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Procedura : 2010/0231(NLE)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0334/2010

Testi presentati :

A7-0334/2010

Discussioni :

PV 16/12/2010 - 3
CRE 16/12/2010 - 3

Votazioni :

PV 16/12/2010 - 6.2
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2010)0487

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 16 dicembre 2010 - Strasburgo Edizione GU

3. Partecipazione della Svizzera al programma "Gioventù in azione" e al programma d'azione nel campo dell'apprendimento permanente (discussione)
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la raccomandazione (A7-0334/2010) dell'onorevole Pack a nome della commissione per la cultura e l'istruzione, sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo fra l'Unione europea e la Confederazione svizzera, che stabilisce i termini e le condizioni per la partecipazione della Confederazione svizzera al programma “Gioventù in azione” e al programma d'azione nel campo dell'apprendimento permanente (2007-2013) [12818/2010 - C7-0277/2010 - 2010/0231(NLE)].

 
  
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  Doris Pack, relatore.(DE) Signor Presidente, sono felice dell'opportunità che abbiamo oggi di tenere questa discussione perché ricordo che entrambi abbiamo sempre collaborato con la Svizzera al Consiglio europeo e siamo quindi consapevoli dell'importanza della partecipazione della Svizzera a questi programmi. Nel 2006, prima del loro rinnovo, al Parlamento europeo eravamo naturalmente consapevoli di non essere isolati e della necessità di coinvolgere tutti nelle nostre attività. Sebbene la Svizzera non faccia parte dello Spazio economico europeo, ha manifestato interesse a partecipare nei settori della formazione e dell'istruzione. Ho accolto con favore questo sviluppo, come chiunque altro. Nel 2004 facevo parte della delegazione che ha fatto visita alla commissione per l'educazione del parlamento svizzero, con la quale abbiamo discusso nel dettaglio questioni di pertinenza, quali la mobilità e la cooperazione tra scuola e università. Già all'epoca era chiaro che questo progetto prima o poi sarebbe arrivato e ora lo accolgo con favore.

Nel definire questi programmi non abbiamo pensato solo ai nostri interessi, ma anche a quelli di tutti i paesi confinanti, come i Balcani occidentali e la stessa Svizzera, che si trova nel mezzo. Questo è il motivo alla base dei notevoli progressi fatti oggi. Riguardo alla precedente discussione, posso affermare sin d'ora che la Svizzera non solo è interessata a presentare una richiesta per partecipare al programma culturale, ma ha anche manifestato il suo interesse per il progetto del marchio del patrimonio europeo, che però presuppone la partecipazione al suddetto programma.

Onorevoli colleghi, chiediamoci cosa dobbiamo fare oggi: anche se abbiamo la possibilità di rispondere "sì" o "no", nessuno di noi penserebbe a dire di no perché abbiamo sempre guardato con favore al coinvolgimento della Svizzera e quando parlo di "coinvolgimento" mi riferisco anche all'aspetto economico. A norma dell'articolo 218, possiamo solo scegliere tra il "sì" e il "no" e senza dubbio la nostra risposta sarà pienamente affermativa.

Quali sono i punti chiave dell'accordo con la Svizzera? Ovviamente le condizioni, le norme e le procedure per i progetti e le iniziative che vedono la partecipazione di questo paese saranno le stesse applicabili anche ai partecipanti degli Stati membri e ai loro progetti. La Svizzera dovrà creare un'agenzia nazionale per il coordinamento e l'attuazione dei programmi a livello interno, proprio come abbiamo fatto noi nei nostri paesi; questa Agenzia dovrà apportare ogni anno un contributo finanziario a ciascun programma. Il contributo per il 2011 ammonta a 1,7 milioni di euro per il programma “Gioventù in azione” e a 14,2 milioni di euro per il programma di apprendimento permanente. Per quanto concerne le norme in materia di controlli finanziari e audit, la Svizzera dovrà rispettare le disposizioni fissate dall'Unione europea, ivi comprese quelle relative ai controlli effettuati dalle istituzioni europee e dalle autorità svizzere. L'accordo resterà in vigore fino a quando una delle parti non vi porrà fine, anche se credo che chiunque decida di prendere parte a un simile programma, non lo faccia con l'intenzione di ritirarsi. È nell'interesse sia dei giovani svizzeri sia naturalmente dei giovani nei paesi confinanti con la Svizzera che desiderano partecipare a programmi di scambio con scuole svizzere nell'ambito del programma Comenius Regio, a singoli partenariati tra scuole o ancora al programma Erasmus.

