo regolamento sui pagamenti transfrontalieri entrerà in vigore come previsto il 1° novembre di quest’anno e il mercato della moneta elettronica beneficia così di una seconda opportunità di sviluppo.
Parallelamente alla direttiva sui servizi di pagamento, questi due atti legislativi europei consentiranno di creare un quadro giuridico moderno e globale per il mercato comunitario dei pagamenti e spianeranno la strada affinché l’industria europea dei pagamenti possa sviluppare pienamente il progetto dell’area unica dei pagamenti in euro. Tale progetto offrirà ai consumatori e alle aziende europee un mercato dei pagamenti pienamente integrato, efficiente sotto il profilo dei costi e di ottima qualità.
La Commissione quindi ringrazia – io lo faccio con particolare piacere – il Parlamento europeo per questo ulteriore segno del suo impegno a favore del SEPA.
Nils Lundgren, a nome del gruppo IND/DEM. – (SV) Signora Presidente, la moneta elettronica utilizzabile su base transfrontaliera rappresenta un progresso notevole. E’ importante che l’Unione migliori il mercato interno in tal modo promuovendone l’uso. Vorrei però cogliere l’occasione per ricordare ciò di cui stiamo effettivamente parlando.
Quando abbiamo introdotto l’euro in molti paesi europei, ciò è avvenuto sulla base delle analisi svolte in merito al valore di un’unione monetaria. Il valore sta nel fatto che riduciamo i costi derivanti dal cambio del denaro e altri costi delle operazioni. Avendo una valuta comune riduciamo altresì i costi di informazione. Il prezzo che paghiamo per questo è costituito da economie più instabili. E’ più difficile per noi mantenere tassi elevati e costanti di occupazione, nonché preservare finanze di Stato stabili. Lo vediamo in questo momento in cui in tale ambito tutto sta assumendo una forma piramidale in paesi come l’Irlanda, la Spagna, l’Italia e la Grecia.
In tali circostanze, le vittime dovrebbero essere compensate dai vantaggi ottenuti in termini di costi inferiori delle operazioni grazie a una valuta comune. Tuttavia, i benefici stanno costantemente diminuendo proprio perché il sistema di pagamento non sta progredendo così rapidamente. Entro un breve lasso di tempo, ci troveremo in una situazione in cui scopriremo che disponiamo di un sistema di pagamento talmente efficace da rendere i costi trascurabili. Allora avremo una moneta comune che di fatto ci garantisce soltanto instabilità nell’economia europea. E’ un risvolto che avevo preannunciato e ora si sta manifestando. Vi esorto tutti a riflettere sull’argomento.
Margarita Starkevièiûtë, relatore. − (LT) Signora Presidente, vorrei dire che il testo dinanzi a noi è un compromesso che è stato raggiunto attraverso complessi negoziati tra Consiglio, Commissione e Parlamento.
E’ nondimeno un risultato positivo e mi preme ringraziare il rappresentante del Consiglio, signor Trinka, e i rappresentanti della Commissione per la loro collaborazione, così come vorrei ringraziare il personale della commissione per gli affari economici e monetari che ha prestato assistenza nella preparazione del documento. Esso risponderà agli interrogativi posti dell’onorevole Lundgren, ossia contribuirà a sostenere l’intera zona dell’euro perché le procedure per le operazioni in euro saranno rafforzate. In quanto rappresentante di un paese che non rientra nella zona dell’euro, sono lieta che il presente regolamento possa essere applicato, sempre che gli Stati membri non appartenenti alla zona dell’euro lo desiderino, anche ai pagamenti in valuta nazionale, che nel caso della Lituania sarebbe il litas.
Per il momento, nei nostri paesi i prezzi per i pagamenti transfrontalieri e i prezzi per i pagamenti interni in valuta nazionale ancora differiscono. Ciò in parte dipende dal fatto che non siamo Stati membri della zona dell’euro. Penso che il primo passo e uno dei passi verso la zona dell’euro sarebbe per noi, Stati membri che non apparteniamo a tale zona, iniziare ad applicare il principio alle valute nazionali. L’altro aspetto importante è che la promozione dei pagamenti transfrontalieri con questo regolamento apre la via all’ammodernamento del settore bancario europeo perché le banche dispongono di un periodo di transizione di tre anni per preparare un nuovo modello commerciale che renda i pagamenti più efficienti.
Ciò è molto importante perché spesso parliamo di innovazioni, nuove iniziative e ammodernamento. L’odierno documento crea proprio le condizioni giuste per tutto questo.
John Purvis, relatore. − (EN) Signora Presidente, solo per soddisfare le preoccupazioni prudenziali a cui l’onorevole Berès ha fatto riferimento, vorrei sottolineare che abbiamo insistito nella direttiva e nella relazione affinché i fondi di moneta elettronica non siano considerati depositi; sulla loro base non è possibile creare credito. Abbiamo aperto solo un po’ di più la porta alla moneta elettronica.
Il capitale di base richiesto scende a 350 000 euro; la commissione per gli affari economici e monetari avrebbe preferito 200 000. I fondi propri necessari devono corrispondere al 2 per cento dei fondi di moneta elettronica in circolazione; noi avremmo preferito l’1,6 per cento, ma con la flessibilità per difetto o per eccesso del 20 per cento consentita, gli Stati membri più liberali possono scendere all’1,6 per cento, mentre i conservatori possono spingersi fino al 2,4 per cento.
Non è l’ideale avere sempre la prospettiva di una disparità di condizioni nell’Unione europea, specialmente dopo aver ribadito il fatto che i fondi degli utilizzatori di moneta elettronica saranno completamente protetti e vi sono altri semplici meccanismi di protezione importanti, per esempio nel rimborso, come diceva l’onorevole Berès. In ragione del livello di capitale richiesto, si è dovuto fissare anche la soglia della deroga per gli operatori di moneta elettronica nazionali puri a 5 milioni di euro anziché 2.
Tutto sommato, questo è un passo avanti molto cauto. Non è perfetto, ma i compromessi raramente lo sono. Quasi sicuramente dovrà essere rivisto nell’arco di tre o quattro anni e allora spero che più operatori avranno fatto il loro ingresso nel settore. Utilizzatori e commercianti richiederanno a gran voce una maggiore possibilità di scelta. Le autorità di regolamentazione più dubbiose, le banche, onorevole Berès, persino la Banca centrale europea, si saranno persuase che si tratta di un semplice servizio utile, che non comporta rischi per l’economia europea, e noi in Europa potremo finalmente cogliere tutte le opportunità offerte della moneta elettronica.