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Procedura : 2010/2522(RSP)
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Testi presentati :

O-0027/2010 (B7-0201/2010)

Discussioni :

PV 08/03/2010 - 18
CRE 08/03/2010 - 18

Votazioni :

Testi approvati :


Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 8 marzo 2010 - Strasburgo Edizione GU

18. Attuazione dell’area unica dei pagamenti in euro (SEPA) (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la discussione sull’interrogazione orale alla Commissione (O-0027/2010), presentata dall’onorevole Bowles, sull’area unica dei pagamenti in euro (SEPA).

 
  
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  Sharon Bowles, autore.(EN) Signor Presidente, il mio predecessore nell’incarico di presidente della commissione per i problemi economici e monetari aveva presentato al Parlamento una risoluzione sulla SEPA il 12 marzo 2009. Da allora ben poco è cambiato e quindi oggi, marzo 2010, vi propongo la mia. Vorrei dire che ci attendiamo vivamente di compiere qualche progresso entro le idi di marzo del 2011.

La Commissione ha fatto la sua parte in tal senso redigendo una sua tabella di marcia per la SEPA nel settembre 2009. Condividiamo le azioni che propone per le sei aree prioritarie, ma gran parte di coloro che hanno partecipato alla consultazione della Commissione hanno detto che era necessario stabilire una scadenza, allo scopo di incoraggiare gli indecisi – per usare le parole della Commissione stessa. Bene, il concetto non potrebbe essere più chiaro. Suggeriamo pertanto di fissare come scadenza vincolante una data non posteriore al 31 dicembre 2012.

Viviamo in un’epoca in cui il numero di acquisti e contratti transfrontalieri aumenta costantemente. Avere regole comuni per i pagamenti, i bonifici e gli addebiti diretti transfrontalieri è un elemento importante ai fini della salute e della crescita del mercato interno. Per i consumatori è molto meglio non dover controllare ogni volta se le norme differiscono da un paese all’altro, evitando così di essere colti in fallo perché vigono regole diverse.

I consumatori, quindi, non sono contrari a questo progetto, però devono assolutamente essere garantiti. L’assenza di garanzie adeguate per la gestione e il controllo dei mandati di addebito diretto è motivo di preoccupazione. I sistemi di pagamento assorbono un terzo dei costi operativi delle banche, le quali quindi trarrebbero molti vantaggi da un corretto funzionamento della SEPA; non possono tuttavia pretendere che essa risponda esclusivamente ai loro interessi. Il Consiglio europeo dei pagamenti deve riconoscere che i consumatori hanno paura di restare vittima di frodi e truffe e di chi le commette. Una persona indaffarata può anche non accorgersi di una determinata transazione, soprattutto se l’importo è tale da passare inosservato. Il consumatore deve perciò poter ottenere garanzie speciali per gli addebiti diretti. Non è corretto dire che le banche scopriranno tutte le frodi: le banche non hanno scoperto traffici illeciti di assegni, come nel caso della truffa organizzata in Francia e basata su girate di assegni emessi nei confronti di una banca e versati sul conto di una parte terza. Tutto ciò è accaduto quattro anni dopo che l’autorità britannica dei servizi finanziari aveva bloccato pratiche del genere. Non è sufficiente risolvere simili problemi mediante aggiunte o offerte di servizi supplementari che non tutelano nessuno – sarebbe come dare carta bianca ai truffatori. Né basta agire a livello nazionale – sarebbe come dare carta bianca ai truffatori transfrontalieri.

Quindi, signor Commissario, ci attendiamo che lei agisca con fermezza, risolva questi problemi e proponga soluzioni per gli addebiti diretti SEPA entro il 30 settembre 2010.

Per quest’anno è previsto un notevole aumento del ricorso alla SEPA da parte delle autorità pubbliche; è quindi il momento giusto per esercitare pressioni e andare avanti, soprattutto chiedendo agli Stati membri ancora incerti di partecipare alle consultazioni. Chiediamo inoltre a quei paesi membri – ma forse è meglio dire “quel paese membro” – che non ha risolto il problema di prorogare la validità giuridica degli attuali mandati di addebito diretto di affrontare e risolvere questo problema. Forse, un altro grosso ostacolo è rappresentato dalle commissioni interbancarie multilaterali che gravano sui pagamenti effettuati con carta di credito – un altro problema che va risolto nel rispetto della politica di concorrenza.

