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Procedura : 2009/2166(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0062/2010

Testi presentati :

A7-0062/2010

Discussioni :

PV 06/05/2010 - 3
CRE 06/05/2010 - 3

Votazioni :

PV 06/05/2010 - 7.10
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Testi approvati :

P7_TA(2010)0156

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 6 maggio 2010 - Bruxelles Edizione GU

3. Banca europea per gli investimenti (EIB) - Relazione annuale 2008 (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A7-0062/2010), presentata dall’onorevole Deutsch, a nome della commissione per il controllo bilanci, sulla relazione annuale 2008 della Banca europea per gli investimenti (2009/2166 (INI)).

 
  
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  Tamás Deutsch, relatore. – (HU) Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente Maystadt, Banca europea per gli investimenti – relazione annuale 2008. Questo è il titolo del punto all’ordine del giorno in discussione. Questa relazione, tuttavia, è molto più ampia dell’analisi sulle attività della Banca europea per gli investimenti di due anni fa.

Onorevoli colleghi, lo sentiamo dire quotidianamente, e credo si debba ribadire che l’Unione è arrivata alla fine di un’era e all’inizio di un’altra. L’entrata in vigore del trattato di Lisbona circa sei mesi fa da una parte, e la crisi finanziaria ed economica globale, l’impatto che ne deriva e la reazione dell’Unione europea dall’altra indicano definitivamente che siamo arrivati alla fine di un’era nella vita dell’Unione e all’inizio di un’altra.

In altre parole, nel secondo decennio del ventunesimo secolo è iniziata una nuova era nella vita dell’Unione europea. La presente relazione è stata stilata in questa nuova epoca di cui noi, al Parlamento europeo e alla Banca europea per gli investimenti, saremo chiamati a rispondere agli interrogativi e alle sfide più importanti. La relazione verte sulle attività di una banca, di un istituto finanziario due anni fa e, stranamente, possiamo affermare che nonostante le circostanze della crisi finanziaria ed economica globale è possibile dare un giudizio positivo sulle attività di una banca, di un istituto finanziario. Due anni fa la Banca europea per gli investimenti ha risposto con rapidità ed efficienza agli sviluppi di questa crisi potenziando le attività di concessione dei prestiti, in primis aumentando i prestiti concessi alle piccole e medie imprese, e poi partecipando con tutti i mezzi disponibili all’attuazione del piano di ripresa economica dell’Unione europea.

Il trattato di Lisbona è entrato in vigore sei mesi fa. Esso offre gli strumenti e l’opportunità di consolidare ulteriormente il processo di rinnovamento della struttura centrale, organizzativa e di vigilanza della Banca europea per gli investimenti. In tal senso la banca ha compiuto notevoli progressi sin dal 2008, prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona. Allo stesso modo è evidente che la Banca europea per gli investimenti si sta preparando con consapevolezza alla prospettiva finanziaria dell’Unione europea per il periodo successivo al 2014, con la possibilità di partecipare al finanziamento delle strategie macroregionali e mediante il sostegno allo sviluppo rurale, alle nuove fonti energetiche, agli investimenti verdi e allo sviluppo infrastrutturale. Un altro aspetto che riteniamo importante, e quindi è presente nella relazione, è che la Banca europea per gli investimenti dovrebbe partecipare al finanziamento della strategia UE 2020 in attesa di ratifica, incentrata sulla creazione di posti di lavoro. In realtà è stata l’idea di sostenere la creazione di posti di lavoro che ha portato la banca a finanziare le piccole e medie imprese.

Infine vorrei attirare la vostra attenzione su due punti. E’ di fondamentale importanza che la Banca europea per gli investimenti continui a sostenere l’eliminazione delle disuguaglianze infrastrutturali nell’Unione europea. E’ importante appoggiare programmi che aiutino a equilibrare gli standard infrastrutturali nell’UE.

Da ultimo, ma non per questo meno importante, negli ultimi anni la Banca europea per gli investimenti ha sempre goduto del necessario sostegno alle sue attività da parte del Parlamento europeo. Visti i lavori preparatori svolti negli ultimi mesi, credo che con le critiche costruttive incluse nella relazione la banca continuerà a ricevere l’appoggio richiesto per le sue attività dal Parlamento europeo. Vi ringrazio dell’attenzione e attendo la discussione con interesse.

 
  
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  Philippe Maystadt, presidente della Banca europea per gli investimenti. (FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, permettetemi innanzi tutto di ringraziarvi per avermi onorato dell’invito a parlare in seduta plenaria. Continua una tradizione iniziata alcuni anni fa.

Vorrei iniziare ringraziando il relatore, onorevole Deutsch, per l’ottima qualità della sua relazione.

Ho apprezzato in particolare il fatto che l’onorevole Deutsch e altri membri della commissione, gli onorevoli Berman e Kalfin, si siano dati la pena di venire alla Banca europea per gli investimenti per porre domande molto specifiche. Mi rallegro di questa eccellente collaborazione con il Parlamento.

In realtà la Banca europea per gli investimenti è l’unico istituto finanziario internazionale che risponde in maniera volontaria e rende conto a un’istituzione parlamentare. Penso sia un’ottima cosa: a mio avviso, il rafforzamento del dialogo con il Parlamento europeo è infatti assolutamente essenziale per permetterci di svolgere il nostro ruolo, la nostra missione specifica che è quella di essere una banca, seppure non tradizionale, a servizio delle politiche dell’Unione europea.

Come già indicato dall’onorevole Deutsch, è quello che ci siamo sforzati di fare in risposta alla crisi.

A settembre 2008, dopo il crollo della Lehman Brothers, il Consiglio Ecofin ci ha chiesto di aumentare il volume dei prestiti per l’economia reale. Ci siamo messi al lavoro, rispondendo a questo ordine del Consiglio, e penso di potere dire che abbiamo effettivamente rispettato i nostri impegni, poiché nel 2009 il volume dei prestiti concessi è passato da 58 a 79 miliardi, per un aumento pari al 37 per cento del volume dei nostri prestiti nell’Unione europea.

L’aumento ha riguardato essenzialmente i tre settori che il Consiglio e il Parlamento ci avevano indicato come priorità.

Il primo settore è stato legato a uno sforzo particolare per i paesi e le regioni maggiormente colpiti dalla crisi. L’aumento riguarda perlopiù quelle che chiamiamo regioni di convergenza e, in particolare, alcuni paesi che hanno registrato determinate difficoltà nel 2009. In effetti non avevamo mai concesso tanti prestiti a paesi come Ungheria, Lituania e Romania. Questo, inoltre, spiega anche perché quest’anno faremo uno sforzo speciale per la Grecia: la scorsa settimana ero ad Atene e, con il governo greco, abbiamo deciso di aumentare sensibilmente il volume dei prestiti in Grecia, come segnale di sostegno e contributo allo sforzo generale per la ripresa dell’economia greca.

Il secondo asse privilegiato è stato il sostegno alle piccole e medie imprese: abbiamo aumentato i prestiti alle banche affinché continuino a concedere crediti alle piccole e medie imprese, con un nuovo prodotto che ci permetterà di avere migliore controllo sull’effettivo utilizzo dei fondi da noi prestati. L’anno scorso abbiamo prestato più di 12 miliardi di euro alle banche per le piccole e medie imprese.

Il terzo asse che ci è stato chiesto di privilegiare è la lotta al cambiamento climatico. L’anno scorso abbiamo concesso fondi per quasi 17 miliardi di euro a progetti che contribuiscono direttamente alla riduzione del volume delle emissioni di gas a effetto serra.

Penso di potere dire che, nel 2009, abbiamo fatto quanto ci è stato chiesto, ovvero contribuire al piano europeo di ripresa economica.

Ovviamente dobbiamo continuare su questa strada, e vorrei molto brevemente ricordare le tre grandi sfide che dovremo affrontare nei prossimi mesi e anni.

La prima, come molto giustamente sottolineato dal relatore, è continuare a contribuire alle priorità dell’Unione europea. Ciò quindi significa che, come BEI, dobbiamo apportare il nostro contributo all’attuazione della strategia Europa 2020. Come sapete la Commissione ha promosso questa nuova strategia, attualmente in fase di discussione con il Consiglio e il Parlamento. La BEI è pronta a dare il suo contributo, usando nello specifico strumenti finanziari innovativi che ci permetterebbero di aumentare l’effetto leva di alcuni fondi del bilancio europeo. Parlo di strumenti congiunti tra banca e Commissione che vorremmo mettere a punto.

La seconda grande sfida dinanzi a noi è il rinnovo dei mandati esterni della BEI. Avremo l’opportunità di discuterne con il Parlamento. La Commissione ha appena presentato una proposta pienamente in linea con la relazione di un comitato dei saggi presieduto dal signor Camdessus. L’elemento principale di questa proposta è migliorare ulteriormente l’efficacia del sistema. Come sapete beneficiamo di una garanzia dell’Unione europea per le operazioni incluse nei suoi mandati esterni. Lo scopo pertanto è di utilizzarli al meglio, e la Commissione propone una semplificazione, un’armonizzazione dei nostri mandati esterni. La Commissione, inoltre, propone che i 2 miliardi di euro messi a riserva siano stanziati a favore di progetti che contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico.

