Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione dell’onorevole Eppink, a nome della commissione per i problemi economici e monetari, sulla relazione sulla politica di concorrenza 2009 [2010/2137(INI)] (A7-0374/2010).
Derk Jan Eppink, relatore. – (EN) Signor Presidente, al giorno d’oggi, la concorrenza è spesso considerata come un elemento che complica la vita, al punto che taluni prediligono soluzioni rassicuranti e comodi accordi a margine per proteggersi dall’impervio mondo della concorrenza globale. Tuttavia, signor Commissario, la concorrenza non rappresenta un ostacolo per l'economia europea ma, al contrario, un'ancora di salvezza. L'Europa si trova dinanzi ad un bivio: occorre creare un'economia di transizione, con bassi livelli di crescita e un elevato tasso di disoccupazione strutturale oppure definire un'economia generatrice di ricchezza in grado di superare il banco di prova della concorrenza globale?
Signor Commissario, una squadra di calcio che non è competitiva perde una partita dopo l'altra e, analogamente, un'economia non competitiva perde investimenti, posti di lavoro, finendo in tal modo per erodere le basi della propria struttura sociale. La politica per la concorrenza ricade sotto la competenza esclusiva della Commissione europea e pertanto lei, signor Commissario, o meglio il commissario Almunia che lei oggi sostituisce, riveste un ruolo determinante.
Le Nazioni Unite, questa settimana, hanno reso note le cifre relative agli investimenti diretti esteri per l’anno 2010. Gli Stati Uniti hanno attratto il 43 per cento di investimenti esteri in più rispetto al 2009 e lo stesso dato in America Latina è aumentato del 21 per cento, in Asia del 10 per cento mentre nell’Unione europea è diminuito del 20 per cento. Quali sono le cause di questo calo? Il denaro fluisce verso le regioni concrete più attive e, a quanto pare, gli investitori considerano l'Europa come un continente in cui non si agisce e dalla crescita limitata. E’ dunque evidente che l'Unione presenta lacune in termini di competitività.
Signor Commissario, lei è chiamato ad assicurare parità di condizioni per le attività imprenditoriali in Europa, fornendo così al nostro continente gli strumenti per competere a livello internazionale. Conosciamo molto bene la Cina.
Desidero richiamare la vostra attenzione su alcuni aspetti della politica di concorrenza 2009, i cui tratti distintivi sono parzialmente visibili oggi. La questione principale al momento è rappresentata dalle conseguenze dei consistenti aiuti di Stato al settore finanziario, ovvero denaro dei contribuenti utilizzato dagli Stati per evitare il collasso del settore finanziario. Qualora avessimo permesso il crollo del settore finanziario, i risparmi e le pensioni di milioni di cittadini europei sarebbero finiti sotto le macerie. E’ comunque palese che aiuti di Stato di una tale entità hanno determinato distorsioni della concorrenza. Questa situazione, pertanto, deve avere fine quanto prima e il denaro deve essere restituito ai contribuenti europei.
Signor Commissario, il mio primo quesito è dunque: qual è l'effettiva durata di questo quadro provvisorio e in che modo sarà gradualmente sollevato? Mi auguro che lei possa chiarire questo aspetto a nome del Commissario Almunia.
Un ulteriore aspetto è rappresentato dal sostegno fornito dalla Banca centrale europea a favore di alcune banche in termini di liquidità per permetterne la sopravvivenza. Riconosco l’esistenza di un legame tra la politica monetaria e quella di concorrenza ma mi chiedo se questo intervento abbia determinato distorsioni della concorrenza. E’ questa la mia domanda.
Vi è poi la questione dell’insieme dei regolamenti in materia di dismissioni: i criteri operativi per il ridimensionamento delle società sono sufficientemente chiari ed equi. Siamo chiamati ora a guardare al futuro e chiederci quali saranno i passi successivi, signor Commissario. Gli Stati hanno abbondantemente ricapitalizzato il settore finanziario attraverso una parziale e/o totale nazionalizzazione delle istituzioni grazie al denaro dei contribuenti e sarà necessario districare questa situazione. Quando gli Stati membri, infatti, inizieranno a ritirarsi dalle istituzioni finanziarie per far recuperare loro lo status di enti privati, sussiste il rischio che si lascino dietro una dote, una sorta di corredo nuziale, che potrebbe essere utilizzato per sostenere la posizione delle istituzioni finanziarie nel mercato privato.
Nei processi di privatizzazione situazioni del genere sono frequenti e ricordo molto bene cosa accadde per il settore delle poste. I governi aiutarono in maniera consistente i propri fornitori di servizi postali subito prima dell’entrata nel mercato privato e, a tal proposito, in una lettera al Commissario Almunia ho ricordato le lunghe indagini svolte sul fornitore di servizi postali tedesco. La Commissione sta attualmente avviando ulteriori indagini per i fornitori di servizi postali di Regno Unito, Francia e Belgio, dato che quest'anno i loro mercati postali saranno liberalizzati.
Pertanto, signor Commissario, le chiedo di trattare con la dovuta attenzione il fenomeno della dote nel settore finanziario, considerando che prevenire un problema è molto più semplice che ricorrere poi alle lunghe vie legali per risolverlo.
Desidero ringraziare lei, signor Commissario nonché il Commissario Almunia, per la vostra cooperazione e intendo estendere i miei ringraziamenti alla Direzione Generale per la concorrenza che, a mio avviso, è una delle migliori nella Commissione.
Štefan Füle, membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, a nome del Vicepresidente Almunia, che non ha potuto essere presente oggi, desidero in primo luogo ringraziare il relatore Eppink per il lavoro svolto sulla relazione sulla politica di concorrenza 2009. Ringrazio, inoltre, i relatori della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e della commissione per i trasporti, gli onorevoli Koch-Mehrin, Buşoi e Cramer.
La Commissione accoglie di buon grado il tono positivo della relazione e il sostegno espresso a favore delle nostre azioni nel campo della politica di concorrenza 2009 e, in particolare, nell'ambito della crisi economica e finanziaria. Condividiamo il vostro punto di vista circa l’importanza della concorrenza quale elemento fondamentale per garantire pari condizioni nel mercato unico e per promuovere un'uscita sostenibile dalla crisi. La Commissione, dunque, continua ad impegnarsi per consolidare la propria posizione rispetto comportamenti anticoncorrenziali e fusioni.
La Commissione prende atto delle numerose richieste riguardanti l’elaborazione di relazioni o studi specifici, più di dieci, ma ribadisce la sua impossibilità a produrre tutti questi documenti a causa delle sue priorità e delle risorse limitate. Tuttavia, come annunciato dal Vicepresidente Almunia alla commissione per i problemi economici e monetari lo scorso novembre, la Commissione esaminerà le conseguenze sulla concorrenza dovute alle misure temporanee di aiuti di Stato introdotte nel contesto della crisi. Sarà sicuramente un lavoro difficile da compiere, ma la crisi rappresenta un’imperdibile opportunità per imparare.
In secondo luogo, intendo ribadire oggi che queste misure sono effettivamente temporanee e che la Commissione ha prolungato il quadro di crisi per gli aiuti di Stato fino alla fine del 2011 perché le condizioni economiche sono ancora incerte. Tuttavia, è già stato avviato il graduale processo di cancellazione delle misure in questione e alcune di esse sono già terminate mentre altre sono state mantenute sotto condizioni più stringenti.
In terzo luogo, per quanto attiene all’applicazione privata dei regolamenti in materia di concorrenza, la Commissione prende atto del sostegno espresso dal Parlamento a favore della creazione di un sistema europeo di ricorso collettivo e la richiesta di una iniziativa legislativa comunitaria specifica volta a garantire degli indennizzi a favore delle vittime di eventuali violazioni del diritto della concorrenza dell’Unione. All'inizio del 2011 la Commissione lancerà una consultazione pubblica in merito all’approccio europeo di ricorso collettivo e intende adottare successivamente una comunicazione sulla base dei suoi risultati.
Infine, vorrei affrontare le perplessità espresse circa la concorrenza in settori specifici quali, ad esempio, l'energia, i trasporti, la catena di approvvigionamento alimentare e i settori digitali emergenti: la Commissione condivide le vostre preoccupazioni ed è intenzionata a mantenere il proprio impegno sul fronte dell’applicazione delle norme in questi settori, in stretta collaborazione con le autorità nazionali competenti.
