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Procedura : 2009/0106(CNS)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0016/2010

Testi presentati :

A7-0016/2010

Discussioni :

PV 24/02/2010 - 22
CRE 24/02/2010 - 22

Votazioni :

PV 25/02/2010 - 7.1
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0034

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 24 febbraio 2010 - Bruxelles Edizione GU

22. Progetti d'investimento relativi ad infrastrutture energetiche nella Comunità europea (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione presentata dall’onorevole Vălean, a nome della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, sulla proposta di regolamento del Consiglio sulla comunicazione alla Commissione di progetti di investimento nelle infrastrutture per l’energia nella Comunità europea e che abroga il regolamento (CE) n. 736/96 [COM(2009)0361 – C7-0125/2009 – 2009/0106(CNS)] (A7-0016/2010).

 
  
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  Adina-Ioana Vălean, relatore.(EN) Signora Presidente, sono estremamente lieta della sua presenza qui in plenaria stasera. Vorrei ringraziare tutti i relatori ombra per il confronto proficuo e per l’impegno profuso in questa relazione. Il trattato di Lisbona è entrato in vigore, conferendo all’Unione europea una maggiore competenza in materia di energia. Ritengo si tratti di un ambito in cui, se gli Stati membri lavorano insieme, l’Europa può garantire un approvvigionamento energetico più economico e sicuro ai suoi cittadini. Con un’azione concertata possiamo ridurre al minimo l’impatto di eventi imprevedibili, come nel caso dell’interruzione delle forniture di gas che l’Europa ha dovuto affrontare lo scorso inverno.

Chiaramente l’Europa non può interferire sui flussi di gas al di fuori dei propri confini o risolvere dispute ad essi inerenti. Cionondimeno, possiamo garantire che le nostre infrastrutture siano in grado di gestire carenze o interruzioni della fornitura e che il mercato sia più trasparente ed efficiente. L’Europa ha collocato questa priorità in cima al proprio ordine del giorno. Lo scorso anno abbiamo adottato un terzo pacchetto sull’energia, che mira al raggiungimento di un mercato dell’energia più competitivo ed efficiente. Il regolamento sulla sicurezza delle forniture di gas è attualmente al vaglio del Parlamento e la votazione di domani sul regolamento sulla notifica degli investimenti nelle infrastrutture energetiche contribuirà a rendere il mercato più trasparente e più prevedibile.

In questo contesto, ritengo sarebbe un peccato sprecare l’opportunità offerta da questo nuovo strumento non applicando la giusta base giuridica, ossia il nuovo articolo 194 del trattato di Lisbona. Si tratta di un punto, istituzionale, politico e giuridico di estrema importanza. Questo regolamento offre non solo uno strumento per reperire informazioni, ma anche la possibilità di delineare un quadro esaustivo degli investimenti nelle infrastrutture energetiche, che funga da base per definire le politiche in questo ambito. Nel caso, dunque, in cui il Consiglio dovesse adottare questo regolamento con la base giuridica errata, ritengo che il Parlamento dovrebbe presentare il caso alla Corte europea di giustizia, e vi garantisco che lo farà.

Passiamo ora alla sostanza. Ne ho già parlato al presidente Barroso e lo ripeterò anche a lei, Commissario Oettinger: l’Europa si trova davanti a una svolta e la nostra priorità dovrebbe essere, ora più che mai, sostenere le nostre imprese e creare un ambiente favorevole alla competitività. Abbiamo dunque bisogno di politiche solide e soprattutto di una politica per l’energia più solida ed affidabile. Alla fin fine, l’obiettivo è quello di garantire un approvvigionamento energetico sicuro e conveniente sia per i nostri cittadini che per le nostre imprese. In questa prospettiva, mi auguro che la raccolta dei dati non diventi un obiettivo fine a se stesso. Dobbiamo fare in modo che questo regolamento non crei l’ennesimo onere burocratico per le imprese e che la riservatezza di informazioni sensibili sotto il profilo commerciale venga potenziata.

Passando a un altro punto, mi rammarico che i gruppi PPE e S&D abbiano presentato un emendamento che prevede che le imprese all’interno dell’UE debbano fornire dati sugli investimenti in progetti in paesi terzi. Sfido chiunque a trovare una base giuridica nei trattati che ammetta l’extra-territorialità nelle politiche per l’energia. Oltretutto, ritengo che dovremmo in primo luogo assicurarci di conoscere le strategie pianificate a livello comunitario prima di guardare al di là dei nostri confini. Ho anche notato la tentazione, viva in quest’Aula, di includere tutto in questo regolamento. Credo sia un errore. Affinché questo strumento possa essere efficiente, dobbiamo concentrarci su informazioni realmente pertinenti e tentare di evitare alle nostre imprese e alla Commissione un carico burocratico eccessivo o problemi di riservatezza. Io stessa ho tentato di raggiungere questo equilibrio, da una parte fornendo alla Commissione una visione d’insieme dei possibili sviluppi futuri, ma anche garantendo che tale quadro sia quanto più accurato possibile.

Abbiamo bisogno di maggiore sicurezza per gli investimenti futuri e di politiche solide. Desidererei anche essere rassicurata, Commissario Oettinger: vorrei evitare che la Commissione, avendo raccolto tutti i dati, cominci a imporre piani di investimento e finisca col dire alle imprese dove investire. Ciononostante, dovrebbe fornire soluzioni e incentivi che permettano alle aziende di effettuare investimenti a breve termine che, pur non avendo scopo di lucro, potrebbero essere necessari per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento; in caso contrario continueranno a esistere delle scappatoie.

Mi fermerò qui. Vi ringrazio per avermi concesso il vostro tempo e attendo con interesse i vostri commenti.

