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Procedura : 2009/0098(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0342/2010

Testi presentati :

A7-0342/2010

Discussioni :

PV 13/12/2010 - 17
CRE 13/12/2010 - 17

Votazioni :

PV 14/12/2010 - 9.17
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0469

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 13 dicembre 2010 - Strasburgo Edizione GU

17. Creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A7-0342/2010), presentata dall’onorevole Díaz de Mera García Consuegra, a nome della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, sulla proposta di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 377/2004 del Consiglio relativo alla creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione [COM(2009)0322 – C7-0055/2009 – 2009/0098(COD)].

 
  
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  Agustín Díaz de Mera García Consuegra, relatore.(ES) Signora Presidente, vorrei iniziare ringraziando i colleghi, onorevoli Guillaume, Ilchev, Keller, Wikström e Tavares, il cui sostegno ha arricchito questa relazione.

In particolare, vorrei attirare l’attenzione del Consiglio e della Commissione sulla terminologia. Dal mio punto di vista, sarebbe più appropriato utilizzare l’espressione “immigrazione irregolare”. Finora l’immigrazione clandestina è stata definita “immigrazione illegale” in tutti gli strumenti normativi emanati dall’Unione europea.

Benché in alcuni Stati membri l’ingresso e la permanenza irregolari costituiscano un reato e in altri il termine “irregolare” non abbia alcun significato giuridico o semantico, in molti altri Stati membri l’ingresso o la permanenza irregolare non violano la legge, motivo per cui, in generale, non dovremmo criminalizzare tali condotte.

Per queste ragioni, nella motivazione della relazione, si esortano le istituzioni a rivedere la terminologia utilizzata, insistendo sulla necessità di trovare una definizione più precisa e appropriata per il fenomeno dell’immigrazione clandestina.

Passando ai contenuti, con il regolamento (CE) n. 377/2004 del Consiglio è stata istituita una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione. Questo strumento sancisce che i funzionari di collegamento siano rappresentanti di uno Stato membro distaccati all’estero dal servizio immigrazione o dalle altre autorità competenti, allo scopo di instaurare e di mantenere contatti con le autorità del paese ospitante, contribuire alla prevenzione e alla lotta contro l’immigrazione clandestina, nonché al rimpatrio degli immigrati irregolari e alla gestione dell’immigrazione regolare.

Con l’approvazione del regolamento, si istituisce l’agenzia Frontex, il cui compito è coordinare la collaborazione operativa tra gli Stati membri in materia di gestione delle frontiere esterne, assistere gli Stati membri nella formazione del corpo nazionale delle guardie di confine, effettuare analisi dei rischi, sorvegliare lo sviluppo del controllo delle frontiere esterne e la ricerca in materia, aiutare gli Stati membri in circostanze che richiedono una maggiore assistenza tecnica e operativa alle frontiere esterne, fornendo il sostegno necessario nell’organizzare operazioni di rimpatrio congiunte.

È evidente che l’importante missione affidata all’agenzia Frontex può essere assolta in modo più efficiente contando sulle competenze e sull’esperienza della rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione, soprattutto se si considera che l’agenzia non dispone di alcuna rappresentanza al di fuori del territorio dell’Unione.

L’obiettivo della proposta di modifica del regolamento (CE) n. 377/2004 del Consiglio, non previsto nel regolamento originale, è di permettere a Frontex di beneficiare delle conoscenze e dell’esperienza dei funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione e viceversa.

La proposta di modifica, inoltre, suggerisce di accedere sia alle informazioni raccolte dalla rete di funzionari di collegamento attraverso ICONet, una rete di informazione e coordinamento sicura per i servizi di gestione dell’immigrazione degli Stati membri, sia al Fondo europeo per le frontiere esterne al fine di rafforzare la creazione di reti di funzionari di collegamento e, in ultima analisi, di agevolare un sistema di presentazione delle relazioni sull’attività della rete e la selezione di particolari regioni di interesse nel settore dell’immigrazione.