Questo mi porta alla terza sfida che vorrei ricordare: la necessità che la Banca europea per gli investimenti, insieme ad altri istituti, dia il suo contributo soprattutto al rispetto dell’impegno preso dall’Unione europea a Copenaghen. Sapete che l’Unione europea si è assunta impegni importanti nel sostenere il cosiddetto fast track financing. In questo contesto pensiamo che la BEI, che ha sviluppato innegabili competenze in materia, possa dare un notevole contributo. Per tale motivo abbiamo proposto di dare vita, insieme ad altre istituzioni finanziarie nazionali, a una rete, una piattaforma europea che possa coordinare e quindi rendere più efficace il finanziamento di progetti nei paesi in via di sviluppo. L’agenzia francese per lo sviluppo e la KfW tedesca hanno già manifestato interesse per questa iniziativa e spero che, nelle prossime settimane, potremo insieme alla Commissione contribuire alla messa a punto di questo strumento.

Queste, signor Presidente, onorevoli deputati, sono le tre principali sfide per i mesi e gli anni a venire sulle quali volevo attirare la vostra attenzione.

 
  
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  Olli Rehn, membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, a nome della Commissione desidero ringraziare l’onorevole Deutsch per l’ottima relazione, nonché dare il benvenuto in plenaria al presidente Maystadt congratulandomi con lui per gli enormi sforzi compiuti dalla BEI nella lotta alla crisi economica e nel sostegno al piano di ripresa dell’Unione europea.

Viste le circostanze eccezionali abbiamo lanciato un appello eccezionale alla banca, che ha risposto immediatamente con un’accelerazione della concessione di prestiti a livelli record. Grazie all’ottima condizione finanziaria in cui versa, è riuscita a farlo anche in un periodo in cui era difficile ottenere finanziamenti dai mercati.

L’aumento delle quote ha riguardato soprattutto quei settori che a nostro avviso – e sono sicuro che il Parlamento condivide questo pensiero – sono una priorità, in particolare le piccole e medie imprese, l’energia e il cambiamento climatico, oltre agli investimenti nelle regioni di convergenza dell’Unione colpite in maniera particolarmente forte dalla recessione economica. Oltre a ciò la BEI, in una iniziativa congiunta con la BERS e la Banca mondiale, è riuscita ad aumentare il sostegno a favore del settore finanziario nei paesi dell’Europa centrale e orientale, che a loro volta registrano una situazione particolarmente difficile.

La BEI sarà chiamata a svolgere un ruolo molto importante nell’attuazione della strategia Europa 2020 sostenendo gli investimenti nelle infrastrutture, nelle tecnologie verdi, nell’innovazione e nelle PMI.

Stiamo altresì ponendo le basi per valorizzare l’uso congiunto di sovvenzioni comunitarie e strumenti finanziari della BEI dentro e fuori l’Unione europea, anche nelle regioni di convergenza, dove la BEI può avere una funzione importante nel migliorare l’assorbimento dei Fondi strutturali.

Con riferimento all’esterno sono molto soddisfatto della valutazione intermedia del mandato esterno della BEI, sostenuta dalla relazione Camdessus, secondo cui la garanzia comunitaria a favore della BEI rappresenta uno strumento efficiente ed efficace dotato di grande peso politico e finanziario.

La relazione Camdessus, inoltre, conteneva una serie di buone indicazioni sul maggiore allineamento dell’attività esterna della BEI alle politiche dell’Unione europea, e su come rafforzare la cooperazione tra la BEI e la BERS prendendo spunto dalla risoluzione del Parlamento sulle relazioni annuali 2007 della BEI e della BERS.

Il Parlamento aveva invocato una migliore comprensione reciproca tra le due banche. Sono stato molto contento nel vedere la BEI e la BERS giungere a un accordo di collaborazione nei paesi in cui cooperano. Esso costituirà la base di un accordo tripartito più globale con la Commissione che sostituirà gli accordi esistenti su base regionale.

Il principale risultato della valutazione intermedia è la proposta legislativa che la Commissione ha appena presentato al Parlamento e al Consiglio su una modifica del mandato della BEI per la restante durata di questa prospettiva finanziaria.

Confido che la giudicherete una proposta solida ed equilibrata, che tiene conto delle raccomandazioni e dei timori del Parlamento. Essa intende rafforzare l’attenzione del mandato esterno sui principali settori politici in cui la BEI ha acquisito un’esperienza consolidata, in particolare il cambiamento climatico e lo sviluppo del settore privato locale e delle infrastrutture sociali ed economiche, ma anche insistere sullo sviluppo dei finanziamenti della BEI.

Per concludere auspichiamo, nei prossimi mesi, un dibattito costruttivo e produttivo con voi e il Consiglio su questa proposta. Speriamo di potere nuovamente vedere un accordo in prima lettura, così da continuare a garantire una stabilità giuridica a un mandato esterno che ci consenta di perseguire con efficienza ed efficacia gli obiettivi della politica esterna dell’Unione europea.

 
  
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  Edit Bauer, relatore per parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere. – (HU) Onorevoli colleghi, nell’esprimere un parere sulla relazione la commissione per i problemi economici e monetari ha affermato che la Banca europea per gli investimenti è riuscita a gestire bene la crisi nel 2008.

Cosa ci si può aspettare da una banca di investimenti durante una crisi? Fondamentalmente che cerchi di compensare la riduzione delle attività creditizie delle banche commerciali creando liquidità. Si può dire che dal 2008 la BEI ha continuato ad aumentare il volume dei prestiti a tassi di interesse favorevoli, e ha promesso di mettere a disposizione un importo annuo aggiuntivo di 15 miliardi di euro in fondi integrativi a favore delle piccole e medie imprese nel 2009 e 2010.

Perché è così importante? Ovviamente perché sono i principali strumenti di creazione di posti di lavoro e, in questo momento, i problemi più gravi in Europa sono rappresentati dall’occupazione. Dobbiamo creare posti di lavoro.

In questo senso la banca ha registrato buoni risultati anche nella ristrutturazione di alcuni settori chiave. Essa si è rivolta con molto interesse alle piccole e medie imprese aiutandole a risollevarsi il prima possibile. La commissione vuole segnalare al presidente Maystadt tre settori in cui le operazioni della banca potrebbero diventare più efficienti o trasparenti.

Il primo è che la banca deve concentrarsi ancor di più sui paesi più duramente colpiti dalla crisi, promovendo in tal modo una maggiore coesione interna dell’Unione. Il secondo è che la banca non deve limitarsi a concludere accordi di partenariato con le grandi banche commerciali per il finanziamento di piccole e medie imprese, ma deve includere nei partenariati anche banche regionali e casse di risparmio, perché questi istituti finanziari conoscono meglio i mercati. Infine, il terzo punto è che crediamo sia indispensabile costringere gli istituti finanziari che partecipano ai partenariati a trasferire alle PMI finanziate almeno il 20 per cento degli utili derivanti dal finanziamento della BEI al 50 per cento, ovvero imporre una percentuale più elevata rispetto a quella prevista dai contratti in essere.

Nel complesso si può dire che la BEI ha avuto buoni risultati, e svolge ancora un ruolo guida nel fornire risposte adeguate alla crisi, ma saranno necessari altri sforzi congiunti per potere andare avanti con la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti, soprattutto in termini di creazione di posti di lavoro.

 
  
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  Karin Kadenbach, relatore per parere della commissione per lo sviluppo regionale.(DE) Signor Presidente, signor Commissario, a nome della commissione per lo sviluppo regionale desidero innanzi tutto esprimere la mia gratitudine per la relazione e ringraziare il relatore.

La commissione si rallegra dell’elevata adeguatezza patrimoniale della Banca europea per gli investimenti (BEI). Siamo lieti che la coesione economica e sociale e il pilastro della convergenza della politica di coesione dell’Unione europea rappresentino, nello specifico, un obiettivo chiave per la BEI. Inoltre diamo grande valore al contributo dato dalla BEI al raggiungimento degli obiettivi di convergenza con il prestito di 21 miliardi di euro, pari al 41 per cento dei prestiti complessivi della BEI nell’Unione europea, concesso a favore dei progetti di convergenza.

Infine desidero sottolineare il valore aggiunto delle azioni intraprese in collaborazione con la Commissione, e della strategia della BEI atta a fornire ulteriore sostegno e assistenza agli interventi dei Fondi strutturali.