Silvana Koch-Mehrin, relatore per parere della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia. – (DE) Signor Presidente, la politica di concorrenza è una delle aree politiche dell'Unione più importanti e centrali. Un’efficace politica di concorrenza permette un adeguato funzionamento dei mercati, fornisce ai consumatori la possibilità di beneficiare di un’ampia varietà di prodotti a prezzi ragionevoli e accessibili e, inoltre, contribuisce ad rivitalizzare la crescita in Europa. Pertanto, signor Commissario, è importante che la politica di concorrenza comprenda tutte le aree che lei ha menzionato e, al contempo, è fondamentale irrobustire le piccole e medie imprese, che rappresentano la forza motrice della crescita in Europa. Le barriere di mercato devono essere abolite, eliminando così i costi eccessivi che ancora permangono negli ambiti in cui la concorrenza non funziona adeguatamente, come ad esempio le tariffe di roaming della telefonia mobile, in cui la concorrenza ancora non esiste e che rappresentano un settore in cui è necessario apportare notevoli cambiamenti.
Vorrei, infine, esprimere i miei più sentiti ringraziamenti al relatore Eppink per l’eccellente lavoro svolto e invito la Commissione ad essere ambiziosa nel perseguimento dei propri obiettivi.
(Applausi)
Cristian Silviu Buşoi, relatore per parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori . – (EN) Signor Presidente, in primo luogo desidero congratularmi con la Commissione per la flessibilità mostrata nell’applicare i regolamenti in materia di concorrenza nel corso dell’attuale crisi economica e finanziaria. Ritengo sia importante che quest'ultima non venga usata come pretesto per eliminare la concorrenza e la Commissione ha già dimostrato di avere una posizione molto ferma contro i cartelli, di cui mi compiaccio. È necessario garantire l'esistenza di meccanismi di uscita e la possibilità di tornare alle normali condizioni di mercato al più presto.
Come lei ha precedentemente affermato, signor Commissario, vi sono svariati settori in cui è possibile migliorare la concorrenza e tra questi c’è il mercato dell’energia, in cui i prezzi regolamentati dell’energia continuano a determinare distorsioni della concorrenza; il completamento del mercato unico ferroviario potrebbe determinare inoltre notevoli benefici a vantaggio dei viaggiatori europei. La Commissione dovrebbe poi essere particolarmente attenta alla questione della concorrenza nell’ambito del mercato dei medicinali, specialmente in merito alle pratiche dei produttori di farmaci originatori che pongono limiti all’introduzione di farmaci generici sul mercato.
Inoltre, invito la Commissione a mantenere una posizione ferma nell’assicurare la concorrenza tra ospedali pubblici e privati attraverso azioni concrete contro le sovvenzioni interne incrociate mirate a favorire gli ospedali pubblici. La Commissione, inoltre, deve comunicare in maniera più efficace ai consumatori i benefici derivanti dalla politica di concorrenza.
Michael Cramer, relatore per parere della commissione per i trasporti e il turismo. – (DE) Signor Presidente, desidero in primo luogo ringraziare il relatore per l'eccellente lavoro di cooperazione svolto.
Il settore dei trasporti è rilevante in materia di concorrenza in quanto, dopo tutto, è fonte del 30 per cento di emissioni di anidride carbonica e, pertanto, mi compiaccio che si sia deciso di inserire i trasporti tra le priorità principali della strategia Europa 2020.
Tuttavia, il settore è ancora interessato da concorrenza sleale ed è proprio in quest'ambito che la Commissione è chiamata ad intervenire. Il settore dell’aviazione, ad esempio, il nemico del clima per eccellenza, gode di un’esenzione dalla tassa sul valore aggiunto e dalle imposte sul carburante, il che comporta una spesa annua di 30 miliardi di euro, che grava nelle tasche dei contribuenti europei e che permette alle compagnie aeree di offrire voli allo stesso prezzo di una breve corsa in taxi. Sul settore ferroviario, invece, grava un pesante fardello, a causa di un pedaggio ferroviario obbligatorio per ogni locomotiva e per ogni chilomtreo percorso, un’imposta obbligatoria senza alcun massimale. Per quanto attiene alle strade, invece, spetta agli Stati membri decidere in merito all'applicazione di pedaggi che, comunque, nella maggior parte dei casi, riguardano solo le autostrade o i veicoli commerciali pesanti di 12 tonnellate o oltre. In altre parole, alcuni Stati membri impongono elevati pedaggi ferroviari ma non impongono pedaggi stradali. Non possiamo permettere che questa situazione continui perché manca completamente l’obiettivo: d’altra parte, se non modifichiamo le abitudini legate alla mobilità, non riusciremo a prevenire i cambiamenti climatici. Eppure, si tratta di un obiettivo che dobbiamo raggiungere e, pertanto, è necessario creare delle condizioni di concorrenza equa anche nel settore dei trasporti.
Arturs Krišjānis Kariņš , a nome del gruppo PPE. – (LV) Signor Presidente, Commissario, siamo tutti pigri: se è possibile cavarsela evitando di fare qualcosa, sicuramente molte persone sceglieranno questa strada e le imprese non rappresentano un'eccezione. La maggior parte degli imprenditori, e ne sono convinto, sogna di avere la possibilità di diventare fornitori monopolistici in grado di dettare le condizioni, piuttosto che lasciare che siano i consumatori a decidere al posto loro. La concorrenza, infatti, garantisce che i consumatori non solo godano di prezzi bassi ma anche di un’ottima qualità e putroppo nell’Unione, in molti settori, non si puo' ancora parlare di una reale concorrenza. Primo fra tutti, il settore energetico, che presenta ancora mercati isolati in molte aree in Europa in cui manca qualunque forma di concorrenza per ragionitecniche di natura giuridica. Ne conseguono prezzi artificialmente elevati per i consumatori, come nel caso concreto del mercato del gas degli Stati baltici. Come ha ammesso lo stesso Commissario Oettinger, i consumatori tedeschi pagano attualmente il 30 per cento in meno per il gas naturale dei consumatori degli Stati baltici. Perché da un lato la concorrenza esiste, mentre nelle Repubbliche baltiche manca? Questa situazione deve cambiare. Un altro settore in cui manca una concorrenza effettiva è quello agricolo: tralasciando le conseguenze che i sussidi stessi comportano per il mercato agricolo, in Europa le sovvenzioni agricole o sussidi sono distribuiti in maniera molto diversa da uno Stato membro all'altro. Ne conseguono prezzi artificialmente elevati per i consumatori europei in molti paesi e, ovviamente, un impatto negativo per gli agricoltori. Onorevoli deputati, vi invito a sostenere questa relazione sul lavoro della Commissione "Verso la concorrenza" nel 2009. Vorrei ricordare, inoltre, che vi è ancora molto lavoro da svolgere e che è necessario includere quei settori in cui la concorrenza deve essere presente. Vi ringrazio per l’attenzione.
Antolín Sánchez Presedo, a nome del gruppo S&D . – (ES) Signor Presidente, la relazione sulla politica di concorrenza 2009 rappresenta forse uno dei testi più ampi e dettagliati elaborati finora dal Parlamento: la commissione per i problemi economici e monetari è stata in grado di integrare il parere di altre tre commissioni parlamentari e ha presentato questa relazione dopo un periodo di cinque anni, successivo all’attuazione di due regolamenti molto importanti sulla modernizzazione e sulle concentrazioni che hanno rivestito un ruolo positivo nell’ambito della politica di concorrenza. Tuttavia, l’attuazione di questi regolamenti sarebbe stata migliore se le priorità fossero state assegnate meglio, se gli sforzi di cooperazione fossero stati maggiori, se si fossero contenuti gli oneri amministrativi e se vi fosse stata convergenza tra le leggi UE e quelle nazionali.
La relazione sottolinea l’importanza dei servizi pubblici per soddisfare le esigenze di base dei cittadini e riteniamo opportuno rimarcare questo aspetto nell'ambito del nuovo quadro creato dal trattato di Lisbona. Pertanto, tenendo in considerazione l’importanza della società dell'informazione, è necessario sostenere gli aiuti volti ad offrire una copertura universale della banda larga a tariffe accessibili per i nostri cittadini. richiediamo inoltre che nelle prossime relazioni si rivolga particolare attenzione alla definizione di tariffe di roaming nel campo delle telecomunicazioni.
