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Procedura : 2008/0211(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0230/2010

Testi presentati :

A7-0230/2010

Discussioni :

PV 08/09/2010 - 4
CRE 08/09/2010 - 4

Votazioni :

PV 08/09/2010 - 6.1
CRE 08/09/2010 - 6.1
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0308

Discussioni
Mercoledì 8 settembre 2010 - Strasburgo Edizione GU

4. Protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (discussione)
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PV
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la raccomandazione per la seconda lettura (A7-0230/2010), presentata dall’onorevole Jeggle, a nome della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici [06106/1/2010 – C7-0147/2010 – 2008/0211(COD)].

 
  
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  Elisabeth Jeggle, relatore.(DE) Signora Presidente, onorevole Dalli, onorevoli colleghi, dopo quasi due anni di intense discussioni, abbiamo raggiunto un accordo con il Consiglio e la Commissione in merito a una direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, conseguendo un equilibrio importante fra il benessere degli animali e gli interessi della ricerca.

A tal fine desidero esprimere la mia gratitudine a tutte le persone coinvolte per la preziosa collaborazione in questa materia, nonché ringraziare il nostro ex collega, Neil Parish, che in prima lettura nel maggio scorso è stato in grado di garantire al Parlamento una buona posizione di partenza. Desidero ringraziare tutti i relatori ombra e i rappresentanti della Commissione, nonché le Presidenze svedese e spagnola. Non da ultimo ringrazio il personale dei gruppi politici e della segreteria della commissione. Tutti abbiamo fatto quanto in nostro potere per addivenire a questo compromesso.

Rispetto alla direttiva del 1986 attualmente in vigore, questa nuova direttiva sugli esperimenti animali rappresenta un grande progresso in materia di benessere degli animali. L’impiego di animali nella ricerca medica continuerà a essere possibile, in assenza di alternative, benché soggetto a regolamentazioni molto severe. I principi sanciti dalla nuova direttiva sono la sostituzione e la riduzione degli esperimenti sugli animali e il perfezionamento delle procedure inerenti al loro benessere, attraverso regolamenti esaustivi in materia di protezione e criteri di controllo. L’obbligo di effettuare una valutazione etica, comprendente l’analisi dei danni e dei benefici, e di assoggettare ad autorizzazione i progetti, così come la normalizzazione e la necessaria garanzia di competenza delle persone che si occupano degli animali rappresentano nuovi pilastri fondanti.

Gli esperimenti con gli animali non saranno possibili senza previa autorizzazione, ivi compresa un’analisi del progetto in base a considerazioni di carattere etico. È indispensabile effettuare esami approfonditi al fine di stabilire la necessità di un determinato esperimento animale, la possibilità della sua sostituzione con una procedura alternativa e la valutazione di tutti i requisiti in materia di benessere dell’animale relativi alla gravità dell’esperimento. Laddove possibile, i ricercatori devono risparmiare angoscia, sofferenza e dolore agli animali.

Su insistenza della delegazione parlamentare siamo inoltre riusciti a istituire un sistema molto rigido di controllo e di ispezione. L’autorità competente modulerà la frequenza delle ispezioni, che prevedono controlli in loco senza preavviso, al fine di adeguare il livello di rischio atteso. Abbiamo senza dubbio trovato un equilibrio tra gli elevati livelli di benessere degli animali e la possibilità di portare avanti la ricerca in Europa. Tale equilibrio tiene conto delle esigenze della ricerca per quanto concerne la dignità e la salute umana, riconosce gli interessi legittimi dei malati e apporta un sostanziale miglioramento al benessere degli animali rispetto agli standard fissati nel 1986.

Nei negoziati trilaterali siamo giunti a un compromesso che è stato accettato il 3 giugno 2010. Onorevoli colleghi, vi invito ad appoggiare tale compromesso e a respingere tutti gli emendamenti proposti.

 
  
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  John Dalli, membro della Commissione.(EN) Signora Presidente, in primo luogo desidero esprimere il rammarico da parte del Commissario Potočnik per non essere presente oggi. Al momento si trova a Gent per una riunione ministeriale informale sulla posizione dell’Unione europea nel quadro della decima riunione della conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica che si terrà a Nagoya in ottobre.

Desidero ringraziare il Parlamento e, in particolare, i relatori, l’onorevole Jeggle e l’ex parlamentare Neil Parish, i relatori ombra e quanti si sono impegnati per la redazione di questo importantissimo atto normativo. Sono lieto di constatare l’eccellente collaborazione tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione.

I negoziati fra le istituzioni e le consultazioni prima e durante la procedura di codecisione si sono rivelati impegnativi in quanto è stato necessario tenere in considerazione e riflettere il più possibile nel testo le opinioni e le esigenze discordi e spesso profondamente divergenti degli Stati membri, dell’industria, del mondo accademico e dei sostenitori del benessere degli animali. Credo che il risultato si sia concretizzato in un atto normativo giusto e praticabile che rappresenta un ottimo compromesso fra la promozione della ricerca e della competitività europea e la garanzia del pieno rispetto del benessere degli animali.

La revisione era tanto necessaria quanto essenziale per migliorare in modo significativo le condizioni degli animali utilizzati a fini sperimentali, chiarire gli obblighi legali e garantire regole eque nell’Unione. Una volta recepita la nuova legislazione, l’Unione europea sarà in grado di vantare gli standard più elevati al mondo in materia di benessere degli animali utilizzati a fini sperimentali, alzando il livello nei 27 Stati membri così che la competitività della ricerca e dell’industria non venga compromessa, ma al contrario stimolata.

Riteniamo che il testo da sottoporre a votazione oggi conservi tutti gli elementi fondamentali della proposta originaria della Commissione. Credo pertanto che, se il vostro voto sarà favorevole, avremo conseguito gli ambiziosi obiettivi della Commissione per questa revisione.

 
  
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  Herbert Dorfmann, a nome del gruppo PPE.(DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, tutti gli animali necessitano della nostra protezione, siano essi utilizzati a fini sperimentali o per scopi agricoli, siano domestici o selvatici.

Nondimeno, in base al mio personale sistema di valori, un animale è un animale e una persona è una persona. Esiste una chiara gerarchia di valori. Negli ultimi giorni, ad esempio, si è discussa l’apparente possibilità di condurre esperimenti sugli animali senza prima sottoporli ad anestesia. È vero che si può prelevare un campione di sangue da un animale senza sedarlo, ma lo stesso vale per le persone. Dubito che qualcuno di noi sia mai stato sedato prima di un prelievo. Il progresso medico va a beneficio degli esseri umani, di qui purtroppo la necessità degli esperimenti sugli animali. Nel caso di molte malattie, alcune delle quali assai rare, si attendono con ansia sviluppi nel campo della medicina, della scienza e della ricerca, pertanto la sperimentazione animale continuerà a servire in questi settori.