La proposta viene presentata a norma dell’articolo 63, paragrafo 3, lettera b e dell’articolo 66 del trattato che istituisce la Comunità europea.

Signora Presidente, mi fermo qui, con l’intento di formulare ulteriori osservazioni al prossimo turno di parola.

 
  
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  Cecilia Malmström, membro della Commissione.(EN) Signora Presidente, vorrei davvero ringraziare la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni in generale e, in particolare, il relatore, onorevole Díaz de Mera García Consuegra, e i relatori ombra per il lavoro svolto su questo tema così importante. Mi compiaccio dell’accordo raggiunto con il Consiglio.

La modifica suggerita permetterà una più stretta collaborazione tra Frontex e la rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione, migliorando lo scambio di informazioni attraverso una piattaforma informatica sicura via Internet e garantendo la corretta informazione del Consiglio e del Parlamento sulle attività di tali reti.

Sono altresì lieta del fatto che, con le modifiche presentate dal Parlamento, si adotterà un approccio improntato sui diritti umani nella redazione delle relazioni sullo stato dell’immigrazione irregolare nei paesi terzi selezionati. Permettetemi di affermare che sono pienamente d’accordo con il relatore nel sostenere l’impiego del termine immigrazione “irregolare”. Purtroppo, l’articolo 79 del trattato presenta il termine “illegale” ed è il motivo per cui lo ritroviamo qui, ma anche io utilizzo sempre l’espressione immigrazione “irregolare”, quindi sono pienamente d’accordo con lei.

Grazie alle modifiche del quadro normativo introdotte, nel rispetto del programma di Stoccolma, le reti di funzionari di collegamento saranno plasmate in modo da migliorare il loro contributo a una più efficace comprensione delle cause primarie dei movimenti migratori, con l’obiettivo di affrontare questi fenomeni nel modo corretto. Pertanto, spero che, con la votazione di domani, si adotti immediatamente la modifica di regolamento che ci permetterà di sfruttare in modo più efficiente questo fondamentale strumento di cooperazione per la gestione dei flussi migratori.

 
  
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  Carlos Coelho, a nome del gruppo PPE.(PT) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, sosteniamo sempre le proposte del Parlamento volte a rispondere alla necessità di una gestione adeguata dei flussi migratori, che siano legali, illegali o clandestini. Anche la proposta in questione si iscrive in questa dinamica e mira a introdurre modifiche al regolamento (CE) n. 377/2004 del Consiglio relativo alla creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione – come già sottolineato con grande autorevolezza dall’onorevole Díaz de Mera – al fine di instaurare le necessarie sinergie tra questo importante strumento di cooperazione e l’agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (Frontex), creata successivamente.

In qualità di rappresentanti degli Stati membri all’estero, spetta ai funzionari di collegamento – attualmente distaccati in più di 130 paesi terzi – mantenere i necessari contatti con le autorità del paese ospitante, in modo da prevenire e contrastare l’immigrazione clandestina, per il rimpatrio degli immigrati illegali e per la gestione dell’immigrazione regolare. Poiché l’agenzia Frontex non dispone di rappresentanti permanenti al di fuori del territorio dell’Unione, è indubbio che questa cooperazione sia diventata estremamente centrale. Sulla base delle informazioni fornite dai funzionari di collegamento, Frontex deve effettuare le analisi del rischio e rafforzare la cooperazione operativa tra gli Stati membri e i paesi terzi.

Le informazioni ottenute da queste reti saranno poi trasmesse tramite ICONet – una rete web di informazione sicura per il coordinamento dei servizi di gestione dei flussi migratori negli Stati membri – e, al tempo stesso, permetteranno a queste reti di beneficiare dei finanziamenti del Fondo europeo per le frontiere esterne.