La concorrenza è un elemento chiave per i servizi finanziari e gli aiuti offerti hanno contribuito a stabilizzare e mitigare gli effetti della crisi economica. La relazione sottolinea la natura provvisoria di tali aiuti e specifica che la loro estensione deve verificarsi sotto condizioni più rigorose, ristabilendo pari condizioni per il processo di uscita, al fine di evitare rischi morali e, soprattutto, di permettere alle istituzioni finanziare che non hanno richiesto gli aiuti di Stato di riguadagnare una posizione concorrenziale.
Per quanto attiene alla sfera finanziaria, il testo pone l'accento su tre punti, ovvero la trasparenza delle informazioni finanziarie, la necessità di rendere il sistema dei pagamenti accessibile, trasparente, efficiente e non discriminatorio e, infine, la necessità di contrastare i prezzi eccezionalmente elevati per le transazioni transfrontaliere effettuate con carte di pagamento. La relazione, inoltre, esprime timori circa le piccole e medie imprese e il settore dell’energia e accoglie le raccomandazioni del gruppo ad alto livello del settore lattiero-caseario, che sostiene che si debbano conciliare il potere di negoziazione dei produttori e le nuove relazioni contrattuali con la politica di concorrenza. Il testo, inoltre, invita la Commissione a lanciare un’iniziativa legislativa volta a facilitare le richieste individuali o collettive per il risarcimento dei danni arrecati da una violazione del diritto della concorrenza, evitando però gli eccessi del sistema statunitense.
Mi congratulo, quindi, con il relatore Eppink per l’eccellente lavoro svolto.
Sophia in 't Veld, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, vorrei in primo luogo congratularmi con il relatore, con cui ho cooperato in qualità di relatore per lo scorso anno, il che mi conduce al mio primo punto.
Mi colpisce che, benché queste discussioni annuali sulla politica di concorrenza siano caratterizzate da uno scambio di opinioni amichevole e tranquillo, poi la Commissione, che detiene poteri esclusivi in materia, continui ad agire come al solito. In un momento in cui si discute di governance economica per l’Unione europea, ritengo che questa situazione debba cambiare. Il Parlamento europeo dovrebbe rivestire un ruolo di maggiore importanza nella definizione delle politiche di concorrenza e invito dunque la Commissione a seguire, in particolare, le raccomandazioni 3 e 4 e a riferire seriamente in materia dinanzi a questa Assemblea.
In secondo luogo, ritengo che una relazione non debba limitarsi a enumerare le azioni prese, ma debba fornire un'analisi dell'impatto delle politiche di concorrenza e, allo stadio attuale, non ve n'è traccia. Avete ribadito più volte l'intenzione di presentare un testo sul quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato, che rappresenta una delle vostre priorità, ma è pur vero che da anni richiediamo siano condotte analisi simili in materia di ripresa verde, di aiuti di Stato all’innovazione e ai servizi pubblici. Il tempo è ormai abbondantemente scaduto e chiedo alla Commissione di condurre delle analisi più approfondite.
Desidero, infine, ribadire con insistenza le richieste, avanzate ormai da anni, riguardo a indagini settoriali sulla pubblicità on line e sui motori di ricerca: le attendiamo ormai da molto tempo e vorrei capire quando la Commissione ha intenzione di condurle.
Philippe Lamberts, a nome del gruppo Verts/ALE – (FR) Signor Presidente, in primo luogo desidero ringraziare il Commissario Almunia, che non è presente oggi, ma che trascorre un notevole quantitativo di tempo con noi nella commissione per i problemi economici e monetari, nonostante non si tratti di un ambitodi competenza del Parlamento, dedicando così del tempo in favore del dialogo continuo con questa Assemblea circa tali questioni.
Desidero inoltre ringraziare il relatore. Si tratta spesso di una formalità eppure, onorevole Eppink, nonostante i nostri gruppi spesso abbiano divergenze su numerose questioni, devo ammettere che, nell’elaborare questa relazione, non vi sono stati argomenti tabù nelle nostre discussioni: tutti i punti, infatti, sono stati affrontati in maniera molto costruttiva e ritengo sia doveroso sottolinearlo.
Desidero ora affrontare tre punti su cui credo che la Commissione sia chiamata a compiere passi avanti. Come precedentemente evidenziato, il primo punto riguarda l'importanza del settore finanziario a cui, in realtà, è attribuito troppo peso in ambito economico.
È risaputo che i gruppi finanziari sopravvissuti alla crisi ne sono usciti più grandi e fortificati: esiste dunque un reale problema di distorsione del mercato in quest’ambito, che non è legato soltanto alle misure straordinarie di aiuti di Stato stabilite dagli Stati membri per aiutare il proprio settore finanziario ma anche, come abbiamo evidenziato nella relazione, a varie forme di aiuti diretti provenienti dalla Banca centrale europea (BCE) che, mi duole dirlo, non sono affatto trasparenti.
Invitiamo dunque la Commissione a indagare sul modo in cui la BCE ha sostenuto le banche, perché è evidente che gli istituti di credito che l’hanno contattata per ricevere sostegno hanno beneficiato di un tipo di aiuti non richiesti, invece, da quelle banche amministrate meglio che hanno pertanto subito una distorsione del mercato.
Il secondo settore è quello delle materie prime e, in particolar modo, dei prodotti alimentari; è noto a tutti infatti che le grandi imprese agroalimentari e i principali rivenditori ricoprono una posizione di mercato che conferisce loro il potere di influenzare fortemente la formazione dei prezzi e, pertanto, un'indagine di mercato risulta quanto mai necessaria in quest'ambito.
Un altro punto non meno importante riguarda la concorrenza fiscale che, nella maggior parte degli Stati membri, incluso il mio, è praticata a discapito dell'interesse generale europeo. Ritengo sia doveroso porre fine a queste forme di concorrenza e so che la Commissione sta iniziando a mostrare nuovamente interesse sul tema, ma invito caldamente il Commissario Almunia e il Commissario Šemeta ad affrontare la problematica.
Giungendo alla conclusione del mio intervento, intendo esprimere il nostro compiacimento per la decisione del Commissario Almunia, presa fin dall’inizio del suo mandato, di imporre ammende in vari settori e in particolare in quello del trasporto aereo delle merci. Inoltre, accogliamo positivamente l'avvio delle indagini su Google, che ritengo fornisca in parte una risposta al punto appena sollevato dall'onorevole in 't Veld.
(L'oratore accetta di rispondere a un'interrogazione presentata con la procedura del cartellino blu ai sensi dell'articolo 149, paragrafo 8))
Presidente. –Onorevole Lamberts, l’onorevole Martin è ricorso al suo cartellino blu per porle un’interrogazione. È disposto a rispondere? La ringrazio.
Onorevole Martin, ha la parola per 30 secondi per porre la sua domanda all’onorevole Lamberts.
Hans-Peter Martin (NI). – (DE) Signor Presidente, l’onorevole Lamberts ha menzionato gli aiuti speciali alle banche da parte della Banca centrale europea. Potrebbe fornire maggiori dettagli al riguardo e spiegarci in che modo ha funzionato questo sistema? Il collega ha inoltre asserito che è necessario eliminare questo tipo di aiuti: come propone di procedere, in modo che non siano le persone sbagliate a ricavare notevoli profitti?
Presidente. –Trenta secondi sono pochi per rispondere ad una domanda così complessa, ma confido nella capacità di sintesi dell’onorevole Lamberts.
Philippe Lamberts, a nome del gruppo Verts/ALE – (FR) Signor Presidente, rispondere ad una domanda del genere in trenta secondi è quasi impossibile.
Qual è la questione? La Banca centrale europea accetta di fornire liquidità alle banche che lo richiedano, in modo illimitato, accettando ogni tipo di attivi come garanzia. Non abbiamo tuttavia un’idea chiara sulla natura di questi attivi e sospettiamo che molti di essi siano tossici o sifilitici, il cui valore di mercato è difficile da determinare e alcuni dei quali potrebbero essere anche privi di valore.
