Presidente. – L’ordine del giorno reca la dichiarazione del Vicepresidente della Commissione e dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sull’Ucraina.
Oggi la Baronessa Ashton non è potuta restare con noi. Il Commissario Füle esporrà l’argomento per suo conto.
Štefan Füle, membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, la ringrazio per questa opportunità e mi scuso a nome della Baronessa Ashton, la quale mi ha pregato di condividere con voi ciò che intendeva dirvi.
Sono lieto di avere l’opportunità di formulare una dichiarazione sull’attuale situazione in Ucraina. Vorrei esprimere le mie osservazioni partendo da tre importanti avvenimenti imminenti: la riunione ministeriale UE-Ucraina che si terrà a Lussemburgo il 26 ottobre, le elezioni locali che avranno luogo il 31 ottobre e il XIV vertice UE-Ucraina, previsto a Bruxelles il 22 novembre.
Negli ultimi tempi, l’Ucraina ha goduto di notevoli libertà politiche. Successive elezioni sono state riconosciute conformi agli standard internazionali. L’Ucraina ha sviluppato una società civile e un ambiente di mezzi di comunicazione dinamici e diversificati. Vi sono stati costanti miglioramenti generalizzati per quanto concerne il rispetto dei diritti umani.
Alla luce di tali sviluppi e dell’impegno dei successivi governi lungo la via per creare legami più stretti con l’Unione europea, i rapporti tra Unione e Ucraina hanno acquisito uno slancio considerevole, come riflette con estrema chiarezza l’ambizioso e lungimirante accordo di associazione UE-Ucraina che stiamo attualmente negoziando, il cui scopo è conseguire il duplice obiettivo dell’associazione politica e dell’integrazione economica con l’Unione europea.
Il governo del Presidente Yanukovych ha intrapreso una serie di importanti riforme economiche negli ultimi mesi, lodevoli, tra cui l’adozione di una legge sugli appalti pubblici che dovrebbe svolgere un ruolo importante nella lotta alla corruzione e nella promozione della competitività.
L’adozione di una legge di riforma del settore del gas, che apre la via all’imminente adesione dell’Ucraina al trattato della Comunità dell’energia, nonché il consenso recentemente raggiunto con il FMI per un accordo di standby, sono anch’essi passi fondamentali per garantire stabilità macrofinanziaria, trasparenza e ritorno alla crescita. Tali riforme vanno nella giusta direzione e devono essere sostenute.
Negli ultimi anni, il governo ucraino è anche riuscito a raggiungere un livello di stabilità che ha eluso l’establishment politico ucraino, sviluppo importante e necessario per garantire il governo effettivo del paese. Siamo nondimeno preoccupati per una serie costante e generalizzata di denunce in merito a un possibile deterioramento del rispetto delle libertà fondamentali e dei principi democratici in Ucraina. Particolarmente inquietanti sono le denunce in merito alla libertà dei mezzi di comunicazione, alla libertà di riunione e alla libertà di associazione.
Il rispetto di tali valori fondamentali è essenziale. Sono i migliori garanti delle libertà individuali e assicurano una reale concorrenza di idee. Sono una componente essenziale di società realmente aperte, innovative e competitive.
Il 1° ottobre, la Corte costituzionale ucraina ha pronunciato una sentenza che ha annullato le modifiche costituzionali apportate dopo la rivoluzione arancione del 2004, decisione che ovviamente rafforza l’esigenza che l’Ucraina realizzi una più ampia riforma costituzionale attraverso un processo di riforma inclusivo e, in larga misura, si richiama a un tema fondamentale della risoluzione del Parlamento europeo del 25 febbraio di quest’anno. Tale processo dovrebbe cercare di istituire un sistema costituzionale efficace e duraturo di controlli ed equilibri secondo gli standard europei.
Per l’Unione europea e i nostri Stati membri, il rispetto dei diritti umani, i principi umani e lo Stato di diritto sono valori fondamentali che ci legano, valori per i quali non esistono compromessi, il che vale anche per le nostre relazioni con i partner più importanti come l’Ucraina. Il ritmo e la profondità del nostro ravvicinamento all’Ucraina saranno determinati dal pieno rispetto di tali valori.
Michael Gahler, a nome del gruppo PPE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il popolo ucraino più e più volte si è espresso nettamente a favore di un futuro europeo per il proprio paese. Denunce preoccupanti provenienti dall’Ucraina indicano però sviluppi che allontanano il paese dall’Europa. Per questo teniamo l’odierno dibattito prima delle elezioni comunali. Potremo discutere le riforme economiche in novembre nell’ambito del vertice UE-Ucraina.
Abbiamo pertanto bisogno di parlare dell’intimidazione da parte della polizia segreta e delle limitazioni imposte alla libertà di stampa, oltre alla possibilità di partecipare senza ostacoli alle elezioni. Sviluppi come questi non possono essere compensati da notizie positive in campo economico. La prosperità economica attraverso l’autoritarismo è un approccio cinese, non europeo. Chi è oggi al potere in Ucraina non dovrebbe poter credere di riuscire a sfuggire soltanto perché il pubblico europeo in senso ampio non ne prende atto o il precedente governo, come si è ammesso, era carente in materia di buon governo e lotta alla corruzione. Queste circostanze sono vere. Eppure l’atmosfera non era quella del controllo e delle incursioni della polizia segreta, come è stato il caso per il rettore dell’Università cattolica di Lviv e i giovani operanti all’interno delle organizzazioni non governative e dei partiti di opposizione. Riduzione del potere delle aziende, sequestro di computer, occupazione delle sedi dei partiti per un presunto rischio di attacco: in Ucraina si ripropone un noto déjà vu, metodico. La polizia segreta è guidata da Khoroshkovsky, che attualmente gestisce un impero di mezzi di comunicazione ed è anche membro della commissione preposta alla nomina dei più importanti giudici del paese. Anche questo allontana l’Ucraina dall’Europa. Poco è rimasto delle pari opportunità nel contesto politico prima delle comunali. L’opposizione è in parte esclusa dalle elezioni, mentre partiti fantoccio formatisi spontaneamente sono autorizzati a parteciparvi con la compiacenza delle autorità locali. A Kiev, si continuano ad abolire senza tante cerimonie i consigli distrettuali in maniera che non vi si tengano elezioni. Il partito al governo sa che adesso lì non vincerebbe. I vertici del potere hanno l’obiettivo di ottenere il controllo su regioni che in passato sono state inclini a contrastarli.
In alternativa, proponiamo la nostra esperienza europea. I nostri Stati membri hanno preso decisioni importanti in un clima di consenso democratico tra il governo e un’opposizione pronta ad assumersi la responsabilità delle riforme europee, dello Stato di diritto, di un’economia di mercato competitiva, dell’integrazione europea. Vogliamo che l’Ucraina prosegua lungo questa via insieme a noi.
