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Procedura : 2009/0172(NLE)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0142/2010

Testi presentati :

A7-0142/2010

Discussioni :

PV 19/05/2010 - 12
CRE 19/05/2010 - 12

Votazioni :

PV 20/05/2010 - 7.3
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0142
P7_TA(2010)0188

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 19 maggio 2010 - Strasburgo Edizione GU

12. Partecipazione finanziaria comunitaria allo smantellamento dei reattori 1 - 4 della centrale nucleare di Kozloduy in Bulgaria – “Programma Kozloduy” (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A7-0142/2010), presentata dall’onorevole Harms a nome della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo all’assistenza finanziaria comunitaria alla disattivazione delle unità 1-4 della centrale nucleare di Kozloduy in Bulgaria – “Programma Kozloduy” (COM(2009)0581 - C7-0289/2009 - 2009/0172(NLE)).

 
  
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  Rebecca Harms, relatore.(DE) Signor Presidente, desidero in primo luogo ringraziare la Commissione e i miei colleghi della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia per le discussioni accese e interessanti sulla gestione dei rifiuti nucleari. Non siamo sempre stati d’accordo, ma un punto che ci ha trovato uniti è che dovremmo fornire un sostegno congiunto europeo alla Bulgaria per consentirle di far fronte ai costi di smantellamento dei quattro reattori nucleari di Kozloduy.

Vorrei a questo proposito sottolineare nuovamente che nel 2006 la Bulgaria ha ricevuto 340 milioni di euro, nel periodo 2007-2008 253 milioni di euro, e, nel 2009, 89.5 milioni di euro. Con il voto di domani decideremo in merito a un ulteriore contributo di solidarietà per un importo di circa 300 milioni di euro.

Il contributo viene concesso perché, in fase di negoziato di adesione all’Unione europea, il governo bulgaro ha accettato di dismettere questi reattori a causa della mancanza di sicurezza della centrale di Kozloduy. Nella mia relazione ho cercato di modificare l’ultima tranche del pagamento del quale stiamo discutendo (presumo che questa sia l’ultima tranche). La mia proposta è che il denaro che non è più utilizzato direttamente per la disattivazione e la gestione delle scorie a Kozloduy, in altre parole per strategie di stoccaggio temporaneo – e si tratta di circa 120 milioni di euro – sia in parte investito nella programmazione e preparazione della soluzione per lo smaltimento definitivo dei rifiuti altamente radioattivi in Bulgaria. In altre parole, propongo di istituire un fondo per finanziare quest’attività che la Bulgaria, a oggi, non ha minimamente avviato.

Pur non essendo riuscita a trovare una maggioranza a favore di quest’idea in seno alle commissioni, credo che questo sia un aspetto importante. Ho presentato nuovamente degli emendamenti affinché siano mantenuti due elementi nella soluzione di compromesso che le commissioni stanno negoziando in vista del voto di domani.

In primo luogo, per quanto riguarda lo smantellamento, la gestione delle scorie e il loro smaltimento definitivo, che comprende anche lo stoccaggio temporaneo, vorrei che la Commissione monitorasse con attenzione il costo esatto delle attività che si stanno svolgendo a Kozloduy e calcolasse quanto denaro sarà effettivamente necessario per garantire che la disattivazione, la gestione dei rifiuti e il loro smaltimento definitivo siano effettuati in modo accurato e secondo elevati standard di sicurezza.

In secondo luogo, vorrei fare in modo che le risorse ora destinate alla Bulgaria non siano impiegate per investimenti nel carbone o nella lignite. Questa possibilità non è esclusa dall’attuale versione della relazione adottata dalla commissione.

Sono del resto lieta che la relazione possa dare il via a una discussione politica vivace, per così dire, con il Commissario Oettinger sullo smaltimento definitivo dei rifiuti nucleari in generale, discussione che, mi auguro, ci permetterà di fare passi avanti. E’ una direttiva annunciata e la attendo con ansia.

 
  
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  Günther Oettinger, membro della Commissione.(DE) Signor Presidente, onorevoli membri del Parlamento, nella terza serata di questa plenaria figura all’ordine del giorno un altro punto collegato all’energia. Questa sera il tema riguarda l’estensione dell’assistenza finanziaria dell’Unione europea allo smantellamento dei reattori della centrale nucleare di Kozloduy in Bulgaria.

L’argomento è delicato è importante. Apprezzo, pertanto, l’atmosfera di lavoro costruttiva che si è creata e vi ringrazio per questo. La discussione con la relatrice, onorevole Harms, i relatori ombra e le commissioni competenti si è svolta in modo estremamente efficace.

Sono inoltre lieto che la relazione segua in gran parte le linee della Commissione e appoggi la nostra proposta. Innanzi tutto, vorrei ricordare il vostro sostegno a favore dell’erogazione iniziale di un finanziamento per 300 milioni di euro a partire dal bilancio europeo, nell’interesse dell’Unione europea e dunque nell’ottica di rispettare livelli di sicurezza nell’industria nucleare.

Vorrei quindi aggiungere che gli aiuti supplementari dovrebbero essere rivolti allo smantellamento delle unità e che gli importi necessari, calcolati attualmente a 180 milioni di euro, sono ragionevoli. In terzo luogo, va detto che, a causa delle insufficienti riserve finanziarie della Repubblica di Bulgaria per ragioni storiche, il finanziamento europeo contribuisce a garantire elevati livelli di sicurezza durante il lavoro di smantellamento a protezione della popolazione e dell’ambiente.

Per ciò che concerne gli emendamenti attuali, vorrei rilevare che la Commissione appoggerà la maggior parte dei testi proposti. Purtroppo non posso soffermarmi su tutti gli emendamenti per mancanza di tempo. Permettetemi comunque di illustrare la posizione della Commissione su due elementi per noi molto importanti e che sono affrontati direttamente nella relazione, sia negli emendamenti sia nella motivazione dell’onorevole Harms.

