Presidente. − L’ordine del giorno reca la discussione su sette proposte di risoluzione sullo Zimbabwe, in particolare il caso di of Farai Maguwu(1).
Anneli Jäätteenmäki, autore. – (FI) Signora Presidente, il Parlamento si è già trovato a discutere in passato della violazione dei diritti umani nello Zimbabwe. Oggi, purtroppo, siamo costretti ancora una volta ad affrontare l’argomento. In questa occasione si tratta del caso di Farai Maguwu, attivista per i diritti umani. Egli è semplicemente un prigioniero di coscienza, arrestato e imprigionato per aver difeso i diritti umani altrui e per aver fornito ai media informazioni sul rispetto di tali diritti nel suo paese.
Il Parlamento europeo ha lanciato un appello per il suo rilascio, chiede che sia condotta un’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani nello Zimbabwe e che, naturalmente, si metta fine a tali violazioni. Questo caso è particolarmente palese e, per questa ragione, davvero spiacevole: un individuo che interviene in difesa dei diritti umani altrui e che si trova a pagare in prima persona.
Véronique De Keyser, autore. – (FR) Signora Presidente, dietro il caso di Farai Maguwu si cela la questione dell’industria diamantifera.
Lo Zimbabwe ha aderito volontariamente al processo di Kimberley, che permette ai suoi membri di vendere diamanti sui mercati internazionali a condizione che questo commercio non finanzi conflitti armati. In occasione dell’incontro del processo di Kimberley tenutosi il 20 e 21 giugno a Tel Aviv, tuttavia, i partecipanti non sono stati in grado di trovare un accordo sul seguente punto: non sarebbe forse necessario integrare anche i diritti umani nel processo di Kimberley? Diverse ONG internazionali hanno condannato le violazioni dei diritti umani nelle miniere diamantifere dello Zimbabwe, violazioni commesse dalle forze di sicurezza. Uno degli informatori delle ONG era Farai Maguwu, direttore del Centro per la ricerca e lo sviluppo dei diritti umani di Manicaland. Per questo motivo Maguwu è stato arrestato il 3 giugno e, da allora, è detenuto in carcere in condizioni molto difficili con l’accusa di aver violato le disposizioni sulla sicurezza di Stato. La situazione è inaccettabile.
La risoluzione chiede l’immediato rilascio del prigioniero, la demilitarizzazione dei giacimenti, l’inclusione di clausole sui diritti umani all’interno del processo di Kimberley e la redistribuzione alla popolazione della ricchezza ottenuta dal commercio di diamanti, per esempio tramite un apposito fondo indipendente.
Esortiamo inoltre la Commissione e il Consiglio a prestare la massima attenzione in materia di buona governance e democrazia nello Zimbabwe e all’interno del dialogo che abbiamo avviato con questo paese e che è caratterizzato da timidi progressi.
Judith Sargentini, autore. − (NL) Signora Presidente, in questo caso abbiamo a che fare con due problematiche diverse o, per essere precisi, con un essere umano e con una problematica. Innanzi tutto, c’è il caso dell’uomo Farai Maguwu, un attivista dei diritti umani, arrestato nello Zimbabwe e brutalmente maltrattato in carcere. Poi c’è la questione del ruolo insolito svolto dall’osservatore del processo di Kimberley. Il compito dell’osservatore dovrebbe essere quello di monitorare la situazione nello Zimbabwe. Invece egli ha stabilito dei contatti con le autorità del paese e ha usato informazioni che gli erano state fornite da Maguwu compromettendo quindi la posizione di quest’ultimo. In discussione, dopo tutto, vi è anche lo stesso processo di Kimberley.