A tali condizioni, dunque, si tratta di una forma diretta di aiuti. È chiaro che se la BCE non fornisse questa liquidità contro tali garanzie, che sono effettivamente molto labili, probabilmente alcune di queste istituzioni finanziarie dichiarerebbero bancarotta.
Non è semplice trovare una risposta ma, in ogni caso, il primo passo da compiere è garantire la trasparenza di questi attivi.
Presidente. – La ringrazio, onorevole Lamberts, per la sua risposta così chiara su una questione così complessa.
Kay Swinburne, a nome del gruppo ECR. – (EN) Signor Presidente, in primo luogo desidero congratularmi con il mio collega, l’onorevole Eppink, per questo testo così approfondito e bilanciato, che prende in considerazione molte tematiche. È fondamentale che la politica di concorrenza funga da pilastro del mercato unico europeo e che l’intera legislazione comunitaria contenga solidi principi di concorrenza. Quest’ultima dovrebbe servire a creare un mercato più forte per i cittadini europei e dovrebbe permettere all’Unione di essere più competitiva a livello globale.
Con l’ultima ondata di norme sui servizi finanziari, si corre il rischio che questo principio vada perso. Dobbiamo cogliere ogni opportunità per incrementare la concorrenza in quei mercati dominati da grandi operatori di mercato e creare un mercato più vivace. Nell'ambito delle normative sulle derivate, attualmente in fase di negoziazione, possiamo garantire di non creare o rinforzare monopoli sostenendo l’accesso libero a CCP e strumenti affini e garantendo la disponibilità di un'importante serie di dati per tutti gli operatori.
Nel contesto della prossima revisione della MiFID, sarà necessario tenere a mente il suo obiettivo originale di aprire i mercati azionari europei alla concorrenza e, in seguito alla sua estensione a nuove classi di titoli, dovremo sostenere i principi di concorrenza in quanto, nel corso degli ultimi tre anni, la loro combinazione ha di fatto ridotto in maniera significativa i costi delle transazioni a favore degli investitori in titoli.
Nell'ambito delle riforme per i revisori dei conti, per le agenzie per la valutazione dei crediti e per altri fornitori di servizi finanziari, dobbiamo capire dove vi sono eventuali barriere e lavorare per eliminarle. Ritengo che il sostegno a favore della concorrenza nei settori chiave permetterà di generare un reale potenziale di crescita per l'Unione e di rinvigorire le nostre economie, in un mondo in continuo cambiamento.
Thomas Händel, a nome del gruppo GUE/NGL. – (DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, la relazione sostiene che la Commissione stia attuando una politica di successo in materia di concorrenza. Tuttavia, non dovremmo dimenticare che una concorrenza non regolamentata potrebbe comportare un incremento della disoccupazione, contribuendo così ad ampliare il divario tra ricchi e poveri.
Nell’Unione europea, la libera concorrenza continua ad avere la precedenza rispetto ai bisogni sociali dei nostri cittadini. Il sostegno incondizionato ai liberi mercati non può mascherare le loro costanti lacune, né l’incapacità di portare una giustizia sociale duratura. Un paio di procedure volte a contrastare la distorsione della concorrenza e la fissazione dei prezzi non saranno sufficienti per risolvere il problema. Un mercato interno equo e sociale potrà funzionare solo attraverso norme solide e giuste, su cui è necessario lavorare ulteriormente. Non è accettabile, ad esempio, che sempre più istituzioni che forniscono servizi di interesse generale si trovino ad essere esposte alla concorrenza privata.
Il testo, inoltre, fornisce indicazioni per la politica futura della Commissione in materia di concorrenza. È quanto mai necessario aumentare la protezione dei consumatori e proteggere i servizi d’interesse generale dalle regole della concorrenza, rimuovendoli al contempo dal controllo dei cartelli. Inoltre, è necessario introdurre una clausola contrattuale che favorisca un progresso sociale sicuro, di pari importanza rispetto alle norme comunitarie in materia di concorrenza in Europa.
William (The Earl of) Dartmouth, a nome del gruppo EFD. – (EN) Signor Presidente, non mi capita spesso di spendere buone parole nei confronti di Gordon Brown, ma è doveroso ammettere che ha agito rapidamente, con risolutezza ed efficacia per affrontare la crisi bancaria nel Regno Unito, anche se mi preme sottolineare come molto sia dipeso dal suo operato disastroso nel ruolo di Ministro delle finanze/Cancelliere dello Scacchiere, nel corso del suo mandato decennale.
Tuttavia, la ripresa del settore bancario nel Regno Unito è stata meno rapida del previsto proprio a causa della politica di concorrenza dell’Unione. Un mio esimio collega, il professor Tim Congdon, ha scritto un testo in materia. Il punto è che tali questioni dovrebbero essere affrontate a livello nazionale e non in seno alla Commissione, che semplicemente non sa come agire e dovrebbe quindi non entrare nel merito.
Nei quindici secondi che mi rimangono, intendo commentare il discorso particolarmente deprimente dell’onorevole Lamberts a proposito della concorrenza fiscale, che permette, in realtà, di imporre imposte più basse. Il collega si riferiva in realtà ad una politica fiscale a livello europeo che comporterebbe tasse più elevate in tutta l'Unione. E’ questa la realtà e chiedo quindi all'onorevole Lamberts e ai suoi colleghi di usare in futuro questa espressione.
Presidente. – Onorevole, questa non era un'interrogazione ai sensi della procedura del cartellino blu, quanto piuttosto un intervento personale. Onorevole Lamberts, la invito a rispondere brevemente, provando ad illuminare il collega illustrando il suo punto di vista in soli trenta secondi.
Philippe Lamberts (Verts/ALE). – (EN) Signor Presidente, Lord Dartmouth dipinge i Verdi come i sostenitori delle tasse elevate fini a se stesse. Le voglio porre, Lord Dartmouth, solo una semplice domanda: affinché servizi forniti in settori quali l’istruzione, la sanità e la sicurezza abbiamo valore, credo sia necessario trovare un modo per finanziarli, è d’accordo?
Presidente. –No, non possiamo entrare ora nel merito della questione.
Onorevole Dartmouth, lei potrà rispondere all’onorevole Lamberts più tardi in altra sede. In ogni caso, il regolamento non consente di rispondere ad una domanda con un'altra domanda.
Ha la parola per 15 secondi.
William (The Earl of) Dartmouth (EFD). – (EN) (parole iniziali pronunciate a microfono spento) … chi ha posto la domanda ha il diritto di rispondere. Lei ha inventato nuove regole, regole personali, in quanto Presidente ed è totalmente scorretto da parte sua.
Presidente. – Si, invento regole; inventiamo sempre delle regole, contribuendo così al funzionamento democratico di questa Camera. La ringrazio per avercelo ricordato..
Hans-Peter Martin (NI). – (DE) Signor Presidente, desidero in primo luogo porle i miei complimenti per aver permesso un dibattito del genere. È un peccato che l'onorevole Dartmouth non abbia capito che lei gli aveva concesso l’opportunità di replicare. Ritengo sia molto positivo che quando vengono avanzate delle proposte concrete, in questo caso dall'onorevole Lamberts, vi sia la possibilità di avviare una discussione vivace, in modo dapoter rispondere in maniera più diretta E’ proprio questo che ciauguriamo per questa Camera. Probabilmente avrebbe dovuto concedergli la possibilità di fornire una breve risposta più avanti.
Intendo riprendere dal punto in cui si è fermato l’onorevole Lamberts: non v’è dubbio che nel sistema bancario ci sia bisogno di trasparenza. I cittadini non sono ancora abbastanza coscienti del fatto che queste sovvenzioni, in seguito alla crisi finanziaria, hanno realizzato l’ inimmaginabile per gli standard europei: hanno chiarito che la concorrenza di per sé non può sempre funzionare efficacemente senza sovvenzioni quando gli obiettivi in gioco sono più importanti. Tuttavia, le banche che hanno ricevuto questi aiuti stanno nuovamente realizzando grandi guadagni e, in alcuni casi, agiscono contro l’interesse comune europeo rendendo così questa situazione una pillola amara da mandar giù. Non vorrei aggiungere altro relativamente al mercato finanziario.