Queste sono questioni importanti, signor Commissario, e secondo noi è giunta l’ora di essere risoluti e fissare una data di scadenza, di modo che possiamo passare senza problemi alla SEPA e far infine decollare questo progetto, che è molto importante per il mercato interno.

 
  
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  Michel Barnier, membro della Commissione.(FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, sono lieto di avere l’occasione di rivedervi. Desidero subito dire che condivido quanto l’onorevole Bowles ci ha appena detto, cioè che i consumatori hanno bisogno di sicurezza. Tale affermazione si riallaccia all’ambizione da me manifestata durante la mia audizione di fronte al Parlamento, cioè che i consumatori si riapproprino del mercato nazionale attraverso progetti specifici. Uno di essi è l’area unica dei pagamenti in euro, la SEPA. Si tratta di un progetto complesso, ma il suo scopo – semplificare i trasferimenti di danaro all’interno dell’Europa – giustifica la nostra azione.

Onorevole Bowles, onorevoli deputati, ringrazio il Parlamento per il suo sostegno alla SEPA. Vorrei ora dare risposte concrete ai cinque punti sollevati dall’onorevole Bowles, che individuano correttamente i problemi da risolvere. Sono altresì a conoscenza del lavoro preliminare che è stato svolto e delle relazioni estremamente positive e interessanti degli onorevoli Berès e Gauzès su questioni attinenti alla SEPA.

E’ vero, onorevole Bowles, che la fissazione di una scadenza potrebbe dare al progetto della SEPA un po’ di quello slancio di cui ha bisogno. Questo è ciò che credo. L’indicazione di una scadenza avrebbe senz’altro numerosi effetti positivi: farebbe chiarezza riguardo alla situazione giuridica, permetterebbe la pianificazione dei necessari investimenti e porrebbe fine alla coesistenza di due sistemi di pagamento – quello nazionale e quello europeo – e alle spese inutili che ciò comporta.

Per fissare una scadenza c’è bisogno di una norma apposita. I miei collaboratori stanno valutando diverse opzioni e le loro analisi dovrebbero concludersi la prossima primavera. L’esito di queste valutazioni influenzerà la scelta da parte nostra del tipo di azione più efficace. Vi posso confermare che agiremo sulla base di norme di legge.

In questo momento – siamo all’inizio di marzo – è veramente prematuro un mio annuncio sulla data di scadenza. Ho preso nota del suo suggerimento, onorevole Bowles, di scegliere il 2012, e lo terrò a mente. In ogni caso, dovremo concedere agli operatori un periodo di transizione di, diciamo, dodici mesi per i trasferimenti e almeno ventiquattro mesi per i prelievi. Un altro vantaggio di un’iniziativa legislativa è che essa ci permetterebbe di affrontare alcune delle questioni sollevate nella vostra risoluzione e dal Consiglio Ecofin per migliorare la qualità dei prodotti SEPA per gli utenti.

La mia seconda osservazione, onorevole Bowles, è che dobbiamo chiarire il punto delle commissioni interbancarie multilaterali. E’ una questione importante per i finanziamenti e, dunque, per lo sviluppo delle carte e dei prelievi nell’ambito della SEPA. Alla fine del 2009 la Commissione ha pubblicato un documento di discussione che conteneva dati nuovi e riportava le opinioni dei diversi tipi di utenti a tale proposito. Parleremo dei risultati di quella consultazione pubblica tra un attimo. Ovviamente questo tema va analizzato sotto il profilo della sua compatibilità con la politica di concorrenza, di cui è responsabile il commissario Almunia.

Vorrei nondimeno parteciparvi alcuni commenti. Fino al novembre 2012 sarà in vigore un sistema transitorio a breve termine per i prelievi, che autorizza l’imposizione di commissioni interbancarie multilaterali fino a un massimo dell’8,8 per cento sulle transazioni transfrontaliere. In proposito rilevo, però, che attualmente a oltre il 70 per cento dei prelievi eseguiti in Europa non vengono applicate tali commissioni. Pertanto, le commissioni interbancarie multilaterali non sembrano essere l’unico meccanismo di finanziamento, né quello più efficace.

Per quanto riguarda le carte, come sapete la Commissione ha adottato una decisione contro le commissioni interbancarie multilaterali transfrontaliere della MasterCard. Abbiamo fatto lo stesso per la Visa. Contro la procedura concernente la MasterCard è stato presentato ricorso di fronte alla Corte di giustizia. In quanto parte di tale procedura, e con specifico riferimento all’entità e al tipo di queste commissioni, la Commissione europea ha già chiarito le regole del gioco. Le decisioni finali della Corte di giustizia dovrebbero contribuire a una base giuridica più solida.

