Indice 
 Precedente 
 Seguente 
 Testo integrale 
Procedura : 2009/2155(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0051/2010

Testi presentati :

A7-0051/2010

Discussioni :

PV 19/04/2010 - 25
CRE 19/04/2010 - 25

Votazioni :

PV 18/05/2010 - 8.16
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0172

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 19 aprile 2010 - Strasburgo Edizione GU

25. PAC semplificata per l’Europa (breve presentazione)
Video degli interventi
Processo verbale
MPphoto
 

  Presidente. - L’ordine del giorno reca la relazione (A7-0051/2010) presentata dall’onorevole Ashworth, a nome della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla PAC semplificata per l’Europa [COM(2009)01282009/2155(INI)].

 
  
MPphoto
 

  Richard Ashworth, relatore. (EN) Signor Presidente, signor Commissario, siamo agli albori delle discussioni che porteranno alla riforma della politica agricola comune post 2012. Nella mia relazione ho suggerito alcuni dei principi che dovrebbero sottostare alla politica agricola comune riformata. E’ evidente che il settore agricolo deve cambiare. Dovrà cambiare per riflettere sia le sfide del periodo in cui viviamo sia, e soprattutto, quelle che ci attendono.

Mi riferisco a questioni quali la sicurezza alimentare, la volatilità del mercato, i cambiamenti climatici, e l’esigenza di soddisfare adeguatamente le aspettative di fornitura dei beni pubblici. Appare pertanto evidente che la politica agricola comune deve essere modificata per riflettere tali sfide, ma è altrettanto chiaro che deve cambiare anche il modo in cui applichiamo tale politica.

Nel delineare tali principi che dovrebbero sottostare alla politica agricola comune riformata, non sono intenzionalmente sceso nei dettagli; di questo si occuperanno le prossime relazioni. Ho tuttavia sviluppato due tematiche principali. In primo luogo, che la politica agricola comune deve diventare più semplice, più giusta e più trasparente e, in secondo luogo, che la cultura della politica agricola comune deve cambiare, e che una politica agricola comune riformata futura deve essere più orientata ai risultati e meno oberata dall’eccesso di regolamentazione.

Ho suggerito quattro modi per ridurre l’onere burocratico che grava sulle aziende agricole. Innanzi tutto, dobbiamo garantire che le condizioni imposte all’industria siano proporzionate ai rischi valutati. In secondo luogo, potremmo armonizzare gli standard per le ispezioni e dovremmo eliminare i doppioni di tali standard e delle procedure che imponiamo al settore. In terzo luogo, potrebbe o dovrebbe esserci una maggiore possibilità di ricorrere all’autocertificazione nel settore e, in quarto luogo, occorre garantire che le sanzioni comminate alle aziende agricole siano commisurate all’entità della violazione invece delle attuali penali forfettarie, che sono inappropriate, soprattutto nei casi in cui le violazioni non siano imputabili all’agricoltore.

A mio parere, un obiettivo della politica agricola comune dovrebbe essere aiutare e incoraggiare l’industria ad adattarsi a queste nuove sfide. A tal fine, occorre cambiare la cultura della politica agricola comune. Deve necessariamente adottare un approccio più flessibile e leggero. Occorre una più intensa consultazione con le parti interessate del settore, in particolare per valutare più puntualmente l’impatto delle norme proposte, che devono essere anche di più facile interpretazione. La politica agricola comune riformata deve essere in grado di dimostrare pubblicamente il fatto che il settore fornisce beni pubblici. Deve individuare soluzioni per tagliare i costi sostenuti dall’industria per conformarsi ai requisiti imposti e, infine, deve gestire il settore in maniera efficace, efficiente ed equa.

La relazione illustra tutta una serie di modalità di raggiungimento di tali obiettivi.

 
  
MPphoto
 

  Sari Essayah (PPE).(FI) Signor Presidente, l’onere della gestione dell’agricoltura deve essere indubbiamente ridotto per quanto riguarda gli agricoltori, e i metodi messi in luce del relatore sono molto soddisfacenti. Alcuni agricoltori hanno dichiarato di sentirsi dei criminali quando cercano di districarsi tra i vari documenti e norme amministrative. La politica agricola comune deve essere semplificata.

Va inoltre precisato che quando i mercati saranno interessati da innumerevoli cambiamenti e diminuirà la protezione delle importazioni comunitarie, anche in futuro si renderanno necessari meccanismi amministrativi e normativi per il mercato. Ad esempio, in futuro serviranno anche sistemi di inventario e possibilmente attività promozionali.

E’ evidente, non esiste un modo semplice per mantenere tali sistemi. Soprattutto nel caso di prodotti delicati come il latte, dovremmo creare un sistema normativo simile a quello delle quote, altrimenti la produzione nelle regioni svantaggiate diventerà impossibile.