Mi riferisco innanzi tutto alla continuazione del sostegno finanziario a favore di misure relative al settore energetico. Al di là delle richieste specifiche del governo bulgaro, si possono addurre altre argomentazioni a favore della necessità di un ulteriore sostegno finanziario nel settore dell’energia. Da un lato possiamo citare la parità di trattamento con la Lituania e la Slovacchia, dove l’UE sostiene misure simili fino al 2013 e oltre, e, dall’altro, le misure tese a creare capacità di sostituzione, ivi compresi gli investimenti nell’efficienza energetica. Esistono enormi margini di risparmio energetico nelle centrali a carbone attualmente operative in Bulgaria.

Dopo lo smantellamento dei reattori nucleari, la struttura della capacità di produzione in Bulgaria è cambiata. Di conseguenza, la rete bulgara si trova ad affrontare sfide significative che possono essere superate con aiuti ulteriori al fine di stabilizzare e salvaguardare le reti elettriche.

La Commissione ritiene pertanto appropriato continuare ad assicurare un sostegno alle misure nel settore energetico, anche a quelle relative alle infrastrutture delle reti.

Vorrei ora soffermarmi sul tema di una soluzione geologica per lo smaltimento definitivo del combustibile irradiato. La Commissione concorda con il parere della relatrice a proposito della necessità di sviluppare una soluzione sicura per lo smaltimento definitivo del combustibile irradiato. Tuttavia lo sviluppo di una simile soluzione non può essere incluso negli aiuti finanziari previsti per il programma Kozloduy per le seguenti ragioni.

Un aiuto di questo tipo sarebbe una distorsione della concorrenza, giacché tutti gli Stati membri che dispongono di centrali nucleari sono tenuti a sviluppare tali soluzioni. Sebbene lo smaltimento del combustibile irradiato faccia parte della gestione dei rifiuti nucleari, non rientra comunque nell’ambito del processo di smantellamento né è attinente a esso. Ciò che è necessario è una soluzione sicura per lo stoccaggio temporaneo degli elementi di combustibile irradiato, soluzione che sarà contemplata dal sostegno finanziario previsto. Lo sviluppo di una soluzione definitiva, che rappresenta a nostro giudizio il passo successivo più logico, non è comunque una conseguenza della chiusura e dello smantellamento dei quattro reattori di Kozloduy.

Devo tuttavia sottolineare che la Commissione, come è già stato ricordato, affronterà l’argomento dello stoccaggio definitivo e quest’anno produrrà una proposta sulla gestione dei rifiuti radioattivi che comprenderà anche lo sviluppo di soluzioni sicure per l’immagazzinamento definitivo degli elementi di combustibile irradiato. Faccio affidamento sul Parlamento affinché presenti proposte costruttive e mi auguro che ci sarà un dibattito vivace.

Consentitemi, infine, di riassumere la situazione. La Commissione si rallegra del sostegno del Parlamento all’erogazione di 300 milioni di euro a favore della Bulgaria nei prossimi quattro anni e della possibilità di continuare a porre l’attenzione sull’assistenza all’adozione di misure di smantellamento sicure. Siamo altresì lieti che il Parlamento sia convinto che i progetti del settore dell’energia meritino il nostro appoggio. Sono del parere che l’accordo sul nuovo finanziamento e la sua attuazione siano un segnale della solidarietà dell’Unione europea con la Bulgaria e rappresentino un importante contributo alla sicurezza nucleare in Europa e altrove. Vi ringrazio per l’attenzione.

 
  
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  Antonyia Parvanova, relatore per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.(BG) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, quale relatore per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, desidero manifestare il mio appoggio all’approccio adottato dalla Commissione europea relativamente alla proposta e alla relazione che sono state votate dalla commissione.

Mi rallegra, in particolare, costatare che la linea che avevo sostenuto nel progetto di relazione sia stata ripresa nel testo finale e che l’Assemblea possa oggi dare il via libera all’estensione dell’assistenza finanziaria comunitaria allo smantellamento dei reattori 1-4 della centrale nucleare di Kozloduy.

La Bulgaria ha dato prova di un atteggiamento coscienzioso nell’uso dei fondi per la chiusura della centrale entro il 2009. L’assistenza dell’Unione europea deve essere estesa per garantire il completamento in sicurezza e nei tempi previsti delle operazioni di disattivazione, operazioni che sono state effettuate con la massima trasparenza e attenzione per l’ambiente.

L’estensione dell’assistenza finanziaria alle misure destinate a mitigare le conseguenze di un’anticipata chiusura dei quattro reattori riveste particolare importanza se si prende in considerazione l’impatto sull’ambiente, sui prezzi dell’energia per i consumatori e sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico nella regione.

Sono stati fatti alcuni tentativi di esercitare pressione su questo dossier per ragioni politiche e ideologiche. Dobbiamo tuttavia tenere presente gli obiettivi ultimi del programma, segnatamente la sicurezza dello smantellamento e un equo indennizzo alla Bulgaria, il sostegno agli sforzi messi in atto per definire una politica dell’energia più sostenibile e una dimostrazione di trasparenza nella gestione dei progetti e delle risorse.

Mi rivolgo all’onorevole Harms: il tema dello smaltimento definitivo dei rifiuti nucleari è molto serio. Occorre che vi si presti particolare attenzione, ma non è un problema che riguarda solo la Bulgaria. E’ una sfida più ampia che richiede da parte nostra una strategia e un programma concepiti in modo specifico per tutta l’Europa. Desidero inoltre rassicurare l’onorevole Harms perché la Bulgaria non intende usare i fondi per l’ulteriore sviluppo di centrali a lignite.

Posso assicurare che la Bulgaria intende rispettare tutti gli impegni e allinearsi alla normativa europea adottando le tecnologie di punta disponibili in Europa. La Bulgaria è un paese con un forte senso di responsabilità ed è sua ferma intenzione essere sempre un partner corretto e rispettoso.

