Presidente. – L’ordine del giorno reca gli interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica.
Artur Zasada (PPE). – (PL) Signora Presidente, vorrei fare riferimento alle difficoltà incontrate all’interno degli aeroporti europei da madri che viaggiano con bambini piccoli e dagli anziani. Sulla base del regolamento (CE) n. 1107/2006, queste persone dovrebbero ricevere assistenza in aeroporto, ma, sfortunatamente, in gran parte dei casi le disposizioni del regolamento non vengono rispettate. Persino in uno spot televisivo, prodotto quest’anno con grande clamore su richiesta della Commissione europea, non si fa menzione di madri o padri in viaggio da soli con bambini piccoli.
La soluzione al problema è semplice: si deve agire efficacemente per informare i cittadini dei loro diritti. Innanzi tutto, va modificato il titolo del regolamento, specificando che riguarda anche le madri o i padri in viaggio da soli con bambini piccoli. In secondo luogo, si deve proporre un nuovo simbolo per questa categoria di viaggiatori da rendere obbligatorio in tutti gli aeroporti degli Stati membri dell’Unione europea.
Teresa Jiménez-Becerril Barrio (PPE). – (ES) Signora Presidente, come membro della commissione per i diritti dell’uomo, come cittadina spagnola ed europea e come vittima del terrorismo, dato che l’ETA ha ucciso mio fratello e mia cognata a Siviglia, oggi prendo la parola per deplorare la possibilità concessa dal governo e dal Presidente venezuelani ai terroristi dell’ETA di addestrarsi sul territorio nazionale agli ordini del presunto terrorista Arturo Cubillas che, nonostante il mandato d’arresto internazionale nei suoi confronti, lavora per il governo di Hugo Chávez. Questa è una seria violazione del fondamentale diritto alla sicurezza di tutti i cittadini europei.
Chiedo al governo spagnolo un’azione decisa in risposta a questa grave umiliazione per tutti i cittadini spagnoli. Il Presidente Zapatero non può continuare a tacere mentre l’ambasciatore venezuelano dipinge i membri delle forze dell’ordine spagnole come torturatori, quando sono stati, e saranno sempre, un esempio di coraggio nella lotta contro l’ETA. Non può ignorare la crescente collaborazione in territorio venezuelano tra l’ETA e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, già denunciata dal giudice Eloy Velasco. Il Presidente Zapatero non può stringere la mano a un leader come il Presidente Chávez, che sta facendo del Venezuela un rifugio per terroristi.
Il Primo ministro di un paese come la Spagna, dove il terrorismo ha causato tanto dolore, non può continuare a ignorare il problema e deve dare la risposta adeguata a una simile situazione, la risposta che ciascun comune cittadino darebbe se ne avesse la possibilità.
Catherine Stihler (S&D). – (EN) Signora Presidente, quest’oggi vorrei parlare dell’onorificenza conferita il giorno 18 settembre a 36 membri del Parlamento, tra cui la sottoscritta, dalla European Lung Foundation per il nostro operato contro il fumo.
Il 2010 è l’Anno europeo del polmone e invito i colleghi interessati alle nostre attività di contrasto dell’industria del tabacco e di lotta contro il tabagismo a firmare la petizione.
Attualmente, solo in 10 dei 27 Stati membri è in vigore il totale divieto di fumo nei luoghi pubblici e sono orgogliosa che la Scozia sia stata uno dei primi paesi ad adottare tale divieto. Dati recenti dimostrano che, grazie al divieto di fumo nei luoghi pubblici, si è registrato un calo del 18 per cento del numero di bambini ricoverati per problemi di asma: è un risultato che dobbiamo raggiungere in tutti gli Stati membri.
Vorrei chiedere all’Assemblea di congratularsi con i 36 colleghi che hanno ricevuto questa onorificenza dalla European Lung Foundation il 18 settembre.
