3. Reti e servizi di comunicazione elettronica, tutela della vita privata e protezione dei consumatori – Reti e servizi di comunicazione elettronica – Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC) e l’Ufficio – Bande di frequenza da assegnare per le comunicazioni mobili (discussione)
Presidente. – L’ordine del giorno reca in discussione congiunta:
- la raccomandazione per la seconda lettura (A6-0257/2009), presentata dall’onorevole Harbour a nome della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, sulla posizione comune adottata dal Consiglio il 16 febbraio 2009 in vista dell’adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 2002/22/CE relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica, della direttiva 2002/58/CE relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche e del regolamento (CE) n. 2006/2004 sulla cooperazione tra le autorità nazionali responsabili dell’esecuzione della normativa a tutela dei consumatori [16497/1/2008 – C6-0068/2009 – 2007/0248(COD)];
- la raccomandazione per la seconda lettura (A6-0272/2009), presentata dall’onorevole Trautmann, a nome della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica delle direttive 2002/21/CE che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica, 2002/19/CE relativa all’accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e all’interconnessione delle medesime, e 2002/20/CE relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica [16496/1/2008 – C6-0066/2009 – 2007/0247(COD)];
- la raccomandazione per la seconda lettura (A6-0271/2009), presentata dall’onorevole del Castillo Vera, a nome della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Gruppo di regolatori europei delle telecomunicazioni (GRET) [16498/1/2008 – C6-0067/2009 – 2007/0249(COD)]; e
- la relazione (A6-0276/2009), presentata dall’onorevole Pleguezuelos Aguilar, a nome della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 87/372/CEE del Consiglio sulle bande di frequenza da assegnare per l’introduzione coordinata del servizio pubblico digitale cellulare paneuropeo di radiotelefonia mobile terrestre nella Comunità [COM(2008)0762 – C6-0452/2008 – 2008/0214(COD)].
Malcolm Harbour, relatore. − (EN) Signora Presidente, questa mattina è per me un privilegio aprire una discussione tanto importante e invitare i nostri colleghi ad appoggiare la riforma del pacchetto telecomunicazioni che è stata presentata.
Desidero sottolineare che si tratta di una riforma. Come avete sentito sono quattro i relatori che si sono occupati dei suoi diversi elementi. Per quanto riguarda la riforma fondamentale del pacchetto, voglio ringraziare gli onorevoli colleghi Trautmann e del Castillo Vera, con le quali abbiamo lavorato fianco a fianco per produrre questo risultato.
La riforma riveste un’importanza fondamentale perché il pacchetto esistente, al quale ho lavorato insieme con alcuni onorevoli colleghi nel 2001 e nel 2002, si è rivelato vantaggioso per l’economia europea. Il settore delle comunicazioni in Europa è prospero e dinamico e i consumatori sono attivi sul mercato, ma questa riforma va ad aggiornare il settore e i miei onorevoli colleghi illustreranno ciascuno gli ambiti dei quali intendono occuparsi. Ciò che è più importante è che questa riforma rafforza il pacchetto preparandolo per il prossimo decennio. In seconda lettura sono diversi i miglioramenti introdotti dal Parlamento europeo.
A nome di noi tre relatori, vorrei ringraziare la presidenza francese che, in novembre, ci ha presentato una posizione comune permettendoci di migliorare il pacchetto e presentarvelo oggi in occasione dell’ultima sessione di questa legislatura. E’, infatti, importante per i consumatori europei e per l’economia dell’Europa che domani il Parlamento avvalli con un sonoro sì questo pacchetto.
Come sempre quando le problematiche sono particolarmente complesse, ho avuto grandissima collaborazione da parte della mia squadra ombra – gli onorevoli Vergnaud, Buşoi e Rühle. Desidero inoltre ringraziare lo staff della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni guidato dall’onorevole Alvaro, perché un elemento importante delle mie riforme include la direttiva e-privacy di cui si è occupata tale commissione.
Nei quattro minuti a mia disposizione questa mattina non ho la possibilità di illustrare nel dettaglio tutti i punti e i miglioramenti introdotti, ma avremo l’opportunità di approfondire questi elementi più tardi. Permettetemi di darvi solo un assaggio dei risultati raggiunti e di quelli attesi.
In questa direttiva abbiamo migliorato in modo significativo i diritti dei consumatori e degli utenti dello spazio elettronico. I consumatori devono avere la possibilità di scegliere fra i diversi servizi di comunicazione offerti e, perché ciò accada, hanno diritto a essere informati. Hanno diritto a termini e condizioni contrattuali equi, che non li vincolino per lunghi periodi di tempo a particolari provider. Hanno diritto a servizi di emergenza di elevata qualità, all’accesso ai servizi di informazione sociale su Internet e ai servizi di telefonia vocale. Soprattutto hanno diritto alla protezione dei propri dati all’interno dello spazio delle comunicazioni elettroniche. Ne discuteremo più approfonditamente in seguito. Dobbiamo inoltre consentire alle autorità di regolamentazione di garantire il rispetto di tali diritti. Tutti questi punti sono ripresi nella proposta in esame.
Credo sia importante sottolineare che si tratta di una proposta che conferisce dei diritti e vuole permettere una presa di coscienza e non limita in alcun modo i diritti dei cittadini su Internet o i servizi disponibili. Noi vogliamo dare ai consumatori la possibilità di scegliere e, così facendo, vogliamo garantire l’apertura dei servizi.
Vorrei concludere il mio primo intervento con queste parole: sono molti gli onorevoli colleghi che hanno lavorato a questa proposta e abbiamo tutti avuto a disposizione enormi risorse. In particolare voglio ricordare Peter Traung della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, Luca Vusaggio, il nostro consulente legale, e Lindsay Gilbert del nostro gruppo, che hanno lavorato fianco a fianco insieme alla mia assistente Sheena Gooroochurn. Abbiamo ricevuto grande sostegno dalla Commissione, da Peter Rodford, dal commissario e dalla sua squadra, nonché dalla segreteria del Consiglio guidato da Eva Veivo. Ci tengo a precisarlo perché credo che all’esterno non ci si renda conto dell’impegno e degli sforzi necessari per produrre testi tanto complessi. Mi auguro di poter contare sul vostro sostegno domani perché questa riforma è importante per il futuro di tutti noi.
Catherine Trautmann, relatore. − (FR) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, domani voteremo sul pacchetto telecomunicazioni, l’ultimo atto che segna la fine di mesi di lavoro e di negoziati necessari per arrivare a questo compromesso, raggiunto dopo aver molto lottato con il Consiglio in una situazione che ha visto le tre istituzioni partire da posizioni estremamente diverse.
Desidero in primo luogo ringraziare con tutto il cuore per il loro instancabile impegno in tutti questi mesi gli onorevoli del Castillo Vera, Harbour e Pleguezuelos Aguilar, i relatori ombra, i gruppi politici, i presidenti delle commissioni e le loro segreterie, la presidenza del Consiglio e della Commissione. Un grazie anche a tutti gli onorevoli colleghi che hanno scelto di riporre in me la loro fiducia dandomi il loro sostegno.
Questo pacchetto introduce numerosi miglioramenti, importanti per i consumatori perché offrono servizi migliori a prezzi più equi. Le telecomunicazioni si caratterizzano, infatti, per il loro impatto sulla vita quotidiana e svolgono un evidente ruolo sociale quale terreno di sviluppo e crescita.
Il settore delle telecomunicazioni da solo conta più di 3,5 milioni di addetti e, con il 3,5 per cento, rappresenta una fetta sempre più ampia dell’economia europea. Una concorrenza ben regolamentata permette l’equilibrio fra nuovi e vecchi operatori e garantisce una crescita significativa del settore grazie alla certezza del diritto, incoraggiando di conseguenza gli investimenti.
Per questa ragione, in occasione di questa tornata negoziale, insieme agli altri relatori e ai nostri relatori ombra, abbiamo combattuto per costruire un quadro normativo che possa andare a beneficio di tutti. La commissione per l’industria, la ricerca e l’energia ha approvato in aprile la penultima fase del processo legislativo con l’adozione, a larghissima maggioranza, di un compromesso generale sulla mia relazione e su quella dell’onorevole del Castillo Vera.
Abbiamo posto le basi di un solido compromesso che – insieme alle relazioni degli onorevoli Harbour e Pleguezuelos Aguilar – mi auguro riceverà il vostro pieno sostegno nella votazione di domani.
Permettetemi di tornare sull’emendamento n. 138/46 e di chiarire il significato e la portata del testo su cui poggia l’accordo del Parlamento e del Consiglio, testo che ha rappresentato “l’ultima possibilità di compromesso”. Dalla votazione su questo emendamento in prima lettura il Consiglio ha continuato a respingerlo, escludendolo dalla propria posizione comune e rifiutandosi di riprenderlo nei considerando o negli articoli.
Il Parlamento europeo ha dimostrato il proprio impegno nei confronti dell’emendamento n. 46 inserendone gli elementi chiavi nel testo di compromesso: difesa delle libertà, diritto a un giudizio e diritto di ricorso a un tribunale, espressione maggiormente in linea con quella dell’autorità giudiziaria. Il Parlamento ha inoltre introdotto due nuove disposizioni per gli utenti di Internet: una conferma del ruolo vitale svolto da Internet nell’esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali, con un riferimento specifico alla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Lo spirito e la lettera dell’emendamento n. 46 sono stati dunque rispettati ed estesi a beneficio degli utenti e si è quindi evitato il rifiuto di questo emendamento da parte degli Stati membri che sostenevano che il Parlamento europeo non può imporre una modifica della loro organizzazione giudiziaria interna, modifica che si renderebbe necessaria per attuare il testo.
La sua collocazione all’interno dell’articolo 1, che illustra gli obiettivi e il campo d’applicazione, fa sì che questa proposta diventi sostanzialmente un principio che si applica a tutte le direttive del pacchetto, in particolare laddove sono interessati accesso e servizi. Il testo pone dunque rimedio alla debolezza giuridica derivante dal collegamento fra l’emendamento n. 46 e l’articolo 8 nel quale si definiscono i compiti delle autorità nazionali di regolamentazione.
Onorevoli colleghi, siamo di fronte a una scelta: appoggiare l’emendamento numero 46 così com’è, rinviando l’intero pacchetto telecomunicazioni al processo di conciliazione, che riaprirà la discussione su tutti i punti stabiliti dal negoziato e che finirà con un nulla di fatto a causa della fortissima opposizione degli Stati membri contro questo emendamento, oppure appoggiarne la sua nuova redazione, che assicura il rispetto delle libertà fondamentali confermando pertanto ciò che il Parlamento ha adottato in occasione della votazione sulla relazione Lambrinidis.
Aggiungerei che, nella trasposizione della direttiva, sarà necessario prendere in considerazione la presenza dell’articolo 1, paragrafo 3, lettera a), e del suo considerando, che permetteranno al Parlamento di legiferare in futuro.
Di fronte a questa scelta impossibile, vi invito, onorevoli colleghi, a riflettere sul futuro del nostro lavoro durante la prossima legislatura, che si concentrerà, fra le altre cose, sul servizio universale ma anche sul contenuto e sulla proprietà intellettuale. Vi invito, pertanto, ad appoggiare la nuova proposta nel tentativo di garantire che pari diritti ai lavoratori dipendenti, agli artisti e agli utenti di Internet.
Pilar del Castillo Vera, relatore. − (ES) Signora Presidente, come gli oratori che mi hanno preceduto, desidero a mia volta ringraziare innanzi tutto i relatori, gli onorevoli Trautmann e Harbour, per avermi concesso la straordinaria opportunità di lavorare a questa riforma della normativa europea sul mercato delle telecomunicazioni. Alla luce della mia limitata esperienza in questo Parlamento, tale lavoro è stato un modello di cooperazione fra membri di diversi gruppi. Grazie di cuore.
Desidero poi ringraziare, naturalmente, tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato: i relatori ombra e, in particolare, la segreteria della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, che ha svolto, a mio parere, un ruolo fondamentale nel nostro lavoro. Desidero inoltre ringraziare il commissario e la Commissione per avere agevolato i difficili negoziati tripartiti.
Permettetemi di ricordare gli sforzi compiuti dalla presidenza ceca, dalle primissime e incerte fasi fino al risultato odierno, con la presidenza che ha dimostrato una vera leadership in seno al Consiglio. Voglio ringraziare in particolar modo la presidenza ceca per i suoi sforzi.
Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, questa è la riforma di una normativa che riguarda un settore chiave per il futuro dell’Europa, per il benessere dei cittadini, per il superamento della grave crisi che le nostre economie stanno affrontando, in Europa e altrove, anche se per il momento il nostro riferimento è l’Unione europea.
Se c’è un’industria che può davvero fungere da catalizzatore e motore per uscire dalla crisi, è quella delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, in altre parole il settore delle comunicazioni elettroniche e delle telecomunicazioni. Ecco perché è tanto importante avere raggiunto questo accordo che ci consentirà di compiere passi avanti con un approccio che ritengo essere essenziale: mentalità aperta, sguardo rivolto al futuro, rifiuto del protezionismo e, al suo posto, incentivazione della concorrenza e della competitività. Il ruolo di questo settore è di vitale importanza in questo senso.
Per quanto riguarda il pacchetto – sono già stati menzionati diversi aspetti delle relazioni presentate – vorrei solo ricordare, come relatrice, la creazione di un nuovo organismo di regolatori europei per il settore delle comunicazioni elettroniche. Tale organismo è uno strumento prezioso che garantisce che le norme che adotteremo domani con il nuovo regolamento siano applicate in modo uniforme in tutta l’Unione; uno strumento che, in pratica, assicura l’armonizzazione, permettendo la creazione e lo sviluppo di un vero mercato interno con una concorrenza interna: questo è il modo migliore di garantire che siano i consumatori a beneficiarne, il modo migliore per garantire che i consumatori europei abbiano la possibilità di disporre dei servizi migliori ai prezzi migliori.