 
  
MPphoto
 

  Csaba Sándor Tabajdi (S&D).(HU) Mi congratulo con il relatore, in quanto non solo le sue proposte specifiche sono eccellenti, ma lo è anche la sua intera filosofia. E’ eccellente perché tenta di assicurare il sostegno futuro a coloro che esercitano attivamente le pratiche agricole, in altre parole, a coloro che di fatto coltivano la terra. Altrettanto eccellente è il punto secondo cui sarebbe importante porre fine alle distorsioni settoriali e non solo nella politica agricola comune futura; a questo proposito, vorrei segnalare ancora una volta le discriminazioni contro i nuovi Stati membri. Analogamente, è molto importante non solo semplificare le norme comunitarie, bensì capire che molto dipende dalla loro attuazione da parte degli Stati membri. Consentitemi di citare un esempio illuminante: due anni fa il Consiglio ha adottato un regolamento che introduce l’obbligo di identificazione elettronica individuale di ogni singolo esemplare di razza ovina o caprina di età inferiore ai 12 mesi destinato al macello. Nel caso degli Stati membri più poveri, per i quali lo Stato non è in grado di erogare aiuti, tale norma ha impoverito il settore e l’ha fatto precipitare in una situazione disperata. E’ un altro esempio del modo in cui la regolamentazione e la burocrazia eccessive possono spesso causare danni ingenti nel nome della politica agricola comune, e anche per questo la relazione Ashworth è importante, analogamente a quelle degli onorevoli Dorfmann e Le Foll.

 
  
MPphoto
 

  Herbert Dorfmann (PPE).(DE) Signor Presidente, grazie della relazione eccellente, onorevole Ashworth. La politica agricola comune è una politica coronata dal successo, ma a volte oscuriamo tali risultati con una burocrazia eccessiva. Ciò vale sia per il primo sia per il secondo pilastro della politica agricola. Tuttavia, le più penalizzate in tal senso sono le piccole imprese, per le quali la richiesta burocratica è a volte semplicemente sproporzionata ai fondi effettivamente ricevuti.

Nel processo di riforma della nostra politica agricola, dobbiamo valutare se promulgare normative per i piccoli produttori e individuare un metodo molto più semplice per le imprese alle quali spesso eroghiamo, da diversi capitoli del bilancio, un importo che ammonta a poche centinaia o migliaia di euro di premi, il tutto senza perdere di vista i nostri obiettivi ed evitando di produrre poca chiarezza nella concessione delle sovvenzioni. Deve essere un obiettivo raggiungibile e dobbiamo adoperarci per realizzarlo.

 
  
MPphoto
 

  Zoltán Balczó (NI).(HU) La relazione Ashworth sulla semplificazione della politica agricola comune delinea proposte eccellenti. Il suo grande merito consiste nell’esaminare la questione dal punto di vista degli agricoltori. Altrettanto importante è ovviamente che i soldi dei contribuenti vengano utilizzati nel modo più legittimo possibile. Ma questo è soltanto un mezzo, non un fine. L’obiettivo consiste nell’adempiere ai compiti della politica settoriale. I Consigli “Agricoltura” spesso confondono le due cose, a discapito del conseguimento dell’obiettivo. Occorre un cambio di prospettiva radicale. Invece di quella che potremmo definire cultura di subordinazione tra clienti, agricoltori e funzionari, ci serve una cultura della cooperazione. La Commissione dovrebbe anche redigere un regolamento che imponga ai Consigli “Agricoltura” l’obbligo di prevedere compensazioni e comminare sanzioni se gli interessi degli agricoltori vengono danneggiati per colpa loro. Dobbiamo far sì che coloro che vantano dei diritti abbiano anche la possibilità di adire un tribunale indipendente per fare domanda di risarcimento. In Ungheria questa possibilità non è ancora contemplata.

 
  
MPphoto
 

  Czesław Adam Siekierski (PPE).(PL) Signor Presidente, la semplificazione della politica agricola comune è una splendida idea, ed è difficile pensare che qualcuno possa opporvisi. Semplificare significa ridurre il numero delle ispezioni, tagliare i costi amministrativi e far risparmiare tempo agli agricoltori. E’ veramente un’idea magnifica.

Vorrei tuttavia richiamare l’attenzione su due casi che richiedono un approccio leggermente diverso. Innanzi tutto, esistono aree speciali di produzione per le quali è complicato semplificare gli strumenti di sostegno. Mi riferisco al tabacco, al luppolo e ad altre produzioni specifiche del genere. Il secondo caso riguarda il mantenimento della produzione nelle aree svantaggiate, dove è necessario ricorrere a strumenti molto specifici per il sostegno alla produzione, citati da un oratore precedente. Mi associo alla posizione dell’autore, secondo cui la politica agricola comune, la politica del futuro, dovrebbe essere chiara e trasparente, ma anche efficace, e l’efficacia è un concetto che non sempre va di pari passo con la semplicità.