Naturalmente i rappresentanti delle autorità svizzere potranno partecipare agli incontri del nostro comitato in merito ai punti che riguardano il loro paese. Consentitemi di ribadire che non vediamo l'ora che la Svizzera compia questo passo: è da tempo infatti che questo paese mostra il suo interesse verso un simile accordo e speriamo che, offrendo ai giovani svizzeri l'opportunità di interagire con altri giovani europei, lo spirito europeo si rafforzi anche qui, portando a esiti diversi rispetto al passato nei prossimi referendum. Stiamo puntando sui giovani e su questi due straordinari programmi e sono certa che nell'arco dei prossimi tre anni verrà aggiunto anche il programma culturale.

 
  
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  Androulla Vassiliou, membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, in base al trattato sul funzionamento dell'Unione europea, è necessaria l'approvazione del Parlamento europeo affinché l'accordo tra l'Unione europea e la Confederazione svizzera entri in vigore.

Desidero ringraziare la commissione per la cultura e l'istruzione e in particolare la presidente, l'onorevole Pack, per la posizione costruttiva assunta nei confronti dell'accordo.

Dal momento che la Svizzera non ha voluto aderire allo Spazio economico europeo, nessun accordo finora consentiva una cooperazione diretta o indiretta tra l'Unione europea e questo paese nel settore dell'istruzione.

Per lungo tempo la Svizzera ha manifestato interesse verso i programmi europei d'istruzione e a favore della gioventù, arrivando a creare un sistema di aiuti a livello nazionale per incoraggiare forme di partenariato con le organizzazioni degli Stati membri dell'Unione che partecipano attivamente a questi programmi. Inoltre la Svizzera ha preso parte al processo di Bologna e alla creazione dello Spazio europeo dell'istruzione superiore.

La Svizzera ha poi seguito da vicino, seppur dall’esterno, la discussione in seno all'Unione europea sulle politiche in materia di istruzione e sarà il primo paese a partecipare ai nostri programmi senza essere membro dell'UE, dello Spazio economico europeo e senza essere un paese candidato, effettivo o potenziale.

La Commissione accoglie con favore la partecipazione della Svizzera ai due programmi. L'accordo consentirà non solo alle organizzazioni svizzere per l'istruzione e la gioventù, ma anche a singoli studenti, insegnanti e giovani di prendere parte ai programmi europei “Gioventù in azione” e nel campo dell’apprendimento permanente alle stesse condizioni dei cittadini europei. I progetti e le iniziative presentate dai partecipanti svizzeri saranno sottoposte alle stesse condizioni, regole e procedure applicate ai progetti presentati dagli Stati membri.

La Svizzera ha creato un'agenzia nazionale per coordinare l'attuazione dei programmi a livello nazionale che verserà un contributo annuo a ciascun programma e sarà presente alle riunioni del comitato del programma in qualità di osservatore per i punti concernenti la Svizzera.

Grazie, onorevoli deputati, per l'ottimo lavoro svolto.

 
  
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  Marco Scurria, a nome del gruppo PPE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo ringraziare, sicuramente oltre alla Commissione, la presidente della nostra commissione per la cultura e l'istruzione, la collega Doris Pack, per il lavoro e l'impegno che ha profuso su questo dossier.

È un aspetto importante quello di cui oggi stiamo discutendo, perché parliamo di uno strumento come il programma “Gioventù in azione” che crea contagio, che crea vicinanza, che crea amicizia tra i paesi dell'Unione europea, ma anche e soprattutto tra quelli che non ne fanno parte, come appunto la Svizzera o altri paesi ancora.