(L’oratore accetta un’interrogazione con cartellino blu a norma dell’articolo 149, paragrafo 8 del regolamento)
Marek Henryk Migalski (ECR). – (PL) Signor Presidente, la ringrazio per avermi consentito di porre la mia domanda. È sempre positivo poter intraprendere un dibattito del genere. È stato di fatto dipinto un quadro a tinte alquanto scure di ciò che sta attualmente accadendo in Ucraina, giungendo persino a paragonarla alla Cina. Realmente crede che la situazione attuale in Ucraina sia così drammatica da dover formulare accuse tanto gravi contro il paese? Quali sono le sue posizioni sulla Russia in tale contesto? Equiparare l’Ucraina alla Russia non è ingiusto nei confronti dell’Ucraina?
Michael Gahler, a nome del gruppo PPE. – (DE) Signor Presidente, ho detto che cercare di ottenere la prosperità economica attraverso l’autoritarismo è una via che in Europa non possiamo perseguire. Lo sappiamo guardando la Cina. Non ho fatto un paragone. Ho semplicemente affermato che sarebbe la via sbagliata da intraprendere, una via non certamente europea. L’immagine che ho delineato è molto realistica, penso, per quanti vivono nel paese, dove i presunti risultati economici devono ancora dimostrare la propria efficacia.
Adrian Severin, a nome del gruppo S&D. – (EN) Signor Presidente, l’Ucraina è un paese importantissimo per noi, un paese chiamato a raccogliere molte sfide. Vorrei ringraziare il Commissario per la perfetta descrizione della situazione e delle nostre aspettative.
Un nuovo governo è stato designato attraverso elezioni libere e corrette, come è stato riconosciuto da tutti noi. Oggi è giunto il momento di permettere a questo governo di dimostrare il proprio valore senza valutarne risultati o carenze dai primi minuti del suo mandato. Il problema reale di questa discussione è un problema nostro. Troppo precipitosamente abbiamo diviso il paese in pro-occidentalisti e pro-orientalisti. Ora abbiamo un problema, visto che i pro-occidentalisti non sono al potere, nel riconoscere la capacità dei pro-orientalisti di conseguire risultati e aiutare il paese a promuovere le sue aspettative europee, un problema reale che emerge con estrema chiarezza dell’odierno dibattito, e dovremmo comprendere che i veri pro-europeisti sono i pro-ucraini, coloro che sono in grado di instaurare Stato di diritto, democrazia e modernizzazione europea nel proprio paese.
Concluderei semplicemente chiedendo ai colleghi di decidere di rinviare la risoluzione che dovremmo adottare perché gli ucraini presto andranno alle elezioni e stanno affrontando i negoziati con noi. Non dovremmo adottare risoluzioni nel bel mezzo di un iter politico prima di disporre di fatti sulla base dei quali trarre conclusioni.
Adina-Ioana Vălean, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, sembriamo avere difficoltà a capire come gestire il nostro vicino orientale, l’Ucraina.
Altrettanto difficile è per l’Ucraina, che un giorno tratta l’Europa come alleata, un altro come un problema. Per questo ritengo che dovremmo essere pragmatici, riconoscere le realtà locali e trovare punti comuni all’ordine del giorno per pervenire ad accordi.
La cooperazione economica è sempre stata il volano più forte dell’Europa per una maggiore integrazione e l’Europa deve il suo successo a tale approccio pragmatico sin dal 1956.
Dobbiamo dunque continuare a concentrarci sulle riforme economiche e istituzionali che l’Ucraina deve intraprendere parallelamente. Questo approccio duplice è l’unico possibile se vogliamo creare un circolo virtuoso che possa portare alla stabilità democratica nel paese e nella regione orientale in senso più ampio.
Tra i vari obiettivi importanti, prioritario dovrebbe essere il sostegno a un ambiente commerciale sano e il raggiungimento di un’economia di mercato funzionante in Ucraina incoraggiandone le riforme in tema di patrimonio e IVA, nonché gli sforzi profusi per combattere la corruzione ai vertici.
Per questo considero l’accordo di associazione uno strumento di riforma potente e per questo dovremmo proseguire i negoziati sulla creazione di uno spazio di libero scambio ampio e profondo e sull’adesione dell’Ucraina al trattato della Comunità dell’energia.
In tale contesto, apprezzo l’adesione dell’Ucraina all’OMC, che dovrebbe essere vista come un passo importante nell’accettazione da parte del paese degli standard economici europei.
Spero che riusciremo a superare il continuo rinvio dell’accordo di libero scambio incoraggiando il circolo virtuoso della reciproca fiducia, produttivo per l’intera regione e l’Europa.
Rebecca Harms, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, in primo luogo vorrei precisare che condivido la preoccupazione per l’aggravamento della situazione e gli sviluppi ademocratici in Ucraina. Vi sono sempre più denunce di repressioni della libertà di espressione dei giornalisti, minacce sistematiche ai singoli aderenti impegnati in organizzazioni non governative e persone che operano per lo sviluppo democratico. Anche il ruolo della polizia segreta è motivo concreto di apprensione. Non ritengo tuttavia che gli alterchi in merito alla libertà della stampa e allo sviluppo democratico in generale siano iniziati con le ultime elezioni. Al contrario, e l’ho ribadito spesso in quest’Aula, tutti i principali interlocutori in Ucraina hanno ripetutamente abusato del proprio potere per vari scopi, tra cui sfruttare i propri interessi. Tale abuso sta peggiorando, il che deve realmente preoccuparci.
Non faremmo un favore a noi stessi se adottassimo questa risoluzione senza preoccuparci di alcuni sviluppi economici in Ucraina. Con altrettanta ansia guardo all’espansione sistematica dell’influenza della Russia sull’economia ucraina, il suo settore dell’energia, ma anche altri settori. Vorrei pertanto invitarvi a non votare domani, bensì dopo che la delegazione si è recata a Kiev, dato che una delegazione sarà lì tra due weekend, e prima che venga organizzato il vertice in Ucraina, dopo un’attenta preparazione in tutti gli ambiti per concordare la reale posizione del Parlamento europeo in merito alla situazione nel paese.
Ho seguito questa via dai tempi pre-democratici alla nuova epoca con numerosi amici ucraini. L’Ucraina stava seguendo un’ottima strada. La nostra impressione è stata che le ultime elezioni si siano svolte secondo le convenzioni democratiche. Se la situazione ora non dovesse migliorare, e invece peggiorare, dovremmo nondimeno valutare con estrema attenzione le modalità di un nostro intervento o non intervento. In ogni caso, vi invito a non prendere una decisione prima della nostra prossima visita nel paese. La nostra voce si farà sentire più forte se avvieremo il dibattito sugli aspetti di cui abbiamo parlato qui nella risoluzione.