In terzo luogo, come ho avuto modo di dire durante la mia audizione, sono favorevole a lanciare un’iniziativa europea sulle carte. Nel settore privato se ne stanno avviando diverse, ad esempio il progetto Monnet, PayFair e l’Alleanza europea sugli schemi di pagamento. Onorevole Bowles, onorevoli deputati, presto incontrerò i principali operatori di questo mercato per procedere a una valutazione congiunta della loro volontà di andare avanti ed, eventualmente, di coordinare le rispettive iniziative e stabilire un quadro d’intervento. Allo stesso tempo, la Commissione analizzerà nell’ottica delle norme sulla concorrenza le argomentazioni proposte dai sistemi di carte di credito per giustificare il loro regime di finanziamento.

Il quarto punto riguarda il futuro della governance. Come sapete, la SEPA non ha un sistema di governance paneuropea perché c’è stata un’iniziativa congiunta con la Banca centrale europea al fine di creare un Consiglio SEPA che riunisca un numero limitato di rappresentanti d’alto livello dell’industria e degli utenti dei pagamenti, con l’obiettivo non di adottare decisioni bensì di facilitare il dialogo nell’ottica di garantire un’attuazione adeguata della SEPA. La prima riunione del Consiglio SEPA si terrà in primavera.

Onorevole Bowles, onorevoli deputati, sarà mia cura tenere il Parlamento al corrente dell’attività del Consiglio SEPA, in particolare nei miei interventi alla commissione per i problemi economici e monetari.

L’ultimo punto concerne il rispetto degli interessi degli utenti, di cui ha parlato anche lei, onorevole Bowles. E’ un peccato che l’industria dei pagamenti bancari sembri spesso alquanto riluttante a tener conto delle preoccupazioni degli utenti. Si può migliorare il modo di governare del Consiglio europeo dei pagamenti, promuovendo così la trasparenza e una maggiore attenzione verso gli utenti e i loro timori. Il Consiglio SEPA sarà una buona base di partenza per attuare tali miglioramenti.

E’ inoltre mia intenzione impegnarmi maggiormente su alcuni temi specifici, quali, in particolare, i miglioramenti da apportare al sistema dei prelievi. La Commissione e la Banca centrale europea scriveranno presto al Consiglio europeo dei pagamenti per chiedere l’adozione di determinate modifiche, in risposta alle preoccupazioni espresse dai consumatori. Non posso escludere la possibilità che la Commissione prenda provvedimenti qualora ritenga che ci siano ostacoli in tal senso, sempre nell’ottica di dare risposta alle preoccupazioni dei consumatori.

Signor Presidente, onorevole Bowles, onorevoli deputati, avrete capito che sono intenzionato ad agire e a far funzionare la SEPA, come vi ho detto lo scorso gennaio. Ovviamente farò affidamento sul sostegno del Parlamento europeo e sulla vostra determinazione ad attuare questi miglioramenti.

 
  
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  Jean-Paul Gauzès, a nome del gruppo PPE.(FR) Signor Presidente, signor Commissario, non metto in dubbio la sua determinazione. In questa sua presentazione dei diversi punti lei ha già risposto alla maggior parte delle domande che volevamo porle e che sono riportate nella risoluzione.

Vorrei soltanto ricordarle che la difficoltà della materia deriva dal fatto che l’area unica dei pagamenti in euro, la SEPA, è un’iniziativa degli istituti competenti per i pagamenti, in particolare delle banche. Desidero aggiungere che lo scopo della direttiva sui servizi di pagamento, della quale ho avuto l’onore di essere relatore, mirava specificamente a consentirci di individuare e definire gli strumenti giuridici necessari per dare attuazione a questo sistema europeo dei pagamenti. Un altro scopo della direttiva era quello di migliorare la concorrenza nel settore dei pagamenti; il capitolo II della direttiva prevedeva infatti la creazione di istituti di pagamento che avrebbero dovuto rompere il monopolio delle banche.