Nessa Childers (S&D). – (EN) Signora Presidente, accolgo con favore il voto della scorsa settimana della commissione per i bilanci per congelare retribuzioni e indennità dei Commissari europei, a meno che non si modifichi il loro Codice di condotta. Il voto dimostra che il Parlamento non tollererà il ripetersi di un caso come quello del precedente Commissario per il mercato interno Charlie McCreevy, il cui nuovo incarico dirigenziale è oggetto di indagine da parte della Commissione per timori di un possibile conflitto di interessi.
Sono state avanzate 201 richieste di intraprendere nuovi lavori dopo l’incarico presso la Commissione e di queste solo una è stata respinta. Il Codice va sottoposto a un riesame e non deve costituire un semplice insieme di linee guida da interpretare liberamente.
Sergej Kozlík (ALDE). – (SK) L’attuale governo slovacco ha proposto una serie di disegni di legge che minano l’indipendenza dei tribunali e dei giudici, garantita dalla costituzione.
Una proposta di emendamento costituzionale che mira a limitare l’immunità dei giudici è stata presentata in Parlamento senza una previa richiesta di commenti e senza aprire un dibattito dedicato. La deriva della Slovacchia verso una distorsione della democrazia e della legalità è dimostrata anche dal fatto che per due volte si è impedito al presidente della Corte suprema e al presidente del Consiglio giudiziario slovacchi di prendere la parola in una seduta plenaria del Consiglio nazionale durante la discussione di leggi riguardanti il potere giudiziario, tra cui una legge sul Consiglio giudiziario. L’emendamento alla legge sul Consiglio giudiziario è finalizzato a modificare la composizione del Consiglio prima del termine del mandato, mentre l’emendamento alla legge sui giudici determinerà un aumento da una a tre delle nomine politiche nelle commissioni preposte alla selezione e all’avanzamento di carriera dei giudici. Questo è solo un capitolo di una storia che dimostra chiaramente come l’attuale potere esecutivo e governativo slovacco stia tentando di interferire nelle competenze dei tribunali.
Csaba Sógor (PPE). – (HU) La data odierna, il 6 ottobre, è molto importante nella storia dell’Ungheria. Oltre 150 anni fa, i rivoluzionari ungheresi presero le armi per affrontare i due eserciti europei più forti in nome dei valori fondamentali di libertà, uguaglianza e fratellanza, che all’epoca emergevano in tutta Europa. I tredici generali della lotta per la libertà furono sconfitti e giustiziati ad Arad, una cittadina ora in territorio rumeno. Il popolo ungherese ha manifestato il proprio desiderio di libertà in maniera altrettanto decisa contro il comunismo, il regime oppressivo del XX secolo, come ampiamente dimostrato dagli eventi del 1956. Solo quattro dei 36 martiri giustiziati ad Arad nel 1848 erano ungheresi, a dimostrazione che i valori universali travalicano le differenze nazionali. Per noi ungheresi, questo è il simbolo dell’eterno desiderio di libertà e unità della nazione ungherese nonché della riconciliazione e della solidarietà tra nazioni.
Agustín Díaz de Mera García Consuegra (PPE). – (ES) Signora Presidente, desidero cogliere l’occasione per denunciare il trattamento degradante e antidemocratico riservato dal governo di Hugo Chávez a coloro che difendono la libertà e i diritti umani.
Il fermo del mio collega, l’onorevole Iturgaiz, presso l’aeroporto di Caracas non può essere passato sotto silenzio. Non è la prima volta che i membri del gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano) sono oggetto di attacchi da parte del regime. La nostra missione come membri di questa Assemblea non si esaurisce all’interno dell’Unione europea, ma comprende la promozione dei valori fondamentali dell’Unione, quali libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani.
È evidente che questo compito non è ben accetto da quanti tentano di imporre ideologie totalitarie ai cittadini.
L’esito delle elezioni parlamentari tenutesi il 27 settembre apre la porta alla speranza, nonostante dovremmo essere tutti preoccupati dalla reazione ai progressi compiuti dall’opposizione venezuelana.
