Presidente. - L’ordine del giorno reca la breve presentazione della relazione da parte dell’onorevole Trüpel, a nome della commissione per la cultura e l’istruzione, su Europeana – le prossime tappe [COM(2009)0440 – 2009/2158(INI)] (A7-0028/2010).
Helga Trüpel, relatore. – (DE) Signor Presidente, signora Commissario Kroes, Europeana è destinata a diventare il progetto culturale digitale più importante dell’Unione europea. Cosa significa Europeana? E’ una biblioteca digitale, un museo digitale e un archivio digitale del nostro patrimonio culturale europeo. L’intenzione è consentire a tutti i cittadini di accedere a tale risorsa digitale, non solo in seno all’Unione europea, bensì in tutto il mondo. Il progetto Europeana è stato avviato nel novembre del 2008 e 1 000 istituzioni culturali hanno contribuito alla sua istituzione. Conta 150 organizzazioni partner. Finora, sono state digitalizzate circa 6 milioni di opere del nostro patrimonio culturale europeo. Entro giugno 2010 sono previste 10 milioni di opere digitalizzate e nel 2015 si prevede che tale cifra raggiunga i 15 milioni.
Come potete constatare, si tratta di un’iniziativa molto ambiziosa, ed è molto importante per l’Unione europea. Fino a questo momento è stata finanziata dal programma eContentplus e dagli Stati membri. Tuttavia, fino ad ora, il tasso di digitalizzazione ha evidenziato differenze considerevoli tra gli Stati membri. La Francia è in testa con oltre il 40 per cento, la Germania si attesta attorno al 16 per cento, ma molti altri Stati membri sono molto più indietro e questo, rammentatelo, dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello comune della politica culturale digitale europea.
E’ particolarmente importante capire che esiste un’istituzione culturale pubblica che, per ragioni comprensibili, è destinata a rappresentare una valida concorrenza per la soluzione della controversia Google Book Search, in quanto non vogliamo semplicemente che il nostro patrimonio europeo venga affidato a un monopolio. Per il nostro patrimonio culturale europeo esigiamo una risorsa pubblica, nel senso europeo migliore del termine. Vogliamo inoltre mantenere un’influenza pubblica, in quanto ciò significa conferirla anche ai cittadini europei.
Non ci sono problemi di sorta per le opere che non sono più soggette ai diritti d’autore o che sono di dominio pubblico. Le cose si complicano notevolmente nel caso delle opere orfane, in altre parole, delle opere che sono ancora vincolate ai diritti d’autore ma per le quali è difficile rintracciare il titolare di tali diritti. Un’altra questione ancora sono le opere protette dai diritti d’autore. Se un giorno Europeana dovesse contenere opere protette dai diritti d’autore, gli scaricamenti privati dovranno essere a pagamento, altrimenti vanificheremmo il nostro valore aggiunto culturale sui mercati della cultura.
Pertanto, quello che vorrei conseguire dal punto di vista politico è da una parte una digitalizzazione rapida ed efficace e, al contempo, il mantenimento dei diritti d’autore, in quanto è l’unico modo per preservare la diversità culturale dell’Unione europea. Ci occorrono pertanto soluzioni consensuali per le opere orfane e una ricerca molto approfondita per individuare i titolari dei diritti d’autore. Da un punto di vista politico, quando ora discutiamo la strategia successiva a Lisbona, la strategia UE 2020, e quando si tratta di modernizzare la nostra economia, di sviluppare la società digitale, la società basata sulla conoscenza e la diversità culturale, la questione chiave per me è che Europeana deve essere anche parzialmente sovvenzionata da tale programma UE 2020, naturalmente con il coinvolgimento degli Stati membri. Deve essere un progetto europeo congiunto. Pertanto, ci occorre anche una campagna “aderisci a Europeana” per individuare, si spera, altri sponsor privati. Dobbiamo tuttavia chiarire che occorre sensibilizzare i cittadini e soprattutto i giovani sull’esistenza di tale risorsa. Molte persone ne sono ancora all’oscuro. E’ questo il compito enorme che ora attende tutti noi.
