Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2010/2529(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

B7-0063/2010

Discussioni :

PV 11/02/2010 - 3
CRE 11/02/2010 - 3

Votazioni :

PV 11/02/2010 - 6.5
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0030

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 11 febbraio 2010 - Strasburgo Edizione GU

7. Dichiarazioni di voto
Video degli interventi
Processo verbale
  

Dichiarazioni di voto orali

 
  
  

Relazione: Kinga Göncz (A7-0049/2009)

 
  
MPphoto
 

  Traian Ungureanu, a nome del gruppo PPE.(RO) Mi preme esprimere un ringraziamento alla relatrice. A nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratico Cristiano), accolgo con favore la votazione finale sul programma Progress. Il gruppo del PPE, che ho rappresentato durante la compilazione della relazione, ha sempre espresso il proprio sostegno a tutte le iniziative e misure volte ad abolire le disparità economiche e sociali tra gli Stati membri.

La relazione su cui abbiamo espresso oggi il nostro voto soddisfa uno degli obiettivi precipui del gruppo del PPE: fornire sostegno alle microimprese, oltre alla questione dell’inclusione sociale. La votazione di oggi garantisce inoltre che i programmi che rientrano nella struttura quadro di Progress non subiscano restrizioni, e con questo viene conseguito un altro obiettivo del gruppo del PPE. A mio avviso, l’elemento chiave della votazione odierna è contenuto nell’articolo 1 della relazione. Esso rispecchia l’approccio equilibrato che il gruppo del PPE ha sempre sostenuto per quanto riguarda la questione delle fonti di finanziamento dei progetti.

Di fatto, la linea di bilancio per lo strumento europeo di microfinanziamento è costituita da 60 milioni di euro provenienti dai fondi del programma Progress e 40 milioni di euro da altre fonti. Tale proporzione risponde all’approccio del gruppo del PPE, che promuove da una parte un avvio celere del programma e dall’altra la prudenza imposta dai vincoli di bilancio con cui dobbiamo attualmente fare i conti. Vorrei ringraziarvi ancora una volta per la votazione odierna e il sostegno costante durante la fase di compilazione della relazione.

 
  
MPphoto
 

  Alajos Mészáros (PPE).(HU) Vorrei esprimervi la mia gioia per l’approvazione di questo programma, e sono felice di aver votato a favore dello stesso, soprattutto in un periodo in cui i nostri paesi sono alle prese con la crisi economica e la disoccupazione ha raggiunto il dieci percento e oltre in molti dei nostri Stati. Questo pacchetto sarà molto utile per tutti noi. Vorrei esprimere la mia gratitudine alla relatrice, e vorrei inoltre comunicarvi la mia gioia per il fatto che sia stato raggiunto un accordo e che questi 100 milioni di euro non verranno interamente stanziati attingendoli dal pacchetto Progress. Si tratta di un accordo eccellente, e vi ringrazio molto, speriamo che vada a vantaggio di tutti.

 
  
MPphoto
 

  Marian Harkin (ALDE). (EN) Signor Presidente, anch’io sono molto lieta di aver appoggiato l’iniziativa. E’ l’espressione tangibile di un esempio di provvedimenti adottati dall’UE in risposta alla crisi economica attuale. In particolare, quest’iniziativa è diretta a coloro che normalmente non avrebbero accesso al mercato del credito, a coloro ai quali le banche e gli altri istituti finanziari direbbero: no, grazie, non vogliamo la vostra attività commerciale. Ad esempio, le persone che hanno perso il lavoro, che sono a rischio di esclusione sociale o che hanno difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro hanno ora la possibilità di mettere in piedi la loro attività perché possono accedere ai prestiti, con un patrimonio garantito fino a 25 000 euro. Quest’iniziativa farà la differenza per molti cittadini, credo, e ringrazio la presidenza spagnola per gli sforzi compiuti al fine del raggiungimento di un accordo, e la relatrice per il duro lavoro svolto.

A mio avviso, abbiamo in mano un accordo valido soprattutto a vantaggio di chi, come dicevo, è solitamente escluso dal mercato del credito; inoltre, a livello personale sono lieta di constatare che le cooperative di credito sono tra gli istituti che potranno erogare tali fondi ai propri soci.

 
  
MPphoto
 

  Siiri Oviir (ALDE). (ET) Signor Presidente, la crisi economica ha creato una crisi sociale – non c’è altro modo di descrivere una situazione in cui la disoccupazione è cresciuta di tre, quattro o cinque volte, rispetto al periodo antecedente la crisi. Lo scorso anno, sempre in quest’Aula, abbiamo redatto un piano europeo per la ripresa economica, che prevedeva l’attuazione e il finanziamento delle decisioni nel contesto del programma Progress.

La situazione è ovviamente complessa. Non è possibile ridurre la disoccupazione da un giorno all’altro. Ho appoggiato le misure supplementari della Commissione concernenti il finanziamento dei microcrediti. E’ tuttavia inaccettabile che la Commissione abbia pensato di imboccare la via più semplice e attingere i fondi per il finanziamento del credito dalle risorse del programma Progress. Non potevo appoggiare un simile approccio, e per questo ho votato a favore dei compromessi inseriti nella relazione Gönczi.

 
  
MPphoto
 

  Daniel Hannan (ECR). (EN) Signor Presidente, la quota del PIL mondiale rappresentata dalla vecchia Europa è in grave declino. Se escludiamo i paesi che hanno aderito nell’ultima ondata dell’allargamento, la percentuale del PIL mondiale rappresentata dai 15 paesi membri 40 anni fa era del 35 per cento; oggi è del 25 per cento; tra 15 anni, sarà del 15 per cento. L’Europa sta diventando sclerotica e artritica a causa del modello economico e sociale che un tempo era il nostro vanto.

C’è stato un periodo immediatamente dopo la guerra quando sembrava funzionare: ferie retribuite, congedo di maternità – a chi non piacerebbe? – orario di lavoro ridotto e così via. Ma ad un certo punto la realtà si impone, e noi abbiamo raggiunto proprio questa fase. Ora servono quattro operai tedeschi per mettere insieme lo stesso quantitativo di ore l’anno di tre operai americani; di conseguenza, la quota degli Stati Uniti nel PIL mondiale negli ultimi 40 anni è rimasta più o meno stabile. Siamo come una coppia di anziani che vive in una dimora un tempo sontuosa e che ora sta iniziando a cadere a pezzi, distraendoci da quanto succede al di fuori della nostra soglia. Il nostro continente nel suo complesso sta diventando sterile, sclerotico e vecchio.

 
  
MPphoto
 
 

  Bogusław Liberadzki (S&D).(PL) Signor Presidente, ho appoggiato la risoluzione con molto piacere, e ho sostenuto anche tutti gli emendamenti. Quali le ragioni alla base della mia decisione? In primo luogo, malgrado la crisi, siamo riusciti a concentrarci su questioni di occupazione e solidarietà sociale. In secondo luogo, siamo riusciti a farlo malgrado le nostre differenze, perché si è trattato di emendamenti congiunti appoggiati dai socialisti, dai democratici, dai democristiani e dai liberali. In terzo e ultimo luogo, vorrei che il nostro gesto trasmettesse un segnale chiaro a tutti gli Stati membri, che per quanto riguarda la risoluzione dovrebbero seguire l’esempio del Parlamento europeo.

 
  
  

Raccomandazione: Jeanine Hennis-Plasschaert (A7-0013/2010)

 
  
MPphoto
 

  Peter van Dalen (ECR).(NL) Al Parlamento europeo sono stati concessi maggiori poteri, che però oggi non sono stati messi a frutto in maniera costruttiva. Nel periodo precedente la discussione su SWIFT, sono stati commessi molti errori. La Commissione e il Consiglio hanno fornito al Parlamento informazioni troppo esigue e tardive. Non deve più succedere.

Eppure non è una ragione sufficiente per sospendere improvvisamente un programma che funziona discretamente da diversi anni, un programma che ha protetto, cifre alla mano, i cittadini sia europei sia statunitensi in svariate occasioni. Ho pertanto votato contro la relazione e sono a favore di una proroga di nove mesi dell’accordo SWIFT. Quando viene negoziato un nuovo accordo, occorre prendere provvedimenti chiari per meglio proteggere i dati personali. Dobbiamo evitare scambi di dati superflui e non consentire la conservazione degli stessi a tempo indeterminato.

 
  
MPphoto
 

  Peter Jahr (PPE). (DE) Signor Presidente, l’esigenza di combattere con risolutezza il terrorismo nell’Unione europea e, parallelamente, la necessità di instaurare una cooperazione stretta e costruttiva con gli Stati Uniti sono riconosciute da tutti. Cionondimeno, ho votato contro l’accordo SWIFT in quanto le questioni fondamentali della protezione dei dati non sono ancora state chiarite. Inoltre, il disprezzo mostrato nei confronti del Parlamento durante i negoziati dell’accordo è stato semplicemente inaccettabile. Auspico che il Parlamento venga ora pienamente coinvolto e che una situazione del genere non si abbia a ripetere.

Un accordo internazionale per disciplinare gli scambi di dati è certamente necessario, ma non a discapito delle libertà civili e dei diritti fondamentali. Ogniqualvolta i dati europei vengono trasferiti a terzi, dobbiamo accertarci di salvaguardare gli interessi dei cittadini europei in materia di protezione dei dati. Continuerò a battermi per questo.

 
  
MPphoto
 

  Georgios Papanikolaou (PPE).(EL) Signor Presidente, ieri qui in Aula si è tenuta una discussione molto breve sulla questione SWIFT e sia il Consiglio sia la Commissione hanno rilasciato dichiarazioni molto importanti riguardo i problemi di procedura, soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di informare il Parlamento di tutti i parametri della questione.

Ecco perché oggi ho votato a favore della proposta di deferimento, per poter ottenere a breve le informazioni giuste, chiarire gli errori di interpretazione e giungere a una decisione finale.

La questione della protezione dei dati dei cittadini europei è cruciale e noi tutti la difendiamo in maniera assoluta. Nessuno obietta al fatto che vadano adottati tutti i provvedimenti del caso. Tuttavia, al contempo, dobbiamo prendere le misure necessarie per combattere i finanziamenti illegali delle organizzazioni terroristiche e, in tal modo, agire in maniera preventiva su un fenomeno che rappresenta un flagello sia per gli Stati Uniti sia per l’Europa in termini di attacchi terroristici.

Per questo la nostra responsabilità nell’immediato futuro è cruciale, per far sì che, di comune accordo, possiamo chiarire i malintesi e continuare a cercare una soluzione a questo problema.

 
  
MPphoto
 

  Gerard Batten (EFD). (EN) Signor Presidente, vorrei rilasciare una dichiarazione di voto sulla relazione Hennis-Plasschaert – la cosiddetta relazione SWIFT – che riguarda il controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi.

A mio parere la votazione è stata confusa, anche per gli standard dell’Assemblea. Abbiamo votato, mi pare, per non votare, e poi abbiamo votato per rinviare la relazione in commissione. Volevo votare per non dare il mio consenso alla conclusione dell’accordo. Tuttavia, non volevo sicuramente votare a favore del paragrafo 2 della relazione, che consisteva nel presentare raccomandazioni per un accordo a lungo termine nel quadro giuridico del trattato di Lisbona.

Non voglio nessun accordo nel quadro del trattato di Lisbona. Tale trattato è in violazione del Bill of Rights del 1689 e di altri atti costituzionali inglesi, che non sono stati espressamente abrogati e che rimangono in vigore. Per questa ragione l’Inghilterra – e, di fatto, il Regno Unito – è ora soggetta a un governo illegalmente costituito.

