Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2009/2165(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A7-0086/2009

Discussioni :

PV 19/01/2010 - 8
CRE 19/01/2010 - 8

Votazioni :

PV 20/01/2010 - 6.4
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0004

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 20 gennaio 2010 - Strasburgo Edizione GU

7. Dichiarazioni di voto
Video degli interventi
Processo verbale
  

Dichiarazioni orali di voto

 
  
  

Elezione del Mediatore europeo

 
  
MPphoto
 
 

  Vito Bonsignore (PPE). - Con questo voto il Parlamento europeo ha espresso la sua fiducia al Mediatore europeo, il cui mandato durerà fino al termine della nostra legislatura.

Mi preme sottolineare che questo è un voto positivo per tutti noi, per tutti i cittadini europei. Il Mediatore europeo si occuperà dei reclami dei cittadini riguardanti la cattiva amministrazione delle nostre istituzioni. Il Mediatore ha risposto di fronte al Parlamento, ha risposto alle domande su come migliorare la trasparenza del proprio lavoro, su come migliorare la cooperazione tra il Parlamento e gli uffici del Mediatore, nonché la comunicazione verso il pubblico.

Il suo ruolo sarà molto importante nel difendere i cittadini europei, nell'aiutarli nei rapporti con la pubblica amministrazione, forse anche per far sentire ai cittadini l'Europa una casa comune. Diminuire il peso a volte improduttivo della burocrazia è obiettivo al quale dobbiamo lavorare tutti.

L'Unione sarà sempre più politica se saprà mettere al centro della sua azione il cittadino. Per questo mi auguro che il nuovo mediatore sappia implementare le esperienze passate per migliorare ancora di più il rapporto positivo con i cittadini dell'Europa.

 
  
  

- Relazione Joly (A7-0086/2010)

 
  
MPphoto
 

  Alfredo Antoniozzi (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che la collega relatrice, onorevole Joly, abbia svolto un ottimo lavoro assieme a tutti i gruppi politici su questa relazione che appoggio con convinzione, con i colleghi del PPE.

In particolar modo vorrei esprimere il mio sostegno su quella parte della relazione in cui si sottolinea che i negoziati per la revisione dell'accordo di Cotonou devono tener conto da un lato delle conseguenze della crisi finanziaria e dall'altro dei fenomeni di migrazione e soprattutto della necessità di porre un argine all'immigrazione clandestina.

Essa ha infatti un impatto fortemente negativo sia sull'economia dei paesi ACP, che a causa di tale fenomeno perdono quella forza lavoro e quella manodopera qualificata necessaria allo sviluppo, sia sui paesi dell'Unione europea maggiormente colpiti dall'immigrazione clandestina, come l'Italia, la cui capacità di assorbimento degli immigrati ha dei limiti in termini economici ed occupazionali, oltre cui non è possibile andare se si vogliono evitare fenomeni di degrado sociale.

 
  
MPphoto
 

  Frank Vanhecke (NI). - (NL) Signor Presidente, ho votato contro la relazione Joly, anche se credo che siamo tutti concordi su una delle argomentazioni centrali in essa esposte: la necessità di portare avanti una politica che miri a promuovere lo sviluppo economico nei paesi africani, in modo da contrastare la fuga di cervelli e da consentire ai cittadini più qualificati di dedicarsi finalmente allo sviluppo del proprio paese. Condivido e sostengo quest’idea, ma mi chiedo come mai la relazione difenda così ottusamente una politica che favorisce l’emigrazione dal continente africano verso l’Europa. Dopo tutto, tale politica non fa che favorire la fuga di cervelli tra gli africani più qualificati, dinamici e intraprendenti. A mio avviso la carta blu è disastrosa per l’Europa, e particolarmente pericolosa per l’Africa e gli africani. La "migrazione circolare" cui la relazione fa riferimento è, in fin dei conti, una chimera, dato che gli immigrati non ritornano nei loro paesi e si crea terreno fertile per l’immigrazione clandestina.

 
  
 

***

 
  
MPphoto
 

  Daniel Hannan (ECR). - (EN) Signor Presidente, il nostro ordine del giorno di questa settimana, e in particolare quello odierno, già misero e modesto, è stato tagliato e sappiamo tutti perché. Questa settimana è stata dedicata a manovre e accordi dietro le quinte, a manovre che si sono svolte in stanze fumose, ma dovrei dire in stanze senza fumo dato che siamo a Bruxelles.

Abbiamo subito quest’assurdità delle audizioni, che hanno portato alla candidatura di persone che nessun deputato di quest’Aula reputa essere i 27 cittadini dell’Unione più qualificati ad assumere gli enormi poteri che si concentrano nelle mani della Commissione europea. E tali candidati non saranno solamente il nostro esecutivo, ma avranno anche il diritto di promulgare leggi e godranno di una concentrazione di potere straordinaria sotto ogni punto di vista, ancor più se si pensa che non dovranno rispondere del loro operato direttamente all’elettorato. Questo è l’elettorato più esclusivo d’Europa: 736 deputati decidono chi gestirà il continente.

Non c’è bisogno di essere euroscettici per trovare la cosa inaccettabile. Mi sembra incredibile che questo continente, che ha esportato il concetto di rappresentanza governativa e di democrazia parlamentare, che ha piantato il seme della democrazia in continenti lontani che gli hanno offerto suolo fertile, debba ora abbattere questo albero ancestrale sul suo stesso suolo. E’ un processo che ci umilia tutti.

 
  
 

 
  
  

- Relazione Joly (A7-0086/2009)

 
  
MPphoto
 

  Syed Kamall (ECR). - (EN) Signor Presidente, nel considerare le relazioni tra l’Unione europea e gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) dovremmo innanzi tutto chiederci come si possa far uscire dalla povertà la popolazione di molti di quei paesi.

Quando parlo con gli imprenditori dei paesi ACP, si lamentano con me del fatto che, nonostante per molti di questi paesi siano passati 40 anni dall’indipendenza, resta il fatto che per 40 anni hanno subito le conseguenze del socialismo, rimanendo dipendenti dalle economie primarie e, in misura davvero eccessiva, dagli aiuti.

Gli imprenditori di quei paesi sostengono inoltre di essere danneggiati dalle barriere commerciali, che rendono l’importazione di generi alimentari e di farmaci più costosa per i cittadini più poveri; si lamentano delle barriere tariffarie e non tariffarie dell’Unione europea, e sono contento che l’accordo tra l’Unione europea e i paesi ACP cerchi in qualche modo di affrontare almeno le barriere tariffarie, se non quelle non tariffarie.