Piotr Borys (PPE). – (PL) Signor Presidente, Europeana è un’iniziativa di importanza cruciale, che può mettere a disposizione di tutto il mondo il patrimonio culturale europeo. Come sappiamo, non è soltanto una biblioteca, è anche un museo e un archivio virtuali. Vorrei che tutti i parlamentari di quest’Aula potessero dire che le opere di grandi creatori nazionali, come nel mio caso Chopin, Marie Curie, da ragazza Skłodowska, o Słowacki, possono essere disponibili su Internet. Vorrei citare tre fattori chiave. In primo luogo, nel caso di Europeana, non possiamo scendere a compromessi sulla qualità: è un aspetto a cui dobbiamo prestare attenzione nel corso del progetto. In secondo luogo, occorre una soluzione alla questione dei diritti d’autore nel caso delle opere orfane e fuori stampa. In terzo luogo, vorrei insistere con il commissario Kroes affinché solleciti una digitalizzazione degli Stati membri, se in futuro vogliamo essere orgogliosi di questo grande progetto esemplare.
Mi preme ringraziare l’onorevole Trüpel per una relazione eccellente.
Ioan Enciu (S&D). – (RO) In qualità di relatore per parere della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia sulla relazione “Europeana - le prossime tappe”, accolgo con favore il fatto che il testo sia stato finalizzato e spero che la Commissione ne adotterà le raccomandazioni. Finora, durante le discussioni sull’argomento, sono stati trattati numerosissimi temi, quali la struttura informatica, la gestione del sito di Europeana, il libero accesso alle informazioni della biblioteca, la necessità di standardizzare il processo di digitalizzazione e il problema della copertura mediatica del sito. Alcune di queste problematiche compaiono nella relazione, il che mi fa sperare che siamo riusciti a mettere a punto un documento esaustivo.
Auspico tuttavia che in futuro prosegua la discussione su determinati aspetti, quali la gestione del sito, i metodi di finanziamento e, soprattutto, l’organizzazione del sito sotto forma di database unico e non come portale. Mi auguro che le raccomandazioni presentate dal Parlamento europeo, insieme alle considerazioni della Commissione sulle questioni sopracitate, diano vita a un progetto coronato dal successo. Europeana può tradursi in un’iniziativa efficace per l’Unione europea a condizione che si ispiri ai valori e agli ideali dell’Unione e rappresenti il fulcro delle informazioni culturali europee.
Hannu Takkula (ALDE). – (FI) Signor Presidente, per prima cosa vorrei ringraziare l’onorevole Trüpel per l’eccellente relazione. Ormai la conosco da cinque anni grazie all’esperienza in commissione, e so che in qualsiasi cosa faccia mette attenzione e professionalità autentiche, e il documento ne è la prova lampante.
Questo è un altro tipo di progetto utile all’Europa, in quanto l’Unione europea viene considerata alla stregua di una comunità di valori, ma è anche una forte comunità culturale. Abbiamo 27 Stati membri diversi, che vantano una cultura estremamente ricca e variegata.
In un periodo in cui si stanno moltiplicando le autostrade dell’informazione, se riusciremo a rendere le informazioni più facilmente accessibili ai cittadini, scopriremo che è questo il tipo di ricchezza europea nel quale vale la pena investire e per la quale reperire risorse. In questo modo, anche tutti i paesi più piccoli avranno l’occasione di promuovere le loro culture uniche e speciali. Una volta che la banda larga verrà estesa ovunque grazie al lavoro di Commissione e Stati membri, il principio di uguaglianza diventerà una realtà in termini di erogazione di servizi culturali, di biblioteche, musei e archivi elettronici.
Marek Henryk Migalski (ECR). – (PL) Né il mio gruppo politico, né io personalmente, siamo particolarmente a favore di programmi e istituzioni di grande entità o della creazione di realtà che vadano al di là di quanto è necessario. Tuttavia, Europeana non appartiene a questa categoria. Anzi, è un’entità molto importante, soprattutto perché viviamo in un’epoca di cultura visiva, e non scritta. Ciò significa, come ha dimostrato Neil Postman nel suo splendido libro Amusing Ourselves to Death (Divertiamoci fino alla morte), che la cultura visiva sta svalutando il dibattito pubblico e impoverendo noi cittadini. A propria volta, questo vuol dire che se un progetto ha la possibilità di incoraggiare l’abitudine alla lettura, ha la possibilità di migliorare le menti dei cittadini, e in tal modo l’Unione europea contribuirebbe a rafforzare la qualità dell’istruzione dei propri cittadini e del modo in cui operano, e di conseguenza negli Stati membri tali cittadini sarebbero più attivi e saggi, e quindi migliori.