 
  
MPphoto
 

  Peter Jahr (PPE).(DE) Signor Presidente, la politica agricola deve diventare più semplice, trasparente e di facile comprensione. E’ questo il messaggio del relatore, l’onorevole Ashworth, ed è un messaggio valido e opportuno.

La nostra relazione si propone di incoraggiare la Commissione a intensificare i propri sforzi volti a semplificare la politica agricola comune (PAC) in maniera tangibile. Ciò risparmierebbe ai nostri agricoltori molto tempo e denaro e aumenterebbe l’accettazione sociale della PAC.

I nostri agricoltori avrebbero di nuovo la possibilità di concentrarsi sul loro vero lavoro, segnatamente la produzione di generi alimentari. Vorrei pertanto che la semplificazione della politica agricola comune diventasse un impegno a lungo termine in sede di Parlamento e di Commissione.

 
  
MPphoto
 

  Andris Piebalgs, membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, la semplificazione e una migliore regolamentazione sono prioritarie per la Commissione. Mi preme ringraziare il relatore, l’onorevole Ashworth, per l’ottima relazione in questo settore piuttosto complicato e impegnativo.

La Commissione concorda pienamente col fatto che una semplificazione e riduzione del carico amministrativo andrebbero a particolare vantaggio degli agricoltori, che potrebbero dedicare maggior tempo alle loro attività agricole importanti. La Commissione accoglie con favore la relazione presentata, che in generale prende in esame le fonti principali di preoccupazione degli agricoltori europei e fornisce alla Commissione nuove idee e osservazioni in merito alla semplificazione della politica agricola comune.

In passato, la Commissione ha compiuto notevoli progressi nella semplificazione della politica agricola comune. Vorrei citare soltanto un esempio: il gruppo Stoiber, che fornisce consulenza alla Commissione sul tema dell’onere amministrativo, ha indicato chiaramente che il livello di burocrazia per gli agricoltori si è ridotto considerevolmente grazie alle attività di semplificazione condotte dalla Commissione. Ma la semplificazione è un processo continuo; il lavoro proseguirà nel 2010.

Inoltre, è in corso un processo generale di riflessione sul futuro della politica agricola comune. Abbiamo già avviato una discussione pubblica, il che significa che dovremo lavorare tutti insieme per individuare metodi efficienti per ridurre il carico amministrativo mantenendo al contempo un livello elevato di protezione degli interessi finanziari dell’Unione europea e anche un’agricoltura molto efficiente. In tale processo, mi preme far presente un desiderio, di cui farò solamente un esempio. A volte, la semplificazione non dovrebbe andare a discapito della sfida che potremmo dover affrontare. Prendiamo per esempio la rintracciabilità. Negli ultimi anni la situazione è stata piuttosto pacifica, senza scandali di rilievo né scoppi di epidemie, ma la rintracciabilità rimane comunque un concetto chiave. Non dovremmo limitarci ad abolirla perché non ci sono stati allarmi del genere. Ritengo pertanto che nel processo complessivo dovremmo stare molto attenti a semplificare; non dovremmo dimenticare le lezioni del passato e le ragioni che ci hanno indotto a introdurre norme specifiche. La Commissione continuerà pertanto a occuparsi di questo processo e faremo molta attenzione a non dimenticare le lezioni apprese.

 
  
MPphoto
 

  Presidente. - La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà tra due settimane durante la tornata di Bruxelles.

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)

 
  
MPphoto
 
 

  Jarosław Kalinowski (PPE), per iscritto. (PL) Il nuovo sistema deve essere basato su criteri obiettivi ed equi. Ridurre le disparità tra i pagamenti nei diversi Stati membri è essenziale per conseguire tale obiettivo. I prezzi dei trasporti delle merci, i macchinari agricoli, i fertilizzanti e i costi della manodopera hanno massimali simili in molti paesi. Per garantire condizioni di concorrenza paritarie nel mercato unico, i livelli di pagamenti diretti di base devono corrispondere o essere comparabili in tutta l’Unione. E’ giunto il momento di applicare anche all’agricoltura principi che sono in vigore in altri rami dell’economia. Va inoltre ricordato che i nuovi Stati membri necessitano di risorse ingenti per sostenere la modernizzazione e la ricostruzione dell’agricoltura e per recuperare terreno nei confronti dei paesi dei “vecchi quindici”.

 
Note legali - Informativa sulla privacy