 
  
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  Jean-Pierre Audy, a nome del gruppo PPE.(FR) Signor Presidente, innanzi tutto desidero salutarla, Presidente Maystadt, ed esprimerle la gioia che provo nel rivederla, avendo lavorato su una relazione identica poco tempo fa. Vorrei inoltre salutare il Commissario e dire al relatore e ai relatori degli altri gruppi che hanno svolto un incredibile lavoro, e saluto anche loro.

Signor Presidente, è un peccato che il banco del Consiglio sia vuoto, perché la BEI è uno strumento intergovernativo. Sono gli Stati membri a essere associati alla BEI. Inoltre apprezzo nuovamente l’interesse dimostrato nei confronti del Parlamento dal presidente Maystadt e dai suoi colleghi in tutte queste questioni.

Vorrei intervenire innanzi tutto sulla vigilanza, un tema che mi sta a cuore, perché credo che la Banca europea per gli investimenti debba esercitare una vigilanza prudenziale in virtù della sua stessa missione. Non lo fa perché è un’entità internazionale non soggetta alle autorità nazionali di controllo.

Ho presentato un emendamento affinché la nostra autorità bancaria europea, che speriamo di costituire, abbia un mandato che le permetta di esercitare una funzione di vigilanza prudenziale. Signor Commissario, vorrei che appoggiasse questa idea. Mi si dice che gli Stati membri sono contrari. Gli Stati membri non potranno affidare incarichi a lungo termine alla BEI né fare in modo che eserciti una vigilanza prudenziale.

Ora vorrei terminare con gli investimenti e il ruolo della BEI. L’Unione europea non investe abbastanza e oggi sappiamo che, a prescindere che si tratti di interconnessioni di reti di trasporto, energia, treni ad alta velocità, autostrade, università, acqua, spazio o salute, dobbiamo investire di più. Ma la Banca europea per gli investimenti ha ragione: è una banca e deve proteggere il suo rating tripla A.

E’ il motivo per cui propongo, nella strategia 2020, di porsi almeno un obiettivo di mille miliardi di investimenti. E’ possibile, ma dobbiamo disporre di un bilancio di investimenti nell’Unione europea e collaborare con la BEI utilizzando strumenti innovativi. Propongo che l’Unione europea diventi socia della banca, perché questo creerebbe migliori sinergie tra l’Unione e questo strumento, che è assolutamente vitale per il futuro dell’Europa.

 
  
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  Cătălin Sorin Ivan, a nome del gruppo S&D. – (RO) Credo siamo tutti d’accordo sul fatto che la Banca europea per gli investimenti rientri tra i progetti europei che possiamo descrivere come progetti europei di successo. Devo inoltre congratularmi con lei per il fatto che, durante una crisi, è riuscita a mantenere il rating tripla A, il che è un risultato eccellente.

Per altri versi, però, la situazione economica che regna in Europa implica che la Banca europea per gli investimenti deve rivedere ampiamente la propria missione. Citerò in questa sede solo tre punti importanti. Innanzi tutto i prestiti concessi devono sostenere l’agenda Europa 2020. In secondo luogo i prestiti che concede devono essere usati a sostegno dei progetti di investimento su ampia scala, di modo che le economie europee possano riprendere a funzionare. Infine la Banca europea per gli investimenti può e deve sostenere la creazione di un quadro economico europeo molto più stabile e forte.

 
  
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  Olle Schmidt, a nome del gruppo ALDE. – (SV) Signor Presidente, signor Commissario, Presidente Maystadt, ringrazio sentitamente il relatore per il documento, eccellente e interessante. A nome del gruppo dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa, vorrei esordire tessendo le lodi della banca per l’ottimo lavoro svolto. La Banca europea per gli investimenti (BEI) è stata rapida e risoluta nel reagire quando si è abbattuta violentemente la crisi finanziaria. La banca ha dimostrato capacità nel gestire le enormi sfide cui si trovava di fronte quando la crisi economica globale ha toccato le economie dell’Unione europea.

Ha aumentato la massa monetaria e garantito un sostanziale incremento del volume di prestiti. Ciò ha attenuato l’acuirsi della crisi finanziaria e ha consentito una sorta di ripresa. Occorre sottolineare, e non lo si fa mai abbastanza, il ruolo importante della BEI qui citato nel sostenere le piccole e medie imprese. Questi investimenti sono riusciti ad attenuare la crisi in maniera considerevole. Le piccole imprese sono, ovviamente, il motore della nostra economia. Rappresentano il 99 per cento di tutte le imprese in Europa e danno lavoro a 100 milioni di persone.

Il fatto che la BEI disponga di una strategia per garantire la crescita sostenibile a lungo termine nell’Unione europea è, ovviamente, estremamente importante, e lo si è detto a più riprese: ad esempio con lo sviluppo verde, che comprende gli investimenti nei progetti della rete transeuropea. Il buon funzionamento della rete dei trasporti transeuropea è tra le componenti più importanti dell’iniziativa europea per la crescita; il vulcano in Islanda ci ha forse insegnato qualcosa.

Appianare le differenze in Europa è un altro elemento importante del mandato della BEI. Per l’Unione europea è un vantaggio avere vicini economicamente forti e stabili. In tale contesto l’operato della BEI è da ritenersi particolarmente importante da un punto di vista strategico.

Apertura, trasparenza e lotta alla frode sono temi di particolare importanza. Il gruppo dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa è lieto che la BEI abbia effettivamente seguito le raccomandazioni formulate dal Parlamento per così tanti anni. Crediamo sia davvero un bene. In questo senso la BEI può fungere da modello di apertura per le altre istituzioni europee.

Per concludere passerò a un’onta che ha macchiato il protocollo della BEI. E’ molto deludente che vi sia ancora così poca uguaglianza all’interno della BEI. Le donne continuano a essere gravemente sottorappresentate, Presidente Maystadt, in particolare tra i più alti funzionari e direttori della BEI, e costituiscono solo circa il 20 per cento della forza lavoro. La BEI deve migliorare in questo settore. E’ un tema che possiamo leggere nella sua strategia della diversità di dicembre 2008. In sintesi, pertanto, vi sono tre elementi positivi e uno meno positivo, o forse meglio dire negativo.

 
  
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  Philippe Lamberts, a nome del gruppo Verts/ALE.(FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente Maystadt, compatrioti, abbiamo bisogno di una banca come la vostra. Sì, ne abbiamo bisogno dal momento che le banche private, come settore, hanno dimostrato di lavorare contro l’interesse generale, e che non fanno più il loro lavoro di fornire credito alla società. Abbiamo bisogno di strumenti pubblici di credito, ancora di più a livello europeo. Anche solo per questo motivo, quindi, credo e crediamo che la BEI debba assumere un ruolo sempre più rilevante.

Che ruolo dovreste avere secondo noi? Quello di catalizzatore ovviamente. Una banca pubblica come la vostra non può rispondere a tutte le esigenze del mercato, ma voi dovreste essere un catalizzatore: un catalizzatore che contribuisca alla trasformazione delle nostre società ed economie affinché possano rispondere alle due sfide cruciali della nostra epoca, ovvero non solo imparare a vivere nel rispetto dei limiti fisici del pianeta – ovviamente ciò riguarda la questione climatica e l’esaurimento delle risorse – ma anche rispondere a questa crescente sfida della coesione sociale, sia all’interno dell’Unione europea che a livello planetario, perché voi avete una missione importante nel settore dello sviluppo.

Da questo punto di vista permettetemi di citare solo una cifra. Se guardiamo gli investimenti energetici che avete finanziato nel 2009, tre quarti sono stati stanziati a favore delle tecnologie del diciannovesimo e ventesimo secolo e solo un quarto a favore delle energie rinnovabili.

La sfida che quindi lanciamo a lei, Presidente Maystadt, e alla BEI è invertire queste proporzioni, facendo in modo che nel 2010 e nel periodo successivo tre quarti dei vostri investimenti – e a lungo termine tutti – siano diretti a questa trasformazione. Credo sia in questo modo che svolgerete il ruolo di catalizzatore. Presidente Maystadt, lei è spesso stato tra i primi della classe: le chiediamo di far diventare la BEI la prima della classe a livello mondiale.

 
  
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  Ryszard Czarnecki, a nome del gruppo ECR. (PL) Signor Presidente, desidero soprattutto ringraziare il relatore, onorevole Deutsch, per l’ottimo lavoro svolto. Credo che aumentare il volume dei prestiti dell’importo citato nella relazione sia un obiettivo molto ambizioso. In realtà penso che, dal punto di vista del contribuente e dell’elettore europeo, fondamentalmente un patto europeo degli investimenti sia importante nella misura in cui funge da fonte di finanziamenti per le piccole e medie imprese. Il maggiore impegno finanziario deve essere considerato in maniera positiva, in questo caso, perché abbastanza considerevole nel settore. Il sostegno a questo settore è ancora più prezioso, soprattutto in periodi di crisi.