Inoltre mi fa piacere che la Commissione abbia istituito un’unità il cui compito sarà quello di aiutare gli imprenditori dei paesi in via di sviluppo a esportare merci nell’Unione europea. Dobbiamo tenere presente che il modo migliore per aiutare i più poveri a uscire dalla povertà è quello di incoraggiare il commercio e di aiutare gli imprenditori dei paesi più svantaggiati.

 
  
MPphoto
 

  Philip Claeys (NI). - (NL) Signor Presidente, il solo paragrafo 31, che chiede alla Commissione di inserire il principio della migrazione circolare e la sua facilitazione mediante il rilascio di visti circolari, è stato per me un motivo sufficiente per votare contro la relazione Joly. La “migrazione circolare” è un miraggio, un fenomeno che, salvo poche eccezioni, esiste unicamente nei documenti ufficiali dell’Unione europea e in documenti analoghi, e non nel mondo reale. La migrazione circolare consentirebbe agli immigrati in possesso di un permesso di soggiorno per un periodo limitato di rimanere in Europa anche dopo la data di scadenza del permesso, entrando in clandestinità. Ecco cos’è la cosiddetta migrazione circolare: è un modo per incoraggiare l’immigrazione clandestina e la Commissione e il Parlamento ne sono consapevoli. Ciononostante, questo termine viene utilizzato sempre più spesso per far credere ai cittadini europei che molti immigrati torneranno nei loro paesi d’origine. Faremmo bene a smettere prima possibile di nascondere questa realtà.

 
  
 

 
  
MPphoto
 

  Seán Kelly (PPE). - (EN) Signor Presidente, mi conceda di fare un’osservazione sul rispetto dei tempi. Troppo spesso in quest’Aula i deputati superano il tempo di parola senza che ciò venga loro impedito. Alcuni addirittura arrivano quasi a raddoppiare il tempo loro concesso. Chiedo al presidente e ai vicepresidenti di usare il martelletto per fare in modo che i tempi vengano rispettati e che coloro che vogliono intervenire in base alla procedura catch the eye abbiano modo di farlo.

 
  
  

***

Dichiarazioni di voto scritte

 
  
  

Elezione del Mediatore europeo

 
  
MPphoto
 
 

  Alfredo Antoniozzi (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, il ruolo del mediatore europeo, del difensore civico dei cittadini, è di fondamentale importanza per il buon funzionamento e la trasparenza delle Istituzioni Europee che rappresentano ben 27 Stati Membri e quasi 500 milioni di cittadini. Vorrei in questa sede soffermarmi sull'importanza del ruolo del Mediatore nella tutela delle lingue dell'UE, visti i numerosi ricorsi ricevuti negli ultimi anni per casi di discriminazione linguistica, che hanno riguardato anche la lingua Italiana. Mi rallegro pertanto della rielezione del Mediatore europeo e al mio augurio di buon lavoro vorrei aggiungere l'invito a prestare la dovuta attenzione alla tutela linguistica.

 
  
MPphoto
 
 

  Vasilica Viorica Dăncilă (S&D), per iscritto. – (RO) Sono lieta che Nikiforos Diamandouros sia stato rieletto alla carica di Mediatore europeo per un altro mandato, fino al 2014, in quanto condivido i suoi principali obiettivi: far sì che i cittadini dell’Unione europea possano godere dei benefici e delle risorse offerti dal trattato di Lisbona e ottimizzare la collaborazione con i mediatori nazionali e regionali, garantendo così una maggiore trasparenza delle attività svolte a livello europeo.

 
  
MPphoto
 
 

  Proinsias De Rossa (S&D), per iscritto. – (EN) Sono pienamente favorevole alla rielezione di Nikiforos Diamandouros alla carica di Mediatore europeo. Il Mediatore indaga sui reclami avanzati di cittadini nei confronti delle istituzioni e degli organismi dell’Unione europea e deve quindi essere un funzionario pubblico indipendente, imparziale e non schierato. Diamandouros ha dimostrato di rappresentare i cittadini in modo altamente professionale ed efficiente e non ha avuto paura di avanzare critiche a nessuna delle istituzioni europee, compreso il Parlamento, quando necessario. Ora che la Carta dei diritti fondamentali ha acquisito lo stesso valore giuridico dei trattati confido che tale documento assuma un ruolo centrale nel lavoro di mediatore di Diamandouros, specialmente per quanto concerne il diritto a una buona amministrazione.

 
  
MPphoto
 
 

  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Se l’Europa vuole essere più vicina ai propri cittadini e mettersi al loro servizio, è essenziale che i cittadini possano esercitare un controllo effettivo sulle istituzioni e sugli organi dell’Unione europea. Ed è qui che il ruolo del Mediatore europeo diventa indispensabile, dal momento che i cittadini si rivolgono a lui per denunciare irregolarità amministrative, discriminazioni, assenza o abuso di potere e per segnalare l’eventuale mancata risposta da parte delle istituzioni e degli organi comunitari a domande specifiche poste dai cittadini.

Ecco perché accolgo con favore l’elezione del nuovo Mediatore europeo per i prossimi cinque anni e mi auguro che nel corso del proprio mandato egli sia guidato dai valori fondamentali dell’Unione europea: la libertà e la giustizia. In tal modo i cittadini europei avranno istituzioni migliori e potranno esercitare un controllo effettivo, rendendo l’Unione europea più forte, equa e unita.

 
  
MPphoto
 
 

  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) Il compito del Mediatore europeo è quello di occuparsi dei casi di cattiva amministrazione da parte delle istituzioni comunitarie e di farlo sia di propria iniziativa che a seguito di un reclamo. L’elezione del Mediatore europeo concorre alla costruzione dell’Europa dei cittadini così come l’entrata in vigore del trattato di Lisbona e il fatto che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sia diventata giuridicamente vincolante. Va sottolineato che il diritto di avere una buona amministrazione è un diritto fondamentale per i cittadini europei secondo quanto previsto dall’articolo 41 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Nel 2001 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul codice europeo di buona condotta amministrativa che deve essere rispettato dalle istituzioni e dagli organi dell’Unione europea. A mio avviso questo codice dovrebbe diventare una legge europea: in tal modo vi sarebbe coerenza legislativa e si garantirebbe l’osservanza delle istituzioni ai principi fondamentali nei rapporti con i cittadini. E’ d’importanza vitale che i cittadini europei conoscano i propri diritti e sappiano come tutelarli e riacquisirli in caso di violazione.