 
  
MPphoto
 

  Charalampos Angourakis (GUE/NGL) . – (EL) Signor Presidente, vorrei riferire che ho votato a favore della relazione Hennis-Plasschaert, ma vorrei rilasciare la seguente dichiarazione di voto: il partito comunista greco respinge “l’accordo del terrore” tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America, stipulato con il pretesto di combattere i finanziamenti ai terroristi.

Denunciamo gli sforzi compiuti dalle forze di centrosinistra e di centrodestra, le forze della strada a senso unico europea, sforzi tesi a mettere a posto la propria coscienza di fronte al popolo per gli “accordi del terrore” con gli Stati Uniti. Benché la risoluzione del Parlamento europeo non approvi l’accordo interinale già sottoscritto dall’Unione europea e dagli USA, chiede al Consiglio di sottoscrivere un accordo permanente con gli Stati Uniti che, si presume, dovrebbe rispettare la protezione dei dati personali.

Per noi si tratta di un inganno colossale. A nostro avviso, non ci può essere alcuna tutela dei dati personali se gli stessi sono nelle mani della CIA e di altri servizi segreti. Il terrorismo viene sfruttato dall’Unione europea, dagli USA e da altre forze imperialiste come pretesto per violare libertà e diritti fondamentali, per colpire il movimento popolare e giustificare le loro guerre imperialiste.

Non esistono “leggi terroristiche” che rispettino le libertà di base, per questo il popolo deve respingerle insieme a tutti gli “accordi del terrore” ad esse associati.

 
  
MPphoto
 

  Daniel Hannan (ECR). (EN) Signor Presidente, la questione è stata trattata in maniera ben equilibrata, e invidio alcune delle certezze morali espresse dai rappresentanti di entrambi i fronti. Vi erano questioni di libertà civili legittime, preoccupazioni condivise dai cittadini sia statunitensi sia dell’Unione europea. Ciononostante, nel complesso ritengo che l’amministrazione americana abbia fatto il possibile per dare ascolto alle preoccupazioni espresse su questo versante dell’Atlantico, e che abbia formulato una proposta proporzionata che tiene conto dell’equilibrio tra sicurezza e libertà.

Mi sono espresso a sfavore di molte delle misure introdotte in questa sede negli ultimi 10 anni sotto la copertura della sicurezza, e che di fatto riguardavano semplicemente l’accrescimento dei poteri dello Stato. Ma in questo caso non credo che siamo di fronte a tale problema; abbiamo dinanzi una misura con la quale sono stati conseguiti risultati specifici quando si è trattato di sventare possibili atrocità di stampo terroristico. Mi spiace, non penso che alcuni tra coloro che si sono espressi in maniera critica in quest’Assemblea abbiano veramente a cuore le libertà civili. Avevano due altri obiettivi: in primo luogo affermare il potere del parlamento federale contro gli Stati nazione e, in secondo luogo, la loro convinzione automatica che l’America abbia sempre e comunque torto. E’ un peccato. Dopo l’elezione di Barack Obama molti rappresentanti della sinistra in quest’Aula parlavano con fervore di una nuova partnership tra i due versanti dell’Atlantico. Oggi sappiamo quanto credito dare alle loro parole.

 
  
MPphoto
 

  Jaroslav Paška (EFD). – (SK) La Commissione europea ha concluso un accordo con gli Stati Uniti sul trasferimento di dati personali dei cittadini comunitari ai servizi informativi statunitensi. L’accordo è molto svantaggioso e ingiusto per l’UE. Riteniamo che questo accordo, nella versione presentata al Parlamento europeo, non potesse essere accettato in quanto noi abbiamo la responsabilità di proteggere i diritti dei cittadini comunitari e non possiamo permettere che i loro dati vengano gestiti da servizi informativi degli Stati Uniti per una durata di 99 anni.

La struttura di questo accordo era assurda e iniqua e secondo me consentiva un utilizzo improprio dei dati personali dei cittadini comunitari. E’ pertanto da considerarsi positivo che il Parlamento europeo abbia deciso di respingere l’accordo e abbia obbligato la Commissione europea ad iniziare a lavorare su un nuovo documento che sarà equilibrato e che tratterà in maniera paritaria i diritti dei cittadini statunitensi e comunitari.

 
  
MPphoto
 

  Zuzana Roithová (PPE). – (CS) Ho votato a favore del rinvio della votazione sull’accordo e contro la proposta di respingerne la ratifica. Il fatto che in quest’Aula l’orgoglio abbia avuto la meglio sulla responsabilità non è un buon segno, benché la comunicazione tra Consiglio e Parlamento europeo sia stata scadente. Tuttavia, l’analisi di questi dati ha consentito l’intercettazione tempestiva degli attacchi terroristici diretti contro i cittadini europei. Chi ha affossato l’accordo provvisorio ritenendo che non fornisse una migliore protezione dei dati finanziari dei cittadini europei probabilmente non l’ha letto, visto che contiene un quadro migliore di quello esistente nella prassi ai sensi del vecchio accordo del 2003, benché non vi siano casi noti di abuso di tali dati. Al contrario, l’accordo provvisorio prevedeva molte più salvaguardie nuove, ad esempio il fatto che le richieste di dati potessero essere promosse solamente dal ministro della Giustizia statunitense analogamente all’Europol, e solamente sulla base di una descrizione chiara delle indagini per le quali sarebbero stati utilizzati. Non capisco pertanto cosa sia accaduto. A mio parere, il Parlamento europeo ha adottato una posizione arrogante e senza precedenti.

 
  
MPphoto
 
 

  Seán Kelly (PPE). (EN) Signor Presidente, in primo luogo vorrei soltanto precisare che accetto pienamente la decisione democratica presa dall’Assemblea ma, in merito alla questione, sono stata lieta di esprimere il mio voto in linea con il nostro gruppo e con la posizione descritta dal nostro capogruppo, l’onorevole Daul. Ritengo tuttavia che siano stati due i fattori che hanno contribuito alla sconfitta per 15 voti – in primo luogo, la mancata risposta alla domanda posta dall’onorevole Schulz, e in secondo luogo la confusione sull’oggetto della votazione.

Come raccomandazione per il futuro, quando vi saranno delle proposte dall’Assemblea, dovrà essere chiarito a tutti senza lasciare adito a dubbi quale sia l’oggetto della votazione. Potrei avere torto o ragione, ma questa è la mia opinione.

 
  
  

- Proposta di risoluzione B7-0063/2010

 
  
MPphoto
 

  Miroslav Mikolášik (PPE). (SK) Vorrei soffermarmi sulla votazione che si è appena tenuta riguardo le ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario. Va detto che questo problema è stato a lungo sottovalutato. Sono molte le lesioni che si verificano, nel corso di interventi chirurgici, negli ambulatori oppure negli studi degli specialisti, quando il personale infermieristico o medico si ferisce con un ago o un bisturi infetto con campioni di pazienti affetti da una malattia contagiosa.

Accade sempre più spesso che le infermiere in particolare contraggano l’epatite, ma non è raro che nel loro lavoro vengano a contatto con il virus dell’HIV e sviluppino poi l’AIDS. Vorrei sostenere gli sforzi compiuti dal Parlamento europeo e da noi per proteggere medici e infermieri mediante misure preventive e, in caso di risarcimento danni, per far sì che tale diritto venga loro riconosciuto.

 
  
MPphoto
 

  Marian Harkin (ALDE). (EN) Signor Presidente, sono soddisfatta dell’esito della votazione odierna, in quanto nel 2006 la commissione per l’occupazione e gli affari sociali ha adottato una relazione sulla protezione degli operatori sanitari europei dalle infezioni trasmesse per via ematica contratte a causa di ferite da taglio o da punta. Ovviamente lo scorso luglio è stato stipulato l’accordo quadro tra le parti sociali, e oggi abbiamo davanti la risoluzione. La stessa sarà accolta con favore dagli operatori del settore di tutta l’Unione, in quanto le ferite da taglio e da punta rappresentano uno dei rischi più diffusi e gravi per gli operatori sanitari. Si stima di fatto che si verifichino circa un milione di casi all’anno.

E’ ora essenziale che le misure contemplate dalla direttiva proposta vengano rapidamente adottate e poi attuate. Gli operatori del settore hanno già aspettato troppo; non è ragionevole chiedere loro di attendere ancora. Il loro lavoro è già abbastanza difficile e stressante di per sé, e qualsiasi cosa si possa fare per migliorare la situazione sarà ben gradita, lo so.

 
  
  

Dichiarazioni di voto scritte

 
  
  

- Relazione Albertini (A7-0003/2010)

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. (DE) L’Islanda, che ha presentato al Consiglio la domanda di adesione all’Unione europea il 16 luglio 2009, non dovrebbe naturalmente essere messa in una situazione di svantaggio rispetto agli altri candidati o potenziali candidati all’adesione. Alla luce di ciò, ho votato a favore dell’adeguamento e dell’emendamento del regolamento esistente sull’assistenza preadesione. Come sappiamo, l’Islanda è già membro del SEE ed è un paese molto ben sviluppato, per questa ragione i pagamenti erogati a titolo di questo strumento dovrebbero essere limitati. In generale, tuttavia, tale strumento di preadesione andrebbe sottoposto a una nuova revisione. Ad esempio, non è affatto chiaro il motivo per cui paesi non europei, quali la Turchia, ricevano centinaia di milioni di euro dei contribuenti europei, risorse che sono urgentemente necessarie in Europa.

 
  
  

- Relazione Maštálka (A7-0005/2010)

 
  
MPphoto
 
 

  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), per iscritto. (LT) Ho votato a favore della relazione in oggetto, in quanto la convenzione dell’Aia sull’esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia del 2003 è in primissimo luogo una misura di protezione dei bambini, poiché la stragrande maggioranza delle domande riguarda il mantenimento dei minori. La convenzione si propone di facilitare l’esazione dei pagamenti e di garantire che le domande di mantenimento presentate all’estero vengano riconosciute e seguite efficacemente. Sono lieta che il Consiglio abbia consultato il Parlamento europeo e stia per prendere una decisione sulla convenzione, in quanto la possibilità di circolare liberamente negli Stati membri dell’UE e in altri paesi e l’incremento dei divorzi hanno comportato anche un aumento del numero di cause internazionali in materia di esazione di prestazioni alimentari.

Mi preme sottolineare che una volta che la proposta della Commissione sull’esazione delle prestazioni alimentari sarà stata approvata, sarà più facile per un cittadino che vive nel territorio di uno degli Stati contraenti recuperare le prestazioni alimentari (alimenti) da una persona che rientra nella giurisdizione di un altro paese contraente. Pertanto, una volta adottata tale decisione, i rapporti tra i paesi della convenzione e gli Stati membri dell’Unione europea in questo settore verranno legalmente rafforzati e disciplinati in maniera armoniosa.

