Antonio Masip Hidalgo (S&D). – (ES) Signor Presidente, ho votato a favore delle relazioni riguardanti le Bahamas, le Barbados, la Federazione di Saint Christopher (Saint Kitts) e Nevis e le Seychelles. Di queste relazioni ho condiviso i punti relativi al superamento degli aspetti burocratici degli accordi, alla libertà di circolazione dei cittadini nonché al carattere di reciprocità che devono avere tutte queste azioni.
Ciononostante, con il massimo rispetto per questi paesi sovrani e amici, vorrei approfittare delle buone relazioni poste in evidenza da questi accordi per aiutare tutti questi paesi – che, insisto, sono sovrani e amici –a restare indenni da una pandemia ancora più letale dell’influenza: i paradisi fiscali. Si è già discusso di questo in seno al G20 e in molte altre sedi.
Purtroppo, i paradisi fiscali hanno contribuito in modo assai significativo alla crisi economica che ci affligge. Si sta facendo qualcosa, forse non ancora abbastanza, al fine di eliminare i paradisi fiscali più attivi, ma non siamo ingenui: potrebbero esserne creati degli altri.
In Spagna, sta facendo notizia il caso Gürtel, che riguarda non soltanto una vasta rete di corruzione, ma anche la fuga di capitali. Esorto dunque i rappresentanti della Commissione e del Consiglio a cogliere l’opportunità di questi accordi per insistere sulla loro estraneità al fenomeno, che, prima o poi, dobbiamo esigere nel quadro di una politica più ampia e più radicale contro i paradisi fiscali.
Czesław Adam Siekierski (PPE). – (PL) Signor Presidente, il trattato di Schengen ha permesso un salto di qualità in gran parte dei paesi dell’Unione europea. Sebbene sia trascorso poco tempo dalla sua entrata in vigore, spesso dimentichiamo com’era l’Europa quando esistevano le frontiere e le difficoltà connesse agli spostamenti da uno Stato membro all’altro. L’accordo di Schengen rappresenta un ulteriore successo dell’integrazione europea, ma comporta anche una grande responsabilità: la responsabilità di tutelare ampi tratti delle nostre frontiere terrestri, che grava in capo ai nuovi Stati membri.
Insieme agli aspetti positivi, esistono quelli negativi, visto che sono state introdotte troppe restrizioni alla circolazione dei residenti dei paesi che condividono una frontiera con l’Unione europea, ovvero principalmente i paesi di nuova adesione, come la Polonia e la Lettonia. Come conseguenza di tali difficoltà, sussistono gravi limitazioni alla libera circolazione attraverso le nostre frontiere orientali, e non solo. E’ sorta una nuova divisione, una specie di barriera tra paesi che avevano – e hanno ancora – relazioni strette perché accomunati da una storia, da vincoli familiari e, soprattutto, dalla vicinanza geografica.
In conformità alle disposizioni di Schengen, è stato introdotto un sistema comune di controllo interno, applicato dai servizi competenti dei paesi dell’Unione europea firmatari dell’accordo. Sembrerebbe, tuttavia, che questo sistema di controllo sia applicato con indebita severità, il che non contribuisce a costruire un’immagine positiva dell’unità dell’Unione europea.
Elena Oana Antonescu (PPE), per iscritto. – (RO) Ho votato a favore di questa relazione. Sostengo pienamente l’adesione allo Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) da parte della Comunità europea. Il principale obiettivo di quest’organismo è quello di promuovere le migliori prassi nel settore delle energie rinnovabili, sia nell’Unione europea sia nel mondo. Lo Statuto dell’agenzia prevede altresì che essa promuova e sostenga l’uso di risorse rinnovabili in tutto il mondo.
L’adesione allo Statuto dell’agenzia da parte della Comunità consentirà a quest’ultima di accedere più agevolmente e direttamente alle informazioni riguardanti le attività nel settore delle energie rinnovabili, sia a livello europeo sia quello mondiale. Allo stesso tempo, lo status di membro dell’agenzia permetterà alla Comunità di monitorare più efficacemente i progressi conseguiti dagli Stati membri nel raggiungimento dell’obiettivo obbligatorio per le energie rinnovabili entro il 2020.
Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (EN) Ho votato a favore di questa relazione. Attualmente, manca una strategia coordinata in materia di energie rinnovabili tanto a livello europeo quanto a livello mondiale. Esiste dunque un forte divario tra i paesi che hanno conseguito importanti progressi e risultati nel campo delle energie rinnovabili e i paesi che sono ancora arretrati in questo settore.
Se si desidera accelerare il processo che consentirà di aumentare la percentuale di energia da fonti rinnovabili, diversi paesi dovrebbero operare sinergicamente, mentre i paesi all’avanguardia dovrebbero condividere le loro migliori prassi. A mio avviso, quest’Agenzia potrebbe far propri questi obiettivi, dando nuovo impulso e nuove linee direttrici all’intero settore del rinnovabile.
Maria da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (PT) Accolgo con favore l’adesione da parte della Comunità europea all’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA). Quest’Agenzia mira a promuovere l’adozione e l’uso sostenibile di tutte le forme di energia rinnovabile, tenendo conto del contributo di queste ultime alla conservazione dell’ambiente, alla tutela climatica, alla crescita economica e alla coesione sociale (in particolare la riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile), all’accessibilità e sicurezza dell’approvvigionamento energetico, allo sviluppo regionale e alla responsabilità intergenerazionale.
L’agenzia ha altresì l’obiettivo di fornire consulenza tecnica, finanziaria e politica ai governi dei paesi in via di sviluppo, contribuendo così alla loro transizione verso una società a basso tenore di carbonio.
L’uso delle energie rinnovabili rappresenta uno degli obiettivi principali del pacchetto integrato sull’energia e i cambiamenti climatici.L’Agenzia contribuirà inoltre alla realizzazione degli obiettivi del pacchetto, segnatamente l’obiettivo di portare al 20 per cento il contributo delle energie rinnovabili al consumo totale di energia entro il 2020.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) IRENA è stata istituita ufficialmente il 26 gennaio 2009. Scopo dell’organizzazione è diventare un centro di riferimento per la promozione di una rapida transizione verso l’uso di energie sostenibili. Lo Statuto dell’organizzazione è stato completato. E’ essenziale, pertanto, che l’agenzia diventi operativa quanto prima. Sono favorevole all’adozione dello Statuto che è stato presentato e, di conseguenza, ho espresso un voto a favore della relazione.
Proinsias De Rossa (S&D), per iscritto. – (EN) Condivido l’adesione allo Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili da parte della Comunità europea. Detta Agenzia mira a diventare un centro di eccellenza per le energie rinnovabili, che consentirà di aiutare i governi a sfruttare le fonti di energia rinnovabile, a divulgare know-how e migliori prassi, nonché a fornire formazione in materia. E’, pertanto, auspicabile che la Comunità sia rappresentata presso un’istituzione i cui obiettivi coincidono con un suo ambito di competenza e il cui Statuto è già stato sottoscritto da venti Stati membri.
Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Il Portogallo è il sesto paese dell’Unione a 27 per dipendenza energetica, per cui investire nelle tecnologie pulite è di primaria importanza.
Sostengo un progetto nazionale per le energie rinnovabili, che dedichi particolare attenzione all’energia eolica, all’energia delle onde (date le eccezionali condizioni offerte dalla costa portoghese), all’energia solare termica e fotovoltaica e alla microgenerazione.
Sono, inoltre, favorevole alla ricerca e sviluppo di metodi, tecnologie e strategie che consentano l’immagazzinamento dell’energia rinnovabile eccedente.
Sono alfiere di una politica energetica che tenga conto delle sfide economiche e delle esigenze sociali, promuovendo al contempo lo sviluppo sostenibile, senza imporre oneri ambientali che ricadano sulle generazioni future.
La riduzione della nostra dipendenza energetica ha sempre rappresentato per me un impegno costante, e sono certo che la strada da intraprendere stia nel sostegno e nello sviluppo delle energie rinnovabili: mi compiaccio pertanto del fatto che il Portogallo sia uno dei membri fondatori dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA).
E’ inoltre per questo motivo che sostengo l’adesione della Comunità europea allo Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA).
Rovana Plumb (S&D), per iscritto. – (RO) Nel votare a favore di questa relazione, vorrei sottolineare l’importanza di creare un’organizzazione internazionale intesa a promuovere e sostenere l’uso delle energie rinnovabili in tutto il mondo, tenendo conto dei vantaggi che tali energie possono apportare alla tutela ambientale e climatica, nonché alla crescita economica e alla coesione sociale, riducendo altresì la povertà e garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e lo sviluppo regionale.
Alla conferenza di Bonn del gennaio 2009, la Romania, primo paese firmatario, ha esercitato la vicepresidenza della prima sessione, ed è stata inoltre invitata a entrare nel comitato amministrativo di IRENA, ovvero l’organo principale che funge temporaneamente da segretariato dell’Agenzia in attesa che questa cominci a funzionare a pieno regime. Attualmente, lo Statuto è stato sottoscritto da 137 paesi, tra i quali 24 Stati membri dell’Unione europea.
Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio recante abrogazione di alcuni atti obsoleti del Consiglio nel settore della politica agricola comune, poiché è necessario eliminare dall’acquis comunitario quegli atti che non siano più pertinenti. L’obiettivo è quello di migliorare la trasparenza e la certezza giuridica della legislazione comunitaria, in vista dell’accordo interistituzionale “Legiferare meglio” sottoscritto dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione. Di recente, l’accordo è stato confermato nella comunicazione della Commissione intitolata "Una PAC semplificata per l’Europa: un successo per tutti"; io sono relatore del Parlamento europeo per questa comunicazione, a nome del gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. Pertanto, nell’ambito di questa strategia, è opportuno eliminare dalla legislazione in vigore gli atti che abbiano perso efficacia.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Alla luce dell’enorme mole di leggi europee, diventa essenziale procedere incisivamente all’abrogazione degli atti che abbiano perso validità. Per questo motivo, ho votato a favore della relazione.
Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Ritengo sia fondamentale che tutti i soggetti coinvolti nella politica agricola comune (PAC) siano a conoscenza del quadro giuridico vigente nonché delle norme applicabili in un determinato momento.
Riconosco che, conformemente al principio della certezza giuridica, gli atti obsoleti non possano restare in vigore nell’ordinamento giuridico comunitario fino a data da destinarsi.
Considerando la fondamentale importanza della PAC per i governi e i cittadini dell’Unione, è mia convinzione che essa debba essere quanto più semplice e chiara possibile riguardo alla sua applicazione e alle norme vigenti.
La PAC svolge un ruolo centrale nella vita dell’Unione, riveste un’enorme importanza pratica e non può ridursi a un groviglio di regole, normative, atti e decisioni che hanno perso validità, minandone l’efficacia.
Alla luce di tutto questo, sostengo la proposta della Commissione di abrogare gli atti obsoleti nel settore della politica agricola comune.
Alan Kelly (S&D), per iscritto. (EN) L’oggetto della votazione riguarda la necessità che le istituzioni europee abroghino gli atti del Consiglio che, con il passare del tempo e lo sviluppo della tecnologia, diventino obsoleti e privi di efficacia, per preservare il corretto funzionamento dell’Unione. Questa votazione riguarda alcuni atti del Consiglio nel settore della politica agricola comune. Credo che alcuni aspetti della PAC richiedessero ormai da tempo un riesame. Se si desidera attuare correttamente le politiche e utilizzarle a vantaggio dei cittadini europei, i relativi atti devono essere attinenti al mondo agricolo odierno. Sono, inoltre, fermamente convinto che si debba intervenire per sfatare l’immagine dell’Unione come macchina burocratica che i cittadini europei percepiscono. Gli atti obsoleti servono soltanto a confondere, senza avere alcuna utilità reale. Sono questi gli aspetti della politica comunitaria che appannano l’immagine dell’Unione europea tra i cittadini e li dissuadono dall’interagire con essa. Per concludere, sono fermamente convinto che, se l’Unione europea desidera continuare a svolgere un ruolo importante, allora occorre sempre votare a favore dell’ammodernamento delle sue leggi e politiche.
Czesław Adam Siekierski (PPE), per iscritto. – (PL) E’ con grande piacere che ho votato a favore dell’approvazione della risoluzione sul regolamento recante abrogazione di alcuni atti obsoleti nel settore della PAC, in quanto continuiamo a sentir dire che vi sono troppe norme nell’Unione europea, con conseguenze negative per il corretto funzionamento dell’economia del mercato. Ciò vale in particolare per la PAC, nell’ambito della quale, nonostante siano state apportate numerose semplificazioni e sia stata eliminata tutta una serie di normative, restano in vigore diversi atti non più necessari.
Molti di questi atti hanno perso effetto giuridico, mentre il contenuto di altri è stato incorporato in documenti successivi. Tale situazione impone oneri molto gravosi, in termini di tempo e costi, ai nostri agricoltori ed è causa di lungaggini amministrative. Credo, pertanto, che sia essenziale procedere a un ulteriore aggiornamento, consolidamento e semplificazione del diritto comunitario, nonché all’abrogazione di numerosissimi atti giuridici, di modo che le disposizioni in vigore siano semplici, chiare e comprensibili. Ciò avvicinerà ancor più l’Unione europea ai suoi cittadini.