 
  
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  Presidente. – Vorrei cogliere l’occasione per invitarvi a parlare più lentamente. I nostri stimati interpreti continuano a inviarmi richieste di SOS indicandomi che non sono in grado di seguirci quando il nostro eloquio è molto veloce. Ne consegue, pertanto, che gli unici onorevoli colleghi che ascoltano sono quelli che possono seguire l’intervento in lingua originale. Vi chiedo, quindi, di sforzarvi di rallentare. In caso contrario, l’interpretazione sarà impossibile.

 
  
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  Vladimir Urutchev, a nome del gruppo del PPE.(BG) Signor Presidente, onorevoli colleghi, durante i negoziati di adesione all’Unione europea, in seguito alle pressioni esercitate da alcune forze politiche, la Bulgaria ha accettato di chiudere quattro dei reattori della centrale nucleare di Kozloduy e ha tenuto fede a questo impegno nei tempi previsti. Da parte sua, l’Unione europea, con il trattato di adesione, ha concesso assistenza finanziaria limitatamente al periodo 2007-2009 per appoggiare il processo di smantellamento e affrontare le conseguenze della chiusura anticipata dei reattori.

L’Unione europea ha inoltre fornito garanzie politiche che il sostegno della Comunità sarebbe stato esteso al periodo 2010-2013. Ciò significherebbe che il nostro paese, almeno nel periodo di sostegno finanziario, beneficerebbe dello stesso trattamento concesso alla Lituania e alla Slovacchia, che allo stesso modo si sono impegnate a smantellare anticipatamente la loro capacità nucleare.

Per questa ragione, su insistenza puntuale del mio paese e in linea con i principi di solidarietà ed eguaglianza degli Stati membri, la Commissione europea ha redatto la proposta in esame. L’importo del finanziamento supplementare non può in alcun modo andare a compensare le perdite che il mio paese ha subito per miliardi di euro a causa della chiusura anticipata dei reattori. Al contempo, questa assistenza è indispensabile per proseguire nell’opera di smantellamento cui è destinata la maggior parte dei fondi.

Non meno importante per il paese è il finanziamento destinato alle misure di ammodernamento del settore energetico, di riduzione delle emissioni inquinanti, e del miglioramento dell’efficienza e del risparmio energetico.

Questa relazione, approvata da una larga maggioranza in seno alla commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, riflette esattamente questi bisogni. Per questo motivo giudichiamo inaccettabili i nuovi tentativi compiuti con la presentazione di nuovi emendamenti in plenaria che vogliono far passare testi contro le centrali a carbone o presentare lo smaltimento diretto del combustibile nucleare esaurito come una conclusione scontata.

Questa materia sarà da oggi argomento di discussione nell’Unione europea. Pertanto la mia raccomandazione è di appoggiare la proposta della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia e di respingere i cinque emendamenti del gruppo Verde/Alleanza libera europea.

 
  
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  Ivailo Kalfin, a nome del gruppo S&D.(BG) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, consentitemi innanzi tutto di ringraziare personalmente la Commissione e il Commissario Oettinger per lo splendido lavoro svolto con la preparazione del documento che egli ha presentato. Desidero inoltre ringraziare la relatrice, onorevole Harms, per gli sforzi profusi nella discussione del testo al fine di garantire l’inclusione di elementi che rivestono grande importanza per i cittadini europei.

Lo scopo precipuo del documento è di sostenere gli sforzi della Bulgaria tesi allo smantellamento di quattro dei sei reattori della sua centrale nucleare. Non intendo commentare l’opportunità della decisione, ma, una volta incorporato nel trattato di adesione, questo obbligo deve essere rispettato dalle autorità bulgare. Il governo bulgaro sta infatti mettendo in atto tutti i passi necessari in questo senso. Al contempo, la chiusura anticipata di una struttura tanto grande, contemplata nei calcoli economici, comporta enormi costi diretti e indiretti. Parte di questi costi viene rimborsata dall’Unione europea.

La decisione presentata oggi permetterà all’UE di riservare alla Bulgaria lo stesso approccio adottato nei confronti di altri due paesi, due nuovi Stati membri, che si sono assunti e stanno rispettando gli stessi impegni. E’ estremamente importante che l’atteggiamento sia lo stesso perché è nostro dovere mantenere la coesione della politica dell’Unione europea.

Il 60 per cento delle risorse stanziate sarà impiegato direttamente per la dismissione delle strutture della centrale di Kozloduy, mentre il restante 40 per cento sarà destinato al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in Bulgaria.

Vorrei attirare l’attenzione in particolare su alcuni punti estremamente pertinenti sollevati durante la discussione all’interno delle commissioni dalla relatrice, onorevole Harms, e ampiamente dibattuti. Il primo riguarda il destino dei rifiuti del combustibile nucleare esaurito e degli elementi irradiati. Il tema è stato sollevato anche oggi dal Commissario Oettinger. Si tratta di una questione di importanza fondamentale rispetto alla quale ci attendiamo che la Commissione presenti una direttiva specifica in autunno. Il Parlamento europeo avrà quindi la possibilità di discuterne in modo approfondito in un dibattito importante per molti cittadini europei.

Pertanto, non credo che la decisione del Parlamento a proposito del tema in discussione – l’assistenza finanziaria a Kozloduy – debba pregiudicare il nostro dibattito in autunno. Concordo inoltre con l’argomentazione della Commissione secondo cui, se si crea un precedente con il finanziamento di un simile programma, ne conseguirà una minaccia per l’intero bilancio dell’Unione europea. Non per questo, naturalmente viene meno o si attenua la responsabilità dei governi di paesi che dispongono di simili impianti di trovare una soluzione definitiva al problema del combustibile nucleare esaurito.