Che cosa possiamo mai aspettarci da un governo che offre riparo a membri della cellula terrorista Oker, da un esecutivo che conta tra i propri membri un presunto assassino dell’ETA nel ruolo di responsabile della sicurezza dell’Instituto Nacional de Tierras (istituto nazionale delle terre venezuelano), da un governo che ignora le richieste di estradizione di numerosi terroristi sfuggiti alla giustizia?
Come è ovvio, non possiamo aspettarci nulla.
Signora Presidente, atteggiamenti tanto spregevoli meritano una reazione forte e la più ferma condanna da parte del Parlamento.
Csaba Sándor Tabajdi (S&D). – (HU) Una Germania divisa in due è stata il simbolo più tangibile dell’assurdità e della barbarie di un mondo bipolare. Senza la riunificazione della Germania, neppure la riunificazione dell’Europa e l’allargamento del 2004 e del 2007 sarebbero stati possibili. Nessun altro popolo europeo quanto quello ungherese ha compreso profondamente l’artificiale e assurda divisione della Germania. La riunificazione dell’Europa è iniziata con la riunificazione della nazione tedesca: il crollo del muro di Berlino ha determinato anche il crollo del muro che divideva un’Europa separata dalla Guerra fredda. Come cittadino ungherese, sono particolarmente orgoglioso che i leader di allora del mio paese abbiano preso la coraggiosa decisione di consentire alle decine di migliaia di cittadini della Repubblica Democratica Tedesca rifugiatisi in Ungheria di attraversare la cortina di ferro verso l’Austria. Cancellarono il trattato tra l’Ungheria e la RDT, dando inizio all’abbattimento del muro di Berlino. Gyula Horn, allora ministro degli Affari esteri, e Miklós Németh, il Primo ministro, compirono un atto storico, che non sarebbe stato possibile senza gli sforzi riformisti di Mikhail Gorbaciov.
Pat the Cope Gallagher (ALDE). – (EN) Signora Presidente, sono di ritorno dall’Islanda, dove ho partecipato alla prima riunione della commissione parlamentare mista UE-Islanda. Nel corso della visita di due giorni, la nostra delegazione ha avuto uno scambio di vedute estremamente informativo con i membri del governo e del parlamento dell’Islanda sulla domanda di adesione all’Unione europea.
Durante l’incontro con il ministro islandese della Pesca, ho colto l’occasione per sollevare il problema del sostanziale incremento del totale ammissibile di cattura di sgombri. Noi tutti abbiamo la responsabilità di sostenere questa attività di pesca, come tutte le altre, ma ho voluto fare riferimento alla pesca dello sgombro in particolare. Sono lieto di osservare che il 12 ottobre a Londra, l’Islanda avvierà negoziati con gli stati costieri e confido nel raggiungimento di una soluzione soddisfacente.
Gli effetti della crisi finanziaria sono ancora ben evidenti nel paese ed è per questo che la disputa sul caso Icesave deve restare una questione bilaterale tra l’Islanda, il Regno Unito e i Paesi Bassi. È essenziale che i negoziati tra le parti coinvolte proseguano in vista dell’ottenimento di un risultato soddisfacente.
Georgios Koumoutsakos (PPE). – (EL) Signora Presidente, sono particolarmente lieto della presenza in aula del Commissario Barnier perché so quanto gli stia a cuore la questione che intendo sollevare oggi. Le catastrofi naturali hanno un costo incalcolabile in termini di vite umane e infrastrutture economiche; affrontarle è una sfida comune che richiede un’azione congiunta. L’Unione europea deve urgentemente rendersi capace di rispondere con efficacia a tali emergenze; per conseguire questo obiettivo, l’Europa deve fare un miglior uso del proprio potenziale e chiamare all’azione i cittadini.
La lunga tradizione europea del lavoro volontario e il principio di solidarietà forniscono una solida base per ottenere tale risultato. È giunto il momento di istituire un corpo volontario europeo, esattamente come disposto dall’articolo 214, paragrafo 5, del trattato di Lisbona. Vorrei inoltre ricordare a tutti voi che il 2011 sarà l’Anno europeo del volontariato. La creazione di un corpo volontario europeo rafforzerebbe il ruolo e l’immagine dell’Europa e conquisterebbe i cuori e le menti dei cittadini europei e del mondo.