Questo inizio complicato spiega certamente, in parte, il ritardo; ma, come ha osservato anche lei, è altrettanto vero che gli istituti preposti ai pagamenti – cioè le banche – hanno dimostrato una certa riluttanza a mettere in pratica questo meccanismo. E il motivo sono i costi. Sono certo che lei lo sa già, ma vorrei comunque ricordare che, ad esempio, in Francia i costi di attuazione della SEPA sono maggiori dei costi di cambio dell’euro.

Si è parlato, poi, delle commissioni interbancarie, un tema che vale la pena affrontare e che riguarda due questioni. La prima, come ha detto anche lei, è quella del rispetto delle norme sulla concorrenza; ma non va trascurata la seconda, ossia il fatto che, per gli istituti di pagamento, i servizi di pagamento sono un’attività commerciale, che deve pertanto essere correttamente remunerata. Quello che è stato criticato è la possibilità di fissare margini interbancari in modo unilaterale e arbitrario e senza consultazione qualora questi appaiano obiettivamente eccessivi.

Signor Commissario, contiamo su di lei per garantire che i progressi compiuti grazie alla creazione di un mercato unico dei pagamenti possano portare rapidamente all’applicazione di strumenti europei per i bonifici e gli addebiti diretti.

 
  
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  Udo Bullmann, a nome del gruppo S&D.(DE) Signor Presidente, signor Commissario, l’area unica dei pagamenti in euro è uno strumento importante, anzi essenziale del mercato interno europeo. L’avvio di questo progetto è merito dell’onorevole Gauzès. Il mio gruppo lo sostiene pienamente e vorrebbe che funzionasse bene. Non ho nulla in contrario a fissare un termine ultimo per la migrazione al nuovo sistema; al riguardo, secondo me bisogna capire non quanto tempo ci vorrà – tre, quattro o cinque mesi – bensì se il sistema sarà in grado di funzionare realmente.

E la sua capacità di funzionare realmente dipende da due fattori: primo, l’appello all’industria affinché il nuovo sistema sia favorevole ai consumatori finali. Di questi tempi non possiamo permetterci voci incontrollate, resistenze occulte o nostalgie per il vecchio sistema, e quindi quello nuovo deve funzionare bene, anche nei confronti di coloro che saranno i suoi utilizzatori finali.

In secondo luogo, il nuovo sistema deve, ovviamente, funzionare bene anche nell’interesse dell’economia. Qui vorrei citare un punto che è tuttora oggetto di contesa, cioè le modalità di calcolo degli addebiti diretti, per le quali l’economia non sembra essere ancora in grado di proporre un modello ragionevole. Ci sono tuttora ostacoli e questioni spinose da risolvere, e se l’economia non è in condizione di presentare un modello comune che possa funzionare all’interno dell’Unione europea, allora spetta alla Commissione – come si sostiene in questa proposta di risoluzione – farsi avanti con una proposta concreta entro un determinato periodo di tempo, diciamo entro la fine dell’anno. Non è ammissibile che, da un lato, ci rivolgiamo agli ambienti economici e chiediamo che sia fissata una scadenza per la migrazione ma, dall’altro lato, non prendiamo l’iniziativa di rimuovere le resistenze che i fornitori di servizi di pagamento non sono evidentemente in grado di superare con le loro sole forze. Abbiamo bisogno di un’iniziativa comunitaria, se vogliamo che il nuovo sistema possa funzionare. Questo è il nostro approccio alla discussione.

 
  
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  Martin Ehrenhauser, a nome del gruppo NI.(DE) Signor Presidente, per fortuna c’è l’euro, perché, in caso contrario, i paesi piccoli come il mio, l’Austria, sarebbero rimasti schiacciati sotto l’immensa pressione causata dalla crisi finanziaria del 2007.

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, ossia la mancanza di coerenza e di responsabilità, e in merito avrei, naturalmente, alcune domande per la Commissione. Primo, chi è responsabile della mancanza di controlli nel sistema dell’euro? Secondo, chi è responsabile del fatto che i falsi dati di bilancio della Grecia non sono stati scoperti prima? Terzo, non è forse vero che, mentre oggi parliamo della Grecia, il problema reale è invece la Spagna? Quarto, la Commissione europea può garantire che la Spagna non presenterà anch’essa dati di bilancio falsi, e cosa sta facendo in proposito?

Chiedo chiarezza e trasparenza ma, soprattutto, che i responsabili siano infine chiamati a rendere conto delle loro azioni. Solo allora, solo quando quelle persone verranno chiamate a rispondere delle loro responsabilità, potremo garantire che le regole del gioco siano, finalmente, rispettate in maniera coerente.