Il secondo aspetto riguarda l’uso delle risorse. Non vi è dubbio che le risorse erogate dall’Unione europea non devono essere impiegate per finanziare progetti che incrementano le emissioni di anidride carbonica. Peraltro, alla luce dell’esperienza acquisita finora con la Bulgaria e gli altri due paesi che hanno beneficiato di questa assistenza, non esiste alcuna indicazione che siano stati commessi simili abusi. Ciò che ritengo sia necessario in questo testo, tuttavia, è una politica europea coerente e l’adozione di una stessa impostazione per tutti gli Stati membri.

E’ di fondamentale importanza per i cittadini europei che queste risorse siano impiegate per gli scopi previsti in modo trasparente ed efficace. Le risorse destinate dall’Unione europea alla Bulgaria finiscono in un fondo speciale in cui confluiscono anche gli aiuti di altri donatori. Da qui, insieme agli importi stanziati sul piano nazionale, sono destinate ai progetti previsti in base ai programmi precedentemente approvati e sotto il controllo della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

La Corte dei conti europea effettuerà al più presto un esercizio di audit dei fondi, anche di quelli erogati alla Bulgaria. Sono convinto che anche il Parlamento europeo in futuro monitorerà con attenzione l’impiego di questi fondi.

 
  
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  Adina-Ioana Vălean, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, in veste di relatore per gli investimenti nelle infrastrutture per l’energia e di relatore ombra per la sicurezza dell’approvvigionamento di gas naturale, sono particolarmente attenta ai temi che riguardano la sicurezza energetica. Sono convinta che l’Europa possa svolgere un ruolo significativo in questo ambito.

Quale membro rumeno del Parlamento europeo, il mio interesse per il tema specifico della centrale nucleare di Kozloduy è ancora più forte. Poiché la centrale si trova lungo il confine con il mio paese, è da tempo fonte di preoccupazione in Romania per ovvie ragioni ambientali. L’impianto nucleare di Kozloduy è situato a 4 chilometri di distanza dal Danubio e a 150 chilometri da Bucarest. Secondo gli esperti internazionali, la centrale non dispone di alcuna struttura protettiva ed esiste un rischio significativo di contaminazione radioattiva del suolo e della falda freatica.

Credo che l’Europa abbia la responsabilità di agevolare il suo smantellamento e di contribuire alla dismissione, e a noi spetta garantire che siano messi a disposizione fondi sufficienti per questo progetto che riveste un’importanza cruciale al fine di mantenere elevati standard di sicurezza, garantire la disponibilità delle competenze necessarie e implementare le migliori prassi internazionali. La dismissione e lo smantellamento dovrebbero essere effettuati secondo norme e standard rigorosi per evitare di costituire una minaccia per l’intera regione.

Per questo motivo appoggio senza riserve la proposta in esame e il nostro impegno a destinare ulteriori 300 milioni di euro a questo progetto. Permettetemi di ricordare, inoltre, che, qualche mese fa, il Parlamento europeo ha assunto una posizione forte su questo dossier stanziando i primi 75 milioni di euro all’interno del bilancio 2010.

Penso, tuttavia, che dovremmo essere intransigenti circa la trasparenza nell’uso dei fondi europei. Fino a ora la Commissione è stata piuttosto insoddisfatta delle informazioni sulla chiusura ricevute dalla Bulgaria. Il monitoraggio dei fondi deve essere rigoroso. Per questa ragione credo che la Commissione dovrebbe innanzi tutto effettuare una valutazione specifica per individuare i punti di forza e di debolezza dei progetti precedenti allo scopo di migliorare la programmazione dei fondi insieme alla BERS per il prossimo periodo di finanziamento 2010-2013.

Abbiamo presentato diversi emendamenti che, come condizione imprescindibile per la dotazione di 120 milioni di euro, richiedono alle autorità bulgare di presentare un’adeguata strategia nazionale che delinei gli obiettivi di lungo termine in relazione all’efficienza energetica e ai settori delle energie rinnovabili.

(L’oratore accetta di rispondere a un’interrogazione presentata con la procedura del cartellino blu, ai sensi dell’articolo 149, paragrafo 8, del regolamento)

 
  
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  Dimitar Stoyanov (NI).(BG) Signor Presidente, vorrei porre un quesito breve e specifico. Dal momento che l’onorevole collega ha sollevato dubbi sulla sicurezza, vorrei chiederle di rispondere a questa domanda: era a conoscenza del fatto che, prima della chiusura, la Comunità europea dell’energia atomica aveva dichiarato che i quattro piccoli reattori della centrale nucleare di Kozloduy erano i più sicuri dell’Unione europea?

 
  
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  Adina-Ioana Vălean, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, cosa posso dire? Siamo tutti pazzi? O qualcuno riesce a intravedere un senso? In molti hanno deciso di imboccare una strada e credo che dovremmo seguirla. Tutti noi siamo favorevoli a questo approccio. Non ho altre osservazioni.

 
  
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  Michail Tremopoulos, a nome del gruppo Verts/ALE.(EL) Signor Presidente, nel contesto del dibattuto odierno occorre ricordare che, negli ultimi dieci anni, l’Unione europea ha versato alla Bulgaria 550 milioni di euro per la chiusura dei quattro reattori della centrale di Kozloduy. Oggi ne vengono stanziati altri 300 milioni di euro, per un totale di 850 milioni di euro, senza contare gli importi considerevoli erogati per finanziare modifiche e miglioramenti della sicurezza. In altre parole, abbiamo pagato oro per questo impianto nucleare e, per alcuni, si è trattato della gallina dalle uova d’oro. La Commissione, comunque, continua a finanziare indirettamente la lobby nucleare.