 
  
MPphoto
 
 

  Carlos Coelho (PPE), per iscritto. (PT) La convenzione del 2007 sull’esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia è estremamente importante da una prospettiva sia politica sia pratica, in quanto garantisce un recupero più efficace degli alimenti, contribuendo a risolvere situazioni spesso complicate. Poiché la stragrande maggioranza delle domande riguarda i bambini e il loro mantenimento, la convenzione è in primo luogo una misura per tutelare i minori, in quanto stabilisce norme dettagliate sul riconoscimento e adempimento di tali obblighi di mantenimento. La proposta è tesa ad approvare la convenzione a nome dell’Unione, che avrebbe competenza esclusiva sull’intera convenzione. Data l’importanza di quest’ultima, non posso che appoggiare tale proposta, pur ritenendo che, benché spetti all’Unione comunicare eventuali dichiarazioni e riserve nei confronti della convenzione, gli Stati membri dovrebbero comunque poter decidere su base interna quale significato attribuire a tali riserve e dichiarazioni, in modo da adeguarle alla loro situazione nazionale.

 
  
MPphoto
 
 

  Proinsias De Rossa (S&D), per iscritto. (EN) Appoggio la relazione che è a favore della sottoscrizione della convenzione sull’esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia. Scopo di tale convenzione è garantire la soddisfazione delle domande di mantenimento familiare al di fuori dei confini nazionali tramite norme precise sul riconoscimento e adempimento degli obblighi di mantenimento e grazie a procedure amministrative standardizzate. Pur essendoci già un regolamento che si occupa delle domande di mantenimento che riguardano due Stati membri dell’Unione, le rivendicazioni che coinvolgono uno Stato terzo non godevano di tali garanzie. La convenzione estenderà la tutela del diritto dei nostri figli al sostegno familiare in ogni istanza in cui sia coinvolto uno Stato firmatario terzo.

 
  
MPphoto
 
 

  Robert Dušek (S&D), per iscritto. – (CS) Il progetto di decisione del Consiglio sulla sottoscrizione della convenzione sull’esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia da parte della Comunità europea è in primissimo luogo una misura per proteggere i bambini nel quadro dell’UE nel suo complesso e per stabilire un metodo di applicazione delle domande internazionali e delle norme per il loro riconoscimento ed esecuzione nei casi di obblighi di mantenimento sussistenti tra gli Stati membri e un paese terzo. Poiché la Comunità ha la facoltà di proporre convenzioni pienamente valide per gli Stati membri in quest’area, la procedura è celere e sicuramente più efficiente di quanto non sarebbe se tali convenzioni venissero sottoscritte singolarmente dagli Stati membri con i paesi terzi, e con il mio voto appoggio pienamente il progetto di relazione.

 
  
MPphoto
 
 

  Edite Estrela (S&D), per iscritto. (PT) Ho votato a favore della relazione sulla proposta di decisione del Consiglio sulla sottoscrizione da parte della Comunità europea della convenzione sull’esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia. L’approvazione di tale convenzione consentirà la creazione in seno alla Comunità di un corpo di norme armonizzato rispetto ai paesi terzi che diventeranno parti contraenti della convenzione. Tali misure agevolano una migliore protezione dei bambini, in quanto la stragrande maggioranza delle cause di mantenimento coinvolge i minori.

 
  
MPphoto
 
 

  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) La Commissione europea intende adottare la convenzione dell’Aia sull’esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia, vincolando gli Stati membri alla stessa in virtù del fatto che è stata sottoscritta dalla Comunità. La Commissione ha competenze esterne che le consentono di approvare la convenzione.

Poiché le risposte specifiche alle questioni pratiche poste dal recupero internazionale degli alimenti dei minori sono carenti, l’approvazione della convenzione in oggetto garantirà un’efficacia maggiore nell’esazione internazionale delle prestazioni alimentari, tutelando pertanto i minori che beneficiano di tali domande. Per tale ragione, e anche per la certezza giuridica che ne risulterà, considero importante l’adozione della presente convenzione.

 
  
MPphoto
 
 

  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. (PT) In una società moderna, giusta e culturalmente evoluta, è incontestabile dover garantire un nutrimento adeguato e salutare a tutti, ma soprattutto a coloro che stanno crescendo e apprendendo, e in particolare ai bambini. A loro e ai giovani la società deve garantire tutto il sostegno e gli interventi necessari per assicurare lo sviluppo migliore delle loro facoltà. Il cibo – un principio fondamentale e inalienabile dell’umanità – è un fattore chiave per il loro sviluppo fisico e lo sviluppo delle loro capacità mentali e cognitive. Dato che i cittadini devono essere i destinatari primari delle azioni comunitarie, ci tengo a sottolineare la capacità di iniziativa e concretizzazione delle istituzioni europee nell’ambito di questa convenzione, che supera le frontiere per assicurare l’esazione efficace delle prestazioni alimentari della famiglia. Va anche rilevato che è stata data la possibilità di sviluppare gli sforzi per uno spazio giudiziario comune basato sul principio del mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie.

 
  
MPphoto
 
 

  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. (PT) Non abbiamo dubbi sull’importanza della sottoscrizione di tale convenzione, che è quanto la relazione Maštálka propone, e per tale motivo abbiamo votato a favore. La suddetta convenzione riguarda le questioni del riconoscimento delle decisioni straniere, il trasferimento dei fondi e la cooperazione amministrativa, comprese molte questioni pratiche che possono influire sulle modalità di trattamento degli obblighi alimentari internazionali.

Discordiamo tuttavia sul fatto che l’Unione europea debba assumere una competenza esterna esclusiva in questo settore. E tanto meno accettiamo che ciò costituisca un precedente che possa giustificare un ampliamento delle restrizioni della facoltà degli Stati membri di concludere, in particolare, accordi bilaterali, non solo in quest’ambito ma anche in altri.

 
  
MPphoto
 
 

  Lidia Joanna Geringer de Oedenberg (S&D), per iscritto. – (PL) Si celebrano sempre più matrimoni tra persone provenienti da paesi e culture diverse. I problemi derivanti dalle controversie che insorgono dalla rottura di quelli che vengono internazionalmente definiti matrimoni internazionali sono stati spesso oggetto di petizioni al Parlamento europeo nel corso degli anni. Consapevole della grave natura dei problemi che affliggono i bambini implicati in controversie di natura familiare insorte nei matrimoni internazionali, nel 1987 il Parlamento europeo ha istituito la carica di Mediatore per i casi di sottrazione internazionale di minori. La firma della convenzione sull’esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia è il passo successivo della Comunità verso una protezione adeguata dei suoi cittadini, in particolare dei bambini. La convenzione è tesa a rafforzare la legislazione comunitaria sul riconoscimento ed esecuzione delle sentenze in materia di obblighi di prestazioni alimentari, e a intensificare la cooperazione amministrativa tra le autorità centrali mediante l’istituzione di un corpo di norme armonizzate a livello comunitario nei confronti dei paesi terzi che diventano parti contraenti della convenzione. L’entrata in vigore della convenzione garantirà pertanto ai creditori di tali prestazioni l’assistenza completa fornita da un’autorità centrale nel loro paese di residenza in caso di esazione di prestazioni alimentari dall’estero. La convenzione solleva inoltre molte questioni pratiche che potrebbero influire sul modo in cui viene portata avanti una rivendicazione: ad esempio i requisiti linguistici, i moduli standard, lo scambio di informazioni sulle leggi nazionali e il ricorso a nuove tecnologie informatiche per tagliare costi e ritardi.

 
  
MPphoto
 
 

  Nuno Melo (PPE), per iscritto. (PT) Armonizzare e migliorare l’efficacia dell’esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia è molto importante, perché salvaguarda i diritti e la tutela dei minori nella misura in cui formano la stragrande maggioranza dei beneficiari di tali prestazioni a cui hanno diritto in caso di separazione dei genitori.

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. (DE) L’esazione delle prestazioni alimentari dei figli è un problema crescente persino entro i confini dei singoli paesi. Spesso lo Stato è costretto a intervenire e sostenere i costi degli alimenti. L’Estonia arriva addirittura a mettere su internet i nomi degli inadempienti, per costringere i padri negligenti a versare quanto dovuto. L’esazione transfrontaliera di tali prestazioni alimentari concesse per decisione del tribunale è comprensibilmente molto più difficile. Ora l’esazione verrà resa più semplice grazie a un accordo, ma l’UE ha l’impressione che i propri poteri siano molto più ampi di quanto in realtà non siano. Per tale motivo ho respinto la relazione.

 
  
  

- Relazione Göncz (A7-0049/2009)

 
  
MPphoto
 
 

  Luís Paulo Alves (S&D), per iscritto. (PT) Ho votato a favore della relazione sulla proposta di decisione concernente il programma comunitario Progress. Tale relazione ha modificato la proposta della Commissione, che in precedenza appoggiava il finanziamento completo del nuovo strumento di microfinanziamento per la creazione di occupazione – un programma dell’ordine dei 100 milioni di euro creato come misura anticrisi e che si propone di fornire assistenza ai disoccupati incentivandone l’imprenditorialità – dal bilancio esistente del programma Progress. Tale programma è stato creato per aiutare il conseguimento degli obiettivi dell’Unione europea nell’ambito dell’occupazione, delle questioni sociali e delle pari opportunità, come definite dall’agenda sociale, oltre che per contribuire alla realizzazione della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione, e gode di un indice di attuazione estremamente positivo (80 per cento). In un periodo in cui la crisi finanziaria ed economica si sta tramutando in crisi sociale e occupazionale, adottando la proposta della Commissione trasmetteremmo il segnale sbagliato, in quanto Progress è indirizzato ai gruppi più vulnerabili. La proposta del Parlamento, grazie a un impegno col Consiglio, prevede che 60 milioni di euro vengano attinti dal programma Progress e 40 milioni da parti del bilancio che non sono state utilizzate. Il prossimo anno entrambi i programmi devono essere applicati in ogni loro parte e con un finanziamento adeguato.

 
  
MPphoto
 
 

  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Le conseguenze della recessione economica e finanziaria penalizzano in modo più sensibile i comuni cittadini comunitari, pertanto il compito più importante della politica comunitaria odierna è frenare l’aumento della disoccupazione, creare più posti di lavoro e condizioni favorevoli alla ripresa economica. La crisi ha sostanzialmente cambiato i mercati del lavoro europei, pertanto è indispensabile accertarsi di avere le misure necessarie a consentire sia ai lavoratori sia alle imprese di adattarsi più facilmente all’ambiente in via di cambiamento. Appoggio la relazione, in quanto ritengo che sia necessario stanziare finanziamenti supplementari a favore del programma Progress per aiutare le persone nel mercato del lavoro e assistere le piccole imprese e il loro sviluppo.

 
  
MPphoto
 
 

  Vilija Blinkevičiūtė (S&D), per iscritto. (LT) Ho votato a favore di questa relazione in quanto la ritengo un’iniziativa splendida, che aiuterà le persone socialmente svantaggiate in Europa, tra cui le donne e i giovani che hanno perso il lavoro o non hanno la possibilità di accedere al mercato del lavoro, ad ottenere assistenza finanziaria e promuovere l’imprenditorialità. Il programma europeo per l’occupazione e la solidarietà sociale Progress è diretto ai gruppi sociali più vulnerabili e li aiuterà a creare posti di lavoro alternativi e ad assicurarsi l’occupazione, in quanto la disoccupazione colpisce soprattutto i più vulnerabili.

Mi fa molto piacere che il Parlamento europeo sia riuscito ad addivenire ad un accordo con il Consiglio e la Commissione nel corso del dialogo a tre sui finanziamenti mirati e l’attuazione di questo programma. Mi preme sottolineare l’importanza dell’iniziativa, in quanto oggi col crescere del livello di disoccupazione aumenta anche l’isolamento sociale delle persone più vulnerabili. Vorrei pertanto evidenziare che un’attuazione riuscita ed efficace del programma Progress consentirà di soddisfare le priorità sociali contemplate dall’UE – creare nuovi posti di lavoro e aumentare il livello di occupazione, fornire maggiori opportunità di ingresso nel mercato del lavoro e soddisfarne le esigenze.