Il secondo punto che intendo affrontare è la questione dei farmaci, di cui ho già parlato prima. Mi rammarico che non siano stati ancora compiuti passi in avanti, come possibile e necessario da decenni. Infatti, sarebbe un grande progresso per l'Europa se i cittadini del mio paese, l'Austria, della Germania, o di altri paesi ancora potessero pagare per i prodotti farmaceutici lo stesso prezzo offerto ai cittadini di altri Stati membri. Questa situazione dipende dall’operato di cartelli e grandi imprese, contro i quali credo che la Commissione abbia la possibilità e il dovere di intervenire.
Il secondo aspetto della questione concerne le autorizzazioni per i farmaci. Sono molti, infatti, i test non necessari condotti sugli animali e sugli esseri umani e gran parte del lavoro è inutilmente duplicato. Nell'ambito del mercato interno comunitario, avremmo dovuto risolvere questa questione avrebbe già il secolo scorso e, pertanto, vi esorto nuovamente ad un intervento deciso in materia.
Gunnar Hökmark (PPE). – (EN) Signor Presidente, la nostra attenzione è rivolta attualmente in particolar modo al vertice tra la Cina e gli Stati Uniti, in quanto queste due economie sono considerate le principali a livello mondiale. Ci chiediamo quando la Cina diventerà l'economia principale, ma sulla base di un’ipotesi errata, perché dimentichiamo che l’Unione europea è l’economia più importante ma la Cina e gli Stati Uniti hanno i mercati più grandi. Questa situazione è dovuta alla mancanza di concorrenza in seno all’Unione a livello transfrontaliero e in differenti settori.
È proprio questa lacuna che ci porta a guardare a loro piuttosto che a noi e a non avere fiducia nella nostra capacità di essere al timone. Pertanto, è importante che in futuro la relazione sulla concorrenza analizzi anche la mancata attuazione delle norme già in vigore nonché la mancanza di concorrenza dell’economia europea. Dobbiamo intervenire in questo senso in molti settori e, inoltre, per essere l'economia principale, dobbiamo assicurarci di essere i più competitivi.
Vi svelerò un segreto: non potremo mai essere i più competitivi senza la concorrenza. Gli aiuti di Stato e le norme che ostacolano i nuovi concorrenti non permettono all’economia europea di assumere la leadership e, pertanto, dobbiamo assicuraci che detti aiuti vengano stanziati solo in casi eccezionali, quando rappresentano l'unica risorsa possibile a cui ricorrere o quando sono incanalati in modo da sostenere il bene comune, senza indurre distorsioni della concorrenza.
È necessario garantire l’accesso di nuovi concorrenti nel maggior numero possibile di aree dell’economia europea. Concorrenza non significa prevalere sugli altri, bensì permettere alle grandi aziende di fondersi e di accrescere il proprio peso a livello mondiale e consentire alle nuove aziende di aprisi alle innovazioni. Sotto questo aspetto siamo carenti e spetta alla Commissione dimostrarlo e intraprendere delle azioni concrete, in modo da progredire ed essere considerati, in futuro, come l'economia principale.
Edit Herczog (S&D). – (EN) Signor Presidente, la politica di concorrenza è un caposaldo della legislazione comunitaria. Concordiamo che innovare, essere creativi, essere migliori comporta naturalmente un vantaggio di mercato, ma non accettiamo che, solo perché qualcuno è più grande, più forte, meglio informato e, in particolare, ha connessioni speciali con il governo debba godere di questi vantaggi nell'ambito del mercato. Mi compiaccio, quindi, che la Commissione sia impegnata a controllare che questo non avvenga.
Desidero menzionare ancora una volta un nuovo fenomeno: sembra che non siano gli operatori del mercato ma piuttosto i governi che, di tanto in tanto, giocano a conferire vantaggi speciali, in termini di politica di concorrenza, ad alcune delle loro aziende preferite. È un fenomeno riprovevole che risale alle tesorerie dei partiti.
Invito dunque la Commissione a muoversi in questa direzione: è bene che vi siano innovazione, creatività e piccole e medie imprese, senza però permettere alcun tipo di abuso di informazione o di potere, economico o politico, in questi ambiti.
Sylvie Goulard (ALDE). – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, la relazione dell’onorevole Eppink è davvero notevole ma temo che stiamo ritornando sempre sugli stessi punti, sebbene questo non dipenda in alcun modo dal relatore. Meniamo il can per l’aia. Mi associo senza dubbio alle parole dell’onorevole in 't Veld e dell’onorevole Lamberts relativamente alla necessità di misure di controllo adeguate per la concorrenza e del bisogno di valutare quanto sta accadendo nel settore agricolo, che conta pochi acquirenti e un elevato numero di produttori: la Commissione non se n'è mai preoccupata prima, mentre, se si fosse trattato del settore industriale, si sarebbe immediatamente lanciata nel cartello dei compratori. Inoltre sono necessarie nuove norme per il settore di Internet.
Il nostro rapporto con la Commissione, tuttavia, è oltremodo noioso: ci presenta un testo che tralascia la maggior parte degli aspetti temi e noi rispondiamo educatamente che è interessante e che dovrebbe essere integrato e poi ognuno lo ripone in un cassetto.
Volevo appunto dire questo oggi e ribadire quanto affermato dall’onorevole Hökmark, ovvero che il mondo sta cambiando. È bene affermare che gli aiuti di Stato non rappresentano un elemento positivo, ma sta di fatto che Cina, Corea, Stati Uniti e altri ricorrono ad essi. Non sono chiaramente a loro favore e non sono una francese protezionista convinta, ma voglio semplicemente invitare ad aprire un po’ di più gli occhi e a smettere di sognare!
Reinhard Bütikofer (Verts/ALE). – (DE) Signor Presidente, la raccomandazione n. 4 richiede alla Commissione di presentare delle relazioni circa il modo in cui intende gestire tutte le raccomandazioni future e di riferire in merito ad eventuali disparità. Ritengo che questa proposta sia molto ragionevole e desidero renderla più specifica. Lo scorso anno il Parlamento, nel corso della discussione in materia, ha deciso di porre l’accento su condizioni di concorrenza eque e non discriminatorie per le piccole e medie imprese. La Commissione, nel frattempo, non è intervenuta in alcun modo. Questa raccomandazione è stata adesso ribadita nella proposta di risoluzione dell’onorevole Eppink.
Desidero dunque chiedere alla Commissione se intende ora attuare questa raccomandazione riproposta o, quanto meno, spiegare cosa non le permette di occuparsi di queste problematiche relative alle piccole e medie imprese .
Il secondo punto riguarda il settore delle materie prime e mi compiaccio che questa relazione affronti il problema della mancanza di trasparenza che lo caratterizza. Accolgo positivamente, inoltre, che il testo si occupi del problema della speculazione per le materie prime. Tuttavia mi rammarico che non abbia preso in considerazione integralmente la raccomandazione della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, che suggerisce di non seguire la proposta della Presidenza francese, ovvero di limitare il tema della speculazione ai soli prodotti agricoli, proponendo invece di includere anche i metalli. Ritengo che si tratti di un punto altrettanto importante.
Vicky Ford (ECR). – (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare l’onorevole Eppink per l’eccellente testo presentato e, in particolar modo, vorrei esprimere una considerazione in merito al mercato dell’energia, che la Commissione si appresta ad esaminare nel corso di quest'anno.
Come hanno indicato altri deputati, l’approvvigionamento energetico e i prezzi possono divergere notevolmente tra gli Stati membri. Nella regione che rappresento, circa un quarto dei nuclei familiari non ha accesso alla fornitura di gas e dipende per lo più dal gasolio per uso domestico. In un solo mese, da novembre a dicembre, i prezzi di questo mercato sono aumentati di oltre il 50 per cento: i consumatori sono preoccupati (e molto infreddoliti) che vengano fissati prezzi di cartello e si sospetta che sia effettivamente così.
Spetta giustamente alle autorità nazionali occuparsi per prime della questione, ma ho avuto modo di sentire che vi sono timori simili in altri Stati membri. Le chiedo, dunque, signor Commissario, di non dimenticare quanti vivono in zone rurali e molto isolate nell’esaminare, quest’anno, i mercati dell'energia.