E’ la concorrenza – e nient’altro – che può assicurarci questo risultato finale e questi vantaggi a beneficio dei consumatori e delle nostre economie. Dobbiamo quindi dire “no” a ogni forma di protezionismo e “sì” all’apertura e alla concorrenza; il settore che meglio di altri può garantirci questi risultati è proprio quello delle comunicazioni elettroniche e del mercato delle telecomunicazioni. Abbiamo dunque motivo di rallegrarci.
Francisca Pleguezuelos Aguilar, relatore. − (ES) Signora Presidente, come altri oratori, mi rivolgo agli onorevoli colleghi e al commissario per ringraziarli del lavoro svolto. Credo che possiamo congratularci con noi stessi.
Per il sostegno costante che ho ricevuto come relatrice per la direttiva GSM, desidero inoltre ringraziare in modo particolare i relatori ombra, che hanno lavorato con me, e il commissario Reding per la flessibilità dimostrata in questo processo che ha voluto ridare al Parlamento il ruolo che rivendicavamo: partecipare alla pianificazione strategica dell’uso dello spettro radio. Naturalmente i miei ringraziamenti vanno anche alla presidenza ceca, che ha dimostrato con evidente determinazione di voler risolvere il problema di questa direttiva e dell’intero pacchetto prima della fine del mandato dell’Assemblea.
Quale relatrice per la direttiva GSM, ritengo sia stata individuata la giusta soluzione, che prevede che la pianificazione strategica relativa allo spettro avvenga a livello comunitario tramite i futuri programmi pluriennali sulla politica dello spettro radio e sia collegata alla direttiva quadro. La decisione è quella giusta perché ci consente di riconoscere che lo spettro è un bene pubblico raro che, in quanto tale, deve essere oggetto di un controllo legislativo e di una pianificazione strategica per lo sviluppo di nuove reti – quelle wireless e a fibre ottiche – che rappresentano, come abbiamo unanimemente ricordato, il futuro, un futuro nel quale dobbiamo offrire protezione giuridica agli operatori, permettendo loro di investire e di recuperare quella leadership che l’Unione europea aveva in passato.
Vorrei sottolineare che è altresì importante aver stabilito all’interno del quadro generale il principio della neutralità tecnologica per la rete giacché, in considerazione del fatto che eravamo in presenza di un’eccezione a tale principio, stiamo doppiamente legittimando le azioni del Parlamento in un contesto di simili proporzioni.
Alla luce di questa situazione, credo che questa direttiva sia un buon esempio che consente di attribuire alla gestione dello spettro una maggiore flessibilità, così come invocato dalla riforma del pacchetto telecomunicazioni.
Non dovremmo dimenticare – e vorrei sottolinearlo così come hanno fatto altri onorevoli colleghi – che nell’Unione europea i servizi relativi allo spettro radio producono un fatturato di circa 300 miliardi di euro, pari all’1,2 per cento del PIL comunitario.
Pertanto, l’ottimizzazione della gestione di questa rara risorsa pubblica porterà indubbiamente importanti benefici, soprattutto in questo periodo di crisi economica, e ci aiuterà certamente a superare questo momento. Si tratta di un’opportunità di investimento per gli operatori economici che potranno sviluppare nuovi servizi in grado di stimolare la domanda e di migliorare i servizi pubblici per i nostri cittadini.
In ultima analisi, una politica efficace dello spettro radio nell’Unione europea ci permette di cogliere da questa risorsa il massimo beneficio sotto il profilo sociale ed economico, un obiettivo che va raggiunto nel modo più efficiente possibile rispetto ai costi. Allo stesso tempo, tale politica rappresenta la migliore opportunità economica per i provider dei servizi.
E’ indubbio che è nell’interesse di tutti mettere a disposizione dei consumatori nuovi e migliori servizi, dopotutto questo – insieme alla migliore prestazione di servizi pubblici per i cittadini – è lo scopo del nostro legiferare. In altre parole, vogliamo poter collaborare per raggiungere una maggiore inclusione sociale e territoriale dei cittadini europei.
Onorevoli colleghi, possiamo congratularci con noi stessi per aver portato a termine questo lavoro che riveste un’importanza straordinaria per l’industria delle telecomunicazioni, un settore che, nel 2008, ha continuato a crescere a un tasso dell’1,3 per cento in termini reali, mentre, sempre in termini reali, il PIL è aumentato solo dell’1 per cento. Vi esorto a mostrare domani il vostro sostegno per il nostro lavoro così da poter finalmente dare il via all’attuazione di questo quadro legislativo.
Viviane Reding, membro della Commissione. − (EN) Signora Presidente, questo pacchetto è il risultato di un vero modello di collaborazione fra le diverse parti qui rappresentate: i relatori ombra, i relatori, la presidenza ceca e tutti i nostri collaboratori. Le mie congratulazioni sono rivolte a tutti per l’eccellente lavoro svolto.
Questo straordinario lavoro è il prodotto di un accordo che oggi vi viene sottoposto dopo la presentazione del pacchetto da parte della Commissione nel 2007. Fra i risultati conseguiti contiamo i nuovi diritti dei consumatori – ad esempio il diritto di cambiare operatore di telefonia in una giornata lavorativa – la creazione di una nuova autorità europea per le telecomunicazioni, una maggiore interdipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione delle telecomunicazioni, le misure tese a garantire la connessione dei cittadini europei alla banda larga, l’apertura dello spettro radio a nuovi servizi wireless, il nuovo strumento di separazione funzionale per rafforzare la concorrenza e ampliare la scelta dei consumatori, una chiara norma a favore della concorrenza per gli investimenti nelle reti a banda larga ed elevata velocità, migliori diritti e nuove garanzie per i consumatori, meccanismi per affrontare il problema delle violazioni dei dati e così via. Sono misure nuove di grande importanza per un settore con un fatturato di oltre 300 miliardi di euro e che vede il primato dell’Europa nel mondo in materia di telefonia cellulare e Internet ad alta velocità.
Permettetemi di sottolineare che, se il Parlamento approverà il pacchetto, le misure in esso contenute dovranno essere recepite negli ordinamenti nazionali entro il 2010, mentre la nuova autorità per le telecomunicazioni nascerà entro l’estate. Il voto del Parlamento europeo è un’ottima notizia per i consumatori di tutta Europa. Nel caso del roaming abbiamo trovato rimedio a un sintomo derivante dalla mancanza di un mercato unico europeo per le telecomunicazioni. La riforma proposta va ora al cuore del problema; apre la strada a un vero mercato unico per gli operatori delle telecomunicazioni e per i consumatori.
Il testo di questa normativa rappresenterà un quadro giuridico stabile a sostegno degli investimenti e dell’innovazione e garantirà quella coerenza normativa di cui l’industria ha bisogno per pianificare le strategie economiche del futuro. Questo è particolarmente importante in un periodo di turbolenza economica giacché ora, in Europa, occorre massimizzare il contributo di questo settore alla produttività e alla crescita dell’economia in generale. Devo riconoscere molto chiaramente che il Parlamento non si è scrollato di dosso le proprie responsabilità di fronte a questa sfida.
L’economia è molto importante anche per i consumatori e mi limiterò quindi a ricordare che è stata trovata una soluzione a diversi problemi: accesso ai servizi d’emergenza, meno barriere al cambio di operatore in una sola giornata, la riservatezza dei dati personali.
Mi rallegro del rafforzamento delle regole che riguardano l’uso dei cookies e di dispositivi simili che il Parlamento ha voluto. Gli utenti di Internet non solo saranno meglio informati rispetto a come vengono utilizzati i loro dati personali, ma sarà anche più facile per loro esercitare un reale controllo su tali informazioni. Sono lieta dell’appoggio dato alla notifica obbligatoria delle violazioni dei dati personali. E’ la prima volta che un obbligo di questo tipo viene introdotto a livello europeo.
Appoggio altresì – e questo è un punto che il Parlamento ha sempre sostenuto – il fatto che le persone disabili vedranno un rafforzamento della loro posizione. Soprattutto mi rallegro del fatto che ora ai consumatori sono riconosciute maggiori garanzie rispetto alla tutela della vita privata, alla libertà di espressione e all’accesso all’informazione. Sia che si proceda tramite l’adozione di misure di armonizzazione sia tramite una maggiore supervisione delle soluzioni individuate dai regolatori nazionali, tutto ciò garantirà una maggiore coerenza nel mercato interno e sarà d’ausilio alla nuova autorità che svolgerà un ruolo chiave in questo processo, raggruppando al suo interno le competenze e l’esperienza di 27 regolatori nazionali e smantellando gli ostacoli che ancora si frappongono a un’Europa davvero senza confini.
Sono particolarmente lieta che il Parlamento abbia contribuito in modo significativo al potenziamento del ruolo dei programmi pluriennali per la politica dello spettro radio che saranno avanzati dalla Commissione. Per la prima volta, inoltre, il Parlamento potrà far sentire la propria voce a questo proposito. A questo scopo, prima dell’entrata di vigore della direttiva “legiferare meglio”, modificheremo le decisioni della Commissione sul gruppo per la politica dello spettro radio per permettere a questo gruppo politico di render conto direttamente al Consiglio e al Parlamento.
Prendo atto con piacere del fatto che il Parlamento appoggi i principi di neutralità della tecnologia e del servizio e abbia accettato la possibilità di armonizzare le bande di frequenza laddove è possibile procedere a uno scambio dei diritti di utilizzo. Questi passi saranno fondamentali per gli investimenti nelle reti di prossima generazione e per il ritorno sugli investimenti dopo aver debitamente considerato tutti i rischi del caso. Saranno fondamentali anche per guidare la Commissione quando definirà elementi di riferimento normativi più dettagliati riguardo all’accesso di prossima generazione.
Devo rendere due dichiarazioni in risposta ai punti sollevati dagli onorevoli membri del Parlamento. Innanzi tutto devo chiarire che la Commissione promuoverà un ampio dibattito sulla portata del servizio universale e avanzerà tempestivamente delle proposte se necessario. In secondo luogo voglio precisare che la Commissione si metterà al lavoro senza indugio per avviare ampie consultazioni e presentare proposte sull’estensione ad altri settori dei requisiti di notifica delle violazioni dei dati personali.
L’altro documento sul tappeto è la direttiva GSM. In questo caso la Commissione è in grado di appoggiare senza riserve i cambiamenti che vogliono chiarire quali sono le bande di frequenza da riprendere nella direttiva di modifica. Desidero solo sottolineare che questa direttiva, da sola, porta a un risparmio di 1,6 miliardi di euro per il settore della telefonia mobile. Ciò dimostra molto chiaramente che il Parlamento è riuscito a presentare un pacchetto equilibrato di decisioni a favore dell’economia, dell’industria, dei consumatori. In definitiva un ottimo pacchetto nell’interesse dell’Europa.
Dichiarazione della Commissione
- sul servizio universale (considerando 3a):
La Commissione prende atto del testo del considerando (3a) convenuto dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
In questo contesto la Commissione desidera riaffermare che, come dichiarato nella sua comunicazione COM (2008) 572 del 25 settembre 2008 sul campo di applicazione del servizio universale nelle reti e servizi di comunicazione elettronica, nel corso del 2009 promuoverà un ampio dibattito a livello comunitario al fine di esaminare una vasta gamma di approcci alternativi e consentire a tutte le parti interessate di esprimere il proprio parere.
La Commissione sintetizzerà la discussione in una comunicazione indirizzata al Parlamento europeo e al Consiglio e, per quanto riguarda la direttiva sul servizio universale, presenterà entro il 1° maggio 2010 le proposte che riterrà necessarie.
- sulla comunicazione delle violazioni dei dati (articoli 2, lettera h) e 4, paragrafo 3 - direttiva sulla vita privata e le comunicazioni elettroniche)
La riforma del quadro normativo per le comunicazioni elettroniche introduce un nuovo concetto nella protezione dei dati comunitari e nelle norme in materia di vita privata: una comunicazione obbligatoria delle violazioni dei dati personali ad opera dei fornitori di servizi e reti di comunicazione. Si tratta di un passo importante verso il potenziamento della sicurezza e la tutela della vita privata, benché in questo caso sia limitato al settore delle comunicazioni elettroniche.
La Commissione prende atto della volontà del Parlamento europeo che l’obbligo di comunicare le violazioni dei dati personali non sia limitato al settore delle comunicazioni elettroniche, bensì si applichi anche a entità quali i fornitori di servizi della società dell’informazione. Tale approccio sarebbe pienamente in linea con l’obiettivo generale di politica pubblica di potenziare la tutela dei dati personali dei cittadini comunitari e la loro possibilità di agire in caso di compromissione di tali dati.
In questo contesto, la Commissione desidera ribadire la propria convinzione, già espressa nel corso dei negoziati sulla riforma del quadro normativo, che l’obbligo dei fornitori di servizi di comunicazioni elettroniche pubblicamente disponibili di comunicare violazioni dei dati personali rende opportuno l’ampliamento del dibattito ai requisiti generalmente applicabili in materia di comunicazione di violazioni.
Pertanto, la Commissione avvierà senza indugio il lavoro preparatorio adeguato, ivi compresa la consultazione con le parti interessate entro il 2011, allo scopo di presentare proposte in quest’area, se del caso. Inoltre, la Commissione si consulterà con il gruppo di lavoro “articolo 29” e con il Garante europeo per la protezione dei dati sul potenziale di applicazione in altri settori dei principi contenuti nelle norme in materia di comunicazioni delle violazioni di dati della direttiva 2002/58/CE, indipendentemente dal settore o tipologia di dati interessati.
Angelika Niebler, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli deputati, anch’io vorrei esordire ringraziando tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il raggiungimento di un compromesso complessivamente soddisfacente sul pacchetto delle telecomunicazioni. I miei ringraziamenti sono innanzi tutto rivolti all’Assemblea: in primo luogo ai relatori, i miei colleghi, gli onorevoli Harbour, del Castillo Vera e Trautmann, e naturalmente anche all’onorevole Pleguezuelos Aguilar. Grazie anche a lei, signora Commissario, per l’eccellente collaborazione con la Commissione. Lei stessa ha partecipato spesso di persona ai negoziati del dialogo a tre. E’ un buon segnale. Lei e la presidenza ceca avete contribuito in modo realmente costruttivo ad aiutarci a pervenire a questo compromesso.