 
  
MPphoto
 
 

  Marielle De Sarnez (ALDE), per iscritto. (FR) Alla luce del rallentamento dell’attività economica e del peggioramento della situazione occupazionale, soprattutto tra i giovani, il Parlamento europeo e la Commissione stanno istituendo un nuovo strumento di microfinanziamento denominato Progress. Gli europarlamentari del movimento democratico si sono concentrati sul garantire l’accesso allo strumento da parte delle microimprese dell’economia sociale, per permettere loro di sviluppare dei servizi di accompagnamento sociale per i cittadini vulnerabili che desiderano creare o sviluppare una microimpresa propria. Per quanto riguarda il finanziamento dello strumento, gli eurodeputati del movimento democratico hanno difeso l’idea di una nuova rubrica di bilancio che non preveda tagli al programma Progress, che finanzia numerose iniziative per la promozione dell’occupazione.

Alla fine è stato raggiunto un compromesso equilibrato tra Commissione, gruppi parlamentari e Consiglio: tale testo prevede un finanziamento misto (60 milioni di euro dal bilancio del programma Progress e 40 milioni da nuove rubriche del bilancio europeo). L’entrata in vigore del nuovo strumento rappresenta un passo avanti che testimonia il desiderio dell’Unione di agire concretamente di fronte alle preoccupazioni sociali legittime dei suoi cittadini, e dimostra l’interesse per una partecipazione maggiore del Parlamento europeo al processo decisionale europeo. I membri del movimento democratico accolgono con favore tale sviluppo.

 
  
MPphoto
 
 

  Edite Estrela (S&D), per iscritto. (PT) Ho votato a favore della relazione Göncz, che respinge la proposta della Commissione di riassegnare 100 milioni di euro dal programma Progress allo strumento europeo per i microfinanziamenti. In un contesto in cui la crisi economica e finanziaria sta già trascinando l’UE in una crisi sociale e occupazionale, sottrarre risorse al programma Progress, che è rivolto ai gruppi più vulnerabili, invierebbe un segnale molto negativo agli europei. In tal senso vanno intraprese nuove consultazioni per individuare una soluzione più adatta a garantire che lo strumento europeo per i microfinanziamenti consegua i suoi obiettivi.

 
  
MPphoto
 
 

  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) Poiché l’Europa sta attraversando una grave crisi finanziaria ed economica, che ha dato luogo a una grave crisi sociale con un aumento della disoccupazione in tutti gli Stati membri, è importante che l’UE crei meccanismi efficaci per combattere la crisi e anche aiutare coloro che ne sono maggiormente colpiti, come ad esempio i disoccupati.

Lo strumento di microfinanziamento europeo è stato creato proprio per questo motivo, segnatamente per affrontare le sfide occupazionali. Tale strumento riceverebbe una dotazione di 100 milioni di euro, con una rubrica a parte nel bilancio 2010.

Di conseguenza, la proposta della Commissione di riassegnare i fondi del programma Progress, rivolto ai gruppi vulnerabili e che si propone l’applicazione dell’agenda sociale nella lotta contro la discriminazione, l’esclusione sociale, la disoccupazione e le disparità tra i sessi, sembra lanciare il segnale sbagliato, date le circostanze correnti.

 
  
MPphoto
 
 

  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. (PT) Il programma Progress è stato istituito per sostenere gli obiettivi dell’Unione europea nell’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, come delineati nell’agenda sociale, oltre che per contribuire al raggiungimento della strategia di Lisbona per crescita e occupazione. Approvo lo strumento di microfinanziamento per l’occupazione e l’inclusione sociale, che è già stato approvato dal Parlamento. Non è tuttavia possibile acconsentire alla riduzione della dotazione finanziaria del programma Progress. Tanto per cominciare, i nuovi programmi non andrebbero finanziati a discapito di programmi che sono già stati istituiti. Va rilevato che, da un punto di vista di bilancio, la valutazione qualitativa e quantitativa del programma Progress nel suo terzo anno di attuazione è stata molto positiva. Il tasso medio di esecuzione negli ultimi due anni supera l’80 per cento in stanziamenti di impegno e pagamenti. La situazione attuale ha indotto la commissione per i bilanci, nel contesto della procedura di bilancio per il 2010, a dichiararsi apertamente a favore del finanziamento del nuovo strumento finanziario mediante la creazione a questo scopo di due nuove linee di bilancio correlate. Per tali ragioni ho votato a favore della proposta di risoluzione, il che significa respingere la proposta della Commissione di trasferire al microcredito 100 milioni di euro di Progress.

 
  
MPphoto
 
 

  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. (PT) Abbiamo votato contro questa relazione in quanto, come nel caso della relazione Göncz precedente sull’istituzione di uno strumento europeo di microfinanziamento per l’occupazione e l’inclusione sociale, su cui si è votato lo scorso dicembre, la maggioranza in Parlamento ritira la parola data e approva una proposta che distoglie fondi dal programma comunitario Progress.

Ricordiamo che le due relazioni adottate in sede di commissione per l’occupazione e gli affari sociali, in linea con una risoluzione precedente del Parlamento europeo, hanno respinto il finanziamento di tale nuovo strumento alle spese di un altro già esistente e funzionante.

Come alternativa è stata proposta la creazione di una nuova linea di bilancio dotata di risorse proprie, vale a dire una rubrica con fondi “nuovi”. Gli emendamenti proposti dal nostro gruppo politico rispecchiavano tali proposte, benché siano stati deplorevolmente respinti.

Visto il deterioramento delle condizioni sociali nei diversi Stati membri, è inaccettabile che i fondi vengano distolti dall’occupazione e dall’inclusione sociale per essere assegnati ad altre priorità definite nel frattempo, anche se si tratta del microcredito.

 
  
MPphoto
 
 

  Sylvie Guillaume (S&D), per iscritto. (FR) Ho votato a favore della relazione della collega, l’onorevole Göncz, sulla creazione di uno strumento essenziale per il microfinanziamento a favore dell’occupazione nelle imprese con meno di 10 dipendenti e dell’inclusione sociale. Per quanto riguarda il finanziamento, lo scoglio nei negoziati con il Consiglio, possiamo ritenerci soddisfatti di una dotazione di 100 milioni di euro in quattro anni. In periodi di crisi economica è ancor più importante sostenere l’azione di coloro che operano nell’economia sociale, che hanno difficoltà ad accedere al mercato del credito tradizionale. Rinnoviamo la fiducia dei cittadini in un’Europa che sia in grado di venire loro in aiuto per i loro progetti imprenditoriali, malgrado la loro fragilità.

 
  
MPphoto
 
 

  Iosif Matula (PPE), per iscritto. – (RO) Con il programma Progress l’Europa ha centrato i problemi più impellenti per i suoi cittadini, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di occupazione, inclusione sociale e pari opportunità. L’introduzione di un nuovo strumento per il microcredito è un’iniziativa lodevole nel contesto della crisi economica e finanziaria che stiamo attraversando e per soddisfare l’esigenza di rimettere le economie europee sulla via della ripresa.

E’ proprio per queste ragioni che i nuovi programmi non andrebbero finanziati riducendo le priorità attuali. La soluzione approvata oggi risolve una buona parte del problema dei finanziamenti. Benché non costituisca la soluzione migliore possibile, ho votato a favore, in quanto per noi è estremamente importante essere dotati di uno strumento europeo di microfinanziamento. I 100 milioni di euro, sommati ad altri, possibili 20 milioni di euro per il periodo 2011-2013, costituiranno una linea di bilancio separata. Tale strumento deve fornire assistenza utile ai disoccupati e alle persone vulnerabili che desiderano mettere in piedi o gestire una microimpresa.

A mio avviso, lo strumento europeo dovrebbe essere dotato di un bilancio persino più consistente per renderlo veramente efficace nel conseguire i propri obiettivi di occupazione e inclusione sociale.

 
  
MPphoto
 
 

  Nuno Melo (PPE), per iscritto. (PT) Il programma Progress è molto importante per la concretizzazione dell’agenda sociale, in quanto fornisce sostegno alla lotta contro le discriminazioni, all’integrazione sociale, all’occupazione e all’uguaglianza di genere. Il programma ha rappresentato uno strumento importante e ha riscontrato un indice di esecuzione di circa l’80 per cento in stanziamenti d’impegno e pagamenti. Non è tuttavia sensato assegnare fondi destinati a questo programma per combattere le nuove questioni occupazionali causate dalla crisi economica attraversata al momento dell’UE e dal mondo. La creazione di uno strumento di microfinanziamento per l’occupazione e l’inclusione sociale è un passo positivo, ma deve essere dotato di una propria fonte di finanziamento e senza assorbire risorse destinate al programma Progress.

 
  
MPphoto
 
 

  Elisabeth Morin-Chartier (PPE), per iscritto. (FR) Dopo diversi scambi tra Parlamento europeo e Consiglio europeo, il dialogo a tre informale dei giorni scorsi ha consentito il raggiungimento di un accordo sul finanziamento dello strumento europeo di microfinanziamento. Vorrei congratularmi con tutti i soggetti dei negoziati, poiché quanto più celermente si prende una decisione, tanti più rapidamente i cittadini potranno utilizzare tale strumento europeo di microfinanziamento. Oggi ho votato a favore del finanziamento misto dello strumento europeo di microfinanziamento, che ammonta a 100 milioni di euro: 60 milioni attinti da Progress e 40 milioni dai margini al di sotto delle soglie. Tale accordo, ad esempio, consentirà ai cittadini europei di ottenere un prestito, tramite il microcredito, per acquistare gli occhiali ai figli che hanno problemi di lettura a scuola, se la loro banca tradizionale si rifiuta di concedere un prestito.

 
  
MPphoto
 
 

  Elisabeth Schroedter (Verts/ALE), per iscritto. (DE) In alcune situazioni, i microfinanziamenti possono aiutare le persone a mettere in piedi delle imprese e trovare così una via d’uscita alla crisi. Ciononostante, io e il mio gruppo abbiamo votato contro la riassegnazione al microcredito di 60 milioni di euro destinati al programma Progress. Nel suo regolamento, il Fondo sociale europeo (FSE) offre la possibilità di erogare microfinanziamenti. Gli stanziamenti complessivi del Fondo per il periodo 2007-2013 ammontano a 76 miliardi di euro, e una quota significativa di tale importo è stata destinata ai microfinanziamenti. Inoltre, i finanziamenti del FSE rendono possibile l’erogazione del microcredito unito ad altre misure. Tuttavia, invece di sfruttare a pieno tali opzioni, viene istituito un nuovo strumento di microfinanziamento con un livello elevato di spesa burocratica e un bilancio sempre più ridotto. Quel che è peggio, l’idea è che questo nuovo strumento venga finanziato dal programma comunitario più piccolo, il programma europeo contro la povertà, Progress (con dotazioni totali di 743 milioni di euro). L’impressione che sarebbero state fornite nuove risorse per questo programma, come suggerito dai suoi sostenitori, è tuttavia errata: in realtà, i fondi vengono distolti da programmi di sostegno a favore dei gruppi socialmente svantaggiati.