Il Parlamento europeo ha il dovere di agire tempestivamente per istituire un corpo volontario europeo.
Zbigniew Ziobro (ECR). – (PL) Signora Presidente, a partire dal 2013 nell’Unione europea entreranno in vigore specifici limiti sulle emissioni di CO2. La recente intenzione dell’Unione europea di portare il limite a un tetto inferiore rispetto a quello precedentemente previsto, nello specifico al livello di 0,688 tonnellate di CO2 per tonnellata di prodotto finito, potrebbe determinare una situazione disastrosa per i produttori di cemento in numerosi paesi europei, tra cui la Polonia.
Come riferito da alcuni mezzi di comunicazione, per esempio il quotidiano Gazeta Prawna, si calcola che i prezzi del cemento aumenteranno almeno del 30 per cento. L’aumento si ripercuoterà sui consumatori al dettaglio che vogliono costruire una casa o un appartamento e rallenterà lo sviluppo economico laddove il cemento è una risorsa fondamentale per la produzione. La situazione è particolarmente pericolosa per i nuovi Stati membri dell’Unione impegnati a colmare il divario rispetto ai paesi più ricchi, per esempio la Francia e la Germania, che hanno costruito infrastrutture come le autostrade tanti anni fa, quando non vi era alcun limite in vigore in questo settore. Un altro effetto negativo di tale decisione è che parte della produzione sarà trasferita oltre i nostri confini orientali: si continuerà comunque a emettere CO2 e saranno le nostre economie a risultare perdenti.
Georgios Toussas (GUE/NGL). – (EL) Signora Presidente, la risoluzione antidemocratica approvata ieri, 5 ottobre, dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa identifica la lotta della classe lavoratrice e popolare con l’estremismo e, per contrastare l’estremismo, propone la restrizione e l’abolizione di diritti democratici fondamentali, come il diritto alla libertà di espressione, il diritto di assemblea e di associazione e persino un divieto all’azione dei partiti politici.
Questa deprecabile risoluzione merita un particolare commento in relazione alla Grecia e alla grande lotta della classe lavoratrice e popolare sviluppatasi di recente contro la barbara politica antipopolare propugnata dall’Unione europea, dal governo greco e dai governi di altri Stati membri. La lotta di classe non verrà fermata da risoluzioni e leggi reazionarie. È una leva della storia, l’inevitabile prodotto del sistema, nato dalla barbarie e dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. La lotta, la ricostruzione e il contrattacco del movimento della classe lavoratrice e popolare in tutta Europa possono relegare queste risoluzioni al luogo cui appartengono: la pattumiera della storia.
Il Kommounistikó Kómma Elládas (partito comunista greco) chiama i lavoratori e il popolo a condannare questa risoluzione reazionaria nella pratica, intensificando il contrasto agli attacchi antipopolari del capitale nell’Unione europea e nei governi borghesi, contribuendo così agli sforzi volti a costruire un’alleanza socio-politica delle classi lavoratrici e dei lavoratori autonomi che esigerà cambiamenti a beneficio del popolo.
Laima Liucija Andrikienė (PPE). – (LT) Oggi a Bruxelles è in corso il vertice UE-Cina. Assieme al cambiamento climatico e al commercio, tra gli argomenti di discussione vi è la situazione dei difensori dei diritti umani in Cina, la pena di morte e i laogai, i campi di lavoro forzato. Sono argomenti senza dubbio molto importanti, ma vorrei ricordare un altro grave problema cinese: il Tibet. È deplorevole che il dialogo tra i rappresentanti del Dalai Lama e i rappresentanti del governo della Repubblica popolare cinese, che sembrava offrire qualche speranza, stia procedendo molto lentamente. Il nono ciclo di colloqui si è tenuto lo scorso novembre. Gli incontri non hanno una programmazione regolare e sono segnati da un’atmosfera di diffidenza, nonostante il Dalai Lama abbia da tempo rinunciato non solo all’obiettivo dell’indipendenza, ma anche alla sovranità tibetana.