 
  
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  Günther Oettinger, membro della Commissione.(DE) Signora Presidente, onorevole Vălean, onorevoli colleghi, la crisi del gas all’inizio dell’anno scorso ci ha dimostrato quanto sia importante che l’Europa disponga di infrastrutture per il gas che non si limitino a promuovere il funzionamento del mercato interno, ma che permettano anche la solidarietà tra gli Stati membri e le regioni colpite in caso di crisi. E’ dunque estremamente importante che la Commissione possa avere un quadro sia dei nuovi progetti di investimento previsti o in corso sia dei vecchi impianti che verranno messi definitivamente fuori servizio. La nostra proposta è dunque quella di sviluppare e rimodellare uno strumento di informazione che risale ai tempi di un’altra crisi, ovvero la prima crisi del prezzo del petrolio.

Tale proposta mira ad ampliare il campo di applicazione del regolamento, specialmente nell’ambito delle energie rinnovabili e delle tecnologie di cattura e stoccaggio di carbonio (CCS). Accogliamo con favore le proposte del Parlamento di includere nel campo di applicazione le reti di teleriscaldamento e la capacità di produzione di gas, carbone e petrolio. Desideriamo altresì prendere in considerazione gli obblighi di notifica già esistenti, posto che le informazioni disponibili nel contesto delle analisi che devono essere effettuate dalla Commissione siano utilizzabili.

(Problemi con l’audio)

 
  
 

(La seduta viene sospesa brevemente a causa di problemi tecnici)

 
  
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  Presidente. – Vorremmo riprovare e vedere se funziona tutto con il tedesco.

 
  
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  Günther Oettinger, membro della Commissione. (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, ho sollevato la questione di come la Commissione intenda valutare le informazioni che ottiene dagli Stati membri nel contesto di questo regolamento. Le nostre analisi si concentreranno innanzi tutto sulle previsioni di sviluppo delle infrastrutture rispetto alle proiezioni sull’andamento della domanda. Valuteremo se le nuove capacità previste corrispondano alle previsioni sulla domanda futura o se invece potrebbero verificarsi dei cali.

A questo proposito, diversamente da quanto sancito dall’attuale regolamento, ci sembrerebbe importante avviare trattative istituzionali su questi temi. La Commissione propone dunque la pubblicazione, ogni due anni, di una relazione sugli sviluppi strutturali nelle infrastrutture energetiche, al fine di migliorare la trasparenza per tutti gli operatori di mercato. In secondo luogo, richiediamo anche un dibattito politico con il Parlamento e gli Stati membri per trarre le dovute conclusioni. Vorrei sottolineare quest’ultimo punto, perché una cosa è certa: il regolamento stesso è uno strumento per la raccolta di informazioni al fine di valutare la necessità di un intervento, da sviluppare nel contesto di iniziative politiche specifiche in ambito energetico.

Tutto ciò mi riporta a un punto che, onorevole Vălean, interesserà sicuramente sia lei che l’intera Assemblea, ovvero l’articolo 194 del trattato di Lisbona e la sua applicazione. Per tutti noi – Parlamento, Consiglio e Commissione – questo articolo rappresenta sia l’opportunità che al contempo l’obbligo di plasmare la politica energetica comunitaria in stretta cooperazione, e in particolare insieme al Parlamento europeo. Come il nuovo commissario per l’energia, anche io vorrei coinvolgere ampiamente e fin dagli stadi iniziali quest’Assemblea in tutte le misure politiche del futuro. Tuttavia, l’atto legislativo cui facciamo riferimento oggi riguarda unicamente la raccolta e la valutazione di informazioni relative al settore energetico e si basa dunque, secondo l’interpretazione della Commissione, sugli articoli 337 e 187 del trattato Euratom. Il contenuto del regolamento è conforme ad entrambi gli articoli di diritto primario e, nel rispetto della giurisprudenza, la scelta del fondamento giuridico per il diritto secondario deve essere correlata a criteri misurabili relativi al contenuto.

Nessuna politica in materia di energia può essere delineata unicamente raccogliendo ed esaminando informazioni, motivo per cui, a mio parere, è necessario prendere una decisione. Faccio appello alla vostra indulgenza.

 
  
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  Marian-Jean Marinescu, a nome del gruppo PPE.(RO) Signor Commissario, lei ha cercato di spiegare i motivi per cui non stiamo lavorando seguendo la procedura di codecisione. Anche io sono d’accordo con la mia collega e relatrice, l’onorevole Vălean, secondo cui sarebbe opportuno che questo regolamento venisse discusso secondo l’iter di codecisione.

Il nuovo regolamento rappresenta uno strumento legislativo di estrema importanza per il mercato dell’energia dell’Unione europea. Questa analisi dovrebbe completare le strategie nazionali e regionali e contribuire al consolidamento della sicurezza energetica individuando eventuali carenze e rischi legati alle infrastrutture e agli investimenti e tentando al contempo di raggiungere il giusto equilibrio tra domanda e offerta nel settore dell’energia.

Ritengo che la proposta della Commissione contenga alcuni punti poco chiari, che tuttavia credo siano stati risolti dagli emendamenti presentati: mi riferisco ad esempio alla pubblicazione dei dati inviati dagli Stati membri, che devono essere aggregati a livello nazionale e regionale, in modo da evitare la diffusione di informazioni sensibili sotto il profilo commerciale.

Un altro punto riguarda la necessità di chiarire cosa si intenda con l’espressione “organismo specifico” ovvero l’organismo cui viene assegnato il compito di preparare e adottare piani pluriennali per lo sviluppo di reti e piani di investimento nelle infrastrutture energetiche in tutta l’Unione europea. Un ulteriore problema è evitare la raccolta di dati ridondanti e stabilire quando sia necessario presentare relazioni su specifici progetti, per esempio dopo che le autorità hanno ottenuto una licenza edilizia.

Un altro aspetto particolarmente importante è il controllo degli investimenti europei in paesi terzi, che hanno un impatto sul mercato europeo dell’energia. Ritengo che questo regolamento debba prevedere l’obbligo di comunicare tutti gli investimenti, provenienti sia dai governi che da imprese nazionali, che esercitano un impatto significativo sul mercato dell’energia.