Oldřich Vlasák (ECR), per iscritto. – (CS) Vorrei spiegare le ragioni del mio voto circa la proposta di regolamento del Consiglio recante abrogazione di alcuni atti obsoleti del Consiglio relativi alla politica agricola comune. Durante il processo dell’integrazione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato molti atti. Al momento della nostra adesione all’Unione europea, l’acquis comunitario contava quasi 80 000 pagine, metà delle quali riguardanti l’agricoltura. E’, pertanto, positivo che gli organismi dell’Unione europea abbiano convenuto, su base interistituzionale, che il diritto comunitario debba essere aggiornato e condensato.
Le leggi prive di effetto duraturo dovrebbero essere eliminate dall’acquis comunitario al fine di migliorare la trasparenza e la certezza del diritto comunitario. Di recente la Commissione ha dichiarato obsolete 250 leggi in materia agricola. Ora stiamo parlando di circa 28 atti privi di utilità da un punto di vista pratico, ma che formalmente esistono ancora, e di sei atti diventati obsoleti. Sebbene io abbia dato il mio sostegno a questa proposta, sono fermamente convinto che vi siano altre opportunità di snellire la legislazione europea e di ridurre la burocrazia di Bruxelles e, pertanto, chiedo alla Commissione di proseguire l’opera di semplificazione del diritto europeo.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) E’ necessario condurre analisi di laboratorio al fine di verificare che determinati organismi nocivi non siano presenti sul territorio dell’Unione europea. Le normative attualmente in vigore non consentono ad alcuni laboratori cui potrebbe essere delegato questo incarico di effettuare le analisi, in quanto non conformi all’articolo 2, paragrafo 1, lettera g, punto ii, della direttiva 2000/29/CE. Sono favorevole a consentire a detti laboratori di svolgere questi compiti, purché siano rispettate alcune condizioni. Ho dunque votato a favore della relazione.
Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione che autorizza il Portogallo ad applicare una riduzione delle aliquote di accisa al rum, ai liquori e alle acqueviti prodotti e consumati nelle Azzorre e a Madera, poiché considero questa misura fondamentale per contribuire alla sussistenza delle piccole imprese specializzate in queste produzioni, che si trovano in una posizione concorrenziale estremamente svantaggiata dovendo affrontare la liberalizzazione dei mercati e l’aumento delle vendite di bevande alcoliche nella zona.
La riduzione di questa imposta contribuirà altresì a un maggiore equilibrio economico e sociale in quelle regioni, assicurando così la sostenibilità e persino la creazione di posti di lavoro, che sono essenziali per la salvaguardia delle economie locali.
John Attard-Montalto (S&D), per iscritto. – (EN) Il governo di Malta dovrebbe adottare iniziative simili per l’isola di Gozo. Tutti gli Stati membri dell’Unione europea che includano regioni insulari hanno richiesto misure di questo tipo e hanno ricevuto dall’Unione europea l’autorizzazione a introdurre tali disposizioni ad hoc, che differiscono da una regione insulare all’altra, ma sono accomunate da un obiettivo: migliorare le condizioni economiche al fine di controbilanciare gli aspetti negativi delle regioni insulari. L’isola di Gozo soffre di gravi svantaggi, come la doppia insularità, la distanza, le piccole dimensioni del territorio e una topografia ostile. I paesi molto più grandi di Malta, come Portogallo, Italia e Grecia, sono stati in grado di ottenere misure speciali in modo da fornire incentivi allettanti per le regioni insulari. Le isole più piccole dell’arcipelago maltese sono particolarmente vulnerabili.
L’isola di Gozo ha bisogno di assistenza tramite l’introduzione di misure speciali di questo genere. Spetta al governo maltese individuare quali misure speciali sarebbero più adeguate e, successivamente, chiedere all’Unione europea di poter adottare tali misure. E’ compito del governo di Malta ridurre i disagi tristemente diffusi sull’isola di Gozo.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Si tratta di una proroga della deroga fiscale concessa al Portogallo nel 2002 per alcune regioni autonome. Condivido tale proroga e, per questo, ho espresso un voto favorevole sulla relazione.
Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione Hübner sulla proposta di decisione del Consiglio che autorizza il Portogallo ad applicare una riduzione delle aliquote di accisa al rum e ai liquori prodotti e consumati nella regione autonoma di Madera nonché ai liquori e alle acquaviti prodotti e consumati nella regione autonoma delle Azzorre. Tenendo conto delle caratteristiche specifiche di queste regioni ultraperiferiche, ritengo che tale proroga sia essenziale per la sopravvivenza dell’industria locale di questi prodotti e per la protezione dei posti di lavoro del settore.
Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Considerata l’importanza che la produzione rispettivamente di rum e acquavite, nonché di liquori in entrambe le regioni, riveste per l’agricoltura e, di conseguenza, per l’economia e l’occupazione delle regioni autonome portoghesi di Madera e delle Azzorre, è essenziale che la riduzione delle aliquote di accisa applicate a questi prodotti continui, onde evitare forme di concorrenza sleale nel mercato interno.
L’eliminazione delle aliquote di accisa determinerebbe un aumento dei prezzi di vendita al dettaglio che, a sua volta, ridurrebbe ulteriormente la competitività di tali prodotti rispetto a prodotti simili importati dal resto dell’Unione europea e, pertanto, metterebbe a repentaglio la sussistenza dei prodotti tradizionali. L’effetto sull’industria locale e sull’economia regionale sarebbe disastroso a livello socioeconomico, considerando le conseguenze che si produrrebbero per le aziende agricole a conduzione familiare di quelle regioni.
Nuno Teixeira (PPE), per iscritto. – (PT) La proposta approvata durante la plenaria di oggi da una maggioranza schiacciante prevede una proroga della concessione del 2002, che autorizzava il Portogallo a ridurre le aliquote di accisa sul rum e i liquori prodotti e consumati a Madera nonché sui liquori e le acquaviti prodotti e consumati nelle Azzorre. Sin dall’inizio di questo iter, ho fatto il possibile per garantire che questa misura, scaduta alla fine del 2008, fosse rinnovata con carattere d’urgenza. Dopo aver ottenuto il sostegno unanime della commissione per lo sviluppo regionale, questo risultato è stato confermato dalla votazione di oggi, che mantiene la riduzione dell’imposta dal gennaio 2009 fino al 2013.
I produttori di rum e liquori di Madera incontrano continui ostacoli a causa della posizione geografica ultraperiferica, dell’insularità, delle difficoltà orografiche e climatiche nonché per le esigue dimensioni delle aziende agricole. Se non potessero più beneficiare di questa concessione, sarebbero obbligati ad aumentare i prezzi. Ciò condizionerebbe la loro attività e l’occupazione da essa dipendente, con conseguenze nefaste per la regione.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Il documento consiste di una mera codificazione di testi senza modificazioni sostanziali. Concordo con tale codificazione e, per questo motivo, ho votato a favore della relazione.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Ancora una volta si tratta di una codificazione che non introduce alcun cambiamento sostanziale e che mi trova d’accordo. Ho, pertanto, votato a favore di questa relazione.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) La relazione è una mera codificazione di testi già esistenti e, pertanto, ho espresso un voto a favore.