L’onorevole Díaz de Mera si starà chiedendo perché non l’ho ancora detto, pertanto mi affretto a sottolineare che ha svolto un lavoro eccellente, non soltanto in relazione alla qualità e agli sforzi profusi, come sempre nelle sue relazioni, ma anche in relazione all’opera di raggiungimento di un accordo in prima lettura su questo tema così importante.

 
  
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  Claude Moraes, a nome del gruppo S&D. – (EN) Signora Presidente, nel cogliere l’opportunità di parlare a nome del relatore ombra del gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici, onorevole Guillaume, ringrazio il relatore, onorevole Díaz de Mera García Consuegra, per aver consultato attivamente tutti i relatori ombra, come è solito fare, e per aver condotto con successo i negoziati con il Consiglio.

Mentre la proposta della Commissione si compone di modifiche fondamentalmente tecniche, a mio avviso questa relazione affronta la complessità e l’ampiezza delle attività dei funzionari di collegamento, offrendone una migliore comprensione. I funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione sono effettivamente impegnati in attività complesse e oscure. È pertanto assolutamente necessario – per ragioni di trasparenza – incentivare uno scambio di informazioni più proficuo con il Parlamento europeo, da una parte, e con organizzazioni come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati o l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, dall’altra. È altresì essenziale includere e promuovere un approccio basato sui diritti umani tra i compiti dei funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione, come appena indicato dal Commissario. È sicuramente inutile ricordare che, nell’affrontare il problema di flussi migratori misti, l’invio di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione in paesi terzi potrebbe suscitare diverse preoccupazioni dal punto di vista dei diritti fondamentali, in particolare per quanto attiene al diritto degli individui di lasciare un paese, incluso il proprio, e al diritto dei richiedenti asilo di fuggire e cercare protezione dalle persecuzioni.

Per quanto attiene all’acceso dibattito sulla terminologia, nella motivazione è stato raggiunto un compromesso soddisfacente per quella che sembrava essere una discussione senza fine. Concludo ringraziando l’onorevole Díaz de Mera García Consuegra, ribadendo che il nostro gruppo sostiene pienamente la sua relazione.

 
  
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  Stanimir Ilchev, a nome del gruppo ALDE.(BG) Signora Presidente, vorrei unirmi a coloro che hanno espresso apprezzamenti per gli sforzi profusi dal relatore, onorevole Díaz de Mera, poiché ha instaurato un clima che ci ha permesso di discutere proficuamente delle modifiche da lui proposte, di elaborare gli emendamenti più complessi e di giungere a compromessi, fattore di cui ora possiamo essere orgogliosi.

In quanto rappresentante del gruppo ALDE, vorrei innanzi tutto sottolineare che i risultati raggiunti sono in gran parte dovuti al fatto che, in questa occasione, si sia integrato il tema dei diritti umani nel più ampio contesto dell’immigrazione e della gestione dei processi migratori, in modo da rispettare i diritti umani e garantire, al tempo stesso, un approccio umano continuativo e adeguato, sia da parte dei funzionari incaricati dell’immigrazione che del personale Frontex.

In secondo luogo, il nostro lavoro ha il merito di migliorare la cooperazione, sia tra i funzionari di collegamento stessi che tra questi e Frontex. Frontex potrà infine mettere a frutto le nostre sinergie per costituire un nuovo know-how, con applicazioni più vaste e funzioni più varie, che sarà nelle mani di istituzioni e individui incaricati di un più efficace controllo dei processi migratori. E perché si rende necessaria una gestione più efficace di processi migratori? Perché tali processi sono destinati a non estinguersi e, probabilmente, a intensificarsi nell’immediato futuro.

 
  
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  Franziska Keller, a nome del gruppo Verts/ALE.(EN) Signora Presidente, vorrei ringraziare anch’io il relatore, onorevole Díaz de Mera García Consuegra, per l’eccellente lavoro. I funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione non dovrebbero essere considerati soltanto come degli “agevolatori di deportazione” – e non vorrei che fossero effettivamente considerati tali – ma dovrebbero sorvegliare da vicino la situazione dei diritti umani nei paesi ospitanti e, soprattutto, la protezione offerta ai richiedenti asilo e ai rimpatriati.