Sono favorevole alla rinuncia agli esperimenti sugli animali laddove siano disponibili altri metodi equivalenti. La proposta che abbiamo davanti a noi ci garantisce tutto questo, con una eccezione, ovvero il divieto di impiegare esseri umani o cellule riproduttive umane nei suddetti metodi alternativi.

Abbiamo raggiunto un valido compromesso che offre protezione alla ricerca, all’Europa in quanto polo di ricerca e soprattutto agli animali. Oggi è opportuno votare in favore di questo compromesso per garantire una più ampia tutela agli animali e a una ricerca efficace in Europa.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (S&D). (RO) Desidero innanzi tutto ringraziare l’onorevole Jeggle, i nostri colleghi e i relatori ombra per la preziosa collaborazione profusa nei negoziati condotti con il Consiglio al fine di addivenire a questo compromesso.

Ogni anno nell’Unione europea si utilizzano circa 12 milioni di animali per gli esperimenti scientifici. I cittadini hanno spesso sollevato la questione della necessità di assicurare loro una protezione migliore.

Laddove possibile, tutti vorremmo impedire la sperimentazione animale, eppure dobbiamo continuare a servircene ai fini della tutela della salute degli uomini, degli animali e dell’ambiente.

Tra le nuove disposizioni aggiuntive della direttiva è previsto l’obbligo di ispezioni più frequenti che in passato, in molti casi senza la necessità di preavviso. È altresì richiesta un’autorizzazione previa per le procedure facenti ricorso all’uso di animali, segnatamente primati non umani.

È stato infatti fissato un limite di sofferenza per gli animali coinvolti in procedure scientifiche e si è proposta una restrizione dell’utilizzo di primati non umani. Questo significa che il loro impiego è possibile soltanto in procedure condotte allo scopo di evitare, prevenire, diagnosticare o trattare affezioni umane potenzialmente letali.

Sono lieta che nel testo definitivo si sia mantenuto l’obbligo di effettuare una revisione periodica della direttiva tenendo conto del progresso scientifico. Desidero sottolineare l’importanza della promozione di metodi alternativi alla sperimentazione animale di cui alla presente proposta di direttiva.

Tutti sappiamo che l’attuale proposta legislativa era prevista da molto tempo e ritengo che a seguito dei negoziati con il Consiglio svoltisi nel corso delle Presidenze svedese e spagnola si sia raggiunta una posizione comune equilibrata che soddisfa tanto la necessità di tutela degli animali utilizzati nelle procedure scientifiche quanto le esigenze della comunità scientifica.

 
  
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  Marit Paulsen, a nome del gruppo ALDE.(SV) Signora Presidente, cercherò di illustrarle brevemente gli antecedenti, ma prima desidero esprimere il mio ringraziamento all’onorevole Jeggle per lo straordinario ruolo di guida assunto in questa materia spinosa.

La proposta della Commissione in merito alla questione in oggetto potrebbe quasi definirsi, in sintesi, estremamente corretta nei confronti degli animali, tanto quanto la prima lettura del Parlamento potrebbe definirsi estremamente corretta nei confronti dell’industria. Negli ultimi anni, grazie al prezioso sostegno delle Presidenze svedese e spagnola, il Parlamento, guidato dall’onorevole Jeggle, la Commissione, il Consiglio, i nostri gruppi di partito e i membri della commissione hanno lavorato, passo dopo passo, parola dopo parola, fino a ottenere quella che oggi si profila come una direttiva ragionevolmente equilibrata.

Se sono gli animali che vogliamo innanzi tutto proteggere, allora desidero spostare l’attenzione sulle strutture che stiamo attualmente approntando per gli animali di cui ci nutriamo. A tale riguardo resta ancora moltissimo da fare. Allo stato attuale questi animali godono di un livello di protezione inferiore rispetto a quelli utilizzati negli esperimenti; basti pensare alle lunghe distanze che percorrono per raggiungere i macelli in Europa. Non li vedete quando siete in autostrada?

In passato mi sono trovata ad affrontare relazioni e negoziati difficili, ma non ho mai visto il Parlamento cambiare i suoi pareri e le sue decisioni in base alla posizione di certi gruppi di interesse presenti. Non me lo aspettavo da questo Parlamento.

 
  
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  Jill Evans, a nome del gruppo Verts/ALE.(EN) Signora Presidente, anche io desidero ringraziare l’onorevole Jeggle per l’infaticabile impegno a favore di questa relazione. Si rilevano miglioramenti significativi nel testo di compromesso, segnatamente riguardo alle ispezioni, al nuovo processo di autorizzazione per gli esperimenti e a un adeguato sistema di classificazione, che accogliamo con favore. Abbiamo però atteso diversi anni l’aggiornamento di questa legge e vi sono ancora tre questioni importanti che rappresentano motivo di preoccupazione per il mio gruppo e che giustificano gli emendamenti da noi presentati.

Riteniamo che gli Stati membri debbano mantenere il diritto, di cui godono al momento, di introdurre norme più restrittive sulla protezione degli animali, come concordato in prima lettura. A nostro parere bisogna ricorrere alle alternative agli animali laddove possibile, mentre l’attuale formulazione del testo circoscrive i requisiti alternativi obbligatori a un numero ridotto di esperimenti, inficiando le leggi vigenti, e questo non è quanto abbiamo votato in prima lettura.

Per quanto concerne i primati non umani, è nostra opinione che senza l’attributo “sostanziale” una patologia debilitante possa riferirsi a qualsiasi disturbo umano piuttosto che a una grave menomazione della salute, come era invece nelle intenzioni.

L’esperienza acquisita con le normative in materia ci insegna che l’attuazione e l’applicazione risultano fondamentali ai fini della loro efficacia, quindi i suddetti aspetti sono cruciali. Con l’obiettivo di una maggiore chiarezza che sia frutto di un dialogo più approfondito, il mio gruppo chiede di rinviare la questione alla commissione.

 
  
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  Janusz Wojciechowski, a nome del gruppo ECR.(PL) Signora Presidente, sono lieta che questa direttiva si sia concretizzata e desidero congratularmi con l’onorevole Jeggle perché il lavoro necessario a raggiungere questo compromesso è stato molto oneroso. È positivo che l’Unione europea stia disciplinando un altro settore importante relativo al trattamento degli animali e che si stiano adottando soluzioni intese a impedire ogni forma di crudeltà nei loro confronti. Nel sistema precedente gli esperimenti indispensabili condotti sugli animali erano troppo crudeli. È possibile fissare un limite in tal senso e la presente direttiva si muove in questa direzione. La crudeltà nei confronti degli animali li danneggia e ne causa sofferenza, ma più di tutto danneggia l’uomo, in quanto costituisce un affronto alla sua dignità. Chi si dimostra crudele verso gli animali agisce contro la propria umanità e dignità. La risoluzione adottata oggi dal Parlamento rappresenta un passo in questa direzione, benché contempli una disposizione sulla quale nutro alcune riserve e che esporrò nel mio intervento dopo la votazione.