Ildikó Gáll-Pelcz (PPE). – (HU) Signor Presidente, onorevoli deputati, come avrete avuto modo di constatare nel corso della nostra presentazione ieri, il rafforzamento del mercato interno e la promozione della creazione di nuovi posti di lavoro sono delle priorità per la Presidenza ungherese. Una politica europea di concorrenza basata su condizioni eque di competitività e applicata in tutti i settori rappresenta un requisito fondamentale per le priorità citate e mi compiaccio per la stesura di questa relazione. Tuttavia, onorevoli deputati, si riferisce ad un passato distante; i tempi sono cambiati. Ciononostante, ritengo sia importante trarre le dovute conclusioni da questo testo e il fatto che il Parlamento europeo, ovvero noi deputati, potremo rivestire un ruolo più attivo nella definizione della politica di concorrenza in futuro è altrettanto importante. Invito la Commissione a cooperare in tal senso.
In primo luogo ritengo sia necessario che il Parlamento sia regolarmente informato circa tutte le iniziative avviate in questo campo e . In secondo luogo, invito la Commissione, in quanto unica autorità competente in materia di concorrenza a livello di Unione europea, a informare annualmente il Parlamento circa il seguito dato alle raccomandazioni da esso formulate e a spiegare ogni eventuale divergenza.
Ritengo sia importante comprendere, e in questo concordo con i miei colleghi, che la politica di concorrenza non può essere gestita su un piano verticale. È necessario che vi sia coordinamento in tutte le aree funzionali e normative e spetta alla Commissione occuparsene. Pertanto è essenziale armonizzare le politiche comunitarie e le priorità annunciate nella strategia UE 2020, volta a sostenere la crescita e l'occupazione.
Vorrei infine menzionare le piccole e medie imprese, il cui coinvolgimento è indispensabile e imprescindibile per favorire la crescita dell'intera economia europea, inclusa, ovviamente, l’occupazione. Tuttavia vi devono essere pari condizioni di concorrenza e spetta alla politica di concorrenza garantirle. Invito la Commissione a rivolgere particolare attenzione alle PMI e a fornire loro condizioni di concorrenza eque e non discriminatorie.
Peter Skinner (S&D). – (EN) Signor Presidente, desidero innanzitutto congratularmi con l’onorevole Eppink per il lavoro svolto in maniera così accurata per questa relazione. Mi auguro che il collega continuerà a svolgere un ruolo di rilievo in questo settore.
Accolgo positivamente questo testo relativo allo stato della politica di concorrenza per il 2009, ma ritengo che vi siano ancora degli elementi che è necessario chiarire e rafforzare a livello comunitario. Invito a sviluppare una cooperazione maggiore tra la Commissione e il Parlamento europeo in quest’ambito, perché solo in questo modo potremo essere in grado di mantenere la fiducia dei cittadini rispetto alle decisioni prese. Inoltre, è di primaria importanza che questa Camera sia aggiornata circa le azioni intraprese dalla Commissione e, in particolare, in merito alla politica per le piccole e medie imprese.
Attendo dunque le relazioni e le indagini menzionate in questo testo – secondo l’ultimo aggiornamento 11 relazioni e sei indagini in diversi campi – nonché la reintroduzione dell'unità sugli aiuti fiscali di Stato in seno alla DG Concorrenza. Mi compiaccio in particolar modo della rinnovata richiesta di incorporare la base di calcolo delle ammende, di cui abbiamo già discusso e che credo sia di importanza cruciale.
Inoltre, è stato molto interessante pocanzi ascoltare l'onorevole Dartmouth descrivere la politica di concorrenza dal punto di vista di un aristocratico. È noto a tutti, infatti, che gli aristocratici nel Regno Unito hanno un grande interesse per la concentrazione delle terre. Dovremmo forse chiedere alle autorità competenti di approfondire la questione e cercare di capire in che modo gli aristocratici si sono occupati delle loro terre in tutta l'Unione per tutto questo tempo.
Sławomir Witold Nitras (PPE). – (PL) Signor Presidente, è un piacere ascoltare questa discussione. Desidero ringraziare l’onorevole Eppink per la sua relazione e, conoscendo il suo modo di lavorare, ammiro questo testo e mi compiaccio che sia stato lui ad elaborarlo. È inoltre un piacere ascoltare gli interventi degli onorevoli colleghi, ma credo di dover esprimere una considerazione al riguardo. Ci stiamo concentrando, infatti, sul lavoro della Commissione europea, accusandola di non avere assunto una posizione o una politica forti e di non combattere il protezionismo ma, francamente il nostro problema principale sono gli Stati membri, e mi riferisco alle affermazioni dell’onorevole Hökmark, secondo cui l'economia europea non è competitiva. La Commissione, dal suo canto, spesso non ha alternative, se non quella di cercare di garantire per quanto possibile la libera concorrenza, agendo sotto le pressioni provenienti dagli Stati membri.
In questa Camera, qualche settimana fa, abbiamo discusso, tra l'altro, di una norma speciale per il mercato del carbone. In quella occasione, tuttavia, i deputati non hanno parlato di libera concorrenza, ma si sono state avanzate richieste per l’introduzione di misure protezioniste e di sovvenzioni, ad esempio, per le miniere chiuse – questa era la dicitura utilizzata – mentre la questione reale riguardava il sostegno alle miniere che non sarebbero state chiuse affatto. C’è bisogno di coerenza nel nostro lavoro e purtroppo spesso in questa Camera manca.
Abbiamo parlato del sostegno al settore bancario e temo che la Commissione europea, agendo sotto le pressioni provenienti dagli Stati membri, lo abbia solo sanzionato e oggi, nell’ambito di questa discussione sulla relazione, che in effetti si riferisce al 2009, e concordo qui con le critiche, mi sembra che il testo manchi di una valutazione delle conseguenze di tali aiuti e di un’indicazione del loro successo nel processo di ristrutturazione del settore bancario in maniera stabile. Signor Commissario, ritengo che questo aspetto, la valutazione di una politica così importante, dovrebbe essere incluso nella relazione.
Il testo, inoltre, menziona l'impegno profuso dalla Commissione nella lotta al protezionismo e vi sono molti esempi da portare a riguardo, tra cui il settore automobilistico: vengo dalla Polonia, dove la migliore fabbrica del gruppo Fiat è stata chiusa, o meglio ne è stata ridotta la produzione, per trasferirla in Italia. Ovviamente, questo è un caso di protezionismo e la Commissione europea dovrebbe combattere questo problema.
Lasciate che vi fornisca un altro esempio: nel 2009 sono stati chiusi in Polonia due cantieri navali. Provengo da una città del settore cantieristico polacco, ma il problema in realtà va ben oltre i due cantieri polacchi. Il problema è che, a livello mondiale, la politica di concorrenza europea costringe l'industria cantieristica a competere con i cantieri del Medio Oriente, che ricevono pesanti sovvenzioni. Oggi, di fatto, abbiamo decretato la fine dell'industria cantieristica in Europa attraverso questa politica di concorrenza, perché costringiamo i cantieri a competere con industrie che ricevono sovvenzioni. Ritengo sia importante che l’industria cantieristica continui ad esistere in Europa. La ringrazio e mi scuso per aver superato il tempo di parola a mia diposizione.
Lara Comi (PPE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che elaborare un'efficace politica di concorrenza ed eseguirla in modo metodologicamente corretto sia un compito estremamente delicato e complesso, soprattutto in un periodo di crisi.
Delicato, perché un'applicazione troppo rigida rischia veramente di colpire le conseguenze e di essere molto forte nell'ambito sociale e del ciclo economico. Complesso, perché i parametri che vengono adottati non è detto che valgano in una fase così delicata in modo trasversale per tutti i settori. Il lavoro svolto dalla Commissione in questo senso va dunque elogiato, perché al rigore del metodo è stata sicuramente abbinata una flessibilità necessaria in relazione a questa congiuntura, anzi, prevedere una valutazione degli strumenti ad hoc adottati a livello nazionale per uscire quindi dalla crisi è un segno di sensibilità, prima ancora che di elevata professionalità.
