Presidente. – L’ordine del giorno reca la dichiarazione presentata dalla Commissione a nome della Vicepresidente della Commissione e Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sull’Ucraina. Desidero innanzi tutto concedere la parola al signor Commissario De Gucht a nome della Vicepresidente della Commissione e Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, la baronessa Ashton.
Karel De Gucht, membro della Commissione, a nome della Vicepresidente della Commissione e Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. – (FR) Signor Presidente, sono molto lieto di discutere questa sera sulla situazione in Ucraina a nome della Vicepresidente e Alto rappresentante Ashton, la quale si rammarica di non essere presente.
Oggi è un giorno importante per l’Ucraina: la sua presidenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) nel 2013 è stata annunciata questa mattina. Questo è un privilegio, ma anche una responsabilità, che offrirà all’Ucraina l’opportunità di dimostrarsi all’altezza delle aspettative, indubbiamente alte.
Vorrei soffermarmi ora sulle relazioni bilaterali, sottolineate lo scorso lunedì da un vertice tenutosi a Bruxelles, al castello di Val Duchesse, al quale hanno partecipato il presidente Yanukovych, nonché i Presidenti Van Rompuy e Barroso. La Vicepresidente Ashton ha preso parte alla discussione sulle questioni internazionali. Anch’io ero presente per tracciare le prospettive volte a creare nell’immediato futuro una zona di libero scambio globale, estesa e con obiettivi ambiziosi. I colloqui sono stati franchi, e sono convinto che il vertice abbia messo sulla buona strada una rapporto che merita di essere più ampio e concreto.
I due risultati più importanti del vertice sono stati l’adozione di un piano d’azione per la libera circolazione delle persone e la firma di un protocollo per l’accordo di partenariato e cooperazione, finalizzato a consentire all’Ucraina di partecipare a programmi dell’Unione europea.
Tra gli altri punti all’ordine del giorno figuravano la situazione interna dell’Ucraina, i negoziati in corso sul futuro accordo di associazione e il processo di riforma. L’Ucraina è un paese vicino e stiamo quindi tentando di aumentare questo vicinato. A loro volta, gli stati limitrofi all’Ucraina non stanno certo a guardare, basti pensare al vertice NATO di questa settimana e alle conclusioni odierne dei negoziati bilaterali a Bruxelles, dove mi trovavo solo poche ore fa. Tali negoziati consentiranno all’Unione europea di appoggiare l’adesione della Russia all’Organizzazione mondiale per il commercio (OMC).
Ritornando al vertice, il governo attuale ha compiuto una serie di riforme economiche fondamentali che sono state accolte con favore. Vi è innanzi tutto la legge sugli appalti pubblici, che deve svolgere un ruolo importante nella lotta alla corruzione. Sono stati stipulati accordi con il Fondo monetario internazionale e introdotte riforme importanti in quello che è un settore chiave, il settore energetico. Il governo ucraino è riuscito a stabilizzare la situazione nel paese, risultato di estrema importanza.
Fonte di preoccupazione sono tuttavia le continue segnalazioni in merito al deterioramento delle libertà fondamentali e dei principi democratici in Ucraina. Destano gravi timori in particolare le inquietudini espresse in merito alla libertà dei media, di riunione e di associazione. La Corte costituzionale ucraina ha inoltre recentemente abrogato, come sapete, la costituzione del 2004 adottata durante la Rivoluzione arancione. È tornata quindi in vigore la costituzione del 1996, che conferisce maggiori poteri al Presidente. Tale decisione altamente controversa dimostra che in Ucraina si rende necessario un processo di riforma costituzionale aperto e partecipativo.
Questo processo deve mirare a creare un sistema sostenibile di controlli incrociati secondo standard europei, come evidenziato anche dalla vostra risoluzione di febbraio.
Un’altra decisione recente adottata dalla Corte costituzione che lascia spazio a diverse interpretazioni, riguarda la durata dell’attuale mandato parlamentare. Mentre la costituzione del 1996, al momento in vigore, prevede un mandato di quattro anni, la Corte ha stabilito che i poteri dell’attuale parlamento scadranno dopo soli cinque anni, essendo stato eletto quando era in vigore la costituzione del 2004. Questa decisione esprime l’approccio à la carte assunto in misura crescente dall’attuale amministrazione. L’Ucraina, ancora una volta, ha fortemente bisogno di un processo di riforma costituzionale aperto e partecipativo e non di decisioni prese in funzione delle circostanze.
Negli ultimi anni, il livello di libertà politica in Ucraina è stato molto alto: istituzioni attendibili hanno definito le varie elezioni conformi agli standard internazionali. È pertanto deplorevole constatare che le ultime elezioni comunali del 31 ottobre siano state criticate dalla maggior parte degli osservatori. Nonostante tali critiche siano state rivolte solo agli aspetti tecnici e procedurali, il fatto rappresenta in ogni caso un passo indietro.
I valori e i principi democratici, così come i diritti umani, sono principi fondamentali per gli Stati membri dell’Unione europea e non possono essere oggetto di compromesso, soprattutto dal momento che si tratta di un partner cruciale.
Valori comuni per un futuro condiviso: questa è la sfida della futura associazione tra l’Ucraina e l’Unione europea. Come abbiamo fatto durante il vertice dello scorso lunedì e fintanto che i problemi persisteranno, dobbiamo continuare a mandare un messaggio molto chiaro in merito al rispetto dei valori fondamentali.