 
  
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  Marisa Matias, a nome del gruppo GUE/NGL.(PT) Signora Presidente, l’Europa ha l’obbligo di promuovere la tutela degli animali, ma ciò che è in discussione qui trascende questa premessa e pone alcune difficili questioni. Nessuna certezza va considerata un valore assoluto in sé e per sé, nondimeno ci troviamo ad affrontare scelte e contraddizioni cui si può rispondere soltanto grazie a una normativa equilibrata.

Su una scala di valori il benessere degli animali va collocato al di sotto del valore della salute umana o no? Come si profila l’attuale strategia di ricerca europea laddove sono coinvolte la salute umana e la ricerca di base, ad esempio? Come si può impedire l’abolizione della ricerca medica in Europa, dato che ciò in definitiva ne comporterebbe la distruzione?

Eliminando queste domande possiamo anche metterci a tacere la nostra coscienza europea, ma stiamo esportando la ricerca medica, ad esempio, in altri paesi che forse non garantiscono il controllo del benessere degli animali. Dobbiamo essere in grado di sviluppare e promuovere metodi alternativi all’impiego degli animali a fini scientifici, ma la discussione resta aperta e mi auguro di cuore che la questione venga esaminata in modo più approfondito.

 
  
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  Giancarlo Scottà, a nome del gruppo EFD. Signora Presidente, onorevoli colleghi, è importante e necessario trovare un punto di equilibrio tra la necessità di portare avanti la ricerca scientifica e il bisogno di proteggere il benessere degli animali.

Attualmente, la tutela degli animali utilizzati nelle procedure scientifiche è carente. Attraverso le nuove conoscenze scientifiche si possono promuovere alternative che sostituiscono o riducono l'impiego degli animali. Bisogna utilizzare metodi o procedure che causino minor dolore e sofferenza possibile, senza ostacolare però la sperimentazione scientifica per la lotta contro le malattie.

È giusto dunque rivedere la legislazione europea sulla protezione degli animali in modo da ottenere risultati soddisfacenti, preservando le esigenze dell'industria della ricerca, data la necessità di proseguire la ricerca scientifica a beneficio della salute umana e, allo stesso tempo, tutelando il benessere degli animali ancora necessari per fini scientifici.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. LAMBRINIDIS
Vicepresidente

 
  
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  Mike Nattrass (NI).(EN) Signor Presidente, la Commissione ha proposto questa direttiva nel 2008 e vi erano motivi di preoccupazione in merito agli eccessivi oneri imposti all’industria della ricerca scientifica. La proposta alleggerirà alcune restrizioni e ho riscontrato che il requisito di condivisione dei risultati delle ricerche sugli animali è stato abolito.

Ogni anno nell’Unione europea vengono utilizzati circa 12 milioni di animali a fini sperimentali e questa proposta potrebbe acuirne la sofferenza. Dobbiamo ridurre la necessità delle sperimentazioni animali.

Gli esseri umani civili cercheranno un compromesso fra le esigenze della ricerca e l’obbligo di rispettare la vita di altre creature su questo pianeta. Tali decisioni richiedono la saggezza di Salomone. Ammetto che mi rincresce doverlo chiedere, ma il Parlamento europeo possiede questa saggezza?

 
  
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  Martin Kastler (PPE).(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, offrendo una più ampia tutela agli animali utilizzati nella ricerca scientifica stiamo compiendo un nuovo e importante passo avanti in materia di benessere degli animali.

Molto è stato detto riguardo al benessere degli animali e sul fatto che l’Europa rappresenta un polo di rilievo per la ricerca industriale e l’innovazione. Resta tuttavia una questione da sviscerare e coincide con un valore fondamentale dell’Unione europea: la dignità umana e il modo in cui trattarla. Ritengo non si debba migliorare il benessere degli animali esponendoci a rischi in un settore che, almeno in parte, è incompatibile con i nostri valori europei.

Perché dico questo? Nei suoi documenti la Commissione europea ha accennato a metodi alternativi, tra i quali cinque metodi che prevedono la ricerca nel campo delle cellule staminali embrionali, segnatamente delle cellule staminali umane, e il loro utilizzo. A mio avviso questo è immorale e non posso ignorarlo quando oggi verrà votata la proposta di compromesso tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione. Desidero quindi invitare voi e, in particolare, il Consiglio, gli Stati membri e la Commissione, sotto forma del cosiddetto comitato di regolamentazione, ad adottare un approccio molto delicato. Mostrare preoccupazione per la dignità umana non significa opporsi al benessere degli animali, al contrario, noi vogliamo entrambe le cose. Vogliamo collaborare per tutelare la dignità delle creature viventi, siano animali o esseri umani, nel modo più consono al nostro concetto europeo di dignità, così da poter operare congiuntamente per difenderla e sostenerla.

Uno dei segni distintivi dell’Europa è la volontà di lottare per la libertà e la dignità umana. Non mi trovo quindi nella condizione di prendere parte alla votazione odierna, in quanto in un’ottica morale mi è impossibile fare una cosa ignorando l’altra. È giusto che oggi si sia discusso questo argomento, ma la terza dimensione della dignità umana è andata persa alquanto malamente.

 
  
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  Paolo De Castro (S&D). – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, dopo un anno e mezzo di difficili negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione, siamo finalmente giunti a un testo di compromesso sul dossier sensibile sulla sperimentazione animale. Si è trattato di un lavoro difficile e desidero ringraziare la nostra relatrice, onorevole Elizabeth Jeggle, e i nostri relatori ombra per aver condotto un così intenso negoziato.

Il testo è stato approvato in seno alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, che ho l'onore di presiedere, senza nessun voto contrario e solo quattro astensioni. Esso rappresenta un buon punto di equilibrio tra l'esigenza di migliorare il livello di benessere degli animali utilizzati negli esperimenti e quella di permettere il progresso nella ricerca medica. La proposta mira ad analizzare e migliorare la direttiva del 1986, ormai obsoleta, e a uniformare le regole europee in materia.

La sperimentazione sugli animali suscita in tutti noi e nell'opinione pubblica una particolare sensibilità, ma posso affermare con convinzione, onorevoli colleghi, che stiamo per votare un testo ragionevole, frutto di un lavoro serio e rigoroso, che rappresenta un avanzamento rispetto alla legislazione esistente in termini di protezione degli animali, ma che, allo stesso tempo, non perde di vista la responsabilità morale che abbiamo nel far progredire la ricerca in campo medico.