 
  
MPphoto
 
 

  Lidia Joanna Geringer de Oedenberg (S&D), per iscritto. – (PL) Signor Presidente, anno dopo anno, discutendo delle relazioni presentate da Nikiforos Diamandouros qui in Aula, abbiamo potuto apprezzare il suo lavoro di mediatore che abbiamo sempre giudicato in maniera estremamente positiva. Nel corso di entrambi i mandati egli ha avviato numerose iniziative per far conoscere l’esistenza del Mediatore europeo e ciò ha fatto sì che un numero sempre maggiore di cittadini ricorra al suo aiuto. Secondo gli ultimi dati a nostra disposizione, che risalgono al 2008, i reclami sono saliti a 3 406 dai 3 211 dell’anno precedente. Vale la pena sottolineare che il Mediatore non ha solo il compito di esaminare i reclami formalmente ammissibili ma viene anche tenuto al corrente della possibilità di rivendicare diritti anche in caso di reclami che in realtà non rientrano tra le sue competenze.

Diamandouros ha inoltre avviato una preziosa collaborazione con i mediatori dei vari Stati membri e ciò ha consentito lo scambio di informazioni e di migliori prassi. Su sua iniziativa all’interno degli uffici dei singoli mediatori sono stati nominati funzionari di collegamento, e la Ombusdsman Newsletter pubblica informazioni sull’introduzione e l’applicazione delle leggi comunitarie. Mi congratulo quindi sinceramente con Diamandouros per i risultati ottenuti e per la sua rielezione a Mediatore europeo e conto su una sua proficua collaborazione con il Parlamento europeo nel corso di questa legislatura.

 
  
MPphoto
 
 

  Alan Kelly (S&D), per iscritto. – (EN) Onorevoli colleghi, mi congratulo con il Mediatore europeo, Nikiforos Diamandouros, per il suo lavoro. Egli ha svolto il proprio dovere nel rispetto di tutte le norme e lo ha fatto in modo indipendente e con integrità, sostenendo il principio che le istituzioni comunitarie debbano essere trasparenti. Se vogliamo essere onesti dobbiamo ammettere che i cittadini non si interessano ai problemi europei come ci auspicheremmo ed è quindi necessario che le nostre istituzioni operino con la massima trasparenza. Fino ad oggi il Mediatore ha dimostrato di essere in grado di operare in base a questo principio ed è per questo che sono lieto che sia stato rieletto. Molte grazie.

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (S&D), per iscritto. – (EN) Mi fa molto piacere che Nikiforos Diamandouros sia stato nuovamente eletto Mediatore europeo. Egli ha sempre sostenuto i diritti dei cittadini e sono lieto che possa continuare a farlo.

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) Nella votazione per l’elezione del Mediatore ho votato per Pierre-Yves Monette che è stato l’unico candidato che si è preso il disturbo di presentarsi ai deputati non iscritti del Parlamento europeo e di rispondere alle loro domande.

 
  
MPphoto
 
 

  Czesław Adam Siekierski (PPE), per iscritto. – (PL) Oggi abbiamo raggiunto un accordo sull’elezione del Mediatore europeo, un’elezione estremamente importante per i cittadini dell’Unione dal momento che il Mediatore europeo si occupa della tutela dei diritti umani e prende in esame i reclami presentati dai cittadini dell'Unione sulle irregolarità commesse dalle istituzioni comunitarie. Grazie a lui i cittadini europei possono esercitare un certo controllo su tutti gli organi, gli uffici, le istituzioni e le agenzie dell’Unione.

E’ estremamente importante che i nostri cittadini siano consapevoli dei propri diritti e che sappiano che, da quando è entrato in vigore il trattato di Lisbona, essi hanno una maggior influenza sul funzionamento delle istituzioni comunitarie. Inoltre il Mediatore europeo ha detto di voler lavorare a stretto contatto con le istituzioni europee. Sono lieto altresì che i cittadini dei nuovi Stati membri approfittino della possibilità di presentare reclami, un fenomeno testimoniato dal numero relativamente alto di reclami presentati in questi ultimi anni che dimostra che i cittadini dei nuovi Stati membri si interessano alle problematiche comunitarie e non sono indifferenti all’Unione europea.

 
  
  

- Relazione Hübner (A7-0001/2010)

 
  
MPphoto
 
 

  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sulla sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune sulle importazioni di taluni prodotti industriali nelle regioni autonome di Madera e delle Azzorre dal momento che tale misura mira ad aumentare la competitività degli operatori economici delle Azzorre (produttori, distributori, commercianti all’ingrosso e al dettaglio) e ad assicurare maggiore stabilità a livello occupazionale nelle Azzorre, compensando gli svantaggi economici legati alla posizione geografica dell’isola.

La sospensione temporanea dei dazi, che consentirà agli operatori economici delle Azzorre e di Madera di importare senza dazi una certa quantità di materie prime, di pezzi di ricambio e di prodotti finiti destinati alla pesca, all’agricoltura, all’industria e ai servizi, stabilirà condizioni favorevoli per gli investimenti a lungo termine.

Queste misure forniranno un certo aiuto anche alle piccole e medie imprese e agli agricoltori locali consentendo loro di creare posti di lavoro e di investire delle regioni ultraperiferiche. Data l’attuale crisi economica va attribuita la massima importanza alle misure specifiche che possono stimolare le attività economiche e consolidare l’occupazione.

 
  
MPphoto
 
 

  Jean-Pierre Audy (PPE), per iscritto. – (FR) Ho votato a favore della risoluzione sulla proposta di regolamento del Consiglio relativa alla sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune sull’importazione di taluni prodotti industriali nelle regioni autonome di Madera e delle Azzorre, una risoluzione basata sull’eccellente relazione della mia collega polacca, l’onorevole Hübner. Le autorità delle regioni di Madera e delle Azzorre, di concerto con il governo dello Stato membro di cui fanno parte, il Portogallo, hanno richiesto la sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune per stimolare la competitività degli operatori economici locali e consolidare l’occupazione nelle regioni ultraperiferiche dell’Unione. Sono pienamente favorevole all’introduzione di misure speciali da parte dell’Unione a sostegno delle regioni ultraperiferiche a condizione che tali misure non vadano ad alimentare la speculazione o si allontanino dall’obiettivo per il quale sono state concepite.

 
  
MPphoto
 
 

  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (LT) Sono favorevole alla proposta della Commissione relativa alla sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune dal momento che credo che l’Unione europea debba dimostrare con i fatti e non solo a parole la propria solidarietà nei confronti delle regioni che lottano contro le conseguenze della crisi economica. Credo che questa misura vada coordinata con il piano europeo di ripresa economica perché la crisi economica ha colpito gli Stati membri e le regioni dell’Unione europea in modo diverso e quindi occorre essere certi che le misure introdotte siano adatte alle esigenze specifiche di ciascuno Stato membro e di ciascuna regione.