Elmar Brok, a nome del gruppo PPE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero porgere i miei più sentiti ringraziamenti in merito alla dichiarazione presentata oggi a nome dell’Alto rappresentante e rispetto alla quale ho in realtà poco da aggiungere. Ritengo che si possa sicuramente affermare, anche per ragioni legate alla stabilità parlamentare, che siano state adottate riforme e si sia ottenuta una maggiore stabilità. Tali sviluppi vanno accolti con favore, ma dobbiamo anche constatare che, nonostante le ultime elezioni parlamentari si siano svolte in modo giusto ed equo, quelle locali non sono state condotte allo stesso modo in quanto sono state modificate e l’opposizione non ha avuto la stessa opportunità di presentare le proprie liste elettorali ovunque. A mio avviso dobbiamo inoltre renderci conto che il capo dei servizi segreti svolge anche un ruolo di primo piano nel controllo della Corte costituzionale in cui i giudici vengono sostituiti allo scopo di abrogare la costituzione della Rivoluzione arancione. Questi sono i fatti. Sono dunque grato per la dichiarazione che ha ribadito che i valori comuni e i diritti fondamentali rivestono un ruolo cruciale. La prospettiva europea dell’Ucraina rappresenta indubbiamente un argomento importante.
D’altro canto, sono lieto che in occasione del vertice di lunedì si siano compiuti progressi significativi su questioni importanti. Le parole di critica appena espresse non devono dipendere o essere rese subordinate a quanto sta avvenendo in tema di agevolazioni dei visti. È senza dubbio positivo e importante compiere progressi in questo settore.
Dobbiamo procedere in direzione di un approfondimento della zona di libero scambio che avvicini l’Ucraina al mercato interno europeo e ribadisca con chiarezza che sia le prospettive politiche che quelle economiche dell’Ucraina risiedono in Europa. Non ha alcun senso adottare il sistema economico russo senza poter disporre delle sue materie prime. Il mercato europeo sarà quindi sempre più interessante per l’Ucraina e procederà di pari passo con l’accordo di associazione. Ritengo però necessario essere consapevoli che quanto detto non è solamente nell’interesse dell’Ucraina, ma anche nel nostro, e che dobbiamo far sì che tanto lo sviluppo esterno che quello interno della Turchia procedano in modo soddisfacente per i nostri comuni interessi nell’area.
Adrian Severin, a nome del gruppo S&D. – (EN) Signor Presidente, la filosofia del gruppo a cui appartengo in merito alle relazioni tra Ucraina e Unione europea può essere riassunta dalla seguente parafrasi di un famoso discorso: non chiederti cosa l’Ucraina può fare per l’Unione europea, ma chiediti cosa l’Unione europea può fare per l’Ucraina, affinché quest’ultima divenga un pilastro affidabile del progetto dell’Unione europea.
L’approccio dell’Unione europea verso l’Ucraina deve quindi essere equilibrato, giusto, strategico e pragmatico. A mio avviso, tali criteri sono stati soddisfatti dai risultati ottenuti nell’ultimo vertice e desidero ringraziare il Commissario per aver descritto il nostro approccio in questi termini.
“Equilibrato” significa chiedere miglioramenti e al contempo offrire assistenza. “Giusto” vuol dire evitare di prendere posizione nelle controversie di politica interna e impiegare i medesimi standard nel valutare le azioni dei partiti a prescindere dal loro colore. “Pragmatico” denota la decisione di riporre la propria fiducia nelle prove e non nelle semplici dichiarazioni, dicerie e pregiudizi. “Strategico” indica la promozione di politiche volte a consentire all’Ucraina di integrarsi organicamente nel progetto dell’Unione europea, scoraggiando invece quelle politiche che tendono a usare l’Ucraina per contrapporci ai suoi vicini.
La risoluzione di compromesso che dovremmo adottare a seguito della discussione odierna è un esempio non perfetto, ma perlomeno accettabile, del suddetto approccio. Lamento alcuni errori commessi nella stampa del testo. Dobbiamo chiedere a tutti i responsabili politici in Ucraina di non presentare questa risoluzione come una vittoria dell’uno sull’altro. La risoluzione infatti intende inviare a tutte le forze politiche ucraine il segnale che è giunto il momento di adottare una serie di priorità condivise a livello nazionale e di attuare le riforme, le politiche e i risultati politici attesi da tempo. Questi risultati garantirebbero il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e fornirebbero una migliore opportunità al paese con l’obiettivo dell’integrazione europea. Non occorre internazionalizzare le controversie interne dell’Ucraina.
nostri Facciamo il nostro dovere su entrambi i fronti e il futuro ci ripagherà tutti.
Adina-Ioana Vălean, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, è interessante constatare che l’Ucraina figura così spesso all’ordine del giorno. Auspico che questo significhi un progresso nei nostri rapporti con quel paese.
Tendo a ritenere che, con il pragmatismo e il rispetto reciproco, la comprensione delle differenze e la ricerca di interessi condivisi, si possano consolidare progetti comuni e giungere a un partenariato onesto.
Apprezzo le recenti dichiarazioni rilasciate dalla leadership ucraina che mi auguro abbia accantonato la paura che l’Ucraina si stia allontanando da un futuro europeo. D’altro canto, ogni discussione sull’Ucraina tende a tramutarsi in una guerra tra le diverse famiglie politiche europee dell’opposizione e i partiti politici al potere in Ucraina. A mio avviso questo non aiuta, perché non si tratta di chi sia meglio, governo o opposizione, né di chi sia maggiormente sostenuto dagli europei, ma stiamo parlando del futuro democratico dei cittadini ucraini e di come garantire loro un paese forte, prospero e democratico.
Il vertice tenutosi questa settimana ha ottenuto buoni risultati, sia favorendo l’accesso ai programmi europei che nei negoziati sull’accordo di associazione. Sono particolarmente lieta di constatare i progressi lungamente attesi compiuti sul fronte dell’istituzione di una zona di libero scambio.
Naturalmente c’è ancora molto da fare in termini di riforme economiche e istituzionali e si deve consolidare quanto è già stato avviato. Non si dovrà ammettere alcuna deroga alla legge sugli appalti pubblici introdotta all’inizio di quest’anno, nemmeno nel caso del campionato europeo di calcio.
Sebbene un nuovo codice tributario costituisca un passo avanti positivo verso il miglioramento del quadro fiscale, esso non deve finire per gravare sulle piccole e medie imprese che svolgono un ruolo essenziale in ogni economia sana.