Chiedo ancora una volta ai leader cinesi di risolvere la questione del Tibet ricorrendo al dialogo, escludendo l’uso della forza e senza ignorare il Dalai Lama. L’Unione europea accoglierebbe con favore un dialogo di questo tipo ed è pronta a contribuire, mediare e fornire assistenza in tutti i modi possibili.
Corneliu Vadim Tudor (NI). – (RO) Sfortunatamente, in Romania è in vigore un sistema di censura draconiana che non ha paragoni in nessun altro Stato membro dell’Unione europea: mi riferisco a un’istituzione assurda denominata Consiliul Naţional al Audiovizualului (Consiglio nazionale dell’audiovisivo).
È una mostruosità stalinista che irragionevolmente metterebbe al bando grandi scrittori come Cervantes, Goethe, Byron, Balzac, Cesare Pavese Adam Mickiewicz, se oggi fossero ancora in vita; è gentaglia che riesce molto bene a intimidire le emittenti televisive indipendenti. Paragonerei questo Consiglio a un cimitero degli elefanti dal quale emergono zombie comandati politicamente a distanza da una dittatura in declino che impone rovinose sanzioni pecuniarie a quei programmi che consentono ai partiti dell’opposizione di dare voce a certe verità.
Aiutateci a sbarazzarci dei dispotici burocrati del Consiliul Naţional al Audiovizualului e a ristabilire in Romania la libertà di stampa, la più grande vittoria ottenuta nel 1989, l’anno della rivoluzione.
Marian Harkin (ALDE). – (EN) Signora Presidente, questa sera abbiamo discusso delle disposizioni sociali del trattato di Lisbona, che obbliga l’Unione a considerare le conseguenze sociali di una decisione al momento di definire le proprie politiche. L’Unione europea – o forse dovrei dire, la Commissione – sta prendendo in considerazione le conseguenze sociali ed economiche della richiesta che l’Irlanda rispetti il Patto di stabilità e crescita entro il 2014?
Il risanamento dei conti pubblici è senza dubbio molto importante, ma si percepisce chiaramente che è questo il solo aspetto che conta. “Rientrate al di sotto del 3 per cento entro il 2014, altrimenti…”: è questo il messaggio molto forte inviato dall’Unione europea. Precedentemente, la Presidenza belga ha affermato che l’austerità insensata non è inevitabile, eppure è a questo che andiamo incontro: austerità insensata, risanamento dei conti a qualunque costo. E la necessità di ricostruire la nostra economia? Certo, dobbiamo tornare a rispettare il limite del 3 per cento, ma abbiamo bisogno di più tempo.
Sono pronta ad ammettere che siamo responsabili di molte delle nostre difficoltà e non cerco compassione, ma ritengo che l’austerità insensata distruggerà la nostra piccola economia aperta che, in crisi da due anni, registra ancora la chiusura di quattro imprese ogni giorno.
Joanna Katarzyna Skrzydlewska (PPE). – (PL) Signora Presidente, negli ultimi giorni sono state presentate numerose relazioni sugli effetti letali dell’uso di sostanze psicotrope, anche note come droghe sintetiche. La crescente ondata di intossicazioni e morti, specie tra i giovani, ha reso evidente questo problema anche in Polonia.
La creatività di produttori e rivenditori di droghe sintetiche sta avendo la meglio sulle normative degli Stati membri. Droghe letali vengono immesse sul mercato molto prima che gli Stati membri riescano a vietarne la vendita mediante le leggi nazionali e chi le acquista si convince che le droghe sintetiche, non essendo vietate, non sono pericolose. Niente di più falso: le droghe sintetiche sono dannose quanto quelle illegali, se non di più, perché conducono alla dipendenza più rapidamente.
In considerazione del problema sociale molto grave delle droghe sintetiche in continua crescita, dobbiamo adottare un’azione risoluta ed efficace nel più breve tempo possibile. La Commissione europea, preoccupandosi della salute di migliaia di giovani, deve intraprendere una vasta gamma di attività per informare i cittadini sui pericoli delle droghe sintetiche e del loro consumo e mettere a punto nuove misure legali.