Cătălin Sorin Ivan (S&D), per iscritto. – (RO) Il coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative negli Stati membri in materia di diffusione di programmi televisivi è vitale per la creazione di uno spazio mediatico in cui il tema principale sia l’unità nella diversità. Per noi è altrettanto importante far sì che tutti i cittadini europei possano avere accesso alla legislazione europea. La relazione sulla proposta di direttiva sui servizi di media audiovisivi nella versione codificata, presentata precedentemente alla plenaria, è una misura meramente tecnica e giuridica i cui benefici sono, comunque, indiscutibili. La codificazione di una legislazione in costante cambiamento è una misura che conferisce maggiore chiarezza e trasparenza al diritto comunitario, semplificando la comprensione da parte dei cittadini dell’Unione europea. In questo caso, la proposta di codificazione consiste nel sostituire la vecchia direttiva del 1989 con una nuova direttiva (senza modificarne il contenuto) alla quale siano stati aggiunti gli atti che l’hanno integrata nel corso degli anni. Sono favorevole a questa iniziativa in quanto, a parte il suo carattere tecnico, non è possibile trascurarne il valore come sostegno a un adeguato funzionamento dei servizi di mezzi audiovisivi, nonché in termini di trasparenza.
Petru Constantin Luhan (PPE), per iscritto. – (RO) Concordo con il testo di questa relazione poiché il pluralismo dell’informazione dovrebbe costituire un principio fondamentale dell’Unione europea. La diversificazione dei mezzi di comunicazione di massa consente una molteplicità di punti di vista, che rappresenta una caratteristica essenziale di una società democratica.
Quest’argomentazione presenta anche un risvolto economico. I servizi dei mezzi audiovisivi convenzionali (come la televisione) e quelli di più recente introduzione (per esempio, i video su richiesta) offrono eccellenti opportunità di occupazione in Europa, particolarmente attraverso le piccole e medie imprese che, a loro volta, daranno impulso alla crescita economica e agli investimenti.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Questa relazione riguarda la codificazione della legislazione sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto. Sono d’accordo con tale codificazione e, pertanto, ho espresso un voto a favore.
Elisabeth Morin-Chartier (PPE), per iscritto. – (FR) Come la maggioranza dei colleghi, ho votato a favore del miglioramento della trasparenza e chiarezza della legislazione comunitaria. In effetti, adottando questa risoluzione, il Parlamento europeo ha assecondato la volontà della Commissione europea di “ripulire” i testi attraverso la codificazione della legislazione sulla protezione dei lavoratori contro l’amianto. Tale risoluzione permetterà una migliore applicazione di queste norme, essenziali per i lavoratori.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) La presente relazione riguarda la codificazione della legislazione sui controlli veterinari per gli animali che sono introdotti nella Comunità. Ho, pertanto, votato a favore.
Miroslav Mikolášik (PPE), per iscritto – (SK) Onorevoli colleghi, saluto con favore l’approvazione della relazione Geringer de Oedenberg sulla proposta di direttiva del Consiglio che fissa i principi relativi all'organizzazione dei controlli veterinari per gli animali che provengono dai paesi terzi e che sono introdotti nella Comunità. La nuova direttiva evidentemente contribuirà a chiarire e a rendere più comprensibili le attuali e numerose disposizioni giuridiche in questo settore. La direttiva si concentra sulla codificazione di leggi senza modificarne l’effettivo contenuto.
Dal punto di vista dei cittadini europei, semplificando e chiarendo il diritto comunitario si contribuisce ad aumentare la certezza giuridica e, a mio avviso, la codificazione effettuata dalla direttiva rappresenta, pertanto, un passo nella direzione giusta, che porta all’applicazione efficace del diritto positivo. Al contempo, concordo sul fatto che l’armonizzazione dei principi a livello comunitario contribuirà non solo a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, ma anche alla stabilizzazione di un mercato interno in cui sono stati eliminati i controlli alle frontiere interne, nonché alla tutela degli animali introdotti nella Comunità.
Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) In base alle normative attuali, laddove sia scoperto un carico non conforme alle normative sulla tutela degli animali, le autorità, dopo aver proceduto al suo “sequestro” al fine di tutelare gli animali stessi, devono riconsegnare al proprietario eventuali animali giovani non vaccinati che siano stati separati dalla madre prematuramente, una volta posto rimedio al problema. Nella pratica, naturalmente, ci si approfitta senza pudore di questo tipo di situazione.
Questa codificazione sarebbe una buona occasione per modificare il regolamento comunitario sul trasporto degli animali, di modo che i cuccioli possano essere sequestrati ogniqualvolta i carichi non siano conformi alle normative, eliminando così questa scappatoia. Purtroppo, abbiamo permesso che andasse persa questa occasione. Nonostante tutto, la codificazione nel suo complesso sembra introdurre un miglioramento della normativa sulla tutela degli animali, ragion per cui ho votato a favore della relazione.
Franz Obermayr (NI), per iscritto. – (DE) Poiché l’alimentazione rappresenta un fattore significativo per la salute della popolazione e dato che gli animali sono una fonte essenziale di prodotti alimentari, è particolarmente importante che sia garantita una tutela globale in questo ambito, e ciò deve essere realizzato, tra le altre cose, mediante controlli veterinari. Questi ultimi rivestono una grande importanza presso le frontiere esterne della Comunità, specialmente perché le norme dei paesi terzi in questo ambito spesso sono meno rigorose di quelle dell’Unione europea.
Occorrono, pertanto, normative più mirate, più uniformi e più chiare allo scopo di garantire che gli stessi controlli all’importazione siano effettuati lungo tutte le frontiere esterne,. L’attuale proposta della Commissione a favore della codificazione della direttiva del Consiglio che fissa i principi relativi all'organizzazione dei controlli veterinari per gli animali che provengono dai paesi terzi e che sono introdotti nella Comunità fa un passo in questa direzione e, pertanto, riceve il mio sostegno.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Questa relazione consiste in una codificazione senza modifiche sostanziali e, pertanto, ho espresso un voto a favore.
Elisabeth Morin-Chartier (PPE), per iscritto. – (FR) Come la maggior parte dei colleghi parlamentari, ho votato a favore del miglioramento della trasparenza e della chiarezza della normativa riguardante le reti per la raccolta dei dati contabili relativi ai redditi e all’attività delle aziende agricole al fine di migliorare la normativa e, soprattutto, di rendere il testo più leggibile.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) La presente relazione consiste in una mera codificazione della normativa sulle norme di polizia sanitaria per gli scambi intracomunitari. Concordo con tale codificazione e, pertanto, ho votato a favore della relazione.