Come ho detto, sono realmente preoccupata. Ricevo molti segnali secondo cui tutto sta andando in una direzione negativa. Tuttavia, non faremmo un favore a noi stessi se liquidassimo il nostro dibattito sul campo nel paese e prendessimo decisioni troppo rapide e precipitose.
Michał Tomasz Kamiński, a nome del gruppo ECR. – (PL) Signor Presidente, molti di noi hanno svolto un ruolo attivo nella rivoluzione arancione aiutando i democratici ucraini in un momento di difficoltà. Abbiamo tuttavia sempre sottolineato il fatto che lo scopo del nostro coinvolgimento in Ucraina non era sostenere una specifica forza politica, bensì contribuire a rendere l’Ucraina un paese democratico e libero. Oggi dovremmo ricordare che il Parlamento europeo non ha svolto un ruolo nella politica interna ucraina, ma ha funto da guardiano in due modi molto importanti: da un lato, sostenendo e assistendo le aspirazioni europee degli ucraini e, dall’altro, appoggiando la democrazia, i diritti umani e tutti i valori che consideriamo europei in Ucraina. Affermo che il tono della risoluzione proposta non è un tono che aiuterà quelli che si considerano amici dell’Ucraina. La risoluzione odierna avvicinerà soltanto l’Ucraina alla Russia e a coloro che dicono: “Vedrete che non c’è spazio per noi in Occidente. Ci sta chiudendo le porte”.
Dobbiamo essere aperti all’Ucraina, dobbiamo dirle quali sono gli standard europei e dobbiamo continuare a esercitare pressione per garantire che siano osservati, mentre d’altro canto dobbiamo assolutamente evitare che l’Ucraina ritorni all’Est. Vorrei chiedere all’onorevole Gahler, del quale apprezzo enormemente il coinvolgimento nel campo dei diritti umani della politica internazionale, perché trova necessario usare parole così pesanti in relazione all’Ucraina. Vorrei che mi dicesse se la sua collega Merkel ha usato parole così crude sulla Russia durante il recente incontro con Putin.
Bastiaan Belder, a nome del gruppo EFD. – (NL) Signor Presidente, all’inizio di questa settimana, l’Ucraina è stata sulle prime pagine della stampa olandese con titoli, lo dico in questo consesso, purtroppo non molto edificanti. È successo lunedì. In sintesi, l’Ucraina è il selvaggio West dell’Europa orientale. Si dice che gli investitori stranieri temono l’illegalità che regna nel paese dove, la scorsa settimana, almeno 3 000 fabbricati e società sono stati espropriati con frodi e violenze. In tale processo, intrallazzatori agiscono in collusione con i politici del paese per raggirare gli imprenditori. Nel frattempo, gli Stati membri dell’Unione europea sono i più grandi investitori stranieri diretti in Ucraina dal 1991.
Signor Commissario, è consapevole di queste gravi preoccupazioni che affliggono gli investitori europei in Ucraina e quali passi specifici che la Commissione ha intrapreso per tutelare gli interessi legittimi e legali delle aziende europee nell’economia ucraina? Ciò darebbe prova di impegno. Non abbiamo nulla contro l’Ucraina. Il mio partito sostiene persino con veemenza l’eventuale adesione dell’Ucraina all’Unione europea, ma, ovviamente, dobbiamo mantenere una posizione cauta. Stiamo assistendo a sviluppo inquietanti, non soltanto nel campo dei diritti umani, bensì anche nel campo dell’economia e delle aziende.
Andreas Mölzer (NI). – (DE) Signor Presidente, a distanza di qualche mese dalle elezioni presidenziali tenutesi nel febbraio di quest’anno in cui Yanukovych ha celebrato il suo ritorno al potere, i conseguimenti democratici della rivoluzione arancione sono andati evidentemente perduti. Tuttavia, nel momento in cui anche i mercati finanziari giudicano il nuovo governo più stabile e prevedibile del governo posto alla guida del paese dalla rivoluzione arancione, è probabilmente segno del fatto che la democrazia secondo i principi occidentali, i nostri principi europei, non può essere trasposta su una base uno a uno in ogni paese, compresi quelli della sfera di influenza post-comunista. L’attuale decisione della Corte costituzionale rafforzerebbe di fatto la posizione del Presidente e indebolirebbe quella del parlamento, cosa della quale possiamo essere certi. Chi conosce la regione afferma che esisteva già un sistema presidenziale di fatto prima della sentenza proforma della Corte. Le crescenti limitazioni imposte alla libertà di stampa e opinione fanno dubitare delle rassicurazioni fornite da Yanukovych secondo cui gli standard democratici saranno rispettati. Se il Presidente riesce sia a rafforzare la propria base di potere sia a ottenere una ripresa economica attuando riforme centrali in Ucraina, che è ovviamente uno dei paesi più poveri di questo continente, forse resterà sul trono presidenziale più a lungo, e credo che di questo, lo dico in maniera chiara e semplice, l’Unione europea debba prendere atto.
György Schöpflin (PPE). – (EN) Signor Presidente, gli sviluppi in Ucraina esemplificano chiaramente il vecchio detto secondo cui il potere corrompe e il potere assoluto corrompe in maniera assoluta. L’élite attualmente al governo esercita il potere dall’elezione del Presidente Yanukovych e molto di quanto è stato fatto suggerirebbe l’intenzione di favorire la concentrazione del potere.
Questo è ancor più sorprendente se ricordiamo i risultati delle elezioni presidenziali che hanno assicurato a Yanukovych una piccola maggioranza e hanno dimostrato come godesse di un forte sostegno soltanto nel sud e nell’est del paese. Eppure, e questo è l’elemento che attualmente più colpisce della politica ucraina, vi è stato uno stabile movimento verso l’emarginazione dei centri di potere alternativi. I mezzi di comunicazione, lo Stato di diritto, l’opposizione, l’autonomia dell’amministrazione statale sono stati tutti coinvolti. Ciò che è particolarmente preoccupante è il fatto che la polizia segreta ha acquisito la capacità di intervenire in maniera molto pervasiva negli affari del paese.
Tutto questo non lascia ben presagire per il futuro, specialmente se gli ucraini desiderano un futuro europeo, perché il sistema costruito da Yanukovych punta ad allontanarsi dall’Europa, non ad avvicinarsi ad essa.