Noi vogliamo che si ponga fine a questo baratto con il governo bulgaro. Chiediamo che il Parlamento, insieme alla Commissione, salvaguardi la gestione efficace e in sicurezza dei rifiuti nucleari e non la consideri come parte del programma di dismissione. Il gruppo Verde/Alleanza libera europea chiede che il rimanente 40 per cento dei 300 milioni di euro destinati al programma di dismissione del reattore nucleare sia impiegato dal governo bulgaro per la gestione dei rifiuti radioattivi e non per lo sviluppo di centrali a uranio o a carbone che uccidono l’ambiente.

Spero, naturalmente, che chiunque pensi di rafforzare la lobby nucleare con nuove costruzioni abbia imparato la lezione dopo il recente accordo fra la Turchia e la Russia per la realizzazione di una centrale nucleare ad Akkuyu, in una regione a rischio sismico in cui il movimento antinucleare ha impedito la sua costruzione…

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Presidente. – Onorevole Tremopoulos, ha esaurito il tempo a sua disposizione. Tuttavia, l’onorevole Parvanova ha mostrato il cartellino blu per rivolgerle un’interrogazione. Accetta che il suo onorevole collega le rivolga una domanda?

Onorevole Parvanova, può per favore porre la sua domanda nel modo più conciso possibile?

 
  
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  Antonyia Parvanova (ALDE).(BG) Signor Presidente, è stato usato in questa sede il termine “ricatto” e, poco tempo fa, l’onorevole Vălean, ha affermato che la Bulgaria ha male utilizzato i fondi, non usando prudenza fin dalla tranche precedente impiegata per lo scopo previsto che era quello di indennizzo. Ho una domanda da porle rispetto alla quale vorrei che la Commissione e il suo rappresentante intervenissero: ci sono stati dei segnali in questo senso oppure no?

 
  
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  Presidente. – No, onorevole Parvanova, mi dispiace. Questo va contro il regolamento. Il regolamento prevede che si possa porre una domanda all’oratore che sta intervenendo in quel momento. L’interrogazione è dunque respinta così come la possibilità di una risposta.

 
  
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  Geoffrey Van Orden, a nome del gruppo ECR.(EN) Signor Presidente, ho lottato duramente per impedire la chiusura prematura dei reattori 3 e 4 della centrale di Kozloduy. La loro dismissione, anticipata di diversi anni, non era necessaria. Certamente non per motivi di sicurezza. Il risultato, come previsto, è stato un aumento nell’uso di centrali a lignite che inquinano l’ambiente, un aumento dei prezzi dell’energia elettrica e una riduzione delle esportazioni bulgare di elettricità: in altre parole, un danno sia economico sia ambientale.

Stiamo ora pagando il prezzo degli errori di valutazione delle istituzioni dell’Unione europea. E’ dunque quantomeno corretto assicurare alla Bulgaria lo stesso trattamento riservato dall’UE agli altri paesi che hanno dovuto chiudere anticipatamente gli impianti nucleari obsolescenti e sono lieto che la Commissione lo riconosca.

Il processo di dismissione comporta un enorme esborso di denaro. E’ di vitale importanza che questi fondi siano spesi in modo corretto ed efficiente e che si renda conto del loro impiego. Mi auguro che la Commissione possa fornirci delle rassicurazioni in questo senso.

E’ altresì importante affrontare l’argomento della sostituzione della capacità di produzione persa e dell’indennizzo per tale perdita. La Bulgaria avrà bisogno di assistenza per creare nuova capacità sostenibile che assicuri la sicurezza e la diversità di approvvigionamento consentendo al paese di affrancarsi dalla buona volontà di un’unica potenza stranierà.

 
  
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  Miloslav Ransdorf, a nome del gruppo GUE/NGL. (CS) Il programma Kozloduy non deve concentrasi esclusivamente sull’assistenza finanziaria al trasferimento dei materiali irradiati, sull’aumento dell’efficienza energetica e sul finanziamento delle energie alternative.

A mio giudizio questo programma va visto anche come contributo alla stabilità economica e sociale dei Balcani. I paesi balcanici nel loro complesso – compresa la Bulgaria – rappresentano infatti una parte vulnerabile dell’Unione europea, come ci ha dimostrato l’attuale crisi economica. Sono del parere che l’articolo 30 del trattato di adesione sia un quadro che non deve essere violato, come hanno sottolineato le consultazioni giuridiche con i funzionari della Commissione. Anche se queste disposizioni del trattato di adesione hanno cessato di essere nel 2009, è necessario che segua una nuova regolamentazione in uno spirito di continuità rispetto all’articolo 30.

 
  
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  Dimitar Stoyanov (NI).(BG) Signor Presidente, questa sera ci troviamo a discutere dell’indennizzo che la Bulgaria dovrebbe ricevere per la chiusura della centrale nucleare di Kozloduy. Tale indennizzo è giusto, equo e tempestivo perché gli esperti hanno calcolato che le perdite subite dalla Bulgaria in seguito alla chiusura dei reattori 1-4 sono state di gran lunga superiori agli importi ricevuti fino a ora.

Tuttavia, rimangono senza risposta i seguenti quesiti: perché mai siamo dovuti arrivare a questo punto e perché, come ho ricordato poco tempo fa, si è deciso di chiudere i reattori più sicuri d’Europa stando alle dichiarazioni, non di uno sconosciuto, ma della più prestigiosa agenzia del settore, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica? Sono inoltre sorpreso del modo folle in cui la relazione è stata rivista dal gruppo Verde/Alleanza libera europea, i cui membri hanno iniziato e terminato i propri interventi con un appello alla distruzione di Kozloduy, come faceva Catone il censore con Cartagine.

Mi rivolgo a questo punto all’onorevole Tremopoulos, che, se posso, non è certo nella posizione di affermare quello che ha detto, perché proprio il suo paese, con un ricatto, ha ricevuto un importo di gran lunga superiore alla richiesta della Bulgaria. Egli non dovrebbe dunque insistere su ciò che la Bulgaria dovrebbe o non dovrebbe ricevere.