In passato ho partecipato ai negoziati che hanno dato vita a questo sistema in capacità di lobbista per conto di diverse organizzazioni che si occupano di sviluppo. Il sistema si è rivelato efficace. Ha impedito, o ridotto, i finanziamenti alle guerre in Congo, Angola, Sierra Leone e Liberia, finanziamenti alimentati dalla vendita di diamanti. Oggi, tuttavia, c’è il rischio che il processo di Kimberley sia utilizzato per legittimare un’altra prassi, quella della violazione dei diritti umani da parte dei diversi regimi. I diritti umani non sono presi in esame dalla risoluzione e, per questa ragione, chiediamo sia introdotto un emendamento. La risoluzione del Parlamento si limita a menzionare i diamanti di guerra, i diamanti di sangue e nient’altro. Dopo tutto, l’estrazione di questo minerale avviene sempre in condizioni atroci. Una modifica rappresenterebbe un importante passo avanti perché ci permetterebbe di denunciare non solo la situazione nello Zimbabwe, ma anche le violazioni dei diritti umani che da anni il regime angolano commette contro i lunda. Fino a oggi non è stato raggiunto alcun risultato su questo fronte perché il processo di Kimberley prevede una collaborazione fra paesi che non amano le ingerenze nei propri affari interni. Un segnale in questo senso da parte del Parlamento europeo potrebbe comunque essere il primo di una serie destinata a condurre al cambiamento.
Alain Cadec, autore. − (FR) Signora Presidente, devo riconoscere innanzi tutto che, rispetto a questa mattina, regna finalmente un po’ di pace e tranquillità in Aula!
Onorevoli colleghi, ho appoggiato questa risoluzione sulla situazione dei diritti umani nello Zimbabwe, e in particolare sul caso di Farai Maguwu, perché la nostra Assemblea non può restare in silenzio di fronte alle violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali che da decenni vengono commesse nel paese.
Farai Maguwu, direttore del Centro per la ricerca e lo sviluppo, è stato arrestato dalle autorità del suo paese dopo aver condannato le violazioni dei diritti umani nei giacimenti diamantiferi. Con questa condanna stava semplicemente esercitando il suo diritto alla libertà di espressione e alla ricerca di informazioni sui diritti umani e le libertà fondamentali in generale. Il Parlamento chiede il suo rilascio ed esorta lo Zimbabwe a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali per consentire alla società civile di esprimersi senza paura.
Lo Zimbabwe deve inoltre ottemperare scrupolosamente agli impegni assunti in materia di produzione diamantifera nel contesto del processo di Kimberley per poter sfuggire al circolo vizioso del finanziamento dei conflitti armati.
Marie-Christine Vergiat, autore. − (FR) Signora Presidente, l’Aula è tranquilla, direi quasi troppo tranquilla e mi rammarico che a interessarsi alla questione non sia un gruppo più numeroso di onorevoli colleghi. Definire tragica la situazione nello Zimbabwe è, purtroppo, un eufemismo. É tragica per quanto concerne l’economia, la società e, soprattutto, la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani. Le ultime elezioni si sono svolte in un clima di paura. L’arresto di Farai Maguwu, il direttore del Centro per la ricerca e lo sviluppo, in seguito a un’intervista con Chikane, un osservatore del processo di Kimberley, è dunque l’ennesimo episodio che, purtroppo, si aggiunge alla lunga lista delle violazioni dei diritti umani commesse in quel paese.