Noi Verdi non siamo disposti ad accettare tale inganno, in quanto viene sottratto denaro ai più poveri per creare un nuovo strumento di credito. Quel che serve non è un nuovo strumento finanziato dal programma per la povertà che catturi l’attenzione dei media, bensì il coraggio di prevedere un bilancio comunitario specifico a tale scopo.

 
  
MPphoto
 
 

  Anna Záborská (PPE), per iscritto. (FR) La Commissione ha proposto la creazione di un nuovo strumento europeo di microfinanziamento per promuovere l’occupazione. Lo strumento è stato concepito per aiutare i disoccupati a rimettersi in piedi e per rendere l’imprenditorialità accessibile ad alcuni dei gruppi più svantaggiati d’Europa, tra cui i giovani, nel più ampio contesto del piano per la ripresa economica. Tutte le istituzioni dovrebbero prestare maggiore attenzione ai lavoratori più poveri. E’ sufficiente lavorare per non essere poveri? Il lavoro e i sussidi sociali forniscono una protezione sufficiente dalla solitudine e dalla fragilità che portano all’indifferenza? Il lavoro significa effettivamente integrare l’individuo in una comunità. Ma non è sufficiente a diventare cittadini, come dimostra l’esperienza. Le famiglie indigenti ci insegnano che il lavoro è molto di più di una fonte di reddito. E’ facile istituire programmi per i disoccupati, ma è più importante aiutare i cittadini più poveri e coloro che sono più lontani dal mercato del lavoro. Per tale ragione accolgo con favore il ruolo importante svolto dal comitato europeo per il quarto mondo nel facilitare gli scambi di opinione tra colleghi e con i rappresentanti della società civile organizzata.

 
  
  

- Relazione Hennis-Plasschaert (A7-0013/2010)

 
  
MPphoto
 
 

  Zigmantas Balčytis (S&D), per iscritto. (LT) Le istituzioni europee devono agire congiuntamente per assicurare la coerenza e l’integrità della politica comunitaria e garantire la tutela dei diritti dei nostri cittadini. La discussione sull’accordo fra le autorità EU e USA sul trasferimento dei dati di messaggistica finanziaria è durata abbastanza a lungo e le istituzioni sanno bene che il Parlamento europeo non accetterà le clausole dell’accordo che violano la privacy dei dati personali e non garantiscono un’efficace protezione dei dati. La decisione del Consiglio di acconsentire all’accordo con gli USA proprio un giorno prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona ha dimostrato come al momento la fiducia tra le istituzioni comunitarie non sia nient’altro che una mera dichiarazione. In quanto istituzione che rappresenta direttamente i cittadini, il Parlamento europeo deve partecipare ai negoziati e al processo decisionale che influenzano direttamente i diritti e le libertà degli europei. Lo stesso Consiglio ammette che le questioni fondamentali dell’accordo sul trasferimento dei dati non sono state risolte in modo adeguato. Ritengo pertanto che debbano avere inizio negoziati aperti e approfonditi con tutti i paesi interessati. Un accordo con gli Stati Uniti è necessario, ma non deve violare i requisiti di legge europei sulla tutela dei dati personali.

 
  
MPphoto
 
 

  Regina Bastos, Maria Da Graça Carvalho, Carlos Coelho, Mário David e Maria do Céu Patrão Neves (PPE), per iscritto. (PT) Votiamo contro l’accordo interinale in quanto il suo contenuto non è in linea con le leggi europee. Non è ammissibile che in Portogallo la polizia possa accedere ai dati bancari personali semplicemente con un mandato, mentre è possibile inviare milioni di dati alla polizia statunitense, da sottoporre a interpretazione ed analisi, senza alcun controllo giudiziario.

Siamo consapevoli della necessità di una cooperazione transatlantica nella lotta al crimine internazionale e, in particolare, al terrorismo.

Desideriamo però sottolineare che tale cooperazione dovrebbe fondarsi sulla reciproca fiducia, sul rispetto dei principi di reciprocità e di proporzionalità, e sul rispetto dei diritti dei cittadini.

Condanniamo il comportamento del Consiglio nei confronti del Parlamento europeo per non averlo informato e aver presentato la questione come un fatto compiuto. E’ essenziale che questo non si ripeta in futuro e che il trattato di Lisbona venga rispettato rigorosamente.

L’approvazione di un accordo mal negoziato non significa solo un cattivo accordo in vigore per nove mesi, ma anche una base inadeguata per negoziare un accordo a lungo termine e permettere il trasferimento di milioni di dati che saranno conservati per anni. Sollecitiamo il Consiglio e la Commissione a negoziare un accordo migliore, che rispetti le risoluzioni del Parlamento europeo.

 
  
MPphoto
 
 

  Sebastian Valentin Bodu (PPE), per iscritto. (RO) Il rifiuto dell’accordo SWIFT deve essere un chiaro segnale per gli altri organi dell’Unione europea e l’intera comunità internazionale: d’ora in avanti sarà necessario consultare l’autorità legislativa dell’Unione in merito alle decisioni importanti che rientreranno nell’ambito del trattato di Lisbona.

Dopo il voto di oggi a Strasburgo è chiaro che i membri del Parlamento europeo non sono fondamentalmente contrari a un’intesa tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America in materia di monitoraggio dei trasferimenti sospetti di fondi tramite il sistema SWIFT. E’ semplice per la stampa d’oltreoceano dire che il voto dei parlamentari è contrario l’accordo. Il Parlamento ha votato a favore della tutela dei dati personali delle società e dei cittadini europei. La lotta al terrorismo e una rapida localizzazione dei trasferimenti bancari sospetti rimangono, e rimarranno sempre, in cima alle priorità dell’Unione.

La Commissione europea deve rinegoziare rapidamente i termini dell’accordo SWIFT affinché sia conforme alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e possa venire attuato il prima possibile. Il governo rumeno, insieme a tutti gli altri governi nazionali, ha appoggiato l’adozione dell’accordo siglato con gli USA. Impegnandosi nella tutela dei cittadini europei, il Parlamento ha compiuto il proprio dovere di istituzione eletta direttamente.

 
  
MPphoto
 
 

  Michael Cashman (S&D), per iscritto. (EN) Ho votato a favore di un rinvio in quanto ritengo che abbiamo molto da guadagnare dalla ricerca di un accordo migliore attraverso l’avvio di negoziati con gli USA a nome dei 27 Stati membri dell’Unione europea. Per questo stesso motivo ho votato a favore dell’accordo, per quanto imperfetto e insoddisfacente esso sia, in quanto offre la possibilità di negoziare un nuovo accordo fino alla fine del 2010. Qualsiasi fallimento dei negoziati significherebbe perdere la possibilità di un accordo più completo.

 
  
MPphoto
 
 

  Françoise Castex (S&D), per iscritto. (FR) Accolgo con favore il risultato del presente voto, poiché nella proposta del Consiglio le garanzie a tutela della privacy dei cittadini erano insoddisfacenti. La difesa delle libertà civili è una condizione fondamentale e tali libertà vanno rispettate anche nella lotta al terrorismo. Votando a favore della proposta di risoluzione del Parlamento ho voluto ribadire che l’accordo interinale deve conformarsi ai criteri del trattato di Lisbona e in particolare della Carta dei diritti fondamentali. Chiedo inoltre che i dati vengano raccolti solamente ai fini della lotta al terrorismo e che i cittadini europei godano “dei medesimi meccanismi di ricorso giurisdizionale che si applicano ai dati raccolti all’interno dell’UE, compresa la compensazione in caso di trattamento illecito dei dati personali”. Accolgo con favore il presente voto, con il quale il Parlamento europeo dimostra di assumersi pienamente le responsabilità conferitegli dal trattato di Lisbona e di essere in grado di tenere testa alle pressioni degli Stati membri e degli USA. E’ segno del nuovo equilibrio politico che si sta realizzando nell’Unione europea.

 
  
MPphoto
 
 

  Νικόλαος Χουντής (GUE/NGL), γραπτώς. – Ψήφισα, όπως και η υπόλοιπη ευρωομάδα μου, υπέρ της Έκθεσης ώστε να μην συναινέσει το Ευρωπαϊκό Κοινοβούλιο στην καταπάτηση βασικών νομικά κατοχυρωμένων δικαιωμάτων σχετικά με τον σεβασμό των προσωπικών δεδομένων των Ευρωπαίων πολιτών. Η συμφωνία SWIFT σε καμία περίπτωση δεν βοηθάει στην πρόληψη ενάντια στην τρομοκρατία. Πρόκειται για μια συμφωνία που, σε θολό και μη ελέγξιμο πλαίσιο, θα παρέδιδε προσωπικά δεδομένα των Ευρωπαίων πολιτών στις Αρχές και τις μυστικές Υπηρεσίες των ΗΠΑ και σε όποιους άλλους αυτές επιθυμούν να τα δώσουν. Το δικαίωμα στην ασφάλεια δεν είναι σε καμία περίπτωση αντιπαραθετικό με το δικαίωμα στην ιδιωτικότητα και της προστασίας των προσωπικών δεδομένων. Η καταπολέμηση της Τρομοκρατίας δεν περνάει μέσα από τον Μεγάλο Αδελφό, την παραβίαση ατομικών και κοινωνικών δικαιωμάτων και ελευθεριών αλλά από την προώθηση της αλληλεγγύης, της ισότητας και του σεβασμού του διεθνούς δικαίου σε παγκόσμιο επίπεδο. Ως μέλος του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου είχα την ευθύνη να διαφυλάξω τα συνταγματικά καθιερωμένα δικαιώματα των πολιτών της Ένωσης, που κάποιοι αφήνουν βορρά στις απαιτήσεις της Αμερικανικής Κυβέρνησης και της CIA στον υποτιθέμενο πόλεμό τους ενάντια στην τρομοκρατία.

 
  
MPphoto
 
 

  Proinsias De Rossa (S&D), per iscritto. (EN) Accolgo con pieno favore l’odierna sconfitta dell’accordo con gli USA sul trasferimento dei dati proposto dal Consiglio e dalla Commissione. Il testo attuale dell’accordo UE-USA non tutela i diritti delle imprese e dei cittadini europei e provvede, in modo efficace e in contrasto con la legislazione europea, al trasferimento in massa agli USA di tutte le informazioni personali e commerciali contenute nel sistema SWIFT. Dal 2006 il Parlamento europeo ha regolarmente espresso i propri dubbi sia al Consiglio sia alla Commissione mentre negoziavano questo ignobile accordo. Le due istituzioni hanno tuttavia scelto di ignorare le nostre preoccupazioni ritenendo di poter concludere l’accordo prima che entrassero in vigore i nuovi poteri del Parlamento europeo ai sensi del trattato di Lisbona. In effetti, il Consiglio si è affrettato a sottoscrivere l’accordo un giorno prima dell’entrata in vigore del trattato, che attribuisce al Parlamento europeo il potere di veto su simili accordi internazionali. Finora questo accordo non è stato sottoposto al vaglio di alcun parlamento nazionale né di quello europeo. Accolgo con favore anche la decisione della commissione per gli affari europei del Parlamento irlandese di esaminare più da vicino la presente proposta. Questo è indice di un monitoraggio ben più efficace delle proposte legislative europee di cui beneficeranno i cittadini.