Dato che le isole dipendono dal turismo e il turismo è in declino, la disoccupazione potrebbe aumentare e le piccole e medie imprese potrebbero fallire con conseguenze particolarmente gravi per gli abitanti di queste isole, piccole e lontane. Nell’applicare l’esenzione dai dazi la Comunità deve anche assicurarsi che la misura serva a raggiungere l’obiettivo primario, vale a dire quello di incentivare le imprese locali e di aiutare gli agricoltori e le piccole e medie imprese a sopravvivere in questo momento difficile, e che i medesimi principi vengano applicati in tutti gli altri Stati membri dell’Unione europea.

 
  
MPphoto
 
 

  Maria Da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (PT) Lo sviluppo delle regioni ultraperiferiche è seriamente ostacolato da fattori quali la struttura sociale ed economica, la posizione periferica e isolata, la dimensione ridotta, un clima e un suolo difficili e la dipendenza economica. Ecco perché è essenziale che l’Unione europea continui a seguire con particolare attenzione queste regioni, individuandone i problemi e le potenzialità, studiandone le differenze e i punti deboli in modo da applicare politiche e misure adatte al loro sviluppo economico e sociale. Sono favorevole alla proposta di regolamento del Consiglio dal momento che essa costituirebbe un incentivo allo sviluppo sostenibile e all’integrazione delle regioni ultraperiferiche nell’economia mondiale. La sospensione temporanea dei dazi della tariffa doganale comune consentirà alle regioni autonome di Madera e delle Azzorre di superare le difficoltà economiche derivanti dalla loro posizione geografica e anche di far fronte ai problemi specifici che tali regioni stanno incontrando a causa della crisi economica. Plaudo all’iniziativa avviata dalle autorità regionali di Madera e delle Azzorre impegnate nella strategia di sviluppo delle loro regioni che contribuirà a rendere l’Unione europea più competitiva e in grado di proporre modelli di sviluppo economico sostenibile.

 
  
MPphoto
 
 

  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sulla sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune sulle importazioni di taluni prodotti industriali nelle regioni autonome di Madera e delle Azzorre. La sospensione contribuirà a rafforzare la competitività degli operatori economici locali e a creare e salvaguardare i posti di lavoro nelle regioni ultraperiferiche, compensando gli svantaggi economici derivanti dalla posizione geografica di tali isole senza influire sul consolidamento del mercato interno e sul principio della libera concorrenza all’interno dell’Unione.

 
  
MPphoto
 
 

  Diogo Feio (PPE), per iscritto. – (PT) Ritengo che la sospensione temporanea dei dazi autonomi sia essenziale per rafforzare la competitività degli operatori economici delle regioni autonome portoghesi di Madera e delle Azzorre e per assicurare un’occupazione più stabile su queste isole.

La sospensione consentirà agli operatori economici locali di Madera e delle Azzorre di importare senza dazi materie prime, pezzi di ricambio e prodotti finiti utilizzati a livello locale dall’industria manifatturiera e di trasformazione.

L’introduzione di questa esenzione è cruciale per lo sviluppo di tali regioni autonome portoghesi, entrambe fortemente dipendenti dall’industria turistica e quindi altamente vulnerabili alla volatilità del settore. Il loro pieno sviluppo economico è infatti limitato dalle caratteristiche dell’economia locale e dalla posizione geografica.

In quest’ottica qualsiasi incentivo finalizzato all’industria locale sicuramente fornirebbe il sostegno necessario a migliorare le condizioni di vita della popolazione locale e ad aprire la strada alla creazione di posti di lavoro sulle isole, aspetto essenziale per contenere l’emigrazione e creare condizioni favorevoli allo sviluppo.

 
  
MPphoto
 
 

  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) La sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune consentirà agli operatori economici locali delle regioni autonome di Madera e delle Azzorre di importare senza dazi una certa quantità di materie prime, pezzi di ricambio e prodotti finiti. Queste materie prime dovranno essere utilizzate dal settore agricolo e dall’industria manifatturiera e di trasformazione delle regioni autonome.

La sospensione rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2019; si prevede inoltre l’introduzione di alcune misure atte a far sì che la sospensione non provochi fenomeni di concorrenza sleale. L’esenzione rafforzerà la competitività delle piccole e medie imprese e degli agricoltori nelle regioni di Madera e delle Azzorre.

Creata appositamente per rispondere alle esigenze specifiche delle regioni ultraperiferiche la misura stimolerà le attività economiche contribuendo in tal modo a consolidare l’occupazione. Le economie locali di Madera e delle Azzorre dipendono in larga misura dal turismo interno e da quello internazionale che hanno risentito dell’attuale crisi economica. La sospensione è quindi pienamente giustificata e si pensa che avrà un impatto positivo sullo sviluppo economico delle regioni.

Auspicherei che in casi come questo si possa prendere rapidamente una decisione dopo aver analizzato i problemi in modo da fornire una risposta efficace e tempestiva.

Per questi motivi ho votato a favore della risoluzione.

 
  
MPphoto
 
 

  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Le autorità locali di Madera e delle Azzorre hanno chiesto una sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune sulle importazioni di taluni prodotti industriali al fine di rafforzare la produttività e l’occupazione e renderle più stabili in queste regioni ultraperiferiche.

Noi siamo favorevoli alla sostanza delle proposte contenute nel documento ma crediamo che alcuni pezzi di ricambio che non rientrano tra quelli a fini agricoli previsti dal regolamento, come i pezzi di ricambio o i componenti destinati all’industria dell’energia e in particolare alla cosiddetta “energia pulita” (energia eolica, solare e così via), potrebbero a loro volta essere considerati pezzi di ricambio a fini industriali, specialmente del settore dell’energia e dell’ambiente.

 
  
MPphoto
 
 

  Nuno Melo (PPE), per iscritto. – (PT) La sospensione dei dazi autonomi della tariffa doganale comune sulle importazioni di taluni prodotti industriali nelle regioni autonome di Madera e delle Azzorre fino al 2019 è molto importante per tali regioni ultraperiferiche dell’Unione in questo momento di crisi economica globale e rappresenta una misura essenziale per le piccole e medie imprese e per gli agricoltori locali dato che stimolerà la competitività degli operatori economici locali e consoliderà l’occupazione in quelle regioni.

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) Le autorità delle regioni di Madera e delle Azzorre hanno richiesto la sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune per stimolare la competitività degli operatori economici locali e consolidare l’occupazione nelle regioni ultraperiferiche dell’Unione. Per far sì che i beni importati, siano essi materie prime, pezzi di ricambio o prodotti finiti, non creino una distorsione della concorrenza, si provvederà ad assoggettarli a controlli e a fare in modo che le imprese locali li utilizzino per un periodo di almeno due anni prima di poterli vendere liberamente ad altre imprese dell’Unione europea. Ma come si potrebbe applicare questo principio nella pratica? Dato che non è possibile proporre alcuna soluzione plausibile mi sono astenuto dalla votazione.