 
  
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  George Lyon (ALDE).(EN) Signor Presidente, è innegabile l’esistenza di forti posizioni a sostegno dell’una e dell’altra tesi. L’argomentazione è assai chiara: da un lato vi è chi ritiene prioritari i diritti degli animali, dall’altro chi crede al diritto della società di assistere al progresso nello sviluppo di farmaci, terapie e cure per gli infermi, i malati e i sofferenti. Occorre trovare il giusto equilibrio. Sì, dobbiamo proteggere gli animali, ma dobbiamo anche garantire ai nostri scienziati gli strumenti necessari a sviluppare i nuovi farmaci che in futuro potranno curare alcune delle patologie più terribili che ci troviamo a fronteggiare in quanto società.

Riguardo alla suddetta argomentazione, il testo in oggetto mantiene il giusto equilibrio tra questi due punti di vista. Ritengo che la tutela degli animali e i diritti della società siano trattati in modo corretto e l’equilibrio lo ritroviamo proprio qui, nel testo davanti a noi. Desidero rendere omaggio all’onorevole Jeggle e a tutti i relatori ombra per il lavoro svolto.

Giunti a quest’ora tarda della giornata, inviterei i verdi a riflettere attentamente sugli emendamenti proposti. L’argomento è già stato trattato nella discussione e si è svolto un negoziato. A mio avviso il testo tiene conto dei loro timori e li affronta. Il tema è troppo importante perché si faccia politica e a questo punto li invito a prendere in considerazione l’idea di ritirarsi prima di procedere alla votazione.

 
  
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  Carl Schlyter (Verts/ALE).(SV) Signor Presidente, la lotta a favore degli animali va di pari passo con la lotta per una ricerca migliore. Chiunque difenda gli esperimenti sugli animali indebolisce la ricerca. Esiste una tradizione, una falsa credenza, riguardo all’efficacia della sperimentazione animale. Sempre più farmaci comportano reazioni specifiche negli esseri umani e pertanto detti esperimenti non hanno alcun valore. Le alternative sono al contrario efficaci, più rapide ed economiche. Gli emendamenti proposti dal gruppo Verde/Alleanza libera europea mirano ad aiutare gli animali e la ricerca, quindi vi esorto a votarli.

Esiste inoltre una scappatoia che consente l’impiego di scimmie. È opportuno eliminarla con gli emendamenti proposti dai verdi. Le scimmie si possono accettare soltanto nelle eventualità peggiori di sintomi di affezione umane gravi; non esistono scappatoie.

Da ultimo i paesi devono avere l’opportunità di prendere l’iniziativa in materia di tutela degli animali e di sperimentazione di nuovi metodi; soltanto così l’Europa potrà primeggiare a livello mondiale nell’ambito della protezione degli animali e della ricerca medica.

 
  
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  John Stuart Agnew (EFD).(EN) Signor Presidente, in qualità di agricoltore ho sempre auspicato un trattamento corretto nei confronti degli animali e ritengo sia così nel Regno Unito, almeno da parte della nostra comunità scientifica.

Ho visitato l’Huntingdon Life Sciences nella mia circoscrizione elettorale e so che il personale dedicato svolge esclusivamente le attività necessarie al progresso scientifico. Questo istituto conduce test su prodotti farmaceutici che, di qui a qualche anno, potrebbero essere in grado di salvare la vita di qualcuno in quest’Aula. Ogni dipendente ha l’obbligo di agire da informatore nel caso in cui sia in possesso di prove attestanti maltrattamenti sugli animali.

Non possiamo e non dobbiamo imporre controlli inutili che limitano in modo arbitrario alcuni approcci. Questi tre emendamenti non miglioreranno il benessere degli animali, al contrario, la loro imposizione osterà la ricerca. Essi, fra l’altro, porteranno inevitabilmente a un conflitto legalistico che non stimolerà in alcun modo il progresso medico, ma che probabilmente arricchirà gli avvocati.

In tutta franchezza, è opportuno che l’Unione europea applichi un po’ di più il concetto “se non è rotto, non aggiustarlo”. Nel Regno Unito esiste un sistema sensato, una comunità scientifica responsabile (compresa, nella mia circoscrizione elettorale, quella fucina di progresso scientifico mondiale che è l’Università di Cambridge) e leggi equilibrate che rispondono in modo ragionevole alle esigenze tanto della scienza quanto del benessere degli animali. Questo attento equilibrio va preservato. Il mio messaggio all’Unione in tal senso è semplice: una volta tanto, evitiamo di strafare.

 
  
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  Miroslav Mikolášik (PPE).(EN) Signor Presidente, la direttiva in discussione ha lo scopo di limitare i test sugli animali e migliorare le condizioni degli animali usati nella ricerca.

L’Europa vanta già gli standard più elevati al mondo in materia di benessere degli animali e questa direttiva li innalzerà ulteriormente, il che è encomiabile. Non va dimenticato però che gli esseri umani e la loro prosperità sono più importanti del benessere degli animali e che esiste una differenza fondamentale in termini di dignità fra animali ed esseri umani.

Apprezzo l’equilibrio fra norme più severe sul benessere degli animali e l’impiego di animali, pur consentendo la continuazione della ricerca nel rispetto di condizioni rigorose. Caldeggio il principio delle “tre R” (“replace, reduce and refine”): sostituire, laddove possibile, gli esperimenti sugli animali con altri metodi; ridurre al minimo il numero di animali impiegati e perfezionare gli standard di allevamento, cura e sistemazione.

I test sugli animali saranno consentiti soltanto in assenza di metodi alternativi, garantendo a un tempo la ricerca medica. Si verrà così a creare un equilibrio fra l’esigenza etica di ridurre la sperimentazione animale e i requisiti necessari a una ricerca medica moderna.

A tale riguardo desidero esprimere la mia ferma opposizione a metodi alternativi alla sperimentazione animale che prevedono test basati sull’uso di cellule staminali embrionali umane. Nutro timori per quegli Stati membri le cui norme nazionali non escludono in maniera esplicita dall’ambito delle sperimentazioni alternative obbligatorie quei metodi che contemplano l’uso di embrioni umani. Con l’entrata in vigore di questa direttiva dovrebbe essere obbligatorio per gli Stati membri assicurare l’applicazione dei predetti metodi alternativi, siano essi fondati o meno su cellule staminali derivate da embrioni.

Mi asterrò quindi dalla votazione finale e invito gli Stati membri a fornire alternative diverse da quelle che ricorrono alla distruzione della vita umana.

 
  
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  Luis Manuel Capoulas Santos (S&D).(PT) Signor Presidente, Commissario, onorevoli colleghi, anche io desidero innanzi tutto congratularmi con l’onorevole Jeggle per l’eccellente lavoro svolto a nome del Parlamento e della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, congiuntamente alla Commissione e al Consiglio. Dopo un anno e mezzo di negoziati ininterrotti nel corso delle Presidenze svedese, spagnola e belga è stato possibile trovare un compromesso equilibrato fra le esigenze della comunità scientifica e quello che in queste circostanze potremmo definire il “benessere animale”.