Il compromesso è soddisfacente e spero vivamente che nella votazione di domani riscuota un’ampia approvazione. Come è già stato ricordato, il settore delle telecomunicazioni nel suo complesso è uno dei più efficienti della nostra economia europea, e proprio nel pieno della crisi finanziaria ed economica è particolarmente importante creare le condizioni generali per consentire a questo motore occupazionale in Europa di riaccendersi e partire di nuovo. L’industria delle telecomunicazioni impiega molti lavoratori e, con il quadro normativo che stiamo adottando, abbiamo creato le condizioni per consentire a questo settore di continuare a svilupparsi positivamente.
Perché è così importante il pacchetto sulle telecomunicazioni? Vorrei soffermarmi su quello che a mio avviso è l’aspetto più importante. A noi occorre un accesso rapido a Internet in tutta Europa e non solo nelle città, ma anche nelle regioni rurali. E con noi intendo dire i giovani, che comunicano con tutto il mondo. Con noi intendo dire le nostre aziende che operano a livello globale e godono di una presenza internazionale, e naturalmente le nostre autorità e amministrazioni. Che obiettivo raggiunge il pacchetto delle telecomunicazioni in tal senso? Crea il quadro giuridico necessario per consentire alle imprese di investire nell’espansione mondiale delle reti a banda larga. Con questo pacchetto e la tutela degli investimenti in esso contenuta abbiamo creato incentivi significativi, ma al contempo, mediante i requisiti della regolamentazione, ci siamo accertati che non fossero i nuovi mercati a essere penalizzati. I rischi insiti nella costruzione delle nuove reti sono stati distribuiti in maniera equa e soddisfacente.
Che cos’altro disciplinerà il pacchetto sulle telecomunicazioni? In primo luogo, l’uso efficace delle bande di frequenza – altrettanto importante per lo sviluppo nazionale della messa a disposizione della banda larga. Nel pacchetto difendiamo una politica delle frequenze più flessibile in Europa. Le bande di frequenza che verranno liberate grazie al passaggio alla televisione digitale – il cosiddetto dividendo digitale – dovrebbero essere disponibili anche per i servizi mobili a banda larga, che possono colmare molte lacune nelle aree rurali. Tuttavia, al contempo abbiamo anche riconosciuto il ruolo speciale svolto dalle trasmissioni radiotelevisive nel garantire la libertà di formarsi un’opinione nella nostra società democratica. Pertanto, si tratta tutto sommato di un buon compromesso, che spero possa suscitare un ampio sostegno domani.
Erika Mann, a nome del gruppo PSE. – (EN) Signora Presidente, è interessante seguire la discussione – i colleghi hanno già illustrato i temi principali e la signora commissario ha rilasciato la sua dichiarazione – ma l’assenza del Consiglio ce la dice lunga sul modo in cui a volte ci troviamo a operare in seno all’Unione. E’ totalmente inaccettabile. Stiamo attraversando una delle crisi più gravi dell’Unione europea e del mondo e stiamo discutendo di una problematica estremamente rilevante e importante per l’occupazione – una delle aree in cui godiamo di un ampio grado di stabilità – e constatare che oggi il Consiglio non è qui a riflettere e a discutere con noi è molto significativo, a mio avviso. Spero che la nuova presidenza del Consiglio si faccia vedere più spesso qui da noi, perché non possiamo continuare a lavorare in questo modo.
Vorrei sollevare due punti. Voglio ringraziare il relatore ombra, l’onorevole del Castillo Vera, per l’eccellente lavoro svolto. E’ stato molto difficile, e all’inizio non era chiaro se ci saremmo riusciti e se avremmo ottenuto una maggiore europeizzazione del settore. A quanto pare, abbiamo individuato una soluzione accettabile e che consentirà ai regolatori nazionali di collaborare e di apprendere l’uno dall’altro. Sarà una svolta positiva, soprattutto per i nuovi paesi membri.
Vorrei ora soffermarmi su due punti che sono lieta siano stati sollevati dalla signora commissario: gli investimenti nelle nuove infrastrutture, che avranno un nuovo quadro di riferimento e che operano in base a norme sulla concorrenza che, per quanto diverse, consentiranno un afflusso degli investimenti in quest’area; e le linee guida che verranno presto pubblicate per gli NGA. Auspico che tali orientamenti seguano la filosofia stabilita in quest’Assemblea, dalla quale mi auguro che la signora commissario non si discosti.
Per quel che concerne la parte sul servizio universale, auspico che la signora commissario possa trovare un modo per garantire che gli operatori delle telecomunicazioni, che potranno ora beneficiare delle muove opportunità di investimento, effettuino gli investimenti per consentire a tutti i cittadini di avere accesso alla banda larga in futuro. Spero che questa tematica sia inclusa nella direttiva sul servizio universale che attendiamo per la seconda metà dell’anno.
L’ultimo punto che vorrei sollevare è un’esortazione rivolta a quest’Assemblea, ai miei onorevoli colleghi e alla Commissione – e anche al Consiglio, si spera – a esaminare quelle aree per le quali abbiamo raggiunto dei compromessi che però non ci soddisfano completamente. Mi riferisco alle questioni relative a Internet, ad esempio al modo in cui gli Stati possono intervenire se ritengono che i cittadini stiano accedendo illegalmente a un contenuto Internet, un’operazione che noi in tedesco chiamiamo Internet sparen, e la gestione delle reti. Mi auguro che riusciremo a trovare il modo di approfondire tali questioni nella seconda metà dell’anno e a individuare il quadro giusto per costruire un consenso più ampio tra noi e i cittadini, che contano moltissimo sul nostro aiuto.
Cristian Silviu Buşoi, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signora Presidente, in qualità di relatore ombra per il gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, ci terrei a ringraziare l’onorevole Harbour e i miei altri colleghi per la collaborazione eccellente. Il fascicolo in oggetto riveste un’importanza fondamentale per tutti gli utenti delle comunicazioni elettroniche nell’Unione europea, e il compromesso a cui siamo pervenuti con il Consiglio – e non sono state tutte discussioni semplici – è stato equilibrato.
Sono stati conseguiti alcuni risultati importanti in seguito ai negoziati con il Consiglio. Uno dei miglioramenti più degni di nota rispetto alla prima lettura si riferisce all’accesso al numero verde europeo per le emergenze 112 e all’obbligo degli operatori di fornire informazioni sulla localizzazione del chiamante senza deroghe per motivi di fattibilità tecnica, per lo meno per gli operatori di telefonia fissa e mobile. Si tratta di un risultato importante, in quanto consentirà ai servizi di emergenza di reagire più tempestivamente e aumenterà la protezione della vita di tutti i cittadini ovunque si trovino nell’Unione europea.
Le disposizioni sulle politiche di gestione del traffico hanno rappresentato un punto controverso della relazione, ma sono fermamente convinto che il compromesso tuteli i diritti degli utenti di accedere a servizi di contenuti e di utilizzo a loro scelta. Nessuno in quest’Assemblea si è mai posto l’obiettivo di limitare la libertà su Internet. Il nostro fine è stato far sì che le procedure sulla gestione del traffico, se necessarie, garantiscano l’esperienza online migliore possibile per gli utenti finali, e a patto che tali norme non limitino la concorrenza tra fornitori di servizi. Ritengo che il compromesso sia pienamente in linea con tale obiettivo, per questo lo appoggio in ogni sua parte.
Credo inoltre che tutte le misure in materia di accesso e utilizzo dei servizi debbano rispettare i diritti e le libertà fondamentali di tutti i cittadini, un aspetto che è stato salvaguardato anche nella relazione. Alcuni di noi potrebbero non essere soddisfatti di questo compromesso, ma mi preme sottolineare che, malgrado le lacune, è il testo migliore che siamo riusciti a ottenere dal Consiglio, e vi invito pertanto vivamente a esprimervi a favore nella votazione di domani.
Rebecca Harms, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signora Presidente, c’è un aspetto per il quale il relatore si merita a mio avviso una lode particolare. Ritengo che sia particolarmente positivo che, su certi punti, il commissario Reding abbia preso le distanze dalla sua proposta. L’approccio alle bande di frequenza – in base al quadro giuridico che sta per essere stabilito – è molto più equilibrato di quanto originariamente contemplato dalla proposta della Commissione.
A mio parere – in base agli accordi raggiunti – con le bande di frequenza verranno presi maggiormente in considerazione gli interessi pubblici per le trasmissioni radiotelevisive. Alla luce del dibattito attuale sui mercati finanziari, ritengo che la nostra discussione sia effettivamente riuscita a prevenire ulteriori problemi. La proposta nella sua versione attuale terrà conto in maniera molto più equilibrata del rapporto tra il mercato e quello che il mercato è in grado di creare, e i compiti dello Stato. Costituisce un passo avanti per la sicurezza della nostra democrazia e può inoltre offrire un contributo prezioso alla cultura.
Benché siano in programma altri dibattiti in sede di gruppo, ci tengo a ribadire che non sono per niente soddisfatta del compromesso concernente la restrizione dei diritti degli utenti di Internet nei casi in cui si presume sia stata commessa una violazione.
So bene che l’emendamento n. 138 originario non presentava una formulazione ottimale dal punto di vista giuridico. Constato tuttavia che il compromesso che è stato ora raggiunto non garantisce che, prima si proceda a una restrizione dei diritti fondamentali di un cittadino dell’Unione europea, sia previsto il coinvolgimento di un giudice nella decisione di limitare tali diritti. Signora Commissario, mi piacerebbe conoscere la sua interpretazione del compromesso e, in particolare, che significato assume secondo lei per il modello francese Hadopi.
A mio parere si creeranno due situazioni distinte in termini di diritti fondamentali. In alcuni Stati membri forse le cose miglioreranno rispetto ad altri paesi. Credo inoltre che la formulazione del compromesso sia molto, molto scadente. Come Parlamento dovremmo riuscire a fare di meglio. Per quel che concerne i diritti degli artisti, signora Presidente, mi associo all’opinione dell’onorevole Mann secondo cui i diritti degli autori vanno disciplinati in un regolamento diverso e non nel quadro di una regolamentazione del mercato.
Eva-Britt Svensson, a nome del gruppo GUE/NGL. – (SV) Grazie, signora Presidente. Oggi assistiamo alla crescita di una nuova società. Sta avvenendo un rinnovamento tecnologico in seno a società in cui la comunicazione di vecchio stampo, che era unidirezionale e nella quale una persona parlava e gli altri stavano ad ascoltare, è stata sostituita da una comunicazione più pluridirezionale, una sorta di comunicazione partecipativa, e molti di noi hanno abbracciato questa nuova cultura della libertà. Le parole d’ordine sono interazione, libertà di espressione, creatività e zelo creativo. Si tratta di uno scambio di informazioni che spesso è indipendente da interessi commerciali, ma purtroppo le vecchie strutture del potere si sentono minacciate e pertanto vogliono interferire, disciplinare e controllare quanto avviene su Internet.
Con il pretesto di combattere la criminalità organizzata e il terrorismo, cercano di limitare i nostri diritti civili, ma non dobbiamo permettere che ciò accada. Con i miei colleghi del gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica ho pertanto elaborato una serie di emendamenti a favore dei diritti civili, tesi a tutelare i diritti dei cittadini su Internet. Desidero ripresentare il mio emendamento n. 166, adottato nella lettura precedente. Scopo dell’emendamento è assicurare che gli utenti finali delle comunicazioni elettroniche, vale a dire noi cittadini, abbiano la possibilità di accedere a servizi e applicazioni senza restrizioni ingiustificate. Occorre trovare un equilibrio tra i diritti alla libera espressione dei cittadini e la loro vita privata da un lato, e la protezione dei dati personali e delle libertà e diritti altrui dall’altro, compreso il diritto alla protezione della proprietà intellettuale e alla tutela della sicurezza pubblica.
In determinati paesi i governi vogliono introdurre leggi nuove e più severe che consentano ai fornitori di Internet di bloccare l’accesso degli utenti alla rete. A nostro parere l’accesso a Internet dei cittadini non dovrebbe poter essere bloccato senza che ciò sia preceduto da un’udienza in tribunale. Come cittadina, devo inoltre avere la libertà di navigare su diversi siti Internet e avere la certezza che le imprese private non possano ottenere tali informazioni. Chi di noi è appassionato di Internet e delle opportunità che offre sostiene che i diritti degli utenti dovrebbero essere definiti in base a ciò per cui utilizzano il loro abbonamento. Non vogliamo essere ridotti a consumatori, i cui diritti vengono definiti solamente da quanto sancito nel contratto di abbonamento. Purtroppo, sia la posizione comune del Consiglio sia il compromesso aprono le porte a tale eventualità, ma noi vogliamo essere dei cittadini su Internet, e non solamente dei clienti o dei consumatori. Internet è un luogo d’incontro, un forum per informazioni gratuite, una sorta di terreno comune. Dobbiamo forse regolamentare questo forum e adattarlo agli interessi dei rappresentanti commerciali? No, non penso proprio. La domanda da porsi è: in che tipo di società vogliamo vivere? Vogliamo vivere in una società sotto sorveglianza oppure vogliamo una società in cui i cittadini possono avere la certezza del rispetto dello stato di diritto? Una società in cui i cittadini sanno che la loro vita privata viene rispettata e una società in cui la libertà di espressione vale più del controllo della vita delle persone. E’ questo il tipo di società in cui voglio vivere e che voglio lottare per ottenere. Vi invito pertanto ad appoggiare gli emendamenti per i diritti dei cittadini presentati da me e dal gruppo GUE/NGL.