Sono lieta che il nostro relatore sia riuscito a inserire un riferimento ai diritti dell’uomo e a citare molte volte tali diritti nella relazione – un aspetto che mancava del tutto nella proposta originale.

Mi compiaccio altresì del maggior ruolo attribuito al Parlamento europeo, che è l’unico organo a elezione diretta a livello europeo e ha un compito ancora più centrale dopo il trattato di Lisbona, nonostante non tutti sembrino essersene ancora accorti.

 
  
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  Rui Tavares, a nome del gruppo GUE/NGL.(PT) Signora Presidente, come è già stato detto a più riprese, vorrei innanzi tutto congratularmi con l’onorevole Díaz de Mera per l’eccellente lavoro, per la cooperazione e il dialogo instaurati con noi durante tutto questo processo: mi riferisco, in particolare, alla spinosa questione relativa ai riferimenti presenti in questo testo e in altri, per sapere se parliamo di “immigrati irregolari” o di “immigrati clandestini“. Su questo argomento il relatore, onorevole Díaz de Mera, ha adottato un atteggiamento molto costruttivo e dinamico. È altresì vero che i trattati e la posizione del Consiglio stesso non gli consentivano di approfondire l’argomento e determinare una definizione più ampia, ma anche più corretta tecnicamente, per i casi di immigrati irregolari e privi di documenti.

Come è già successo durante numerosi dibattiti sull’immigrazione in seno al Parlamento europeo, credo che qui sia in discussione la politica repressiva in materia di immigrazione che è stata quasi interamente completata, senza nessuna lacuna: la funzione primaria dell’agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne (Frontex), dell’accordo di Schengen e anche dei funzionari di collegamento – attualmente soggetta a modifiche, come è già successo in passato – è il controllo delle frontiere, ovvero una funzione repressiva.

Tutti, inoltre, qui in Parlamento, a sinistra e – sempre di più – anche tra i ranghi della destra, sappiamo che una politica dell’immigrazione che preveda soltanto misure repressive non è una politica dell’immigrazione, poiché una politica migratoria degna di tale nome richiede anche un quadro giuridico per i canali dell’immigrazione regolare.

Se dovessimo votare esclusivamente la relazione dell’onorevole Díaz de Mera così come ci viene presentata e con le idee proposte, sarei totalmente a favore. Siamo però chiamati a votare il compromesso in prima lettura con il Consiglio, pertanto ritengo che non ci siamo spinti abbastanza oltre.

 
  
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  Paul Nuttall, a nome del gruppo EFD. – (EN) Signora Presidente, uno dei simboli di uno Stato sovrano è il controllo di chi può e di chi non può entrare nel proprio territorio. Purtroppo, molti governi nel Regno Unito hanno ceduto questo potere a burocrati di Bruxelles senza volto e non eletti dai cittadini, cosa che si è rivelata un disastro. La situazione attuale registra un’immigrazione fuori controllo proveniente dall’Unione europea verso il nostro paese, che ha comportato un abbassamento dei salari e la fuoriuscita dei cittadini autoctoni dal mondo del lavoro. Non penso che questa rete europea di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione abbia il potere di arrestare definitivamente questo fenomeno.

Nel nostro paese abbiamo anche un sistema di immigrazione a due binari, per il quale un cittadino australiano, neozelandese o di qualsiasi altro paese ha dei limiti, mentre un cittadino lettone, polacco o di qualsiasi altro paese dell’Unione europea può entrare nel nostro paese a proprio piacimento. Questo principio è fondamentalmente sbagliato. Si sostiene che questa rete contribuirà al controllo dell’immigrazione clandestina, ma cosa succederebbe se un paese come la Romania, per esempio, concedesse la cittadinanza a centinaia di migliaia di immigrati clandestini? Renderebbe tutto il sistema una farsa.