Mi spiego: non si tratta di dire all’Ucraina come si deve comportare e cosa deve fare per noi. Si tratta innanzi tutto di quello che l’Ucraina deve fare per se stessa, poiché le riforme istituzionali ed economiche rappresentano il prerequisito per un futuro democratico e prospero, e questo è nel migliore interesse dei cittadini ucraini.
Rebecca Harms , a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, negli ultimi giorni si sono svolte forti proteste a Kiev, Lugansk e Charkiv e in molte altre piccole e grandi città dell’Ucraina. Decine o centinaia di migliaia di cittadini ucraini si riversano sulle strade e protestano contro le leggi fiscali che ritengono ingiuste. Dovendo dedicare la nostra risoluzione a qualcuno, ritengo che in questo contesto la si debba dedicare ai cittadini ucraini che, protestando, garantiscono la continuazione dello sviluppo dell’Ucraina come democrazia. La risoluzione esprime preoccupazione per l’erosione di una democrazia ed è indubbiamente indirizzata al governo e alle autorità, soprattutto in relazione alle proteste, in particolar modo al ministero ucraino degli affari interni che va esortato affinché permetta il proseguimento delle proteste. A Kiev domani si prevedono centinaia di migliaia di persone, forse milioni. Ammetto di seguire con impazienza gli sviluppi, non senza preoccupazione su ciò che potrebbe succedere. Fin qui è andato tutto bene, toccando ferro. Negli ultimi giorni il governo ha mostrato che la libertà di riunione esiste, e mi auguro che si continui così.
Ritengo sia stato importante aver conferito alla risoluzione un approccio trasversale a tutti i gruppi politici. Commetteremmo un grave errore per lo sviluppo dell’Ucraina se in futuro una parte di quest’Aula appoggiasse il Partito delle regioni e l’altra quello di Yulia Tymoshenko. Ciò non aiuterebbe lo sviluppo democratico dell’Ucraina. Mi auguro che la risoluzione sia accolta con serietà, anche qualora venisse adottata dopo il vertice, specialmente alla luce delle gravi proteste e delle preoccupazioni espresse dai cittadini in merito agli effetti della riforma del FMI. Mi auguro inoltre che continuiamo a seguire attentamente gli avvenimenti di Kiev e in generale in Ucraina. Ringrazio per l’attenzione e mi auguro che il Parlamento e la Commissione continuino a essere solidali nel proprio lavoro con questo paese così vicino a noi europei.
Paweł Robert Kowal, a nome del gruppo ECR. – (PL) Signor Presidente, nel Parlamento europeo si sono svolte per diverse settimane discussioni avvincenti sulle questioni ucraine. Ritengo sia stato molto positivo. I risultati delle sedute vengono seguiti in Ucraina con grande interesse, maggiore rispetto a quello di molti paesi dell’Unione europea. Prendiamo quindi la nostra risoluzione come una lettera indirizzata ai cittadini ucraini, e non all’uno o all’altro partito, nella quale affermare con sincerità che stiamo seguendo con interesse gli avvenimenti, che siamo pronti ad aprire la porta all’Ucraina e che auspichiamo contatti più frequenti con i cittadini del paese. Desidero ringraziare l’onorevole Harms per le splendide parole pronunciate: intuisce sempre molto bene quello che è necessario dire in questi momenti.
Cerchiamo quindi di parlare sinceramente, riconoscendo che non possiamo dirci soddisfatti delle elezioni che per molti versi hanno lasciato a dir poco a desiderare. Non è stato possibile mantenere l’andamento favorevole delle elezioni precedenti, però esiste ancora un’opportunità per l’Ucraina e noi intendiamo aiutarla. Si potrebbe dunque parlare degli avvenimenti positivi che si stanno verificando e ribadire che nel settore dell’economia, della politica e soprattutto nell’ambito delle relazioni con i cittadini ucraini, la porta dell’Europa rimane aperta. È positivo constatare che dal vertice UE-Ucraina sia giunto un simile segnale questa settimana. È una coincidenza fortunata discutere oggi di questa risoluzione, che non è rivolta a un partito piuttosto che a un altro bensì a tutti i cittadini ucraini, e adottarla insieme.
Jaromír Kohlíček, a nome del gruppo GUE/NGL. – (CS) Signor Presidente, ogni volta che si accenna all’Ucraina, il cittadino comune dell’Unione europea pensa al pugile Klitschko che sconfigge con facilità i propri avversari. In termini economici l’Ucraina ha però un peso altrettanto importante e diversi paesi dell’Unione europea e dei Balcani dipendono dalle reti che li riforniscono, attraverso il territorio ucraino, di petrolio e gas naturale provenienti dall’Asia centrale e dalla Siberia. È senza dubbio l’attore più importante tra i paesi del partenariato orientale. Accolgo quindi con favore il miglioramento delle relazioni con la Russia e i risultati ottenuti in seno al vertice UE-Ucraina. In molti paesi dell’Unione europea, i cittadini ucraini costituiscono una parte cospicua dei lavoratori stranieri e gli scambi reciproci registrano una crescita dinamica. I problemi dell’Ucraina sono gli stessi che si trovano a fronteggiare molti paesi dell’Unione europea: corruzione, regime dei visti sfavorevole e leggi incompatibili tra loro. Occorre ricordare che, secondo gli osservatori, le elezioni comunali si sono svolte in assenza di grosse lacune tecniche. La risoluzione proposta trasversalmente dallo schieramento politico rappresenta un compromesso equilibrato e, nonostante le mie riserve su alcuni dettagli, il gruppo GUE/NGL la appoggia.