È la grande ricchezza dei nostri programmi multiannuali, che attraverso appunto azioni come Gioventù in azione, Erasmus, Erasmus mundus, educazione permanente, Media, Media mundus e tanti altri, permettono appunto di creare contiguità tra paesi dell'Unione europea o paesi che non fanno parte dell'Unione.

Vedete, con questi programmi noi abbiamo resa viva l'Unione europea, abbiamo permesso a tanti cittadini, soprattutto giovani, di incontrarsi, di scambiare esperienze, di conoscere e di farsi conoscere. Abbiamo dato la possibilità a insegnanti, a lavoratori in genere di accrescere la loro professionalità e abbiamo dato la possibilità a registi, produttori, associazioni di paesi diversi di poter lavorare meglio.

Per questo sono importanti questi programmi, ed è per questo che ci siamo preoccupati un po' quando non li abbiamo visti nel programma di lavoro della Commissione per il prossimo anno. Oggi quindi ratifichiamo un passo importante, che fa crescere l'Unione, che rafforza la cittadinanza del nostro continente, un passo – visto che ne abbiamo parlato poc'anzi nel punto proprio del marchio europeo – che contribuisce a creare questa nostra identità europea.

 
  
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  Joanna Senyszyn, a nome del gruppo S&D. – (PL) Signor Presidente, a nome del gruppo dell'Alleanza progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, appoggio il progetto di relazione presentato che consente alla Confederazione svizzera di partecipare al programma “Gioventù in azione” e al programma d'azione nel campo dell'apprendimento permanente. Non solo l'accordo è stato negoziato in modo adeguato e tutelando gli interessi dell'Unione europea, ma le basi giuridiche dei programmi europei nei settori dell'istruzione, della formazione e della gioventù prevedono la partecipazione della Svizzera. I principi regolatori sono stati descritti nel dettaglio, a garanzia di un’attuazione equa e idonea dei programmi. La Svizzera desidera collaborare con l'Unione europea in materia di istruzione, formazione e gioventù e l'accordo non è altro che la naturale conseguenza di tale volontà.

Siamo particolarmente contenti che i programmi di istruzione dell'Unione europea siano così produttivi e stimolanti da invogliare altri paesi a farne parte. L'ultima ricerca effettuata dalla Commissione europea mostra che il programma "Gioventù in azione" migliora le competenze linguistiche dei giovani nonché le loro possibilità nel mercato del lavoro. Nonostante l'enorme potenziale, le opportunità per l'istruzione degli adulti non sono però ancora sfruttate appieno.

 
  
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  Hannu Takkula, a nome del gruppo ALDE.(FI) Signor Presidente, desidero ringraziare da subito la superba presidente di commissione, onorevole Pack, che ha anche redatto la relazione. Posso dire che con l'onorevole Pack questo progetto era in buone mani. Come ben sa il nostro valido Commissario, l'onorevole Pack ha una lunga esperienza professionale ed è un'esperta proprio nell'ambito dei programmi di apprendimento permanente e per la gioventù. È stato un piacere osservare che i lavori procedevano senza inconvenienti durante la fase preparatoria ed è fantastico pensare che adesso anche i giovani in Svizzera potranno far parte dei successi che abbiamo raccolto all'Unione europea.

Bisogna riconoscere che anche tra chi critica l'Unione europea, oppositori inclusi, c'è consenso unanime sul fatto che esistono iniziative europee di successo, quali i programmi di apprendimento permanente, i programmi per la gioventù e quelli culturali. Si tratta di uno degli aspetti migliori dell'Unione europea e dobbiamo impegnarci a fondo affinché mantenga la giusta visibilità.

Proprio grazie all'Unione europea e a questi programmi abbiamo incoraggiato i giovani in Europa a proseguire il cammino di istruzione e formazione e a migliorare le proprie competenze, aumentando nel contempo anche le risorse dei singoli paesi.