In qualità di rappresentante dell’Europa centrale e orientale e come polacco devo confessare che per noi è estremamente importante che la banca appoggi la trasformazione nella nostra regione europea riducendo le disparità in essere. Sono anche lieto che la banca dimostri tutto il suo impegno nelle relazioni con i fondi europei. Anche questo riveste, per noi, un’importanza indiretta.

 
  
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  Marta Andreasen, a nome del gruppo EFD. – (EN) Signor Presidente, guardando i progetti finanziati dalla BEI sono colpita dal numero elevato di quelli che riguardano le grandi imprese e dal numero limitato di quelli che vertono sulle PMI che dovrebbero aiutare. Società come General Motors, Electrolux e Arcelor Mittal hanno veramente bisogno di ricorrere alla BEI, se non per le condizioni agevolate che offre? Cosa hanno fatto questi prestiti per l’economia europea? Hanno creato posti di lavoro? No, hanno esportato posti di lavoro, a volte in paesi europei meno costosi e a volte direttamente al di fuori dell’Unione europea.

Electrolux è un esempio del successo della BEI. Dopo avere ottenuto un prestito di 250 milioni di euro per potenziare le proprie capacità ha costruito nuovi stabilimenti in Polonia, Romania e Ungheria. Appena ultimati vi hanno trasferito la produzione dal Regno Unito causando la perdita di quasi 2 000 posti di lavoro a Spennymoor, in Inghilterra. Credo quindi si possa essere tutti concordi sul fatto che la BEI svolge un ruolo molto importante nell’economia dell’Europa, in particolare nella bilancia commerciale: esporta i nostri posti di lavoro e importa disoccupazione.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI).(DE) Signor Presidente, fa piacere leggere nella relazione annuale che la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha reagito con rapidità alla crisi con un considerevole aumento dei fondi messi a disposizione. I prestiti alle piccole e medie imprese (PMI) devono, nello specifico, rimanere tra le sue priorità fondamentali e, laddove possibile, essere ampliati. E’ comunque importante garantire che gli imprenditori in questione ricevano veramente i crediti.

Per quanto attiene al sistema di vigilanza e di controllo, appoggio la proposta inerente all’istituzione di un’autorità bancaria europea. Tuttavia, per potere funzionare con efficienza l’autorità deve essere dotata di poteri ad ampio respiro e avere il mandato di controllare le banche che operano al di fuori dei confini nazionali.

Per quanto riguarda gli obiettivi della Banca europea per gli investimenti, vorrei che le attività fossero più incentrate sull’Europa. E’ una necessità urgente alla luce della crisi economica e finanziaria in corso che, inoltre, eviterebbe la duplicazione degli sforzi e i conflitti di interesse con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

 
  
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  Seán Kelly (PPE). – (GA) Signor Presidente, concordo con i colleghi che tessono le lodi per l’ottimo lavoro svolto dalla BEI.

(EN) L’elogio della BEI è in netto contrasto con la triste e torbida storia immorale delle banche private, caratterizzata da retribuzioni esorbitanti e bonus grotteschi, e da una totale mancanza di governo societario. La BEI, forse in parte perché, come dice il presidente, è responsabile dinanzi al Parlamento, si è dimostrata l’esatto contrario e deve essere elogiata per le misure adeguate e positive e, in particolare, per il rapido intervento di risposta alla crisi economica.

Egli ha ricordato, giustamente, che la banca ha prestato particolare attenzione e sostegno alle PMI, e so che attraverso la BEI nel mio paese sono stati stanziati 300 milioni di euro per le PMI. La domanda però è la seguente: questi fondi raggiungono le PMI e, se così non fosse, si capisce il perché? Le imprese che ricevono un rifiuto pur sembrando avere buoni piani aziendali possono fare causa?

Sicuramente in Irlanda le imprese che fanno fallimento sono all’ordine del giorno, e persino l’Irish Times di martedì intitolava “Lo Stato taglia i fondi di assistenza alle imprese di 22 milioni di euro”. Quindi non siamo ancora fuori pericolo.

Voglio poi fare una domanda: esistono anche dati concreti in base a cui le banche private utilizzano soldi che dovrebbero andare alle PMI per altre attività. Vorrei sapere se ciò corrisponde a verità. Lo si può provare e, soprattutto, noi in Parlamento possiamo fare qualcosa per aiutare a provare questi fatti?

 
  
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  Jens Geier (S&D). (DE) Signor Presidente, Presidente Maystadt, signor Commissario, innanzi tutto desidero ringraziare l’onorevole Deutsch per il lavoro svolto. Tuttavia vorrei anche cogliere l’opportunità di sottolineare l’importanza che la Banca europea per gli investimenti (BEI) riveste per l’Europa e per i cittadini europei, ed evidenziare che occorre sfruttare maggiormente questa istituzione unica nel suo genere, soprattutto in periodi di crisi economica.

Dal punto di vista dei controlli di bilancio, che attualmente vertono anche sui risultati e sulle prestazioni effettive dei programmi e delle istituzioni europee, la BEI si è senza dubbio guadagnata il rating elevato, soprattutto in termini di affidabilità politica. Essa crea un vero e proprio valore aggiunto per i cittadini europei grazie agli investimenti fatti nei sei principali programmi, dalle reti transeuropee al sostegno a favore delle piccole medie imprese, e nei programmi speciali come il progetto per la lotta al cambiamento climatico, che sono convinto godrà di ampio sostegno al Parlamento europeo. Questo, però, implica anche che in futuro il Parlamento dovrà sviluppare le procedure di vigilanza. Mi riferisco, ad esempio, al fondo di investimento.

Per concludere un’ultima osservazione direttamente sulla BEI che il mio gruppo considera particolarmente importante. Siamo compiaciuti del fatto che la BEI abbia rivisto la politica nei confronti dei centri finanziari offshore. Dobbiamo però avere anche la garanzia che il reddito prodotto dai fondi della BEI non vada a finire in paradisi fiscali di questo genere, altrimenti la BEI rischierebbe di danneggiare il rating e la reputazione che si è costruita.

 
  
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  Charles Goerens (ALDE).(FR) Signor Presidente, la Banca europea per gli investimenti è al tempo stesso una banca e un’istituzione. Come banca non può dimenticarsi di essere un’istituzione, e come istituzione non può dimenticarsi di essere una banca. Da una parte deve quindi rispondere alle esigenze dell’Unione europea, senza dall’altra trascurare la propria capacità di rifinanziamento.

Da questo punto di vista non abbiamo il diritto di farle correre rischi inutili, soprattutto nei suoi interventi nei paesi in via di sviluppo. E’ quindi importante privilegiare una sorta di accordo tra Stati membri e Commissione europea da una parte e Banca europea per gli investimenti dall’altra, in cui i donatori istituzionali abbiano la possibilità di intervenire con donazioni, mentre la Banca europea per gli investimenti, in virtù del proprio ruolo, possa concedere prestiti.

Questa precauzione ci eviterebbe le battute d’arresto subite dalla Banca mondiale, che alcuni fa ha dovuto cancellare 50 miliardi di debiti che in ogni caso non sarebbero stati rimborsati. Credo che possiamo risparmiarci questa esperienza con la prudenza dimostrata nelle operazioni della Banca europea per gli investimenti: vorrei incoraggiarla a sviluppare ulteriormente i suoi interventi nei paesi in via di sviluppo, perché certamente esiste ancora un certo margine di manovra in questo senso.

 
  
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  Malika Benarab-Attou (Verts/ALE).(FR) Signor Presidente, Presidente della Banca europea per gli investimenti, nella relazione 2008 della BEI il Parlamento ha insistito affinché le attività esterne della banca siano conformi agli obiettivi generali dell’Unione europea.

Per questo motivo il progetto di finanziamento di una centrale nucleare in Giordania sarebbe contrario ai fondamenti dell’articolo 3, paragrafo 5, del trattato sull’Unione europea. Cito: “nelle relazioni con il resto del mondo l’Unione contribuisce allo sviluppo sostenibile della terra”.

A febbraio 2009 le autorità giordane hanno contattato la BEI affinché appoggiasse il loro progetto di sviluppo dell’energia nucleare, in particolare la costruzione di una centrale nucleare entro il 2016.

E’ quindi con soddisfazione che ho avuto la garanzia dei vostri servizi che la Banca europea per gli investimenti non ha soddisfatto questa richiesta, e che ritiene di dovere sostenere i progetti in Giordania sullo sviluppo dell’energia solare ed eolica, che sono le energie del futuro per il nostro pianeta in quanto rinnovabili.

Questa posizione sarà ribadita per altre richieste di finanziamento di centrali nucleari?

 
  
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  Paweł Robert Kowal (ECR).(PL) Signor Presidente, la stabilità dell’Ucraina è un obiettivo naturale per tutti gli Stati membri dell’Unione europea, in parte perché il paese è uno dei nostri maggiori e più importanti partner. Come vediamo l’Ucraina sta attraversando una crisi. La sua stabilità di bilancio sarà decisiva per la situazione sociopolitica e per il futuro del paese. Maggiore sarà il nostro aiuto e sostegno politico all’Ucraina, maggiore sarà il nostro diritto ad aspettarci riforme nell’economia ucraina a favore di un libero mercato.