Le condizioni in cui si svolge l’attività estrattiva dei campi diamantiferi di Marange sono spaventose: lavori forzati, torture, contrabbando, perfino omicidi; tutto avviene sotto il controllo dei militari e a beneficio degli amici di Mugabe. Queste circostanze sono state ripetutamente condannate dalle ONG, anche dall’organizzazione di Maguwu. Per questa ragione è particolarmente sorprendente che Chikane abbia presentato una relazione positiva la cui conclusione è che l’attività estrattiva alla miniera soddisfa i requisiti del processo di Kimberley. L’incontro inter-sessione di Tel Aviv non è approdato ad alcuna decisione circa il seguito da dare a questa relazione. Signora Commissario, può confermarci che, in assenza di un consenso fra gli Stati membri, l’Unione europea si è realmente opposta alla ripresa delle esportazioni legali di diamanti a partire dallo Zimbabwe; che manterrà questa posizione anche alla conferenza di San Pietroburgo; che si adopererà affinché il processo di Kimberley sia esteso fino a includere il rispetto dei diritti umani; e che farà tutto quanto in suo potere per garantire che gli Stati membri adottino le misure necessarie a impedire l’importazione di diamanti dallo Zimbabwe fino a quando le circostanze nel paese non saranno mutate? Può aiutarci a comprendere i motivi che hanno spinto Chikane a formulare un parere positivo quando sembra che alcuni documenti dei suoi fascicoli siano stati sequestrati dagli agenti dei servizi segreti?
L’Unione europea è il maggiore donatore di aiuti umanitari allo Zimbabwe. Deve quindi adottare una posizione esemplare in questo ambito, una posizione che deve mantenere. Può dirci quale sarà la posizione dell’Unione europea a San Pietroburgo?
Geoffrey Van Orden, autore. − (EN) Signora Presidente, da quando sono stato eletto nel 1999, mi sono sempre adoperato affinché il Parlamento manifestasse la propria opposizione al lungo elenco di ingiustizie che Mugabe e i suoi seguaci hanno inflitto al popolo dello Zimbabwe. Devo riconoscere che questo è un ambito in cui l’Assemblea parla con una sola voce.
Oggi ci troviamo a discutere delle violazioni sistematiche commesse dalle forze di sicurezza governative nei confronti dei lavoratori dei campi diamantiferi dello Zimbabwe. Questo paese è membro del processo di Kimberley, l’organismo informale che disciplina il commercio mondiale di diamanti grezzi e che, finora, ha fatto ben poco per fermare queste violazioni. Esorto il processo di Kimberley a prendere in considerazione l’introduzione di provvedimenti rigorosi contro lo Zimbabwe per inadempienza e mi unisco a coloro che hanno condannato il recente arresto di Farai Maguwu, un uomo di grande senso morale, che ha avuto il coraggio di denunciare le violenze commesse dalle forze di sicurezza zimbabwane a Chiadzwa.
Il governo dello Zimbabwe deve procedere all’immediato rilascio di Maguwu e di tutti gli altri prigionieri politici. Noi dovremmo ribadire che il rispetto del diritto alla libertà di espressione era uno degli impegni assunti da tutte le parti con l’accordo politico dello scorso anno. Oggi sono gli aiuti internazionali a soddisfare i bisogni fondamentali di assistenza medica e approvvigionamento alimentare di una larga fetta della popolazione. Le autorità del paese dovrebbero utilizzare i ricchi proventi che l’estrazione dei diamanti dovrebbe generare per creare un fondo fiduciario destinato a rilanciare l’economia e a garantire quell’assistenza sanitaria, quell’istruzione e quei sistemi sociali che oggi sono forniti dai donatori internazionali.
Purtroppo lo Zimbabwe ha ancora un lungo cammino da percorrere prima che si possa affermare che il suo popolo conosce la libertà, la democrazia e uno Stato di diritto degni di questo nome. É giunto il momento di una svolta radicale e l’Unione europea, insieme ai paesi dell’Africa australe, dovrebbe esercitare maggiore pressione affinché nello Zimbabwe si instauri una buona governance.
Michael Gahler, a nome del gruppo PPE. – (DE) Signora Presidente, l’arresto di Farai Maguwu accusato di avere pubblicato informazioni sulla situazione nei giacimenti diamantiferi di Marange mostra dove stia il potere nello Zimbabwe e chi lo detenga veramente oggi nel paese. L’arresto dimostra inoltre che il governo di unità nazionale, una coalizione forzata, di fatto esercita la propria autorità solo nella parte vecchia, dove vivono coloro che godono dell’appoggio di Mugabe.