Kathy Sinnott, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signora Presidente, Internet ha cambiato il mondo che conosciamo. Le informazioni che sarebbe stato difficile o impossibile reperire sono ora a pochi secondi di distanza, ma la caratteristica saliente di Internet non è tanto la velocità o la tecnologia; è la libertà: la libertà di esprimere opinioni, la libertà di scambiare idee e la libertà di condividere informazioni.
Alcuni auspicano un futuro di restrizioni, in cui viene limitata la libera circolazione dei dati e le grandi aziende sono autorizzate a soffocare l’innovazione, e in cui i fornitori della rete diventano una sorta di guardiani. Questo approccio non ci è nuovo, l’abbiamo visto in Cina.
Mi auguro che sceglieremo di mantenere la libertà che ha riscosso un tale successo e ha cambiato per il meglio il nostro mondo. In un periodo in cui le economie hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile, dobbiamo scegliere l’apertura per il progresso e non il protezionismo a breve termine per il profitto. A nome dei miei elettori voterò per la nostra libertà di informazione e per una connessione futura gratuita a Internet per tutti gli usi permessi dalla legge. Così facendo, voterò per la democrazia e per un’economia che concede a tutti un’opportunità.
Bruno Gollnisch (NI). – (FR) Signora Presidente, benché sia stata presentata con la motivazione legittima di tutelare la creazione artistica, la cosiddetta legge Hadopi, in corso di elaborazione a Parigi, è di fatto una legge liberticida.
Infatti, il testo in questione non promuove la creazione. Non fa che approntare un controllo diffuso delle attività degli utenti della rete. Non contiene proposte specifiche per migliorare la fornitura legale di beni culturali. Denota un ritardo patetico sulle possibilità tecniche di celare o sottrarre indirizzi IP. Rappresenta una regressione in termini di diritti alla riproduzione privata, per i quali ognuno paga in ogni caso un’imposta sui media digitali. Conferisce ad un’autorità prettamente amministrativa l’inaudito potere di perseguire e di sanzionare. Ripristina la doppia pena per gli utenti di Internet privati dell’accesso alla rete ma obbligati a continuare a pagare l’abbonamento. Infine, si fa le beffe della presunzione di innocenza e del diritto all’autodifesa.
Bloccando questa legge, degna della Cina comunista o di altri regimi totalitari, una legge che il presidente Sarkozy vuol far passare con la forza, questo Parlamento riaffermerebbe il diritto di ognuno di noi alla propria vita privata, all’accesso alle informazioni, alla libertà di espressione e a procedimenti giudiziari adeguati. E’ assolutamente necessario.
Bernadette Vergnaud (PSE). – (FR) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli parlamentari, vorrei innanzi tutto ringraziare e congratularmi con i relatori e i relatori ombra. Abbiamo profuso tutti un grande impegno negli ultimi mesi per arrivare a un pacchetto che secondo me è coerente e qualitativamente eccellente.
Certo, i negoziati non sono stati facili né in sede di Parlamento né col Consiglio e con la Commissione, ma le opinioni sono cambiate molto dalla prima votazione in commissione parlamentare, in cui le questioni inerenti al contenuto avevano preso il totale sopravvento sui restanti elementi del pacchetto.
Di conseguenza, nella relazione Harbour i numerosi vantaggi ottenuti per i consumatori non venivano nemmeno menzionati. Spero che stavolta le cose andranno diversamente, non solo perché i compromessi raggiunti sulle libertà fondamentali e il rispetto della vita privata sono discreti, ma anche perché questo fascicolo rappresenta un potenziale enorme sia per i consumatori sia per il settore delle telecomunicazioni e per i suoi dipendenti. I compromessi raggiunti sulla direttiva quadro e la direttiva sul servizio universale contengono un chiaro riferimento all’obbligo degli Stati membri di rispettare i principi del diritto a un processo equo, il che non può che rassicurare gli oppositori del progetto francese in cui le sanzioni vengono comminate da un ente amministrativo. Questi testi sono tutto tranne che un cavallo di Troia della risposta graduata, anzi, si oppongono al principio stesso.
Un’altra preoccupazione riguarda la neutralità di Internet e la questione della limitazione degli accessi. Il testo definitivo non lascia dubbi in tal senso. Le politiche di gestione della rete sono giustificate solamente allo scopo di mantenere un livello minimo di qualità del servizio e non dovrebbero determinare alcuna discriminazione tra servizi e applicazioni, in quanto tutto deve essere soggetto al controllo dagli enti regolatori nazionali.
Mi preme inoltre sottolineare quello che abbiamo ottenuto per i consumatori nel contesto della direttiva sul servizio universale. D’ora in poi un operatore sarà impossibilitato ad addurre questioni di fattibilità tecnica come giustificazioni per non fornire un accesso affidabile ai servizi di emergenza e la localizzazione di chiunque utilizzi il numero di emergenza 112. Finalmente verrà risolto questo nodo fondamentale per la sicurezza dei cittadini europei; è tecnicamente possibile da anni, ma le autorità e gli operatori preferivano sacrificare la sicurezza sull’altare del risparmio sugli investimenti.
Lo stesso vale per il miglioramento della trasparenza e della qualità delle informazioni che devono essere fornite su base obbligatoria e regolare nei contratti. I consumatori potranno beneficiare di regimi tariffari adatti al loro profilo e anche di messaggi di allerta in caso di superamento del loro pacchetto tariffario normale, un provvedimento particolarmente utile per le tariffe speciali per l’estero o per i giovani, grandi utilizzatori degli SMS a tariffa maggiorata. La durata dei contratti sarà pertanto limitata a 24 mesi, con l’obbligo per gli operatori di offrire contratti di 12 mesi, e in caso di cambio di operatore, la modifica dovrà diventare effettiva entro un giorno. Abbiamo ottenuto un accesso massimo per i disabili nonché una revisione del campo di applicazione del servizio universale, per poterlo estendere ai servizi mobili entro il prossimo anno.
Onorevoli colleghi, spero che voteremo a favore di questa versione finale, che rappresenta il punto d’arrivo di mesi di negoziati, senza lasciarci turbare da inquietudini che, benché comprensibili, in vista dell’importanza fondamentale...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Alexander Alvaro (ALDE). – (DE) Signora Presidente, in qualità di relatore per la direttiva sulla protezione dei dati nel settore delle comunicazioni elettroniche, vorrei innanzi tutto ringraziare l’onorevole Harbour, che ha conferito un significato del tutto nuovo al concetto di cooperazione rafforzata. Non è stata la prima procedura del genere, ma in questa forma è stata probabilmente la più proficua. Desidero inoltre ringraziare il commissario Reding, che ha presenziato personalmente a tutti i dialoghi a tre e vi ha svolto un ruolo, cosa che al giorno d’oggi non si può certo dire di tutti i commissari.
A mio parere siamo riusciti a dimostrare che la miglior protezione del consumatore consiste in primo luogo nella tutela efficace dei suoi dati, e che in un’epoca in cui i cittadini navigano su Internet senza sapere esattamente cosa accade dietro i loro schermi, è particolarmente importante che vengano loro fornite informazioni chiare. Abbiamo fatto nostra la proposta della Commissione di rendere obbligatoria la comunicazione delle violazioni della sicurezza, e l’abbiamo migliorata. Tale procedura verrà attuata in diverse fasi ed è stata messa a punto in collaborazione con i regolatori nazionali, i fornitori di telecomunicazioni e i responsabili politici. Mi rallegro dell’annuncio della Commissione per cui entro la fine del 2011 verrà presentata una direttiva orizzontale sul tema, in quanto non ha senso occuparsi di tale tematica solamente nel settore delle comunicazioni elettroniche.
Abbiamo poi reso contemporaneamente obbligatorio l’ottenimento del consenso dell’utente per la memorizzazione di programmi o applicazioni, compresi i dati personali, che si trovano sul disco rigido. A tale proposito mi preme ricordare brevemente che abbiamo sviluppato le proposte originarie in stretta collaborazione con l’industria coinvolta. Per alcuni segmenti del settore ci siamo spinti troppo oltre, per altri ci siamo fermati troppo presto. Hanno causato disagi e confusione in sede di Consiglio e di Commissione, per poi tornare a pretendere quello che era stato proposto originariamente, in quanto le proposte di compromesso non erano di loro gradimento. La lezione da trarre dalla storia è che, come istituzioni, dobbiamo confidare nel fatto di riuscire a cooperare e non permettere a coloro che perseguono altri interessi di insinuarsi tra noi.
Per concludere, vorrei fare nuovamente riferimento alla relazione Trautmann. Alcuni del mio gruppo e altri non accetteranno questo tipo di norma “tre strike – eliminato!”. Occorre un controllo giudiziario prima di procedere al blocco dell’accesso alla rete.
David Hammerstein (Verts/ALE). - (ES) Signora Presidente, signora Commissario, grazie; è stato un piacere prendere parte a questo processo così coinvolgente. Ringrazio anche i relatori.
In questo preciso istante, il presidente Sarkozy sta sfidando le istituzioni europee sul futuro di Internet. Quale sarà la nostra reazione? Resteremo in silenzio, senza rispondere? Qual è la posizione dell’Unione europea e della Commissione riguardo la nuova legge Hadopi (Alta autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su Internet) sulla risposta graduata?
Dovremmo dare ascolto alla stragrande maggioranza degli europei, in particolare ai giovani che sono cresciuti nell’era digitale, e loro non vogliono che ci siano guardiani; non vogliono mettere il lucchetto allo scambio di conoscenza, cultura e informazioni su Internet.
La maggior parte dei cittadini vuole la libertà; vuole mantenere la propria vita privata, avere accesso alla cultura senza timori né ansie, mantenere la neutralità di Internet; non vuole filtri o discriminazioni nel traffico di dati.
Quello che la stragrande maggioranza dei cittadini non vuole è che gli operatori diventino una sorta di polizia digitale, spie, giudici e avvocati che mettono in secondo piano i procedimenti giudiziari normali di una democrazia. Questo deve essere chiaro.
Chiediamo pertanto alla relatrice, l’onorevole Trautmann, di cambiare la lista di voto in modo tale che, prima di votare sul compromesso, la posizione già adottata da più dell’80 per cento dell’Aula, si possa per lo meno votare a favore dei diritti su Internet e dell’intervento solo se preceduto da una decisione giudiziaria.
La neutralità di Internet è in pericolo non solo per questo motivo, ma anche per quello che si chiama “gestione del traffico”, e temo che alcuni aspetti della relazione Harbour sui servizi universali non proteggano chiaramente tale neutralità.
Le informazioni fornite ai consumatori nei soli contratti non sono sufficienti.
Mary Lou McDonald (GUE/NGL) . – (EN) Signora Presidente, il pacchetto sulle telecomunicazioni riveste un notevole interesse per molti cittadini del mio paese, l’Irlanda, e di tutta l’Unione europea, e a ragione. In qualità di europarlamentari, spero che potremo trasmettere un messaggio forte a nome di quei cittadini, ribadendo il nostro interesse per una rete libera in cui viga il pieno rispetto della vita privata degli utenti e dei loro diritti. Oggi dobbiamo appoggiare il gruppo di emendamenti per i cittadini che sono stati presentati, in quanto rappresentano il modo migliore di difendere quei diritti dei nostri cittadini.
Tali emendamenti, se verranno accolti, ripristineranno una sorta di equilibrio tra i diritti e le libertà degli utenti finali e i diritti e le libertà degli altri, tra cui il diritto alla protezione della proprietà intellettuale e il diritto al rispetto della vita privata. Scopo della proposta dovrebbe essere la tutela di chi necessita di essere protetto, ma anche il rafforzamento dei diritti dei cittadini ad accedere alle informazioni nei limiti della legge, quando e dove lo desiderino. I fornitori dei servizi dovrebbero essere indotti a comportarsi sempre in maniera trasparente e, se in casi molto eccezionali dovessero essere opportune restrizioni agli accessi, dovrebbero assumersi la piena responsabilità di motivare tali restrizioni. Le autorità nazionali dovrebbero prendere parte all’esame delle restrizioni imposte dai fornitori di servizi.
Auspico infine che questa settimana il Parlamento si schieri dalla parte dei cittadini appoggiando il pacchetto di emendamenti che li riguarda, esprimendosi pertanto a favore della libertà degli utenti di Internet e delle libertà civili dell’Unione.
Hanne Dahl (IND/DEM) . – (DA) Signora Presidente, signora Commissario, secondo me il compromesso non è sufficientemente valido nella parte riguardante i diritti dei cittadini. Temo che il ministro della Cultura francese sia ancora convinto che debba essere possibile sospendere amministrativamente la connessione a Internet dopo “tre strike”. Perciò, io e altri colleghi abbiamo ripresentato un emendamento già accolto in passato da questo Parlamento. Non è tuttavia possibile esprimersi su questo emendamento in base all’attuale ordine delle votazioni, in quanto prima dobbiamo votare sul compromesso. Chiedo pertanto agli onorevoli colleghi di cambiare la sequenza delle votazioni in modo da poter votare sugli emendamenti per i cittadini prima di votare sull’intero testo del compromesso.
Luca Romagnoli (NI). - Signora Presidente, onorevoli colleghi, Internet deve a mio giudizio mantenere il suo carattere aperto. L’industria delle comunicazioni, gestendo la trasmissione dei dati, controlla di fatto la discussione democratica, l’accesso alle conoscenze, in effetti controlla l’accesso al commercio e più in generale controlla la diffusione dell’informazione.
Secondo le disposizioni del pacchetto sulle telecomunicazioni, così come negoziate attualmente, gli operatori di rete avranno la possibilità di bloccare l’accesso a siti web, contenuti, applicazioni e quant’altro. Per questo motivo, in una mia recente interrogazione ho richiamato il pericolo che una costrizione alle libertà di stampa, di pensiero, di parola e di associazione, peraltro garantita dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, è dietro la porta quando un governo nazionale, come stava per accadere in Italia, o l’industria della comunicazione può assumersi la responsabilità di oscurare a sua discrezione una pagina web, a prescindere dal contenuto, illecito o meno. Quest’ultimo è soprattutto il fatto che stride: la possibilità di oscurare anche se non vi è alcun reato in essere, in fieri, o istigato.