La crisi economica del paese non è solo una crisi per l’Ucraina, ma anche un problema per tutti noi. Oggi, nella difficile situazione in cui versa, è evidente il forte contributo che possiamo dare. Sono quindi a favore di un’assistenza macrofinanziaria al paese. Credo che oggi si debba dire che dovrebbe essere più consistente: maggiore lo sarà maggiori e più ambiziose saranno le nostre aspettative nei confronti dell’Ucraina.

 
  
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  Nikolaos Salavrakos (EFD).(EL) Signor Presidente, senza dubbio la Banca europea per gli investimenti si è rivelata un successo dalla sua istituzione 52 anni fa, soprattutto nel raggiungere e consolidare gli obiettivi dell’Unione europea e nel finanziare le piccole e medie imprese, che rappresentano la colonna portante dell’industria europea e delle aziende che bisogna tutelare nell’attuale crisi economica per mantenere i posti di lavoro e la calma a livello sociale nell’Unione.

Come sappiamo, oggi l’Unione si occupa della crisi greca. Ovviamente non sappiamo se in futuro gli storici parleranno di “crisi greca” o di “crisi finanziaria”, o forse di “crisi monetaria”. Quello che so è che, se oggi fosse vivo, Galileo non direbbe che la terra gira ma che la terra corre, perché gli eventi si succedono rapidamente e, come Unione europea, dobbiamo seguirli e trovare le soluzioni necessarie.

Credo tutti qui pensino che per stare tranquilli nell’Unione occorra accelerare il completamento dell’unione politica ed economica. Stando così le cose, penso che la BEI abbia le competenze e la capacità oggettiva di fare di più. Propongo – e rivolgo questa proposta nello specifico al Commissario Rehn, che rispetto immensamente per la dignità con cui tratta le varie questioni – che si valuti la possibilità di attribuire alla BEI un ruolo futuro nella valutazione del rating del credito degli Stati membri.

 
  
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  Hans-Peter Martin (NI).(DE) Signor Presidente, chi mi ha preceduto ha giustamente sottolineato l’importanza della Banca europea per gli investimenti (BEI). L’onorevole Kadenbach, ad esempio, ha citato il contributo fondamentale che dà alla convergenza sociale. Vorrei contestualizzarlo a livello politico. Siamo molto preoccupati nel vedere i partiti di estrema destra guadagnare popolarità in un crescente numero di paesi. Questo perché la convergenza sociale nell’Unione europea non funziona nel modo in cui tutti avremmo voluto.

Questi esponenti della destra radicale sono molto spesso lupi travestiti da agnelli, che così facendo possono nascondere il grande disprezzo cinico che nutrono nei confronti dell’umanità. Il mio ultimo esempio, signor Presidente – e conosco le sue inclinazioni politiche – riguarda quanto appena fatto dall’onorevole Mölzer. Ha pronunciato un bel discorsetto, ma nel frattempo ha definito uno dei suoi avversari politici – cioè il sottoscritto – uno psicopatico. Questo è il linguaggio del fascismo di Hitler. Questo è il modo in cui lavorano queste persone, dipingendo come mostri i loro avversari politici. Le chiedo di adottare le dovute misure e chiedo al personale della BEI di continuare il proprio lavoro, soprattutto nel settore della trasparenza. Dovrebbero rendere ancora più trasparenti le loro azioni, perché questo approccio aiuterà a lottare contro la rinascita del fascismo.

 
  
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  Sophie Auconie (PPE).(FR) Signor Presidente, con la relazione 2008 della Banca europea per gli investimenti festeggiamo un anniversario: sono ormai più di 50 anni che la BEI contribuisce attivamente allo sviluppo economico del nostro continente.

In qualità di banca dell’Unione europea che eroga prestiti a lungo termine, essa svolge un ruolo decisivo nella lotta alla crisi che stiamo attraversando. Dovremmo rendere omaggio alla reattività che dimostra da autunno 2008. Nel solo 2008, la BEI ha versato 10 miliardi di euro in più rispetto a quanto previsto.

In qualità di membro della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento, sono particolarmente interessata all’assistenza della BEI a favore delle piccole e medie imprese. Mi sembra estremamente importante continuare a sviluppare iniziative come JEREMIE. Le imprese necessitano di fondi propri, capitale di rischio, garanzie, prestiti e assistenza tecnica proposti da JEREMIE. Un anno fa la regione di Auvergne, che fa parte della mia eurocircoscrizione e che l’onorevole Audy qui presente ben conosce, ha lanciato questo meccanismo di assistenza alle PMI. Esso ammonta a 25 milioni di euro, 18 milioni dei quali provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che aiuteranno le piccole imprese, sosterranno l’innovazione e contribuiranno a uscire dalla crisi.

Sono lieta di vedere questa costruttiva collaborazione tra la BEI, il Fondo europeo per gli investimenti e i nostri enti locali. Presidente Maystadt, sono convinta si debba continuare in questo senso.

 
  
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  Thijs Berman (S&D). (EN) Signor Presidente, nel 2008 la BEI ha reagito in maniera rapida e scrupolosa alla crisi finanziaria nell’Unione europea aumentando il capitale e quasi raddoppiando gli investimenti e gli esborsi rispetto agli anni precedenti, soprattutto con le PMI. Tuttavia, nel mandato esterno della BEI, la banca non ha dimostrato questa urgenza di interventi anticongiunturali nei paesi in via di sviluppo. La BEI ha persino ridotto in maniera considerevole gli investimenti nei paesi ACP, in Asia e in America latina. La relazione annuale tristemente dimostra che, per i paesi in via di sviluppo, la risposta della banca alla crisi si è rivelata fin troppo lenta.

La principale missione della BEI in qualità di istituzione pubblica nei paesi in via di sviluppo non si deve limitare agli investimenti nelle infrastrutture pesanti; un altro compito parimenti importante è l’erogazione di capitale in periodi di ristrettezze, a sostegno dei mercati in cui le banche private mostrano una certa riluttanza. Nel quadro del proprio mandato esterno la BEI deve investire di più nei servizi finanziari, offrendo un migliore accesso al credito e al risparmio ai cittadini e alle PMI. Questo porta alla crescita sostenibile da noi e nei paesi in via di sviluppo.

 
  
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  Georgios Stavrakakis (S&D).(EL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di accogliere il presidente Maystadt al Parlamento europeo e di congratularmi con lui per i successi della Banca europea per gli investimenti e l’ambizioso piano aziendale, esprimo l’orrore per il mortale incendio doloso di ieri contro tre concittadini ad Atene, sul posto di lavoro, e per esprimere le più sentite condoglianze alle famiglie.

Indubbiamente l’attuale crisi economica ha evidenziato l’importante lavoro svolto dalla Banca europea per gli investimenti. L’ulteriore sostegno finanziario della BEI ha permesso esborsi rapidi e contribuito a sostenere l’economia reale, in particolare proteggendo progetti utili e aiutando imprese efficienti in questi periodi incredibilmente difficili.

La BEI ha altresì svolto un importante ruolo chiave nel programma di base sulla competitività in Europa nel quale, attraverso le iniziative JASPERS e JEREMIE, essa ha promosso strumenti per dare un sostegno ancora più vitale all’innovazione.

Il ruolo della BEI diventa sempre più importante, non solo nel quadro degli obiettivi di coesione ma anche nell’attuazione della strategia Europa 2020. I validi strumenti di meccanismi finanziari in costante sviluppo e la più recente iniziativa ELENA (assistenza energetica europea a livello locale) daranno un decisivo contributo all’occupazione mediante considerevoli investimenti in settori quali la sostenibilità e la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, che hanno un impatto diretto sullo sviluppo economico locale e sul miglioramento della qualità di vita dei nostri cittadini.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D). (LT) Presidente Adamkus, il sostegno fornito dalla Banca europea per gli investimenti alle piccole e medie imprese (PMI) è diventato indispensabile soprattutto dopo che l’Europa è stata colpita dalla crisi economica e finanziaria. Considero positiva la decisione adottata dalla banca nel 2008 di stanziare il 42 per cento di prestiti in più a favore delle PMI rispetto all’anno precedente, poiché esse costituiscono il 99 per cento di tutte le aziende dell’Unione europea e danno lavoro a oltre 100 milioni di persone. Poiché la crisi economica non è ancora finita e il livello di disoccupazione continua ad aumentare, dobbiamo fare in modo che la Banca europea per gli investimenti aumenti ulteriormente le possibilità di credito per le PMI, migliori l’accesso al capitale e semplifichi le complicate regole burocratiche cosicché i progetti possano essere finanziati con più rapidità ed efficacia, soprattutto in quegli Stati membri e settori maggiormente colpiti dalla crisi. Oltre al citato sostegno a favore delle imprese, la Banca europea per gli investimenti deve continuare a prestare grande attenzione al finanziamento dello sviluppo di un’infrastruttura sicura, sostenibile e concorrenziale nel settore energetico e di un’infrastruttura armoniosa nel settore dei trasporti.