Bastiaan Belder, a nome del gruppo EFD. – (NL) Signor Presidente, le molte irregolarità, talvolta anche incredibili, nelle elezioni locali e regionali tenutesi in Ucraina il 31 ottobre devono essere un segnale d’allarme per l’Unione europea. Per fare solo un paio di esempi: schede elettorali aggiuntive stampate in gran numero e in modo incontrollato in molte regioni, altre schede fotografate, e che dire dell’enorme pressione esercitata su funzionari, insegnanti, medici e professori per evitare che si candidassero per i partiti di opposizione? L’Unione europea può e deve adottare una posizione dura contro questo approccio sbagliato e antidemocratico in merito alle elezioni parlamentari del 2012, mantenendo i propri valori politici a fronte delle tendenze autoritarie in Ucraina. In caso contrario, rischiamo di perdere credibilità presso le classi dirigenti del paese e in particolare tra le forze democratiche e riformiste. Fortunatamente, signor Commissario, il suo intervento chiaro non offre motivi di preoccupazione a tal riguardo.
Andreas Mölzer (NI). – (DE) Signor Presidente, sappiamo tutti che l’Ucraina è uno dei paesi limitrofi più grandi dell’Unione europea e che possiede un enorme potenziale per il futuro. È pertanto un partner estremamente importante per l’Unione europea. Da un punto di vista politico, però, non c’è dubbio che voglia prendere le distanze dall’Unione. Non è un caso che nelle ultime elezioni locali abbia avuto il sopravvento la fazione pro-russa determinando probabilmente anche una sconfitta per l’Unione europea. È chiaro quindi che l’UE sta perdendo il proprio potere di attrazione per i cittadini ucraini. I cittadini dell’Ucraina vorrebbero forse essere europei, ma non necessariamente far parte dell’Unione europea, che sta gradualmente sprecando le sue carte migliori e si atteggia a superpotenza arrogante. È fuor di dubbio invece che i cittadini ucraini vorrebbero essere considerati partner paritari sia dall’Unione europea che dalla Russia.
Non dobbiamo quindi starcene a guardare i cittadini ucraini dall’alto del nostro empireo, come se la loro unica e massima aspirazione fosse quella di entrare a far parte dell’Unione europea. Offriamo loro l’opportunità di sviluppare la propria identità negli anni a venire e quindi di decidere se vogliono avvicinarsi all’Unione o invece rimanere indipendenti.
Michael Gahler (PPE). – (DE) Signor Presidente, come è emerso chiaramente durante il vertice, vi è un enorme potenziale di cooperazione tra l’Unione europea e l’Ucraina. Il duplice esempio del piano di azione per la liberalizzazione dei visti e l’accordo di associazione sta a dimostrarlo.
Nella risoluzione di compromesso, come si evince dagli elementi che la compongono, abbiamo sottolineato gli aspetti potenzialmente positivi. Vorrei però citare un proverbio inglese: “the proof of the pudding is in the eating”, ossia sono i risultati a contare. Resta da vedere se il pacchetto e le leggi di riforma verranno di fatto attuate.
Il Commissario ha ricordato la legge sugli appalti pubblici, nella quale è stata appena introdotta un’eccezione significativa. Tutti gli appalti in relazione al campionato europeo di calcio sono stati esclusi dal campo di applicazione della presente legge; mi è facile immaginare sin d’ora chi farà soldi a palate grazie a tale deroga. Questo è un esempio di come si parli tanto di principi mentre in pratica le cose vanno assai diversamente.
Vorrei ringraziare espressamente il Commissario per essersi preoccupato della libertà di stampa, di riunione e di espressione e per aver affermato in modo chiaro, almeno stando alla traduzione tedesca, che le elezioni locali rappresentano un passo indietro. Tale opinione è condivisa anche dal gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano) e anche noi abbiamo espresso lo stesso parere esplicitamente.
Quando l’onorevole Severin sostiene che non vi sia alcuna necessità di internazionalizzare i conflitti interni, si tratta a mio avviso di un modo più elegante di indicare quello che in precedenza veniva chiamato principio di non ingerenza negli affari interni. Lo conosciamo fin troppo bene e pertanto non deve essere questo il principio che guida le nostre azioni nei confronti dell’Ucraina. Proprio perché vogliamo avvicinare il paese all’Europa, la nazione deve poter anche essere misurata secondo standard europei. L’onorevole Harms ha quindi ragione nell’affermare che dobbiamo restare in stretto contatto con l’Ucraina e garantire che i risultati ottenuti in termini di democrazia e di diritti umani non vengano contestati ancora una volta da una politica passatista.
Hannes Swoboda (S&D). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo onesti. Sfortunatamente, e desidero sottolineare questo avverbio, la Rivoluzione arancione non ha ottenuto il risultato sperato. La motivazione tra l’altro risiede nella contrapposizione tra la leader dell’opposizione Tymoshenko e l’ex presidente Yushchenko. È interessante che quest’ultimo sostenga oggi che la Tymoshenko non sia diversa dall’attuale presidente Yanukovych. Purtroppo le elezioni locali non hanno soddisfatto le aspettative: gli standard europei non sono stati rispettati e questo risulta ora evidente anche ai cittadini ucraini.
Siamo onesti, onorevole Gahler, quello che intendeva l’onorevole Severin era decisamente diverso. Lei dovrebbe parlare alla leader Tymoshenko come facciamo noi con i nostri amici del partito ucraino delle regioni, e incoraggiarla a seguire la rotta europea. Lasciamoci alle spalle gli oligarchi e puntiamo a uno stato democratico. Se non cercherete di interrompere il lavoro del Parlamento, noi eserciteremo senz’altro pressioni per garantire che gli standard giuridici europei vengano soddisfatti. L’onorevole Harms è seduta al centro. Anche se ciò non corrisponde sempre alla linea del gruppo Verde/Alleanza libera europea, condividiamo la sua opinione. Aiutiamo questo paese sulla base degli standard e del sistema giuridico europei, è importante per tutti. È la nostra politica e continueremo a seguirla fino a che non otterremo qualcosa. È il motivo per cui siamo stati critici sull’andamento delle elezioni. Assicuratevi che la leader Tymoshenko contribuisca a formare un’opposizione costruttiva e consigliatela, come abbiamo fatto noi con il presidente Yanukovych.