Franz Obermayr (NI), per iscritto. – (DE) Innanzi tutto, l’allevamento del pollame costituisce una parte significativa delle attività economiche del settore agricolo, oltre a rappresentare una fonte di reddito per una parte della forza lavoro. In secondo luogo, le uova e il pollame rientrano tra le derrate alimentari più comuni. Per tali ragioni, anche il commercio di questi prodotti dovrebbe essere regolamentato con chiarezza e in maniera uniforme, se non altro per proteggere la salute dei cittadini.
L’attuale proposta della Commissione per una versione codificata della direttiva del Consiglio relativa alle norme di polizia sanitaria per gli scambi intracomunitari e le importazioni in provenienza dai paesi terzi di pollame e uova da cova difende gli interessi di coloro che lavorano nel settore agricolo e coloro che commerciano nel settore, nonché i cittadini dell’Unione europea in quanto consumatori, ragion per cui sostengo la proposta.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Questa relazione propone l’esenzione dal visto per soggiorni di breve durata tra la Comunità europea e la Repubblica di Mauritius. Concordo con tale disposizione e, pertanto, ho votato a favore della relazione.
Carlos Coelho (PPE), per iscritto. – (PT) Sono a favore di questo accordo negoziato tra la Comunità europea e la Repubblica di Mauritius, che istituisce l’esenzione dal visto per l’ingresso e per soggiorni di breve durata allo scopo di agevolare gli spostamenti dei cittadini. I cittadini dell’Unione europea e della Repubblica di Mauritius che si rechino nel territorio della controparte per un periodo massimo di tre mesi su sei saranno esenti dall’obbligo di visto. Fanno eccezione il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda, che non sono vincolati da questo accordo, e la limitazione territoriale nei confronti di Francia e Olanda, in virtù della quale questo accordo va applicato soltanto ai territori europei di detti paesi.
Ricordo che chiunque viaggi con la finalità di esercitare un’attività retribuita durante un breve soggiorno non potrà beneficiare di questo accordo e continuerà a essere soggetto alle norme pertinenti a livello comunitario e nazionale in materia di obbligo o esenzione del visto, nonché di accesso all’occupazione. L’accordo può essere sospeso o revocato, ma quella decisione può soltanto essere presa rispetto a tutti gli Stati membri. Sono, inoltre, a favore dell’applicazione provvisoria dell’accordo in attesa della sua entrata in vigore.
Franz Obermayr (NI), per iscritto. – (DE) Questo accordo stipulato tra la Comunità europea e la Repubblica di Mauritius prevede l’esenzione dall’obbligo del visto per i cittadini dei paesi in questione che si rechino nel territorio della controparte per un periodo massimo di tre mesi su sei.
Ho espresso un voto contrario alla conclusione dell’accordo poiché mantenere l’obbligo del visto costituisce un controllo certo sull’immigrazione indesiderata, mentre l’esenzione dal visto per periodi fino a tre mesi offrirebbe abbastanza tempo per costruirsi una rete sociale a coloro che, in realtà, hanno programmato di fermarsi per un periodo più lungo.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Questa relazione prevede l’esenzione dal visto per soggiorni di breve durata tra le Seychelles e la Comunità europea. Do il mio sostegno all’accordo e, pertanto, voto a favore della relazione.
Carlos Coelho (PPE), per iscritto. – (PT) Sono a favore di questo accordo negoziato tra la Comunità europea e le Seychelles, che istituisce l’esenzione dal visto per l’ingresso e per soggiorni di breve durata allo scopo di agevolare gli spostamenti dei cittadini. I cittadini dell’Unione europea e delle Seychelles che si rechino nel territorio della controparte per un periodo massimo di tre mesi su sei saranno esenti dall’obbligo di visto. Fanno eccezione il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda, che non sono vincolati da questo accordo, e la limitazione territoriale nei confronti di Francia e Olanda, in virtù della quale questo accordo va applicato soltanto ai territori europei di detti paesi.
Ricordo che chiunque viaggi con la finalità di esercitare un’attività retribuita durante un breve soggiorno non potrà beneficiare di questo accordo e continuerà a essere soggetto alle norme pertinenti a livello comunitario e nazionale in materia di obbligo o esenzione del visto, nonché di accesso all’occupazione. L’accordo può essere sospeso o revocato, ma quella decisione può soltanto essere presa rispetto a tutti gli Stati membri. Sono, inoltre, a favore dell’applicazione provvisoria dell’accordo in attesa della sua entrata in vigore.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Questa relazione prevede l’esenzione dal visto per soggiorni di breve durata tra la Comunità europea e le Barbados. Do il mio sostegno all’accordo e, pertanto, voto a favore della relazione.
Carlos Coelho (PPE), per iscritto. – (PT) Sono a favore di questo accordo negoziato tra la Comunità europea e la Repubblica delle Barbados, che istituisce l’esenzione dal visto per l’ingresso e per soggiorni di breve durata allo scopo di agevolare gli spostamenti dei cittadini. I cittadini dell’Unione europea e della Repubblica delle Barbados che si rechino nel territorio della controparte per un periodo massimo di tre mesi su sei saranno esenti dall’obbligo di visto. Fanno eccezione il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda, che non sono vincolati da questo accordo, e la limitazione territoriale nei confronti di Francia e Olanda, in virtù della quale questo accordo va applicato soltanto ai territori europei di detti paesi.
Ricordo che chiunque viaggi con la finalità di esercitare un’attività retribuita durante un breve soggiorno non potrà beneficiare di questo accordo e continuerà a essere soggetto alle norme pertinenti a livello comunitario e nazionale in materia di obbligo o esenzione del visto, nonché di accesso all’occupazione. L’accordo può essere sospeso o revocato, ma quella decisione può soltanto essere presa rispetto a tutti gli Stati membri. Sono, inoltre, a favore dell’applicazione provvisoria dell’accordo in attesa della sua entrata in vigore.
Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) Le relazioni che abbiano dinanzi, riguardanti gli accordi tra la Comunità europea e numerosi piccoli Stati isola come Mauritius e le Barbados, prevedono un’esenzione dal visto qualora i cittadini dei paesi interessati si rechino nel territorio della controparte per un periodo massimo di tre mesi su sei. Respingo questo allentamento dei requisiti di ingresso e, pertanto, ho votato contro la conclusione di questi accordi, poiché il mantenimento dell’obbligo di visto costituisce un ostacolo alla criminalità e, di conseguenza, limita notevolmente l’immigrazione indesiderata.