 
  
MPphoto
 
 

  Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. – (PT) Sono favorevole alla posizione assunta dalla Commissione sulla sospensione per un periodo di dieci anni dei dazi autonomi della tariffa doganale comune sulle importazioni di taluni prodotti industriali nelle regioni autonome di Madera e delle Azzorre e alla relazione dell’onorevole Hübner che, al contempo:

1. introduce una discriminazione positiva a favore delle regioni ultraperiferiche delle Azzorre e di Madera riconoscendo che i limiti strutturali di tali regioni sono permanenti per loro stessa natura;

2. crea le condizioni adatte a stimolare l’attività economica e la crescita dell’occupazione nel gruppo di isole, contribuendo alla loro stabilità demografica.

Si tratta di un buon esempio della coesione che è possibile raggiungere in un’Unione europea fondata sul principio della solidarietà.

 
  
MPphoto
 
 

  Nuno Teixeira (PPE), per iscritto. – (PT) Lo sviluppo delle regioni ultraperiferiche è limitato dalla loro lontananza, insularità, clima e caratteristiche geografiche difficili e dalla loro dipendenza economica da un numero limitato di beni e servizi.

Il regolamento sul quale votiamo oggi consentirà a Madera e alle Azzorre di importare una serie di prodotti finiti destinati a fini agricoli, commerciali o industriali oltre che materie prime, pezzi di ricambio e componenti utilizzabili nel settore agricolo e in quello della trasformazione industriale o della manutenzione tramite l’esenzione dai dazi fino alla fine del 2019.

Inoltre l'esenzione sarà estesa a tutto il territorio di entrambe le regioni e non unicamente alle zone esenti, agevolando in tal modo tutti gli operatori economici locali.

Desidero ricordare che per velocizzare l’introduzione della misura è stata adottata una procedura legislativa semplificata: la relatrice della proposta ha funto da presidente della commissione regionale per lo sviluppo e ciò ha consentito di sottoporre la proposta alla votazione in seduta plenaria senza preventivo dibattito.

Sono soddisfatto della versione definitiva della risoluzione che ha accolto gli emendamenti da me presentati sull’inclusione per la zona franca di Madera di una serie di prodotti contenuti in un regolamento del 2000 scaduto nel 2008, e di alcune altre richieste presentate nel 2008 e nel 2009 che non erano contemplate nella proposta iniziale della Commissione.

 
  
  

Proposta di risoluzione B7-0042/2010

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. – (DE) In linea di principio la proposta della commissione giuridica del Parlamento europeo che chiede la designazione di Ana Palacio Vallelersundi a membro del comitato di cui all'articolo 255 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea è da valutare positivamente. Tuttavia, da un punto di vista istituzionale è incomprensibile come un comitato isolato composto da sette membri possa presentare proposte vincolanti ai governi nazionali. Per questo motivo ho votato contro la proposta.

 
  
MPphoto
 
 

  Evelyn Regner (S&D), per iscritto.– (DE) Nella votazione odierna sulla designazione di Ana Palacio Vallelersundi a membro del comitato avente il compito di valutare l’idoneità dei candidati all’esercizio delle funzioni di giudice o di avvocato generale della Corte di giustizia e del Tribunale ho votato contro la proposta in quanto ritengo che la persona designata dal Parlamento europeo non debba limitarsi ad appurare che i candidati siano in possesso di eccellenti conoscenze giuridiche ma debba anche verificare la loro competenza e idoneità sociale. Non ho fiducia nella Palacio in questo senso in quanto temo che, nel valutare i giudici e gli avvocati generali, essa non terrebbe conto dei valori sociali e della capacità di comprendere la natura umana da parte dei candidati. Se si considerano gli obiettivi e i valori stabiliti nel trattato di Lisbona – in questa sede è si è parlato di un’economia sociale di mercato – e l’inclusione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione tra le leggi europee di base, si può comprendere che quest’aspetto è assolutamente essenziale nel processo di selezione dei giudici e degli avvocati generali.

 
  
MPphoto
 
 

  Daciana Octavia Sârbu (S&D), per iscritto. – (RO) La sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune sulle importazioni di taluni prodotti industriali nelle regioni autonome di Madera e delle Azzorre mira a dare una prospettiva a lungo termine agli investitori e a consentire agli operatori economici di avviare attività industriali e commerciali di un certo livello. Come socialista credo che tali misure dovrebbero essere prorogate fino a quando le regioni in questione avranno problemi economici e sono favorevole alla proposta della Commissione in quanto ritengo che l’approvazione della misura in discussione apporterebbe stabilità a medio termine sull’occupazione e sull’ambiente sociale ed economico di queste regioni ultraperiferiche europee che si trovano ad affrontare alcuni problemi specifici. Tuttavia non posso fare a meno di richiamare la vostra attenzione sui rischi che la sospensione temporanea dei dazi comporterebbe per i prodotti provenienti da tali paesi. Questo è il motivo per cui occorrerà monitorare da vicino l’impatto che la sospensione avrà sulla concorrenza.

 
  
MPphoto
 
 

  Róża, Gräfin von Thun Und Hohenstein (PPE), per iscritto. – (PL) In base all’articolo 255 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea il Parlamento europeo è una delle istituzioni aventi il compito di designare i membri del comitato preposto a valutare l’idoneità dei candidati all’esercizio delle funzioni di giudice o di avvocato generale nella Corte europea di giustizia. Dato che il comitato è composto da soli sette membri e che il loro compito è di grandissima responsabilità, è importante che essi siano persone irreprensibili e altamente qualificate. Come deputato del Parlamento europeo, e grazie ai nuovi poteri conferitimi dal trattato di Lisbona, posso esercitare una qualche influenza sull’elezione di uno dei sette membri del comitato, e desidero sottolineare che sono favorevole alla candidatura della Palacio Vallelersundi.

La Palacio Vallelersundi è stata eurodeputata per otto anni ed è stata eletta due volte dai colleghi parlamentari a membro della Conferenza dei presidenti di commissione oltre ad aver presieduto la commissione giuridica e per il mercato interno e la commissione per la giustizia e gli affari interni. Inoltre il suo successo personale come consigliere capo della Banca mondiale e il fatto di essere stata la prima donna in Spagna a ricoprire la carica di ministro per gli affari interni non lasciano dubbi sul fatto che sarebbe la persona adatta a quest’incarico.

 
  
  

- Relazione Joly (A7-0086/2009)

 
  
MPphoto
 
 

  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sulla revisione dell’accordo di partenariato ACP-CE in quanto credo che il testo contenga importanti elementi di cui tenere conto nei negoziati attualmente in corso.