La maggioranza necessaria a ottenere questo risultato è stata raggiunta durante una discussione molto intensa ed emozionante nella quale tutti i partiti hanno fatto concessioni. Anche il pubblico ha ampiamente partecipato, come d’altronde ci si aspetta in una questione delicata come questa. I responsabili politici devono tuttavia prendere decisioni e se da un lato è opportuno mostrarci sensibili nei confronti della sofferenza degli animali, dall’altro bisogna operare scelte e stabilire una gerarchia di valori. La posizione rappresentata oggi dall’onorevole Jeggle si fonda su una gerarchia di valori con un apparente equilibrio tra benefici per la salute umana e sofferenza degli animali. Il gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo voterà quindi a favore della relazione, respingendo eventuali emendamenti.

 
  
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  Jorgo Chatzimarkakis (ALDE).(DE) Signor Presidente, desidero innanzi tutto esprimere la mia gratitudine e porgere i miei rispetti all’onorevole Jeggle, che ha lavorato per anni a questa relazione. Ciononostante, onorevole Jeggle, mi preme puntualizzare una cosa: in quanto europei, non possiamo sentirci orgogliosi di questa relazione. È troppo vaga e consente troppe libertà che un paese o un continente con un ruolo guida in materia di benessere degli animali in tutto il mondo non dovrebbe consentire.

Prevedo un peggioramento della situazione, in particolare per quanto concerne il riutilizzo di animali a fini sperimentali. In passato questa prassi era più difficile, ma ritengo che ora i regolamenti siano stati indeboliti. Scuota pure il capo, ma è innegabile che a una più attenta analisi i dettagli e le sfumature della formulazione del testo risultano determinanti. I livelli di gravità degli esperimenti rappresentano un altro ambito a rischio di peggioramento in molti Stati membri. Germania, Regno Unito e Svezia, ad esempio, si erano già spinti oltre. Abbiamo fissato una soglia del dolore che è stata mitigata dalle deroghe concesse dal Consiglio e per di più la Commissione si è vista ridurre la sua facoltà in materia di ispezioni.

Malgrado tutto voterò a favore della relazione, onorevole Jeggle, in quanto rappresenta un miglioramento rispetto alla direttiva del 1986, che ha ormai 24 anni. I meccanismi di autorizzazione sono già predisposti, serve un permesso previo per tre fasi della sperimentazione, il che è positivo, e le procedure sono state semplificate, un altro passo avanti. Personalmente mi compiaccio del fatto che siamo stati in grado di salvare la questione dei metodi di sperimentazione alternativi dall’ultima legislatura. Serviranno tuttavia altri fondi a tale riguardo.

La revisione della direttiva entro i prossimi sette anni costituisce un valido presupposto, anche se fra sette anni saranno necessari miglioramenti affinché l’Europa possa mantenersi all’altezza della sua reputazione di leader mondiale in materia di benessere degli animali.

 
  
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  Maria do Céu Patrão Neves (PPE).(PT) Signor Presidente, la relazione presentata oggi in quest’Aula dalla nostra collega, onorevole Jeggle, mira a portare a compimento un processo tanto lungo quanto complicato, reso possibile soltanto grazie a un lavoro impegnato e a un’abile capacità di dialogo, e per questo desidero ringraziarla.

Ogni qualvolta un tema in esame richiama interessi molteplici e valori morali, si scatenano non soltanto argomentazioni solide e razionali, ma anche reazioni emotive. Questo non favorisce il consenso auspicato in questa sede al fine di rendere servizio ai cittadini europei, rispettando a un tempo le opinioni dei vari gruppi politici e degli Stati membri. Un simile atteggiamento ci consentirebbe di contribuire all’integrazione europea attraverso l’elaborazione e la presentazione di norme comuni. Ed è proprio questa attesa armonizzazione dei criteri a essere oggetto della presente relazione, nel quadro di un approccio inteso a garantire un più elevato grado di tutela della vita degli animali.

Parimenti, nel corso dei due anni successivi alla decisione di rivedere la direttiva 86/609/CEE del Consiglio in materia di protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e tenendo conto delle disparità fra gli Stati membri, si è assistito al tentativo di introdurre norme più dettagliate in materia per attenuare le differenze procedurali. L’importante era trovare un equilibrio fra un livello più elevato di protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici e l’esigenza di salvaguardare le condizioni necessarie allo sviluppo della ricerca biomedica nell’Unione europea. Detto equilibrio è stato raggiunto nel testo che a breve voteremo.

In tal modo arrecheremo beneficio agli animali che vogliamo proteggere e soddisferemo le nostre responsabilità nei confronti degli animali, senza compromettere la qualità e il progresso della ricerca biomedica di cui ci gioviamo quotidianamente.

 
  
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  Ulrike Rodust (S&D). (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, è opportuno votare a favore di questa relazione sulla direttiva in materia di sperimentazione animale. Nel corso dei negoziati con la Commissione e il Consiglio, il Parlamento ha conseguito un notevole risultato, segnatamente il principio di sostituzione, riduzione e perfezionamento.

È innegabile che dal punto di vista del benessere degli animali resti ancora molto da fare. Il Consiglio non si è tuttavia mostrato disposto a compiere sforzi ulteriori, precisando che non vi sarebbe stata un’altra direttiva se non accettavamo il suddetto risultato. Ciò non vieta, in futuro, di continuare a compiere progressi in questo ambito. Le nostre politiche devono accordare alta priorità al benessere degli animali e alla ricerca e sarei lieta se oggi riuscissimo a porre fine una volta per tutte alla sperimentazione animale. Purtroppo siamo ben lungi dal conseguire questo obiettivo e pertanto è nostro dovere offrire la massima tutela possibile agli animali.

A tal fine il compromesso negoziato offre una base di gran lunga migliore; l’importante è che tutti gli Stati membri garantiscano un’attuazione coerente della nuova direttiva. Desidero esprimere un sincero ringraziamento alla relatrice e a tutti i relatori ombra per il loro difficile lavoro.

 
  
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  Cristiana Muscardini (PPE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, certamente la relatrice e coloro che con lei hanno lavorato hanno fatto un lavoro difficile per il quale li ringraziamo.

Personalmente, tuttavia, non posso nascondere che, insieme ad alcuni esponenti del governo italiano nel quale mi identifico, nutro delle perplessità per un problema che, dopo 24 anni, ci sembra ancora non risolto nel senso giusto che avremmo voluto.

Alcuni colleghi hanno ricordato che gli animali hanno sensibilità diverse rispetto agli esseri umani. In effetti, nessun animale farebbe mai ciò che sta avvenendo in Iran, che è già avvenuto e che avverrà ancora. In genere gli animali non torturano, non lapidano e non dicono quelle menzogne così tipiche anche del nostro mondo politico.

A questi animali noi dobbiamo giustamente chiedere di esserci utili per una ricerca scientifica migliore e per migliorare la salute dell'uomo, ma non abbiamo il diritto di chiedere che su di essi si possano continuare a esercitare esperimenti inutili, ripetitivi, che servono solo a far intascare soldi a qualche pseudo ricercatore.