Credo, pertanto, che sia importante per noi continuare a denunciare queste situazioni e per l’Unione europea continuare a mantenere sulla lista nera coloro che opprimono la popolazione nello Zimbabwe.
Farai Maguwu è stato arrestato dalle stesse persone che traggono vantaggio dall’estrazione diamantifera e che si intascano i proventi delle vendite, che quindi non vengono messi a disposizione della popolazione tramite il bilancio del paese. Mi auguro, pertanto, che sia un’ampia maggioranza del Parlamento a denunciare questa situazione e che entrambe l’Unione e l’Africa australe ribadiscano la necessità di porvi fine.
Michael Cashman, a nome del gruppo S&D. – (EN) Signora Presidente, la situazione è migliorata nello Zimbabwe ma i miglioramenti, purtroppo, non sono sufficienti. Abbiamo assistito agli attacchi contro Maguwu e altri attivisti dei diritti umani. Abbiamo inoltre assistito alla chiusura delle strutture impegnate nella prevenzione e informazione sull’HIV e all’arresto di lesbiche, gay e bisessuali che operavano al loro interno.
La mia protesta di cittadino inglese viene ignorata. Anche quella dei cittadini europei. Permettetemi, però, di ribadire un’ovvietà ai paesi africani: sapete bene che ciò che accade nello Zimbabwe è sbagliato. Se non ci sarà un’azione collettiva da parte vostra, perderete qualsiasi autorità morale nel continente e nel mondo. Ripetiamo che l’Africa è nelle vostre mani, che il futuro dell’Africa è nelle vostre mani. Rimanendo a guardare mentre chi denuncia le violazioni dei diritti umani e difende semplici cittadini viene arrestato, rimanendo passiva, l’Africa diventa complice.
Paweł Robert Kowal, a nome del gruppo ECR. – (PL) Signora Presidente, siamo sempre alla ricerca di strumenti efficaci per esercitare influenza sui paesi terzi, per spingerli al cambiamento e portarli a decidere di sostenere i diritti umani. Questi strumenti non dovrebbero mai ripercuotersi sulla popolazione e sugli aiuti umanitari, ma dobbiamo trovare un modo intelligente per esercitare pressione sul regime del Presidente Mugabe impedendo così che situazioni come quella di Farai Maguwu possano ripetersi in futuro.
Per quanto concerne la difesa dei diritti umani, è in gioco, sostanzialmente, la nostra credibilità. Dobbiamo esprimerci con grande chiarezza con un sì o con un no. O i diritti umani sono rispettati oppure no. Non dobbiamo accontentarci di piccoli progressi. Ho avuto l’impressione che alcuni interventi abbiano espresso una certa soddisfazione per i piccoli progressi realizzati. Noi abbiamo ribadito chiaramente che il governo del Presidente Mugabe non ha alcuna legittimità e il suo operato è esecrabile – forse dovremmo essere più espliciti.
Cristian Dan Preda (PPE). – (RO) Desidero unirmi a coloro che, in quest’Aula, hanno chiesto il rilascio immediato di Farai Maguwu. É nostro dovere condannare le condizioni della sua detenzione e il mancato rispetto dei diritti umani fondamentali durante il suo processo.
Come saprete, il ruolo delle organizzazioni della società civile è di vitale importanza non solo per garantire il successo del processo di Kimberley, ma anche per la difesa della democrazia nello Zimbabwe in generale.
Questo paese, tuttavia, non può progredire sulla strada della democrazia se gli attivisti dei diritti umani sono costretti a tacere quando anche i media internazionali denunciano le violazioni che sono state commesse.
Aggiungo, inoltre, che le autorità zimbabwane hanno il dovere di condurre un’inchiesta imparziale sulle violazioni dei diritti umani nei campi diamantiferi e di consegnare alla giustizia i responsabili. La parola chiave, in questo caso, è trasparenza. I cittadini dello Zimbabwe hanno il diritto di essere informati, il che significa che le autorità del paese devono rispettare gli obblighi che hanno liberamente contratto nel quadro del processo di Kimberley.