Si può, inoltre, presupporre che coloro che soggiornano nell’Unione europea per tre mesi, avvalendosi di tale esenzione dall’obbligo di visto, potrebbero stabilire numerosi contatti che consentano loro di passare poi alla clandestinità. Va evitato ad ogni costo un aumento delle attività criminali e illecite.
Carlos Coelho (PPE), per iscritto. – (PT) Sono a favore di questo accordo negoziato tra la Comunità europea e la Federazione di Saint Christopher (Saint Kitts) e Nevis, che istituisce l’esenzione dal visto per l’ingresso e per soggiorni di breve durata allo scopo di agevolare gli spostamenti dei cittadini. I cittadini dell’Unione europea e della suddetta Federazione che si rechino nel territorio della controparte per un periodo massimo di tre mesi su sei saranno esenti dall’obbligo di visto. Fanno eccezione il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda, che non sono vincolati da questo accordo, e la limitazione territoriale nei confronti di Francia e Olanda, in virtù della quale questo accordo va applicato soltanto ai territori europei di detti paesi.
Ricordo che chiunque viaggi con la finalità di esercitare un’attività retribuita durante un breve soggiorno non potrà beneficiare di questo accordo e continuerà a essere soggetto alle norme pertinenti a livello comunitario e nazionale in materia di obbligo o esenzione del visto, nonché di accesso all’occupazione. L’accordo può essere sospeso o revocato, ma quella decisione può soltanto essere presa rispetto a tutti gli Stati membri. Sono, inoltre, a favore dell’applicazione provvisoria dell’accordo in attesa della sua entrata in vigore.
Carlos Coelho (PPE), per iscritto. – (PT) Sono a favore di questo accordo negoziato tra la Comunità europea e Antigua e Barbuda, che istituisce l’esenzione dal visto per l’ingresso e per soggiorni di breve durata allo scopo di agevolare gli spostamenti dei cittadini. I cittadini dell’Unione europea e di Antigua e Barbuda che si rechino nel territorio della controparte per un periodo massimo di tre mesi su sei saranno esenti dall’obbligo di visto. Fanno eccezione il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda, che non sono vincolati da questo accordo, e la limitazione territoriale nei confronti di Francia e Olanda, in virtù della quale questo accordo va applicato soltanto ai territori europei di detti paesi.
Ricordo che chiunque viaggi con la finalità di esercitare un’attività retribuita durante un breve soggiorno non potrà beneficiare di questo accordo e continuerà a essere soggetto alle norme pertinenti a livello comunitario e nazionale in materia di obbligo o esenzione del visto, nonché di accesso all’occupazione. L’accordo può essere sospeso o revocato, ma quella decisione può soltanto essere presa rispetto a tutti gli Stati membri. Sono, inoltre, a favore dell’applicazione provvisoria dell’accordo in attesa della sua entrata in vigore.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Questa relazione prevede l’esenzione dal visto per soggiorni di breve durata tra le Bahamas e gli Stati membri dell’Unione europea. Do il mio sostegno all’accordo e, pertanto, voto a favore della relazione.
Carlos Coelho (PPE), per iscritto. – (PT) Sono a favore di questo accordo negoziato tra la Comunità europea e il Commonwealth delle Bahamas, che istituisce l’esenzione dal visto per l’ingresso e per soggiorni di breve durata allo scopo di agevolare gli spostamenti dei cittadini. I cittadini dell’Unione europea e del Commonwealth delle Bahamas che si rechino nel territorio della controparte per un periodo massimo di tre mesi su sei saranno esenti dall’obbligo di visto. Fanno eccezione il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda, che non sono vincolati da questo accordo, e la limitazione territoriale nei confronti di Francia e Olanda, in virtù della quale questo accordo va applicato soltanto ai territori europei di detti paesi.
Ricordo che chiunque viaggi con la finalità di esercitare un’attività retribuita durante un breve soggiorno non potrà beneficiare di questo accordo e continuerà a essere soggetto alle norme pertinenti a livello comunitario e nazionale in materia di obbligo o esenzione del visto, nonché di accesso all’occupazione. L’accordo può essere sospeso o revocato, ma quella decisione può soltanto essere presa rispetto a tutti gli Stati membri. Sono, inoltre, a favore dell’applicazione provvisoria dell’accordo in attesa della sua entrata in vigore.
Gerard Batten (EFD), per iscritto. – (EN) Noi parlamentari europei dell’UKIP ci siamo astenuti in quanto non crediamo che l’Unione europea debba assumersi la responsabilità di inviare il denaro dei contribuenti alle vittime del terremoto in Italia. A quelle vittime va tutta la nostra comprensione, ma riteniamo che le donazioni debbano giungere dai governi e dalle organizzazioni benefiche nazionali.
Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Come ho sottolineato in precedenza riguardo alla relazione Böge (A7-0021/2009) sul terremoto dell’Abruzzo, ritengo che la solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione europea e il sostegno europeo per gli Stati colpiti da catastrofi naturali lancino un chiaro segnale che l’Unione europea, nell’adottare strumenti di aiuto speciali come il Fondo di solidarietà dell’Unione europea, dimostra di saper restare unita di fronte alle avversità e questo è qualcosa di cui possiamo essere davvero orgogliosi.
Così, in vista della possibilità che la Commissione europea possa presentare bilanci rettificativi nell’eventualità di “circostanze inevitabili, eccezionali o impreviste”, compreso il terremoto in Italia, ho votato a favore di questa relazione riguardante la rettifica del bilancio dell’Unione europea. In questo modo, i residenti della zona colpita potranno vedere un rapido risarcimento dei danni provocati dal terremoto e un veloce ripristino delle condizioni di vita normali grazie alla mobilizzazione di 493,78 milioni di euro dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea.
João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Visto che è stata approvata una mobilizzazione dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea pari a 493 771 159 euro a favore dell’Italia, e dato che il suddetto Fondo non dispone di un proprio bilancio, occorre procedere alla rettifica del bilancio comunitario al fine di garantire la disponibilità dell’importo concordato. Essendo d’accordo con la necessità di stanziare quanto prima le risorse necessarie, ci rammarichiamo del fatto che la proposta presentata dalla Commissione europea preveda, tra altre voci di bilancio, una riduzione dei finanziamenti destinati a importanti programmi comunitari rispetto al quadro finanziario pluriennale precedente e a quello attuale.
A titolo esemplificativo, possono essere menzionate le riduzioni previste per il Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia, lo strumento finanziario d'orientamento della pesca – programmi dell’Unione europea appartenenti al quadro comunitario precedente, 2002-2006 – oppure LIFE+, lo strumento finanziario per l’ambiente. A nostro avviso, non solo il Fondo di solidarietà dovrà essere necessariamente adeguato in modo da dotarlo di una linea di bilancio con risorse proprie, ma il suo finanziamento non dovrebbe avvenire a costo dei suddetti programmi comunitari mentre, al contempo, si insiste sul rafforzamento delle spese militari e di propaganda. I fondi che ora sono destinati al Fondo di solidarietà si sarebbero, invece, potuti attingere da queste voci di bilancio.