Sappiamo benissimo che con gli esperimenti in vitro o con i simulatori informatici del metabolismo umano oggi è possibile raggiungere obiettivi più certi di quelli ottenuti con la sperimentazione animale, perché spesso non è possibile trasferire il risultato dell'esperimento da una specie all'altra, né nel mondo animale né dall'animale all'uomo.

Per queste ragioni ci augureremmo che questo provvedimento fosse rivisto per andare più nel senso della modernità e del rispetto reciproco.

 
  
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  Elisabetta Gardini (PPE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio la relatrice e i relatori ombra per il risultato ottenuto. Ritengo che abbiamo ottenuto il miglior compromesso possibile tra le necessità della ricerca e la garanzia del benessere degli animali utilizzati a fini scientifici.

Purtroppo, la ricerca sugli animali resta fondamentale, non esistono alternative. Simulazioni al computer e colture cellulari non bastano, a detta non dei politici, ma dei ricercatori. Allora vorrei ricordare in questa sede, che alcune gravissime malattie sono state sconfitte proprio grazie ai test effettuati su specie viventi; vorrei ricordare che al 98 percento queste specie sono costituite da roditori e, quindi, solo in minima parte vengono utilizzate specie più grandi. Vorrei anche ricordare che, grazie a questi test, oggi disponiamo di cure contro la leucemia, il diabete e alcuni tipi di tumore. Vorrei infine ricordare che i ricercatori sono i primi a voler evitare inutili sofferenze e credo basti andarli a trovare sul posto di lavoro per averne conferma.

È vero che sussistono ancora alcune parti che destano preoccupazione. Vorrei sollevarne una che non è ancora stata citata: all'articolo 49 scompare qualsiasi accenno ai comitati etici, che vengono invece sostituiti da più generici comitati nazionali per la protezione degli animali. Ecco, questo solleva qualche allarme proprio da parte degli addetti ai lavori, perché esistono già comitati etici presso molti laboratori e altri sono in via di istituzione; c'è quindi il timore che possa essere in qualche modo sminuito il ruolo di questi comitati, che vengano invece magari sostituiti da comitati più generici, con un livello inferiore di preparazione etica e scientifica.

 
  
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  Rareş-Lucian Niculescu (PPE).(RO) Desidero in primo luogo ringraziare la relatrice, onorevole Jeggle, per l’eccellente lavoro svolto, nonché esprimere sostegno ai colleghi intervenuti oggi contro i tre emendamenti alla posizione comune.

Questo compromesso non è perfetto, benché al momento resti il migliore possibile nella sua formulazione.

Il contenuto della proposta è il risultato di una consultazione avviata con eminenti scienziati che sanno ciò di cui hanno bisogno per continuare le loro ricerche.

Eventuali emendamenti al suddetto compromesso porteranno a una ripresa della consueta procedura, che a mio avviso non è nell’interesse di nessuno. Per questo esorto tutti i colleghi che prenderanno parte alla votazione odierna a respingere i tre emendamenti, consentendo la piena efficienza della ricerca europea.

 
  
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  Anna Záborská (PPE).(FR) Signor Presidente, Commissario, invito il Consiglio e la Commissione a garantire il divieto di utilizzo di cellule embrionali o adulte prelevate da esseri umani ai fini della tutela degli animali.

La situazione attuale consente infatti l’impiego di materiale umano per proteggere gli animali nel caso di sperimentazioni indispensabili. Si fa un gran parlare di compromesso e il risultato di questa cultura del compromesso è che non sappiamo più cosa è eticamente ammissibile e cosa non lo è. Vi sono nondimeno talune questioni etiche che escludono qualsiasi compromesso. Se la Commissione e il Consiglio non sono in grado di garantire questo divieto, ciò costituirà un prova concreta del modo in cui l’Unione europea tratta gli esseri umani.

Mi rincresce, ma senza questa garanzia non posso appoggiare il testo della direttiva proposta.

 
  
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  Karin Kadenbach (S&D).(DE) Signor Presidente, onorevole Dalli, siamo pienamente concordi sulla necessità di offrire la migliore assistenza sanitaria ai cittadini europei, e questo include farmaci affidabili con effetti collaterali minimi e trattamenti all’avanguardia. Purtroppo, alla luce dello stato attuale del progresso scientifico, non siamo in grado di farlo senza prescindere dagli esperimenti sugli animali.

Giudico pertanto questa relazione un tentativo perfettamente riuscito di conseguire un equilibrio tra il benessere degli animali e le esigenze sanitarie degli esseri umani. Il principio delle “tre R” (“replace, reduce and refine”, ovvero sostituzione, riduzione e perfezionamento) costituisce il requisito di base per ottenere questo risultato, dato che oggi si è parlato spesso di dignità umana, che per me è inscindibile dal rispetto per gli animali.

Occorrono autorizzazioni previe, controlli severi e sistemi ispettivi efficaci. La normativa da sola non basta. Dobbiamo continuare a vigilare, garantendo l’effettiva attuazione dei contenuti delle relazioni.

 
  
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  Frédérique Ries (ALDE).(FR) Signor Presidente, ritengo esista una larga convergenza su questo punto: in un mondo ideale non dovrebbe esserci bisogno di condurre ricerche sugli animali. La realtà però è che viviamo in un mondo pieno di sofferenza in cui uomini, donne e bambini malati sono in attesa di cure e quindi dei risultati di dette ricerche, che sono vitali e decisive. Per tale motivo dobbiamo appoggiare l’eccellente compromesso raggiunto dall’onorevole Jeggle, della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, e dal Consiglio.

Come già dichiarato, l’accordo riduce al minimo la sofferenza degli animali senza tuttavia limitare la ricerca, che è essenziale per milioni di pazienti in Europa e in tutto il mondo. Lo sapevate che il 70 per cento dei premi Nobel per la medicina è stato assegnato a lavori basati su esperimenti animali?

Il presente testo non ci chiede di scegliere tra topi e uomini; questa direttiva tutela sia i pazienti sia gli animali. Questa direttiva tutela il nostro futuro.

 
  
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  Martin Häusling (Verts/ALE).(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, tutti conveniamo sul fatto che questi regolamenti siano migliori dei precedenti. Ritengo nondimeno molto sbrigativo da parte sua, onorevole Jeggle, affermare che non esistono alternative al compromesso. A mio avviso si potevano trarre maggiori vantaggi da questa situazione.

È innegabile che il gruppo di interesse scientifico abbia esercitato una notevole pressione, e tutti ne abbiamo preso atto, ma il nostro obiettivo principale, ovvero la riduzione del numero di esperimenti sugli animali, è stato conseguito? Rimane un grosso punto interrogativo sulla questione. L’altro problema è la mancata limitazione dell’uso di primati non umani.