Marek Henryk Migalski (ECR). – (PL) Signor Presidente, signor Commissario, inizierò con le parole dell’onorevole Severin che ha detto una cosa molto importante, cioè che dovremmo pensare a quello che possiamo fare noi per l’Ucraina e non a ciò che gli ucraini possono fare per noi. Vorrei ringraziare l’onorevole Severin per le parole pronunciate, che esprimono in modo preciso l’obiettivo da perseguire.
È vero che le elezioni non sono state condotte nel modo in cui volevamo. Sono accadute cose che non avrebbero dovuto verificarsi. Condivido tuttavia il parere dell’onorevole Harms, secondo la quale non dobbiamo cercare il sostegno dell’uno o dell’altro partito, ma guardare a quello che vogliono i cittadini ucraini e a quello che vogliamo noi. L’integrazione dell’Ucraina nelle strutture europee, e diciamolo chiaramente l’adesione all’Unione europea, è nell’interesse dell’Unione e dell’Ucraina stessa. A mio avviso questo innalzamento degli standard che ci si aspettava dai cittadini ucraini è un po’ disonesto. Il fatto è che in quest’Aula alcuni sono molto magnanimi verso i propri partner strategici sulle questioni dei diritti umani, della libertà di parola e di stampa. Al contempo essi stanno innalzando e aumentando considerevolmente gli standard che ci si attende dagli amici ucraini. In questa sede dobbiamo dare prova di moderazione. I cittadini ucraini meritano la nostra cooperazione e le nostre parole di sostegno indipendentemente, come affermato dall’onorevole Swoboda, dallo schieramento politico di appartenenza. Lo stesso talvolta accade anche a noi: alcune divisioni perdono di valore, è la questione in sé a essere più importante, e in questo caso la questione è una forma più stretta di cooperazione tra l’Unione europea e l’Ucraina.
David Campbell Bannerman (EFD). – (EN) Signor Presidente, conosco l’Ucraina grazie alle visite compiute a Kiev e in Crimea, e colleziono opere di artisti ucraini come Tetenko e Shishko. I cittadini ucraini sono un popolo buono, generoso e cordiale, tuttavia da un punto di vista politico consiglio molta prudenza. L’Ucraina è un paese diviso tra un ovest pro-occidentale e un est che si affaccia alla Russia. Con i suoi 45 milioni di abitanti è inoltre un attore importante che la Russia tende a considerare come facente parte della propria orbita.
Ho visitato la flotta russa a Sebastopoli, nella penisola di Crimea, da dove i russi sorveglieranno gelosamente l’accesso al Mar Nero. Qualsiasi prospettiva di far aderire l’Ucraina alla NATO costituirebbe un grave affronto per la Russia.
Un approccio diplomatico mal impostato da parte della baronessa Ashton potrebbe esasperare le tensioni in un momento già difficile mentre, in termini di sovvenzioni agricole, aiuti regionali e migrazione di massa, il costo di forzare l’Ucraina a entrare nell’Unione europea sarebbe proibitivo. È meglio aiutare il paese in modo diverso e mantenere l’Ucraina una nazione fiera e indipendente che non appartiene all’Unione europea.
Csanád Szegedi (NI). – (HU) Signor Presidente, onorevoli colleghi, conveniamo tutti, mi sembra, sul fatto che, alla luce delle sue estese dimensioni geografiche e della sua popolazione, l’Ucraina abbia un valore strategico e forse addirittura una importanza fondamentale per l’Unione europea.
Trovo tuttavia che manchino due punti nella relazione. Il primo riguarda la menzione delle minoranze in Ucraina. Come sappiamo, solo il 65-70 per cento della popolazione, ivi compresi i ruteni, è ucraino. É presente inoltre una minoranza russa abbastanza consistente, nonché molti ungheresi, tatari e rumeni. Propongo con vigore che la relazione ne tenga conto e che le nostre richieste evochino le nostre preoccupazioni per le minoranze. Va evidenziata inoltre la necessità di sostenere l’istruzione a livello locale, ossia l’istruzione delle minoranze e l’uso delle lingue minoritarie, nonché ricordare gli atti di vandalismo compiuti contro i monumenti locali della minoranza ungherese subcarpatica.
Noto con rammarico il secondo punto, e cioè che non ci siamo pronunciati in modo più categorico contro i brogli commessi durante le elezioni locali. Esorto quindi l’Unione europea a chiedere chiarimenti all’Ucraina in merito ai due punti citati.
Paweł Zalewski (PPE). – (PL) Signor Presidente, questa è una settimana positiva per le relazioni UE-Ucraina. Durante il vertice tenutosi lunedì abbiamo innanzi tutto adottato congiuntamente una tabella di marcia per la deregolamentazione dei visti. Domani, inoltre, voteremo un’ottima risoluzione del Parlamento europeo, che crea opportunità per una ulteriore cooperazione e un rafforzamento della collaborazione tra Unione europea e Ucraina. La risoluzione offre tale possibilità e al contempo conclude una discussione estremamente importante svoltasi a riguardo in seno al Parlamento europeo.
Il raggiungimento di un compromesso e il consenso ottenuto sono positivi. Siamo unanimi nel rivolgerci innanzi tutto agli stessi cittadini ucraini, e non a un particolare gruppo politico in Ucraina, a quello al potere del presidente Yanukovych o all’opposizione della leader Tymoshenko. Vogliamo che l’Ucraina metta in atto un processo di riforme che in futuro le permettano di entrare a far parte dell’Unione europea. Si tratta di un aspetto di estrema importanza. È fondamentale valutare il lavoro del governo ucraino secondo i suoi meriti e in base alle azioni intraprese.