È opportuno certo salvaguardare il ruolo nazionale nella gestione del radiospettro, perché si devono garantire e tenere in debito conto le peculiarità dei sistemi nazionali, ma il testo di compromesso che abbiamo approvato in aprile contiene alcuni elementi senz’altro positivi in materia di protezione dei consumatori e più in generale della privacy, della lotta contro lo spam – ecco, concludo – e quant’altro. Rimango però convinto che quanto recita l’emendamento 138 sia assolutamente condivisibile e va pertanto …
(Il Presidente al interrompe l’oratore)
Gunnar Hökmark (PPE-DE) . – (SV) Grazie, signora Presidente. L’industria delle telecomunicazioni è uno dei settori europei più dinamici. Necessita di investimenti, concorrenza e innovazioni continue per poter offrire ai cittadini le migliori opportunità, per quanto riguarda sia la vita economica sia le informazioni, la democrazia e la diversità. In questo pacchetto compaiono norme chiare in materia di concorrenza e un ruolo meglio definito per l’autorità europea, che ha il compito di garantire l’apertura del mercato ai concorrenti. Trattiamo questioni quali la programmazione delle frequenze e il dividendo digitale: il nuovo spazio creato per consentire la mobilitazione di più servizi e più operatori. Tutto ciò, signora Presidente, si tradurrà in una libertà maggiore e in opportunità più vantaggiose per i consumatori. Se prendo ad esempio il mio paese d’origine, la Svezia, ciò significa che la posizione dominante rispetto alla concorrenza goduta da Telia, il vecchio monopolio, nella fornitura di servizi alle famiglie è destinata a crollare, perché adesso vigerà l’aperta concorrenza che si spingerà fin dentro le case dei cittadini. Questo si chiama progresso: ci sarà più scelta, si creerà una concorrenza migliore, e verrà rafforzato il potere del singolo consumatore e, di conseguenza, anche la libertà personale in termini di Internet e di banda larga.
Signora Presidente, tema del dibattito odierno qui al Parlamento è stata l’intera questione della libertà su Internet. A volte mi sorprende constatare come coloro che sono contrari all’Unione europea e al trattato di Lisbona auspichino un’autorità maggiore rispetto agli Stati membri contro cui votano in tutti gli altri contesti. Ho sentito la collega seduta oggi qui alla mia sinistra, l’onorevole Svensson, chiedere un emendamento che consentisse all’UE di esercitare un’influenza diretta sull’approccio dei paesi membri al procedimento giudiziario. Ciò si discosta dai trattati attualmente in vigore e dal trattato di Lisbona di cui ci occupiamo, è una sorta di supernazionalismo che effettivamente nessuno ha mai preso in esame. Tuttavia, nell’introduzione alla legislazione abbiamo effettuato una distinzione chiara tra quello che devono fare le autorità giudiziarie e quello che è di competenza degli operatori di Internet. Ci siamo assicurati che nessuno possa violare la libertà dell’utente individuale di Internet in assenza di un procedimento giudiziario legittimo che rispetti i requisiti fondamentali. E con questo ci siamo conformati alle disposizioni dell’emendamento n. 138 e abbiamo eliminato le diverse minacce che sussistevano. A mio parere, dovremmo essere soddisfatti di questi progressi, in quanto garantiamo simultaneamente la piena apertura del mercato europeo delle telecomunicazioni a favore di una maggiore libertà, diversità e concorrenza, gettando le basi per farlo diventare dinamico e, in futuro, anche leader mondiale.
Reino Paasilinna (PSE) . – (FI) Signora Presidente, onorevoli colleghi, vorrei naturalmente ringraziare in particolare l’onorevole Trautmann, ma anche gli altri relatori. Un ringraziamento speciale va al commissario Reding, per i livelli eccellenti di cooperazione di cui da tempo dà prova. Ci sono molti commissari ma, come è già stato ricordato, lei è sicuramente la numero uno in termini di cooperazione con noi.
Vorremmo migliorare le condizioni dei gruppi per i quali le nuove tecnologie significano opportunità, ma che finiranno per non avere accesso alla società dell’informazione a meno che non vengano monitorati i loro diritti. Tra questi gruppi si annoverano gli anziani e i disabili. Occorrerebbe garantire anche i diritti dei clienti, per evitare che la concorrenza sleale impedisca loro di utilizzare nuovi servizi. Alla fine il Consiglio ha accolto quasi tutti i nostri suggerimenti sulla protezione dei consumatori, e si tratta di un risultato confortante.
La riforma della legislazione che disciplina la società dell’informazione e, più recentemente, la società civilizzata è in corso da oltre 10 anni. Oggi prenderemo una decisione sul concetto secondo cui l’utilizzo di Internet rappresenta un diritto civile. Deve essere protetto e diversificato. Avevamo già stabilito in precedenza che le informazioni costituiscano un diritto civile.
Il timore è che le comunicazioni elettroniche rivolte a un pubblico ampio continuino a essere di natura più superficiale, nient’altro che spazzatura insensata. L’obiettivo di una civiltà civilizzata è così impegnativo che non ci possiamo nemmeno lontanamente avvicinare con il tipo di contenuto che abbiamo a disposizione al momento. Stiamo utilizzando i nostri strumenti tecnici eccellenti per alimentare l’ignoranza dell’umanità nella società dell’informazione e il filisteismo nella società civilizzata. Un libro scadente rimane tale indipendentemente dalla qualità della stampa o dalla carta. Un reato resta tale anche su Internet, e analogamente la spazzatura rimane spazzatura anche in rete.
Ma allora le reti intelligenti si traducono in stupidità? Onorevoli colleghi, con questi contenuti non possiamo certo diventare la più importante economia o società del mondo basata sulla conoscenza. La nostra conoscenza è semplicemente insufficiente allo scopo. Vorrei chiedere al commissario che cosa dovremmo fare, ora che abbiamo a disposizione strumenti così efficaci, per elevare la qualità dei contenuti al livello di una società civilizzata.
Fiona Hall (ALDE) . – (EN) Signora Presidente, accolgo con favore l’accordo sul pacchetto delle telecomunicazioni, in quanto sulla sua scia è stato raggiunto il consenso su un’altra questione, meno discussa: l’abrogazione della direttiva sul GSM.
L’industria della telefonia mobile è comprensibilmente molto impaziente di avere accesso alla banda larga del radiospettro attualmente riservato al GSM, per mantenere la propria competitività globale. Tuttavia, agli europarlamentari premeva assicurare il mantenimento della responsabilità democratica per quanto riguarda l’impiego dello spettro.
Atti legislativi precedenti in materia di spettro, quali la decisione sui servizi satellitari mobili, hanno dimostrato che molte questioni che la Commissione ha classificato come tecniche hanno di fatto una dimensione politica. Questioni definite tecniche potrebbero di fatto inficiare i principi di coesione e l’accesso garantito a tutti. Sono pertanto lieta che, grazie al pacchetto sulle telecomunicazioni, gli eurodeputati potranno ora monitorare l’assegnazione dello spettro.
Ho intenzione di votare a favore del pacchetto sulle telecomunicazioni, anche se con una certa riluttanza, in quanto ritengo che ai livelli più alti si sia consumato un tradimento essenziale del principio di base della liberalizzazione delle telecomunicazioni che tale direttiva avrebbe dovuto onorare. Mi riferisco alla formulazione dell’articolo 8 sulla garanzia dell’accesso agli operatori esistenti e sul loro approccio al mercato. A mio parere, l’accordo su questa formulazione che è stato raggiunto nel corso di un colloquio privato tra il primo ministro Brown e il cancelliere Merkel ha conferito agli operatori esistenti, quali Deutsche Telekom, un vantaggio ragguardevole. Non sappiamo cos’abbia ottenuto in cambio il primo ministro Brown. Temo che gli accordi privati concordati dai leader a porte chiuse non siano il modo corretto di legiferare a livello comunitario. Deploro l’accaduto.
Godfrey Bloom (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, ho qualche osservazione da fare. Non mi fido della Commissione; non mi fido dei burocrati non eletti che operano dietro le quinte e partecipano a riunioni delle quali non mi viene fornito il processo verbale. Non mi fido di questo posto, che ha una patina di democrazia ma che in realtà è composto prevalentemente da impiegati del governo.
A me sembra che si tratti di un controllo editoriale politico sui contenuti di Internet – il nuovo mezzo di comunicazione. E’ quel tipo di situazione che suscita la nostra condanna quando si verifica in Cina. Non mi piace. Trovo che puzzi. Non so cosa avvenga dietro le quinte, come ha ricordato l’oratrice precedente, né so quali patti vengano stipulati di cui noi non siamo a conoscenza.
Abbiamo delle leggi sui diritti d’autore perfettamente adeguate. Abbiamo delle ottime leggi sulla tutela dei dati. Dovrebbe essere sufficiente. Non voglio altri controlli da parte di questa istituzione funesta e corrotta.
Paul Rübig (PPE-DE). – (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, non posso che consigliare al mio onorevole collega di non candidarsi più per questo Parlamento; così avrà adempiuto al proprio compito.
Vorrei porgere alla signora commissario Reding e alla presidenza ceca i miei più sinceri ringraziamenti, perché con i nostri relatori hanno compiuto ancora una volta un grande passo avanti per i cittadini d’Europa. Il concetto di mercato interno offre ai cittadini la possibilità di compiere enormi progressi soprattutto nell’area delle telecomunicazioni, ma anche in tutti i settori che in precedenza erano dominati dai monopoli. Inoltre, come abbiamo già constatato con il regolamento sul roaming, possono essere messi a segno risparmi ingenti per le famiglie, garantendo contemporaneamente la protezione dei cittadini.
In particolare, l’acceso al mercato delle piccole e medie imprese rappresenta un prerequisito importante per garantire un buon servizio, per attuare la neutralità delle reti e per autorizzare naturalmente gli enti regolatori indipendenti degli Stati membri a rappresentare la loro industria e le loro imprese, ma anche i loro consumatori degli altri paesi europei.
L’applicazione dei diritti dei cittadini di una nazione in un altro paese membro è particolarmente rilevante per le piccole e medie imprese, e spetta a noi garantire che in futuro la banda larga continui a essere usata a vantaggio dei cittadini e che i prezzi calino. Infatti, grazie all’attuale sviluppo dinamico dei servizi a banda larga e di Internet, soprattutto nell’ambito della telefonia, si prospettano possibilità del tutto nuove per l’impiego della banda larga. Per tale ragione mi rallegro anche che la banda di frequenza sia ora disponibile anche per l’UMTS e che, per la prima volta, si sia pensato alla rete di quarta generazione, che speriamo continui a ricevere l’appoggio della Commissione in modo da garantire il sostegno completo alla fornitura della banda larga, soprattutto nelle aree rurali.
Anche la protezione dei consumatori è disciplinata in maniera eccellente da questa legislazione: il fatto che i tribunali siano impegnati a garantire l’applicazione della Convenzione europea per la tutela dei diritti umani rappresenta un enorme passo avanti; in questo settore, grazie all’assegnazione delle bande di frequenza, abbiamo ora la possibilità di sfruttare l’uso illimitato e incondizionato di Internet, nella certezza che saranno i tribunali a decidere su eventuali restrizioni.
Evelyne Gebhardt (PSE). – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, mi preme ringraziare i colleghi per il lavoro eccellente da essi svolto. Avrei anche gradito poter ringraziare il Consiglio, ma vedo che non è presente; la signora commissario invece c’è. Abbiamo conseguito un buon risultato.
Onorevole Harbour, lei è stato relatore per la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, e devo dire che la nostra collaborazione e l’azione congiunta sono state molto positive. Abbiamo ottenuto molti risultati per i cittadini, un traguardo particolarmente importante per noi socialdemocratici nel settore del servizio universale. Il pacchetto sulle telecomunicazioni è stato reso più vantaggioso per i clienti e pertanto abbiamo offerto un contributo importante alla protezione dei consumatori. In futuro gli operatori delle telecomunicazioni dovranno offrire contratti della durata di soli 12 mesi, un traguardo importante. Fino ad oggi c’erano molti operatori che offrivano solamente contratti di 24 mesi, un periodo molto lungo che impedisce ai clienti di revocare anticipatamente un contratto. Si tratta di un contributo importante. Quando cambiano operatore, i clienti devono poter effettuare la portabilità del numero entro un giorno. Fino a oggi i tempi di attesa inducevano spesso i consumatori a rinunciare al passaggio a un operatore più economico, distorcendo la concorrenza nel settore. Anche in questo caso abbiamo riscosso un enorme successo.
Il gruppo socialista ha poi cercato di garantire che, quando viene effettuata una chiamata di emergenza da un cellulare, venga trasmessa immediatamente la posizione del chiamante per poter agevolare i soccorsi. Anche questa vittoria ha implicato una lunga battaglia, in quanto – tanto per cominciare – molti sostenevano che non fosse tecnicamente possibile. E’ stato dimostrato che è possibile e che pertanto va fatto, un aiuto enorme per i nostri cittadini.
A breve anche i disabili dovrebbero avere la vita più semplice. Ad essi deve essere garantito un accesso privo di ostacoli ai mezzi di telecomunicazione. Anche in questo caso – soprattutto quando si tratta di servizi universali – dovremmo esprimerci a favore, in quanto si tratta di uno sviluppo estremamente positivo.
Un punto è rimasto controverso per tutta la durata della discussione: come gestire l’azione penale quando emergono rispettivamente questioni di reati penali o fattispecie di diritto civile? Con il compromesso raggiunto oggi con il Consiglio abbiamo compiuto un passo importante, in quanto abbiamo incluso la discrezione del giudice: ciò significa che non spetta alle sole imprese decidere quali sanzioni comminare, bensì appellandoci ai diritti sanciti nella Convenzione europea per i diritti umani abbiamo assicurato ai cittadini la possibilità di difendersi facendo in modo che gli operatori non abbiano poteri eccessivi. Si tratta di un punto veramente importante.