Possiamo ora considerare alcuni emendamenti presentati dal gruppo Verde, il cui obiettivo è uno solo. Questo è il motivo del problema che i membri di questo gruppo devono ora affrontare. In effetti, il problema è che hanno contribuito all’aumento delle emissioni di anidride carbonica con la chiusura della centrale nucleare. Con queste modifiche, che vogliono sfruttare in modo ancora più sfacciato per sottrarre il denaro alla Bulgaria e destinarlo a un’altra regione, intendono in realtà coprire le loro colpe. Per questa ragione non riescono a spiegare ai propri elettori perché i cittadini dell’Unione europea devono pagare per avere più emissioni di anidride carbonica nell’UE. In questo caso il gruppo Verde sta assumendo posizioni che sono diametralmente opposte alle loro idee.

C’è anche un emendamento secondo il quale Kozloduy dovrebbe fungere da esempio. Tuttavia, l’unica cosa che Kozloduy può dimostrare è quanto possano essere sicuri i vecchi reattori e quanto possano operare con efficienza. L’unica cosa da cui può fungere è da avvertimento: un avvertimento che mostra come la follia politica possa distruggere uno splendido, efficiente e fruttuoso settore industriale in un paese.

 
  
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  Presidente. – La verità, onorevole Stoyanov, è che il suo linguaggio parlamentare quasi sconfina nello sconveniente e nell’inappropriato. Non l’ho interrotta perché volevo mostrarle la nostra generosità, soprattutto quella degli onorevoli colleghi del gruppo Verde/Alleanza libera europea, che, mi è dato capire, sono stati attaccati nel suo intervento. Volevo dimostrarle che siamo in grado di ascoltare. Devo comunque segnalarle che il suo intervento mi è sembrato del tutto inappropriato. Se dovesse accadere di nuovo, la interromperò perché questa è una china che non intendiamo prendere.

 
  
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  Theodor Dumitru Stolojan (PPE) . – (RO) Desidero ringraziare la Commissione perché, mentre noi ci preoccupiamo della crisi, la Commissione riesce a occuparsi anche degli altri problemi esistenti. Ritengo che la Bulgaria abbia tutti i diritti di ricevere i fondi che le sono stati promessi per lo smantellamento della centrale nucleare.

Io sono favorevole all’impiego di centrali nucleari per la produzione di energia elettrica e non credo che l’Europa riuscirà a raggiungere gli obiettivi specifici che si è prefissa per l’energia pulita senza costruire centrali nucleari. Peraltro, credo fermamente che ogni paese abbia il diritto di costruire tali centrali, ma sono convinto che nell’Unione europea esista una responsabilità collettiva e un senso di solidarietà per quanto riguarda le tecnologie scelte per la costruzione di questi impianti. In questo caso, ritengo che la Commissione dovrà adottare un approccio molto rigoroso per la valutazione dei progetti di realizzazione delle nuove centrali nucleari.

 
  
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  Justas Vincas Paleckis (S&D).(LT) Desidero congratularmi con la relatrice, onorevole Harms, per l’eccellente lavoro svolto. Appoggio il documento presentato e la proposta di concedere aiuti per 300 milioni di euro alla Bulgaria per la dismissione dei reattori 1-4 della centrale nucleare di Kozloduy su un periodo di tre anni, pur sottolineando la necessità di rafforzare il monitoraggio delle modalità di impiego dei fondi ricevuti. Si potrebbe dire che questa è una dimostrazione di solidarietà ed eguaglianza, giacché altri nuovi Stati membri – la Lituania e la Slovacchia – si trovano in una situazione simile e hanno ricevuto il sostegno finanziario europeo.

I reattori 1-4 della centrale nucleare sono stati disattivati qualche tempo fa ed è logico che siano smantellati. In questo modo ridurremo i rischi per l’ambiente e potremo meglio sfruttare le conoscenze e l’esperienza professionale dei lavoratori. Quando parte dell’impianto sarà chiusa, il personale dovrà affrontare nuove sfide. Alla luce della nostra esperienza in Lituania, posso dire che ci sono imprevisti di cui è difficile tener conto nei programmi di lavoro.

E’ vero, la maggior parte dei fondi dovrebbe essere destinata allo smantellamento dei reattori ed esiste il problema inevitabile dei sistemi di stoccaggio. Tuttavia, è altrettanto importante prestare attenzione anche alla gente. Mi auguro che, quando deciderà dell’impiego dei fondi europei, il governo bulgaro aiuterà i lavoratori e la comunità che gravita attorno alla centrale ad adattarsi alle mutate condizioni. E’ importante che siano aiutati a riqualificarsi e a utilizzare le loro competenze in altri ambiti, per promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro sostenibili e permettere il passaggio a un nuovo ambiente caratterizzato dal risparmio energetico.

 
  
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  Konrad Szymański (ECR).(PL) La chiusura della quattro unità della centrale nucleare di Kozloduy ha senza dubbio prodotto un grosso deficit nel sistema energetico bulgaro. La chiusura ha un effetto significativo sulla sicurezza dell’approvvigionamento nella regione e condurrà inevitabilmente a un aumento delle emissioni di CO2, un punto che dovrebbe essere importante, almeno per alcuni onorevoli colleghi. Ciononostante, ci viene proposto, soprattutto dagli emendamenti, di ignorare i problemi energetici di uno degli Stati membri. Tutto questo è in contrasto con il principio di solidarietà che dovrebbe governare la politica in materia di energia. Si crea inoltre l’impressione che il Parlamento europeo discrimini l’energia nucleare, in contrasto con il principio secondo il quale agli Stati membri è lasciata piena libertà di scelta in materia di fonti energetiche.

 
  
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  Corina Creţu (S&D).(RO) Il modo in cui sarà risolto il problema della chiusura e dello smantellamento della centrale di Kozloduy non è rilevante se non nei termini che riguardano la soluzione che la stessa Bulgaria sceglierà. Tuttavia, come è già stato ricordato in quest’Aula, il processo di smantellamento concerne anche i paesi vicini e può rappresentare un precedente per altri paesi che dispongono di unità simili che stanno avvicinandosi al termine della propria vita operativa.