Ana Gomes (S&D). – (PT) Il caso di Farai Maguwu è una prova della brutale repressione che ha luogo nello Zimbabwe e della necessità di ampliare l’ambito del processo di Kimberley. I diamanti dovrebbero essere accompagnati da una certificazione che indica che la loro estrazione non solo non è segnata da crimini di guerra, ma neppure da violazioni dei diritti umani, comprese quelle commesse dai paesi e dalle industrie che li utilizzano.
Lo sfruttamento dei diamanti svolge un ruolo importante nella lotta alla povertà e nel conseguimento degli obiettivi del millennio. Secondo Global Witness, nel 2008, l’Africa ha esportato petrolio e minerali per USD 393 miliardi, un importo che è pari a nove volte gli aiuti che il continente riceve. L’uso equo delle risorse naturali a beneficio delle popolazioni locali può rivestire un’importanza cruciale nel rafforzamento dello Stato di diritto, nella promozione della responsabilità sociale delle imprese e, pertanto, nella tutela dei diritti umani.
In questo senso è importante che l’Unione europea adotti meccanismi di lotta alla corruzione nello sfruttamento dei minerali. É una richiesta sostenuta da diversi onorevoli colleghi soprattutto tramite la petizione online al sito http://www.stopcorruption.eu" che invito tutti a firmare.
Franz Obermayr (NI). – (DE) Signora Presidente, sono lieto che oggi sia stato sollevato il caso di Maguwu che rappresenta solamente la punta dell’iceberg, ma, come è stato elegantemente ricordato, il marcio comincia dalla punta. Robert Mugabe, che in passato è stato un combattente per i diritti della popolazione di colore e ha dimostrato grande abilità politica, è oggi un dittatore brutale che ha causato il crollo dell’economia, provocato carestie e disseminato il terrore nel suo paese.
La sua riforma fondiaria, iniziata caoticamente, è infine sfociata nell’esproprio dei terreni degli agricoltori bianchi, il paese è una regione desolata e il 94 per cento della popolazione è disoccupato. Dopo tutto, chiunque arresti attivisti come Maguwu, usando la minaccia del carcere e della tortura nei confronti loro e delle loro famiglie, non rispetta i criteri che devono essere soddisfatti anche in virtù del processo di Kimberley.
Concordo con l’oratore che mi ha preceduto quando afferma che la tutela dei diritti umani deve essere integrata nel processo di Kimberley. Invece di limitarci ad avanzare richieste e lagnanze, dovremmo dare prova di coerenza, appoggiare gli altri Stati e imporre sanzioni per esercitare pressione sullo Zimbabwe, ricorrendo perfino alla sua esclusione dal processo di Kimberley.
Filip Kaczmarek (PPE). – (PL) Signora Presidente, sappiamo tutti che i diamanti possono essere una benedizione, ma anche una maledizione. Non possiamo che augurarci il meglio per lo Zimbabwe e il suo popolo, e vogliamo che i cambiamenti nel paese conducano, un giorno, a una trasformazione completa e costruttiva. Oggi, però, stiamo parlando di qualcuno per il quale i diamanti possono rappresentare una maledizione. Farai Maguwu è stato arrestato con l’accusa di aver pubblicato informazioni pregiudizievoli per la sicurezza di Stato. In realtà, come spesso accade, le autorità di alcuni paesi non comprendono che la loro reputazione è compromessa e minacciata da coloro che violano i diritti umani e non da chi queste violazioni le denuncia pubblicamente. Il rilascio di Farai Maguwu è dunque nell’interesse dello Zimbabwe e mi auguro che il governo del paese ascolti il nostro appello.