Anne Laperrouze (ALDE). – (FR) Signora Commissario, onorevoli colleghi, mi preme in primo luogo elogiare il lavoro dei nostri relatori per questo pacchetto delle telecomunicazioni su cui voteremo domani, in quanto si tratta di un buon testo. Prende in considerazione tutti gli aspetti di questa rivoluzione delle comunicazioni a cui stiamo assistendo: reti per le telecomunicazioni, regolamentazione, aspetti economici, diritti dei consumatori e accesso a Internet.
Tuttavia, su quest’ultimo punto, devo ammettere che la delegazione del movimento democratico è rimasta delusa. Il compromesso siglato la scorsa settimana sulla relazione Trautmann in merito a questa precisa questione è insoddisfacente. La debolezza di questa versione sta nel non aver preso in considerazione la giurisprudenza relativa all’articolo 6 della convenzione europea per la protezione dei diritti umani. La presente versione di fatto non fa che legittimare i tentativi del governo francese di imporre il proprio concetto di somma autorità amministrativa, la famigerata legge Hadopi.
Ci sono persone che hanno paura di Internet, che non ne comprendono lo sviluppo o l’interesse. Costoro dicono spesso che Internet è uno spazio non regolamentato dalla legge.
E’ proprio per impedire che Internet diventi uno spazio senza legge che la delegazione del movimento democratico ritiene che la sospensione dell’accesso a Internet debba essere una decisione non amministrativa, bensì giudiziaria. Internet è uno strumento prodigioso per esercitare i propri diritti fondamentali.
Alcuni ritengono che una gestione amministrativa rappresenti la soluzione. Ci ripetono quanta importanza attribuiscono ai diritti fondamentali. Le norme che sanciscono la libertà di comunicazione tra i cittadini sono atemporali e non dipendono dal mezzo di comunicazione. Il diritto a un procedimento giudiziario non deve essere messo in discussione in nessuna circostanza.
Bernard Wojciechowski (IND/DEM). – (PL) Signora Presidente, i cittadini temono che misure quali il pacchetto per le telecomunicazioni rappresentino una restrizione della loro libertà. Ho ricevuto centinaia di lettere sull’argomento, e non solo dalla Polonia. Ne cito una: “Il Parlamento europeo propone di introdurre modifiche alla legge che avranno un impatto sul mio accesso a Internet e che potrebbero tradursi in una restrizione o creare condizioni per l’utilizzo di determinate pagine e siti Internet. Le modifiche legislative proposte dal Parlamento europeo consentiranno al mio fornitore Internet di offrirmi servizi ristretti oppure condizionati. Temo che tali cambiamenti uccidano Internet ed abbiano ripercussioni indesiderate sull’economia dell’Unione europea”.
Questa è la voce dell’Europa, la voce dell’elettorato. Io mi associo. Raccomando ai colleghi di votare con attenzione, mi riferisco soprattutto ai candidati provenienti dalla Polonia, dove né il partito Platforma Obywatelska (piattaforma civile) né del partito Prawo i Sprawiedliwość (legge e giustizia) sanno di cosa stiamo parlando.
(EN) E all’onorevole Harbour, a quanto pare ad alcuni buffoni dei partiti Platforma Obywatelska (piattaforma civile) e Prawo i Sprawiedliwość (legge e giustizia) interessano di più le foche e le scimmie delle persone.
Giles Chichester (PPE-DE). - (EN) Signora Presidente, è corretto affermare che il settore delle telecomunicazioni rappresenta una storia di successo in seno all’Unione, e per questo è ancor più importante stabilire un quadro normativo adeguato. Desidero congratularmi con i relatori per il lavoro svolto, e in particolare con la collega, l’onorevole del Castillo Vera, per i miglioramenti ingenti apportati alla proposta della Commissione per i regolatori, per averla trasformata nell’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC).
Mi dispiace che la discussione su Internet, la censura in rete e i poteri legali dei paesi membri abbia distolto l’attenzione dall’essenza del pacchetto. Vorrei congratularmi con il collega, l’onorevole Harbour, per aver messo a punto con il Consiglio un testo di compromesso sulla questione dibattuta nota come emendamento n. 138.
Una cosa è certa: questa parte del pacchetto ha scatenato un’inondazione di messaggi di posta elettronica da parte dei gruppi di interesse, e vorrei dire a coloro che ritengono che fiumi di e-mail e di parole siano convincenti che ben presto tale tecnica diventa controproducente. Ciò che si spedisce con facilità in un istante si cancella altrettanto rapidamente, ma purtroppo si è già sprecato troppo tempo a far scorrere i messaggi sul video alla ricerca di qualcosa che non fosse posta indesiderata.
Mi auguro che i regolatori dispongano di tutti gli strumenti necessari per promuovere maggiore concorrenza, condizioni di parità e un rafforzamento dei diritti dei consumatori, oltre che per trovare l’equilibrio adatto per incoraggiare gli investimenti e l’innovazione necessaria a mantenere l’Europa in una posizione di avanguardia.
Un altro aspetto importante del pacchetto è il potenziamento dei diritti dei consumatori, in particolare la portabilità del numero entro un giorno lavorativo e la maggiore trasparenza nei contratti e nelle fatturazioni. Si tratta di questioni pratiche che rivestono una notevole importanza per il singolo consumatore.
Hannes Swoboda (PSE). – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzi tutto porgere a tutti i partecipanti i miei più sentiti ringraziamenti per il lavoro significativo da essi svolto.
So che la commissione e in particolare l’onorevole Trautmann hanno profuso molto impegno nel raggiungimento di due obiettivi: da una parte creare le basi per la modernizzazione, per il proseguire della rivoluzione tecnica in Europa in termini di creazione di nuovi posti di lavoro e di competitività del nostro continente – offrendo quindi anche un contributo importante a Lisbona – e, d’altro canto, per proteggere i diritti dei consumatori, già citati più volte.
A mio parere entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti con successo. Lo sblocco futuro di determinate bande di frequenza, quando migreremo al sistema digitale, darà vita a più opportunità e innovazione. Un contributo ingente verrà inoltre offerto al concetto di società innovativa, e siamo grati di questo.
Vi sono naturalmente anche alcune questioni spinose. Navigando spesso su Internet, scrivendo blog e utilizzando Facebook e Twitter, so che i problemi non mancano. Ciononostante, sono pienamente convinto che non si debba intervenire senza previa decisione giudiziaria. Non solo sarebbe sbagliato come principio, ma trasmetterebbe anche il segnale errato, soprattutto ai giovani, che navigano sempre in rete e sono utilizzatori massicci di questi mezzi moderni di comunicazione.
Sono lieto che, tra le altre cose, i considerando affermino con chiarezza che da una parte non siamo ovviamente disposti ad accettare attività di carattere criminale, ma dall’altra non vogliamo nemmeno permettere un intervento in assenza della sentenza di un giudice, senza base giuridica. A mio parere, si tratta di un principio essenziale che deve essere osservato. Sono estremamente grato alla mia collega, l’onorevole Trautmann, e a tutti gli altri che si sono imposti sulla questione e hanno individuato una linea d’azione chiara.
Sophia in 't Veld (ALDE). – (NL) Signora Presidente, desidero innanzi tutto complimentarmi con i relatori per l’arduo lavoro svolto e porgere loro i miei ringraziamenti. Temo però che il pacchetto continui a non convincermi appieno. Contiene molti elementi positivi, ed è evidente che occorre regolamentare il settore.
Tra i progressi messi a segno dal pacchetto si annoverano un ingente miglioramento della protezione dei consumatori, e la rassicurazione della Commissione sul fatto che presenterà proposte per un obbligo generico di comunicazione nell’eventualità della perdita di dati. Eppure il pacchetto non mi soddisfa appieno. Il problema a cui mi riferisco è già stato citato da numerosi eurodeputati, compreso il mio collega dalla Francia: i governi hanno tentato di reintrodurre dalla porta di servizio l’elemento “tre tentativi e fuori” nel compromesso, che non ha assolutamente niente a che vedere con la direttiva. Devo ammettere che lo trovo estremamente irritante.
Pertanto non lo considero un compromesso accettabile, e vorrei invitare i miei onorevoli colleghi a votare a favore dell’emendamento dei miei colleghi, gli onorevoli Alvaro e Schmidt. E’ una condizione essenziale affinché io possa appoggiare il pacchetto. A mio parere, sarebbe un vero peccato se questi emendamenti non venissero accolti.
Lo vogliamo il compromesso col Consiglio, è ovvio, ma non a ogni costo. Trovo poi irritante che il Consiglio ci metta sempre con le spalle al muro e ci costringa a prendere o lasciare. Il Consiglio è responsabile tanto quanto il Parlamento europeo del raggiungimento di un compromesso. Il Parlamento europeo ha una reputazione da difendere nella protezione dei diritti civili, soprattutto negli ultimi anni. Mi auguro che il Parlamento sia all’altezza di tale reputazione durante la votazione di domani.
Infine, signora Presidente, vorrei soffermarmi brevemente sui gruppi di interesse. Devo ammettere che, anche se non sono sostanzialmente d’accordo con l’onorevole Chichester, anche a me ha dato fastidio l’inondazione di messaggi e-mail a volte piuttosto minacciosi. Credo, anzi sono convinta...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Erna Hennicot-Schoepges (PPE-DE). – (FR) Signora Presidente, vorrei congratularmi con i relatori, la Commissione, gli onorevoli Trautmann e Harbour per essere riusciti a raggiungere un compromesso all’ultimo minuto. Dopo due anni di lavoro intenso, abbiamo ottenuto questo compromesso in un comparto che segnerà l’avvenire di un settore industriale di punta.
La proposta della Commissione sull’utilizzo dello spettro è stata emendata con buon senso e con il rispetto per i risultati conseguiti nella tecnologia satellitare, mentre l’annuncio della Commissione di una discussione futura sul servizio universale e altri problemi giuridici ancora in sospeso lascia presumere un proseguimento del lavoro. Si tratta pertanto solamente di un primo passo a cui seguiranno altre norme.
Questo progetto garantirà ai cittadini un accesso straordinario alle informazioni e alla cultura. Permangono comunque molti problemi dal punto di vista dell’infrastruttura e della qualità, in quanto non a tutti viene garantito un accesso della medesima qualità, se si considerano i numerosi problemi tecnici che ancora sussistono in relazione alla comunicazione senza fili.
Le questioni della libertà di accesso a Internet, i problemi dei diritti d’autore e della riservatezza, uniti all’aspetto della protezione contro la criminalità per salvaguardare le norme etiche e tutelare i giovani – non è un po’ troppo da gestire? E coloro che sono scettici sul compromesso, riusciranno a presentare una soluzione pronta per l’uso e immediatamente applicabile?
A mio parere il progetto rappresenta un progresso considerevole. Diamo dunque una possibilità ai regolatori che abbiamo nominato, e gli scettici potranno così esercitare la loro influenza su queste nuove istituzioni che dovranno solamente dimostrare la loro efficacia.
Edit Herczog (PSE). - (EN) Signora Presidente, due anni di lavoro, e le mie congratulazioni a tutti voi per averlo svolto. Il pacchetto sulle telecomunicazioni offre un contributo significativo alla strategia di Lisbona, in quanto il settore rappresenta il 4 per cento del PIL e il 25 per cento di aumento del PIL. E’ uno dei comparti di base per la potenza economica europea.
Il pacchetto sulle telecomunicazioni offre un contributo ingente a un’economia basata sulla conoscenza, non solo tramite il settore stesso, ma anche moltiplicando le opportunità per gli utenti, che si tratti di aziende, specificamente le piccole e medie imprese, o di singoli. Tutti possono beneficiarne.
Il pacchetto per le telecomunicazioni offre un contributo notevole al piano europeo per la ripresa economica mediante lo sviluppo della rete. Il pacchetto per le telecomunicazioni offre inoltre un contributo ragguardevole al rafforzamento dei diritti e delle opportunità dei consumatori, in quanto potrà essere utilizzato da un numero crescente di utenti. Il pacchetto per le telecomunicazioni offre tuttavia un contributo significativo anche allo sviluppo della democrazia. Garantisce l’accesso a tutti gli europei e fornisce nuovi mezzi per esercitare i nostri diritti e doveri, ma si tratta anche di un equilibrio stabilito dall’ente regolatore: un equilibrio tra il dotare l’Europa di uno strumento per conseguire un mercato interno autentico nel settore delle telecomunicazioni e l’utilizzare le competenze disponibili a livello di regolatori nazionali.
Porgo i miei complimenti ai relatori e alla Commissione. Nell’arco dei prossimi cinque anni compiremo il primo passo, che dovrà essere necessariamente seguito da altri.
PRESIDENZA DELL'ON. ROTHE Vicepresidente
Silvia-Adriana Ţicău (PSE). – (RO) Vorrei iniziare congratulandomi con i relatori, che lavorano sodo a questo pacchetto da più di un anno. Si tratta, in effetti, di un pacchetto legislativo estremamente importante per i cittadini dell'Unione europea.
Questo pacchetto racchiude numerosi documenti. Mi riferisco prima di tutto alla relazione dell'onorevole Trautmann, che fissa il quadro normativo per il settore delle comunicazioni elettroniche e affronta molti aspetti di rilievo quali la separazione funzionale, la politica in materia di spettro radio, nonché l'utilizzo e la promozione delle reti di prossima generazione. Mi compiaccio per l’adozione della separazione funzionale quale misura speciale e urgente.
Credo inoltre sia fondamentale porre l’accento sulla tutela dei diritti dei consumatori. Proprio per questa ragione si affronta l’argomento nella relazione Harbour e l’onorevole Paasilinna ha appoggiato con successo il punto di vista dei socialisti europei, secondo cui l'elemento centrale deve essere il consumatore. Sono importanti le modalità di negoziazione delle clausole contrattuali, onde poter tutelare costantemente il consumatore.
