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Procedura : 2009/2202(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A7-0053/2010

Discussioni :

PV 19/04/2010 - 22
CRE 19/04/2010 - 22

Votazioni :

PV 05/05/2010 - 13.40
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0130

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 6 maggio 2010 - Bruxelles Edizione GU

8. Dichiarazioni di voto
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. A questo punto procediamo con le dichiarazioni di voto.

 
  
  

Relazione Leichtfried (A7-0035/2010)

 
  
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  Siiri Oviir (ALDE). – (ET) A seguito delle ripetute richieste da parte del Parlamento, la Commissione ha presentato una direttiva concernente il finanziamento dei diritti per le misure di sicurezza. Mi sono espressa a favore dell’adozione di questo atto giuridico poiché ritengo fondamentale che si seguano, nell’interesse di tutti i passeggeri, principi solidi e trasparenti nel determinare le tasse per le misure di sicurezza. I consumatori devono avere la certezza che gli introiti provenienti dai diritti per la sicurezza siano effettivamente utilizzati per coprire le spese a essa connesse.

 
  
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  Jaroslav Paška (EFD). – (SK) Ritengo sia doveroso che la Commissione europea e il Parlamento siano direttamente coinvolti nel regolamentare le tasse per la sicurezza e la tutela dei passeggeri del trasporto aereo.

Tuttavia, considero errato e insensato la scelta attuale di istituire organi preposti a tali controlli. In un momento in cui l’Europa necessita di risorse per sostenere la Grecia e per favorire lo sviluppo economico, istituire nuovi organi dediti esclusivamente a espletare solo alcune funzioni di supervisione significherebbe prendersi troppe libertà con il denaro dei contribuenti europei e ritengo che ciò non possa condurre a risultati positivi.

 
  
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  Bogusław Liberadzki (S&D).(PL) Signor Presidente, sono lieto di poter votare a favore dell’estensione della direttiva anche ai pezzi di ricambio per le autovetture, il che garantisce ai consumatori l’accesso a pezzi di ricambio certificati e non. Si è trattato di un provvedimento dell’ultim’ora, ma in questo modo abbiamo soddisfatto le esigenze dei nostri cittadini, garantendo l’accesso a pezzi di ricambio di buona qualità a prezzi ragionevoli.

 
  
  

Relazione Simpson (A7-0030/2010)

 
  
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  Antonio Cancian (PPE). – Signor Presidente, ieri abbiamo fatto bene a concludere la prima lettura del dossier della rifusione per le reti TEN. Però, di fronte a questa rifusione, a questa codificazione, c'è un aspetto molto importante che riguarda tutta la riprogrammazione delle reti TEN nel prossimo decennio.

Questa riprogrammazione deve essere ripensata completamente, semplificata e razionalizzata all'interno dell'Europa, in maniera da fare in modo che l'interoperabilità sia veramente applicata e, successivamente, visto che viviamo in un momento economico non favorevole, dobbiamo pensare alla realizzazione di questa rete, o parte di essa, e non solamente con le risorse di bilancio che abbiamo a disposizione, ma pensare a un percorso diverso, e fare in modo che riusciamo a far ripartire l'economia attraverso queste reti.

Quindi oggi è più che mai urgente, al di là del passaggio fatto ieri, cercare di impegnarsi in questo senso.

 
  
  

Relazione Kirilov (A7-0055/2010)

 
  
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  Siiri Oviir (ALDE). - (ET) Ho votato a favore della modifica di questo atto giuridico perché ci consentirà di raggiungere gli obiettivi concordati nell’ambito del piano europeo di ripresa economica adottato nel 2008. Ritengo che la semplificazione delle procedure di finanziamento aumenterà gli investimenti di cofinanziamento negli Stati membri e nelle regioni e contribuirà ad accrescere l’impatto che tali misure avranno sull’economia in generale e, in particolare, sui medi imprenditori e datori di lavoro. La semplificazione della normativa relativa alla politica di coesione, derivante da esigenze pratiche, e il suo chiarimento avranno sicuramente un impatto positivo sulla rapidità dell’attuazione del piano e sulla nostra capacità di affrontare i nuovi problemi.