Il massimo che si possa dire in merito ai cambiamenti è che hanno portato a un certo grado di stabilità nel paese, una stabilità che però cela sempre più stasi e immobilità. Nel contempo, è vero che Yanukovych ha sicuramente migliorato le relazioni con la Russia, ma in tal modo ha accettato un grado di subordinazione a Mosca che è nuovo. Se la società ucraina accetterà o meno a lungo termine tale trasformazione è ancora una questione aperta.
Marek Siwiec (S&D). – (PL) Signor Presidente, chiediamoci ciò che è effettivamente successo in Ucraina: un colpo di stato o forse un golpe militare? Queste sarebbero le uniche situazioni in cui dovremmo stare qui tutta la notte a elaborare risoluzioni per sedere il giorno dopo al tavolo dei negoziati. Stiamo negoziando in maniera che la maggioranza assoluta semplicemente stabilisca come le risoluzioni sono formulate e ciò che dicono. Il linguaggio del progetto di risoluzione del gruppo PPE è il linguaggio usato per condannare i dittatori africani e i regimi sudamericani, ma questo non è il genere di linguaggio giusto da usare per la situazione in Ucraina. Vorrei che i parlamentari decidessero se dobbiamo descrivere l’Ucraina usando il linguaggio del Commissario Füle, il quale dice: “Sì, ma...”, vale a dire che alcuni aspetti vanno bene, ma non apprezziamo altri, oppure dovremmo usare un linguaggio negativo, dicendo che non apprezziamo alcunché e tutto va condannato.
L’Ucraina è stata nel caos per cinque anni. Ne siamo stati testimoni. Abbiamo aiutato i democratici e chiunque volesse procedere verso l’Unione europea. Abbiamo avuto sei mesi di consolidamento, un consolidamento che potrebbe avere un esito negativo, ed è nostro compito sottolineare tali esiti negativi, ma non ora e non in questo modo. Comprendo il rammarico del gruppo PPE per il fatto che Yulia Tymoshenko ha perso le elezioni, ma vi dico: è un peccato, avrebbe potuto vincere e invece ha perso. Ora che ha perso, riconosciamo ciò che sta realmente accadendo e teniamo le autorità ucraine sotto attenta osservazione, ma non buttiamo il bambino con l’acqua sporca.
Paweł Robert Kowal (ECR). – (PL) Signor Presidente, sono molto grato al Commissario Füle per il suo atteggiamento costruttivo, un atteggiamento che comporterà notevoli cambiamenti nelle relazioni tra Unione e Ucraina. Ringrazio inoltre l’onorevole Harms per la sua posizione equilibrata e le sue parole, come sempre sagge, sull’Ucraina. Tutte le informazioni fornite dall’OSCE dimostrano che l’Ucraina è solo uno dei pochi paesi dell’ex Unione sovietica in cui sinora si siano tenute elezioni in maniera corretta. È un grande risultato conseguito dall’Ucraina, sia da parte degli arancioni sia da parte dei blu. È un risultato che non possiamo rimettere in discussione prima della fine delle prossime elezioni. Sarebbe un grave errore politico da parte dell’Unione e del nostro Parlamento se ascoltassimo la voce del gruppo PPE e mettessimo in dubbio il fatto che si possano tenere elezioni con successo in uno dei pochissimi paesi dell’Est. Aiutiamo l’Ucraina a condurre elezioni normali. Non giudichiamo prima che si siano tenute.
Vorrei rivolgermi agli ospiti ucraini presenti oggi in Aula: il posto dell’Ucraina è qui, in questa Camera, e per questo vi stiamo imponendo gli stessi standard che applichiamo ai paesi dell’Unione europea. Per questo avete combattuto insieme, arancioni e blu. Ogni questione, anche la più insignificante, che ha a che vedere con i dritti umani o la libertà di stampa qui sarà valutata. Non siate sorpresi. Sto parlando ai nostri fratelli ucraini, che vengono trattati come un paese europeo secondo gli standard europei.
L’ultimo invito che vi rivolgo è: agite insieme nei vostri rapporti con le istituzioni europee e il Parlamento. Crediamo che in futuro sarete tra noi. Sappiamo che accadrà presto, ma vogliamo aiutarvi al riguardo. Concordo con l’onorevole Harms nell’affermare che il momento giusto per adottare risoluzioni è dopo le elezioni. Solo allora, prima del vertice dell’Unione, saremo in grado di discutere la questione con franchezza ed elaboreremo un documento attraverso il quale esporre la posizione comune del Parlamento.
Inese Vaidere (PPE). – (LV) Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’Ucraina è un paese che riveste un significato strategico notevole per l’Unione europea. Per questo non possiamo essere indifferenti a ciò che accade nel paese. Il 1° ottobre, decine di migliaia di ucraini hanno invaso le strade per protestare contro i cambiamenti costituzionali intrapresi da Yanukovych e confermate dalla Corte costituzionale, la cui composizione è stata modificata poco dopo l’elezione del Presidente. Tali riforme sono state condotte senza alcun dibattito democratico né il consenso della Commissione di Venezia. I cambiamenti indeboliscono l’equilibrio di potere e minacciano l’indipendenza del sistema giudiziario in Ucraina. Anche le riforme economiche sono messe a repentaglio. I nostri amici ucraini hanno espresso preoccupazione in merito all’organizzazione delle imminenti elezioni, l’eccessiva rappresentanza della coalizione al governo nella commissione elettorale centrale, le restrizioni imposte alle organizzazioni non governative e l’interferenza dello Stato nelle attività dei partiti di opposizione. Proprio per questo oggi questa risoluzione è necessaria. Purtroppo, la coalizione al governo ha respinto la proposta dell’opposizione al parlamento ucraino di considerare prioritaria l’adesione all’Unione nella politica estera del paese. Dobbiamo tuttavia continuare a sottolineare l’importanza della cooperazione con l’Ucraina e monitorare l’attuazione degli accordi stipulati. È necessario che l’Unione europea continui a esortare alla lotta alla corruzione contribuendo nel contempo a tale lotta, oltre che al rispetto della libertà di stampa. Una situazione in cui un magnate dei mezzi di comunicazione è alla guida del servizio di sicurezza statale e, al tempo stesso, è membro dell’Alto consiglio giudiziario, che ha il potere di nominare e destituire i giudici, non è tipico di uno Stato democratico. In conclusione, dobbiamo anche compiere passi positivi, prevedendo non soltanto l’introduzione di un regime di esenzione dal visto, ma anche la cooperazione economica, specialmente nel settore dell’energia, aspettando nel contempo lo sviluppo democratico del paese. Questo sarebbe l’obiettivo della prossima risoluzione che dovremmo stilare dopo le elezioni e dovrebbe riguardare energia, economica e altre questioni rilevanti per l’Ucraina. Grazie.