La legislazione europea sulla concorrenza dimostra una visione molto ampia e un'elevata specializzazione e pone sicuramente l'Unione europea ancora una volta nella posizione di faro guida per i paesi limitrofi, soprattutto quelli meno sviluppati, in modo tale che non ci sia una divergenza e una separazione tra paesi che sono il motore e paesi invece più arretrati. A maggior ragione, dunque, è necessario che questa immagine non sia offuscata in alcun modo. Un'attenzione particolare andrà posta a mio avviso sulla valutazione delle diverse situazioni nello scenario post-crisi che già nel 2010 si dovrebbe iniziare a delineare.
È molto verosimile la ripresa dei termini delle modifiche strutturali delle quali è necessario tener conto e valutare lo scenario nei diversi settori e sottosettori e una buona dose di prudenza è sicuramente indispensabile quando abbiamo una situazione di tale incertezza.
Chiedo veramente alla Commissione di porre attenzione sia alle piccole e medie imprese, sia a un problema di occupazione giovanile che rende anche in questo caso la competizione un problema anche di ambito europeo.
Sari Essayah (PPE). – (EN) Signor Presidente, desidero lodare la relazione per la menzione positiva in essa contenuta in merito alla SEPA, l'area unica dei pagamenti in euro. Questa Camera ha più volte richiesto un rapido passaggio alla SEPA, per delle motivazioni molto semplici. La valutazione d’impatto della Commissione cita uno studio secondo cui la SEPA permetterebbe di risparmiare 300 miliardi di euro nell'economia dell'UE nel giro di sei anni, grazie ad un incremento della concorrenza favorito da standard e processi comuni. Questa permetterà inoltre di far risparmiare tempo e fatica a tutti i cittadini europei che necessitano di effettuare pagamenti in altri paesi.
Concordo inoltre pienamente con il testo nel ritenere che il sostegno economico pubblico alle banche e ad altre società nel quadro della crisi economica abbia determinato distorsioni della concorrenza. Mi unisco agli onorevoli colleghi che, prima di me, hanno invitato la Commissione a fornire un'analisi di tali distorsioni.
Vorrei esprimere un’altra considerazione circa la necessità di standard e processi comuni. In futuro, molte invenzioni si baseranno sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione: è necessaria una concorrenza maggiore nel settore delle TIC, ottenibile attraverso un maggiore utilizzo di codici sorgente aperti in Europa. Mi aspetto quindi che, in questo modo, l'Europa possa diventare più competitiva in questo settore chiave rispetto agli Stati Uniti e alle principali aree economiche, come affermato precedentemente dall’onorevole Hökmark.
Danuta Jazłowiecka (PPE). – (PL) Signor Presidente, gli autori della risoluzione in oggetto indicano, a ragion veduta, che la crisi economica ha rappresentato una sfida straordinaria per la politica europea di concorrenza. Infatti gli interessi politici hanno ripetutamente prevalso non solo sulle regole del libero mercato ma anche sul buon senso. La grande crisi economica, i cui effetti sono ancora percepiti nei paesi europei, ha rappresentato un fattore decisamente determinante per la politica di concorrenza del 2009, un periodo in cui si è ricorsi a meccanismi e strumenti che avevano l'obiettivo principale di sostenere le grandi imprese e le istituzioni finanziarie che versavano in cattive acque, e non quello di difendere le regole dell’economia di mercato, comportando così effetti negativi a discapito soprattutto delle piccole e medie imprese.
Le azioni intraprese allora saranno efficaci nel lungo periodo? Lo stiamo scoprendo solo adesso. Dovremmo quindi invitare la Commissione a preparare delle analisi credibili che mostrino l'impatto di questi aiuti sull'economia, consentendo in questo modo non solo di valutare quanto è stato realizzato, ma anche di avere una reazione rapida ed efficace a minacce simili in futuro.
George Sabin Cutaş (S&D). – (RO) Signor Presidente, la politica di concorrenza riveste un ruolo fondamentale per garantire la competitività dell'economia europea e il controllo degli aiuti di Stato ne è parte integrante.
Al contempo, nel contesto della crisi attuale, la Commissione europea ha ritenuto necessario approvare la concessione di aiuti di Stato, in particolare a favore del settore bancario ma anche di altri settori in difficoltà. Gli Stati membri hanno pertanto erogato considerevoli somme sotto forma di regimi di garanzia, regimi di ricapitalizzazione e altre forme di sostegno alla liquidità per i crediti bancari, con l’obiettivo di fornire una fonte di finanziamento e una protezione contro i rischi.
Tuttavia, la Commissione è chiamata a vigilare sul settore e a presentare piani per ristrutturare e regolare le istituzioni finanziare, al fine di garantire che queste non continuino ad adottare comportamenti rischiosi che mettano a repentaglio la stabilità finanziaria dell’Unione. Gli aiuti di Stato, contrariamente, servirebbero solo ad aumentare le difficoltà finanziarie dell’Unione.
Jaroslav Paška (EFD). – (SK) Signor Presidente, questo testo conferma che la strada da percorrere verso una concorrenza adeguata nell'Unione è ancora lunga.
La produzione agricola ne è un esempio, in quanto sia l’Unione che i singoli Stati concedono diverse forme di sovvenzioni e aiuti inducendo, in questo modo, notevoli distorsioni alla sfera della concorrenza. Numerose imprese agricole dei nuovi Stati membri, in particolare, stanno maggiormente patendo gli effetti di una politica comunitaria dei sussidi iniqua. Anche il settore dei trasporti necessiterebbe di un cambiamento e un miglioramento radicali dell’ambiente competitivo. Ritengo sia dunque molto importante adottare le proposte della commissione per i trasporti e il turismo che richiamano giustamente l’attenzione sulla distorsione della concorrenza anche tra singole tipologie di trasporto.
In ogni caso, questa relazione è lodevole e illuminante ed è importante che sia utilizzata in maniera efficace per migliorare l'ambiente della concorrenza nell'Unione.
Alajos Mészáros (PPE). – (HU) Signor Presidente, la situazione determinata dalla crisi economica e finanziaria ha lasciato il segno nel tono della relazione della Commissione. Ciononostante, si tratta di un testo eccellente, come dimostrato dalla risoluzione del Parlamento. Vi sono, tuttavia, punti in cui è possibile migliorare il lavoro nel prossimo futuro, in primo luogo per quanto riguarda la prevenzione e un’informazione adeguata. Non saremo in grado di riprenderci dalla crisi senza cooperare e, dunque, è molto importante che la Commissione si assicuri di fornirci costantemente informazioni circa i risultati già raggiunti. L’applicazione delle norme della politica di concorrenza dell'UE e il loro rispetto rappresentano fattori chiave per il successo del mercato unico. Nell’ambito della politica energetica vi sono ancora, ad esempio, mercati delle materie prime in cui è necessario aumentare la trasparenza e, analogamente, la concorrenza non è garantita in ogni segmento del settore energetico. Pertanto, è necessario rapidamente dare rapida attuazione al secondo pacchetto del mercato interno e al terzo pacchetto energia. La richiesta di un'indagine più approfondita della concorrenza in un altro settore, vale a dire nel comparto agroalimentare, giunge al momento opportuno. Dobbiamo identificare, attraverso uno studio, i principali fornitori e distributori responsabili della distorsione della concorrenza nel mercato.
Elena Băsescu (PPE). – (RO) Signor Presidente, vorrei sottolineare l’importanza di elaborare regole di concorrenza chiare, favorevoli e utili alle PMI, che rivestono una notevole importanza per l’intera economia europea, oltre ad offrire un grande potenziale di innovazione. A tal riguardo, ritengo sia opportuno inserire un capitolo specifico incentrato sulle piccole imprese, ponendo l’accento in particolare su condizioni di concorrenza eque. La politica di concorrenza dovrebbe contribuire alla promozione e all’applicazione di standard aperti e di interoperabilità, al fine di prevenire l’agganciamento tecnologico di consumatori da parte di alcuni operatori del mercato.
Concludo affermando che l'attuazione di una politica di concorrenza efficace e il funzionamento senza restrizioni del mercato interno costituiscono condizioni preliminari essenziali per la crescita economica sostenibile nell'Unione europea.