 
  
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  Radvilė Morkūnaitė-Mikulėnienė (PPE). (LT) Numerosi paesi sono stati duramente colpiti dalla crisi economica e il declino delle economie di molti Stati membri dell’Unione ha superato i dieci punti percentuali. L’attenzione delle istituzioni comunitarie è quindi di fondamentale importanza non solo per i vecchi Stati membri, ma anche per quelli che sono entrati a far parte dell’Unione recentemente e che ricevono sostegno attraverso i Fondi strutturali e il Fondo sociale europeo. I Fondi strutturali rappresentano uno strumento essenziale per favorire la ripresa in quei paesi che hanno dovuto affrontare una pesante flessione economica. Una volta che i requisiti per ottenere l’erogazione dei Fondi strutturali saranno semplificati, sarà possibile agire in questa direzione in maniera più efficace.

 
  
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  Alfredo Antoniozzi (PPE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo di coesione si sono dimostrati strumenti validi, utilissimi per lo sviluppo territoriale e per fronteggiare le conseguenze della crisi economica che oramai da diverso tempo sta imperversando sulla scena europea e mondiale.

A tale proposito, accolgo con favore le proposte di semplificare le procedure per il disimpegno dei fondi e di facilitare i pagamenti a favore dei beneficiari dei vari programmi attuati con i suddetti fondi. Sono inoltre favorevole alla disposizione di una quota supplementare di prefinanziamento per il 2010 per quegli Stati membri maggiormente colpiti dalla crisi economica.

 
  
  

Relazione Szájer (A7-0110/2010)

 
  
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  Alfredo Antoniozzi (PPE). – Signor Presidente, ho espresso il mio voto a favore della relazione del collega Szájer, che vorrei ringraziare per l'eccellente lavoro di analisi svolto alla luce delle novità introdotte dal trattato di Lisbona.

Viste le ampie e molteplici implicazioni che avranno nella procedura legislativa gli atti delegati, ritengo particolarmente condivisibile la volontà del Parlamento di sottoporre tali atti di delega a condizioni ben precise e chiare, al fine di poterne garantire un effettivo controllo democratico da parte di quest'Aula. Ritengo che occorrerà anche e soprattutto verificare nella prassi come funzionerà tale nuovo sistema per, eventualmente, apportarvi dei correttivi.

 
  
  

Relazione Paulsen (A7-0053/2010)

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE). – (EN) Signor Presidente, desidero esprimere il mio totale sostegno a questa relazione concernente il benessere degli animali. Tuttavia, non celo di avere talune riserve sulla modalità con cui questa Assemblea e l’Unione europea legiferano in materia.

Preferirei un approccio scientifico, anziché emotivo, alla questione del benessere degli animali. E’ stata elaborata una legislazione che, in molti casi, non ha fondamento scientifico e che pone in una posizione di notevole svantaggio i produttori e gli imprenditori agricoli europei.

Inoltre, vorrei aggiungere di essere sconvolta e disgustata dalla decisione presa questa settimana dalla Commissione di riaprire i negoziati con i paesi del Mercosur. In questo modo il futuro degli agricoltori europei, e nello specifico dei produttori di carni bovine, avicole e suine, è esposto a notevoli rischi. Vorrei quindi chiedere alla Commissione se ha intenzione di applicare ai prodotti importati da paesi terzi gli stessi standard per il benessere degli animali e per la produzione che utilizza all’interno dell’Unione. Se così non fosse, sarebbe una vergogna.

 
  
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  Peter Jahr (PPE). (DE) Signor Presidente, il benessere degli animali è un elemento imprescindibile, che deve essere armonizzato e definito a livello globale.

Per quanto attiene all’armonizzazione, dovrebbe smettere di introdurre nuove norme e nuovi standard e, in primo luogo, verificare che tutti i regolamenti già in vigore siano applicati in maniera uniforme all’interno dell’Unione.

Per quanto riguarda, invece, la globalizzazione, dobbiamo intensificare i nostri sforzi per garantire che gli stessi standard e orientamenti siano applicati ai prodotti importati nell’Unione da paesi terzi, allo stesso modo in cui sono applicati all’interno dell’Unione stessa.

I consumatori hanno il diritto di acquistare prodotti alimentari che siano non solo salutari, ma anche prodotti in modo sano.