(L’oratore accetta un’interrogazione con cartellino blu a norma dell’articolo 149, paragrafo 8 del regolamento)
Marek Siwiec (S&D). – (EN) Signor Presidente, vorrei porre una domanda semplicissima. È probabilmente un problema di interpretazione, ma lei ha detto che l’attuale governo ucraino ha respinto l’adesione all’Unione europea.
Per quanto ne so dalla dichiarazione del Presidente e dalla dichiarazione ufficiale della politica a lungo termine del Parlamento ucraino, l’adesione all’Unione europea è una delle loro massime priorità.
La domanda è dunque se io ho compreso male ciò che lei ha detto o lei ha mal interpretato il Presidente dell’Ucraina.
Inese Vaidere (PPE). – (LV) Signor Presidente, sono lieta di chiarire questo aspetto. Evidentemente la traduzione non è stata precisa. Il Presidente dell’Ucraina ha annunciato la volontà di proseguire la convergenza dell’Unione europea. Nondimeno, secondo la decisione del Parlamento ucraino, l’adesione all’Unione europea non è diventata la massima priorità.
(L’oratore accetta un’interrogazione con cartellino blu a norma dell’articolo 149, paragrafo 8 del regolamento)
Rebecca Harms (Verts/ALE). – (DE) Signor Presidente, vorrei chiedere all’onorevole Vaidere, visto ora che abbiamo messo nero su bianco tutti i punti della nostra costernazione in merito all’uso improprio del potere e della repressione, quali obiezioni vi possano essere all’idea di proporre a breve questo testo a Kiev per discuterne e poi decidere come proseguire da tale punto di partenza. Vorrei conoscere la sua risposta a questo mio interrogativo, dato che, sulla base della precedente esperienza della nostra delegazione, penso che sia il modo migliore e più produttivo per avanzare, specialmente se vogliamo acquisire un’influenza democratica.
Inese Vaidere (PPE). – (LV) Signor Presidente, sono lieta di replicare. Personalmente, pur non sapendo perché, onorevole Harms, sono nondimeno preoccupata, anche dopo la nostra partecipazione ai vertici in Ucraina, dai segnali che stiamo ricevendo dai nostri amici ucraini in merito alla composizione della commissione elettorale centrale, alla libertà dei mezzi di comunicazione e alle limitazioni imposte alle organizzazioni non governative. Sono tutti elementi incontestabili ed è proprio se esprimiamo le nostre preoccupazioni al riguardo che le elezioni regionali a mio parere potrebbero svolgersi in un’atmosfera decisamente migliore. Nessuno ci impedisce di andare in Ucraina la prossima settimana, anche con la nostra risoluzione. Nessuno ci impedisce di preparare un’altra risoluzione, come ho detto, sulle questioni economiche. Dobbiamo sicuramente farlo, ma per quel che riguarda tali preoccupazioni in merito al deterioramento della situazione democratica, purtroppo dobbiamo, ossia penso che...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Kristian Vigenin (S&D). – (EN) Signor Presidente, vorrei dire che la qualità dell’odierna discussione dimostra che non è stata preparata. Non avevamo bisogno di questo dibattito e ora non è il momento di adottare risoluzioni sull’Ucraina, né oggi né domani.
Mi corre l’obbligo di rammentarvi che sei mesi fa il paese era in caduta libera e sull’orlo del caos. Vi era instabilità politica, economica e finanziaria, se non addirittura una profonda crisi, ma ora il quadro è molto diverso. Dobbiamo riconoscere che nell’arco di pochi mesi il governo ucraino è riuscito a riportare il paese alla normalità e alla stabilità politica, economica e finanziaria.
Vi sono problemi. Non lo neghiamo. Dobbiamo tuttavia ammettere che stanno ascoltando la nostra voce; alcune misure correttive sono state intraprese, per esempio, nel campo della legge elettorale e di alcune prassi elettorali. In tal senso, la nostra voce sarà ascoltata fintantoché non inizieremo a urlare a ogni piè sospinto, adottando invece un approccio dignitoso nei confronti del paese.
Per questo credo che non stiamo rendendo un buon servizio alla nostra commissione parlamentare che si recherà in Ucraina tra 10 giorni; non stiamo rendendo un buon servizio a noi stessi compromettendo il nostro ruolo attraverso l’adozione di queste risoluzioni 10 giorni prima delle elezioni. Un approccio del genere non è mai stato assunto prima. È un chiaro tentativo di influenzare le elezioni. Non dovremmo permettere che il nostro Parlamento sia parte di questo gioco.
Propongo pertanto di rinviare l’adozione della risoluzione e chiedere ai nostri colleghi della commissione parlamentare per la cooperazione UE-Ucraina di vagliarla con i colleghi in loco, discutere tali questioni…
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Traian Ungureanu (PPE). – (EN) Signor Presidente, le nuove autorità ucraine sono nuove soltanto nel nome. Una regressione verso pratiche autoritarie sta dilagando nel paese. Il quadro giuridico per le imminenti elezioni locali è stato alterato e potrebbe mettere a repentaglio la partecipazione dei partiti di opposizione. La costituzione è stata modificata ed è stato reintrodotto un regime presidenziale di fatto. I mezzi di comunicazione e la società civile sono costantemente sotto pressione e il servizio segreto ucraino pare rivivere i suoi giorni sovietici.
È tempo per noi di esprimere chiaramente la nostra preoccupazione attraverso una risoluzione. Le autorità ucraine dovrebbero percepire il messaggio che legami più stretti con l’Unione non possono essere garantiti soltanto attraverso dichiarazioni amichevoli. Un governo ucraino ademocratico non può essere un partner affidabile per l’Unione, specialmente nell’area strategicamente sensibile del mar Nero.
Hannes Swoboda (S&D). – (DE) Signor Presidente, penso che tutti debbano assumersi le proprie responsabilità. Il governo in Ucraina deve attuare lo Stato di diritto e la libertà dei mezzi di comunicazione e deve farlo in maniera efficace. Anche l’opposizione, tuttavia, deve dimostrare di essere responsabile e non divulgare false informazioni. Se pensiamo a quante denunce contenute nel vostro progetto di risoluzione sono state immediatamente smentite dagli interessati, è chiaro che ci vengono trasmesse molte informazioni false. Anche noi abbiamo bisogno di dimostrare di essere responsabili. Non possiamo permetterci di essere invischiati in discorsi di politica interna. Onorevoli colleghi, e mi rivolgo in particolare ai membri del gruppo PPE, non ha alcun senso per noi difendere un gruppo o un altro in Ucraina per motivi politici e partitici. Non è quello il nostro compito.