Mairead McGuinness (PPE). – (EN) Signor Presidente, vorrei soffermarmi sul paragrafo 90 della relazione, in cui si legge che la concorrenza nella produzione agricola è una condizione preliminare per ridurre i prezzi al consumo nei paesi europei. Ritengo che questa affermazione sia parzialmente vera, ma che non colga decisamente il punto. Stiamo discutendo tra noi, e in particolare tra i gruppi in questa Camera di quanto sta accadendo ai mercati agricoli, sui motivi per cui non è presente un’equa trasmissione del prezzo finale che noi, in quanto consumatori, paghiamo ai produttori per i prodotti alimentari.
Si tratta di un problema molto grave, in un momento in cui stiamo riformando la politica agricola, minacciando di ridurre il bilancio per l'agricoltura e tralasciando le imperfezioni di questo mercato. La relazione dovrebbe dunque approfondire ulteriormente la questione. La Commissione è invitata a esaminare la concorrenza nel settore agroindustriale: sì, per favore, si proceda a questa analisi anche nell'ambito del settore della vendita al dettaglio ma in seguito si smetta di pensare interrompano le valutazioni e si passi ai fatti! Siamo molto bravi a parlare in questa Assemblea, ma non tanto a passare all’azione.
Ho un'altra considerazione da aggiungere in merito alla concorrenza e vorrei riferire alla Commissione alcune lamentele formulate dai miei elettori. I normali cittadini non hanno la possibilità di far ascoltare la propria voce contro lo Stato e chiedo alla Commissione di occuparsi di questo problema: vi sono alcune lamentele che, in quanto deputato, non ho ...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Presidente. – Grazie, onorevole McGuinness. In occasione di future discussioni in materia, sarà interessante ascoltare il parere della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
Czesław Adam Siekierski (PPE). – (PL) Signor Presidente, il mercato interno deve essere libero, efficace, dinamico e innovativo. Una politica di concorrenza adeguata è lo strumento perfetto per raggiungere questo obiettivo. Un corretto funzionamento della concorrenza nel mercato di beni e servizi garantisce una migliore qualità, prezzi inferiori e una maggiore scelta per il consumatore. Le valutazioni annuali della politica di concorrenza sono uno strumento molto utile e, col senno di poi, forniscono informazioni preziose. Un uso efficace dello strumento della politica di concorrenza ha consentito un miglioramento della stabilità economica e un contenimento delle conseguenze della crisi economica per imprese e consumatori. È fondamentale migliorare la concorrenza nei mercati dei farmaci e dell’energia. Ricordiamo che i monopoli, siano essi di Stato o privati, limitano la concorrenza. È giusto sottolineare che, con le modifiche alla politica agricola comune, i sussidi e gli aiuti esterni ora non limitano la concorrenza.
Štefan Füle, membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, la Commissione prende atto della richiesta di maggiore trasparenza , dialogo e informazione sulla politica di concorrenza da parte del Parlamento. Continueremo a informarvi in merito a importanti decisioni politiche in materia di concorrenza e faremo il possibile per trattare le vostre richieste all’interno della nostra risposta alla vostra risoluzione, nella prossima relazione sulla politica di concorrenza o in un documento ad hoc, come richiesto dall’onorevole Bütikofer e da altri parlamentari.
Prendo atto della vostra richiesta di indagini di settore in numerosi mercati. Le esperienze pregresse dimostrano che un’applicazione equa e decisa delle norme ha effetti positivi sulla concorrenza nel settore. Le indagini settoriali non sono sempre lo strumento migliore per applicare le nostre norme in un dato settore. Sono molto costose in termini di risorse e dovrebbero essere utilizzate soltanto quando gli obiettivi di politica della Commissione le rendano necessarie.
Confermo che le misure temporanee di aiuti di Stato per la crisi sono, appunto, temporanee. Desidero rispondere telegraficamente ad alcune domande nel tempo rimasto a mia disposizione.
In primo luogo, per quanto concerne il settore finanziario e degli investimenti, sono in corso consultazioni sugli orientamenti circa salvataggi e ristrutturazioni.
In secondo luogo, in materia di trasporti, la Commissione sta preparando un Libro bianco sul futuro dei trasporti, che dovrebbe essere adottato nel marzo 2011. Esso presenterà numerose proposte per accelerare il completamento del mercato interno dei trasporti.
In terzo luogo, relativamente ai servizi di interesse economico generale, la Commissione presenterà una relazione nel primo trimestre di quest’anno.
In quarto luogo, per quanto riguarda l’agenda digitale, la Commissione sostiene anch’essa l’importanza di promuovere un mercato interno digitale pienamente integrato.
In quinto luogo, per quanto riguarda le piccole e medie imprese (PMI), è fondamentale garantire condizioni di parità per tutte le imprese, affinché esse possano prosperare, e l’applicazione da parte della Commissione delle norme sulla concorrenza è essenziale per ottenere questo risultato. Abbiamo affrontato anche il tema degli aiuti di Stato mirati per PMI, innovazione, ricerca, sviluppo e tecnologie verdi.
Nel mese di giugno, il Vicepresidente Almunia vi presenterà la relazione sulla politica di concorrenza 2010. Nel frattempo, vi terremo informati sulle questioni da voi sollevate e, in merito al paragrafo 4 della relazione del Parlamento, i servizi della DG Concorrenza vi forniranno una risposta più dettagliata.
Presidente. – Concludiamo con l’intervento del relatore, l’onorevole Eppink, al quale, naturalmente, porgiamo le nostre congratulazioni, poiché il lavoro che ha svolto, nella stesura della presente relazione, è stato apprezzato dalla maggioranza dei suoi colleghi.
Derk Jan Eppink, relatore. – (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare il Commissario per la sua presenza in sostituzione del collega. Accolgo con favore l’iniziativa della Commissione in merito al risarcimento collettivo, un’iniziativa da tempo necessaria, citata anche nella relazione, poiché ritengo che, se definita ed elaborata in modo corretto, vada nell’interesse dei consumatori. Lo considero un elemento positivo. Inizieremo da un Libro verde per raccogliere le diverse opinioni e mi compiaccio di questa decisione.
Nel settore bancario, la situazione è alquanto peculiare: gli aiuti statali funzionano a livelli differenti nei diversi paesi, nonché a fasi differenti. In alcuni paesi, come ad esempio la Spagna, nel settore bancario sono le banche regionali (cajas) a trovarsi in particolari difficoltà: è necessario un sostegno alla loro sopravvivenza da parte della Banca centrale europea, sebbene essa, come giustamente sottolineato dall’onorevole Lamberts in trenta secondi, rischi di entrare in possesso di numerosi attivi tossici, trasformandosi in una sorta di banca cattiva e sarebbe preferibile evitarlo.
In altri paesi, gli Stati vogliono ritirarsi dal settore bancario: si presenta così il rischio di una dote. Immagino che lei, signor Commissario, non possa rispondere alla presente questione, ma sarebbe un’ingiustizia nei confronti delle banche che non hanno ricevuto aiuti di Stato se un istituto che è stato sorretto nella ripresa o necessitava di rianimazione, all’improvviso ricevesse questa cosiddetta dote. Pertanto, è necessario affrontare il tema della parità di condizioni.
Infine, desidero affrontare il tema del follow-up, collegandomi alle considerazioni appropriate espresse dagli onorevoli in ’t Veld, Gáll e Bütikofer. Lo scorso anno è stata redatta una relazione, abbiamo prodotto una relazione anche quest’anno e probabilmente ne avremo una simile il prossimo anno. Tutto resta sempre inalterato. Sembra un rituale vaticano, in cui si ripetono sempre le stesse azioni. Dovremmo controllare il seguito dato alle richieste presentate e propongo che il relatore di quest’anno e di quello precedente contattino il Commissario e il Direttore generale della DG Concorrenza per capire come si evolve la richiesta che abbiamo presentato.
È necessaria una relazione che sia attuata in modo corretto per quanto concerne la fornitura di informazioni. Per questa ragione propongo un follow-up adeguato per verificare il lavoro della Commissione, e sono certo di avere il sostegno dell’onorevole in ’t Veld.
Presidente. – La ringrazio, onorevole Eppink. Certamente avrà notato la reazione dei suoi colleghi e, con ogni probabilità, la sua proposta riceverà il sostegno necessario.