In quest'ottica è fondamentale che la Svizzera non venga in alcun modo esclusa da questo sistema di cooperazione, sebbene non sia membro dell'Unione europea né del SEE, e che i giovani svizzeri abbiano la possibilità di prendere parte ai programmi. I passi futuri vanno quindi compiuti all'insegna della collaborazione e così facendo credo che si potrà creare del valore aggiunto per tutti.

Signor Presidente, desidero da ultimo ringraziare la nostra relatrice. Confido che questo programma avrà successo anche tra i cittadini della Svizzera, come è stato per noi, cittadini degli Stati membri dell'Unione europea.

 
  
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  Marek Henryk Migalski, a nome del gruppo ECR.(PL) Signor Presidente, signora Commissario, questa relazione è stata approvata all'unanimità dalla commissione per la cultura e l'istruzione, dove tutti sono stati concordi nel riconoscerne la validità. Il progetto è davvero ben fatto e non dovrebbe incontrare dissensi dal momento che incarna i valori su cui stiamo discutendo. In effetti questa relazione potrebbe avere il favore unanime dell'Aula, anche se la situazione della Svizzera è unica, come sottolineato dal Commissario. Stiamo parlando di un paese molto interessante, con una situazione politica peculiare e che si impegna in forme di cooperazione molto promettenti con l'Europa, sebbene non partecipi a numerosi accordi europei. Proprio per questo motivo vale la pena instaurare una serie di relazioni ricorrendo a programmi di questo tipo, indiscussi e universalmente accettati.

 
  
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  Jaroslav Paška, a nome del gruppo EFD.(SK) Signor Presidente, anche se la Svizzera non si è ancora decisa a diventare uno Stato membro dell'Unione europea, da tempo ha mostrato un chiaro interesse a collaborare ampiamente con l'Unione nell'ambito dell'istruzione e della formazione professionale dei giovani. In seguito alla creazione, nel 2006, dei programmi "Gioventù in azione" e nel campo dell’apprendimento permanente è stato creato un fondamento giuridico per la cooperazione tra la Svizzera e l'Unione europea in quest'area.

La Commissione europea, in linea con le raccomandazioni del Consiglio europeo a seguito dei negoziati con la controparte svizzera, ha redatto un accordo che ci consente di instaurare una cooperazione efficace con i nostri colleghi svizzeri nell'ambito dell'istruzione e della formazione professionale dei giovani, nonché nel campo dell'apprendimento permanente. L'accordo risulta corretto e bilanciato e sottolinea l'interesse di entrambi i firmatari di estendere la collaborazione e promuovere lo scambio di conoscenze, teoriche e pratiche, finalizzato a migliorare la qualità del processo di istruzione.

Ritengo pertanto, signora Commissario, che questo accordo tra Unione europea e Svizzera rappresenti un passo avanti nella giusta direzione.

 
  
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  Justas Vincas Paleckis (S&D).(LT) Signor Presidente, desidero complimentarmi con la relatrice, onorevole Pack, ed esprimere il mio pieno appoggio alla raccomandazione relativa ai programmi "Gioventù in azione" e nel campo dell’apprendimento permanente nonché alla partecipazione della Svizzera ai suddetti programmi. Desidero sottolineare che la Svizzera non è solo un paese bello e ordinato, ma è anche interessante per l'Unione europea per il suo sistema a democrazia diretta, ossia la confederazione composta dai cantoni. D'altra parte anche l'Unione europea è interessante per la Svizzera, che è completamente circondata da Stati membri dell'UE. Va ricordato infine che la Svizzera sta adeguando i suoi ritmi a quelli dell'Unione europea. Ritengo che dopo l'approvazione di questo programma, vi potranno essere ulteriori miglioramenti: la Svizzera si avvicinerà ancora di più all'Unione europea e quest’ultima sarà in grado di comprendere meglio la Svizzera. Come già affermato dall'onorevole Pack, ci potremo attendere migliori risultati nei referendum futuri.

 
  
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  Liam Aylward (ALDE).(EN) Signor Presidente, mi compiaccio per il sostegno dimostrato a favore di una maggiore collaborazione tra Svizzera e Unione europea negli ambiti dell'istruzione, della formazione e della gioventù. Il programma "Gioventù in azione" è molto importante per i giovani cittadini europei e merita ulteriore visibilità; dobbiamo raggiungere gli obiettivi del progetto, soprattutto quelli relativi alle attività del servizio civile volontario europeo nell'ambito del programma "Gioventù in azione."

