Presidente. - L’ordine del giorno reca la relazione (A7-0053/2010) presentata dall’onorevole Paulsen, a nome della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla valutazione del Piano d’azione per il benessere degli animali 2006-2010.
Marit Paulsen, relatore. – (SV) Signor Presidente, il benessere degli animali è di fatto un tema che sta a cuore alla maggior parte dei cittadini europei. Il benessere degli animali non riguarda solamente questi ultimi, bensì ha anche a che vedere con la nostra identità, con quello che riteniamo di rappresentare e con quello che pensiamo rappresenti l’Europa, nonché con quelli che consideriamo i tratti distintivi della civiltà; è sinonimo di rispetto e del modo in cui trattiamo tali creature, i nostri compagni di viaggio della vita.
Nella mia valutazione, appoggiata dalla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, ho constatato che gran parte del piano quinquennale adottato dal Parlamento nel 2006 – per il quale la relatrice era stata l’onorevole Jeggle – è stata attuata con discreta ragionevolezza. Manca un tassello molto importante del mosaico, vale a dire la conformità alle norme. Di conseguenza, quando ho delineato il prossimo piano quinquennale – che sia io sia la commissione auspichiamo possa essere tradotto in realtà nell’anno in corso – mi sono concentrata sul rafforzare la conformità alla legislazione vigente.
Al momento si tratta soprattutto della direttiva sulla vita, il benessere e la gestione dei suini. Riguarda anche il problema ricorrente del trasporto degli animali su distanze molto lunghe, a volte in condizioni pessime. In altre parole, si tratta della conformità alle leggi, direttive e regolamenti già promulgati, nonché del controllo di tale conformità e delle sanzioni contenute nella legislazione.
Inoltre, gradirei un approccio leggermente nuovo – in particolare più olistico. Mi piacerebbe che venisse promulgato un atto legislativo generale sulla protezione degli animali che fissi degli standard di base per l’Europa, l’UE e il mercato interno, che contempli anche dei livelli minimi.
E’ importante per due ragioni. In primo luogo, per la concorrenza a livello di mercato interno dell’Unione; in altre parole, non è accettabile che un paese tragga un vantaggio competitivo per aver trascurato il benessere degli animali. La seconda ragione, forse la più importante, è che esigiamo molto dagli agricoltori e produttori europei, che a loro volta devono essere tutelati dalla concorrenza sleale dei paesi terzi. E’ irragionevole pretendere così tanto da loro se non siamo disposti a garantire il commercio leale. Inoltre – un aspetto che potrebbe non essere molto popolare – in un modo o nell’altro dobbiamo pagare per il benessere degli animali. Che ciò avvenga contestualmente alla vendita o tramite le imposte potrà essere oggetto di discussioni future. Occorre inoltre stabilire una rete permanente e ben organizzata – vi prego di notare che non sto parlando di una nuova autorità, bensì del coordinamento delle funzioni delle istituzioni scientifiche eccellenti di cui già disponiamo in Europa.
Infine, ma non da ultimo, dobbiamo affrontare la questione della somministrazione di antibiotici negli allevamenti di animali. Non mi riferisco al rischio di tracce di antibiotici presenti negli alimenti, bensì alla resistenza agli antibiotici – in particolare tra i batteri zoonotici – una minaccia notevole per la salute pubblica.
Chris Davies (ALDE). – (EN) Signor Presidente, mi preme citare un atto legislativo che il commissario – che per cinque anni è stata commissario per l’energia – conoscerà sicuramente. Mi riferisco alla direttiva sulle galline ovaiole, che impone che entro la fine dell’anno vengano elevati gli standard di benessere degli animali delle gabbie in cui vengono tenute le galline in questione.
Pensavo che i costi si aggirassero sulle migliaia di euro. Di fatto, in molti centri commerciali, i costi sono dell’ordine di grandezza dei milioni di euro, in quanto sono necessarie attrezzature industriali su larga scala. Molti paesi si sono adeguati alla direttiva. Molti agricoltori hanno investito risorse per garantire l’innalzamento degli standard in materia di benessere degli animali al livello richiesto, ma non credo che conseguiremo la conformità in tutta l’Unione europea entro la fine dell’anno.
Vorrei sapere quali iniziative intraprenderà la Commissione e quali azioni sta avviando per tentare di conseguire il rispetto delle normative.