 
  
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  Adam Gierek, a nome del gruppo S&D. (PL) Signora Presidente, l’integrazione, la sicurezza e la solidarietà energetica a livello comunitario richiedono la gestione comune degli investimenti in tutti gli Stati membri nell’ambito di un sistema di infrastrutture dell’energia più ampio, con particolare riguardo alle infrastrutture di trasmissione. Per elaborare soluzioni d’investimento ottimali in questo campo, sono necessarie informazioni oggettive sulla condizione delle infrastrutture nei singoli sistemi nazionali, oltre che informazioni essenziali per condurre uno studio comunitario sul futuro dell’integrazione.

Quel che è più importante è evitare che la concorrenza sul mercato comune per i prodotti e i servizi, che è influenzata principalmente dal costo dell’energia in ogni Stato membro, e la necessità di mantenere segreti di fabbricazione occultino o danneggino i processi di integrazione. Teniamo segreto soltanto ciò che deve restare tale: le infrastrutture militari.

Si tratta di un punto importante, principalmente perché le decisioni su investimenti di questo tipo, come ad esempio la costruzione di un gasdotto settentrionale o meridionale, non dovrebbero ridursi a misure egoistiche, prese esclusivamente a vantaggio di un gruppo ristretto di Stati membri. Elaboriamo un piano sulle infrastrutture dell’energia che sia complesso, a lungo termine, che riguardi l’intera Unione e che si basi sui principi della cooperazione della fiducia e della solidarietà. Malauguratamente l’attuale regolamento perseguirà questo obiettivo solo in parte e, a mio avviso, dovrebbe comprendere, ad esempio, anche le priorità degli Stati membri.

 
  
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  Lena Ek, a nome del gruppo ALDE.(SV) Signora Presidente, sono estremamente lieta di costatare l’impegno profuso dalla Commissione per promuovere le migliori pratiche e per aumentare l’efficienza energetica nel mercato europeo dell’energia. L’efficienza energetica è fondamentale sia per l’occupazione che per la crescita in Europa ed è necessaria se vogliamo raggiungere l’obiettivo dei 2 °C. I due prerequisiti principali in questo contesto sono le reti di energia intelligenti e un mercato interno dell’energia libero e funzionante. Ovviamente entrambe le condizioni implicano che la Commissione disponga di informazioni attendibili sulle infrastrutture esistenti e sul mercato – ed è questo il senso della proposta.

Tuttavia, è altrettanto importante che la burocrazia legata alla raccolta delle informazioni sia efficiente. Dobbiamo evitare dati ridondanti e fare in modo che vengano comunicate le informazioni effettivamente necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Se vogliamo ottenere un mercato funzionante, è altresì fondamentale che le informazioni ottenute dalle imprese europee vengano protette, al fine di evitare perturbazioni del mercato. Io sosterrò la relazione dell’autrice e mi appello a quest’Assemblea perché respinga le proposte estremamente burocratiche avanzate dal gruppo Verde/Alleanza libera europea.

Come già accennato, gli obiettivi della proposta rivestono un’importanza fondamentale – tale da avere ottenuto un fondamento giuridico a parte nell’articolo 194 del trattato di Lisbona, in cui vengono sostanzialmente elencati parola per parola. La piena partecipazione del Parlamento europeo tramite la procedura legislativa ordinaria ai sensi del trattato dovrebbe dunque essere scontata. Qualunque decisione diversa non ci renderebbe onore e costituirebbe un inizio infelice per la cooperazione tra Parlamento e Commissione, di cui abbiamo bisogno per ottenere un mercato interno dell’energia funzionante.

 
  
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  Yannick Jadot, a nome del gruppo Verts/ALE.(FR) Signor Commissario, è un bene che lei voglia discutere del risultato di questo strumento con il Parlamento europeo, ma la cosa più importante di cui tenere conto, dal punto di vista di quest’Assemblea, è la procedura legislativa. Questo strumento si rivelerà utile, ma potrebbe essere più operativo, efficace e trasparente.

Più efficace, nello specifico, se prendesse in considerazione tutte le fonti di energia decentralizzate. Non si tratta di contare ogni singolo pannello solare, ma sarebbe possibile raccogliere le informazioni di cui disponiamo a livello degli Stati membri per verificare il risultato complessivo dei piani per l’energia decentrata. Mi sorprende che, parlando di democrazia e di trasparenza, il mio collega liberale gridi all’eccesso di burocrazia. Questo strumento deve essere trasparente, deve venire discusso e la Commissione deve consultare tutte le parti coinvolte, tra cui i sindacati e le associazioni. Infine, i contribuenti stanno pagando molto per la transizione energetica ed è dunque importante disporre di informazioni adeguate sui finanziamenti, per poter sapere con esattezza in che modo i contribuenti stanno finanziando la transizione energetica in Europa. Mi auguro che gli emendamenti presentati ricevano l’appoggio di gran parte degli onorevoli deputati domani, più di quanti non siano presenti oggi.

 
  
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  Evžen Tošenovský, a nome del gruppo ECR. (CS) La proposta sulla raccolta regolare di informazioni sui progetti di investimento nell’ambito delle infrastrutture energetiche dell’UE è discutibile, in quanto coinvolgerà gli organismi comunitari nei rapporti di concorrenza tra imprese che sono per lo più private. A mio avviso, questa proposta si sviluppa su due livelli: il primo riguarda il contenuto di queste informazioni obbligatorie, con particolare riferimento alla portata e ai dettagli; il secondo riguarda il livello di confidenzialità e l’obbligo che ne consegue per la Commissione di mantenere la riservatezza.

Sono fermamente convinto che andrebbero comunicate informazioni di natura più descrittiva, che diano un quadro generico delle reti energetiche e del loro sviluppo futuro. In tal modo, la Commissione avrebbe un quadro sufficientemente chiaro dei legami tra i singoli paesi e, al contempo, delle reti esistenti e delle prospettive future. E’ inevitabile chiedersi cosa farebbe la Commissione se concludesse che, in un determinato ambito, le capacità fossero insufficienti o, al contrario, eccessive. Disponendo di un livello adeguato di informazioni di natura generale potremmo oltretutto evitare discussioni scomode sulla riservatezza in merito a certi piani strategici delle aziende energetiche.