 
  
  

Relazione Le Foll (A7-0060/2010)

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE). (EN) Signor Presidente, prima di dimenticarmene, vorrei porgere il mio benvenuto a un gruppo di visitatori presenti in tribuna provenienti dalla circoscrizione elettorale dell’Irlanda dell’est: è importante che i nostri visitatori e i nostri cittadini possano vedere da vicino il modo in cui questa Camera svolge il proprio lavoro e, come può notare, sono molto interessati e reattivi questa mattina!

Per quanto riguarda la relazione Le Foll in particolare, questa Assemblea ha recentemente ospitato un componente dei Beatles che ci ha detto che dovremmo mangiare meno carne. Ebbene, ritengo che in relazione all’agricoltura e ai cambiamenti climatici sia necessario utilizzare le migliori tecnologie disponibili al fine di ridurre le emissioni derivanti dalle attività agricole. Sappiamo tutti, infatti, che è necessario aumentare, anziché diminuire, la produzione alimentare globale avendo a disposizione meno risorse, meno superfici coltivabili e risorse idriche inferiori, il tutto a fronte della pressione derivante dai cambiamenti climatici. Abbiamo dunque bisogno della migliore ricerca possibile e ritengo che questa debba essere finanziata sia a livello pubblico che attraverso partenariati privati, in modo tale che il settore alimentare continuare l’attività produttiva nel rispetto del clima.

 
  
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  Presidente. − Grazie, onorevole McGuinness. Mi unisco ai saluti al gruppo di visitatori.

 
  
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  Peter Jahr (PPE).(DE) Signor Presidente, ho tre brevi osservazioni sulla relazione.

In primo luogo, l’agricoltura non rappresenta il problema per i cambiamenti climatici, ma ne è la soluzione.

In secondo luogo, ci troviamo ancora in una fase iniziale della ricerca sui cambiamenti climatici, nonostante i media delle volte diano un’impressione diametralmente opposta a riguardo. Nel corso delle nostre ricerche sul clima sarebbe opportuno prendere in considerazione e dare seguito alle teorie e ai risultati che non si riconoscono nel pensiero ufficiale.

In terzo luogo, dovremmo adottare tutte le misure necessarie e adeguate, che non comportino ulteriore burocrazia, e dovremmo garantire l’efficienza economica di tali misure. A tal proposito, ad esempio, la direttiva quadro comunitaria sulla conservazione del suolo risulta controproducente e non porterà a raggiungere i risultati auspicati.

 
  
  

Relazione Dorfmann (A7-0056/2010)

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE). – (EN) Signor Presidente, spero di aver dato una buona impressione ai visitatori in tribuna! Devo ammettere, infatti, che è inconsueto che io abbia così tanto tempo di parola, ma si tratta di relazioni che ho particolarmente a cuore rispetto al settore dell’agricoltura e della produzione alimentare.

La relazione in oggetto concerne sulle possibili strategie per trattenere gli agricoltori nelle zone caratterizzate da svantaggi naturali: sappiamo infatti che essi sono i principali esperti nella gestione del territorio, ma necessitano di denaro per sopravvivere in quelle zone. Temo che i criteri biofisici proposti dalla Commissione possano risultare troppo restrittivi in fase di attuazione. E’ necessario tener conto delle diverse condizioni del suolo in tutta l’Unione europea. Nel mio Stato membro, l’Irlanda, si teme che l’applicazione di questi criteri nella regione atlantica possa comportare problemi per gli agricoltori della zona.

Vorrei chiedere alla Commissione di prendere in considerazione queste problematiche nel corso dell’elaborazione del testo legislativo. La Commissione ha affermato che gli agricoltori sono in grado di gestire il territorio in maniera migliore e meno dispendiosa rispetto a chiunque altro: assicuriamoci, quindi, che abbiano le risorse adeguate per sopravvivere in queste regioni.

 
  
  

Relazione Pilar del Castillo Vera (A7-0066/2010)

 
  
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  Sonia Alfano (ALDE). – Signor Presidente, ho votato a favore della risoluzione del Parlamento sulla nuova agenda europea del digitale perché ritengo che garantire l'accesso facile ed economico alla banda larga a tutta la popolazione debba rappresentare una priorità strategica per l'Unione europea.