 
  
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  Proinsias De Rossa (S&D). (EN) Signor Presidente, se non avessimo la Banca europea per gli investimenti staremmo disperatamente cercando di istituirla. Accolgo con favore la proposta di aumentare in maniera significativa il volume dei prestiti e di sostenere il ruolo della banca nell’assistenza a favore dei paesi terzi in via di sviluppo.

Credo comunque che stiamo sprecando questa preziosa risorsa perché non sfruttiamo le sue competenze nella più ampia crisi finanziaria. Abbiamo urgente bisogno di un meccanismo europeo di stabilità finanziaria. Con la creazione di un fondo fiduciario, come proposto dal partito dei socialisti europei, gli Stati membri attaccati da speculatori senza scrupoli sarebbero sostenuti senza dovere ricorrere ai contribuenti e potremmo garantire spread più contenuti. Ciò dimostrerebbe chiaramente al mercato, e in particolare agli speculatori senza scrupoli, che non intendiamo consentire ad alcun Stato membro di essere demolito e distrutto, come sta ora succedendo con la Grecia e probabilmente succederà con altri Stati membri, non da ultimo con il mio, l’Irlanda.

 
  
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  Corina Creţu (S&D).(RO) Nel contesto della crisi la Banca europea per gli investimenti è riuscita a cambiare rapidamente le sue priorità nella concessione dei prestiti per fornire sostegno alle piccole e medie imprese, che sono maggiormente esposte ai rischi generati dalla crisi e ai costi più elevati associati al credito. Per noi è importante vedere in che misura la banca può fornire cofinanziamenti a progetti finanziati dai Fondi strutturali negli Stati membri a est perché, come sapete, alcune PMI ed enti locali hanno grandi difficoltà nell’accesso ai fondi europei, per i quali non è previsto un cofinanziamento nel mercato bancario e finanziario.

Credo che nel prossimo periodo le attività della banca debbano concentrarsi sui paesi duramente colpiti dalla crisi, che non riescono a rilanciare le proprie economie per sostenere la coesione e impedire la continuazione del declino socioeconomico.

La Banca europea per gli investimenti ha uno spazio privilegiato nel meccanismo finanziario a disposizione dell’Unione europea per il rilancio della crescita economica. Per tale motivo appoggio la raccomandazione in base a cui l’UE, come persona giuridica, possa diventare azionista della banca insieme agli Stati membri. Questo aiuterebbe a rafforzare la cooperazione.

 
  
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  Presidente. – Do la parola per mezzo minuto all’onorevole Mölzer, che si è sentito chiamare in causa nell’intervento di un collega.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI).(DE) Signor Presidente, desidero parlare per fatto personale in conformità all’articolo 151 del regolamento, dopo le gravi accuse che mi sono state rivolte dall’onorevole Martin nel suo intervento.

Desidero sottolineare che non voglio avere niente a che fare con questo deputato. La strategia politica che adotta è condannare i colleghi, condannare l’intero Parlamento sui media e affermare che i funzionari parlamentari sono pigri, indolenti e incapaci. Non parlerò a un uomo che usa metodi da servizi segreti come mini macchine fotografiche, apparecchi fotografici in miniatura e altre attrezzature segrete per spiare le persone. Non gli ho rivolto la parola oggi né gliela rivolgerò in futuro. Non voglio avere niente a che fare con una persona di questo genere. Respingo l’affermazione dell’onorevole Martin che, a mio avviso, dovrebbe ritirare.

 
  
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  Presidente. – Onorevole Mölzer, per questo motivo le sue parole sono state registrate nel resoconto della seduta odierna.

 
  
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  Petru Constantin Luhan (PPE).(RO) Desidero congratularmi con la Banca europea per gli investimenti per gli sforzi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi comunitari. L’istituzione ha svolto e continua a svolgere un ruolo vitale nell’attuale crisi economica e finanziaria.

L’obiettivo di convergenza riceve grande sostegno dai Fondi strutturali e dal Fondo di coesione essendo uno degli obiettivi chiave della banca. 21 miliardi di euro, circa il 41 per cento del totale dei crediti della BEI nell’Unione europea, hanno finanziato prestiti a progetti che mirano a questo obiettivo. Credo che le regioni più povere non potranno svilupparsi se non saranno create le infrastrutture che danno accessibilità e le giuste infrastrutture sociali e scolastiche, realizzate secondo gli standard comuni di tutti i cittadini dell’Unione europea.

Per tale motivo incoraggio la Banca europea per gli investimenti a proseguire con le misure volte alla promozione della coesione economica e sociale nell’Unione europea e le misure di lotta alla crisi finanziaria aumentando...

(Il presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  George Sabin Cutaş (S&D).(RO) La Banca europea per gli investimenti svolge un ruolo precipuo nel migliorare il livello di convergenza su scala europea, un contributo essenziale durante la recessione economica che ha duramente colpito gli investimenti, soprattutto nelle infrastrutture pubbliche.

Credo che la BEI abbia risposto con molta prontezza alle sfide derivanti dalla crisi, ad esempio accordando finanziamenti alla Romania per un importo complessivo pari a quasi 1,5 miliardi di euro per il 2009. Questi prestiti dimostrano quanto la banca sia coinvolta nell’accelerazione del processo atto a colmare il divario in termini di sviluppo nel periodo post-adesione.

Come ricordato dai colleghi, gran parte dei crediti sono dedicati al sostegno delle PMI. A mio avviso, il miglioramento dell’accesso al capitale di queste imprese può svolgere un ruolo essenziale nello stimolare l’economia europea e combattere la disoccupazione. In tal senso, sarebbe utile effettuare valutazioni annue sull’accessibilità e l’efficacia di questi prestiti per garantire maggiore trasparenza sulla destinazione finale e migliorare il processo amministrativo.

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE). (EN) Signor Presidente, dobbiamo applaudire l’importante ruolo svolto dalla Banca europea per gli investimenti nella ricostruzione delle nostre economie nel periodo di difficoltà in cui si trova gran parte dei nostri paesi. Il mio paese, la Lituania, ne è un esempio calzante. La BEI contribuisce al pacchetto nazionale di stimolo, in particolare nel potenziamento del finanziamento alle piccole e medie imprese, ma anche nel finanziamento dei progetti sui trasporti e sulle energie rinnovabili.

Tuttavia esorto i governi europei a incrementare la capacità di prestito della BEI nei confronti dei nostri vicini, soprattutto all’est, che a loro volta risentono degli effetti della crisi e hanno fortemente bisogno di crediti e investimenti. Di grande necessità sono gli investimenti in settori difficili quali i trasporti, l’ambiente e, ultimo ma non meno importante, l’energia. Quest’ultimo riveste particolare importanza, soprattutto conoscendo i problemi delle infrastrutture energetiche che...

(Il presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Andrzej Grzyb (PPE).(PL) Signor Presidente, anch’io mi unisco ai favorevoli ringraziamenti espressi al presidente Maystadt e alla Banca europea per gli investimenti, così come all’onorevole Deutsch che ha stilato la relazione.

In realtà, durante la discussione sono comparsi due obiettivi: in primo luogo lo sviluppo e in secondo luogo la stabilizzazione, o anche il contrario poiché l’ordine non è importante. A livello di Unione europea e Stati membri pensiamo principalmente allo sviluppo nell’ambito della coesione. A tale proposito sottolineo in particolare il ruolo che può essere svolto dal finanziamento del settore delle piccole e medie imprese. Abbiamo già affermato, nell’Agenda di Lisbona, che senza questo comparto e senza la cooperazione regionale non sarà possibile promuovere la coesione.

Vi sono paesi al di fuori dell’Unione, i vicini dell’Unione europea, i paesi del partenariato orientale, in cui senza l’aiuto della Banca europea per gli investimenti – anche l’onorevole Kowal ne ha parlato, così come l’onorevole Andrikienė – non sarà possibile...

(Il presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Paul Rübig (PPE).(DE) Signor Presidente, Presidente Maystadt, mi interesserebbe sapere qual è l’impatto del dibattito Basilea III sulla banca e, in particolare, sul Fondo europeo per gli investimenti (FEI). Ritiene che siamo dotati dell’affidabilità creditizia necessaria per fornire un sostegno efficace in una crisi economica o crede che occorra incrementarla? Che possibilità intravede in futuro di rendere disponibile un maggiore capitale di rischio in crisi come quella che stiamo vivendo? L’aiuto del FEI è di grande importanza, soprattutto per le piccole e medie imprese, in periodi di difficoltà.