 
  
MPphoto
 
 

  Robert Dušek (S&D), per iscritto. – (CS) Il programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (TFTP) costituisce un aiuto efficace nella lotta al terrorismo mondiale e mira in particolare a monitorare il finanziamento del terrorismo. Il trasferimento agli USA di dati riguardanti i cittadini europei è certamente controverso e irragionevole. Esprimiamo la nostra preoccupazione circa l’eventuale abuso di dati privati, ad esempio da parte del crimine organizzato; in seguito al riesame da parte del Parlamento, la consegna e l’archiviazione dei dati devono essere protetti. Considerando che l’accordo concluso è provvisorio e sarà valido fino al 31 ottobre 2010, e visto che sarà possibile ritirarsi da altri accordi qualora si riscontrino discrepanze, ho deciso di votare in favore del progetto di accordo tra Unione europea e USA sull’elaborazione e sul trasferimento dei dati relativi a transazioni finanziarie dall’UE agli USA.

 
  
MPphoto
 
 

  Edite Estrela (S&D), per iscritto. (PT) Ho votato a favore della relazione dell’onorevole Hennis-Plasschaert perché, malgrado l’importanza di un accordo con gli Stati Uniti d’America sulla prevenzione del finanziamento del terrorismo, ritengo che esso rientri nell’ambito del nuovo contesto legale istituito dal trattato di Lisbona e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Si tratta di una questione seria che merita un’approfondita discussione in quest’Aula, che dovrebbe avere accesso a tutta la documentazione necessaria per concludere rapidamente un accordo a lungo termine con maggior valore in termini di sicurezza, senza però mettere in pericolo il rispetto per i diritti dei cittadini.

 
  
MPphoto
 
 

  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) L’accordo SWIFT consente al dipartimento del Tesoro americano di accedere ai dati sulle transazioni finanziarie allo scopo di prevenire e combattere il terrorismo e il relativo finanziamento. Tuttavia, a causa di aspetti tecnici del sistema SWIFT, questo non si può circoscrivere alla ricerca di dati specifici riguardanti individui sospettati di coinvolgimento in attività criminali. Di conseguenza il sistema deve trasferire in blocco le informazioni riguardanti tutte le transazioni in un determinato paese ad una determinata data. Tale situazione non mette a rischio la protezione dei dati delle imprese e dei cittadini europei in quanto rispetta i principi di proporzionalità e necessità.

E’ naturale che la lotta al terrorismo interessi anche la cooperazione legale internazionale e, in molti casi, il trasferimento dei dati personali, quali i dati bancari.

 
  
MPphoto
 
 

  José Manuel Fernandes (PPE), per iscritto. (PT) Riconosco la necessità, nei termini dell’accordo interinale, della cooperazione transatlantica nella lotta al crimine internazionale e, in particolare, al terrorismo. Desidero sottolineare che tale cooperazione dovrebbe fondarsi sulla reciproca affidabilità, sul rispetto dei principi di reciprocità e di proporzionalità, e sul rispetto dei diritti dei cittadini. La sicurezza tuttavia non dovrebbe prevalere, ma piuttosto essere compatibile con altri diritti, libertà e garanzie. Non è ammissibile che in Portogallo la polizia possa accedere ai dati bancari personali semplicemente con un mandato, mentre è possibile inviare milioni di dati alla polizia statunitense, da sottoporre a interpretazione ed analisi, senza alcun controllo giudiziario. Condanno il comportamento del Consiglio nei confronti del Parlamento europeo per non averlo informato e aver presentato la questione come un fatto compiuto. E’ essenziale che questo non si ripeta in futuro e che il trattato di Lisbona venga rispettato rigorosamente. Sulla base di quanto esposto, voterò a favore della risoluzione che rifiuta l’accordo.

 
  
MPphoto
 
 

  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. (PT) Accogliamo con favore il fatto che la maggioranza in quest’Aula – noi inclusi – ha rifiutato il cosiddetto accordo SWIFT tra Unione europea e Stati Uniti d’America.

L’esistenza di queste banche dati, il loro accesso – da parte sia delle autorità statunitensi sia delle agenzie europee o delle autorità degli Stati membri – e lo scambio di informazioni suscitano grande incertezza e comportano pericoli che non possono essere efficacemente monitorati tramite un controllo sui cittadini da parte della autorità. Criminali e innocenti, sospettati e non, saranno tutti coinvolti in un procedimento che sta dimostrando di non offrire alcuna garanzia circa la sua efficacia.

L’attuazione del presente accordo significa mantenere misure imperfette adottate come parte della cosiddetta lotta al terrorismo ed esporre intenzionalmente la questione all’attenzione dei mass media con l’intento di sopprimere i diritti. Sosteniamo la necessità di combattere ogni forma di criminalità, concentrandosi soprattutto sull’origine e sulla prevenzione di questi fenomeni e non ponendo l’accento su vaghe misure di sicurezza che violano le libertà civili, i diritti e le garanzie fondamentali dei cittadini e indeboliscono la nostra democrazia.

Non accettiamo di barattare la nostra libertà per una maggiore sicurezza perché alla fine perderemmo entrambe. Siamo piuttosto a favore di una società più sicura, con libertà e diritti ampi e democratici.

 
  
MPphoto
 
 

  Christofer Fjellner and Alf Svensson (PPE), per iscritto. – (SV) Abbiamo votato a favore dell’accordo tra Unione europea e USA sul trasferimento di dati dallo SWIFT. Abbiamo tuttavia suggerito che il Parlamento rinvii la decisione per rafforzare ulteriormente la tutela della privacy. Sfortunatamente il Parlamento non ha approvato. L’accordo interinale che abbiamo votato è un atto di equilibrismo nel tentativo di trovare un compromesso tra due obiettivi: il controllo efficace del terrorismo e la salvaguardia della privacy dei nostri cittadini. Servono strumenti efficaci nella lotta al terrorismo, ma dobbiamo soprattutto garantire la tutela dei diritti democratici. Riteniamo che ora questo sia avvenuto, ma avremmo preferito vedere una protezione ancora maggiore. Lo SWIFT ha spostato ora parte delle sue operazioni dagli USA e per questo vi è stato un notevole rafforzamento della privacy, alla quale si applicano gli standard europei sulla tutela dei dati personali. In ottobre è prevista la conclusione dei successivi negoziati tra Unione europea e USA su un accordo a lungo termine che unisca un’efficace tutela dei dati dei cittadini con l’effettiva possibilità di rintracciare i finanziamenti economici di atti terroristici. Sebbene si debba ancora lavorare per rafforzare la protezione del singolo individuo, riteniamo che i miglioramenti rispetto alla situazione di prima della fine dell’anno, quando non vi era alcun accordo, siano sufficientemente validi da consentirci di votare a favore dell’accordo interinale, per evitare un consistente indebolimento della lotta al terrorismo nei nove mesi a venire. Prima di giungere a un accordo definitivo richiederemo, come condizione per l’approvazione, un ulteriore rafforzamento della protezione dei singoli cittadini.

 
  
MPphoto
 
 

  Robert Goebbels (S&D), per iscritto. (FR) Ho votato contro il cosiddetto accordo SWIFT tra Unione europea e Stati Uniti d’America sul trasferimento di dati di messaggistica finanziaria per combattere il terrorismo. Nella sua forma attuale l’accordo SWIFT è ben lungi dall’aver raggiunto il giusto equilibrio tra la necessità di combattere il terrorismo internazionale e la necessità di proteggere i diritti fondamentali. E’ inaccettabile che alle autorità statunitensi vengano inviati milioni di dati personali non filtrati riguardanti persone innocenti. E’ inaccettabile che questi dati possano essere immagazzinati – in virtù della legge statunitense e in violazione a quella europea – per 90 anni. Ritengo che anche l’accordo SWIFT debba prevedere un’adeguata protezione dei dati personali e della privacy, per la quale ho già espresso il mio sostegno durante la votazione sullo scambio di dati fiscali.

 
  
MPphoto
 
 

  Sylvie Guillaume (S&D), per iscritto. (FR) Ho sostenuto fermamente la presente relazione affinché il Parlamento europeo potesse esprimere il proprio chiaro “no” all’accordo SWIFT, che è stato negoziato di nascosto, senza tenere in alcun conto le preoccupazioni del Parlamento europeo, tenuto fuori dai negoziati dal Consiglio e dalla Commissione europea. Per il principio della tutela della privacy e affinché il trasferimento di tali dati sia efficace ai fini della lotta al terrorismo, è essenziale che le discussioni mirino a rinegoziare un chiaro accordo. Il messaggio del voto di oggi è anche riaffermare il ruolo del Parlamento europeo, istituzione al servizio dei cittadini europei e che, in quanto tale, vuole difendere i loro diritti e le loro libertà fondamentali in modo efficace e concreto, per quanto attiene sia alla protezione della loro privacy sia alla lotta al terrorismo.

 
  
MPphoto
 
 

  Monika Hohlmeier (PPE), per iscritto. (DE) La mia decisione di votare contro l’accordo interinale SWIFT non va contro la cooperazione con gli USA nella lotta al terrorismo. Ho sostenuto chiaramente la necessità di creare quanto più rapidamente possibile un nuovo accordo che consenta una stretta collaborazione tra le autorità di sicurezza europee e americane e l’individuazione di trasferimenti di denaro con legami sospetti con il terrorismo. L’accordo interinale tuttavia presenta alcuni difetti sostanziali, tra cui disposizioni insufficienti riguardo alla cancellazione dei dati, ai diritti di reclamo, all’accesso alle informazioni e al loro invio a terzi. Inoltre, da una partnership genuina tra Unione europea e USA mi aspetto che non scarichi semplicemente sugli Stati Uniti la responsabilità di garantire la sicurezza dei cittadini nell’ambito del programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (TFTP), ma che fornisca anche un arco di tempo ben definito per lo sviluppo di un TFTP europeo, in partnership con gli USA.

Per questo motivo mi auguro che nel prossimo futuro venga negoziato un accordo che fornisca le basi a lungo termine per combattere insieme il terrorismo a livello globale, in termini di localizzazione delle reti terroristiche e delle loro transazioni finanziarie, ma anche nel rispetto della privacy dei dati dei cittadini.

 
  
MPphoto
 
 

  Cătălin Sorin Ivan (S&D), per iscritto. – (RO) Il rifiuto dell’accordo interinale sul trasferimento dei dati bancari agli Stati Uniti attraverso la rete SWIFT, dovuto a questioni di protezione dei dati personali, di proporzionalità e di reciprocità, non deve essere visto come un esercizio del Parlamento dei nuovi poteri introdotti dal trattato di Lisbona, ma come un messaggio politico dell’Europa. Rifiutando l’accordo e votando a favore della raccomandazione del Parlamento europeo, abbiamo dimostrato che non si può adottare un’importante decisione politica quando viola le disposizioni del trattato di Lisbona e, in particolare, la Carta dei diritti fondamentali. Quando verrà firmato un nuovo accordo, questa volta a lungo termine, che garantisca la protezione dei dati dei cittadini europei, il Parlamento europeo darà il proprio parere favorevole. La lotta al terrorismo rimane una delle principali sfide che attualmente ci troviamo ad affrontare; in queste circostanze abbiamo bisogno di un nuovo accordo, che dovrà essere il risultato di negoziati migliori, per garantire un’adeguata protezione dei cittadini europei. Questo è il motivo per il quale, quando verrà redatto un nuovo accordo, il Parlamento dovrà svolgere un ruolo chiave in una procedura che rispetti alla lettera il trattato.