Seán Kelly (PPE). – (EN) Signora Presidente, come riportato dal Financial Times il 6 ottobre, il Commissario per la ricerca Geoghegan-Quinn ha segnalato un’emergenza per l’innovazione in Europa.
Dobbiamo stimolare il finanziamento della ricerca da parte del settore privato attraverso misure diverse, come iniziative di finanziamento mediante capitali di rischio. Le proposte dell’Unione europea, mirate a prevenire il ripetersi di una crisi economico-finanziaria, associano tuttavia il capitale di rischio – fondamentale per stimolare le piccole e innovative start-up nell’Unione – a fondi di speculazione come i fondi hedge.
Il capitale di rischio è l’ape mellifera dei fondi alternativi perché è in grado di far fruttare le attività emergenti e stimolare la crescita dell’economia globale, come esemplificato dai casi di Google, Facebook e Skype. I capitali di rischio forniscono accesso a capitale, competenze economiche e in molti casi al mercato stesso alle start-up innovative private e alle PMI. Forniscono sostegno e investimenti stabili per un periodo da tre a sette anni, in media.
Dobbiamo colmare il divario tra Europa, Stati Uniti e Giappone e ritengo che dovremmo prestare molta attenzione alle parole del Commissario per la ricerca Geoghegan-Quinn.
Sonia Alfano (ALDE). – Signora Presidente, desidero denunciare a questo Parlamento che domenica scorsa, durante la visita del Papa a Palermo, la Costituzione italiana e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea sono state sospese. La libertà di espressione e di pensiero e la stessa inviolabilità del domicilio privato sono state calpestate
In quell'occasione le Forze dell'ordine italiane hanno fatto rimuovere uno striscione sul quale era riportata la frase del Vangelo: "La mia casa è casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri", mentre le stesse forze dell'ordine hanno lasciato affissi manifesti omofobici e contro le coppie di fatto. All'interno della libreria "Altro quando", il titolare aveva esposto uno striscione con la frase "I love Milingo". Le Forze dell'ordine sono entrate nel locale privato e hanno sequestrato lo striscione senza alcun mandato giudiziario e con metodi poco edificanti per le stesse Forze dell'ordine.
È paradossale che in uno Stato laico e democratico, quale dovrebbe essere l'Italia, la libertà di espressione dei cittadini venga soppressa dalle autorità per non offendere la sensibilità papale, mentre il Presidente del Consiglio Berlusconi può bestemmiare pubblicamente senza che questo rappresenti un problema per la Chiesa. Anche stavolta la democrazia in Italia viene calpestata da tutte le istituzioni laiche e religiose, incrementando il divario incolmabile che ormai si è creato fra istituzioni e cittadini.
Claudiu Ciprian Tănăsescu (NI). – (RO) Nonostante le misure di rilancio adottate dai governi dei paesi europei, le recenti manifestazioni e gli scioperi evidenziano che la situazione è lungi dal migliorare.
Sfortunatamente, sono proprio queste misure per la ripresa, che i governi mirano a utilizzare per colmare i buchi nei bilanci e restituire gli ingenti prestiti contratti con le banche, a causare una nuova crisi, rispecchiata dalla repentina riduzione dei redditi e dal calo della qualità della vita dei cittadini europei.
Potrebbe essere giunto il momento per i governi degli Stati membri dell’Unione europea di modificare il proprio atteggiamento, ponendo gli interessi dei cittadini, le cui tasche sono sempre più vuote, al di sopra di quelli delle banche, che grazie a chissà quale miracolo riescono ancora a incassare ingenti profitti. In sostanza, se qualcuno dovrà risultare perdente, non c’è motivo per cui debba toccare sempre al normale cittadino.
Gabriel Mato Adrover (PPE). – (ES) Signora Presidente, anche io ho intenzione di parlare del Venezuela perché alcuni sembrano non comprendere che la democrazia non si riduce alla possibilità di esprimere un voto. La democrazia equivale al poterlo fare in un clima di sicurezza, libertà e uguaglianza; inoltre, in una democrazia e in un regime di libertà, anche la proprietà privata deve essere rispettata.