Non nasconderò neppure che, come è già stato detto, la centrale nucleare di Kozloduy è fonte permanente di preoccupazione per i cittadini rumeni, soprattutto dopo l’incidente di Chernobyl. Per questa ragione sarebbe importante che il processo di smantellamento fosse accompagnato da una campagna di informazione pubblica destinata a tutte le parti interessate che hanno il diritto di essere informate sulle diverse fasi previste, sul calendario, sui rischi potenziali di ciascuna fase, sulle modalità di conservazione del materiale fissile e dei rifiuti pericolosi, e sulla ricostruzione ambientale dell’area di Kozloduy.

Desidero sottolineare l’importanza che deve essere annessa allo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Per questo motivo i fondi destinati alla Bulgaria a questo scopo devono essere erogati a intervalli regolari senza alcuna interruzione. Ho sollevato questo punto perché, sebbene i costi sembrino sufficientemente elevati, sono soltanto delle stime poiché non c’è alcun precedente per lo smantellamento di una centrale nucleare in Bulgaria. Vorrei concludere con una nota di speranza. Con fondi sufficienti, una programmazione meticolosa e il controllo di tutti gli organismi dotati dei poteri necessari in quest’ambito, il processo di smantellamento costituirà un esempio di buon uso dei fondi europei.

 
  
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  Zigmantas Balčytis (S&D).(LT) Quando hanno aderito all’Unione europea, alcuni paesi dell’Europa centro-orientale si sono assunti con i trattati di adesione l’impegno, un impegno difficile sia politicamente sia economicamente, di chiudere le centrali nucleari e garantire la gestione sicura dei rifiuti nucleari. Questi paesi dipendono dall’energia nucleare e hanno ereditato centrali che non rispettano gli standard e i requisiti di sicurezza attualmente in vigore nell’Unione europea e non sarebbero naturalmente in grado di reperire le risorse necessarie per provvedere da soli allo smantellamento di questi impianti. Nell’Unione europea esistono norme rigorose che disciplinano lo smantellamento e la realizzazione di lavori di messa in sicurezza, e la crisi finanziaria ed economica sta ostacolando il lavoro di quegli Stati membri che stanno procedendo alla chiusura di centrali nucleari e devono smaltire il combustibile in modo appropriato e nei tempi previsti. La preoccupazione della Comunità a proposito del ritrattamento del combustibile esaurito in paesi terzi è del tutto comprensibile perché questa operazione rappresenta una minaccia per le future generazioni. Appoggio, pertanto, la decisione della Commissione di stanziare ulteriori risorse del bilancio dell’UE a favore della Bulgaria. E’ infatti evidente che, come nel caso della Lituania, senza il sostegno della Comunità sarebbe impossibile garantire l’attuazione delle misure di dismissione così come richiesto e l’implementazione della politica comune di sicurezza della Comunità o delle misure necessarie a tutelare la sicurezza dei cittadini europei e proteggere l’ambiente.

 
  
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  Günther Oettinger, membro della Commissione. (DE) Signor Presidente, onorevoli membri del Parlamento, desidero ringraziarvi per il dibattito aperto su questo tema delicato.

A conclusione di tale dibattito, vorrei sottolineare che la Commissione appoggia l’approccio complessivamente positivo della relazione ed è lieta che il Parlamento concordi sulla necessità di destinare alla Bulgaria ulteriori fondi per 300 milioni di euro fino al 2013. La Commissione si rallegra inoltre che si possa continuare a mantenere l’attenzione sulla concessione di aiuti per finanziare le misure di smantellamento in sicurezza, e che il Parlamento ritenga che i progetti nel settore dell’energia meritino il nostro sostegno.

Come abbiamo fatto in passato, possiamo confermare che i fondi saranno impiegati per gli scopi previsti e prevediamo di eseguire controlli affidabili. Prendiamo atto delle vostre proposte e dei vostri emendamenti. Sono certo che il Consiglio prenderà in considerazione l’opinione del Parlamento laddove questa può contribuire a migliorare la chiarezza degli obiettivi del regolamento.

L’appoggio del Parlamento all’ulteriore finanziamento del lavoro di smantellamento è un segno della solidarietà dell’Unione europea verso la Bulgaria. La sicurezza è la massima priorità durante il processo di smantellamento delle centrali nucleari ed è questo che si sottolinea nella motivazione.

Voglio ringraziarvi ancora una volta per il vostro lavoro e ringraziare l’onorevole Harms per questa relazione.

 
  
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  Rebecca Harms, relatore.(DE) Signor Presidente, alla fine di questa discussione, desidero ancora una volta ricordare che la dismissione delle centrali nucleari in Lituania, Slovacchia e la Bulgaria è stata basata su competenze internazionali. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) ha ispezionato questi reattori, dello stesso tipo di quelli di Chernobyl, e ha stimato che non esistesse alcuna possibilità di convertirli per rispettare gli standard di sicurezza dell’Unione europea. Si è trattato di una decisione saggia che giustifica il nostro gesto di solidarietà nei confronti della Lituania, della Slovacchia e della Bulgaria, e, dopo il voto di domani, la nostra scelta di riservare pari trattamento a questi paesi sotto il profilo dei costi dello smantellamento.