Georgios Papanikolaou (PPE). – (EL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, stiamo discutendo un’iniziativa che potrebbe dimostrarsi una vera ricchezza per l’Unione e in questo frangente vorrei nuovamente ringraziare la relatrice, onorevole Trüpel, per l’eccellente relazione che ha prodotto.
Stiamo parlando di un archivio culturale elettronico degli Stati europei che consentirà l’accesso a informazioni culturali primarie, e vorrei cogliere l’occasione per sottolineare che la buona riuscita di Europeana dipenderà dal formato che sceglieremo, e con questo intendo dire che non vogliamo che Europeana sia una riproduzione delle piattaforme elettroniche già esistenti, quali Google o Wikipedia.
Vogliamo una fonte seria e affidabile, che contenga informazioni di importanza e rilevanza scientifica, una fonte in cui vengano protetti i diritti di proprietà intellettuale e che salvaguardi la serietà dei contenuti. A mio avviso, tale aspetto è garantito dagli emendamenti presentati e dalla discussione sull’argomento che si è svolta in sede di commissione per la cultura e l’istruzione. Ovviamente, un aspetto che non può essere salvaguardato è l’interesse da parte degli Stati membri a sfruttare tale strumento per promuovere la loro cultura.
E’ qui che dobbiamo sviluppare tutti il nostro ruolo, spiegando l’importanza del progetto ai nostri governi nazionali e ai cittadini dei paesi membri, per conferire impulso a tale progetto e consentirci di utilizzarlo nel medio termine nella maniera migliore possibile.
Petra Kammerevert (S&D). – (DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, prima di tutto vorrei estendere i miei più sinceri ringraziamenti all’onorevole Trüpel per la relazione eccellente oggetto della discussione odierna.
Lo reputo un progetto magnifico che renderà disponibile ai popoli europei e a tutto il mondo il patrimonio culturale diversificato dell’Europa sotto forma di biblioteca digitale in rete. Tuttavia, sono ancora necessari altri sforzi congiunti da parte nostra per tradurre tale progetto in un successo autentico. Secondo il mio gruppo, una condizione imprescindibile in tal senso è il libero accesso – e ciò significa anche, per quanto possibile, gratuito – al nostro patrimonio culturale tramite Europeana.
In sede di discussioni congiunte, abbiamo raggiunto un buon compromesso che da una parte tutela gli interessi degli autori di opere protette, e al contempo garantisce la necessaria libera accessibilità, e mi preme che la Commissione tenga conto anche di tali proposte e le adotti in futuro.
Un’altra condizione irrinunciabile è che gli Stati membri acquisiscano sempre maggiore consapevolezza della propria responsabilità. Per il mio paese, ciò significa che non è accettabile che Goethe sia disponibile in polacco e francese, ma non nella versione originale tedesca. A tale riguardo, dobbiamo rivolgere tutti un appello più urgente agli Stati membri affinché mettano nuovamente a disposizione le risorse finanziarie adeguate per tradurre Europeana in un vero progetto di successo anche da questo punto di vista.
Silvia-Adriana Ţicău (S&D). – (RO) Tenuto conto dei vantaggi offerti ai cittadini dell’Unione europea grazie all’accesso a Europeana, ritengo che il contenuto digitale esistente debba essere messo a disposizione in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea. Credo inoltre che sia d’importanza fondamentale offrire ai cittadini disabili l’accesso al contenuto digitale di Europeana. Alla luce di ciò, occorre non solo un formato adeguato, ma anche un accesso che sia adatto alle loro esigenze.
Raccomandiamo alla Commissione europea di chiedere ai fornitori di contenuti digitali di certificare la sicurezza dei siti Internet collegati a Europeana. Infine, ma non da ultimo, ritengo che sia importante mettere in campo un sistema sostenibile in termini di finanziamenti e sviluppo del progetto Europeana. Signora Commissario, la invito a esprimersi anche sulla revisione della direttiva sull’armonizzazione di determinati aspetti dei diritti d’autore e dei diritti correlati nella società dell’informazione.
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione. – (EN) Signor Presidente, onorevoli deputati e, naturalmente, onorevole Trüpel, siamo rimasti tutti affascinati dalla sua relazione, che accogliamo con favore. Ritengo che di fatto “Europeana – le prossime tappe” rappresenti soltanto l’inizio di un’avventura ricca di sfide e che, tra l’altro, dia prova del forte sostegno politico a favore dell’ulteriore sviluppo di Europeana quale punto d’accesso comune al ricco e variegato patrimonio culturale europeo nell’era digitale.