La prossima settimana discuteremo con il Ministro degli esteri, poi vi saranno le elezioni, dopodiché si riunirà la commissione parlamentare per la cooperazione UE-Ucraina, che a breve si recherà in Ucraina. Come è sempre accaduto, e in questo caso di appello al suo senso di equità, onorevole Gahler, anche in tale circostanza valuteremo se le cose sono andate bene o meno dopo le elezioni, anziché anticiparne il risultato affermando che le cose non andranno bene. Non è questo, come ho detto, il nostro compito e mi appello al suo senso di equità, equità che solitamente sempre dimostra, rimanendo equilibrato anche in questa circostanza.
Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (PPE). – (PL) Signor Presidente, soltanto chi ha vissuto sotto il sistema socialista può comprendere appieno le nazioni alle quali è mancata la libertà personale, la libertà di stampa e la libertà dei mezzi di comunicazione, oppure la difficile strada che questi paesi hanno dovuto seguire. Capisco coloro che adesso manifestano preoccupazione e parlano del mancato rispetto dei diritti del singolo e dei problemi sfaccettati con i quali oggi l’Ucraina deve confrontarsi. Dobbiamo però anche riconoscere i cambiamenti, certo piccoli, ma positivi, come le recenti elezioni democratiche di cui noi, in quanto rappresentanti del Parlamento europeo, siano stati osservatori.
Mi appello alla sensibilità nei confronti della situazione di milioni di cittadini ucraini e centinaia di giovani nel paese. Contano sull’Unione europea, sul nostro aiuto per costruire la democrazia, sul nostro aiuto per costruire una società civile. È molto facile criticare, ma come polacca, ricordo che una volta siamo stati aiutati.
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Kyriakos Mavronikolas (S&D). – (EL) Signor Presidente, anch’io vorrei aggiungere la mia voce a quella di coloro che hanno obiettato che non vi è motivo per una risoluzione così affrettata, soprattutto prima delle elezioni, prima della visita e, aspetto più importante, prima che il Parlamento europeo sia presente in Ucraina. Questo governo è stato eletto molto di recente; è un dato di fatto che vi sono problemi, ma dobbiamo riconoscere che è stato eletto democraticamente e consentirgli di proseguire nei suoi sforzi. Una soluzione avrebbe senso soltanto dopo le imminenti elezioni in Ucraina.
Siiri Oviir (ALDE). – (ET) Signor Presidente, avevo una domanda per la collega Vaidere, ma ora vorrei esprimere un mio pensiero. Il fatto che vogliamo adottare ora la risoluzione sull’Ucraina e non domani è fuori luogo e gli ucraini, che guardano con riconoscenza al Parlamento europeo, non ci comprenderebbero perché ciò che abbiamo scritto oggi nel progetto, in primo luogo, non è formulato nel tono più appropriato e, in secondo luogo, non è molto preciso. Vi sono inoltre alcuni errori fattuali.
L’onorevole Vaidere ha affermato che la presidenza della Commissione di Venezia ha criticato l’emendamento della costituzione. Ho una lettera del presidente che reca la data odierna in cui afferma di essere sorpreso per il fatto che tale punto figura nella nostra risoluzione e dice chiaramente che non lo ha fatto, né qui né lì né altrove.
Marek Henryk Migalski (ECR). – (PL) Signor Presidente, contrariamente all’onorevole Vigenin, ritengo che la discussione odierna sia stata eccellente ed estremamente utile. È raro che in questa Camera venga condotto un dibattito così interessante per il quale vorrei ringraziare tutti. L’intervento dell’onorevole Łukacijewska dimostra che anche il gruppo PPE è diviso sul tema, notizia sicuramente positiva. Dovremmo ringraziare i socialisti, e in particolare gli onorevoli Swoboda, Severin e Siwiec, per aver compreso che decisioni così sfavorevoli ai nostri amici ucraini non dovrebbero essere prese prima delle elezioni. Il Commissario Füle e l’onorevole Harms hanno peraltro ragione nel richiamare alcuni fatti che sono motivo di preoccupazione e dei quali siano anche consapevoli.
Jaromír Kohlíček (GUE/NGL). – (CS) Signor Presidente, per una volta cerchiamo di essere uniti, onorevoli colleghi, e di riflettere. Per una settimana non sono state apportate modifiche alle leggi né è cambiata la composizione della commissione elettorale. È interessante notare come ogni volta che alcune forze politiche hanno l’impressione che i loro alleati in un paese al di fuori dell’Unione europea non hanno vinto, tali forze all’estero esprimono immediatamente preoccupazione per lo stato della democrazia in quel paese. Concordo con ciò che l’onorevole Kamiński e altri hanno detto. Abbiamo sicuramente bisogno di agire dal Parlamento europeo per contribuire allo sviluppo della democrazia e al miglioramento delle condizioni per il reciproco sviluppo di relazioni. Gli sforzi per sostenere le azioni stabilizzatrici da intraprese dal governo ucraino hanno apparentemente infastidito alcuni di quelli che celebrano il caos e l’illegalità. I miei colleghi forse li reputano partner migliori dell’attuale governo. Personalmente consiglio di rinviare il progetto di risoluzione e riprendere la discussione sull’argomento dopo il rientro della delegazione da Kiev.
Jaroslav Paška (EFD). – (SK) Signor Presidente, credo che l’Ucraina sia uno dei partner potenziali più vicini all’Unione europea.
Gli ucraini sono più vicini alla civiltà europea di quanto lo siano turchi o albanesi. Gli ucraini hanno liberamente scelto un cambiamento perché i poteri democratici arancioni hanno portato il paese alla povertà, all’impotenza e al declino. Yanukovych è stato a lungo all’opposizione e il suo atteggiamento nei confronti dell’opposizione attuale rispecchia il trattamento che gli hanno riservato i leader arancioni. Dobbiamo inoltre riconoscere il fatto che probabilmente ricorda il precedente periodo in cui è stato vittimizzato dalla lega arancione e l’unica reazione dell’Unione europea è stata un sorriso benevolo. A meno che non vogliamo perdere l’Ucraina come futuro membro dell’Unione, è necessario essere pazienti e concentrarsi sulla cooperazione economica. Costruiamo un clima di fiducia reciproca. Dobbiamo spiegare al governo che l’opposizione svolge un ruolo legittimo in una società democratica e all’opposizione che, a meno che non ottenga un sostegno sufficiente da parte del popolo, non ha alcun diritto di competere per il potere.
Michael Gahler (PPE). – (DE) Signor Presidente, poiché sono stato chiamato personalmente in causa, vorrei di fatto rispondere per un minuto con la procedura catch the eye. Posso?