Dato che il prossimo anno sarà l'Anno europeo del volontariato, è particolarmente importante rafforzare il servizio civile volontario europeo che promuove la partecipazione dei giovani a queste attività e si propone di accrescere la solidarietà e la cittadinanza attiva tra i giovani.

Il volontariato presso organizzazioni sportive amatoriali in Irlanda offre a migliaia di giovani opportunità nell'ambito sportivo e della leadership. Si tratta di organizzazioni che promuovono la cittadinanza attiva tra i giovani, incentivando nel contempo uno stile di vita sano e dinamico. Serve potenziare il programma e la sua componente volontaria e per questo vanno creati dei legami forti con la Svizzera.

Il programma "Gioventù in azione" offre molte possibilità e qualsiasi misura di potenziamento degli obiettivi e di promozione e sostegno dei giovani all'interno dell'Unione europea va appoggiata e incoraggiata in modo deciso.

 
  
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  Vilija Blinkevičiūtė (S&D).(LT) Signor Presidente, onorevole relatrice, desidero ringraziarla per il lavoro svolto ed esprimere il mio pieno sostegno alla raccomandazione presentata affinché il Parlamento europeo approvi la decisione del Consiglio sulla partecipazione della Svizzera ai programmi "Gioventù in azione" e nel campo dell’apprendimento permanente, in quanto l'accordo tra la Commissione e le autorità svizzere rispetta tutti i requisiti, i criteri e le disposizioni. Inoltre, l'agenzia nazionale svizzera collaborerà all'attuazione dei programmi a livello nazionale, versando ogni anno un contributo finanziario a ciascun programma. Questo accordo bilaterale ha grande importanza sia per la Svizzera sia per l'Unione europea: da un lato i giovani svizzeri potranno trarre vantaggio dalle diverse opportunità come previsto dal programma "Gioventù in azione" e, dall’altro lato, anche i giovani cittadini dell'Unione europea potranno prendere parte a tutti i progetti ai quali partecipano i giovani svizzeri. Sono lieto del fatto che, pur non facendo parte dello Spazio economico europeo e non essendo uno Stato membro dell'UE, la Svizzera collabori da vicino con l'Unione europea nell'ambito dell'istruzione, della formazione e della gioventù.

 
  
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  Seán Kelly (PPE).(EN) Signor Presidente, da quando sono arrivato al Parlamento europeo, continuo a chiedermi per quale motivo la Svizzera e la Norvegia non abbiano aderito all'Unione europea; mi chiedo se questo non dipenda dal fatto che in questo modo riescono a trarre il massimo beneficio da entrambe le realtà, ossia avere i vantaggi di essere parte dell'Unione europea senza averne gli obblighi. Anche oggi non sono del tutto convinto. Il Commissario ha accennato ai costi che ci saranno; certamente la Svizzera dovrà pagare, ma di solito i non-soci pagano di più dei soci iscritti.

Mi fido comunque della maggiore preparazione ed esperienza dell'onorevole Pack nel sostenere che questa è la strada da percorrere. Potremo contribuire a creare una maggiore consapevolezza europea tra i cittadini svizzeri che un giorno forse decideranno di entrare nell'Unione europea. Se questo accadrà, come mi auguro, credo che tutto il merito debba andare al Commissario e all'onorevole Pack per la loro lungimiranza. In questo periodo di buona volontà, sono disposto ad accogliere la proposta.