Sul tema della neutralità tecnologica, è utile che con tale modalità sia messa a disposizione di tutti un'ampia gamma di soluzioni tecnologiche. Ma vorrei sottolineare che Internet offre vaste opportunità. E' importante che i consumatori e gli utenti siano tutelati e che non vi siano interferenze con i dati personali, che devono essere anch'essi protetti. Occorre soprattutto tutelare la proprietà intellettuale, ma non a scapito degli interessi dei consumatori.
(Il Presidente interrompe l'oratore).
Charlotte Cederschiöld (PPE-DE). - (SV) Grazie, Commissario, occorrono maggiore armonizzazione nel settore delle comunicazioni elettroniche e una legislazione più chiara e più semplice, e tale armonizzazione deve contribuire al corretto funzionamento del mercato interno. L'obiettivo principale è accrescere la concorrenza, il che amplierà la scelta, ridurrà i prezzi e migliorerà la qualità per il consumatore finale. Per farcela, devono essere soppesati molti interessi divergenti e si deve trovare un buon equilibrio. Il pacchetto sulle telecomunicazioni non deve, né è questo il suo intento, essere usato a fini penali o per sanzioni penali o per interferire con il diritto procedurale degli Stati membri. Tutti i cittadini devono essere in grado di adire le vie legali, e non solo le forze commerciali. Spero perciò che i miei colleghi sosterranno il compromesso.
Il problema della privacy si pone nel diritto commerciale, nella conservazione dei dati, nella legislazione penale e in quella sulla trasparenza. L'Unione europea non ha ancora trovato un approccio comune basato su principi comuni che possano essere applicati ai tre settori, e sarà necessaria una valutazione generale per evitare una legislazione contraddittoria a lungo termine. Resta aperta per il futuro la sfida di trovare un equilibrio fra gli interessi delle forze dell’ordine, dei difensori della trasparenza, dei soggetti interessati alla protezione dei dati e naturalmente, delle imprese di IT.
La Commissione dovrebbe essere in grado di contribuire istituendo una task force comune per individuare principi comuni e raggiungere un equilibrio fra i diversi interessi in questo importante settore.
Per finire, vorrei congratularmi con il commissario Reding e con i relatori per il loro eccellente lavoro.
Jacques Toubon (PPE-DE). - (FR) Signora Presidente, vorrei prima di tutto ringraziare il commissario Reding, la presidenza francese, che ha raggiunto in dicembre una posizione comune molto intelligente, e la presidenza ceca che volge al termine. Vorrei inoltre ringraziare e complimentarmi con i nostri tre relatori, gli onorevoli Harbour, Trautmann e Pilar del Castillo, che hanno svolto un lavoro magnifico.
Il pacchetto oggi al voto contiene disposizioni che puntano nella direzione auspicata: lo sviluppo organico del mercato delle telecomunicazioni, a vantaggio di tutti; un regolamento europeo dedicato all’istituzione dell’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC) con un finanziamento misto, senza veto; un equilibrio fra la concorrenza e la necessità di nuovi investimenti, ove la separazione funzionale viene limitata a casi eccezionali; il desiderio di porre l’attenzione sui servizi pubblici nella gestione dello spettro radio; nuovi servizi; nuova libertà d’accesso; e, grazie in particolare all’onorevole Harbour, un notevole potenziamento dei diritti dei consumatori. Mi spiace solo che siano stati respinti gli obblighi di trasmissione (must carry).
Per la Francia, questo testo è perfettamente equilibrato e rappresenta un buon compromesso finale. Voglio dire che la proposta finale, a proposito dei famosi emendamenti controversi, mi sembra intelligente perché offre la possibilità di salvaguardare la proprietà intellettuale su Internet senza compromettere la libertà d'accesso alla rete. La legge va applicata anche su Internet, in questo come pure in altri settori. Il mondo virtuale non è un privo di leggi e non deve sottostare solamente al potere della pubblicità portata dagli operatori e dai fornitori di accesso Internet. Ecco perché condivido il punto di vista di Catherine Trautmann. Molto opportunamente il compromesso mette sullo stesso piano diritto dei lavoratori, diritto degli artisti, diritto degli utenti di Internet.
Syed Kamall (PPE-DE). - (EN) Signora Presidente, vorrei iniziare rendendo omaggio al lavoro profuso dalla Commissione e dai suoi funzionari nonché da tutti i relatori. Sono stato uno dei relatori ombra per la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni all'epoca della parte relativa all’e-privacy del pacchetto. Vorrei anche rendere omaggio al lavoro dell’onorevole Alvaro e degli altri relatori ombra, compreso l'onorevole Lambrinidis del gruppo socialista.
Ci siamo tutti adoperati al massimo per ottenere un equilibrio fra la protezione dei dati, che tutti reputiamo fondamentale, e il diritto delle aziende di sviluppare programmi di sicurezza per le nostre reti, a contrasto di ogni forma di virus o attacco informatico. Per farlo è talora necessario procedere all’esame del traffico dati.
Non si trattava di applicare la regola dei tre falli. Pochissimi di noi hanno appoggiato questa iniziativa, ed è deplorevole che fuori dal Parlamento si sia cercato di far passare un’idea sbagliata.
Dato che stiamo parlando dei pacchetti di dati, passo alla questione della neutralità della rete. Credo dobbiamo ammettere che sia necessaria una certa dose di gestione della rete. Le aziende costruiscono condotte sempre più grandi e quindi arrivano altre aziende a riempirle, determinando problemi di congestione. Chi avrebbe potuto immaginare qualche anno fa che avremmo un giorno avuto servizi come BBC iPlayer o YouTube? Perciò è importante che gli operatori siano capaci di gestire le rispettive reti. L’idea secondo cui il primo pacchetto a entrare dovrebbe essere il primo a uscire potrebbe rivelarsi controproducente, in particolare laddove i servizi di emergenza devono avere la precedenza a causa della congestione del traffico.
Desidero ringraziare tutti i relatori che hanno cercato di raggiungere il giusto equilibrio e chiedo ai lobbisti fuori dall'Aula di non descrivere questo impegno come se si trattasse della regola dei tre falli: per favore, non lo dipingete come un attacco alle nostre libertà. Stiamo solo cercando di ottenere il giusto equilibrio.
Christofer Fjellner (PPE-DE). - (SV) Grazie molte, signora Presidente. Mi scuso per essere leggermente in ritardo. Desidero iniziare dicendo che credo sia importante precisare che il pacchetto sulle telecomunicazioni, nella versione oggi proposta al voto, è sostanzialmente buono. Esso rafforza infatti la concorrenza e i diritti degli utenti, ed è importante sottolinearlo perché penso che spesso lo si dimentichi nella discussione. Ci concentriamo quasi esclusivamente sui dettagli perdendo di vista il quadro generale, mentre è proprio questo a cui mira il pacchetto sulle telecomunicazioni: consolidare la concorrenza e i diritti degli utenti.
Oggi Internet espone tuttavia le nostre libertà e i nostri diritti civili a numerose minacce, derivanti anche dalla struttura aperta e libera della rete. Tali pericoli sono emersi con estrema chiarezza nel corso della discussione relativa alla disconnessione di utenti da Internet in assenza di relativo provvedimento giudiziario. Sono molto orgoglioso che il Parlamento abbia deciso che una tale iniziativa è inaccettabile. I consumatori non devono essere disconnessi forzosamente da Internet senza aver avuto la possibilità di presentare ricorso in tribunale. E' molto importante poiché si tratta di una grave limitazione alle libertà e ai diritti civili, una violazione dei principi giuridici che considereremmo intollerabile in altri contesti. Non si vieta a qualcuno che ha rubato una bicicletta di usare la strada. Perciò mi rallegro che domani si dirà un chiaro “no” a questo tipo di proposta.
Nondimeno, permangono alcune minacce a Internet. Sono diverse le questioni ancora aperte, e mi aspetto molto dalla discussione futura. Vi sono certi settori dove mi piacerebbe compissimo più progressi, ma in generale il pacchetto rappresenta già un passo avanti nella giusta direzione. Sono fiero che domani il Parlamento abbia la possibilità di affermare il proprio sostegno alle libertà e ai diritti dei cittadini su Internet, in particolare per quanto riguarda la possibilità di non essere disconnessi in mancanza di provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Helga Trüpel (Verts/ALE). – (DE) Signora Presidente, credo che la discussione odierna sia stata dominata dalla seguente domanda: come possiamo ottenere un equilibrio fra libertà su Internet, libero accesso, tutela dei diritti d'autore e osservanza dei diritti fondamentali? E’ questa in effetti la formula magica per trovare il giusto equilibrio.
Vorrei sottolineare che non si tratta di interdire arbitrariamente l’uso di Internet. Non possiamo disporre l’oscuramento di YouTube, come è accaduto in Turchia, perché sembra che contenesse insulti ad Atatürk. Non vogliamo certo la situazione che si verifica in Cina. Naturalmente, i siti web non possono essere chiusi a caso per ragioni politiche. Tuttavia, vorrei dire con chiarezza che i cittadini non possono avere scaricare materiale da Internet a piacimento, è un’attività illegale! E’ un punto insindacabile. Tuttavia, dobbiamo fare in modo che – e qui sta l'equilibrio da trovare – i produttori di contenuti creativi, il cui lavoro appare su Internet, possano essere adeguatamente risarciti. Ci serve un nuovo modello per questo, e non il modello francese. Vogliamo una riserva giudiziaria, una decisione della magistratura sui diritti fondamentali. Nondimeno, la società della conoscenza deve ancora stipulare questo nuovo contratto sociale fra diritto d'autore e tutela dei diritti fondamentali.
Viviane Reding, membro della Commissione. - (FR) Signora Presidente, grazie a quanti hanno consentito che questo importantissimo pacchetto vedesse la luce. Penso naturalmente ai relatori e ai loro colleghi, ma penso anche alla presidenza ceca, e vorrei esprimere ufficialmente il mio plauso all'ambasciatrice Reinišová per la collaborazione instaurata con il Parlamento e con la Commissione per concretizzare questo progetto.
Ora disponiamo di un testo equilibrato, che permette maggiore apertura dei mercati, investimenti, libertà e diritto a Internet. Abbiamo un testo che offre al settore e agli utenti un potenziale di sviluppo – e contribuisce quindi a mantenere e creare posti di lavoro. Questo testo riequilibra, da un lato, la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione e, dall'altro, molti progressi relativi ai diritti dei consumatori che usano Internet.
(EN) Consentitemi ora di rispondere ad alcune delle domande poste.
Una delle questioni riguarda gli investimenti nelle reti di accesso di prossima generazione, garantendo agli operatori delle telecomunicazioni una congrua redditività, commisurata al rischio. Ai sensi della normativa vigente, molte aziende possono già condividere il rischio di investimento. Le nuove norme confermano tale possibilità e dispongono al contempo il mantenimento di una concorrenza efficace e del principio di non discriminazione. Ciò è molto importante. Desidero sottolinearlo perché qualche volta sento solo una parte della storia, ma le norme sugli investimenti devono essere applicate nel loro complesso.
La seconda questione riguarda l’uso improprio di dati. Gli operatori devono assumersi la responsabilità che deriva dal trattamento e dall'archiviazione di immense quantità di informazioni. A tal fine e per la prima volta nella legislazione europea, le nuove regole introducono l’obbligo di segnalazione delle violazioni dei dati personali. Ciò significa che i fornitori di servizi di comunicazione saranno obbligati a informare le autorità e i loro clienti di qualunque violazione della sicurezza relativa ai loro dati personali. Inoltre, le regole sulla privacy e sulla protezione dei dati sono ulteriormente rafforzate in ambiti quali l'uso di cookies e dispositivi analoghi. Gli utenti di Internet saranno meglio informati sulla sorte dei loro dati personali e sarà per loro più facile esercitare un controllo pratico sulle loro informazioni personali.
Un secondo elemento riguarda la maggiore apertura e neutralità di Internet. I consumatori europei avranno a loro disposizione una scelta sempre più vasta di fornitori di servizi a banda larga. I fornitori di servizi Internet (ISP) dispongono di strumenti potenti, che consentono loro di differenziare i vari tipi di trasmissione dati in rete, come la comunicazione vocale o peer-to-peer (da pari a pari). Benché la gestione del traffico consenta lo sviluppo di servizi di alta qualità a tariffa maggiorata e garantire comunicazioni sicure, le stesse tecnologie possono anche essere usate per deteriorare fino a livelli inaccettabili la qualità delle comunicazioni o di altri servizi. Per questo motivo, ai sensi delle nuove norme comunitarie, le autorità nazionali delle telecomunicazioni avranno il potere di fissare un livello di qualità minimo al fine di promuovere la neutralità e la libertà della rete per i cittadini europei.
In questo nuovo testo abbiamo inoltre inserito nuovi requisiti di trasparenza che risultano quanto mai importanti.
Il quarto punto che desidero sottolineare è il riconoscimento del diritto d'accesso a Internet. Le nuove norme affermano esplicitamente che l'accesso a Internet è un diritto fondamentale come la libertà d'espressione e la libertà d'accesso all'informazione. Dette norme stabiliscono perciò che qualsiasi provvedimento in materia d’accesso, utilizzo, servizi e applicazioni dovrà rispettare i diritti e le libertà fondamentali degli individui, compreso il diritto alla vita privata, alla libertà d'espressione e d’accesso all'informazione e all'istruzione, nonché a ricevere un processo equo.
(FR) Signora Presidente, pensavo fosse molto importante ribadire questi valori fondamentali in quanto costituitivi dei nostri valori europei, valori basati anche sulle nuove norme in materia di telecomunicazioni.
Vorrei inoltre soggiungere qualcosa sulla libertà in rete, perché molti onorevoli deputati ne hanno parlato. Il compromesso raggiunto è una vittoria per la libertà dei cittadini e per tutti gli utenti di Internet.