 
  
MPphoto
 
 

  Eija-Riitta Korhola (PPE), per iscritto. (EN) Oggi ho votato contro l’accordo SWIFT sulla condivisione dei dati bancari con gli USA ai fini della lotta al terrorismo. Tale accordo non era abbastanza esaustivo riguardo alla protezione dei cittadini europei: servono maggiori garanzie in materia di protezione dei dati. Ai sensi dell’accordo, per esempio, non è richiesta un’ordinanza giudiziaria per ottenere dei dati, la cui tutela è uno dei nostri diritti fondamentali di base. Il rispetto dei diritti umani è di primaria importanza e la loro difesa è parte integrante del mio lavoro al Parlamento. Ritengo che dobbiamo disporre degli strumenti per assistere gli USA nella lotta al terrorismo, senza però mettere a rischio i principi della nostra Carta dei diritti fondamentali. Il rifiuto odierno dell’accordo SWIFT è un momento molto importante nella storia del Parlamento europeo, manda un chiaro messaggio: il Parlamento europeo utilizzerà i nuovi poteri conferitigli dal trattato di Lisbona nell’interesse della democrazia, difendendo e proteggendo i diritti dei suoi cittadini. In qualsiasi accordo futuro con gli USA sulla condivisione di dati, la Commissione dovrà dimostrare di aver raggiunto il giusto equilibrio tra la lotta al terrorismo e il rispetto della privacy dei nostri cittadini.

 
  
MPphoto
 
 

  Elisabeth Köstinger (PPE), per iscritto. (DE) A mio parere non vi sono dubbi sulla necessità di una stretta partnership costruttiva tra Unione europea e Stati Uniti d’America, in particolare in materia di lotta il terrorismo. Ho comunque votato contro l’accordo interinale SWIFT perché non chiarisce alcune fondamentali questioni di tutela dei dati. Mettere da parte il Parlamento europeo durante i negoziati per un accordo è stata una scelta inaccettabile e piuttosto problematica. Sebbene concordi sulla necessità di un accordo internazionale che regoli lo scambio di dati, le libertà civili e i diritti fondamentali devono comunque essere salvaguardati.

 
  
MPphoto
 
 

  Véronique Mathieu (PPE), per iscritto. (FR) Ho votato a favore dell’accordo SWIFT perché ritengo che gli scambi di dati siano utili, come dimostrato in numerosi casi dai nostri rispettivi servizi segreti. La minaccia del terrorismo esiste, è innegabile, e il fallito attentato a Detroit del mese scorso lo conferma. Dobbiamo pertanto dimostrare di essere responsabili; è una questione di assistenza reciproca. Il presente accordo non va interpretato come un impegno unilaterale da parte dell’Unione europea, che concederà l’accesso alle proprie informazioni; dall’altra parte, anche le autorità americane analizzeranno i dati ricevuti, attività che al momento non siamo in grado di fare in Europa, vista la mancanza di un programma europeo di lotta al finanziamento del terrorismo equivalente al TFTP. Il presente accordo garantisce anche la nostra sicurezza e non solo quella dei cittadini in territorio americano. Si tratta di un vero e proprio accordo internazionale, a differenza degli impegni unilaterali precedenti: le garanzie saranno vincolanti, l’applicazione dell’accordo sarà soggetta a valutazione e, qualora l’Unione europea ritenga che tali garanzie non siano rispettate, l’accordo prevede chiaramente le modalità di risoluzione.

 
  
MPphoto
 
 

  Nuno Melo (PPE), per iscritto. (PT) La votazione odierna verte sul rinnovo di un accordo che, grazie alla localizzazione delle transazioni bancarie, è stato estremamente importante nella lotta al terrorismo, che negli ultimi anni ha scelto le società occidentali come obiettivo. Se la risoluzione venisse approvata e l’accordo bocciato, le organizzazioni terroristiche potrebbero operare senza alcun controllo efficace, con tutte le gravi conseguenze del caso. Curiosamente, molti esponenti dell’estrema sinistra che hanno votato contro l’accordo in virtù del fatto che viola la riservatezza dei dati personali, sono le stesse persone che nei loro paesi d’origine si sono espressi a favore della fine del segreto bancario per rendere pubblici tutti i dettagli fiscali. Per loro, il problema non è il trasferimento dei dati, ma la destinazione dei dati, ovvero gli USA, una nazione per la quale non riescono a nascondere la loro manifesta ostilità. Di conseguenza, il mio voto contro la risoluzione e in favore dell’accordo ha tenuto solamente conto di circostanze molto specifiche riguardo alla necessità di combattere il terrorismo con tutti i mezzi disponibili e al riconoscimento del ruolo fondamentale degli USA in questa lotta.

 
  
MPphoto
 
 

  Willy Meyer (GUE/NGL), per iscritto. – (ES) Ho votato a favore della relazione Hennis-Plasschaert per esprimere il mio “no” all’accordo SWIFT che è stato sottoscritto dai 27 Stati membri per il trasferimento dei dati delle transazioni finanziarie agli Stati Uniti d’America con il pretesto di combattere il terrorismo. Considero inaccettabile la richiesta degli Stati Uniti, che mi sembra una minaccia alle libertà e ai diritti dei cittadini europei. Con questa proposta le forze più conservatrici hanno tentato di consegnarci mani e piedi legati agli interessi statunitensi, senza pensare né alla sicurezza né alla privacy dei cittadini. Il Parlamento europeo non può permettere che i diritti e le libertà civili degli europei vengano violati in nome della lotta al terrorismo.

 
  
MPphoto
 
 

  Andreas Mölzer (NI), per iscritto. (DE) L’Unione europea si è lasciata prendere per il naso dagli USA per troppo tempo. E’ giunto il momento di porre fine alle costanti incursioni degli USA nei nostri diritti e libertà civili e nella tutela dei dati in nome della lotta al terrorismo. La trasmissione di dati di messaggistica finanziaria a potenze straniere costituisce una grave violazione dei diritti fondamentali dei nostri cittadini, in particolare quando gli Stati Uniti d’America sono il destinatario dei dati. Il trasferimento di milioni di dati bancari non è affatto nell’interesse dell’Europa.

Nessuno sa cosa faranno i servizi segreti americani dei dati raccolti e questo lascia la porta aperta a ogni tipo di abuso, anche lo spionaggio economico. Che Washington utilizzi i dati bancari per combattere il terrorismo non è altro che una meschina copertura. A parte tutto, dicendo “no” all’accordo SWIFT, l’Unione europea dimostra la propria indipendenza dagli USA. Non posso che dare il mio incondizionato appoggio a un secco rifiuto da parte del Parlamento europeo all’accordo SWIFT.

 
  
MPphoto
 
 

  Mariya Nedelcheva (PPE), per iscritto. (FR) Ho votato contro l’accordo SWIFT tra il Consiglio dell’Unione europea e gli Stati Uniti d’America perché ritengo che le garanzie, in termini di protezione dei dati, siano insufficienti. Senza contestare il fatto che la lotta al terrorismo sia indispensabile, visto che oggi la minaccia è più che reale, sono convinta che non possiamo garantire la sicurezza dei cittadini europei senza al contempo garantire il pieno rispetto dei loro dati personali.

Nella situazione attuale, le disposizioni dell’accordo SWIFT per i casi nei quali gli Stati Uniti potrebbero trasmettere i dati europei a paesi terzi sono troppo vaghe. Servono disposizioni chiare che regolamentino questo scambio di dati. Per quanto riguarda gli eventuali strumenti a disposizione dei cittadini o delle imprese che ritengono che i loro dati non siano stati elaborati correttamente, l’articolo 11 dell’accordo è ben lungi dall’essere adeguato.

L’accordo garantisce la protezione dei dati quando vengono elaborati nel territorio dell’Unione europea, ma cosa succede invece quando i dati europei vengono elaborati negli Stati Uniti? I negoziati dovranno essere condotti in modo democratico e trasparente, con il pieno e totale appoggio del Parlamento europeo, come sancito dal trattato di Lisbona per questo tipo di accordi internazionali.

 
  
MPphoto
 
 

  Franz Obermayr (NI), per iscritto. (DE) L’11 febbraio 2010 è stato un giorno memorabile per il Parlamento europeo: membri rappresentanti la più ampia gamma di convinzioni politiche e un ampio ventaglio di Stati membri hanno votato contro il trasferimento di dati bancari dei cittadini europei agli USA. Non è chiaro in quale modo tale trasferimento di dati potrebbe essere utile alla lotta al terrorismo e non garantisce nemmeno gli standard europei di tutela dei dati. Con la presente decisione il Parlamento, in quanto organo rappresentante i cittadini europei, ha guadagnato in influenza e sicurezza e non ha ceduto alla pressione degli USA. Le sue risposte hanno costituito un chiaro “no” alla riduzione dei diritti civili europei con la scusa di combattere il terrorismo. Inutile precisare che anch’io, per questi motivi, ho votato contro.

 
  
MPphoto
 
 

  Daciana Octavia Sârbu (S&D), per iscritto. (RO) Ho votato a favore contro l’accordo SWIFT con gli Stati Uniti d’America perché costituisce più una minaccia alla privacy dei cittadini europei che uno strumento per la lotta al terrorismo. L’accordo firmato di recente tra Unione europea e USA è un atto di sfida al Parlamento europeo, poiché è stato sottoscritto solo un giorno prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona. Il Parlamento non è stato consultato per tempo in merito e ora è troppo tardi. Ho rifiutato questo accordo e noi speriamo che sia gli Stati Uniti che il Consiglio si renderanno conto dell’importanza di coinvolgere il Parlamento nei processi decisionali europei. Credo fermamente che si possa giungere a un accordo migliore sotto la presidenza spagnola.

 
  
MPphoto
 
 

  Renate Sommer (PPE), per iscritto. (DE) Ho votato a favore del rinvio di quattro settimane del voto sull’accordo SWIFT che avrebbe facilitato ulteriori negoziati. Con la presente decisione abbiamo dimostrato alla Commissione il nostro buon senso; avremmo potuto cogliere quest’occasione per affrontare le fondate preoccupazioni dei nostri cittadini e delle nostre imprese in merito alla tutela dei loro dati nell’accordo interinale che è già in vigore. Abbiamo noi la responsabilità di tutelare le libertà civili e i diritti fondamentali. Negando il rinvio, tuttavia, quest’Aula si è lasciata sfuggire l’opportunità di utilizzare i suoi nuovi poteri in modo responsabile e di accrescere la propria influenza sui negoziati. Non avrei potuto votare in alcun modo a favore dell’accordo SWIFT; l’abuso di fiducia perpetrato dagli USA in una dimostrazione incredibilmente arrogante di mentalità rivolta solo al proprio tornaconto è troppo evidente, accompagnato inoltre dal disprezzo che il Consiglio ha mostrato nei confronti del Parlamento.

Ora, il nostro compito è negoziare un nuovo accordo a lungo termine, in tempi brevi e con grande consapevolezza, coinvolgendo il Parlamento europeo, a prescindere da quanto forte sia l’amicizia transatlantica. Un simile accordo deve riflettere gli standard europei, perché uno scambio controllato di dati nella lotta al terrorismo internazionale è anche nell’interesse dell’Europa.

 
  
MPphoto
 
 

  Bart Staes (Verts/ALE), per iscritto. – (NL) Ho votato con convinzione in favore della relazione e sono soddisfatto che la maggioranza si sia rifiutata di cedere alla forte pressione politica e stia facendo sentire la propria voce in materia di giustizia e sicurezza. Impedendo che le informazioni su milioni di transazioni bancarie e trasferimenti europei vengano passate agli Stati Uniti tramite SWIFT per un periodo ancora più lungo, il Parlamento sta dimostrando di prendere seriamente i diritti fondamentali sanciti dal trattato di Lisbona.