 
  
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  Alajos Mészáros (PPE).(HU) Signor Presidente, le nuove generazioni europee hanno il privilegio di crescere in un continente pacifico e quasi senza frontiere, caratterizzato dalla mobilità e dal multilinguismo e che offre numerose opportunità culturali ed economiche. Al fine di garantire che sempre più giovani si impegnino nella cittadinanza attiva, dobbiamo definire regimi di aiuto stabili nel campo delle politiche giovanili. È vero che la Svizzera non è membro dello Spazio economico europeo, ma collabora da vicino con l'Unione europea non solamente nelle aree dell'istruzione, della formazione e della gioventù. A partire dal 2008 la Svizzera ha preso parte e finanziato diversi progetti mirati a ridurre le disparità socioeconomiche all'interno dell'Europa allargata. La Svizzera ha dimostrato solidarietà e impegno nei confronti dell'allargamento dell'Unione europea e intende creare relazioni stabili con i nuovi Stati membri sia a livello economico che politico. Concordo con i punti fondamentali dell'accordo sulla partecipazione della Svizzera al programma, che la renderebbe un partner di pari livello...

(Il Presidente interrompe l'oratore)

 
  
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  Silvia Costa (S&D). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, è grazie alla determinazione di Doris Pack e alla volontà della Commissaria Vassiliou se oggi portiamo a termine questo programma.

In quanto cittadina italo-svizzera, sono felice che la Svizzera sia il primo paese non comunitario che partecipa a programmi educativi dell'Unione europea rivolti ai giovani sia nell'educazione superiore che nella formazione continua. La Svizzera infatti – ricordiamolo – anche se non fa parte dell'Unione ha dato un grande contributo alla costruzione dei valori e delle libertà che sono patrimonio comune del continente europeo.

È sintomo del successo di programmi come "Gioventù in azione" se la Svizzera chiede l'allargamento anche ai propri giovani della mobilità dei nostri programmi europei e quindi è di rilevante importanza che la Svizzera non chieda solo uno spazio economico allargato, ma uno spazio educativo più ampio. Ritengo sia molto interessante per i ragazzi dell'Unione europea e della Svizzera conoscersi meglio reciprocamente, sono sicura che si getteranno così le basi che influiranno anche sul futuro dell'Unione europea.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI). (DE) Signor Presidente, è abbastanza comprensibile che la Svizzera, cofinanziando i programmi "Gioventù in azione" e nel campo dell’apprendimento permanente, ora desideri parteciparvi. Sarebbe però auspicabile che, in questo spirito di apprendimento, l'Unione europea prenda esempio dalla Svizzera in materia di democrazia diretta: quando la popolazione svizzera si esprime contro la costruzione di minareti, la decisione è rispettata, e lo stesso vale per la recente iniziativa riguardo alla deportazione di criminali stranieri. Le autorità svizzere sanno che quando i cittadini dicono di "no", vuol dire "no" e quindi evitano di indire elezioni continue fino a quando non ottengono il risultato sperato, come è accaduto all'interno dell'Unione europea, per esempio in Irlanda.

Il fatto è che il primo rifiuto del trattato costituzionale per l'Europa avrebbe reso più probabile per alcuni svizzeri votare a favore degli accordi di Schengen e di Dublino. Forse trovano più semplice creare un'alleanza con una federazione di Stati singoli piuttosto che con un'Unione europea centralista. È un aspetto che le voci che circolano in Svizzera chiedendo l’adesione all'Unione europea non possono mascherare. In Europa non tutto è rose e fiori: le tendenze centraliste sono in aumento e ci stiamo inesorabilmente dirigendo verso un'Unione dei trasferimenti.

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Piotr Borys (PPE).(PL) Signor Presidente, desidero porgere i miei più sentiti ringraziamenti all'onorevole Pack e al Commissario per l'iniziativa presa. Ritengo che la Svizzera, un'enclave circondata da Stati membri dell'Unione europea, debba avere accesso ai programmi. Credo anche che i giovani non sempre sono consapevoli del fatto che, non essendo ancora parte dell'Unione europea, non possono beneficiare di questo programma europeo sovranazionale che rappresenta per loro una perfetta opportunità di integrazione e di scambio delle migliori prassi e che assicura una vera dimensione europea alla cooperazione e all'apprendimento permanente.