Noi del gruppo Verde/Alleanza libera europea consideriamo motivo di grande preoccupazione, nonché una grave violazione dei principi europei, che agli Stati membri non sia consentito dare attuazione a regolamenti più rigorosi di quelli presenti nella vigente legislazione. Questa situazione deve cambiare ed è urgente un riesame serio. Questo è il primo punto degli emendamenti presentati dai verdi, nonché il motivo per cui non ritireremo detti emendamenti. Chiediamo che la proposta venga rinviata alla commissione.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL).(PT) Signor Presidente, lo sviluppo di tecniche e metodi che non prevedono la necessità di sperimentazioni sugli animali e che riducono al minimo la sofferenza loro inflitta, laddove questa sia inevitabile, dovrebbe essere un obiettivo importante della ricerca scientifica e dello sviluppo sperimentale e tecnologico che è utile stimolare. Oltre a tale sviluppo, occorre tenere conto anche dell’esigenza di diffondere le tecniche e i metodi di cui sopra, unitamente alla loro integrazione da parte di istituti di ricerca e sviluppo e di sistemi scientifici e tecnologici nazionali con livelli diversi di sviluppo.

L’Unione europea deve assumere un ruolo di rilievo in questo ambito per promuovere la collaborazione tra gli istituti e i sistemi scientifici e tecnologici di paesi diversi, ivi compresi i paesi terzi. A nostro avviso – in questo settore così come in altri, naturalmente – la fissazione di livelli minimi comuni di protezione nella legislazione non deve ostacolare i singoli Stati membri che intendano adottare livelli di protezione più elevati.

 
  
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  Anna Rosbach (EFD).(DA) Signor Presidente, non posso che caldeggiare il miglioramento della direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, benché la situazione sia alquanto paradossale, vista la mia contrarietà agli esperimenti sugli animali. I metodi di sperimentazione alternativi in realtà esistono, e per fortuna la revisione della direttiva li contempla. Sono lieta di questa indicazione e mi auguro che i metodi alternativi ricevano maggiore impulso. In questo momento però l’Unione europea deve introdurre norme umane e sicure per gli animali utilizzati a fini sperimentali. Da ultimo si è riconosciuto che gli animali sono esseri senzienti e ciò porterà alla fissazione di soglie del dolore. Ma perché non si introduce il divieto di effettuare più di una volta gli esperimenti sugli stessi animali? Perché non si vieta l’impiego delle scimmie nella ricerca sul cervello? Mi infastidisce il peso eccessivo accordato al tornaconto di organizzazioni interessate anziché al benessere degli animali e trovo altresì frustrante che in questa sede si possa legiferare soltanto per l’Unione europea. Come vengono trattati gli esperimenti sugli animali al di fuori dell’Unione?

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE).(EN) Signor Presidente, accolgo con favore l’iniziativa della Commissione e giudico un importante risultato l’accordo raggiunto sull’armonizzazione delle pratiche nel settore della sperimentazione animale all’interno dell’Unione europea.

La presente direttiva segna un importante passo avanti verso il conseguimento dell’obiettivo della sostituzione degli esperimenti sugli animali vivi a fini scientifici non appena ciò sarà scientificamente possibile. Essa obbligherà innanzi tutto gli Stati membri a promuovere lo sviluppo di metodi alternativi. Esorto caldamente gli Stati membri affinché garantiscano l’erogazione di finanziamenti adeguati per la formazione, la ricerca, lo sviluppo e l’attuazione di metodi o strategie di sperimentazione scientificamente soddisfacenti che non prevedano il ricorso agli animali.

 
  
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  Paul Rübig (PPE).(DE) Signor Presidente, in qualità di membro della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia accolgo con favore i suddetti regolamenti e l’accordo raggiunto in questa sede. Prendo atto che è sempre difficile trovare un compromesso, ma occorrono norme etiche consone sia in materia di esperimenti sugli animali sia di test sugli esseri umani, e non possiamo che dare attuazione agli standard più elevati di cui attualmente disponiamo.

Naturalmente riteniamo altrettanto importante lo sviluppo di alternative. L’ottavo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico deve incentrarsi in larga misura sui metodi di sperimentazione alternativi. Servono inoltre procedure più semplici, come stabilito dai suddetti regolamenti. La valutazione cui si procederà dopo un periodo di sette anni andrà tutta a beneficio dell’industria, poiché la sicurezza dei processi e la chiarezza e l’uniformità dei regolamenti europei garantiranno la certezza giuridica a questo settore.

 
  
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  Elisabeth Köstinger (PPE).(DE) Signor Presidente, desidero rimarcare che l’Europa possiede gli standard più elevati al mondo in materia di benessere degli animali e la presente relazione costituisce un altro importante passo avanti verso un ulteriore progresso in questo campo. Il nostro obiettivo comune è la limitazione degli esperimenti sugli animali e il miglioramento delle condizioni di vita degli animali utilizzati a scopo di ricerca. Accolgo con favore la sostituzione degli esperimenti animali con altri metodi, laddove possibile, e il miglioramento delle norme in materia di allevamento, sistemazione e cura per gli animali. Desidero tuttavia ricordare alcune esperienze del settore agricolo ed esprimere il mio giudizio negativo su taluni punti della relazione.

Non dobbiamo dare per scontato che maggiori formalità burocratiche nel settore della ricerca miglioreranno il benessere degli animali. La ricerca e i relativi comparti a valle in Europa non vanno penalizzati a livello internazionale rispetto ad altre industrie. Vero è che sia nella ricerca sia nell’agricoltura, quando la società chiede standard più elevati in materia di benessere animale, occorre tenere conto delle norme applicabili ai prodotti importati. Nell’ambito di una concorrenza leale, serve un adeguato riconoscimento degli elevati standard europei in materia di qualità e benessere degli animali. La relatrice, onorevole Jeggle, ha svolto un lavoro eccellente con questa relazione molto sensata e merita il nostro sostegno.

 
  
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  John Dalli, membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, in primo luogo desidero esprimere il mio ringraziamento per le osservazioni presentate, nonché per il sostegno generale accordato alle disposizioni contenute in questa direttiva.

Siamo davanti a una direttiva ambiziosa che, se adottata, migliorerà in maniera significativa il benessere degli animali nell’Unione europea. Concordo con l’onorevole Sârbu sul fatto che la piena e fedele attuazione della direttiva si rivelerà essenziale nell’ottica dello sfruttamento del suo potenziale. Siamo appena agli inizi di questa sfida. Oggi possiamo dichiararci soddisfatti per il valido compromesso raggiunto su un dossier difficile ma importante, nonché per il grande passo avanti che sarà possibile compiere nel quadro del miglioramento della vita degli animali tuttora necessari nelle procedure scientifiche.