Ringrazio la Banca europea per gli investimenti (BEI) per l’ottima collaborazione dimostrata con il FEI e per avere compiuto grandi progressi nel prestare maggiore attenzione alle piccole e medie imprese e, soprattutto, alle reti transeuropee.

 
  
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  Philippe Maystadt, presidente della Banca europea per gli investimenti. (FR) Signor Presidente, desidero ringraziare tutti gli oratori per i commenti espressi. Ovviamente alcuni punti sollevati meriterebbero un dibattito più approfondito. In questa sede mi limiterò a dare qualche risposta facendo distinzione tra le questioni inerenti alle nostre priorità operative e quelle maggiormente legate alla vigilanza e alla governance.

Per quanto attiene alle nostre priorità operative una di queste ha attirato l’attenzione di molti di voi, ovvero il sostegno che occorre fornire alle piccole e medie imprese. In particolare il tema è stato sottolineato dagli onorevoli Győri e Schmidt. Credo abbiano assolutamente ragione a insistere sull’importanza dell’appoggio alle PMI.

Come senza dubbio sapete, nel 2008 abbiamo lanciato un nuovo prodotto per i prestiti alle banche per le piccole e medie imprese, che ci permette di controllare con maggiore efficacia l’utilizzo dei fondi da noi concessi. Posso quindi dirvi che, dall’ultimo trimestre del 2008 fino alla fine del 2009, abbiamo firmato prestiti del valore di 21 miliardi di euro, di cui 16 miliardi realmente erogati. Inoltre, alla fine dello scorso anno, più del 90 per cento dei fondi erano già stati concretamente prestati a piccole e medie imprese.

Credo quindi si possa dare un considerevole sostegno in questo modo, passando attraverso le banche commerciali e, come evidenziato dall’onorevole Győri, usando come intermediari non solo le banche commerciali tradizionali ma anche le banche regionali e le casse di risparmio. Abbiamo diversificato la gamma dei nostri intermediari.

Inoltre cerchiamo di lavorare in stretta collaborazione con la nostra filiale, il Fondo europeo per gli investimenti, in operazioni combinate poiché questo fondo può fornire garanzie al portafoglio di prestiti concessi alle PMI. L’onorevole Auconie ha dato un esempio molto concreto di questa partecipazione, e la ringrazio delle parole di sostegno pronunciate in tal senso.

La seconda priorità operativa che ha suscitato il vostro interesse è ovviamente la convergenza, e posso confermare che la Banca europea per gli investimenti sta facendo il possibile per aumentare ulteriormente le proprie operazioni nelle cosiddette regioni di convergenza. Potrete quindi vedere che, nel 2009, il volume dei nostri prestiti è aumentato di più nei nuovi Stati membri che in quelli vecchi. Ciò si iscrive nella nostra forte volontà di cercare di ridurre il divario tra Stati membri, perché in effetti è questo lo spirito della convergenza.

In tale contesto, come evidenziato in particolare dagli onorevoli Kadenbach e Czarnecki, è importante avere una buona collaborazione con la Commissione sull’utilizzo dei Fondi strutturali, e posso dirvi che le cose stanno proprio così.

Oltre a ciò, insieme alla Commissione abbiamo messo a punto diversi programmi congiunti: JASPERS, per fornire assistenza tecnica alla messa a punto di progetti che possono beneficiare dei Fondi strutturali; JEREMIE, un’idea originale volta a trasformare i Fondi strutturali in strumenti finanziari con possibilità di rotazione (si possono utilizzare più volte gli stessi importi); infine JESSICA, che è la stessa idea di utilizzare i Fondi strutturali per finanziamenti nel settore del rinnovo urbano.

La terza priorità operativa è l’energia e la lotta al cambiamento climatico. Forse avremo l’occasione di discuterne più nel dettaglio, ma posso garantirvi che l’idea è quella di porre maggiormente l’accento sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica, in conformità alla strategia adottata a livello europeo.

L’onorevole Lamberts ha citato alcune cifre per il periodo 2002-2008, ma se guardate i numeri più recenti, in particolare quelli del 2009, vedrete che la proporzione si sta invertendo, perché nel 2009 abbiamo finanziato progetti di energie rinnovabili per oltre 4 miliardi di euro, che rappresentano più del 70 per cento dei nostri finanziamenti per la produzione di elettricità.

L’intenzione è quindi quella di proseguire questa inversione di tendenza finanziando maggiormente le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, e in tal senso desidero ringraziare l’onorevole Stavrakakis che, nell’intervento, ha fatto allusione al programma ELENA, anch’esso un programma congiunto con la Commissione atto a fornire assistenza tecnica nel settore dell’efficienza energetica.

Sempre sull’energia, vorrei dire all’onorevole Benarab-Attou che rispettiamo la scelta di ogni Stato membro sul policy mix. Se uno Stato membro decide di ricorrere all’energia nucleare non spetta alla BEI opporsi, ma confermo che nel caso della Giordania stiamo solo discutendo il finanziamento delle energie rinnovabili.

Ora farò rapido riferimento ad alcune questioni relative alla vigilanza e alla governance. Per quanto riguarda la vigilanza, l’onorevole Audy ne ha parlato, egli conosce la nostra posizione: siamo completamente aperti, siamo già ampiamente sottoposti al controllo di un comitato di revisione contabile indipendente, della Corte dei conti europea quando usiamo il bilancio europeo, dell’OLAF e del Mediatore europeo. Penso che già siamo l’istituto finanziario internazionale sottoposto al maggior numero di controlli.

Detto questo, riconosco che potrebbe essere utile avere una vigilanza bancaria, e siamo quindi completamente aperti a proposte che potrebbero essere avanzate in materia, soprattutto attraverso la nuova autorità bancaria europea.

Per quanto riguarda Basilea III, mi limito a dire all’onorevole Rübig che stiamo seguendo attentamente i lavori. E’ troppo presto per pronunciarsi sull’impatto che potrebbe avere, poiché siamo solamente alla fase di consultazione su Basilea III e i parametri non sono ancora stati decisi.

Con riferimento ai centri finanziari offshore, direi all’onorevole Geier che è un aspetto a cui siamo molto interessati. Se lo desidera potremmo spiegare più dettagliatamente la nostra nuova politica, ma in realtà la preoccupazione maggiore è impedire l’evasione fiscale che sfrutta i centri finanziari offshore.

Per concludere un punto specifico sollevato dall’onorevole Schmidt. Ha ragione, dobbiamo compiere ancora progressi sull’uguaglianza di genere. La cifra che ha citato riguarda solo il personale dirigente. E’ vero che abbiamo troppe poche donne tra i dirigenti della BEI. Abbiamo attuato un piano d’azione e speriamo di correggere la situazione nei prossimi anni, ma voglio rassicurarlo sulla nostra volontà in materia. Vogliamo migliorare una situazione che, a quanto oggi appare, in effetti è inaccettabile.

 
  
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  Olli Rehn, membro della Commissione. (FI) Signor Presidente, onorevoli deputati, ringrazio voi per la discussione molto professionale e costruttiva, e l’onorevole Deutsch per l’ottima relazione.

Vorrei dire tre cose al riguardo. Innanzi tutto, sono convinto che questa discussione e relazione forniranno una solida base per la rapida adozione del mandato esterno della Banca europea per gli investimenti. Per noi questo è importante allo scopo di garantire un’efficace attuazione degli obiettivi comuni dell’Unione europea nella politica estera e nella cooperazione allo sviluppo.

In secondo luogo la Banca europea per gli investimenti è un partner di fondamentale importanza per la Commissione europea, soprattutto se dobbiamo raggiungere gli obiettivi di Europa 2020, in particolare nei settori della crescita sostenibile e dell’occupazione. La BEI è la chiave per lo sviluppo delle infrastrutture, delle innovazioni e delle piccole imprese, e in questo senso collaboriamo strettamente e senza soluzione di continuità.

Molti di voi, comprensibilmente, hanno fatto riferimento alla situazione in Grecia. Ieri, a nome della Commissione, ho inviato le condoglianze a parenti e amici di chi ha perso la vita ad Atene a causa delle violenze. Il dibattito animato è un aspetto della democrazia, ma la violenza non può assolutamente essere tollerata e occorre porre un limite molto rigoroso a simili comportamenti.

La Commissione ha attivamente preso parte alla messa a punto di un programma di stabilizzazione per l’economia greca e all’adozione di un enorme pacchetto di assistenza finanziaria per sostenere la stabilità finanziaria in tutta la zona euro e garantire la stabilità dell’economia greca. Alla fine della scorsa settimana abbiamo proposto all’Eurogruppo un enorme pacchetto di assistenza finanziaria e un programma di stabilizzazione del valore complessivo di 110 miliardi di euro. Domenica scorsa i ministri delle finanze dell’Eurogruppo hanno preso una decisione su una proposta avanzata dalla Commissione, dalla BCE e dall’FMI. E’ stata una decisione difficile, ma al tempo stesso necessaria e responsabile. Ora è di vitale importanza che tutti i parlamenti nazionali prendano presto una decisione. Quanto a me, ho fiducia nel vostro sostegno per raggiungere questo obiettivo.