Va detto innanzi tutto che questo è il primo governo dopo molti anni ad aver avviato l’introduzione delle riforme in cooperazione con il Fondo monetario internazionale, e oggi si può constatare che queste riforme stanno avendo effetti benefici sull’economia così come vi sono segnali che il periodo di stagnazione, ben visibile negli ultimi anni in Ucraina, possa giungere a termine. D’altro canto, l’Ucraina stessa sta affermando la propria volontà di far parte dell’Unione europea, ecco perché ci sta conferendo il diritto di valutare il paese secondo gli standard europei. Per questo motivo dobbiamo affrontare le questioni legate alle irregolarità avvenute durante le recenti elezioni.
Marek Siwiec (S&D). – (PL) Signor Presidente, oggi la discussione si sta svolgendo in un’atmosfera diversa da quella del mese scorso. Le emozioni si sono placate. Le parole introdotte nella proposta di risoluzione sono più consone alla situazione reale. È positivo che il Parlamento stia tentando di parlare con una voce sola, nonostante queste parole siano talvolta inopportune e a volte dimostrazione di incapacità.
In che cosa consiste la risoluzione? Verte sulla qualità della democrazia e sull’importanza per il Parlamento europeo che la democrazia in Ucraina sia di grande qualità. La risoluzione è indirizzata a entrambe le parti ossia allo schieramento arancione e a quello blu. Negli ultimi cinque anni la situazione in Ucraina ha visto trionfare prima il partito arancione, poi la fazione blu e ancora una volta quella arancione. Ora a essere al governo è di nuovo il partito blu. Vorrei che quest’Aula facesse sentire a tale gruppo, che riunisce il presidente Yanukovych, il primo ministro Azarov e il partito delle regioni, la loro responsabilità per la salvaguardia del ricco patrimonio di piazza dell’Indipendenza, la grande eredità di ciò che diversi milioni di persone hanno reclamato in questa piazza parecchi anni fa. Essi ne sono responsabili, in quanto attuali detentori del potere.
Desidero inoltre che Yulia Tymoshenko ascolti queste parole, perché è lei l’immagine dell’opposizione. Vorrei che la leader capisse che quando si è all’opposizione non è sufficiente chiedere il potere. È necessario avere un’alternativa per il paese, mostrarla ai cittadini e risvegliarne l’interesse, affinché possano comprendere. Se a entrambi i gruppi fosse chiara questa alternanza al potere e che l’Ucraina ha bisogno della stessa cura, immaginazione e coraggio in modo permanente, avremmo riscosso un grande successo, perché li avremmo aiutati a capire.
All’onorevole collega della Repubblica ceca: non è stato Victor Klitschko, ma Vitali Klitschko a dare una batosta agli americani sui ring di pugilato tedeschi. Ci sono due Klitschko. Il fatto che l’Ucraina abbia creato due simili pugili è un segno della grandezza del paese.
Tunne Kelam (PPE). – (EN) Signor Presidente, uno dei risultati più importanti ottenuti dal crollo dell’Unione Sovietica è rappresentato dalla creazione di uno stato ucraino indipendente. Si tratta di un paese che può essere considerato come un futuro membro della Comunità europea.
Non posso che accogliere con favore il fatto che il presidente Yanukovych e il nuovo parlamento abbiano confermato le proprie aspirazioni di far parte dell’Europa, in quanto uno stato ucraino realmente indipendente e democratico, immune dalla corruzione e dalla paura di oligarchi e strutture di potere, nonché fermamente basato sullo stato di diritto, rappresenta ora e in futuro un fattore insostituibile per la stabilità dell’intero continente. Senza un’Ucraina realmente democratica, è difficile immaginare una Russia parimente democratica.
La giornata di ieri ha segnato il sesto anno dall’inizio della Rivoluzione arancione. Sfortunatamente, l’enorme potenziale di quel cambiamento è stato sprecato. La vittoria dei manifestanti democratici nel dicembre del 2004 ha però affermato la credibilità delle elezioni pluripartitiche e della libertà di stampa. Nella proposta di risoluzione, il Parlamento europeo esprime preoccupazione in merito al numero crescente di segnalazioni, secondo le quali le libertà e i diritti democratici, compresa la libertà dei media, sono stati minacciati e i servizi di sicurezza hanno iniziato a intervenire ancora una volta nelle attività democratiche dei cittadini.
Vorrei inviare un messaggio importante al nuovo governo: l’Europa è pronta a cooperare in tutti i settori, ma non a costo di ignorare la repressione delle libertà fondamentali. In quanto amici veri dell’Ucraina, dobbiamo essere più che mai onesti, amichevoli e coerenti nel sostenere i nostri valori. È deplorevole che dopo sei anni la nuova élite non sia ancora capace di accettare la Rivoluzione arancione come autentica espressione della volontà popolare. Accogliere le cause e i risultati della rivoluzione può solo migliorare l’integrazione della società ucraina.
Lena Kolarska-Bobińska (PPE). – (PL) Signor Presidente, non voglio parlare di quello che dobbiamo fare per l’Ucraina o di ciò che l’Ucraina può fare per noi, bensì di cosa questo paese possa fare per se stesso, in quanto il suo destino è, di fatto, nelle sue mani. Da un lato, l’Ucraina dichiara di volersi integrare nell’Unione europea, ma dall’altro continuiamo a registrare segnalazioni concernenti violazioni delle libertà civili. Negli ultimi giorni il Parlamento europeo ha ricevuto un appello da alcuni giornalisti nella stazione televisiva ucraina TVi, che denunciano pressioni politiche e constanti controlli. Situazione analoga a quella all’emittente televisiva commerciale Channel 5. D’altro canto, centri di analisi indipendenti in Ucraina hanno recentemente rilevato che su 69 riforme in programma solo 4 sono state adottate.