La coerenza tra le diverse politiche comunitarie, quelle relative al commercio, allo sviluppo, all’agricoltura e alla pesca, dovrebbe essere il fondamento delle nostre relazioni con questo gruppo di paesi in via di sviluppo.

Occorre inoltre tenere presente la nuova situazione rappresentata dagli accordi di partenariato strategico: tali accordi, essenziali per le relazioni commerciali, creano nuove piattaforme di dialogo parlamentare e debbono essere rispettati. Le nuove sfide che stiamo affrontando, come i cambiamenti climatici e la crisi economica, dovrebbero fornirci spunti da includere nel nuovo accordo di Cotonou che si spera possa essere concluso a marzo.

E’ inoltre importante che la strategia europea per le relazioni con gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico tenga conto della vicinanza e dei contatti che tali paesi hanno con le regioni ultraperiferiche. Le regioni ultraperiferiche potrebbero essere buoni intermediari per conto dell’Unione europea negli accordi di partenariato economico e conferiscono una dimensione speciale all’azione esterna dell’Unione, contribuendo allo sviluppo di una vera e propria politica di vicinato in senso lato.

 
  
MPphoto
 
 

  Jean-Pierre Audy (PPE), per iscritto. – (FR) Ho votato a favore della relazione presentata dalla collega francese, l’onorevole Joly, sulla seconda revisione dell’accordo di partenariato tra gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e l’Unione Europea (Accordo di Cotonou). Condivido la posizione espressa nella relazione sulla necessità di adeguare l’utilizzo di questo particolare strumento con i paesi ACP alla luce dei problemi attuali come i cambiamenti climatici, l’impennata dei prezzi dei generi alimentari e dei carburanti, la crisi finanziaria e la povertà estrema dell’Africa. I paesi ACP sono partner dell’Unione europea e occorre preservare tale relazione in modo da assicurarci importanti alleati nei futuri negoziati sulla governance globale.

 
  
MPphoto
 
 

  Liam Aylward (ALDE), per iscritto. – (GA) Ho votato a favore della relazione sulla seconda revisione dell’accordo di partenariato ACP-CE (Accordo di Cotonou) in quanto si tratta di una relazione giunta al momento opportuno e ritengo giusto che la questione dell’accordo di partenariato economico debba essere discussa su base permanente. Gli obiettivi principali dell’Accordo di Cotonou sono quelli di mettere fine alla povertà, di promuovere lo sviluppo sostenibile e di aiutare gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico ad integrarsi nell’economia globale.

Gli accordi e negoziati commerciali attualmente in corso e quelli futuri dovranno cercare di rispettare e rafforzare le disposizioni dell’Unione europea e dei suoi partner in materia di lavoro infantile.

L’articolo 50 dell’Accordo di Cotonou riguarda la promozione di condizioni di lavoro eque e lo sviluppo di misure internazionali finalizzate a porre fine al lavoro infantile. Negli accordi commerciali comunitari occorre assegnare la massima priorità alle questioni relative al lavoro infantile.

Accolgo quindi favorevolmente gli articoli della relazione che chiedono all’Unione europea e ai paesi ACP di avviare dibattiti sul futuro delle relazioni ACP-CE a partire dal 2020 e che raccomandano di dare maggiore spazio in questo processo alle parti indipendenti, vale a dire alle organizzazioni che non sono né stati né governi.

 
  
MPphoto
 
 

  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. – (EN) La seconda revisione dell’Accordo di Cotonou sta avvenendo in un momento difficile, con l’economia globale in crisi. Credo che la revisione dell’accordo consentirà di adeguare e rafforzare i più importanti principi su cui si basa la cooperazione tra l’Unione europea e gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Da quando è stata apposta la prima firma all’accordo la situazione è cambiata e sono sorti diversi problemi. I negoziati sull’accordo dovrebbero contemplare importanti questioni quali la lotta contro i cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo, l’utilizzo pratico delle enormi risorse di energia rinnovabile, la crisi alimentare e l’acquisizione di terreno coltivabile.

Bisognerebbe inoltre concentrarsi sui problemi migratori. Nel corso degli ultimi anni siamo stati testimoni della morte per annegamento di centinaia di giovani africani al largo delle coste dell’Unione europea. Il forte fenomeno dell’immigrazione è una conseguenza della debolezza economica, dell’impoverimento, della violazione dei diritti umani e di molti altri fenomeni, tutti problemi che ritengo debbano essere affrontati con chiarezza nella revisione dell’accordo.

 
  
MPphoto
 
 

  Maria Da Graça Carvalho (PPE), per iscritto. – (EN) Voto a favore del progetto di relazione sulla seconda revisione dell’Accordo di Cotonou che introduce questioni chiave in materia di sviluppo sostenibile e di integrazione graduale dei paesi ACP nell’economia globale. Questioni quali i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica, la formazione e la cooperazione nel settore dell’istruzione sono essenziali per lo sviluppo economico e sociale dei paesi in questione. Il fenomeno del riscaldamento globale, che colpisce prevalentemente i paesi in via di sviluppo, può persino rappresentare un’opportunità per noi. Le fonti di energia rinnovabile che tali paesi hanno a disposizione sono essenziali per il loro sviluppo economico e sociale e possono consentire loro di avvicinarsi ad una situazione di indipendenza energetica contribuendo ad affrontare la crisi globale. E anche gli investimenti nel settore dell’istruzione e della formazione sono importanti per combattere la povertà, la disoccupazione, l’immigrazione clandestina e la fuga di cervelli in quanto possono contribuire allo sviluppo dei paesi ACP aiutandoli a costruire le proprie economie.

 
  
MPphoto
 
 

  Proinsias De Rossa (S&D), per iscritto. – (EN) Sono a favore della relazione in base alla quale la seconda revisione dell’accordo di partenariato ACP-CE deve andare di pari passo con l’attuale crisi globale ed essere svolta nel pieno rispetto dell’idea di un partenariato tra uguali. La seconda revisione dell’accordo, attualmente in corso, ci fornirà l’opportunità di indagare sulle cause più profonde della crisi finanziaria, climatica, alimentare ed energetica e ci consentirà di imparare dagli errori del passato, di introdurre le opportune modifiche all’accordo di Cotonou e di migliorare l’unità, la coesione e la solidarietà dei paesi ACP. La relazione chiede di rafforzare le disposizioni e le sanzioni in materia di diritti umani ed esprime rammarico per il fatto che i vari parlamenti (quello europeo, quello dell’Assemblea paritetica e quelli nazionali dei paesi ACP) non siano stati consultati dagli Stati membri e non abbiamo potuto partecipare al processo decisionale che ha portato all’individuazione dei settori e degli articoli da rivedere e al conferimento del mandato negoziale. L’obiettivo principale dell’Accordo di Cotonou è la riduzione e, alla fine, l’eliminazione della povertà, di concerto con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e la graduale integrazione dei paesi ACP nell’economia mondiale.