 
  
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  Jaroslav Paška, a nome del gruppo EFD.(SK) Gli avvenimenti verificatisi negli ultimi anni hanno dimostrato che la sicurezza energetica dell’Unione europea è più un’aspirazione che non una realtà.

I sistemi energetici degli Stati membri dell’Unione non sono né sufficientemente compatibili né sufficientemente intercorrelati. Ecco perché molti paesi si sono ritrovati senza riscaldamento e gas all’inizio dello scorso anno, nonostante tutta la solidarietà e buona volontà dell’Unione. Saranno necessarie iniziative esaustive da parte della Commissione europea per poter correggere questa situazione, ed è dunque necessario che essa svolga il proprio lavoro sulla base di informazioni affidabili e dettagliate, provenienti sia dagli Stati membri che dal settore privato.

Questi i motivi per cui possiamo guardare alla proposta di regolamento del Consiglio sulla comunicazione di progetti di investimento nelle infrastrutture per l’energia come a un passo naturale e necessario nell’ampliamento della politica energetica dell’UE, in risposta agli attuali sviluppi nel campo dell’approvvigionamento energetico all’interno dell’Unione. Le proposte di emendamento incluse nella relazione su questo punto del programma migliorano il testo del regolamento e ritengo dunque sia opportuno sostenerle.

 
  
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  Amalia Sartori (PPE). –Signora Presidente, onorevoli colleghi, l'ottimo lavoro che ha svolto il collega Vălean si concentra ragionevolmente su alcuni punti, che io condivido.

In primo luogo, l'esigenza di garantire un livello ottimale di sicurezza per i dati e le informazioni richiesti dalla proposta, ossia quei dati sensibili per gli operatori economici. In secondo luogo, l'esigenza di prevedere la possibilità di aggregare dati anche a un più ampio livello regionale, visto che quello nazionale a volte non è significativo. In terzo luogo, la notifica dovrebbe avere una finalità pratica, dovrebbe fungere da complemento all'analisi sullo sviluppo del sistema europeo del gas.

Per questo motivo, la Commissione dovrebbe essere tenuta a discutere le sue analisi con gli Stati membri e con gli operatori di settore, impegno che il Commissario si è assunto qui con noi.

Dobbiamo riuscire anche a evitare una duplicazione del lavoro che operatori, autorità nazionali di regolamentazione e Stati membri devono intraprendere per la definizione dei piani nazionali a tutela della sicurezza degli approvvigionamenti, con particolare riferimento all'infrastruttura del gas, oltre a garantire che, nel caso gli operatori decidano di cambiare i piani di investimento, essi non subiscano penalizzazioni di alcun genere.

Concludo portando l'attenzione sull'articolo 1, paragrafo 2 della proposta, dove si parla dei limiti temporali della notifica. Occorre tener conto del fatto che molti progetti non superano la fase di progettazione. Il miglior risultato potrebbe essere quindi raggiunto se la notifica avvenisse solo per i progetti che hanno ottenuto le necessarie autorizzazioni e permessi o per quelli per i quali è stata presa una decisione finale di investimento.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D).(RO) Vorrei cominciare complimentandomi con la relatrice per l’eccellente lavoro svolto. Il trattato di Lisbona rafforza i poteri dell’Unione europea in materia di energia. La sicurezza energetica dell’Unione e la solidarietà tra gli Stati membri in occasione delle crisi energetiche sono due aspetti fondamentali delle politiche dell’Unione in materia di energia. Il regolamento in oggetto definisce un quadro comunitario per comunicare alla Commissione dati e informazioni sui progetti d’investimento nelle infrastrutture energetiche per il petrolio, il gas, l’elettricità e i biocarburanti, oltre che sui progetti legati allo stoccaggio geologico del carbonio emesso nel settore dell’energia.

La Commissione sarà di fatto in grado di avanzare proposte volte a migliorare l’utilizzo delle capacità esistenti e identificare soluzioni in caso di crisi energetiche. Il regolamento non deve appesantire in modo significativo l’onere amministrativo che già grava sulle spalle delle aziende energetiche. Ritengo tuttavia che siffatto regolamento debba essere applicato anche alle imprese europee che investono in progetti sulle infrastrutture per l’energia di paesi terzi e che sono direttamente legate alle reti energetiche di uno o più Stati membri o che hanno un impatto significativo su di esse. Ecco perché mi auguro che l’emendamento n. 74 riceverà il sostegno della maggioranza oggi.

 
  
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  Roger Helmer (ECR).(EN) Signora Presidente, alcuni degli emendamenti di cui discutiamo oggi rispecchiano la nostra ossessione maniacale per le energie rinnovabili. Insistiamo a parlare dell’importanza di ridurre le emissioni di CO2, sebbene la teoria del riscaldamento globale antropogenico si stia sgretolando davanti ai nostri occhi.

Ma se volessimo seriamente ridurre le emissioni di CO2, dovremmo sicuramente favorire le centrali nucleari e non le energie rinnovabili. Abbiamo deciso di predisporre incentivi che determinano una notevole distorsione del mercato a vantaggio delle energie rinnovabili e contro l’energia nucleare.

L’Europa ha bisogno della capacità di produzione di base tradizionale, affidabile e competitiva che può essere ottenuta con l’energia nucleare. Al contrario, le centrali eoliche, che offrono una fornitura pateticamente centellinata e intermittente, non costituiscono una fonte affidabile per alimentare le industrie europee.

Molti paesi dell’UE, incluso il mio, rischiano una stretta energetica alla fine di questo decennio, in parte a seguito della direttiva sui grandi impianti di combustione. A meno che non si proceda a creare una capacità di produzione seria, e mi riferisco al nucleare e al carbone, ci ritroveremo al buio.