Franz Obermayr (NI). – (DE) Signor Presidente, la fondazione della Comunità dell’energia nel 2006 ha creato un mercato integrato europeo dell’energia per il gas e l’elettricità e la prevista inclusione dell’Ucraina è volta ad assicurare l’approvvigionamento energetico verso l’Europa orientale, il che è positivo, poiché vi sono stati diversi gravi problemi negli ultimi anni e la controversia del gas tra Russia e Ucraina, in particolare, ha avuto effetti notevoli sugli approvvigionamenti di gas degli Stati membri dell’Unione. Successivamente è stato inevitabile, come è ovvio, che la Russia sospendesse gli approvvigionamenti di gas durante le discussioni sul prezzo e il mio paese, l’Austria, alone, ha subito un calo del 33 per cento degli approvvigionamenti di gas russo, mentre Francia, Ungheria e Italia hanno registrato anch’esse cali dal 20 al 40 per cento. Ciò impone che la Commissione, in veste di coordinatrice della Comunità dell’energia, scuota l’Ucraina e le ricordi i suoi obblighi in materia di sicurezza dell’approvvigionamento dell’Europa. Non possiamo permettere che l’approvvigionamento energetico dei nostri Stati membri diventi vittima della guerra sul prezzo tra Russia e Ucraina. Discutiamo certo in maniera approfondita, ma siamo anche duri e, vi prego, assicuriamo l’approvvigionamento energetico dei nostri Stati membri.
Mariya Nedelcheva (PPE). – (BG) Signor Presidente, il Parlamento europeo ha sempre sostenuto l’Ucraina nel suo cammino verso la democrazia sulla base dei principi dello Stato di diritto e della condivisione con noi dei valori comuni dell’integrazione europea.
Le elezioni sono un barometro della democrazia. Ciò ci consente di valutare la qualità del processo democratico in atto, la stabilità delle istituzioni, la maturità dei partiti politici e le posizioni della società civile. Apprezzo la decisione delle autorità ucraine di invitare osservatori alle elezioni che si terranno il 31 ottobre.
Confido nel fatto che la loro missione assicuri maggiore fiducia nel processo elettorale e le loro osservazioni contribuiscano a confermare la trasparenza e l’imparzialità dell’operato delle istituzioni ucraine. Prescindendo dalle elezioni, la costituzione, legge suprema in Ucraina, deve garantire l’equilibrio delle autorità e il loro reciproco controllo.
L’Ucraina può fare affidamento sul suo partner europeo, che la sosterrà coerentemente nei suoi sforzi per attuare la riforma e raggiungere la stabilità. Il parere dell’Unione europea e della sua società civile imprime un ulteriore slancio e garantisce il successo ultimo.
Vilija Blinkevičiūtė (S&D). – (LT) Signor Presidente, la scorsa settimana, Viktor Yanukovych, Presidente dell’Ucraina, si è recato in visita ufficiale nel mio paese, la Lituania, e ha confermato nuovamente che l’obiettivo dell’Ucraina è diventare membro dell’Unione europea. Senza dubbio ciò richiederà vari anni e molto lavoro dovrà essere compiuto, attuando tante riforme nei vari campi, come quello dei diritti umani, della lotta alla corruzione, del superamento della povertà e del rafforzamento della democrazia. Concordo tuttavia con i colleghi che sono intervenuti in Parlamento. Non dobbiamo condannare immediatamente l’Ucraina come paese e non dobbiamo impedirle di diventare un partner paritario, per cui ribadisco che noi, nel Parlamento europeo, dobbiamo realmente cooperare come partner paritari e aiutare l’Ucraina a procedere verso l’Unione europea.
Ivo Vajgl (ALDE). – (SL) Signor Presidente, l’Ucraina è un partner grande e importante dell’Unione europea, un paese che sicuramente ha un futuro europeo. Il peggior servizio che penso si possa rendere all’Ucraina, un paese con una struttura interna complessa e una storia difficile, sarebbe parlarne come se fosse il tema delle nostre controversie ideologiche o interpartitiche.
Per questo ogni documento che adottiamo deve essere ben ponderato ed equilibrato. L’opposizione di ieri è il governo di oggi e ciò può accadere in qualunque paese che indica elezioni democratiche. È facile comprendere che l’opposizione sia insoddisfatta per aver perso il potere. Avrà tuttavia altre possibilità quando i tempi saranno maturi e gli elettori decideranno in tal senso. Penso che sia sbagliato per noi affidarsi alle argomentazioni di una parte soltanto e, soprattutto, vorrei dire che confido...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Charles Tannock (ECR). – (EN) Signor Presidente, l’Ucraina è il nostro maggiore partner associativo democratico europeo e anch’io spero che un giorno diventerà membro dell’Unione europea. Come molti colleghi, nutro dubbi in merito all’adeguatezza di una risoluzione parlamentare poco prima delle elezioni locali e il mio gruppo, il gruppo ECR, ha presentato una serie di emendamenti per rendere la risoluzione più equilibrata e meno ripetitiva.
Yanukovych ha vinto le elezioni presidenziali democraticamente, anche se con un margine risicato. Si osservano di fatto alcune tendenze all’autoritarismo preoccupanti a Kiev, dai tentativi di reinstaurare la censura temniki della libertà di stampa all’uso del servizio di sicurezza FBU, guidato da un oligarca a fini politici. L’Occidente, tuttavia, sa seguendo il processo da vicino. Ora il Presidente Yanukovych è sotto pressione. L’eredità della rivoluzione arancione è ancora forte e la società civile ucraina che ne è emersa è molto solida.
Tutti sanno che intrattengo stretti rapporti con alcuni leader dell’opposizione, ma anch’io penso che dovremmo evitare troppe interferenze con gli affari politici e nazionali interni dell’Ucraina, che potrebbero avere ripercussioni sul Parlamento e dovremmo dare ...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Lena Kolarska-Bobińska (PPE). – (PL) Signor Presidente, esattamente le stesse argomentazioni sono state proposte prima delle elezioni presidenziali, quando in questa Camera ci siamo chiesti quale risoluzione adottare e quale posizione assumere in merito a ciò che stava accadendo in Ucraina. All’epoca avevamo deciso che avremmo adottato una risoluzione dopo le elezioni ed è ciò che abbiamo fatto esortando il governo e l’opposizione a rispettare i diritti umani, la libertà di parola e la libertà di associazione.
Sono trascorsi diversi mesi da quella risoluzione e già osserviamo che alcune sue disposizioni non sono state rispettate. Comprendo dunque la preoccupazione che le elezioni locali, fondamentali in termini di promozione della democrazia, suo rafforzamento e sua instaurazione, possano comportare la violazione di taluni diritti. Anche per questo sono tra gli autori della risoluzione.
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Štefan Füle, membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, la ringrazio per avermi offerto l’opportunità di replicare a quello che è stato un dibattito effettivamente molto interessante. La mia replica si concentrerà su tre punti.