Conosciamo esempi costruttivi di utilizzo dei diamanti a favore di uno sviluppo corretto. Il Botswana è uno di questi esempi. Il nostro appello a utilizzare i proventi del commercio di diamanti a favore della sanità, dell’istruzione e della spesa sociale è quindi giustificato e l’obiettivo è raggiungibile.
Corina Creţu (S&D). – (RO) Il caso di cui discutiamo oggi – l’arresto e la detenzione di Farai Maguwu più di un mese fa – è la prova della mancanza di progressi sul fronte del rispetto dei diritti umani nello Zimbabwe. Questo stesso caso attira la nostra attenzione sulla grave situazione nei campi diamantiferi della regione orientale del paese dove l’esercito è spesso accusato di crimini, atti di violenza e gravi violazioni.
Negli ultimi trent’anni il regime di Mugabe ha portato lo Zimbabwe alla bancarotta e alla catastrofe umanitaria. I diamanti di sangue sono la prova del cinismo degli ambienti di governo, privi di qualsiasi scrupolo e rispetto per i loro cittadini.
Lo Zimbabwe sta violando i principi del processo di certificazione di Kimberley sulla vendita di diamanti grezzi. Ritengo che l’Unione europea abbia il dovere di offrire maggiore supporto a questo organismo di cooperazione per rafforzare la dimensione morale del commercio di diamanti nel tentativo di porre fine al traffico illecito di questo minerale che va a finanziare i conflitti e i gruppi armati e che viene estratto con uno sfruttamento barbaro.
Chiediamo l’immediato rilascio di Farai Maguwu e facciamo appello alla diplomazia europea affinché consideri la possibilità di adottare severe sanzioni contro il regime di Harare, costringendolo a porre fine ai maltrattamenti degli attivisti dei diritti umani e alla sanguinosa schiavitù dei campi diamantiferi.
Tunne Kelam (PPE). - (EN) Signora Presidente, poco meno di cinque settimane Farai Maguwu è stato arrestato dalle autorità zimbabwane. Da allora è in carcere, privato dei suoi diritti personali, e le condizioni della sua detenzione non sono note.
Sono lieto che il Parlamento ne chieda unanimemente il rilascio immediato, ma temo che questo arresto possa costituire un duro colpo per i risultati dell’incontro di Tel Aviv e per il processo di Kimberley.
Come ha ricordato l’onorevole Van Orden, nelle miniere di diamanti vige uno sfruttamento sistematico dei lavoratori. La situazione nello Zimbabwe è tipica: enormi proventi derivanti dall’esportazione di minerali che non hanno alcun impatto sulle condizioni di vita della popolazione, che continua a vivere nella povertà e nella malattia. Condivido il parere secondo il quale agli Stati africani spetta un ruolo importante nel miglioramento delle condizioni all’interno dei loro paesi. Sono favorevole a un dialogo fra la Commissione e lo Zimbabwe a condizione che Maguwu sia rilasciato e che le autorità zimbabwane rispettino il processo di Kimberley.
Charles Tannock (ECR). - (EN) Signor Presidente, nei trent’anni trascorsi da quando Mugabe è salito al potere, lo Zimbabwe, da granaio dell’Africa australe, si è trasformato in mendicante. Gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati dall’impoverimento sistematico e deliberato della maggior parte dei 12 milioni di cittadini dello Zimbabwe. Alcuni dei seguaci di Mugabe, in particolare i vertici militari, si sono invece arricchiti in modo spaventoso grazie al controllo dei terreni agricoli espropriati e alle risorse minerarie.