Sono a favore del fatto che i politici eletti nel Regno Unito debbano detenere il controllo sulle nostre frontiere, ma non sono a favore di persone incaricate della questione senza essere state elette e prive di responsabilità dirette. Ritengo che il rafforzamento di questa rete sarebbe inutile se ogni singolo Stato membro avesse il potere di controllare chi entra e chi non entra nel proprio territorio. Esorto pertanto tutti a votare contro questa relazione.

(L’oratore accetta di rispondere a un’interrogazione presentata con la procedura del cartellino blu ai sensi dell’articolo 149, paragrafo 8, del regolamento)

 
  
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  Krisztina Morvai (NI).(HU) Signora Presidente, il collega del Regno Unito ha parlato delle difficoltà dei lavoratori britannici riscontrate a causa dell’immigrazione nel loro paese. Io sono ungherese, un paese in cui molte persone sono purtroppo costrette a recarsi nel Regno Unito per cercare lavoro, per esempio, come infermieri o medici o come operatori sanitari qualificati di diversa natura, poiché gli stipendi in Ungheria sono estremamente bassi. Queste persone sono state formate in Ungheria a livelli altissimi e l’Ungheria sta assistendo al collasso di…

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Paul Nuttall (EFD).(EN) Signora Presidente, se medici, dentisti e figure professionali simili desiderano venire nel Regno Unito per lavorare – e noi abbiamo bisogno delle loro competenze – devono certamente venire, ma al momento viviamo una situazione in cui il mercato è saturo: non possiamo controllare chi proviene dall’Unione europea e chi no. Questo principio è del tutto errato, è negativo e sta estromettendo i cittadini dal mondo del lavoro.

Citerò un esempio: il tassista che mi ha accompagnato in aeroporto stamattina era un muratore, rimasto a casa a causa dei lavoratori polacchi giunti nel nostro paese, che lavorano a un costo inferiore rispetto ai lavoratori britannici: adesso guida un taxi. Non è giusto.

 
  
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  Philip Claeys (NI).(NL) Signora Presidente, è evidente che qualsiasi agenzia che operi per la lotta contro l’immigrazione clandestina possa contare sul mio sostegno. Se i funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione sono in grado di rendere più efficace l’operato di Frontex, per esempio, è certamente un aspetto positivo.

Vorrei sottolineare che non dovremmo perdere così tanto tempo a osservare i processi istituzionali e burocratici, perdendo di vista l’essenziale. Il problema dell’immigrazione clandestina è una questione politica, che richiede volontà politica, se vogliamo trovare delle soluzioni.

Oggi scopriamo che ci sono ancora Stati membri, come il Belgio, che, per motivi politici e ideologici, premiano l’immigrazione clandestina. Ricompensano gli immigrati clandestini regolarizzando il loro status o garantendo loro permessi di soggiorno. In tal modo, non si combatte l’immigrazione clandestina, bensì la si incoraggia attivamente. Possiamo avere tutti i funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione e il personale Frontex che vogliamo ma, nel frattempo, il problema si aggrava sempre più.

La presente relazione mi irrita principalmente quando raccomanda di non parlare più di “immigrazione illegale” ma di “immigrazione irregolare”, come viene adesso chiamata. Non riesco proprio a capire: sembra che si voglia risolvere il problema attribuendovi un altro nome o fingendo che non esista. È veramente orwelliano. Chiamiamo le cose con il loro nome, siamo chiari e parliamo di immigrazione illegale e di immigrati clandestini.

 
  
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  Georgios Papanikolaou (PPE).(EL) Signora Presidente, il solo fatto che quasi tutti, oggi, si siano congratulati con il nostro relatore, onorevole Díaz de Mera García Consuegra, e con tutti i relatori ombra che hanno contribuito a questo sforzo, testimonia l’impegno serissimo e gli eccellenti risultati raggiunti. Naturalmente, anch’io desidero complimentarmi con tutti loro. Il dibattito odierno è estremamente importante poiché indica gli sforzi da noi profusi, a livello europeo, per gestire i flussi migratori regolari, irregolari e clandestini, l’opera di coordinamento volto a dimostrare realmente la nostra solidarietà tra Stati membri e il tentativo di utilizzare meglio tutti gli strumenti a nostra disposizione.