 
  
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  Bogusław Sonik (PPE).(PL) Il tema dell’energia e della rete energetica è fondamentale per il futuro dell’economia europea. La rilevanza della sicurezza energetica viene ribadita in diversi documenti, discussioni e incontri. Tuttavia, affinché alle parole e alle dichiarazioni seguano soluzioni specifiche e effetti misurabili, dobbiamo innanzi tutto garantire stanziamenti adeguati per gli investimenti previsti. Secondo una relazione elaborata dalla Exxon Mobil, una delle più grandi compagnie petrolifere al mondo, la domanda mondiale di energia aumenterà ogni anno di circa l’1,2 per cento, per cui entro il 2030 sarà cresciuta di circa il 35 per cento.

Il fabbisogno di gas, che sarà la seconda più importante fonte di energia, aumenterà dell’1,8 per cento ogni anno. Attualmente al mondo ne vengono utilizzati poco più di 3 miliardi di m3, mentre nel 2030 ne occorreranno circa 4,3 miliardi. L’aumento del fabbisogno di gas in Europa porterà inoltre a una maggiore dipendenza dalle importazioni, che crescerà dal 45 per cento nel 2005 al 70 per cento nel 2030. Alla luce di questi dati, sarebbe opportuno gestire strategicamente i finanziamenti che la Comunità europea intende destinare alla rete energetica.

Nell’attuale situazione economica e finanziaria, è particolarmente difficile trovare investitori per molti progetti, che potranno essere portati avanti solo con un sostegno appropriato da parte dell’Unione europea. Sarebbe opportuno dare priorità a quei progetti che si concentrano sulle esigenze transfrontaliere e che contribuiscono allo sviluppo di nuove tecnologie, essenziali per il futuro fabbisogno energetico dell’Europa. Siffatti progetti consentiranno altresì di eliminare le differenze nelle connessioni tra i vari sistemi dell’Unione europea e di continuare a utilizzare al meglio le fonti di energia proprie dell’Unione.

 
  
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  Seán Kelly (PPE).(EN) Signora Presidente, si tratta di un tema estremamente importante per tre motivi: innanzi tutto perché dobbiamo riflettere sulla sicurezza energetica, dato che verrà il giorno in cui i combustibili fossili termineranno; in secondo luogo, per i nostri obiettivi in materia di cambiamento climatico per il 2020 o, come hanno sostenuto alcuni, il 3020 o addirittura il 4020; e infine, ed è un punto centrale, perché dobbiamo ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, che provengono a volte da paesi con regimi instabili e dittatoriali.

Il tempo non è dunque dalla nostra parte e un ambito che richiede la nostra piena attenzione è quello della ricerca e dell’innovazione. Temo ci possano essere duplicazioni in questo ambito.

Ho appreso di recente che 45 gruppi differenti stanno conducendo ricerche sui batteri della salmonella. Se ciò succede con la salmonella, allora è possibile che ci siano 450 gruppi che conducono lo stesso studio sulle energie rinnovabili, come ad esempio l’energia eolica, solare, delle maree e delle onde.

Voglio dunque chiedere alla Commissione quali piani abbia per coordinare i progetti di ricerca, in modo da sfruttare al meglio le risorse e ottenere la tecnologia di cui abbiamo bisogno.

 
  
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  Ioan Enciu (S&D).(RO) Desidero complimentarmi con l’onorevole Vălean per questa relazione. Vorrei altresì sottolineare alcuni aspetti legati all’importanza degli investimenti nelle infrastrutture, il cui costante sviluppo rappresenta l’unico modo per affrontare i continui cambiamenti della società. Il potenziamento delle reti esistenti, oltre agli investimenti in nuovi tipi di reti compatibili con le risorse energetiche innovative, è un fattore vitale per agevolare l’accesso a nuove fonti energetiche, sia per i cittadini che per l’industria.

Allo stato attuale, il settore energetico può contare su una cooperazione de facto , che però deve essere consolidata con regolamenti chiari. La solidarietà tra gli Stati membri deve essere tradotta dalla teoria in realtà. E’ altresì importante aumentare gli investimenti nei sistemi di tecnologia dell’informazione per il monitoraggio e la comunicazione di dati sulle riserve di combustibile durante una crisi.

Infine, vorrei sottolineare che gli investimenti e nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione applicate al settore energetico sono fondamentali per lo sviluppo di un’economia a basso tenore di carbonio ed efficiente in termini energetici.

 
  
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  Miroslav Mikolášik (PPE). (SK) Il trattato di Lisbona, che ha consolidato i poteri dell’Unione europea nel campo delle politiche energetiche, dovrebbe essere sfruttato attivamente al fine di superare le difficoltà e prevenire i problemi che potrebbero insorgere sul mercato dell’energia.

Le informazioni fornite sui progetti di investimento nelle infrastrutture energetiche contribuiranno a individuare eventuali squilibri tra la domanda e l’offerta nel settore, rendendo così possibile anche l’elaborazione di una politica energetica comune migliore e improntata alla solidarietà, che avvicini tra loro gli Stati membri all’interno del mercato per l’energia. Per i suddetti motivi, sono d’accordo con quanti sostengono che sia necessario raccogliere informazioni precise e pertinenti sugli investimenti già pianificati, per mettere l’Unione europea nelle condizioni di prendere decisioni informate in materia di politiche energetiche, basandosi su un quadro integrato e sulle situazioni più diffuse all’interno degli Stati membri.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE).(PL) La garanzia di un approvvigionamento energetico stabile e continuo è divenuta una delle priorità dei governi degli Stati membri dell’Unione, oltre che della Comunità intera. Una responsabilità specifica in questo ambito spetta alla Commissione europea, che deve intervenire per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico comunitario sviluppando e monitorando il corretto funzionamento del mercato europeo dell’energia.