 
  
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  Markus Ferber (PPE).(DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, prima di tutto ritengo sia giusto che, se la moneta è unica, anche la procedura debba essere unica. Ed è altrettanto giusto valutare come questa procedura unica e comune, che non è stata ancora attuata ovunque nell’area unica dei pagamenti in euro, debba essere applicata un po’ meglio.

Dall’altro canto, voglio dire molto chiaramente che dobbiamo ancora emendare alcune parti del regolamento. Vengo da un paese nel quale la procedura di addebito diretto è molto diffusa per facilitare l’esecuzione di determinati pagamenti regolari.

La procedura attualmente prevista dal regolamento è molto burocratica, molto complicata, e sarei quindi assai lieto, signor Commissario, se questo particolare aspetto fosse preso nuovamente in esame prima di fissare una scadenza, che noi tutti vogliamo. Da un lato non ci deve essere alcuna vulnerabilità alle frodi – il che è un problema a livello transfrontaliero – ma dall’altro lato deve essere possibile addebitare le commissioni locali e continuare a pagare con una procedura semplice gli abbonamenti a riviste, i premi di polizze assicurative, le bollette del telefono e così via.

Questa è la mia richiesta, che è formulata in un passaggio della nostra proposta di risoluzione su questo argomento. Con tale proposta vogliamo contribuire a garantire che le procedure che si sono dimostrate valide negli Stati membri possano essere applicate anche dopo la definitiva attuazione dell’area unica dei pagamenti in euro.

 
  
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  Othmar Karas (PPE).(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, probabilmente siamo tutti concordi nell’apprezzare le risposte date dal commissario all’interrogazione orale, e gliene siamo grati. Le sue risposte sono coerenti con gli obiettivi del Parlamento europeo.

In secondo luogo, voglio dire che il sistema di autoregolamentazione del settore bancario che abbiamo scelto per la SEPA è un sistema nel quale gli organismi funzionano bene. Diverse centinaia di banche hanno aderito alla SEPA in un periodo di tempo molto breve. La SEPA fa parte del mercato interno, è più ampia della zona euro ma non è pienamente realizzata. Sono senz’altro favorevole a fissare una scadenza comune e giuridicamente vincolante perché spero che così potremo aumentare la pressione affinché si prendano in esame le questioni ancora irrisolte e si tenga conto dell’obbligo giuridico di cominciare ad attuare la SEPA in modo uniforme. Ciò consentirà a tutte le parti interessate di far presente ancora una volta tutto ciò che resta ancora da fare. Una data comune è essenziale per dare attuazione alla SEPA nella maniera più rapida ed efficiente possibile e per garantire il massimo di coerenza con il mercato interno.

 
  
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  David Casa (PPE).(EN) Signor Presidente, la SEPA è un’iniziativa meritoria che indubbiamente contribuirà tantissimo a rendere i pagamenti transfrontalieri più efficienti e a trasformare i singoli mercati nazionali dei pagamenti in euro in un unico mercato interno, permettendo così ai consumatori di eseguire pagamenti in euro senza contanti a chiunque e ovunque nella SEPA per mezzo di un unico conto bancario e degli stessi strumenti di pagamento.

Un altro importante vantaggio sarà la riduzione dei costi generali che l’economia europea deve adesso sostenere per la movimentazione dei capitali nella regione, costi che sono stimati attualmente intorno al 2-3 per cento del prodotto interno lordo complessivo. Dobbiamo ricordare che lo scopo ultimo della SEPA era quello di creare un vero spazio interno per i pagamenti in tutta l’Europa, ed è comprensibile che raggiungere un obiettivo così ambizioso è tutt’altro che facile, soprattutto perché, purtroppo, sarà necessario trovare compromessi tra gli interessi, spesso conflittuali, della comunità bancaria dell’intera Europa.

La crisi economica ha ostacolato il processo di applicazione degli standard della SEPA; trattandosi di un processo costoso, negli ultimi tempi le banche hanno comprensibilmente privilegiato altre priorità, più urgenti. E’ opportuno analizzare la situazione attuale e, credo, predisporre quanto prima possibile una realistica tabella di marcia.

Adesso è essenziale fissare una scadenza giuridicamente vincolante per la migrazione agli strumenti SEPA, come testé osservato dall’onorevole Karas. E’ intollerabile che a tutt’oggi non vi sia un calendario preciso. Sarebbe vano e controproducente pensare che gli standard nazionali debbano poter restare in vigore parallelamente a quelli della SEPA.