Nel corso delle recenti discussioni in seno al Parlamento europeo, alcuni deputati erano del parere che criticare comportamenti scarsamente democratici avrebbe disincentivato sia la Commissione europea che le autorità ucraine dal creare relazioni più strette fra di loro, pertanto sarebbe stato opportuno non condannare le autorità ucraine, bensì incoraggiarle ad attuare le riforme. Ritengo però che il Parlamento europeo debba innanzi tutto custodire i valori democratici e richiamare l’attenzione sulla necessità dello stato di diritto. Una politica realistica, fatta di pressioni, di incentivi e di negoziati deve essere perseguita dai governi, mentre il Parlamento europeo ha il compito di condannare la violazione delle libertà fondamentali e persuadere la Commissione a utilizzare gli strumenti a disposizione a tale scopo, e con questo intendo i programmi volti alla promozione della democrazia.
Sono lieta che a seguito del vertice UE-Ucraina, tenutosi lunedì, sia stato firmato un protocollo che consentirà all’Ucraina di partecipare a certi programmi dell’Unione europea, e che siano state adottate misure per l’abolizione dell’obbligo del visto. I progressi in materia di riforme e democrazia sono tuttavia nelle mani dell’Ucraina.
Jan Kozłowski (PPE). – (PL) Signor Presidente, durante la tornata di ottobre il Commissario Füle ha ribadito che le relazioni con l’Ucraina dovrebbero essere considerate dal punto di vista di tre eventi, ovvero: gli incontri a livello ministeriale tra Unione europea e Ucraina, le elezioni locali e il vertice UE-Ucraina.
Sono particolarmente turbato dalle elezioni locali che ho avuto l’opportunità di osservare assieme al collega Kowal. Sfortunatamente, l’introduzione di cambiamenti nella legge elettorale a tre mesi dalle elezioni e l’abrogazione della Costituzione del 2004 possono lasciare intendere che i cittadini ucraini non abbiano un senso della certezza e della stabilità della legge. Inoltre, le violazioni avvenute durante le elezioni stesse potrebbero far dubitare del rispetto degli standard democratici. Anche la lotta alla corruzione e la crescente trasparenza nel lavoro dell’amministrazione pubblica dovrebbero costituire un importante elemento di riforma. Vorrei comunque esprimere la speranza che la risoluzione possa incoraggiare l’Ucraina a continuare il percorso di riforme economiche e istituzionali che ha ora intrapreso.
Vilija Blinkevičiūtė (S&D). – (LT) Signor Presidente, la risoluzione di compromesso del Parlamento sull’Ucraina è fondamentale per il popolo ucraino, ma non dimentichiamo che è molto significativa anche per i cittadini dell’Unione europea, perché l’Ucraina è un nostro partner importante, soprattutto nell’attuazione della politica europea di vicinato con l’Europa orientale. È dunque molto importante per noi continuare a perseguire una stretta cooperazione, in particolare nell’ambito delle procedure di visto. Sia la Commissione che il Consiglio devono quindi redigere quanto prima un piano d’azione sulla creazione di un regime senza visti. Dobbiamo anche trovare presto un accordo sul libero mercato. Per assicurare stabilità politica a lungo termine sia all’interno del paese sia con i paesi vicini, è senza dubbio molto importante che l’Ucraina adotti riforme costituzionali, ma noi – l’Unione europea e le sue istituzioni – dobbiamo capire che questo richiede tempo e non dobbiamo sempre criticare, ma aiutare l’Ucraina a integrarsi nella nostra famiglia.
Siiri Oviir (ALDE). – (ET) Signor Presidente, Commissario, onorevoli colleghi, l’Ucraina è prevedibilmente imprevedibile. Sono molto lieta che questa valutazione dello European Policy Centre inizi a perdere terreno. Sono molto felice che il governo ucraino sia riuscito a stabilizzare la situazione. È positivo che anche la disoccupazione stia diminuendo e l’economia sia in crescita. L’Ucraina è interessata a cooperare con l’Unione europea, ma l’interesse è reciproco: è infatti interesse dell’Unione europea che ai suoi confini vi sia un governo democratico.
Oggi possiamo richiamare l’Ucraina per la situazione dei diritti umani e dei diritti fondamentali. Siamo spaventati dalla corruzione e dai suoi intrecci con la politica. L’Ucraina comunque sa che l’Unione europea non farà concessioni su questo punto. Dobbiamo creare una vera cooperazione su questo tema. Infine, non posso concludere senza affermare che la decisione presa dal Parlamento lo scorso mese di posporre l’adozione della relazione è stata saggia. Domani adotteremo una relazione completa ed equilibrata da cui l’Ucraina potrà veramente trarre beneficio.
Dimitar Stoyanov (NI). – (BG) Signor Presidente, ho fatto parte della delegazione parlamentare che ha visitato l’Ucraina. Sinceramente sono ritornato con sensazioni contrastanti. Mentre eravamo lì abbiamo assistito a proteste e numerosi disordini, ma abbiamo visto anche alcuni segnali positivi. Accolgo con favore la decisione della corte costituzionale sulla durata del mandato parlamentare, poiché elimina un enorme ostacolo che ostruisce la strada verso la stabilità.
Onorevoli colleghi, quasi un milione di persone di origine bulgara vive in Ucraina. Questo significa un milione di potenziali ambasciatori dell’idea europea in Ucraina che non sono coinvolti nei giochi di potere oligarchici nè vi sono in alcun modo implicati. Dobbiamo trovare un modo, all’interno della politica dei visti, per assicurarci che queste persone – che con i loro antenati sono separate dalla propria patria da più di 300 anni – abbiano la possibilità di entrare liberamente in Bulgaria e da lì esportare i nostri ideali europei in Ucraina.