La politica energetica pluridimensionale della Commissione si traduce anche nel sostegno a progetti d’investimento efficaci nel settore energetico. La Commissione dovrebbe condurre regolarmente analisi e ricerche. Le analisi dovrebbero basarsi sulle informazioni relative ai progetti d’investimento nelle infrastrutture energetiche dei singoli paesi, concentrandosi non solo sulle strutture attualmente in funzione, ma anche sull’analisi di progetti d’investimento che mirano a incrementare la diversificazione, sia delle fonti di materie prime per l’energia che delle modalità di trasporto e di lavorazione. Quando la Commissione avrà raccolto analisi analoghe per tutti i paesi dell’Unione, sarà in grado di selezionare la strategia più conveniente per il mercato europeo dell’energia.

 
  
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  Paul Rübig (PPE).(DE) Signora Presidente, Commissario Oettinger, uno dei problemi centrali nel settore dell’energia è, indubbiamente, lo stoccaggio delle risorse. Ritengo che, quando si parla di sicurezza dell’approvvigionamento, si debba riflettere di più sul tema dello stoccaggio. Si tratta di una sfida enorme, specialmente per quanto riguarda le energie rinnovabili.

D’altro canto dobbiamo anche creare reti intelligenti. Quanta più energia riusciamo a ottenere da fonti rinnovabili, tanto maggiori sono le possibilità di rendere il nostro ambiente molto più efficiente in termini energetici per mezzo delle reti intelligenti, e di fornire incentivi alle famiglie per l’utilizzo di contatori intelligenti che riducano i consumi ma anche i costi. L’aumento di efficienza svolgerà un ruolo estremamente importante in futuro, non solo per quanto riguarda la produzione di energia ma anche e soprattutto in termini di consumo energetico.

 
  
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  Günther Oettinger, membro della Commissione. (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, vorrei ringraziarvi per i vostri preziosi consigli. La Commissione intraprenderà tutti i passi necessari per garantire che molte delle vostre proposte vengano prese in considerazione dagli Stati membri nella versione finale del regolamento.

La Commissione è consapevole della riservatezza delle informazioni relative ai progetti pianificati. Per tale motivo, concordiamo con le proposte, avanzate in questa Aula, di pubblicare unicamente dati già raccolti a livello nazionale, che andrebbero poi aggregati a livello comunitario in modo da evitare qualunque interferenza rispetto alle singole imprese e alle rispettive politiche aziendali. Tale approccio si rivela fondamentale nei casi in cui vi sia un’unica impresa attiva a livello nazionale in un determinato comparto energetico.

Come ho già dichiarato, accogliamo con favore anche l’ampliamento del campo di applicazione al fine di includere la capacità di produzione di petrolio, gas e carbone. Non nascondo che gli Stati membri non sono particolarmente favorevoli a questa proposta, ma si impegnano ad operare l’inclusione di queste capacità entro 5 anni.

Indipendentemente dalle diverse interpretazioni sul fondamento giuridico del regolamento in questione, posso garantirvi che lo scopo della Commissione è quello di avviare un ampio dibattito in materia di infrastrutture. Questo sarà possibile grazie al nuovo strumento per le infrastrutture e la solidarietà, che verrà messo a punto per sostituire il contributo finanziario comunitario alle reti energetiche transeuropee, e grazie alle relazioni stilate dalla Commissione sui progressi compiuti nell’attuazione del programma di ripresa economica relativamente ai vantaggi per i progetti energetici.

 
  
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  Adina-Ioana Vălean, relatore.(EN) Signora Presidente, vorrei ringraziare il signor Commissario e i miei onorevoli colleghi per il valido apporto a questa discussione.

Qualche breve parola per concludere, almeno il mio intervento. Innanzi tutto vorrei sottolineare ancora una volta che sicuramente le politiche devono evitare di interferire con il mercato. Non dimentichiamoci che l’Europa si basa su un’economia di mercato e le politiche hanno il solo scopo di correggerne i punti deboli.

In secondo luogo, rimango fermamente convinta che non dovremmo utilizzare questo regolamento per verificare la corretta applicazione di altri regolamenti o includere informazioni complete: non si tratta di un esercizio di statistica. Dobbiamo assolutamente limitare le informazioni raccolte a un determinato livello di pertinenza, altrimenti, a fronte di un cumulo enorme di dati, si rischia di perdere di vista l’obiettivo, mentre questo regolamento non mira alla definizione di una politica sulle energie rinnovabili o sul gas.

Infine, vorrei dire alla mia collega, l’onorevole Ek, che mi auguro unicamente che i dati aggregati che otterremo grazie a questo regolamento ci aiuteranno ad acquisire maggiori competenze in ambito energetico, nell’interesse di tutti.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà giovedì 25 febbraio 2010.

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)

 
  
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  Paolo Bartolozzi (PPE), per iscritto. – Mi complimento con la Commissione europea per avere sottoposto al Consiglio la modifica del regolamento sui progetti di investimento nelle infrastrutture per l'energia nell'Unione europea.

La relazione arricchisce di significato e di attualità i contenuti per un duplice ordine di motivi. Il primo risiede nelle informazione sulla sicurezza e riservatezza dei dati sensibili che la Commissione deve periodicamente ricevere per un'efficacie gestione della politica energetica. La relazione risulta attuale in linea con il trattato di Lisbona che riserva alla politica energetica un'attenzione particolare, rafforzando e coordinando i suoi modi d'essere nonché gli investimenti necessari al settore.

Se il Vertice di Copenaghen non ha soddisfatto i responsabili politici del pianeta significa che le linee da perseguire necessitano di un cambio di strategia. Il Parlamento europeo segue con particolare attenzione la problematica al fine di pilotare gli investimenti energetici in tema di costruzione, trasporto e stoccaggio dei relativi prodotti, per soddisfare le industrie produttrici e distributrici onde tutelare la salute del consumatore.