Il compromesso rivendica innanzi tutto con estrema chiarezza le libertà dei cittadini sancite dalla Carta dei diritti fondamentali, compreso il diritto d'accesso a Internet, che è parte integrante della nostra libertà di espressione e d'informazione. In secondo luogo, il compromesso sancisce che le soluzioni sproporzionate proposte per limitare i diritti degli utenti di Internet non sono legali. In terzo luogo, il compromesso conferma che si deve sempre offrire la possibilità di deferire il caso a un giudice, a un tribunale imparziale e indipendente la cui decisione dovrà essere rispettata.
Il compromesso tiene conto di tutti questi elementi e ritengo che, partendo da tale base, il lavoro che la Commissione e il Parlamento svolgeranno nell'immediato futuro avrà solide fondamenta, che ribadiranno i diritti dei nostri cittadini e i valori intrinseci della nostra Europa.
Detto questo, vorrei chiedere al Consiglio di agire sollecitamente affinché la versione finale del testo, che spero sarà votata domani, possa essere disponibile al più presto.
Malcolm Harbour, relatore. - (EN) Signora Presidente, desidero prima di tutto ringraziare quanti hanno partecipato alla discussione odierna. E' stata una discussione moto costruttiva. In particolare, ringrazio il Parlamento per il sostegno accordato a me e agli onorevoli colleghi della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori per i significativi miglioramenti introdotti ai diritti degli utenti e agli elementi della direttiva relativi alla protezione dei dati personali.
Mi compiaccio che ne abbiano parlato tutti nel corso della discussione odierna, poiché si tratta di aspetti importanti per tutti i consumatori. Venendo alle elezioni, mi auguro che tutti parlerete del lavoro portato avanti in quest'Aula a tutela dei consumatori che navigano in rete, perché è assolutamente cruciale.
La mia seconda e importante riflessione riguarda il fatto che lo stesso Internet – le comunicazioni elettroniche e l’intero settore – rappresenta un settore dinamico e in fase di espansione. Il nostro compito in quanto regolatori sta nel consentire che il dinamismo e l'innovazione possano dispiegarsi al massimo. Istituiamo un quadro normativo per far sì che i consumatori vengano messi in condizione di conoscere questi servizi, per dare loro la possibilità di sfruttarli appieno – è fondamentale. Tuttavia, Internet non sarebbe il luogo prospero che è – vi siete resi conto di quanto dinamico sia per tutte le mail che avete ricevuto su questa proposta – se ne avessimo limitato l'attività o imposto nuovi modelli imprenditoriali. Abbiamo ostacolato le iniziative personali. Vogliamo nuovi attori, vogliamo le piccole aziende, vogliamo le grandi aziende, vogliamo investimenti.
Alla luce di tale dinamismo, è necessario muoverci. Il commissario Reding ha ragione: dobbiamo incoraggiare gli Stati membri a introdurre queste migliorie al più presto. Vogliamo un nuovo BEREC funzionante; vogliamo che il nuovo organismo regolatore si impegni con il Parlamento per imprimere una reale accelerazione al progetto.
Partiamo da qui e guardiamo al futuro. Grazie, Commissario, per le sue importantissime dichiarazioni sui temi del trattamento dei dati e del servizio universale, che ci permetteranno di lavorare con la Commissione per compiere passi avanti in questi fondamentali settori.
Catherine Trautmann, relatore. - (FR) Signora Presidente, ringrazio di cuore il commissario Reding per la sua dichiarazione, che getta una luce molto positiva sulla discussione appena svoltasi, e ringrazio tutti gli onorevoli colleghi che sono intervenuti.
Vorrei dire che il nostro Parlamento, votando questo compromesso sul pacchetto sulle telecomunicazioni, opera una scelta: una scelta a favore della regolamentazione del mercato, e contro la concorrenza senza regole. Questo voto testimonia inoltre una strategia di sviluppo utile in un contesto di crisi, che prepara la società europea all'era digitale, e permetterà di garantire l'equilibrio fra le prerogative degli Stati e le competenze della Commissione, fra vecchi e nuovi operatori, in virtù delle clausole di non discriminazione, ma segnerà anche un progresso per il Parlamento europeo stesso nell'esercizio del suo potere di codecisione, segnatamente in materia di attribuzione dello spettro radio, considerato bene pubblico, e nel sostegno che esprime ancora una volta agli organismi di radiodiffusione e ai servizi.
Molti onorevoli colleghi sono intervenuti sul tema di Internet come spazio pubblico, che, in quanto tale, richiede – e sono d'accordo con loro – libertà e sicurezza. Di conseguenza, per la prima volta in una direttiva, con la nuova versione dell'emendamento 46 si è stabilito un nesso fra accessibilità e diritti fondamentali dei cittadini.
Effettivamente, l'espressione "misure adottate" costituisce in qualche modo l'anello mancante fra una qualunque iniziativa nel settore delle reti di comunicazione elettronica, che si tratti di disconnessioni o di filtraggi, e i diritti fondamentali degli utenti. Quanto ai dubbi espressi dai colleghi sulla volontà del relatore di garantire il diritto al provvedimento dell’autorità giudiziaria prima di qualsiasi disconnessione, mi preme dire che l'espressione "tribunale indipendente e imparziale" è l’'espressione che garantisce agli utenti di Internet tale diritto.
In realtà, dimostrare che l’Hadopi francese potrebbe costituire una sede di giudizio indipendente e imparziale sarebbe come imporre a questa alta autorità tutti gli obblighi che un giudice deve assolvere: diritto di difesa, procedura contraddittoria, pubblicità. Evidentemente, ciò farebbe implodere un sistema che poggia essenzialmente, per la legge francese in oggetto, sull'informatizzazione e la massificazione delle accuse e delle sanzioni. Chiedo quindi alla Commissione europea di volere esercitare tutta la sua vigilanza nel futuro recepimento del pacchetto telecomunicazioni.
Infatti, un principio fondamentale, sancito in un testo comunitario oggetto di compromesso fra Consiglio e Parlamento europeo in veste di co-legislatori, deve essere correttamente recepito nelle legislazioni nazionali.
Vorrei concludere, onorevoli colleghi, dicendo che mi rallegro della possibilità di tenere un'ampia consultazione pubblica con il coinvolgimento di una molteplicità di parti, che consentirà di proseguire con il nostro già intenso lavoro, nel quadro di un compromesso che rispetti il diritto sancito nell'emendamento 46 e lo renda applicabile.
Pilar del Castillo Vera, relatore. - (ES) Signora Presidente, consentitemi brevemente di ringraziare ancora una volta tutti quelli che hanno contribuito a questo lunga discussione sul pacchetto sulle telecomunicazioni: il commissario, gli altri relatori, in breve, tutti quelli che sotto stati coinvolti oltre alla presidenza in carica del Consiglio.
Sottolineerò tre punti principali, che reputo indispensabili per riassumere i vantaggi di questa decisione che, credo, domani sarà adottata dalla stragrande maggioranza in quest'Emiciclo. La riforma del quadro legislativo in materia di telecomunicazioni ha tre implicazioni immediate.
In primo luogo, essa facilita lo sviluppo delle reti di nuova generazione e, quindi, offrirà ai consumatori il vantaggio di accedere, navigare ed effettuare transazioni su un Internet più veloce e sicuro – il che, per molti versi, è un vantaggio non solo per il singolo consumatore ma anche per le piccole e medie imprese, per le quali Internet è essenziale.
In secondo luogo, vi sarà più concorrenza sul mercato interno, a tutto vantaggio dei consumatori, siano essi singoli o imprese. I vantaggi deriveranno dalla convenienza dei prezzi, dalla migliore qualità dei prodotti e dalla maggiore innovazione, frutto di una più articolata e autentica concorrenza.
Per finire, tutto ciò avverrà – e che nessuno ne dubiti al di fuori di questo Parlamento e in Europa – nel pieno rispetto dei diritti fondamentali: non vi può essere alcuna legislazione nazionale che non rispetti questi diritti perché l'Europa ha deciso che il principio alla base della riforma sancisce il diritto fondamentale d'accesso a Internet.
Francisca Pleguezuelos Aguilar, relatore. – (ES) Signora Presidente, desidero rinnovare i miei ringraziamenti agli onorevoli colleghi per i loro interventi e per la discussione estremamente costruttiva.
Non credo possano sussistere dubbi sul fatto che la riforma ha dato un grande impulso alla nostra società dell’innovazione del XXI secolo. Abbiamo preparato la strada in modo da continuare a sviluppare nuove opportunità per l'industria delle telecomunicazioni, un comparto estremamente dinamico per lo sviluppo economico e sociale dell'Unione europea e, soprattutto, per la tutela del consumatore.
Sono certa, e credo che il dibattito in Aula lo abbia dimostrato, che ci siano più luci che ombre, anche se permane qualche riserva, ad esempio sull'inserimento in questo pacchetto del dibattito sui contenuti, come hanno ricordato il commissario stesso e alcuni deputati.
Tuttavia ritengo che il compromesso abbia opportunamente risolto anche questo problema perché, come ora ricordato, per la prima volta il campo d'applicazione delle due direttive, di cui all’articolo 1, contempla il riconoscimento dei diritti fondamentali e delle libertà fondamentali nonché l'accesso a Internet.
Chiarisco subito che sono con l'onorevole Trautmann quando chiede agli Stati membri di salvaguardare la privacy, la libertà di espressione, la libertà d'informazione e, in generale, tutti i diritti di cui alla Convenzione europea per la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, sotto la rigorosa supervisione della Commissione europea. Ritengo infatti che la Commissione, assieme al Parlamento, offra in questo momento le migliori garanzie affinché la libertà su Internet sia commisurata a tutti gli altri diritti.
Questo è quanto. Grazie molte, onorevoli colleghi. Credo che abbiamo fatto un buon lavoro e dovremmo esserne fieri. Vi chiedo pertanto di votare a favore.
Presidente. – Grazie, la discussione congiunta è chiusa.
La votazione si svolgerà domani, mercoledì.
°°°
Carl Schlyter (Verts/ALE). - (SV) Noto che il Consiglio non è presente per pronunciarsi su questo accordo. Vorrei che si richiedesse la loro presenza in Aula prima della votazione di domani. Credo che molti cittadini europei gradirebbero una spiegazione del Consiglio circa la sua opposizione a un testo che precisa esplicitamente che nessuno dovrebbe essere disconnesso da Internet in assenza di provvedimento dell’autorità giudiziaria. Vorrei che il Consiglio intervenisse per spiegare la propria opposizione. Credo che migliaia di europei vogliano conoscerne le motivazioni.
Presidente. –Riferiremo la richiesta.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)
Lidia Joanna Geringer de Oedenberg (PSE), per iscritto. – (PL) Il quadro legislativo in materia di telecomunicazioni è stato istituito nell'Unione europea attorno agli anni novanta, al fine di liberalizzare i mercati nazionali dominati dai monopoli di Stato. Nel frattempo, abbiamo assistito a cambiamenti tecnologici rivoluzionari nello sviluppo della telefonia mobile e di Internet. Il progetto di riforma della normativa che disciplina il mercato delle telecomunicazioni in Europa, che il Parlamento voterà domani, intende adattare la legislazione comunitaria a questi cambiamenti, migliorando ad esempio la posizione degli utilizzatori sul mercato dei servizi elettronici.
Ritengo, personalmente, che l'accesso a Internet sia un fattore significativo, che sostiene il processo educativo e dimostra che i cittadini sono in grado di avvalersi della propria libertà di parola e di accedere alle informazioni e al mercato del lavoro. Gli utenti di Internet non devono vedersi negare l'accesso alla rete, o vederlo limitato senza una previa decisione da parte di un competente organismo giudiziario. Per questo motivo ritengo che dovremmo ripristinare i due più importanti emendamenti, n. 138 e 166, che sono stati approvati dal Parlamento in prima lettura nel settembre 2008. Tali emendamenti ripristinerebbero la garanzia dei diritti degli utenti, imponendo l'obbligo di controllo ai regolatori nazionali e rendendo illegale il blocco e le restrizioni discrezionali dell'accesso dei cittadini alle applicazioni, ai servizi e ai contenuti pubblicati su Internet.
Nella forma in cui sono stati presentati per la seconda lettura il 6 maggio, entrambi gli emendamenti, che sono stati solo apparentemente ritoccati ma che di fatto sono stati radicalmente modificati, costituiscono una grave minaccia alla libertà d'espressione, alla libertà d'accesso a Internet e al diritto all'informazione, pilastri delle società moderne, democratiche e civili.
Katrin Saks (PSE), per iscritto. – (ET) Le norme contenute nel nuovo pacchetto sulle telecomunicazioni aiuteranno a disciplinare il mercato delle telecomunicazioni e a promuovere la tutela dei consumatori. Sarà decisamente più facile per i consumatori ottenere informazioni dal proprio fornitore di servizi e cambiare fornitore. Le informazioni precontrattuali devono precisare se un consumatore è vincolato a un contratto per uno specifico periodo di tempo. Inoltre, i fornitori di servizi non possono vincolare i clienti per più di 24 mesi, mentre il trasferimento di un numero telefonico da un operatore all'altro deve avvenire in una giornata lavorativa. La trasparenza nell'erogazione dei servizi è migliorata: i consumatori potranno infatti confrontare i prezzi sulle pagine web e si potrà obbligare gli operatori locali a fornire servizi agli utenti disabili. I consumatori possono chiedere che venga fissato un tetto massimo ai prezzi quando i loro consumi mensili raggiungono un certo livello. Se un operatore inavvertitamente divulga informazioni di natura personale su Internet, deve opportunamente darne segnalazione all’interessato.
Le nuove regole devono anche aiutarci a regolamentare il mercato delle telecomunicazioni e facilitare l'arrivo sul mercato di nuovi servizi. Il coordinamento dello spettro radio nell’UE crea un'opportunità per la fornitura di servizi completamente nuovi e rimuove gli ostacoli che hanno finora impedito, ad esempio, la visione di programmi televisivi sui telefoni cellulari. Sono aumentati i diritti dei regolatori nazionali, ed è stato istituito un nuovo regolatore comunitario allo scopo di rafforzare una supervisione indipendente del mercato, che costituirà un sicuro vantaggio per i consumatori. Grazie.