Vorrei pertanto ringraziare l’onorevole Trüpel, la relatrice, per il lavoro svolto, e rivolgerle i miei complimenti per la scelta del nome, che di per sé dà già prova di unicità: “Europeana” – non serve nemmeno spiegare di che cosa si tratta.
La Commissione può inoltre appoggiare la proposta alternativa di risoluzione, che incontra il favore dei principali gruppi politici del Parlamento, come mi è stato riferito.
E’ un progetto ambizioso e, lo ripeto, è soltanto l’inizio. Mira a mettere a disposizione su Internet libri, giornali, mappe, oggetti da museo, materiale audiovisivo e archivi sonori di tutta Europa in forma digitalizzata, il che è essenziale per garantire l’accesso alla cultura nell’era digitale. Non è soltanto quello che ha ricordato l’onorevole Migalski, vale a dire la possibilità che ci offre di diventare dei cittadini migliori. Ebbene, aspettiamo e lo scopriremo, ma in ogni caso ci dà la possibilità di essere più felici, in quanto la fruizione della cultura, nella maggior parte dei casi, genera felicità, per così dire.
La relazione del Parlamento sottolinea giustamente la presenza della componente economica. La digitalizzazione e l’accessibilità online del nostro patrimonio culturale andrà a vantaggio di diversi settori di attività: pensiamo all’istruzione, alla ricerca, al turismo e ai mezzi di comunicazione.
Il sito di Europeana è il frutto di una collaborazione senza precedenti tra biblioteche, archivi e musei europei. Al momento, come giustamente precisato dall’onorevole Trüpel, consente l’accesso diretto a 7 milioni di oggetti digitalizzati. Lo ripeto, è solo l’inizio e dobbiamo seguire questa strada. Si può fare di più e bisogna fare di più. La relazione del Parlamento mette in luce diverse aree di Europeana e delle politiche correlate per le quali è necessario compiere progressi negli anni a venire.
Lo sviluppo del sito dipende in primo luogo dalle iniziative degli Stati membri, che dovrebbero fare di più per digitalizzare il loro patrimonio culturale e rendere disponibili tutti i loro oggetti digitalizzati tramite Europeana. Sono lieta che il Parlamento si unisca alla Commissione nel chiedere agli Stati membri di accelerare tale processo. Prima avverrà, meglio sarà.
Il Parlamento evidenzia che Europeana non dovrebbe soltanto garantire l’accesso alle opere di dominio pubblico, bensì dovrebbe anche contenere materiale ancora protetto dai diritti d’autore. Convengo che vi è l’esigenza impellente – ed è la mia risposta all’onorevole Ţicău – di individuare soluzioni praticabili per mettere online le opere fuori stampa, per gestire la questione delle opere orfane (opere per le quali è impossibile individuare i titolari dei diritti). Se non interverremo in tal senso rischieremo che l’Europa tra qualche anno accumuli un ritardo, in particolare rispetto agli Stati Uniti.
Al momento, la Commissione sta conducendo una valutazione d’impatto su una possibile soluzione legale per le opere orfane a livello europeo, e stiamo discutendo le varie opzioni, ma se non vi dispiace tornerò sull’argomento quando parleremo dell’agenda digitale, in quanto è una delle questioni che dobbiamo intavolare.
Verso la fine dell’anno verrà lanciata una nuova versione potenziata di Europeana, e si prevede che per allora sarà possibile accedere a oltre 10 milioni di oggetti digitalizzati. Il sito verrà ulteriormente sviluppato negli anni successivi. Il Parlamento precisa giustamente che per la buona riuscita di Europeana è essenziale sensibilizzare nei confronti del sito sia le istituzioni culturali, che potrebbero contribuire col loro contenuto digitalizzato, sia il grande pubblico. Un’attenzione speciale andrebbe prestata ai più giovani, giustamente ricordati anche da voi, un segmento particolarmente importante della nostra popolazione, che potrebbe essere raggiunto tramite le scuole.
La Commissione è pienamente intenzionata a continuare il lavoro per lo sviluppo di Europeana e delle politiche correlate, un’area chiave di lavoro nell’ambito dell’agenda digitale europea. Vale comunque la pena combattere per questo fine.
Presidente. - La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà tra due settimane durante la prossima tornata di Bruxelles.
Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)
Lidia Joanna Geringer de Oedenberg (S&D), per iscritto. – (PL) Europeana, la biblioteca digitale europea, deve affrontare molte sfide al giorno d’oggi. Il successo di quest’impresa paneuropea è tutt’altro che assicurato. In primo luogo, perché fino ad ora il contenuto di Europeana è stato principalmente rappresentato da opere che provengono da pochi dei paesi più attivi. Secondariamente, non si tratta di opere contemporanee, che susciterebbero l’interesse maggiore, bensì di opere più vecchie che sono già di dominio pubblico. Vorrei richiamare soprattutto l’attenzione su un aspetto del progetto Europeana che, a mio avviso, è di primaria importanza per la sua buona riuscita – i finanziamenti. Il processo di ampliamento delle collezioni digitali è molto costoso e richiederà molti più anni di lavoro. Nel frattempo, Europeana ha risorse finanziarie garantite solo fino al 2013, come parte di un progetto finanziato in parte dalla Commissione europea e dagli Stati membri, e in parte da sponsor privati. Ritengo sia essenziale assicurare fonti stabili di finanziamento come parte delle nuove prospettive finanziarie per il periodo 2014-2020. Dotazioni europee sotto forma di sovvenzioni concesse alle singole istituzioni culturali dei paesi membri dovrebbero incoraggiare questi ultimi ad essere più efficaci nella digitalizzazione delle collezioni. Al contempo andrebbero introdotti obiettivi di digitalizzazione obbligatori, a cui gli Stati membri dovrebbero conformarsi entro scadenze specifiche. Solamente l’attuazione coerente di un approccio di obblighi e incentivi garantirà che Europeana diventi un portale appetibile che desti l’interesse di lettori e ricercatori, e non un deposito digitale utilizzato per la conservazione sentimentale di vecchie cianfrusaglie.
Iosif Matula (PPE), per iscritto. – (RO) E’ nostra intenzione trasformare Europeana in un progetto nuovo di zecca dedicato ai valori culturali europei, e non in un’alternativa al progetto di digitalizzazione dei libri di Google. Europeana, che riunisce in un unico progetto una biblioteca, un museo e un archivio digitale, deve promuovere un patrimonio europeo unico, offrire una fonte credibile di informazioni e consentire agli Stati membri di aggiungere contenuti in maniera formale e strutturata.
Europeana non deve diventare un portale come Wikipedia, dove tutti possono inserire testi senza che siano stati preventivamente verificati. Tale pratica dà ovviamente luogo a numerosi errori nel contenuto che viene inserito. A tale proposito, potremmo creare una sezione speciale sul sito in cui gli utenti possano discutere gli uni con gli altri, senza dare loro la possibilità di modificare il contenuto culturale presente sul sito.
E’ importante concentrare l’attenzione sulla presentazione grafica del sito di Europeana, sull’elevare il suo profilo e sul renderlo accessibile in un momento in cui la presentazione grafica attuale non è molto orientata all’utente e potrebbe determinare una perdita di interesse pubblico. Sulla base delle considerazioni suddette, appoggio la proposta di risoluzione presentata dal gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano) quale alternativa al parere corrente presentato nella relazione, in modo da contribuire a creare un portale valido in termini di informazioni reperibili dal pubblico.
Emil Stoyanov (PPE), per iscritto. – (BG) Onorevoli colleghi, attualmente uno dei nostri compiti principali come politici e cittadini consiste nel preservare il nostro patrimonio culturale europeo per le generazioni future. Europeana è uno dei progetti di spicco in questo settore, utile per accelerare i processi di digitalizzazione del patrimonio culturale in ogni singolo Stato membro. Rimangono tuttavia ancora da risolvere problemi di natura culturale e legale associati alla digitalizzazione di massa dei libri, compresi quelli attualmente di proprietà delle biblioteche europee. I diritti d’autore e la legislazione in materia che vige negli Stati membri costituiscono una delle sfide più ingenti per Europeana. Anche la concorrenza con Google presenta diverse problematiche che andranno risolte. In tal senso, occorre reperire tutte le risorse possibili per sostenere le biblioteche, i musei e gli archivi nazionali, affinché il progetto Europeana possa rispecchiare veramente la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale d’Europa. Nel corso delle discussioni in sede di commissione per la cultura e l’istruzione, ho suggerito di conferire al Parlamento determinati poteri di controllo sul progetto, ma mi rendo conto che, in base alle norme attuali, ciò non è possibile. Auspico comunque che il Parlamento europeo, come unica istituzione comunitaria i cui membri vengono eletti direttamente, possa un giorno esercitare il proprio controllo sulle iniziative europee. Grazie dell’attenzione.