Laima Liucija Andrikienė (PPE). – (LT) Signor Presidente, non molto tempo fa l’Ucraina era sicuramente avanti rispetto ad altri vicini orientali in termini di applicazione degli standard europei, riforme economiche e giuridiche e processo politico interno. Gli avvenimenti recenti in questo paese sono sicuramente preoccupanti e quindi ritengo che dobbiamo assolutamente esprimere al partner ucraino la nostra preoccupazione per il male che vediamo, in particolare i poteri conferiti ai servizi di sicurezza ucraini e i provvedimenti che tali servizi hanno adottato per cercare di intimidire le organizzazioni non governative e controllare la stampa. Al contempo, vorrei aggiungere altro. Dovremmo sostenere il processo di integrazione europea dell’Ucraina. Possiamo usare la politica del bastone e della carota, ma ci deve essere più carota. Dovremmo far avvicinare l’Ucraina all’Unione europea e non allontanarla ulteriormente. Credo che l’adesione dell’Ucraina all’UE sia anche un obiettivo strategico, dobbiamo quindi trovare mezzi sostenibili per raggiungere quell’obiettivo.
Alexander Mirsky (S&D). – (LV) Signor Presidente, ho una domanda per tutti i colleghi. Perché avevamo bisogno di questa risoluzione sull’Ucraina proprio ora? Per aiutare il nuovo governo ucraino o per interferire negli affari interni del paese prima delle elezioni locali e impedire ad esse di migliorare autonomamente la situazione nel paese? Per interferire prima delle elezioni locali, a quanto sembra. È stato redatto surrettiziamente un testo contenente l’opinione che in Ucraina tutto stia andando molto male. E comunque chi voglia presentare la situazione reale in Ucraina sotto una luce diversa si sbaglia. D’ora in poi dovremmo innanzitutto mostrare i fatti in modo appropriato e più contestualizzato e solo successivamente stendere documenti. Dobbiamo essere molto seri nelle nostre conclusioni, perché raccoglieremo quello che abbiamo seminato. Vi ringrazio.
Elena Băsescu (PPE). – (RO) Signor Presidente, un punto importante nel dibattito odierno è stata la critica alla trasparenza e all’integrità delle elezioni locali del 31 ottobre. Essa è stata legittimamente rivolta alla accresciuta influenza del governo sui media, al ruolo politico dei servizi segreti e all’adozione di una nuova legge elettorale che pone i partiti all’opposizione in condizione di svantaggio.
L’Ucraina rimane un partner fondamentale per l’Unione europea. A questo proposito approvo il coinvolgimento dell’Unione europea nel processo di riforma e democratizzazione, riconfermato durante il vertice di lunedì. La cooperazione con l’Ucraina è naturale anche per la Romania, dato il ruolo importante che i due Stati svolgono nella regione del Mar Nero e le sfide comuni in termini di sicurezza energetica.
Come già avvenuto per la Repubblica moldova, perfezioneremo un accordo sul traffico frontaliero locale con l’Ucraina, in conformità ai regolamenti dell’Unione europea. Anche il mio paese ha espresso il suo sostegno a favore dell’avvio del piano d’azione UE per la liberalizzazione dei visti per i cittadini ucraini.
Karel De Gucht, membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, vorrei innanzitutto rispondere ad una domanda precisa concernente la normativa sugli appalti pubblici che mi è stata posta dall’onorevole Vălean.
Quando la legge fu approvata noi l’appoggiammo, ma gli emendamenti successivi ne hanno alterato la qualità. La Commissione sta seguendo da vicino questi sviluppi recenti e un emendamento migliorativo è una delle condizioni per il nostro esborso di bilancio nel settore energetico. Accolgo inoltre con molto favore l’accordo trasversale su quella che dovrebbe essere l’analisi della situazione attuale in Ucraina. Tutto ciò trova debito riscontro nella risoluzione che sarà sottoposta a votazione domani.
Sono fermamente convinto che se noi – come Parlamento europeo e Unione europea – vogliamo avere un’influenza su questa questione specifica, è estremamente importante poter contare su un accordo trasversale sui principi che informano la nostra posizione. Esprimo quindi la mia approvazione a nome della Commissione e dell’Alto rappresentante.
Presidente. – (EN) Sono state presentate sei proposte di risoluzione(1) per concludere la discussione. La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà domani alle 12.
Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)
Cristian Dan Preda (PPE), per iscritto. – (RO) Vorrei ricordare che ogni Stato ha il diritto di diventare membro, come stipulato dall’articolo 49 del trattato sull’Unione europea. È proprio perché l’Ucraina vuole diventare un giorno un membro dell’Unione europea che sono profondamente preoccupato per il modo in cui si sono svolte recentemente le elezioni locali in questo paese. Le elezioni non sono state libere, giuste o democratiche. L’emendamento legislativo apportato poco prima della votazione, il fatto che il partito delle regioni sia stato “spinto” in cima alle liste elettorali nell’85 per cento dei casi tramite la tardiva registrazione dei partiti di opposizione e gli altri ostacoli che hanno impedito la giusta rappresentaza dei partiti di opposizione sollevano un punto interrogativo sulla natura del sistema politico.
Come ha sottolineato anche il governo americano, le elezioni locali sono state chiaramente al di sotto degli standard delle elezioni presidenziali di gennaio. Per dimostrare il loro impegno verso i valori democratici, i leader ucraini devono adottare una legislazione elettorale che aderisca agli standard internazionali.
Rafał Trzaskowski (PPE), per iscritto. – (PL) La natura complicata della situazione interna del nostro vicino orientale è dimostrata dall’intensa discussione avvenuta recentemente in quest’Aula. Certamente non possiamo ignorare le irregolarità di cui siamo stati testimoni prima e dopo le recenti elezioni locali, poiché queste irregolarità significano che l’Ucraina non si è ancora avvicinata a quello che noi consideriamo lo standard europeo in termini di cultura politica. Non possiamo comunque ignorare gli effetti positivi dei cambiamenti che stanno avvenendo in Ucraina e, in particolare, lo sforzo profuso nella realizzazione di riforme economiche, come confermato anche dal recente vertice UE-Ucraina. È questo compromesso che dovrebbe diventare la posizione del Parlamento.