 
  
MPphoto
 
 

  Edite Estrela (S&D), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione sulla seconda revisione dell’accordo di partenariato ACP-CE in quanto credo sia necessario introdurre cambiamenti che ci consentano di affrontare le grandi sfide attuali come i cambiamenti climatici, la crisi finanziaria e la crisi alimentare.

Sono lieta che il Parlamento abbia sostenuto i paesi ACP che vogliono che la questione dei cambiamenti climatici sia affrontata trasversalmente nella seconda versione riveduta dell’Accordo di Cotonou ma mi rammarico del fatto che i parlamenti (quello europeo, quello panafricano e quelli nazionali dei paesi ACP) non abbiano avuto l’opportunità di partecipare attivamente al processo decisionale relativo alla revisione di quest’importante accordo.

 
  
MPphoto
 
 

  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. – (PT) Mi auguro che la seconda versione riveduta dell’Accordo di Cotonou possa contribuire a promuovere lo sviluppo sostenibile dei paesi ACP aumentandone la coesione sociale e agevolando la lotta contro la povertà.

Nei paesi ACP gli effetti della crisi collegati ai cambiamenti climatici sono molto evidenti e si stanno aggravando sempre più. Data la situazione la questione della sovranità alimentare è d’importanza vitale; si dovrebbe inoltre utilizzare correttamente le risorse naturali ed incoraggiare lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Dobbiamo far sì che i paesi ACP traggano beneficio da un quadro commerciale che sia perlomeno equivalente a quello precedentemente in vigore. E ritengo che il Fondo europeo di sviluppo (FSE), che è alla base della politica di cooperazione allo sviluppo nell’ambito dell'accordo, debba prevedere i poteri di bilancio del Parlamento.

Per questi motivi ho votato a favore.

 
  
MPphoto
 
 

  João Ferreira (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Anche noi, come la relatrice, crediamo che la seconda revisione dell’Accordo di Cotonou sia una buona occasione per apportare delle modifiche.

La relazione fissa alcuni principi che, se applicati, costituirebbero un passo avanti nel miglioramento dell’accordo come dimostrato dal fatto che si parli di difesa della sovranità e della sicurezza alimentare per i paesi ACP e di lotta contro i paradisi fiscali.

Desidero al contempo condannare alcuni importanti aspetti della relazione come il tentativo di regionalizzare le relazioni ACP-CE che potrebbe mettere a repentaglio la coerenza e la forza del gruppo di paesi ACP.

La relazione è carente sotto altri punti di vista in quanto non affronta in modo adeguato il problema della dipendenza e della subordinazione alle quali sono soggetti i paesi in oggetto e il fatto che le attuali politiche in materia di aiuti per la cooperazione e lo sviluppo abbiamo di fatto contribuito a provocare la situazione, una questione chiave. Non è stata affrontata in modo adeguato neanche la questione delle conseguenze che potrebbero derivare dall’applicazione in questo contesto degli accordi di partenariato economico proposti dall’Unione europea.

La relazione avrebbe dovuto dar voce alle riserve e alle obiezioni sollevate da diversi paesi ACP e alle priorità di quei paesi in relazione, per esempio, al Fondo europeo di sviluppo.

 
  
MPphoto
 
 

  Alan Kelly (S&D), per iscritto. – (EN) Onorevoli colleghi, sono lieto di rivolgermi oggi al Parlamento europeo che è riuscito a muoversi verso una maggiore equità nel rapporto tra paesi ricchi e poveri rafforzando i diritti umani. La revisione dell’accordo dev’essere conforme alle necessità del nuovo mondo in cui viviamo e deve basarsi su un partenariato tra uguali. Il nostro è un nuovo mondo con una nuova economia le cui nuove priorità sono la distribuzione equa della ricchezza e i cambiamenti climatici. Mi congratulo con mio gruppo parlamentare che ha inserito nella revisione i principi relativi all’eliminazione della povertà.

 
  
MPphoto
 
 

  Jean-Luc Mélenchon (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) Indubbiamente la relazione contiene suggerimenti molto validi ed esprime diverse lodevoli intenzioni. La priorità attribuita alle energia rinnovabile, l’obbligo per le multinazionali che operano nei paesi ACP di dichiarare profitti e tasse, l’introduzione del concetto di sovranità alimentare e le critiche all’esternalizzazione da parte dell’Europa della gestione dei flussi migratori sono tutte proposte cui siamo favorevoli. Non possiamo tuttavia ignorare il fatto che la relazione non modifichi in alcun modo l’Accordo di Cotonou.

Tale accordo è un simbolo della piena accettazione da parte dell’Unione europea della logica ultraliberale dell’Organizzazione mondiale del commercio. Noi non ci facciamo ingannare: lo “sviluppo” cui la relazione fa riferimento serve da facciata per le motivazioni egoistiche che hanno determinato lo smantellamento degli accordi di Lomé. Denunciamo l’applicazione degli accordi di partenariato europeo stabiliti nell’accordo, l’utilizzo da parte della Commissione degli aiuti allo sviluppo come forma di ricatto per spingere alla conclusione degli accordi e il conseguente saccheggio delle economie dei paesi ACP. Votiamo contro il testo perché non vogliamo sostenere l’abbandono da parte dell’Unione europea dell’unico strumento di cooperazione economica che non è dominato dall’ossessione di una concorrenza libera e senza distorsioni e non si inchina alle richieste avanzate dagli Stati Uniti all’Organizzazione mondiale del commercio.

 
  
MPphoto
 
 

  Nuno Melo (PPE), per iscritto. – (PT) La recente tragedia che ha colpito Haiti dimostra che gli accordi di partenariato non sono sufficienti a risolvere i problemi. La seconda revisione dell’Accordo di Cotonou rappresenta quindi un’ottima opportunità per apportare modifiche in relazione a sfide attuali quali i cambiamenti climatici, l’impennata del prezzo dei prodotti alimentati e della benzina, la crisi finanziaria e la povertà estrema di diversi paesi ACP. E’ il momento di escogitare misure che possano risolvere effettivamente i vari problemi che continuano ad essere presenti in gran parte dei paesi in questione.

 
  
MPphoto
 
 

  Aldo Patriciello (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi congratulo per l'eccellente lavoro svolto dal relatore e dai differenti gruppi politici su questa relazione che condivido pienamente.