Purtroppo, attualmente in Venezuela i cittadini e le loro imprese sono minacciati. A tal proposito, vorrei citare l’azienda Agroisleña, fondata da cittadini delle Isole Canarie, dalla quale dipendono oltre 1 000 famiglie. È stata ingiustamente espropriata e, come numerose altre aziende, dopo anni di duro lavoro sta fallendo per via delle decisioni capricciose di chi è convinto che tutto possa andare bene. All’inizio è stata confiscata la terra, ora si è passati alle aziende e chissà a che cosa toccherà in futuro.
È tempo che il popolo venezuelano si senta libero e che gli imprenditori smettano di sentirsi inermi e oggetto di costanti minacce. Come è stato affermato, è tempo che il Venezuela diventi un’autentica democrazia, dove senza dubbio i terroristi non troveranno rifugio.
Evelyn Regner (S&D). – (DE) Signora Presidente, desidero richiamare l’attenzione sulla settimana d’azione della Federazione internazionale dei trasporti (ITF), che si terrà a Istanbul questo fine settimana. La Giornata internazionale della solidarietà è stata organizzata per via dell’atteggiamento aggressivo di un corriere espresso globale verso i dipendenti, desiderosi di formare un sindacato. Purtroppo, il diritto del lavoro turco non è ancora al livello degli standard europei e spesso i datori di lavoro sfruttano al massimo la situazione. Secondo la legge del lavoro attualmente in vigore in Turchia, un sindacato può essere attivo all’interno di un’azienda solo una volta raggiunto un tasso di sindacalizzazione di oltre il 50 per cento. Ripeto: oltre il 50 per cento.
UPS, il corriere espresso statunitense, ha brutalmente posto fine alla campagna di sindacalizzazione, licenziando senza preavviso 157 dipendenti che si erano organizzati nel sindacato dei trasportatori Tümtis e si stavano impegnando per ottenere il riconoscimento come sindacato da parte di UPS. Migliaia di dipendenti UPS rivendicano da maggio il reintegro dei colleghi e migliori condizioni di lavoro. Questo diritto del lavoro sbilanciato a favore delle aziende e i metodi brutali che lo caratterizzano fanno della Turchia un’area desindacalizzata.
Izaskun Bilbao Barandica (ALDE). – (ES) Signora Presidente, il 18 ottobre, nella città turca di Diyarbakir inizierà il processo di 28 leader del Demokrat Parti (DP) turco.
Tra loro vi sono 14 rappresentanti eletti dai cittadini: 12 sindaci e due consiglieri comunali. Il crimine che hanno commesso è la difesa pacifica delle proprie posizioni politiche e potrebbe costare loro da 15 anni di prigione all’ergastolo.
La messa al bando del DP e gli arresti che ho menzionato sono un altro esempio delle persecuzioni inflitte in Turchia alla minoranza curda. Questi eventi sono stati espressamente condannati nella risoluzione che abbiamo adottato il 10 febbraio concernente i progressi compiuti dalla Turchia nel 2009 nell’avvicinamento all’Unione europea, progressi che non riteniamo siano stati sufficienti.
Se siamo coerenti e desideriamo aiutare le vittime e aiutare la Turchia a proseguire nella giusta direzione, possiamo farlo. Durante questo periodo, sosteniamo il movimento di solidarietà verso la causa curda.
Chiedo pertanto alla Commissione e al Parlamento di inviare un rappresentante ufficiale al processo di Diyarbakir.
Corina Creţu (S&D). – (RO) Quanto di peggio può accadere durante una crisi economica è che ad essa si associ una crisi politica. È quello che sta succedendo in Romania, il paese che vive il declino economico più marcato in un’Europa che sta emergendo dalla crisi.
