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Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 16 dicembre 2010 - Strasburgo Edizione GU

Benessere delle galline ovaiole (discussione)
MPphoto
 

  John Stuart Agnew, a nome del gruppo EFD.(EN) Signor Presidente, il Commissario ha creato una profonda crisi nell‘industria delle uova. Che ci piaccia o meno, 100 milioni di galline saranno ancora in gabbia il giorno X. Non vi sono le risorse né finanziarie né logistiche per evitarlo.

Magari l’oratore si sente enormemente soddisfatto insistendo sulla crudele attuazione di queste norme entro un anno, comodamente seduto in poltrona, ma questo potrebbe seriamente mettere a rischio la salute del settore delle uova britannico sul lungo periodo.

Vediamo alcune implicazioni pratiche. Come rimuoveremo e smaltiremo 100 milioni di galline in 24 ore? Oppure come romperemo e smaltiremo 83 milioni di uova al giorno? Presumendo di riuscire in una delle due opzioni, dove troveranno i consumatori altri 83 milioni di uova al giorno? In Ucraina, India, Argentina, Brasile, dove le uova vengono prodotte in gabbie in batteria. Qualcuno di questi paesi è famoso per alti standard di benessere degli animali?

Una volta avviato questo commercio, si espanderà rapidamente sulla scorta dell’enorme vantaggio competitivo e sarà molto difficile fermarlo. Minerà alla base gli sforzi dei produttori di uova in colonie del Regno Unito. In realtà, esporteremo una grande parte della nostra industria che ha appena intrapreso massicci investimenti per rispettare le norme europee.

Un divieto sul commercio interno alla Comunità europea è un pessimo punto di partenza: non solo sarà impossibile sorvegliare le frontiere aperte, ma potrebbe essere contestato dall’OMC. Il male minore, e sottolineo “il male minore”, è di consentire deroghe temporanee e le relative condizioni per i produttori non in regola.

Mi diverto a guardare alcune immagini senza didascalia, ma non mi diverte affatto pensare all’immagine di carichi di uova senza timbro, provenienti da gabbie in batteria e dirette verso il Regno Unito nel 2012. Le uova senza timbro sono il regalo al commercio illegale, come abbiamo imparato a nostre spese nel Regno Unito.

La soluzione che proponiamo è di stampare in modo meccanico sulle uova il codice corrispondente al metodo di produzione già nello stabilimento di produzione. Nella mia fattoria è già in essere questa procedura e i macchinari sono molto affidabili. La Commissione sostiene che sia troppo difficile organizzare la stampa di un codice speciale per le uova non conformi, nonostante sia evidentemente necessario. Sì, si tratta della stessa Commissione che sta obbligando gli allevatori di pecore britannici a identificare le singole pecore con un apparecchio elettronico, sebbene sia inutile. Che incoerenza, vero?

Il “male minore” (e uso sempre la stessa espressione) è che l’Unione europea insista affinché gli Stati membri non in regola investano i propri fondi regionali in macchinari per la stampa dei codici. La Commissione dovrebbe inoltre istituire un ispettorato con personale proveniente dagli Stati membri in regola, che ispezioni gli stabilimenti per il confezionamento e crei un database dei produttori che impiegano uova provenienti da allevamenti in batteria nei loro prodotti.

La maggior parte dei negozianti britannici sono favorevoli a non vendere uova provenienti da allevamenti in batteria, ma possono farlo solamente se è possibile identificare chiaramente questi prodotti.

 
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