All'interno della relazione, vorrei focalizzare l'attenzione sui negoziati per la revisione dell'accordo di Cotonou. In effetti, tali accordi devono tener conto di diversi aspetti critici, come i riflessi della crisi finanziaria, l'aumento dei flussi migratori e soprattutto dell'immigrazione clandestina.

Sono convinto che soltanto un adeguato esame della cooperazione economica permetterebbe di contenere l'impatto negativo della crisi e dei suoi risvolti sia sull'economia dei paesi ACP – che a causa di tale fenomeno perdono quella forza lavoro e quella manodopera qualificata necessaria allo sviluppo – sia sui paesi dell'Unione europea maggiormente colpiti dall'immigrazione clandestina.

 
  
MPphoto
 
 

  Daciana Octavia Sârbu (S&D), per iscritto. – (EN) E’ importante effettuare una revisione di tutti gli aspetti dell’Accordo di Cotonou alla luce delle ripercussioni degli sviluppi più recenti sui paesi ACP. Desidero in modo particolare unirmi a coloro che hanno espresso la loro preoccupazione sull’integrazione regionale, che non è importante per i soli paesi ACP ma anche per quelli dell’America latina e in particolare per la comunità andina. Taluni accordi commerciali (accordi che, stando a quanto sostengono i funzionari della Commissione, dovrebbero promuovere lo sviluppo) potrebbero pregiudicare il commercio tra i paesi di una stessa regione e quindi ostacolare l’obiettivo dichiarato, quello di promuovere l’integrazione regionale. L’Unione europea deve tenere costantemente sotto controllo le proprie politiche commerciali e valutarne l’impatto poiché se non lo farà o se non agirà nel modo corretto, ci sarà il rischio che tali politiche possano ripercuotersi negativamente sullo sviluppo a lungo termine.

 
  
MPphoto
 
 

  Brian Simpson (S&D), per iscritto. – (EN) Voterò a favore della relazione ma desidero far notare che alcune organizzazioni sostenute dalla Commissione che avevano il compito di avviare progetti in base ai partenariati ACP-CE sono rimaste invischiate in casi di corruzione e hanno orchestrato una campagna discriminatoria e accusatoria nei confronti del personale che ha portato alla luce tali casi.

Mi riferisco naturalmente all’organizzazione nota come Centro per lo sviluppo delle imprese che, con il sostegno della Commissione, ha rimosso dalla carica tutti coloro che hanno portato alla luce i casi di corruzione e non ha fatto molto per colmare i punti deboli della governance e degli alti dirigenti dell’organizzazione.

Quando le indagini dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode hanno portato alla luce i casi di corruzione e hanno accertato che la Commissione, presente al momento della frode con alcuni membri nel consiglio di amministrazione del Centro per lo sviluppo delle imprese, non aveva agito con diligenza, ci si sarebbe aspettati una qualche iniziativa e sicuramente la difesa di coloro che avevano denunciato i fatti in questione. Ma ciò non è accaduto e la Commissione europea dovrebbe vergognarsene.

Anche se oggi voto a favore ritengo sia necessario valutare con urgenza e in dettaglio quella che sembra essere un’incapacità da parte dell’Unione europea di esercitare un controllo finanziario adeguato.

 
  
MPphoto
 
 

  Bart Staes (Verts/ALE), per iscritto. – (NL) L’Accordo di Cotonou che risale al 2000 e disciplina la cooperazione tra l’Unione europea e gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico viene sottoposto a revisione ogni cinque anni. L’accordo mira all’eliminazione della povertà e all’integrazione graduale dei paesi ACP nell’economia globale nel rispetto degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. La revisione è in corso nel contesto di una crisi finanziaria globale, di rapidi cambiamenti climatici, di pressioni sui prezzi dei generi alimentari e dell’energia e di un dibattito sull’utilizzo del suolo e la sostenibilità degli investimenti esteri.

E’ giunto il momento di rafforzare il controllo del parlamento sulle strategie statali e sul Fondo europeo di sviluppo e di cercare di istituire politiche commerciali, estere e di sviluppo coerenti tra loro. Ed è il momento di adottare un approccio olistico nell’affrontare i cambiamenti climatici e di concentrarci al massimo sulle energie rinnovabili, di lottare contro i flussi finanziari illeciti provenienti dai paesi in via di sviluppo e di avviare una riforma della politica della Banca europea per gli investimenti rendendola più trasparente in materia di paradisi fiscali. E’ arrivato il momento di riconoscere che la proprietà della terra e l’acqua potabile sono diritti fondamentali e di ammettere che poter accedere equamente alle risorse naturali può veramente aiutare la popolazione ad uscire dalla povertà. La relazione sottolinea questi aspetti ed è per questo che la sostengo.

 
  
MPphoto
 
 

  Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL), per iscritto. – (FR) Mi sono astenuta dal voto sulla relazione della onorevole Joly sulla seconda revisione dell’accordo di partenariato ACP-CE nonostante la relazione contenga moltissime proposte specifiche sulla rinegoziazione dell’accordo comunemente noto come Accordo di Cotonou cui sono favorevole.

Una di queste proposte riguarda la necessità di tenere conto della situazione dei paesi più poveri della terra alla luce delle loro particolari caratteristiche per quanto concerne i cambiamenti climatici, la democrazia, i diritti umani, la fuga di cervelli, la corruzione e le caratteristiche specifiche della loro economia e in modo particolare di quella agricola.

Tuttavia gli emendamenti presentati dal Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratico Cristiano) approvati in plenaria stravolgono la sostanza della relazione: mi riferisco ad esempio all’emendamento n. 3 che nega alla popolazione il diritto di definire autonomamente la propria politica agricola.

 
  
MPphoto
 
 

  Iva Zanicchi (PPE), per iscritto. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, in merito alla seconda revisione dell'accordo di Partenariato ACP-CE ("accordo di Cotonou") ho espresso voto favorevole. Tale accordo, che regola le relazioni politiche, commerciali e di cooperazione allo sviluppo tra l'UE ed i 77 Paesi ACP e relativo al periodo 2000-2020 è stato già rivisto nel 2005.

Nell'ambito delle disposizioni oggetto della seconda revisione si chiede giustamente di inserire delle disposizioni ad hoc in materia di cambiamenti climatici, rivedere le disposizioni in tema di energie rinnovabili, rafforzare le disposizioni in tema di sviluppo rurale e sicurezza alimentare, compiere maggiori sforzi per contrastare i flussi finanziari illeciti ed i paradisi fiscali.

Tale revisione, sono sicura, potrà rafforzare i rapporti di partenariato tra UE e Paesi ACP e assicurare una maggiore sinergia e collaborazione in vista degli obiettivi comuni da raggiungere.

 
Note legali - Informativa sulla privacy