Non è in gioco solo la stabilità della Grecia, bensì la stabilità dell’economia di tutta la zona euro. E’ indispensabile arrestare il problema in Grecia prima che diventi un vero e proprio dramma in tutta Europa. Sono convinto che possiamo farlo, ma occorre agire con responsabilità. Non è questo il momento di guadagnare popolarità: è il momento di agire con responsabilità e determinazione. L’euro non è solo un accordo tecnico: è forse il progetto politico congiunto più importante dell’Unione europea.

 
  
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  Tamás Deutsch, relatore. – (HU) Signor Presidente, Presidente Maystadt, signor Commissario, permettetemi di ringraziare i colleghi, il presidente e il Commissario per questo prezioso dibattito.

Prima della votazione permettetemi di fare tre osservazioni alla fine di molti mesi di accurato e, a mio avviso, valido lavoro preparatorio. Come affermato da Montecuccoli alcune centinaia di anni fa vincere in guerra, combattere una guerra e vincerla richiede denaro, denaro e ancora denaro. E’ chiaro che per risolvere i problemi economici che colpiscono tutti noi dobbiamo creare posti di lavoro, creare posti di lavoro e ancora creare posti di lavoro. E’ importante che la Banca europea per gli investimenti l’abbia sempre considerato un obiettivo fondamentale; la discussione odierna inoltre ci rassicura del fatto che continuerà a operare in collaborazione con Parlamento europeo, Commissione e Consiglio per raggiungere questi obiettivi.

Penso che le osservazioni fatte dai colleghi per esortare la Banca europea per gli investimenti a prestare maggiore attenzione agli Stati membri più colpiti dalla crisi siano importanti. Credo che anche in questo senso stiamo bussando a una porta aperta.

Ultimo, ma non per questo meno importante, riguardo al mandato esterno della Banca europea per gli investimenti credo siano importanti anche i punti sollevati nella discussione plenaria sulla necessità di dare sostegno e credito ai paesi europei al confine con l’Unione europea. Sono state citate l’Ucraina e le regioni dei Balcani. Anch’io sono d’accordo. Per concludere, permettetemi alla fine del dibattito di fare i nomi di due gentiluomini. In queste occasioni sono sempre i leader delle istituzioni ad avere gli elogi. Naturalmente desidero congratularmi con il presidente Maystadt per quanto fatto, ma consentitemi anche di ringraziare i signori de Crayencour e Brito per il lavoro svolto, poiché si sono rivelati eccellenti partner del Parlamento europeo. Infine, permettetemi di ringraziare i colleghi per la loro cooperazione. Si è trattato di uno sforzo congiunto, e anche il successo deve essere condiviso.

 
  
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  Presidente. – L’onorevole Hans-Peter Martin ha chiesto la parola per fatti personali. Il suo compatriota, onorevole Mölzer, ha fatto allusione all’onorevole Hans-Peter Martin, al suo passato e al suo comportamento, e pertanto ha diritto di replica in conformità all’articolo 151.

Questi interventi per fatti personali non possono diventare una partita di pingpong in cui una persona allude all’altra e viceversa; pertanto, dopo l’intervento dell’onorevole Martin considererò completamente chiusa la questione. L’onorevole Martin avrà un minuto per intervenire: gli chiedo di attenersi rigorosamente all’articolo 151 e lo avviso che dopo un minuto esatto gli toglierò la parola.

 
  
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  Hans-Peter Martin (NI).(DE) Signor Presidente, è triste che debba sollevare la questione in plenaria. Devo dire che quanto affermato dall’onorevole Mölzer non corrisponde a verità. Entrando in Aula è stato lui che mi ha dato del psicopatico. Negli ultimi anni mi ha spesso detto che dovrei rivolgermi a uno psichiatra. Ecco come lavorano gli estremisti di destra. L’anno scorso il leader del gruppo socialdemocratico ha detto “Credo che Hein-Christian Strache sia un nazista”. E’ l’uomo del partito cui appartiene l’onorevole Mölzer e con cui collabora strettamente.

Sono fermamente convinto che, visto quanto abbiamo ripetutamente vissuto in Assemblea, non solo dovremmo discutere la crisi economica, la crisi finanziaria e quella che adesso potremmo definire la guerra del denaro. Dovremmo anche far fronte alla pericolosa avanzata dell’estremismo di destra. Se fosse seduto qui dietro, signor Presidente, con il suo passato politico riconoscerebbe le pericolose tendenze che stanno riemergendo in Ungheria, in Austria e altrove. Dobbiamo fermarle prima che ci sfuggano di mano.

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà oggi alle 11.00.

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)

 
  
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  Liam Aylward (ALDE). (GA) La Banca europea per gli investimenti ricopre un ruolo estremamente importante in relazione alle piccole e medie imprese che cercano di sopravvivere all’attuale crisi economica. Le piccole e medie imprese forniscono il 70 per cento dell’occupazione europea e, di conseguenza, occupano un ruolo fondamentale nel funzionamento dell’economia europea.

La maggiore difficoltà che ora incontrano è l’accesso al finanziamento e al capitale. Il ruolo centrale della BEI nel fornire assistenza alle piccole e medie imprese deve essere visto come uno sviluppo positivo, e la banca deve essere sostenuta nei suoi sforzi. Nel periodo 2008-2011 sono stati stanziati 30 miliardi di euro a favore delle piccole e medie imprese, e nel 2009 più di 50 000 aziende dell’Unione europea hanno usufruito dei finanziamenti BEI.

Accolgo con favore le raccomandazioni della relazione sul miglioramento della trasparenza del sistema, in base a cui i prestiti dovrebbero essere forniti attraverso gli intermediari finanziari della BEI. Gli intermediari finanziari devono trasferire questi prestiti alle piccole imprese. Occorre migliorare il relativo sistema di controllo della banca per garantire l’efficacia dei prestiti.

 
  
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  Jim Higgins (PPE). (EN) Mi compiaccio del continuo sostegno dato all’Irlanda dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) durante la crisi economica. La BEI ha risposto in maniera ammirevole alle pesanti limitazioni di liquidità e alle rigide condizioni di credito che hanno portato a gravi problemi nel finanziamento delle piccole e medie imprese (PMI) e all’erosione della fiducia nei mercati finanziari. La BEI ha altresì svolto un ruolo importante nel piano europeo di ripresa economica, soprattutto con il maggiore finanziamento alle PMI, all’energia generata dalle fonti rinnovabili e ai trasporti puliti. E’ indispensabile che la BEI dia prova di maggiore audacia nell’assunzione di rischi nel concedere prestiti alle PMI, per consentire loro di accedere al capitale in progetti che comportano rischi. L’anno scorso la BEI ha stanziato all’Irlanda 1,02 miliardi di euro per sei operazioni, l’importo più elevato mai raggiunto nel mio paese. Mi compiaccio che le banche che fungono da intermediarie siano obbligate per contratto a prestare alle PMI almeno il doppio dell’importo del loro prestito dalla BEI, per far sì che i benefici che esse ricavano dal finanziamento BEI siano trasferiti alle PMI. Tuttavia, questo regolamento necessita di uno stretto controllo perché molte PMI in Irlanda fanno fatica a ottenere prestiti dalle banche irlandesi che beneficiano di crediti della BEI.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE), per iscritto.(PL) Nel 2008 la Banca europea per gli investimenti ha celebrato il cinquantesimo anniversario. In tutto questo periodo ha contributo in maniera considerevole allo sviluppo dell’integrazione, a uno sviluppo durevole ed equilibrato e alla coesione economica e sociale sostenendo progetti di investimento in Europa e facendo credito ai settori pubblico e privato mediante il ricorso ai mercati finanziari e ai propri fondi. Il 2008 ha inoltre visto l’inizio della crisi economica e finanziaria mondiale che ha distrutto l’economia europea. Data la liquidità limitata, una più rigorosa politica di concessione dei prestiti e le restrizioni di capitale delle banche, la Banca europea per gli investimenti è scesa in campo per salvare molti investimenti e progetti a rischio. In risposta alla crisi, la BEI ha sensibilmente aumentato il volume dei prestiti alle imprese nel 2008. Ciò si è rivelato estremamente importante, soprattutto per il settore delle piccole e medie imprese che è stato colpito molto pesantemente dalla crisi. Spesso messe di fronte a gravi restrizioni di accesso al capitale da parte di banche sommerse da problemi, la BEI era l’ultima speranza. Il ruolo positivo da essa svolto durante la crisi è inoppugnabile. Sarebbe però bene anche pensare come sfruttare ancora meglio le risorse a disposizione della banca: la cosa migliore è semplificare la complicata burocrazia e creare procedure chiare.

 
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