6.4. Accordo UE/Stati Uniti d’America sul trattamento e sul trasferimento di dati di messaggistica finanziaria dall’Unione europea agli Stati Uniti ai fini del programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (A7-0013/2010, Jeanine Hennis-Plasschaert) (votazione)
Joseph Daul, a nome del gruppo PPE. – (FR) Signor Presidente, a nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratico Cristiano), propongo alla nostra Assemblea di rinviare la relazione Hennis-Plasschaert alla commissione delle libertà civili, della giustizia e degli affari interni, ai sensi degli articoli 63 e 175 del regolamento. Ieri abbiamo sentito le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione. Entrambi hanno chiesto al Parlamento di accordare un ulteriore rinvio per consentire loro di rispondere alle domande che noi stessi abbiamo formulato sull’accordo interinale.
Il Parlamento ha ragione a voler chiedere conto al Consiglio, alla Commissione e agli Stati Uniti. E’ una nostra responsabilità – ancor di più con il trattato di Lisbona – e dobbiamo assumercela. Il Parlamento ha ragione a voler porre sullo stesso piano la sicurezza personale e il rispetto della vita privata, perché le due cose vanno insieme. Chiedendovi di rinviare di poco il voto, il gruppo del PPE non mette in dubbio le richieste o l’autorità del Parlamento. Chiede di rilanciare la palla sul campo della Commissione, del Consiglio e degli Stati Uniti per un periodo molto breve.
Di fatto, il mio gruppo propone al Parlamento di limitare il tempo concesso al Consiglio esigendo che le informazioni richieste ci vengano fornite il mese prossimo, e non in maggio come richiesto dal Consiglio. In tal modo potremo formulare un parere definitivo in marzo. Non è una data poco realistica, soprattutto visto che ieri sera abbiamo appreso che il commissario Malmström aveva in animo di proporre un nuovo mandato negoziale per l’accordo definitivo la prossima settimana o entro la prossima minisessione di Bruxelles, vale a dire tra 10 giorni. Un nuovo mandato in febbraio e il voto del Parlamento in marzo, è questo che proponiamo.
Timothy Kirkhope, a nome del gruppo ECR. – (EN) Signor Presidente, vorrei associarmi alla proposta del PPE di rinviare la votazione. Ritengo che sia una scelta sensata e razionale; l’Assemblea sarà anche dotata di nuovi poteri, ma sta a noi esercitarli in maniera misurata e responsabile. Il Consiglio ha tentato di andare incontro al Parlamento, forse in maniera non ancora sufficiente, ma si è anche scusato per gli errori commessi durante il processo. Ritengo pertanto che dovremmo prenderci il tempo di cooperare e collaborare per mettere a segno progressi e raggiungere un nuovo accordo a lungo termine. Ritengo che sia nell’interesse della reputazione dell’Assemblea, del futuro dei nostri accordi internazionali e della sicurezza dell’Europa concederci questo tempo.
Jeanine Hennis-Plasschaert, relatore. − (EN) Signor Presidente, la mia raccomandazione è di votare contro il rinvio, in quanto il Consiglio non ha soddisfatto le condizioni per la concessione del deferimento. Quest’Assemblea non può continuare a credere a false promesse; la palla era nel campo del Consiglio, che però non ha agito in maniera appropriata ed efficace. Il Consiglio è a conoscenza del problema da più di due anni e non ha fatto nulla per risolverlo. Negando il nostro consenso all’accordo interinale non pregiudichiamo la sicurezza dei cittadini europei. Gli scambi transatlantici mirati di dati resteranno possibili; lo stato di diritto è assolutamente cruciale, benché al momento le nostre leggi siano oggetto di violazioni, e con questo accordo e la sua applicazione provvisoria tali violazioni non cesserebbero. Il Parlamento non deve farsi complice di ciò.
Infine, ed è il mio ultimo punto, se l’amministrazione statunitense presentasse al Congresso una proposta equivalente a questa, vale a dire per trasferire in blocco i dati bancari dei cittadini americani a una potenza straniera, sappiamo tutti cosa risponderebbe il Congresso, non è così?
(Applausi a sinistra)
Cecilia Malmström, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, la Commissione appoggia un rinvio della votazione. Darebbe alla nuova Commissione la possibilità di creare nuovo impulso per questo fascicolo così problematico, e al Parlamento europeo concederebbe maggior tempo per capire come intendiamo procedere con la questione.
La Commissione vuole attenersi a un calendario molto ambizioso. Vorrei confermare quanto dichiarato dall’onorevole Daul, ovvero che la Commissione adotterà il mandato per un nuovo accordo a lungo termine il 24 febbraio, se accetterete di rinviare la votazione. Sono disposta a venire da voi personalmente il giorno stesso a presentare il mandato. Il Consiglio lo riceverà il giorno successivo a Bruxelles per esaminarlo. Sono certa che la presidenza spagnola farà il possibile per approvare quanto prima il mandato. A quel punto la Commissione avvierà immediatamente i negoziati con gli Stati Uniti per tentare di portarli a termine il prima possibile.
Tenuto conto dei poteri coinvolti, terremo informato il Parlamento europeo in tutte le fasi del processo. Il mio scopo è addivenire a un nuovo accordo con salvaguardie molto ambiziose per la tutela della vita privata e la protezione dei dati. Ritengo che si possa instaurare la fiducia su entrambi i versanti dell’Atlantico nel campo del controllo dei dati finanziari, ma occorre al contempo offrire tutte le garanzie di protezione delle libertà civili e dei diritti fondamentali.
Martin Schulz (S&D). – (DE) Signor Presidente, avrei un’altra domanda per la Commissione, vale a dire per il commissario Malmström: Commissario Malmström, se non ho capito male lei, nella sua veste di commissario, appoggia il rinvio della votazione del gruppo del Partito popolare europeo (Democratico Cristiano). Posso chiederle perché non ha sostenuto tali richieste durante il suo mandato di sei mesi in qualità di ministro per l’Europa della presidenza svedese? Se l’avesse fatto, oggi non sarebbe stato necessario trattare la questione del rinvio.
Presidente. − Vuole rispondere molto brevemente?
(Il commissario si rifiuta di rispondere)
(Il Parlamento respinge la richiesta di rinvio della relazione in commissione)