Farai Maguwu ha cercato con coraggio di denunciare le esecuzioni illegali e le violazioni dei diritti umani commesse dall’esercito che controlla molte delle miniere di diamanti del paese. La ricchezza di queste miniere finisce inevitabilmente delle tasche dei seguaci di Mugabe. Si dovrebbe quindi respingere la riammissione dello Zimbabwe al processo di Kimberley. L’Unione europea dovrebbe inoltre cercare di inasprire le sanzioni e di adottarne di mirate nei confronti di coloro che, nello Zimbabwe, si sono arricchiti con il commercio dei cosiddetti diamanti di sangue. Naturalmente Farai Maguwu, che ha esercitato il suo diritto fondamentale alla libertà di espressione, dovrebbe essere immediatamente rilasciato.
Joanna Katarzyna Skrzydlewska (PPE). – (PL) Signora Presidente, le decisioni adottate nel 2000 e approvate dai governi degli Stati interessati e dall’industria internazionale dei diamanti nel 2003 a Kimberley, trovavano la loro ragion d’essere nella lodevole idea di porre fine al commercio dei diamanti di sangue. É stato raggiunto un accordo sui movimenti ribelli che utilizzavano i proventi della vendita di diamanti per finanziare conflitti illegali destinati a rovesciare governi nazionali legittimamente eletti. I movimenti di questo tipo sono all’origine della destabilizzazione interna e dei conflitti che oggi si combattono in molti paesi africani.
Siamo dunque profondamente colpiti dalle notizie sulle violazioni dei diritti umani e sulle numerose vittime civili cadute da quando l’esercito e le forze di polizia hanno preso il controllo dei campi diamantiferi a Marange. Rivolgiamo un appello al governo dello Zimbabwe affinché adotti tutte le misure necessarie in linea con le risoluzioni del processo di Kimberley al fine di ripristinare la normale operatività della miniera. Condanniamo inoltre gli arresti illegali eseguiti nel paese e chiediamo il rilascio di Farai Maguwu.
Angelika Werthmann (NI). – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, il processo di Kimberley è un’iniziativa dei rappresentanti dei governi, dell’industria dei diamanti e della società civile tesa a porre fine al commercio internazionale dei cosiddetti diamanti di sangue.
I segnali di una grave violazione delle norme del processo di Kimberley nei campi diamantiferi di Marange erano già stati individuati nel 2008. Farai Maguwu è uno dei coraggiosi attivisti dei diritti umani che documentano i casi di lavori forzati, tortura e violenza nel paese. Il governo dello Zimbabwe ha aderito spontaneamente al processo di Kimberley; dobbiamo insistere affinché siano rispettati gli obblighi che questo meccanismo prevede.
Kristalina Georgieva, membro della Commissione. − (EN) Signora Presidente, sono particolarmente grata al Parlamento per la discussione odierna.
L’incontro inter-sessione del processo di Kimberley dal 21 al 24 giugno di quest’anno è stato offuscato dall’arresto di Farai Maguwu. La Commissione condivide le preoccupazioni del Parlamento europeo e ha chiesto che a Maguwu sia assicurato il pieno rispetto del suo diritto legale a una difesa. Seguendo la nostra strategia locale che sostiene i difensori dei diritti umani e vuole garantire loro maggiore protezione, la delegazione dell’Unione europea sta monitorando da vicino la situazione ed è in contatto con i legali di Maguwu.
Abbiamo inoltre chiesto allo Zimbabwe di ribadire il proprio impegno nei confronti del ruolo della società civile all’interno del processo di Kimberley. Se, da un lato, il mandato del processo di Kimberley punta a fermare il commercio dei diamanti di sangue, è chiaro che questo processo non può operare nel vuoto e ignorare le preoccupazioni sui diritti umani. Questo è il messaggio forte che l’Assemblea ha inviato oggi – a maggior ragione se consideriamo che il rispetto dei diritti umani soggiace all’obiettivo stesso del processo di Kimberley.