La relatrice ha chiesto il divieto di commercio per le uova che non sono conformi alla legislazione. Non credo che si possa fare. Vorrei comunque avere la certezza che la Commissione sta agendo proattivamente per garantire che gli Stati membri e i loro agricoltori si impegnino ad elevare tali standard relativi al benessere degli animali e che a tutti vengano garantire condizioni di parità.
Michel Dantin (PPE). – (FR) Signor Presidente, onorevole Paulsen, grazie della relazione. Vorrei elogiare il lavoro che è stato fatto dai diversi relatori ombra come parte della preparazione del documento e, in particolare, dalla relatrice del mio gruppo, onorevole Jeggle.
La questione ha un’eco diversa nei vari paesi europei. Non tutti i produttori o consumatori percepiscono allo stesso modo tale problematica. Malgrado ciò, la legislazione europea sta gradualmente riuscendo a creare uno standard molto rigoroso, che secondo me dovremmo sfruttare meglio nei negoziati internazionali e in particolare nel controllo dei prodotti importati.
Tuttavia, come è già stato ricordato, tali norme comportano un costo, e ogni giorno assistiamo all’aumento di tale costo ai danni degli agricoltori e di altri operatori, in un momento in cui la redditività dell’agricoltura è messa a durissima prova. Questa è pertanto una giustificazione chiara della politica agricola comune. Se spendiamo 100 euro pro capite all’anno per finanziare una politica agricola comune, il benessere degli animali è un’ottima ragione che giustifica la necessità di tali finanziamenti.
Vasilica Viorica Dăncilă (S&D). – (RO) Vorrei congratularmi con l’onorevole Paulsen per la relazione, che offre soluzioni per il benessere degli animali e i problemi sollevati da questo tema in seno alle politiche europee. Tutti sanno che la salute degli animali consiste nel loro benessere e in un livello minimo specifico di agio biologico, senza il quale gli stessi sono impossibilitati a esprimere pienamente la loro vitalità e il loro comportamento naturale, a seconda dei cambiamenti che intervengono nel loro ambiente vitale.
Per tale ragione ritengo che a livello di Unione europea vada proseguito l’impegno e aumentata la competitività del settore agricolo mediante la promozione e l’osservazione delle norme attuali che disciplinano il benessere degli animali, che devono anche essere conformi ai requisiti per la loro tutela. Di conseguenza, gli Stati membri sono chiamati a valutare una revisione delle loro tecnologie per l’allevamento e a sostituire le vecchie tecnologie con altre che siano all’avanguardia e garantiscano prestazioni elevate, e che tengano conto delle esigenze fisiologiche degli animali e permettano di sfruttarne il potenziale biologico produttivo in condizioni ideali, assicurando inoltre una migliore sicurezza alimentare. A tal fine è ovviamente necessario sia stanziare risorse adeguate a questo settore sia utilizzare efficacemente le opportunità di sostegno offerte dalle stesse, in modo tale che gli Stati membri possano investire in soluzioni moderne e innovative tese a privilegiare il benessere degli animali.
A mio avviso, per individuare le soluzioni migliori, un ruolo importante può essere assegnato al coinvolgimento dei cittadini comuni e della società civile nella redazione e attuazione dei programmi per il settore, che devono essere su misura per le situazioni effettive esistenti in ogni paese membro.
Anneli Jäätteenmäki (ALDE). – (FI) Signor Presidente, il benessere degli animali è anche una misura del nostro livello di civiltà come popolo europeo. L’Unione europea deve garantire l’aggiornamento della legislazione e il funzionamento della supervisione. Al momento, sono ravvisabili carenze in entrambe le aree.
E’ stata sollevata la questione del trasporto degli animali. Abbiamo visto alcuni filmati duri e crudeli in televisione, e su questo fronte, come su qualsiasi altra questione associata al benessere degli animali, ci attendiamo un intervento repentino da parte della Commissione, per assicurarci che gli animali vengano trattati in maniera dignitosa.
Andris Piebalgs, membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare il Parlamento e in particolare l’onorevole Paulsen per la relazione di iniziativa relativa al Piano d’azione comunitario per il benessere degli animali. La relazione non solo riflette quanto accaduto finora, ma contiene anche idee utili e importanti per una strategia futura sul benessere degli animali.