Abbiamo istituito la rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione. Come è già stato detto, questa rete coinvolge circa 130 paesi e ci permette di ottenere informazioni affidabili. Abbiamo creato Frontex e, di recente, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo. Abbiamo siglato l’accordo di riammissione e stiamo utilizzando tutti i fondi europei a disposizione, incrementandoli il più possibile di anno in anno. Lo stesso fatto che siamo giunti adesso a utilizzare e associare questi strumenti – in altre parole, si vedono le esigenze di Frontex, si crea un contatto con la rete di funzionari di collegamento e si combinano sempre più saldamente tutti i mezzi e gli strumenti a nostra disposizione – dimostra che stiamo procedendo con maggiore efficacia.

Naturalmente, nessuno può affermare che abbiamo raggiunto l’obiettivo. Rilevando che in Grecia abbiamo il 90 per cento di ingressi illegali di immigrati in Europa, si intuisce che abbiamo ancora molto da fare. Questa cooperazione e i dispositivi in nostro possesso, tuttavia, testimoniano che possiamo essere più efficienti. Ci consentono di essere ottimisti, per quanto possibile, perché l’Europa possiede gli strumenti necessari e, con la solidarietà e una stretta collaborazione da parte di tutti, dovremmo essere in grado di raggiungere risultati migliori in futuro. Rassicuro il Commissario, signora Malmström, che sosterremo tutti gli sforzi della Commissione in tal senso: può essere certa che appoggeremo tutte le vostre iniziative.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI).(DE) Signora Presidente, come sappiamo, i funzionari dell’agenzia di controllo delle frontiere Frontex svolgono un lavoro importante, nell’ambito della cooperazione operativa tra gli Stati membri e i paesi terzi per combattere l’immigrazione clandestina. A mio avviso, è un fenomeno che va combattuto efficacemente, in particolare nei paesi di transito. Una fitta rete di funzionari di collegamento e la loro stretta collaborazione rappresentano pertanto misure ragionevoli per permetterci di contrastare efficacemente l’immigrazione di massa verso l’Europa e tutte le conseguenze negative per i cittadini europei a essa legate. È necessario garantire, però, che le informazioni e i controlli effettuati dai funzionari di collegamento siano messi a disposizione di Frontex e delle autorità nazionali il più rapidamente possibile, senza intoppi burocratici.

In generale, abbiamo certamente bisogno di una maggiore cooperazione sulle questioni relative all’immigrazione tra tutte le istanze coinvolte. Ritengo che – con il consenso degli Stati membri – sia necessario accrescere i poteri di Frontex il più velocemente possibile, per riuscire a garantire un’azione uniforme ed efficace, in particolare alle frontiere esterne.

 
  
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  Simon Busuttil (PPE).(MT) Signora Presidente, in qualità di relatore del regolamento Frontex, sono lieto di accogliere gli ultimi sviluppi della normativa che abbiamo davanti a noi, poiché ci aiuteranno durante il processo di rafforzamento dell’agenzia Frontex. La mia relazione sull’agenzia e sui necessari cambiamenti delle sue funzioni è stata effettivamente presentata il mese scorso e proprio questa settimana scadono i termini per apportare delle modifiche. Pertanto, mi auguro che nei prossimi mesi – gennaio e febbraio – la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni adotti le modifiche alla relazione Frontex e che riusciremo a concluderla in seno alla commissione. Spero, inoltre, di riuscire a iniziare il processo di chiusura di questo capitolo il più rapidamente possibile. La futura presenza di questi funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione è comunque uno sviluppo estremamente positivo che permetterà una più agevole comunicazione delle informazioni a Frontex.