Per quanto riguarda l’incontro di Tel Aviv, in quella occasione l’Unione europea si è dichiarata favorevole a non sospendere l’attuazione della decisione di Swakopmund e ha appoggiato il programma di lavoro congiunto teso a garantire che la cooperazione mineraria a Marangwe rispetti le norme del processo di Kimberley, compresa l’applicazione del cosiddetto meccanismo dell’esportazione sotto supervisione. Crediamo che un rinnovato impegno nei confronti dello Zimbabwe nel contesto del processo di Kimberley sia la strada migliore non solo per garantire il rispetto sotto il profilo tecnico del processo di Kimberley nella regione di Marangwe, ma anche per rafforzare la governance in questo settore critico dell’economia e, in ultima analisi, per migliorare la situazione dei diritti umani a Marangwe.
Per questo motivo l’Unione europea ha invitato lo Zimbabwe a portare avanti con determinazione il proprio impegno rispetto al processo di Kimberley e al programma di lavoro congiunto in modo che i diamanti di Marangwe possano, a tempo debito, contribuire allo sviluppo economico dello Zimbabwe. Il nostro obiettivo è di spingere i membri del processo di Kimberley e lo Zimbabwe a intensificare gli sforzi per creare un consenso su questo tema complesso in quello spirito di dialogo e cooperazione che ha sempre caratterizzato questo processo.
Infine, è importante che il Parlamento sappia che, il 2 luglio, in un incontro con i ministri zimbabwani che rappresentano il governo di unità nazionale, la baronessa Ashton, Alto rappresentante e Vicepresidente della Commissione, ha ricordato che l’attuazione dell’accordo politico globale – nel quale si affrontano le nostre preoccupazioni in materia di diritti umani, Stato di diritto e principi democratici – è fondamentale per garantire la normalizzazione dei rapporti con l’Unione europea.
Come è stato affermato, noi annettiamo grande importanza al rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani da parte dello Zimbabwe. É un argomento che abbiamo sollevato in diverse occasioni e in diverse sedi. La Commissione finanzia, e continuerà a finanziare, moltissime attività nello Zimbabwe in collaborazione con le organizzazioni della società civile. Continuerà a cercare e ad appoggiare modi per creare e sostenere un clima politico aperto in cui siano pienamente rispettati i diritti umani e le libertà dei cittadini.
Per quanto concerne la posizione della Commissione in materia di commercio dei diamanti con lo Zimbabwe, abbiamo chiesto che sia effettuato un audit delle scorte esistenti di questo minerale prima di avviare qualsiasi discussione su una ripresa limitata delle esportazioni. L’Unione europea è stata invitata alla sessione a porte chiuse cui parteciperanno i principali stakeholder e che è stata convocata dalla presidenza del processo di Kimberley a margine dell’incontro del Consiglio mondiale dei diamanti il 14 luglio a San Pietroburgo. In quella occasione avremo modo di approfondire la discussione su questo tema.
Presidente. − La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà fra breve.
Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)
Monica Luisa Macovei (PPE), per iscritto. – (EN) Mi unisco a coloro che hanno chiesto il rilascio di Farai Maguwu. Maguwu è stato arrestato per aver fornito informazioni sul processo di Kimberley. Egli si è consegnato alla polizia dopo che i suoi familiari sono stati maltrattati, arrestati e incarcerati e dopo che i dipendenti della sua organizzazione sono stati costretti alla clandestinità. La detenzione arbitraria di Maguwu è un messaggio intimidatorio che il governo dello Zimbabwe invia agli attivisti dei diritti umani e ai cittadini liberi del paese per evitare che diffondano informazioni sulle realtà di Marange. Farai Maguwu deve essere immediatamente rilasciato. Il governo dello Zimbabwe dovrebbe restituire tutti i computer, i dossier e il materiale appartenente alla sua organizzazione, porre fine alle molestie nei confronti del suo personale, e avviare un’indagine indipendente sulle circostanze che hanno portato all’arresto e alla detenzione di Maguwu. La Commissione e il Consiglio devono sottoporre con urgenza queste richieste alle autorità dello Zimbabwe conferendo loro un carattere non negoziabile.