Il Piano d’azione, adottato nel 2006, è sostanzialmente riuscito. Ha riunito iniziative comunitarie distinte in un’unica visione del benessere degli animali, e la sua attuazione è stata generalmente soddisfacente. Detto ciò, la Commissione condivide l’opinione espressa durante questa sessione catch the eye secondo cui l’applicazione della legislazione continua a essere un grave problema e occorre mantenere e moltiplicare gli sforzi per garantire un’attuazione adeguata.
In merito alla domanda dell’onorevole Davies, forniremo una risposta scritta, ma in linea di massima la Commissione si sta impegnando sul fronte dell’attuazione. Le norme approvate andrebbero applicate. Non si tratta soltanto di stato di diritto, bensì di concorrenza leale.
Concordiamo inoltre sulla necessità di promuovere un’equa concorrenza tra i produttori comunitari e terzi. Il benessere degli animali è anche una questione non strettamente commerciale che va difesa e illustrata durante i negoziati dell’OMC. La nostra strategia futura dovrà dirlo con chiarezza.
Prendo atto dell’invito per un nuovo piano d’azione 2011-15, e sono lieto di informarvi che la Commissione ha già iniziato a lavorare in tale direzione. Ambiamo a stabilire una nuova strategia per il benessere degli animali che adotti un approccio olistico, tenuto conto dei costi complessivi a carico dei produttori comunitari e degli effetti delle misure per il benessere sulla loro competitività.
Come citato nella relazione, l’articolo 13 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea sottolinea la necessità di prendere in considerazione tutti gli animali. Anche l’idea di una legge europea generale in materia di benessere degli animali che li riguardi tutti è molto interessante. Tale legge generale potrebbe costituire la base di iniziative future, compresa la legislazione, ma anche le informazioni al consumatore, l’istruzione, la ricerca e la promozione di standard più elevati.
Prendo inoltre atto con apprezzamento del sostegno offerto alla creazione di una rete europea di centri di riferimento per il benessere degli animali, che assisterebbe le istituzioni europee, gli Stati membri e le parti interessate nelle loro azioni volte a promuovere le iniziative per il benessere degli animali.
Mi associo al vostro parere secondo cui la strategia futura dovrebbe prendere attentamente in considerazione i costi e la competitività. Occorre garantire la coerenza tra le nostre politiche, senza dimenticare la sostenibilità complessiva delle nostre proposte da una prospettiva globale.
La relazione sottolinea inoltre che il bilancio comunitario dovrebbe corrispondere alle nostre ambizioni – in particolare, mettendo a disposizione risorse sufficienti per la ricerca, le nuove tecnologie e tecniche nel campo del benessere degli animali. Enfatizza inoltre la necessità di dotazioni consone per monitorare e sostenere adeguatamente i produttori comunitari.
Come ho precisato, la Commissione accoglie con favore tutte queste idee, che nel loro complesso dimostrano che il benessere degli animali occupa un posto prioritario nell’agenda dell’UE. La Commissione ha in animo di presentare una nuova strategia comunitaria per il benessere degli animali nel 2011.
Presidente. - La discussione è chiusa. La votazione si svolgerà tra due settimane durante la tornata di Bruxelles.
Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)
Véronique Mathieu (PPE), per iscritto. – (FR) Il benessere degli animali è un tema importante. La legislazione europea in materia deve essere applicata con rigore, come raccomanda la relazione Paulsen. Inoltre, dobbiamo garantire che gli standard in materia di benessere degli animali imposti all’UE vengano applicati in entrambe le direzioni alle merci che varcano i confini dell’Europa. Di fatto, i nostri agricoltori e l’industria agroalimentare europea non devono essere penalizzati in un periodo in cui stanno sostenendo costi addizionali per soddisfare i requisiti comunitari. Gli standard in materia di benessere degli animali devono andare di pari passo con la politica commerciale europea, con le tutela dei nostri posti di lavoro e con le pratiche della caccia per la gestione della fauna, cruciali per l’equilibrio della biodiversità. Vorrei inoltre esprimere le mie riserve a proposito della creazione di una rete europea di centri di riferimento per la protezione e il benessere degli animali. Quale relatrice per la concessione del discarico del 2008 alle agenzie decentrate dell’UE, mi rendo perfettamente conto del problema dell’istituzione di agenzie che, purtroppo, non hanno una coerenza generalizzata. Tale questione, che è all’esame del gruppo di lavoro interistituzionale sulle agenzie, va risolta prima che venga presa in considerazione la creazione di qualsiasi nuova agenzia.