In secondo luogo, voglio sottolineare nuovamente che nessuno di questi paesi e nessuno dei paesi dell’Europa occidentale o del mondo ha ancora trovato una soluzione affidabile al problema dello stoccaggio definitivo dei rifiuti ad alta attività. E’ un compito che ci attende, sebbene molti paesi abbiano investito miliardi in questo ambito e cerchino una soluzione affidabile da 30 anni. Questo è un dibattito che dovrebbe coinvolgere in particolare coloro che sono favorevoli alla tecnologia ad alto rischio dell’energia nucleare perché, allo stato attuale, lo stoccaggio dei rifiuti nucleari, a parere mio e della maggioranza dei cittadini europei, rappresenta un rischio tanto elevato e ancora presente da costituire una argomentazione forte contro il ricorso a questa forma di energia. Ne discuteremo con il Commissario Oettinger in futuro. Vi ringrazio per l’attenzione.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, martedì 20 maggio, alle 12.00.

Dichiarazioni per iscritto (articolo 149 del regolamento)

 
  
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  Eija-Riitta Korhola (PPE), per iscritto.(FI) Nel 1999, la Commissione europea, a nome dell’Unione europea, ha obbligato la Bulgaria a chiudere quattro dei suoi sei impianti nucleari come condizione per i negoziati di adesione. La Commissione sosteneva da tempo che tali unità potevano beneficiare di miglioramenti finanziari. In applicazione dell’accordo, due unità sono state chiuse nel 2002, e le altre due nel 2006. Dopo ingenti investimenti e diversi studi indipendenti, è stato accertato che i reattori soddisfacevano tutti i criteri di sicurezza. Secondo il Gruppo questioni atomiche del Consiglio, inoltre, non era più necessario alcun monitoraggio ulteriore. La Bulgaria era diventata un esportatore netto di energia elettrica verso tutti i paesi vicini e poteva talvolta colmare al 100 per cento il deficit di energia della regione. I reattori rimanenti, tuttavia, furono chiusi in virtù dell’accordo, la regione subì tagli nell’approvvigionamento energetico e le centrali sostitutive hanno prodotto un aumento delle emissioni di gas serra. Io stessa ho presentato un’interrogazione al Consiglio e alla Commissione sulla scorta della relazione dell’onorevole Van Orden sulla richiesta di adesione della Repubblica di Bulgaria e del suo paragrafo 33. Nel testo il Parlamento europeo chiedeva al Consiglio di rivedere le date di chiusura con maggiore flessibilità in modo che potessero essere costruiti impianti di nuova generazione che non avrebbero incrementato le emissioni, in altre parole non prima del 2011. La risposta, tuttavia, è stata negativa e l’Unione europea ha scelto piuttosto di mostrare la propria solidarietà sotto forma di ingenti somme erogate come assistenza finanziaria. Per questa ragione è giusto continuare a fornire il sostegno finanziario per un periodo più lungo del previsto, giacché la perdita di capacità produttiva, per non parlare delle altre ripercussioni nella regione, ha comportato conseguenze economiche e sociali gravi per la Bulgaria. In tutta onestà, comunque, dobbiamo chiederci se non si sarebbe potuto evitare questo massiccio investimento finanziario qualora la Commissione e il Consiglio avessero riconsiderato le loro discutibili e rigide condizioni.

 
  
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  Franz Obermayr (NI), per iscritto.(DE) Durante i negoziati di adesione nel 2005, la Bulgaria ha accettato di chiudere e smantellare i reattori 1-4 della centrale nucleare di Kozloduy. Inizialmente l’Unione europea doveva fornire assistenza finanziaria al processo di smantellamento fino al 2009. Ora gli aiuti sono stati estesi fino alla fine del 2013 e saranno stanziati complessivamente 300 milioni di euro. E’ senza dubbio necessario fornire assistenza alla Bulgaria durante il processo di smantellamento di Kozloduy e aiutarla a risolvere i problemi finanziari e ambientali che si accompagnano a questa operazione, come ad esempio lo smaltimento sicuro dei rifiuti radioattivi, la promozione di risorse rinnovabili e la riqualificazione dei lavoratori. Tuttavia, gli aiuti finanziari devono prevedere un’analisi dettagliata dei diversi programmi, controlli finanziari rigorosi e il monitoraggio sistematico dell’impiego dei fondi. Le risorse non devono essere usate per finanziare di nascosto la seconda centrale nucleare bulgara a Belene. La Bulgaria sta attualmente cercando degli investitori europei per Belene e la possibilità di ricorrere ai fondi per lo smantellamento per la seconda centrale giunge proprio nel momento opportuno. Dobbiamo impedire che accada. E’ dunque necessario un sistema di resoconti accurati e rigorosi accertamenti in situ da parte della Commissione, del Parlamento e della Corte dei conti.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (S&D), per iscritto.(RO) L’Unione europea dipende dalle importazioni di energia per il 53 per cento del suo fabbisogno. Per ridurre la loro dipendenza, alcuni Stati membri hanno adottato strategie ambiziose di impiego dell’energia nucleare e di fonti rinnovabili. L’energia nucleare rappresenta il 28 per cento dei consumi totali dell’Unione europea, mentre è la fonte energetica più importante in Belgio, Francia, Lituania, Slovacchia e Svezia. La produzione di energia nucleare non genera emissioni di anidride carbonica, e le bollette mensili dell’energia elettrica sono meno onerose negli Stati membri che usano questa forma di energia. L’Unione europea, tuttavia, impone requisiti estremamente rigorosi che disciplinano la gestione in sicurezza delle centrali e dei rifiuti nucleari. L’adozione di misure severe e di standard elevati in materia di sicurezza delle centrali nucleari e di cooperazione fra le autorità locali, regionali, nazionali ed europee rappresenta la condizione necessaria per un uso sicuro dell’energia nucleare nell’UE. Il regolamento proposto dalla Commissione garantisce parità di trattamento alla Bulgaria, concedendole assistenza finanziaria fino al 2013 per lo smantellamento delle sue centrali nucleari, una decisione stipulata dai trattati di adesione. Lo smantellamento di impianti nucleari richiede una programmazione finanziaria di lungo termine, che prosegue fino a quando il sito è stato completamente bonificato e tutti i rifiuti radioattivi e il combustibile esaurito sono stati smaltiti in modo sicuro.

 
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