La presidenza dell’Unione europea e la Commissione europea dovranno ora annullare l’accordo interinale con gli Stati Uniti d’America e tornare al tavolo dei negoziati, sulla base dei requisiti stabiliti nella risoluzione adottata dal Parlamento europeo nel settembre del 2009. Innanzi tutto, è necessario tenere una discussione aperta sui contenuti della relazione tra, da una parte la politica di sicurezza e la lotta al terrorismo e, dall’altra, garanzie minime sul rispetto dei diritti civili fondamentali e della privacy di centinaia di milioni di cittadini. Sono soddisfatto che il ricatto e la pressione politica non abbiano funzionato. Dopotutto non ha alcun senso sostenere che il rispetto dei diritti civili e la privacy sia un ostacolo alla lotta al terrorismo. Noi del gruppo Verde/Alleanza libera europea siamo pronti a cooperare per una politica di sicurezza efficiente e rigorosa, ma che rispetti i diritti costituzionali e che presti attenzione alle cause della criminalità e del terrorismo.

 
  
MPphoto
 
 

  Nuno Teixeira (PPE), per iscritto. (PT) La lotta alla criminalità internazionale, in particolare tramite la cooperazione transatlantica nella lotta al terrorismo, è una delle maggiori priorità dell’Unione europea. Tuttavia, tale cooperazione dovrebbe fondarsi su reciprocità e fiducia. In virtù della legge statunitense, l’accordo interinale tra Unione europea e Stati Uniti sull’elaborazione e sul trasferimento dei dati di messaggistica finanziaria non assicura alle imprese e ai cittadini europei gli stessi diritti e le stesse garanzie di cui godrebbero nel territorio dell’UE. Il sistema di trasferimento dati non rispetta i principi fondamentali della legislazione europea sulla tutela dei dati, in particolare i principi di proporzionalità e necessità. L’accordo non stabilisce esplicitamente che le richieste devono essere soggette ad autorizzazione giudiziaria o limitate nel tempo, né definisce in modo soddisfacente le condizioni di condivisione dei dati con paesi terzi. Mi rammarico inoltre del fatto che durante i negoziati il Consiglio non abbia praticamente condiviso alcuna informazione con il Parlamento e che il voto sull’accordo abbia avuto luogo dopo la sua adozione. Per questi motivi, e perché i diritti e le garanzie dei cittadini europei meritano di essere rispettati, voto a favore della proposta di risoluzione che boccia la conclusione dell’accordo SWIFT.

 
  
MPphoto
 
 

  Róża, Gräfin von Thun Und Hohenstein (PPE), per iscritto. – (PL) Molti colleghi parlamentari ritengono che il Consiglio abbia commesso un errore estromettendo il Parlamento europeo dagli attuali negoziati per l’accordo con gli USA. L’intervento del presidente del mio gruppo, l’onorevole Daul, non è stato d’aiuto. Dopo una discussione approfondita, ha infatti chiesto ai colleghi parlamentari di rinviare il voto. L’onorevole Malmström ha insistito per concedere maggiore tempo affinché la nuova Commissione potesse informarsi sull’argomento e per ulteriori negoziati, e affinché il Parlamento potesse discutere la questione in modo più approfondito. Comprendo la grande importanza di proteggere i dati personali, ma dobbiamo anche ricordare che gli Stati Uniti sono il nostro partner più importante. Dobbiamo costruire le relazioni sulla fiducia reciproca, la lotta al terrorismo e la sicurezza dei nostri cittadini; è nostra responsabilità comune. Ho votato, in linea con il mio gruppo, a favore di un rinvio. Sfortunatamente abbiamo perso per 15 voti. Che io sappia, 35 membri del mio gruppo non erano presenti alla votazione, a dimostrazione, ancora una volta, che ogni voto è importante. In accordo con la linea seguita dal mio gruppo, ho votato in favore anche dell’accordo. Il Parlamento ha infine bocciato l’accordo con 378 voti favorevoli, 196 contrari e 31 astenuti. Non sono soddisfatta del risultato, ma indubbiamente torneremo presto su questo tema così importante.

 
  
MPphoto
 
 

  Ioannis A. Tsoukalas (PPE), per iscritto. (EN) Sebbene sia chiaro che le regole proposte mirino ad agevolare la lotta al crimine e al terrorismo informatici, l’esplicito riferimento all’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), tenuto anche conto della sentenza C317/04 della Corte di giustizia europea, rende illegale qualsiasi voto favorevole su tale argomento, perché tutti i cittadini europei sono obbligati a obbedire alle norme generali che governano l’Unione europea così come alle sentenze della Corte di giustizia.

 
  
MPphoto
 
 

  Thomas Ulmer (PPE), per iscritto. (DE) Ho votato per il rifiuto dell’accordo SWIFT. Si tratta di una pietra miliare nel processo di democratizzazione dell’Europa e nell’esercizio dei diritti democratici da parte del Parlamento in virtù del trattato di Lisbona in materia di tutela dei dati e diritti individuali dei nostri cittadini. Gradirei vedere molti altri momenti magici come questo.

 
  
  

- Proposta di risoluzione B7-0063/2010

 
  
MPphoto
 
 

  Proinsias De Rossa (S&D), per iscritto. − (EN) Appoggio la presente proposta di risoluzione che sollecita la rapida adozione della direttiva che attua l’accordo quadro in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario, concluso dai partner sociali europei in ambito sanitario. Ogni anno nell’Unione europea si registrano oltre un milione di ferite da punture di aghi, che possono comportare la trasmissione di virus potenzialmente letali. La clausola del recente accordo sugli standard minimi non vieta disposizioni future, a livello nazionale ed europeo, più favorevoli ai lavoratori. Il mio gruppo politico al Parlamento europeo insiste da anni per standard di sicurezza europei più rigidi nel settore della sanità e deve essere approvata e attuata con urgenza una direttiva che faccia seguito all’accordo quadro.

 
  
MPphoto
 
 

  Edite Estrela (S&D), per iscritto. (PT) Ho votato a favore della presente proposta di risoluzione perché è necessario rafforzare la legislazione in ambito di protezione degli operatori sanitari. Sfortunatamente nell'Unione europea si verificano ogni anno oltre un milione di ferite da punture di aghi che portano alla trasmissione di virus, fra cui quello dell'epatite B, C e dell'HIV/AIDS. E’ quindi impellente la necessità di adottare e attuare negli Stati membri l’accordo quadro sulla prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario.

 
  
MPphoto
 
 

  Diogo Feio (PPE), per iscritto. (PT) E’ stato concluso un accordo quadro tra l’Hospeem (Associazione datori di lavoro del settore ospedaliero e sanitario) e la FSESP (Federazione sindacale europea dei servizi pubblici) sulla prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario.

L’accordo mira a creare standard e norme per proteggere i lavoratori sanitari da ferite da punture di aghi che possono comportare la trasmissione di oltre 20 virus letali, e che costituiscono quindi un gravissimo pericolo per la salute pubblica.

Tenendo presente l’importanza del presente accordo quadro a tutela della salute dei lavoratori nel settore sanitario, la Commissione deve sorvegliare la sua attuazione e adottare con urgenza la direttiva che lo attua.

 
  
MPphoto
 
 

  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. (PT) Le ferite da punture di aghi e altre lesioni causate da strumenti taglienti rappresentano uno dei rischi più comuni e gravi per gli operatori sanitari in tutta Europa ed espongono al rischio di infezioni il personale ospedaliero e i lavoratori sanitari, come esposto nella alla risoluzione adottata. E’ pertanto necessario garantire il massimo livello possibile di sicurezza nell’ambiente di lavoro negli ospedali e ovunque vengano svolte attività sanitarie.

Per questi motivi abbiamo votato a favore della risoluzione relativa all’accordo quadro, che a sua volta definisce standard di sicurezza minimi, fatte salve le disposizioni nazionali e dell’Unione esistenti e future più favorevoli ai lavoratori. Gli Stati membri e/o le parti sociali dovrebbero essere liberi di adottare misure supplementari più favorevoli ai lavoratori nel settore interessato ed essere incoraggiati a farlo.

 
  
MPphoto
 
 

  David Martin (S&D), per iscritto. − (EN) Appoggio con forza l’accordo quadro raggiunto tra la Commissione e i partner sociali europei rappresentanti il settore sanitario. E’ di vitale importanza proteggere gli operatori sanitari da ferite e dalla potenziale trasmissione di virus, e sono contento che la presente proposta sia passata con così ampio sostegno, in particolare dopo il duro lavoro dell’onorevole Hughes.

 
  
MPphoto
 
 

  Nuno Melo (PPE), per iscritto. (PT) La salute degli operatori sul luogo di lavoro non è una questione che fa unicamente riferimento al diritto del lavoro, ma interessa anche la responsabilità sociale, che a sua volta coinvolge tutti i responsabili del settore, incluso il Parlamento europeo. L’accordo quadro concluso oggi tra i partner sociali europei del sistema ospedaliero e sanitario è un contributo importante alla tutela della salute e della sicurezza degli operatori nel settore ospedaliero.

 
  
MPphoto
 
 

  Elisabeth Morin-Chartier (PPE), per iscritto. (FR) Ho votato a favore della presente proposta di risoluzione allo scopo di proteggere il personale di cliniche e ospedali. In effetti, troppi operatori sanitari ed ospedalieri rimangono ancora vittime di infezioni causate da ferite accidentali legate all’uso di siringhe e strumenti taglienti. In quanto parlamentare europeo devo battermi per impedirle questa situazione. La proposta di risoluzione presentata richiede anche il miglioramento dalla formazione e delle condizioni lavorative degli operatori sanitari che affrontano questo pericolo: servono strumenti medici più sicuri con dispositivi di protezione integrati in tutta l’Unione europea. Forte delle mie convinzioni sociali e della mia conoscenza dell’ambiente ospedaliero, chiedo l’adozione e l’applicazione urgente delle misure definite nella proposta di direttiva.

 
  
MPphoto
 
 

  Evelyn Regner (S&D), per iscritto. − (DE) Ho votato a favore della proposta di risoluzione del Parlamento europeo, perché sostengo gli accordi di partenariato sociale. Le parti sociali europee ufficiali hanno raggiunto un accordo sulla questione in oggetto e chiedo che l’accordo quadro venga incorporato immediatamente nella legislazione europea applicabile tramite una direttiva messa in atto dal Consiglio senza ulteriori indugi.

 
  
MPphoto
 
 

  Derek Vaughan (S&D), per iscritto. (EN) E’ stato un voto importante a favore di una direttiva europea per migliorare la protezione dei lavoratori rimasti feriti da punture di aghi. E’ necessario agire al più presto per proteggere gli operatori del settore sanitario dal contrarre malattie potenzialmente letali come l’HIV/AIDS e l’epatite tramite ferite provocate da aghi usati. Le ferite da punture di aghi rappresentano uno dei rischi più comuni e gravi per gli operatori sanitari di tutta Europa. Si stima che ogni anno in tutta Europa le ferite di questo tipo siano un milione. Mi auguro che si agisca presto per migliorare la formazione e le condizioni di lavoro per chi opera con aghi e strumenti taglienti per ridurre drasticamente il numero di ferite simili e per limitare la sofferenza emotiva causata alle persone coinvolte. Mi auguro inoltre che l’utilizzo di strumenti medici più sicuri proteggerà chi lavora quotidianamente da tutte quelle ferite che si possono prevenire.

 
Note legali - Informativa sulla privacy