In primo luogo, vorrei rispondere a una domanda concreta posta dall’onorevole Belder in merito all’investimento e all’ambiente aziendale. In questo campo in Ucraina occorre fare di più. Questo è ovvio e ho sollevato la questione diverse volte, sia nell’ambito del Consiglio di associazione sia nel quadro di varie riunioni. L’ultima volta che ho avuto modo di parlarne è stata proprio la scorsa settimana con il Primo ministro Azarov. Vi sono diversi argomenti, come la legge sugli appalti pubblici e la possibilità di rivederla attraverso vari emendamenti ora in discussione all’interno del parlamento ucraino.
Occorre fare di più per quanto concerne lo Stato di diritto e, ovviamente, abbiamo seguito con grande interesse il caso Mittal negli ultimi giorni. Dobbiamo fare di più per intensificare l’impegno e mantenere le promesse fatte di affrontare la questione dell’IVA, che rappresenta anch’essa un problema per le nostre aziende. Attraverso i nostri contatti con le autorità ucraine e contatti regolari con gli imprenditori, intendiamo proteggere gli interessi degli investitori e degli operatori europei.
La mia seconda osservazione riguarda il fatto che in Ucraina siamo impegnati in un processo tutt’altro che semplice, un processo in cui dichiarazioni sul futuro europeo potrebbero talvolta essere utili, ma non daranno frutti. Ciò che darà frutti è costruire più Unione europea all’interno dell’Ucraina.
Il paese ha bisogno della nostra assistenza. I suoi cittadini hanno anche bisogno che diamo loro di volta in volta un feedback della realtà. Questo si aspettano da noi.
Non dobbiamo invece lasciarci coinvolgere in un falso dibattito su ciò che è più importante: stabilità o aderenza e impegno nei confronti nei valori, il che mi porta alla mia terza osservazione.
Non sono in una posizione tale da commentare il progetto di risoluzione sottoposto alla Camera, ma penso che il fatto stesso che si sia tenuta questa discussione abbia già dato un segnale prezioso. Penso che il fatto che rappresentanti di quest’Aula presto si recheranno in Ucraina per trasmettere soprattutto questi messaggi rappresenti di per sé un messaggio estremamente prezioso, come penso che un altro messaggio preziosissimo in termini di ciò che dovremmo aspettarci dall’Ucraina è che le imminenti elezioni locali del 31 ottobre riconfermino la scelta democratica del paese.
E su questa nota, se mi consentite, concluderei.
Presidente. – L’onorevole Gahler ha facoltà di parola a norma dell’articolo 151, paragrafo 1, per allusioni personali.
Prego il collega di essere breve e rispondere alle allusioni personali.
Michael Gahler (PPE). – (DE) Signor Presidente, vorrei rispondere dettagliatamente ai commenti dell’onorevole Swoboda, il quale ha formulato un’affermazione non completamente corretta. È vero che nella nostra risoluzione, noi del gruppo PPE abbiamo citato in maniera inappropriata la Commissione di Venezia. Ho parlato con il Presidente Markert, il quale mi ha detto ciò che aveva effettivamente affermato. Per questo la risoluzione comune non contiene più la citazione. È dunque evidente che non vi è più alcun motivo per discuterne.
Ho parlato dello Stato di diritto in generale. Tuttavia, avrei voluto sentirvi dire, come gruppo S&D, parole chiare e specifiche in merito agli atti compiuti nel paese dalla polizia segreta. Se alcuni partiti non possono prendere parte alle elezioni, è una circostanza da criticare anche prima di un’elezione perché, in tali condizioni, i risultati delle elezioni non possono ovviamente rispettare gli standard democratici ed europei.
Hannes Swoboda (S&D). – (DE) Signor Presidente, questo non dovrebbe essere un dialogo. Nondimeno, onorevole Gahler, lei dovrebbe perlomeno essere consapevole del fatto che ho detto con estrema chiarezza, niente po’ po’ di meno che in un comunicato stampa a nome del mio gruppo, che i servizi segreti devono essere sorvegliati. Ne ho anche parlato nei miei colloqui con il Primo ministro Azarov. Abbiamo una posizione chiara al riguardo.
Vi chiederei di nuovo di valutare subito se non sarebbe realmente più sensato per noi adottare una risoluzione insieme, come comunità in senso ampio, anziché adottarne una a una maggioranza ristretta, come avverrebbe ora. Vi invito a ripensarci. Sarebbe sensato.
Presidente. – A conclusione della discussione, comunico di aver ricevuto sei proposte di risoluzione(1) ai sensi dell’articolo 110, paragrafo 2, del regolamento.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà domani, giovedì, 21 ottobre 2010, alle 12.00.
Justas Vincas Paleckis (S&D), per iscritto. – (LT) L’Ucraina ha sempre svolto un ruolo particolare nel partenariato tra l’Unione europea e l’Est. Le sue dimensioni, la sua posizione e le vicissitudini della sua storia costituiscono un ponte importante tra l’Est e l’Ovest. Non è dunque sorprendente il fatto che ora, come in passato, l’Europa stia seguendo da vicino gli avvenimenti politici in Ucraina. L’attuale quadro, tuttavia, non è scevro da ambiguità. Dobbiamo riconoscere che il nuovo governo è stato eletto attraverso elezioni libere e democratiche e ha aiutato l’Ucraina a uscire dal caos economico e politico che sei mesi fa imperava. D’altro canto, non possiamo ignorare le tendenze nel campo della libertà dei mezzi di comunicazione, che destano preoccupazione. Concordo nondimeno con i colleghi secondo cui l’odierna risoluzione è inopportuna. Penso che si debba rinviarla e, dopo la visita di una delegazione del Parlamento europea prevista per la prossima settimana, dopo le imminenti elezioni locali e la riunione di alto livello UE-Ucraina saremo in grado di esprimere una posizione parlamentare più equilibrata e obiettiva. In fin dei conti, l’Ucraina deve fornire il buon esempio ad altri paesi della Comunità di Stati indipendenti su come percorrere la via per un ravvicinamento all’Unione europea, promuovendo nel contempo buoni rapporti con la Russia.
Indrek Tarand (Verts/ALE), per iscritto. – (EN) Apprezzo la discussione sull’Ucraina, nel cui ambito le varie posizioni sono state espresse con grande chiarezza. La mia conclusione è che la democrazia ucraina ha bisogno di assistenza, ma non nella forma dell’odierno documento. Sarebbe più importante creare le condizioni per lo sviluppo. Una di queste è l’allentamento della tensione presente nella regione. Per questo, ceterum censeo, il piano francese per vendere navi da guerra Mistral alla Russia deve essere bloccato!
(La seduta, sospesa alle 17.55, riprende alle 18.00)