Il secondo motivo è che, essendo l'UE deficitaria di prodotti energetici e visto che la domanda interna cresce quotidianamente, parallelamente all'importazione, la politica energetica dell'UE deve concentrarsi sulla diversificazione, sulla sicurezza di fornitura e sull'efficienza energetica.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE), per iscritto.(RO) – Il principio di solidarietà deve fornire una base per elaborare le politiche energetiche dell’Unione europea. Lavorando insieme, gli Stati membri possono garantire un approvvigionamento energetico sicuro, economico ed efficiente ai cittadini e alle imprese. Per l’Unione europea è estremamente importante disporre di un sistema di infrastrutture dell’energia che agevoli la cooperazione tra gli Stati membri, al fine di ridurre i problemi che si presentano in occasione delle crisi energetiche. Questo regolamento fornirà inoltre alla Commissione europea un quadro generale sulle strutture energetiche, ivi compresi dati sulle infrastrutture per il petrolio e il gas naturale e anche sulle fonti di energia rinnovabile. Dopo aver raccolto tali informazioni, sarà possibile individuare le lacune nel sistema energetico europeo e in seguito proporre le misure necessarie a colmarle. Le iniziative intraprese a livello comunitario devono essere complementari alle strategie adottate a livello nazionale e regionale, punto che ritengo fondamentale al fine di tutelare la riservatezza delle informazioni commerciali raccolte. Oltretutto, è importante anche monitorare gli investimenti europei in paesi terzi che abbiano un impatto decisivo sul mercato europeo per l’energia.

 
  
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  Sergio Berlato (PPE), per iscritto. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di regolamento sui progetti di investimento nelle infrastrutture per l'energia nella Comunità europea rappresenta uno strumento importante per promuovere efficacemente una politica energetica a livello europeo.

Condivido la ratio ispiratrice di questa proposta, ovvero la necessità di definire un quadro coerente e globale dello sviluppo di investimenti in infrastrutture energetiche nella Comunità che consenta alla Commissione di monitorare lo stato di sviluppo dei progetti d'investimento previsti nel settore dell'energia.

Il monitoraggio è certamente essenziale ai fini del conseguimento della trasparenza della politica seguita a sostegno dei progetti, ma a condizione che si riduca al minimo l'onere amministrativo a carico delle piccole e medie imprese, motore dell'economia dell'Unione europea.

Ritengo positivo il raggiungimento di un compromesso volto ad assicurare che i dati degli operatori del mercato siano ricevuti ed elaborati dalla Commissione garantendo la necessaria riservatezza. La realizzazione di progetti d'investimento in infrastrutture energetiche è fondamentale per dare attuazione a un mercato dell'energia liberalizzato e quindi competitivo.

A tal fine, chiedo alla Commissione di fornire periodicamente, sulla base dei dati raccolti, un'analisi sull'evoluzione strutturale del settore energetico, con l'obiettivo di identificare le esigenze di miglioramento del mercato e gli ostacoli che ne impediscono il funzionamento ottimale.

 
  
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  András Gyürk (PPE) per iscritto.(HU) Non trascorre un singolo giorno senza che uno Stato membro o una grande impresa annunci un piano d’investimenti massiccio nel settore energetico. Decine di gasdotti e di centrali eoliche off shore sono in fase di progettazione. Al contempo, il coordinamento degli investimenti futuri lascia molto a desiderare. Già di per sé questo sarebbe un motivo sufficiente per appoggiare il regolamento in questione, dal momento che riunirebbe in un singolo strumento tutti gli obblighi di notifica sugli investimenti nel settore da parte degli Stati membri. Il regolamento di cui discutiamo oggi rende possibile l’armonizzazione degli investimenti regionali e agevola la pianificazione comune, rafforzando così il mercato dell’energia e la sicurezza dell’approvvigionamento.

Ritengo sia importante che le disposizioni della proposta in merito alla notifica degli investimenti non determinino un onere amministrativo eccessivo a carico delle autorità degli Stati membri. Dobbiamo assicurarci che il metodo per la notifica degli investimenti corrisponda alle regole già adottate. A tal proposito, vale la pena ricordare che anche adesso le direttive comunitarie sul mercato interno dell’elettricità e del gas invitano alla preparazione di piani d’investimento decennali.

La proposta originale della Commissione europea non comprendeva gli investimenti nel teleriscaldamento. Ritengo dunque che sia importante sostenere l’emendamento proposto dalla commissione parlamentare per l’industria, la ricerca e l’energia, che lo include tra gli ambiti per i quali sussiste l’obbligo di notifica. Non dobbiamo dimenticare che il teleriscaldamento svolge un ruolo importante dal punto di vista dei cittadini. In Ungheria, ad esempio, sono 2 milioni i cittadini che ricorrono a questo sistema. Gli investimenti nel teleriscaldamento non possono dunque essere trascurati dalle politiche di armonizzazione degli investimenti nel settore energetico.

 
  
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  Edit Herczog (S&D), per iscritto. (HU) Signor Presidente, onorevoli deputati, constatiamo che regna una grande incertezza rispetto all’attuazione dei progetti d’investimento per le infrastrutture energetiche industriali, cui si aggiungono le gravi difficoltà che tali piani devono affrontare a causa dall’attuale crisi economica e creditizia. Ciononostante, dobbiamo comprendere che il fattore centrale della nuova politica europea per l’energia, che mira a garantire un approvvigionamento sicuro, mitigando al contempo gli effetti del cambiamento climatico e tutelando la competitività, è investire in modo massiccio nei prossimi anni nelle infrastrutture industriali per l’energia all’interno dell’Unione europea. Si tratta di uno strumento importante per plasmare una politica comune per l’energia.

Senza sufficienti informazioni sulle nostre infrastrutture per l’energia, non saremo in grado di sostenere in modo efficace la politiche comunitarie nel settore. Per questo motivo, ritengo che gli obiettivi comuni a tutti all’interno della Comunità siano: fornire informazioni precise e regolari sui progetti d’investimento nelle infrastrutture energetiche dell’UE, rendere più agevole il sistema di raccolta dei dati e migliorare l’utile meccanismo di analisi delle informazioni sottoposte alla Commissione, alleggerendo al contempo l’onere sostenuto dagli operatori del settore privato, che svolgono un ruolo sempre più rilevante negli investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture.