Misure di austerità di una durezza senza precedenti vengono messe in atto da un governo indifferente alle avversità sopportate da milioni di rumeni, virtualmente condannati a soffrire il freddo e la fame e impossibilitati ad acquistare farmaci. Le proteste sociali osservate di recente rispecchiano lo stato d’animo di cittadini disperati al pensiero di dover affrontare il rigido inverno disponendo di un reddito drammaticamente ridotto. Nel contempo, si verificano terribili violazioni del diritto alla libertà di espressione, come è stato già affermato in plenaria in questa Assemblea.
L’applicazione fraudolenta di una legge sulle pensioni indirizzata alle fasce più povere della popolazione mi costringe a chiedere alle istituzioni europee di dedicare la dovuta attenzione alla profonda crisi che attanaglia la Romania e di respingere gli abusi antidemocratici in corso nel paese.
Maria Da Graça Carvalho (PPE). – (PT) Desidero porre in evidenza un evento tenutosi ieri in Portogallo di grande importanza per il paese, per l’Europa e per il futuro dell’umanità.
La Fundação Champalimaud ha inaugurato un centro di ricerca sul cancro e le neuroscienze. Il signor Champalimaud era un imprenditore che ha destinato un terzo del suo patrimonio personale, 500 milioni di euro, alla ricerca scientifica in questi settori. Rendo omaggio alla presidente della Fundação Champalimaud, la dottoressa Leonor Beleza, che ha previsto rigorosi criteri per unire l’eccellenza nella ricerca scientifica alla pratica clinica. Sono certa che l’obiettivo di portare il Portogallo e l’Europa all’eccellenza in questo settore della ricerca scientifica sarà pienamente raggiunto.
La Fundação Champalimaud richiamerà in Portogallo e in Europa scienziati di fama mondiale. Dall’estuario del Tago, aprirà un nuovo capitolo nella ricerca scientifica portoghese ed europea che consentirà al mondo di scoprire nuovi mondi.
Miroslav Mikolášik (PPE). – (SK) Domani, presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa si voterà su una relazione presentata dalla parlamentare socialista britannica Christine McCafferty intitolata Women’s Access to Lawful Medical Care: the Problem of Unregulated Conscientious Objection (Accesso delle donne a cure sanitarie legittime: il problema dell’obiezione di coscienza non regolamentata).
Dobbiamo condannare senza appello questa relazione, che rappresenta una grave e inaudita interferenza, oltre che una minaccia, alla sovranità degli Stati membri, al principio di sussidiarietà e al diritto fondamentale di libertà di pensiero, di coscienza e di religione. La relazione è incentrata in particolare sul settore della cosiddetta salute riproduttiva per le donne, sull’aborto, la sterilizzazione e anche sul sollievo dal dolore per i pazienti terminali mediante metodi di accorciamento della vita, il che significa eutanasia attiva. Questo documento del Consiglio d’Europa chiede persino che gli Stati membri obblighino gli operatori sanitari a fornire un trattamento richiesto cui il paziente ha diritto per legge, a prescindere dalle proprie obiezioni di coscienza. Chiede inoltre la creazione di una sorta di registro degli individui che esercitano l’obiezione e propone che vengano in qualche modo perseguitati. È inaccettabile cedere a questo tentativo di regolamentare l’obiezione di coscienza in Europa.
María Muñiz De Urquiza (S&D). – (ES) Signora Presidente, è sconsiderato mettere in discussione la fermezza della politica estera spagnola nell’ambito della lotta al terrorismo ed è sbagliato accusare il governo venezuelano di essere colluso nell’addestramento di terroristi dell’ETA all’interno del territorio nazionale perché non vi sono prove di tale collusione.
La coraggiosa lotta della Spagna contro il terrorismo dentro e fuori i confini nazionali è caratterizzata da dialogo internazionale e cooperazione, anche con il Venezuela, cui è stato chiesto di adottare specifici provvedimenti in questo caso.
Anziché esigere rotture e scontri, lasciamo che la polizia, la magistratura e la diplomazia facciano il proprio lavoro, che ha portato a successi e risultati senza precedenti nella lotta contro il terrorismo in Spagna.
Presidente. – La discussione su questo punto è chiusa.