 
  
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  Oreste Rossi (EFD). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa relazione poteva ricevere un voto favorevole, ma è stata purtroppo modificata da emendamenti, secondo noi evitabili e inutili, che hanno sostituito le parole “illegale” e “clandestino” con la parola “irregolare”, quasi ci fosse paura a dire le cose come effettivamente stanno.

Per contro, la parte positiva è quella che prevede la creazione di una rete di funzionari dell’immigrazione distaccati sia presso le autorità consolari che presso le organizzazioni internazionali, con il compito di prevenire l’immigrazione clandestina e favorire il rimpatrio degli illegali.

Inoltre, lo scambio di informazioni connesse ai flussi migratori illegali in maniera diretta fra Stati, ambasciate e organizzazioni internazionali può risultare utile per contrastare l’azione delle reti criminali. Troppe vite umane sono state spezzate. Evitare il traffico di esseri umani è una delle sfide che l’Unione europea non può perdere.

 
  
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  Franz Obermayr (NI). (DE) Signora Presidente, gli Stati membri inviano funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione nei paesi terzi per contrastare l’immigrazione clandestina, in collaborazione con le autorità di quei paesi. Ritengo, pertanto, che la cooperazione tra questi funzionari e Frontex sia prioritaria. È necessario un significativo scambio di informazioni e buone prassi e dobbiamo anche evitare di creare strutture aggiuntive che ricalchino quelle esistenti. Spero che queste sinergie sfocino in un controllo più efficace delle frontiere – soprattutto in considerazione del fatto che Frontex non ha propri funzionari esterni nei paesi terzi.

Un elemento fondamentale di questa cooperazione deve essere l’elaborazione coerente di accordi di riammissione, verso l’Europa orientale, così come verso il continente africano, poiché nell’Unione europea regna il caos quanto al rimpatrio degli immigrati clandestini. Alcuni Stati membri procedono con grande vigore, mentre altri sono molto indolenti e, naturalmente, queste disparità generano implicazioni negative per tutti gli Stati membri.

Abbiamo pertanto la necessità impellente di agire. Bisogna rafforzare Frontex e l’Unione europea deve obbligare le autorità nazionali ad assumersi le proprie responsabilità.

 
  
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  Csanád Szegedi (NI).(HU) Signora Presidente, onorevoli colleghi, la relazione e la proposta veicolata chiaramente servono e sono state concepite per promuovere e agevolare l’immigrazione, cosa che riteniamo inaccettabile. La creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione è un ulteriore passo verso un provvedimento centralizzato, controllato dall’Unione europea, che facilita la diffusione di immigrati e rifugiati. È altresì inaccettabile che si voglia sostituire il termine “immigrazione clandestina” con l’espressione “immigrazione irregolare”, tentando così di legittimare ulteriormente quest’atto altrimenti illecito. I popoli d’Europa sono stanchi di subire ondate di immigrati e saremmo lieti se anche i parlamentari eletti, che siedono in quest’Aula, riconoscessero questo punto. Purtroppo, su questa relazione posso dire soltanto che sia la caricatura di se stessa. Essa incarna una caricatura del Parlamento europeo.

 
  
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  Andrew Henry William Brons (NI).(EN) Signora Presidente, la modifica del regolamento agevola lo scambio di informazioni per la “gestione” dell’immigrazione regolare e clandestina. Io non voglio gestirla, io voglio combatterla. L’immigrazione si basa sull’assunto errato che siamo prodotti della nostra cultura e che l’esposizione alla cultura europea trasformi dei cittadini non europei in cittadini europei di seconda generazione, se non di prima. Persone diverse non sono il prodotto di culture diverse: culture differenti sono il prodotto di persone differenti.

Portiamo le popolazioni del Terzo mondo in Europa e porteremo il Terzo mondo in Europa – non provvisoriamente, ma per sempre. È quanto è stato fatto negli ultimi sessant’anni.