Desidero esprimere la mia gratitudine soprattutto per la possibilità che abbiamo oggi di trasferire un modello di programma europeo in un paese che non è Stato membro. Con lo stesso spirito di accettazione e apertura, desidero inoltre invitare l'onorevole Pack e il Commissario a estendere un programma simile anche ad altri paesi interessati; sto pensando in particolare al Partenariato orientale e ai Balcani, in altre parole ai paesi che non sono ancora formalmente Stati membri dell'Unione europea.

 
  
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  Hella Ranner (PPE).(DE) Signor Presidente, come tutti qui, ho la sensazione che con questo passo la Svizzera si stia avvicinando sempre di più all'Europa e ci auguriamo che diventi a breve uno Stato membro dell'Unione europea a tutti gli effetti, un momento che andrà certamente festeggiato. Questo puntino bianco in mezzo alla carta dell'Europa deve essere fonte di ispirazione.

Secondo le nostre stime, il programma "Gioventù in azione" interesserà circa un milione di persone con l'obiettivo principale di coinvolgere i movimenti giovanili e invia un chiaro segnale alla generazione futura affinché partecipi in modo attivo. Desidero anche esprimere la mia gratitudine all'onorevole Pack per il lavoro svolto.

Partendo dall'Unione europea dobbiamo raggiungere altri paesi, in questo caso la Svizzera, perché questa è solo in questo modo avremo successo. Con tutta probabilità, in tempi come questi, limitarsi ad aspettare che la Svizzera chieda di aderire all'Unione europea non è sufficiente. Non dobbiamo dimenticare che il sostegno finanziario fornito alla commissione per la cultura e l'istruzione ci lascia sperare che la Svizzera prenderà presto parte anche ad altri programmi.

 
  
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  Androulla Vassiliou, membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, desidero ringraziare tutti per aver accolto con entusiasmo questa iniziativa. È stato un piacere sottoscrivere questo accordo tra Unione europea e Confederazione svizzera quale primo documento elaborato in qualità di Commissario per l'istruzione, la cultura e la gioventù. Plaudo a questo sviluppo e vorrei che la Svizzera fosse in una posizione tale da poter prendere parte anche al programma culturale, cosa non possibile a causa di questioni costituzionali interne.

Come sottolineato da molti oratori, guardiamo con favore alla creazione di relazioni più strette tra la gioventù svizzera e quella degli Stati membri dell'Unione europea. Lo reputiamo un modo per porre le basi di un maggiore sostegno alla causa europea in Svizzera, che speriamo riveda le sue posizioni in futuro e decida di entrare nell'Unione europea.

Noto che alcuni onorevoli deputati incoraggiano altri paesi non membri dell'Unione a prendere parte a questo programma, una posizione che naturalmente porteremo avanti. Un sentito ringraziamento per il vostro appoggio.

 
  
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  Doris Pack, relatore.(DE) Signor Presidente, sono molto compiaciuta nel vedere che alcuni tra i miei onorevoli colleghi seduti tra gli euroscettici hanno votato a favore del progetto, condividendo l'entusiasmo per la partecipazione della Svizzera a questo programma e per la maggiore cooperazione in materia d'istruzione. In questo modo si apriranno certamente nuovi orizzonti per i giovani svizzeri e forse anche per gli stessi Stati membri. Siamo molto felici dell'esito emerso.

L'onorevole Mölzer non è più in Aula, ma noto che ha mancato di precisare che per questa cooperazione la Svizzera non ha indetto alcun referendum. Questa decisione, soprattutto in un'area come questa, costituisce un segnale davvero importante. Dopotutto i giovani hanno certamente atteso a lungo l'occasione per una cooperazione di questo tipo. Evidentemente l'onorevole Mölzer non ha considerato l'assenza del referendum in questo caso particolare. I cittadini non devono essere interpellati su ogni singola decisione; le scelte positive, come l'adesione all'Unione europea, si mostrano già come tali in partenza. Mi auguro che i giovani possano trarre vantaggio dalla proficua collaborazione nell'ambito di questi programmi educativi e giovanili e che diventino dei veri europei che a un certo punto diranno: "È arrivato il momento di aderire all'Unione europea e di condividere con il resto d'Europa anche le altre politiche. Siamo un unico continente e dobbiamo concordare su tali questioni". Sono certa che questi programmi di istruzione avranno un ruolo importante nell'aumentare la consapevolezza europea in Svizzera.