Diffondere l'utilizzo della rete significa ampliare e sviluppare la libertà di espressione dei cittadini, favorire la partecipazione alla vita democratica e permettere la diffusione della conoscenza e delle innovazioni. Ciò che mi preme sottolineare è che la diffusione della banda larga in Europa garantirebbe una ben più ampia libertà di informazione. Non dobbiamo dimenticarci, come ci segnala l'Eurostat, che anche per ciò che riguarda la diffusione di Internet, esiste un'Europa a due, forse tre, velocità. E l'Italia, specie in alcune sue regioni, così come la Grecia, la Romania, la Bulgaria e il Portogallo, rappresentano gli Stati ancora meno sviluppati in questo senso.

Non è un caso che nella classifica sulla libertà di stampa relativa al 2009 stilata dalla Freedom House l'Italia sia indicata tra gli Stati parzialmente liberi, ultima nell'Europa occidentale insieme alla Turchia, settantaduesimi al mondo insieme al Benin e all'India e preceduti dalle Isole Tonga. Mi auguro inoltre che anche grazie a queste risoluzioni e ai principi che vi sono indicati, il governo italiano si decida a sbloccare quanto prima l'investimento di 800 milioni di euro che era stato previsto per abbattere il digital divide in Italia e che per dichiarazione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta non risulta al momento prioritario.

Segnalo infatti che la qualità del servizio in Italia è insufficiente per le necessità odierne e da anni le associazioni dei consumatori denunciano che i costi di accesso risultano essere tra i meno competitivi d'Europa.

 
  
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  Presidente. − Le ricordo per la prossima volta che il tempo di parola a disposizione per le dichiarazioni di voto è di solo un minuto.

Passo la parola all’oratore che detiene il record degli interventi oggi, l’onorevole McGuinness.

 
  
  

Relazione Salafranca Sanchez-Neyra (A7-0111/2010)

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE). – (EN) Grazie, signor Presidente, per il sostegno. Devo puntualizzare per i nostri visitatori che di solito si chiede di rispettare il silenzio, ma oggi siamo più indulgenti, e ringrazio l’onorevole Higgins per avermi dato l’opportunità di prendere la parola.

Ho già espresso le mie considerazioni a riguardo e ritengo che quest’Assemblea non si sia resa conto ieri di quali possano essere le conseguenze derivanti dal sostegno espresso alla relazione Salafranca Sánchez-Neyra, da cui mi sono dissociata. Sono molto preoccupata dalla decisione di riaprire i negoziati bilaterali con i paesi del Mercosur per due motivazioni.

In primo luogo, si tratta di un passo prematuro rispetto alla possibile riapertura dei negoziati con l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e l’accordo bilaterale potrebbe essere peggiore di quello raggiungibile in sede OMC. In secondo luogo – e i due punti sono collegati – vi è il fondato timore di una svendita dell’agricoltura dell’Unione europea. Queste non sono solo preoccupazioni personali ed emotive: la Commissione stessa ha infatti affermato che potrebbero esserci gravi conseguenze per l’agricoltura europea nel caso fosse raggiunto un accordo nell’ambito dei negoziati con i paesi del Mercosur. I settori più colpiti saranno, ancora una volta, quelli della produzione di cani bovine, suine e avicole. Non posso dunque esprimermi a favore di questa relazione e invito gli onorevoli colleghi a riflettere sulle sue conseguenze.

 
  
  

Proposte di risoluzione: vertice UE-Canada (RC-B7-0233/2010)

 
  
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  Giommaria Uggias (ALDE). – Signor Commissario, l'acqua è un bene di tutti e non può essere un bene soltanto di pochi: questo è quanto abbiamo voluto affermare noi della delegazione italiana di Italia dei valori, dell'ALDE, a proposito dell'emendamento 10, che si opponeva a qualsiasi tentativo di privatizzare i regimi di distribuzione dell'acqua, facendo parte questo dell'accordo economico e commerciale globale, e abbiamo dichiarato il nostro appoggio, viceversa, alle comunità canadesi che sono impegnate nella lotta per impedire la privatizzazione dell'acqua.

La delegazione italiana di Italia dei valori ha sentito l'esigenza di votare a favore del testo perché rappresenta i nostri valori, quei valori che ci portano ad affermare la necessaria inscindibilità della natura pubblica dell'acqua rispetto al suo uso. È per questo che vorrei ricordare che noi abbiamo proposto, già dai giorni scorsi, una raccolta di firme per un referendum popolare indetto contro la privatizzazione dell'acqua e che sta raccogliendo numerosi consensi nel nostro paese.

 
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