Pertanto, signor Commissario, invito lei e la Commissione a portare un po’ di certezza in questo settore già fragile di per sé e a garantire che sia finalmente stabilita una scadenza giuridicamente vincolante per la migrazione agli strumenti SEPA.

 
  
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  Elena Băsescu (PPE).(RO) Desidero informarvi che il mio paese, la Romania, sta compiendo passi importanti verso l’attuazione della SEPA e la migrazione a questo nuovo sistema. Nell’ottobre 2009 è stata recepita nella legislazione romena la direttiva 64/2007/CE sui servizi di pagamento nel mercato interno. Nel 2007 l’Associazione bancaria romena, che fa parte del Consiglio europeo dei pagamenti, ha assunto il compito di organizzazione di supporto per l’adesione agli schemi SEPA. Infatti, la migrazione al sistema di trasferimento dei crediti SEPA sarà completata entro la data di adozione dell’euro, mentre finora soltanto cinque banche si stanno preparando per aderire allo schema di addebiti diretti SEPA nei prossimi tre anni.

L’amministrazione pubblica svolge un ruolo decisivo nel processo di migrazione alle SEPA. Le istituzioni pubbliche, insieme con le aziende di servizio pubblico, gli operatori delle telecomunicazioni e le compagnie di assicurazione possono costituire la massa critica necessaria per stimolare il processo di migrazione alla SEPA. Il ministro romeno delle Finanze ha annunciato che la Romania aderirà agli schemi SEPA dopo aver adottato l’euro.

Grazie.

 
  
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  Michel Barnier, membro della Commissione.(FR) Signor Presidente, ringrazio tutti gli intervenuti per il loro contributo alla discussione. Una cosa che mi ha colpito particolarmente durante il discorso introduttivo dell’onorevole Bowles è il fatto che l’intero Parlamento ha manifestato sostegno unanime all’attuazione dell’area unica dei pagamenti in euro, come del resto aveva ampiamente dimostrato già in passato. Ciò è confermato dalla proposta di risoluzione. Questo progetto ha due anni di vita e penso che debba essere attuato adesso. Voglio ribadire che sono rimasto molto colpito dall’unanime sostegno espresso ancora un attimo fa riguardo all’esigenza di fissare una scadenza.

Ribadisco perciò il mio impegno in tal senso. Vi prego di concedermi solo poche settimane – e vi assicuro che sarà tempo ben speso – per permettermi semplicemente di incontrare tutti gli esponenti più importanti del settore bancario. Dopo aver condotto queste brevi consultazioni – sull’argomento in discussione ma anche su altri temi concernenti una corretta attuazione della SEPA –prenderò le mie decisioni rapidamente, come chiesto dall’onorevole Bowles.

La SEPA potrà avere successo soltanto se soddisferà appieno le aspettative dei consumatori e delle persone che la utilizzano. Mi riferisco alle imprese, specialmente quelle piccole, ai consumatori e alle amministrazioni nazionali. La Commissione si augura – e si adopererà di conseguenza – che le preoccupazioni degli utenti siano prese in seria considerazione al momento dell’attuazione della SEPA. All’onorevole Băsescu vorrei dire che valuterò anche gli sforzi compiuti dai nuovi Stati membri – so che tali sforzi sono in corso tanto nel suo paese quanto negli altri – per poter partecipare appieno al progetto SEPA, nell’interesse di tutti.

Per quanto riguarda, infine, le carte di credito, come ho detto nella mia audizione sembra che occorra fare maggiore chiarezza. Anche in questo caso avrò bisogno di qualche settimana o, al massimo, di qualche mese per avere incontri, chiarire quali sono le intenzioni dei soggetti principali e determinare in quale misura essi sono disposti a coordinare o unire i rispettivi sforzi riguardo al modello di finanziamento di un potenziale sistema paneuropeo delle carte di credito. In merito, poi, al quadro concorrenziale nel quale tale sistema dovrebbe operare, si tratta di una questione di cui dovrò discutere con i principali esponenti del settore bancario.

La ringrazio, signora Presidente, onorevoli deputati, per il sostegno costruttivo e assiduo che avete manifestato ancora una volta al progetto SEPA. Il vostro sostegno è pari all’impegno della Commissione europea.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà mercoledì, 10 marzo 2010, alle 12.

 
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