 
  
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  Krisztina Morvai (NI).(HU) Signora Presidente, è giunto il momento di cercare finalmente di individuare le cause prime del problema dell’immigrazione e di porvi rimedio. Per ragioni di umanità, propongo l’introduzione del diritto di ogni persona di risiedere dove è nata, nel proprio paese di origine, creando adeguate condizioni economiche – e non solo –nel mondo, anche nei paesi considerati Stati membri europei di secondo rango, affinché ciascuno possa vivere nel paese natio. Per tornare alla mia precedente considerazione, il sistema sanitario in Ungheria ha ceduto o è sull’orlo del collasso, poiché i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari ungheresi qualificati sono obbligati a emigrare in massa in seno all’Unione europea, nel Regno Unito, per esempio, o in altri paesi, diventando essenzialmente dei rifugiati spinti da motivazioni economiche. Sarebbe il momento di analizzare questo fenomeno e contrastarlo, per esempio, chiedendo che gli Stati membri, laddove necessari, garantiscano mezzi di sussistenza adeguati per medici e infermieri qualificati.

 
  
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  Cecilia Malmström, membro della Commissione.(EN) Signora Presidente, anche se non è emerso dalla discussione, deduco che il relatore abbia ottenuto un ampissimo sostegno per la sua proposta. Mi congratulo con lei, onorevole Díaz de Mera, perché è il segno che ha svolto un lavoro encomiabile.

Vorrei altresì ribadire il mio compiacimento per il fatto che si sia posto l’accento sull’aspetto dei diritti umani nella relazione tramite le modifiche apportate dalla commissione. Ciò permetterà che siano presi in considerazione tutti gli aspetti fondamentali, soprattutto i diritti umani, durante l’esame di un paese o di una regione e durante la stesura della relazione sull’immigrazione irregolare in un dato paese o in una determinata regione. Sappiamo che sussiste una evidentissima relazione tra il rispetto dei diritti umani e il numero di immigrati o di richiedenti asilo: si tratta di un fattore propulsivo determinante.

Rientra peraltro tra i compiti dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, che raccoglierà queste informazioni nei paesi di origine e transito dei richiedenti asilo. La funzione principale dei funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione è di instaurare e mantenere i contatti con le autorità dei paesi ospitanti, con l’obiettivo di prevenire e contrastare l’immigrazione irregolare. Non è tuttavia di loro competenza effettuare una valutazione completa sulla situazione dei diritti umani nel paese ospitante, benché sia una funzione di rilievo in seno all’agenda.

Ritengo che la sua proposta abbia migliorato il testo e attendo la votazione di domani. Ringrazio ancora lei, onorevole relatore e i relatori ombra per l’eccellente lavoro svolto.

 
  
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  Agustín Díaz de Mera García Consuegra, relatore.(ES) Signora Presidente, signora Commissario, grazie infinite per le sue parole e per il suo impegno. Vorrei ancora una volta esprimere il mio apprezzamento per le modalità di gestione dei compiti a lei affidati.

Questo pomeriggio vi sono stati 18 interventi e i gruppi di maggioranza hanno sostenuto questa relazione. Vorrei pertanto ribadire la mia profonda e sentita gratitudine, in ragione della partecipazione attiva che ha arricchito e modificato dei punti sostanziali che dovevano essere integrati, come ora è stato fatto.

Mi riferisco fondamentalmente al capitolo relativo ai diritti umani, all’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo e al ruolo dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Ovviamente, in un’Aula così vasta e variegata, non siamo obbligati a concordare con tutti, motivo per cui sono particolarmente significativi gli sforzi profusi per raggiungere un ampio consenso. Onorevoli colleghi, da una posizione di centro-destra e democratico-cristiana, affermo comunque che sono indubbiamente a favore del termine “irregolare” e che respingo il termine “illegale”, poiché inappropriato giuridicamente, semanticamente ed eticamente.

Ringrazio i colleghi parlamentari per il sostegno e per i loro interventi, anche quelli di dissenso.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì, 14 dicembre.

 
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