 
  
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  Bogdan Kazimierz Marcinkiewicz (PPE), per iscritto. (PL) Vorrei esprimere i miei più sentiti ringraziamenti alla relatrice per avere preparato una relazione così equilibrata. L’impegno congiunto degli Stati membri e della Commissione, come indicato nella relazione, metterà a disposizione dell’Unione europea un sistema di sicurezza energetica integrato e migliore, garantendo al contempo una maggiore efficienza e un consumo di energia ridotto. Nell’ambito della politica energetica comune, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero individuare gli investimenti necessari a soddisfare le esigenze strategiche dell’Unione europea in termini di domanda e offerta di gas naturale e di elettricità. Il regolamento stabilisce quadri comuni, sulla base dei quali la Commissione europea riceve dati e informazioni sui progetti d’investimento nelle infrastrutture energetiche nei settori del greggio, del gas naturale, dell’elettricità e dei biocarburanti, nonché sui progetti d’investimento per una riduzione delle emissioni derivanti dai sistemi di riscaldamento e di raffreddamento urbani. Non vi sono dubbi sul fatto che uno degli elementi imprescindibili per mantenere la stabilità del sistema energetico è il carbone, che non deve essere rimpiazzato dalle fonti rinnovabili, perché queste ultime non potrebbero soddisfare le esigenze dei settori economici dei nuovi Stati membri, in continuo sviluppo ed espansione. Nel puntare sul carbone come fonte energetica, sarebbe opportuno sottolineare che l’utilizzo di nuove tecnologie ci consentirà di raggiungere una maggiore riduzione dell’inquinamento e la graduale adozione dei limiti di emissione di CO2 prefissati.

 
  
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  Rovana Plumb (S&D), per iscritto.(RO) Gli investimenti nelle infrastrutture per l’energia svolgono un ruolo fondamentale nel contesto della nuova politica energetica, che mira a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, a mitigare l’impatto del cambiamento climatico e ad assicurare la competitività. Le condizioni fissate dalla nuova politica, come nel caso degli obiettivi per il mix di combustibili, modificheranno le politiche degli Stati membri in modo che essi possano beneficiare di infrastrutture energetiche nuove e più moderne.

La Commissione propone di rivedere l’attuale sistema di comunicazione delle informazioni sui progetti di investimento nel settore dell’energia, allo scopo di raccogliere dati adeguati sugli investimenti che sono stati pianificati e riuscire così a monitorare la situazione relativa alle infrastrutture e prevedere l’insorgere di potenziali problemi. Considerando che la legislazione comunitaria vigente impone già l’obbligo di notifica relativamente agli investimenti e alle infrastrutture, l’utilizzo di tali informazioni dovrà essere coordinato meglio in modo da evitare la duplicazione degli obblighi, come nel caso delle notifiche e della riservatezza, migliorando al contempo l’accesso dei cittadini alle informazioni. Sebbene la proposta si concentri essenzialmente sulle questioni di natura amministrativa, tuttavia dà un’idea della natura e delle caratteristiche previste per gli investimenti futuri.

E’ dunque importante continuare a porre l’accento sull’impatto ambientale dei progetti, al fine di fornire garanzie e ulteriori incentivi per far sì che la costruzione e lo smantellamento delle infrastrutture energetiche si svolgano in modo sostenibile e nel pieno rispetto dell’ambiente. Vorrei complimentarmi con la relatrice.

 
  
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  Richard Seeber (PPE), per iscritto.(DE) Uno dei principali compiti che l’Unione europea dovrà affrontare in futuro è la gestione di una domanda di energia crescente parallelamente alla tutela dell’ambiente, soprattutto in considerazione del cambiamento climatico antropogenico. In questo contesto, è estremamente importante che l’Unione europea sia a conoscenza di tutti i progetti relativi alle infrastrutture energetiche negli Stati membri, in modo da rendere più efficace il lavoro per il raggiungimento di una soluzione energetica europea. Il testo in oggetto, relativo allo scambio di informazioni sui progetti di investimento nelle infrastrutture per l’energia, fornirà un quadro esaustivo delle infrastrutture di questo tipo esistenti in Europa.

Naturalmente questa relazione non deve offrire terreno fertile allo sfruttamento dei dati a fini illeciti. Accolgo dunque con favore il compromesso tra i diversi partiti, che fissa regole di base chiare sul trasferimento dei dati. Un controllo centralizzato permette inoltre di stabilire in tempi brevi se l’Europa si stia concentrando troppo su una singola fonte energetica. Nel complesso, la relazione rappresenta un progresso verso un mix energetico moderno.

 
  
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  Vladimir Urutchev (PPE), per iscritto.(BG) Signor Presidente, onorevoli deputati, fino ad ora abbiamo discusso dell’esigenza di delineare rapidamente una politica comune dell’UE in materia di energia solo in concomitanza con lo scoppio di una crisi, come nel caso di quella verificatasi nell’inverno del 2009. Siamo legittimamente preoccupati e riteniamo che non si possa continuare in questo modo. Questo è il motivo per cui accolgo con favore la relazione Vălean, che considero un importante passo verso la creazione di una politica europea comune per l’energia. E’ ovvio che l’adozione di diverse direttive e regolamenti per il settore energetico creerà le condizioni necessarie per poter elaborare una politica di questo tipo. Siamo quasi al punto di poter addirittura cominciare a discutere di un accordo per la creazione di una comunità energetica dell’UE. L’introduzione di un sistema di comunicazione per i progetti di investimento nel settore dell’energia in ogni singolo Stato membro permetterà alla Commissione di avere un quadro dettagliato dell’evoluzione delle infrastrutture energetiche comunitarie, indirizzando la contempo i paesi verso la risoluzione dei problemi negli ambiti più fragili e complessi. Si otterranno così infrastrutture soddisfacenti e affidabili in grado di sostenere le operazioni del mercato interno dell’energia e di attenuare le conseguenze delle crisi che si verificano. Il punto fondamentale è che l’esistenza di infrastrutture per l’energia comuni e soddisfacenti rappresenta un prerequisito essenziale per una politica comunitaria sull’energia, su cui il Parlamento ha insistito più volte in numerosi documenti.

 
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