Barry Madlener (NI), per iscritto. – (NL) Il Partij voor de Vrijheid (Partito per la libertà olandese, PVV) è a favore dell’assistenza nelle emergenze, tuttavia spetta ai singoli Stati membri, e non all’Unione europea, fornire tale assistenza.
Vilija Blinkevičiūtė (S&D), per iscritto. – (LT) Concordo che bisognerebbe predisporre un sostegno supplementare per i lavoratori che soffrono le conseguenze dei grandi cambiamenti strutturali nei flussi commerciali mondiali e che si dovrebbe aiutarli a reinserirsi nel mercato del lavoro. E’ essenziale che l’assistenza finanziaria per i lavoratori in esubero sia disponibile quanto prima e che le risorse del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), vitali per il reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori in esubero, siano utilizzate con maggiore efficacia. Desidero sottolineare che gli Stati membri dovrebbero fornire informazioni più dettagliate sull’applicazione di importanti obiettivi di parità tra uomini e donne e non discriminazione attraverso le misure finanziate tramite il FEG.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) Questa relazione è a favore della mobilizzazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. Concordo sul fatto che la mobilizzazione di questo fondo sia necessaria in questo caso e, per tale ragione, ho votato a favore della relazione.
Lena Ek, Marit Paulsen, Olle Schmidt e Cecilia Wikström (ALDE), per iscritto. – (SV) Siamo del tutto consapevoli degli effetti negativi della crisi economica sul mercato del lavoro e sulla società nel suo complesso. Desideriamo esprimere la nostra profonda solidarietà a coloro che sono stati colpiti dalla crisi e siamo lieti di vedere l’introduzione di misure, come la formazione, che assisteranno le singole persone a superare queste difficoltà. Ciononostante, siamo convinti che il libero scambio sia fondamentalmente una forza positiva che va a beneficio dello sviluppo dell’Europa nel suo intero. Vorremmo, pertanto, vedere una gestione della crisi finanziaria affrontata in primo luogo tramite strumenti basati sul mercato, che promuovano il commercio libero ed equo.
Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) La disoccupazione è uno dei principali problemi che interessano lo Spazio economico europeo. Anche prima che sorgesse l’attuale crisi finanziaria, che ha accresciuto e aggravato alcuni sintomi preesistenti, risulta evidente il serio impatto della globalizzazione e della conseguente rilocalizzazione delle imprese sulla vita di molte persone. Le particolari difficoltà dell’epoca in cui viviamo risultano evidenti se si considerano insieme con questi problemi l’attuale mancanza di fiducia dei mercati e la contrazione degli investimenti. In questo senso, sebbene io sia a favore della regolamentazione del mercato interno, ritengo che l’eccezionalità della crisi giustifichi contromisure eccezionali per combatterla.
Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è uno degli strumenti che l’Unione europea ha a propria disposizione per aiutare i lavoratori disoccupati in queste circostanze. Credo che il caso dei lavoratori della Nokia GmbH, nei pressi della città tedesca di Bochum, giustifichi l’aiuto europeo, come fu già fatto in Portogallo. Indipendentemente da tali aiuti, che sono innegabilmente utili, l’Unione europea deve anche adoperarsi per promuovere un mercato europeo più solido e creativo, capace di generare investimenti e occupazione. Solo così sarà possibile affrontare il problema in maniera efficace, seria e sostenibile.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) In questo caso si è trattato di rispondere a una richiesta di assistenza da parte della Germania per gli esuberi nel settore delle telecomunicazioni, specialmente tra i lavoratori della Nokia GmbH, che soddisfacevano i criteri di ammissibilità definiti nel regolamento del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione.
In realtà, la mobilizzazione di questo fondo attenua però solo alcune delle gravi conseguenze della crisi economica e finanziaria. Serve una rottura con le politiche neoliberali che stanno causando un autentico disastro economico e sociale in molti paesi dell’Unione europea, in particolare in Portogallo.
Nonostante il nostro voto a favore di questa relazione, non possiamo non notare l’insufficienza delle misure proposte, che sono meri palliativi, e la vera ingiustizia del regolamento, che beneficia maggiormente i paesi con retribuzioni e sussidi di disoccupazione più elevati.
Per tale ragione, insistiamo su un cambiamento delle politiche e sulla necessità di un vero piano di sostegno per la produzione e la creazione di posti di lavoro con diritti.
Eija-Riitta Korhola (PPE), per iscritto. – (EN) Signor Presidente, ho votato a favore dell’investimento, tramite il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), di circa 5,6 milioni di euro nella regione tedesca della Renania settentrionale-Vestfalia, teatro di licenziamenti di massa fin dagli anni novanta. In conseguenza alla chiusura, nel 2008, dell’impianto di produzione di Bochum della società di telecomunicazioni finlandese Nokia e alla sua rilocalizzazione in mercati più convenienti, nella regione sono stati licenziati altri 2 300 lavoratori. Poiché sono finlandese, mi sta particolarmente a cuore la difficile situazione dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro a causa della chiusura dell’impianto di produzione Nokia a Bochum. Questo è stato infatti l’ultimo di una serie di eventi che hanno aggravato la disoccupazione nella zona. Saluto dunque con grande favore gli investimenti del FEG nella regione quale strumento per migliorare le opportunità di occupazione per gli abitanti della Renania settentrionale-Vestfalia.
Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) Abbiamo votato a favore di questo testo pensando ai dipendenti della Nokia e al loro ingiusto licenziamento. Teniamo a sottolineare, comunque, che non siamo soddisfatti di aver dovuto votare per la migliore proposta tra le peggiori: assistenza nella ricerca di un lavoro nel quadro di assurdi licenziamenti di massa da parte di un leader mondiale della telefonia mobile, la Nokia, licenziamenti qui descritti come uno dei vari rischi posti da una globalizzazione alla quale bisogna adattarsi.
Denunciamo questa logica di “adeguamento” alla globalizzazione, poiché è così che l’Unione europea chiama tragedie sociali e umane come questa, che vedono società che registrano utili record delocalizzare all’estero allo scopo di incrementare ancor più i profitti, rovinando la vita di centinaia di lavoratori e di un’intera regione. Questo palliativo caritatevole proposto (il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione) non può far dimenticare che l’Unione europea è, in effetti, direttamente responsabile del dramma sofferto dai lavoratori in esubero, a causa della sua scelta a favore della libera ed equa concorrenza. Invece di sostenere tali “adeguamenti” alle enormi incertezze provocate dall’economia capitalista, l’Unione europea dovrebbe vietare tali pratiche e tutelare i cittadini europei.