 
  
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  Presidente. – Grazie, onorevole Pack. Desidero complimentarmi non solo per questa relazione, ma anche per l'impegno e l'entusiasmo dimostrato e per il viaggio a Madrid del fine settimana finalizzato a promuovere il Premio LUX. Purtroppo non potrò essere con lei il 17, anche se ci tenevo molto, ma il 18 e il 19 riuscirò a partecipare alle riunioni. Grazie ancora. La realtà è che il Parlamento ha bisogno di persone come l'onorevole Pack per essere abbastanza efficace.

(Applausi)

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà oggi alle 12.00.

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)

 
  
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  Iosif Matula (PPE), per iscritto.(RO) Trovo incoraggiante che la Svizzera voglia partecipare ai programmi europei di istruzione e per la gioventù, soprattutto considerando che non è ancora un membro né dell'Unione europea, né dello Spazio economico europeo. Il coinvolgimento nei programmi dell'Unione europea è importante perché sinora non abbiamo mai avuto un accordo diretto in materia di cultura e istruzione. La partecipazione della Svizzera al processo di Bologna e la creazione dello Spazio europeo dell'istruzione superiore mostra che insieme possiamo raggiungere gli obiettivi della strategia 2020, creando così un forte legame tra gli Stati membri e i paesi terzi. Incontri tra giovani, scambi di esperienze tra insegnanti e ricercatori e maggiori opportunità di apprendimento permanente ci aiuteranno a creare un'identità europea comune. Desidero anche sottolineare che dobbiamo valutare la possibilità di coinvolgere nei nostri programmi altri paesi confinanti con l'Unione europea, dal momento che l'istruzione e la cultura non devono fermarsi all'interno dei nostri confini. In questo modo potremo ricostruire il continente europeo e incoraggiare i giovani a partecipare attivamente alla creazione del nostro futuro comune.

 
  
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  Mario Mauro (PPE), per iscritto. Signor Presidente, onorevoli collegi, la partecipazione della Svizzera, un paese che ha scelto di non far parte dell’Unione europea, al programma Gioventù in azione e al programma d'azione nel campo dell'apprendimento permanente non può essere esclusa a priori,, ma va valutata con attenzione. Condivido pertanto i termini dell’accordo raggiunto dalla Commissione con il governo svizzero, il mio voto alla relazione della collega Doris Pack è favorevole. Giusto concedere i benefici dei programmi alla Svizzera, giusto anche però salvaguardare tutti gli interessi finanziari e di altro tipo dell’Unione europea.

 
  
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  Joanna Katarzyna Skrzydlewska (PPE), per iscritto.(PL) Il programma di apprendimento permanente, contenuto anche nel settimo programma quadro, si propone di sviluppare diverse forme di apprendimento durante tutta la vita professionale del singolo, favorendo la cooperazione tra i sistemi di istruzione e di formazione nei paesi partecipanti al progetto. Il programma non è rivolto solo agli studenti universitari o della scuola superiore, ma anche agli adulti, grazie al programma Grundtvig, e ai formatori per i quali sono previste visite di studio. L'aumento progressivo del budget annuale destinato a questo programma, che nel 2011 sfiora i 1 028 miliardi di euro, sottolinea la necessità concreta di sviluppo e collaborazione in questo campo.

In un momento in cui la disoccupazione giovanile è particolarmente elevata a causa del mancato adeguamento dell'istruzione alle necessità del mercato del lavoro, da un lato, e della carenza di adeguata formazione professionale per i laureati, dall'altro, dobbiamo concentrare le nostre energie per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal programma di apprendimento permanente e trovare una soluzione a questa difficile situazione. Approvo l'iniziativa di includere la Svizzera nella collaborazione in quest'area e spero che lo scambio comune di esperienze contribuisca ad aumentare i livelli occupazionali nonché la mobilità del mercato del lavoro.

 
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