Mi accingo quindi a commentare alcune osservazioni presentate questa mattina. Riguardo a quanto dichiarato dall’onorevole Evans, bisogna comprendere che la presente direttiva garantisce maggiore chiarezza giuridica alla situazione attuale. Nella ricerca di base e applicata che non prevede metodi riconosciuti dalla legislazione comunitaria; l’articolo 4 è molto chiaro in merito alla necessità di ricorrere a metodi alternativi laddove possibile. Il requisito dei metodi alternativi non viene quindi indebolito, al contrario, è ulteriormente rafforzato.

Per quanto concerne le osservazioni degli onorevoli Kastler e Mikolášik sulle cellule staminali embrionali umane, si tratta di una questione affrontata nelle discussioni e approfondita nel corso dei negoziati, le cui soluzioni riflettono la mancanza di consenso all’interno dell’Unione sull’uso delle cellule staminali embrionali umane. A tale riguardo la Commissione ritiene che esista una regolamentazione migliore a livello nazionale.

Il testo concordato risponde a questi timori, lasciando la decisione sull’utilizzo di dette cellule a ogni singolo Stato membro. Si aggiunga che, negli Stati membri privi di una legislazione esplicita contraria all’impiego di cellule staminali embrionali, l’uso di questo metodo di sperimentazione sarebbe obbligatorio soltanto ai sensi della direttiva rivista nel caso in cui il predetto metodo fosse riconosciuto dalla legislazione comunitaria. Non esiste alcuna legislazione del genere a livello di Unione europea e, qualora esistesse, gli Stati membri dovrebbero acconsentirne l’approvazione.

Quanto alla valutazione etica cui ha accennato l’onorevole Gardini, tale concetto e la sua attuazione da parte della commissione restano indiscutibilmente sanciti dall’articolo 38. Benché nel corso delle consultazioni con il Consiglio si sia dovuto eliminare il termine “etico”, rimane la piena conformità al requisito.

Mi auguro che, grazie al vostro voto, si mandi un segnale forte a dimostrazione che il Parlamento europeo ha contribuito al risultato negoziato dalle istituzioni sotto l’abile guida dell’onorevole Jeggle e della Presidenza svedese. Oggi abbiamo l’opportunità di collocare l’Unione europea in una posizione di testa, coniugando standard elevati in materia di benessere degli animali a scienza di qualità. Onoriamo il nostro slogan: “L’Unione europea – tuteliamo gli animali per una scienza migliore”.

 
  
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  Elisabeth Jeggle, relatore.(DE) Signor Presidente, onorevole Dalli, onorevoli colleghi, desidero esprimere il mio sincero ringraziamento a lei, onorevole Dalli, per le sue osservazioni, che hanno chiarito alcune questioni e che quindi non serve ribadire. Desidero altresì ringraziare tutti i miei colleghi per i loro interventi.

È evidente che, trattandosi di un tema molto delicato, è stato necessario conciliare una serie di interessi diversi. Invito tutti a votare a favore della relazione in oggetto, che ammetto essere un compromesso.

Onorevole Häusling, se respingiamo adesso questa relazione, la direttiva del 1986 resterà valida per lungo tempo e ciò non migliorerà la situazione degli animali da laboratorio. Non saremo in grado di adottare alcuna nuova legislazione nel prossimo futuro. Gli emendamenti che ha sottoposto a un nuovo esame della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale non sono stati accolti e non hanno trovato alcun sostegno. Oggi li ha ripresentati. È suo diritto farlo e rispetto tale diritto.

A cosa servono standard più elevati in materia di benessere degli animali nell’Unione europea quando non possiamo applicarli in tutto il mondo? La sfida importante per noi è garantire che tutti gli Stati membri nei prossimi anni diano attuazione alla normativa che auspichiamo venga oggi adottata. In primo luogo dobbiamo provvedere a che tutti gli Stati membri raggiungano gli stessi standard elevati in tale ambito. Questo è il nostro primo compito, quindi è prematuro invitare i singoli Stati membri ad adottare standard più elevati.

Laddove già esistano standard elevati, e qui mi riferisco alla Germania in quanto tedesca, essi restano in opera. Non stiamo chiedendo a nessuno di fare un passo indietro, al contrario, rispettiamo la sovranità degli Stati membri, proprio come nel caso della ricerca con le cellule staminali embrionali. Questa è la strada giusta da percorrere ed è un aspetto importante.

Se volete davvero standard più elevati in materia di benessere degli animali, vi invito a votare questa relazione e a respingere tutti gli emendamenti.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà mercoledì, 8 settembre 2010.

 
  
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  Pavel Poc (S&D), per iscritto.(CS) Accolgo con favore e sostengo la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici presentata dalla relatrice Jeggle in quanto il compromesso raggiunto rappresenta un passo avanti rispetto alla situazione attuale. Allo stesso tempo mi rincresce che non sia stato possibile includere tutti gli invertebrati nell’ambito di applicazione della proposta definitiva della direttiva. Il Parlamento europeo ha sollecitato l’inclusione nell’ambito di applicazione della direttiva di determinate specie di invertebrati, laddove sia scientificamente dimostrata la loro capacità di provare dolore, sofferenza, angoscia o danno prolungato. La proposta non accenna neanche a tale richiesta. Pur riconoscendo la necessità di utilizzare gli animali a scopo di ricerca scientifica, è mia ferma convinzione che la direttiva avrebbe dovuto spingersi oltre e includere nel suo ambito di applicazione tutte le creature senza eccezioni. Non dimentichiamo che le nostre conoscenze in merito alle specie animali che secondo gli organismi scientifici ufficiali sono in grado di provare dolore, sofferenza, angoscia o danno prolungato si evolvono in continuazione. Possiamo quindi evincere che la capacità di provare dolore, sofferenza e angoscia riguardi tutto il regno animale. Il riconoscimento di questa realtà è più una questione morale che scientifica. Il compromesso adottato ha purtroppo dimostrato che la cultura europea non si è ancora liberata del concetto cartesiano dell’animale come “cosa” e molta è la strada che resta da percorrere in tal senso.

 
  
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  Konrad Szymański (ECR), per iscritto.(PL) Riguardo alla procedura per la seconda lettura, i membri non sono stati in grado di esprimere i loro pareri in merito alla versione definitiva della direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (relazione Jeggle). Desidero approfittare di questa opportunità per chiarire la mia opposizione di principio al consenso accordato nella direttiva a favore dell’uso di cellule staminali embrionali quale alternativa agli esperimenti sugli animali a fini scientifici. Questo è il compimento di un’antropologia erronea, che consente la distruzione della vita umana nel primo stadio del suo sviluppo al fine di migliorare il benessere degli animali. Le garanzie proposte dal Parlamento europeo in prima lettura erano molto più esplicite in tal senso. L’ambiguità delle disposizioni della direttiva rappresenta una vera e propria minaccia alla legislazione vigente in paesi quali la Germania, dove gli embrioni godono di una certa tutela. La mancata esclusione di questi metodi di ricerca costituisce una indubbia imposizione della loro legalità in paesi quali Polonia, Irlanda e Malta.

 
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