Elisabeth Morin-Chartier (PPE), per iscritto. – (FR) Questa relazione è a favore della mobilizzazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) in seguito agli esuberi verificatisi in Germania. Sono totalmente d’accordo con la mobilizzazione del fondo – in questo caso è necessario – pertanto, come la maggior parte dei miei colleghi deputati, ho votato a favore di questa relazione. Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è uno dei meccanismi disponibili all’Unione europea per aiutare i lavoratori che siano stati licenziati in seguito alle ripercussioni della globalizzazione. Ritengo che il caso dei dipendenti della Nokia GmbH e della zona di Bochum, in Germania, richieda la mobilizzazione degli aiuti europei, proprio come è stato fatto in precedenza nel caso del Portogallo.
David Casa (PPE), per iscritto. – (EN) L’onorevole Siwiec è stato accusato di aver offeso il sentimento religioso altrui durante un evento svoltosi alcuni anni fa. Dopo aver esaminato i fatti, ritengo che non sia opportuno revocare l’immunità. Anche il relatore è dello stesso avviso e, pertanto, ho votato a favore della relazione.
Ole Christensen, Dan Jørgensen e Christel Schaldemose (S&D), per iscritto. – (DA) Nella votazione di oggi, ci siamo espressi a favore della revoca dell’immunità dell’onorevole Siwiec. Ciò significa che egli potrebbe essere rinviato a giudizio in Polonia come qualsiasi altro cittadino. Desideriamo esprimere tutta la nostra comprensione all’onorevole Siwiec e, per quanto possa valere la nostra opinione, anche noi crediamo che le accuse mosse nei suoi confronti siano infondate e abbiano una motivazione politica.
Riteniamo, tuttavia, che si debba permettere che egli sia giudicato da un tribunale come chiunque altro, poiché occorre avere fiducia nel rispetto dei principi fondamentali della democrazia e dello stato di diritto da parte della Polonia, trattandosi di un prerequisito necessario per essere uno Stato membro dell’Unione europea. Per la stessa ragione, noi, per principio, esprimiamo sempre un voto a favore della revoca dell’immunità dei deputati di questo Parlamento, indipendentemente dal caso di cui si tratti.
Elena Oana Antonescu (PPE), per iscritto. – (RO) La creazione dello spazio Schengen abolendo i controlli alle frontiere interne e l’introduzione della libera circolazione nell’ambito del territorio dell’Unione europea si annoverano tra i risultati più importanti raggiunti dall’Unione europea. Tenendo conto della permeabilità delle frontiere, occorrono standard assai elevati per l’effettiva applicazione dell’acquis di Schengen al fine di poter mantenere un maggiore livello di fiducia reciproca tra gli Stati membri, che include anche la loro capacità di attuare le misure che accompagnano l’abolizione dei controlli alle frontiere interne.
Occorre migliorare il meccanismo di valutazione per controllare l’attuazione dell’acquis di Schengen. La necessità di mantenere un elevato livello di sicurezza e di fiducia richiede una collaborazione efficace tra i governi degli Stati membri e la Commissione europea.
Tenendo conto dell’importanza di questa iniziativa legislativa e della sua pertinenza in termini di diritti e libertà fondamentali, è increscioso che il Parlamento europeo stia svolgendo un ruolo consultivo invece che di colegislatore, come invece gli spetterebbe. Di conseguenza, ho votato contro la proposta legislativa della Commissione.
Vilija Blinkevičiūtė (S&D), per iscritto. – (LT) Ho votato a favore di questa relazione, in quanto la posizione del relatore è in linea con i principi delle libertà dei cittadini, della giustizia e degli affari interni. L’introduzione di un meccanismo di valutazione è significativa per tutti gli Stati membri. Dato che non si prende in considerazione la procedura di codecisione, la proposta della Commissione europea limita le opportunità di collaborazione tra gli Stati membri. La proposta stilata di recente dalla Commissione europea dovrà essere emendata una volta entrato in vigore il trattato di Lisbona.
Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) La creazione, mediante gli accordi di Schengen, di uno spazio europeo libero da controlli frontalieri ha rappresentato un passo importante nella costruzione di un mercato interno aperto caratterizzato dalla libera circolazione di persone e di merci. Ciononostante, se questo spazio deve realizzare il suo potenziale, che io riconosco, deve esistere anche un efficace meccanismo di valutazione della sua applicazione nei diversi Stati membri.
Concordo, pertanto, con il rafforzamento delle competenze volte a controllare Schengen, in particolare tramite valutazioni (questionari e visite locali, sia programmate sia non annunciate) e meccanismi di post-valutazione, in modo da garantire una supervisione adeguata del modo in cui i vari Stati membri operano, collaborano e controllano le proprie frontiere esterne nell’ambito degli accordi di Schengen.
Sono consapevole che eventuali lacune o intoppi nel funzionamento del sistema comportino seri rischi per la sicurezza interna dell’Unione europea e mettano a repentaglio lo stesso spazio Schengen come spazio di libertà, ma anche di sicurezza.
Non concordo, invece, con il rafforzamento del carattere comunitario di tale valutazione potenziando le competenze dell’Unione europea a svantaggio del sistema intergovernativo che finora era prevalso nel Gruppo di valutazione di Schengen.
Per tali ragioni, voto affinché sia respinta la proposta della Commissione europea.
Jacky Hénin (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) Si osa parlare di acquis di Schengen, ma poiché vivo a Calais, posso testimoniare in prima persona che, se da una parte gli accordi di Schengen hanno favorito la libera circolazione dei capitali e delle merci, dall’altra sussistono ancora numerosi problemi.
Al di là della bella utopia di un’Europa senza frontiere, ogni giorno ci dobbiamo confrontare con la drammatica realtà di Schengen: condizioni di vita disumane per gli immigrati.
L’Unione europea e gli Stati membri stanno facendo poco o nulla per affrontare questo dramma. La Francia, da parte sua, non si sta facendo onore con le sue operazioni mediatico-poliziesche di caccia all’uomo, come quella della “giungla” di Calais.
Pertanto, anche in termini di azioni umanitarie in senso stretto, l’Unione europea è totalmente assente, lasciando che le autorità locali affrontino i problemi da sole.
Smettiamo di versare lacrime di coccodrillo e comportiamoci finalmente da esseri umani responsabili. Ciò che accade a Calais è un problema politico di rilievo per l’Unione europea. La sua soluzione non giungerà né dalla fortezza Europa di Schengen né da misure umanitarie puntuali. Abbandoniamo le politiche di libero scambio, blocchiamo la libera circolazione dei capitali, incoraggiamo la sovranità alimentare, dichiariamo l’acqua ed energia beni pubblici mondiali e combattiamo le disuguaglianze socio-economiche.