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Procedura : 2011/2522(RSP)
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Testi presentati :

RC-B7-0041/2011

Discussioni :

PV 20/01/2011 - 11.1
CRE 20/01/2011 - 11.1

Votazioni :

PV 20/01/2011 - 12.1
CRE 20/01/2011 - 12.1

Testi approvati :

P7_TA(2011)0026

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 20 gennaio 2011 - Strasburgo Edizione GU

11.1. Pakistan: omicidio del governatore del Punjab, Salmaan Taseer
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. L’ordine del giorno reca la discussione sulle sette proposte di risoluzione sul Pakistan(1).

 
  
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  Marietje Schaake, autore.(EN) Signor Presidente, in Pakistan è in corso una lotta cruciale. L’estremismo cui assistiamo da tempo deve avere fine, particolarmente per quanto concerne le oltraggiose leggi sulla blasfemia, che generano un’atmosfera di paura e intolleranza e, nel peggiore dei casi, estremismo.

La lotta all’estremismo non è semplice, pertanto dobbiamo garantire il nostro sostegno al governo pakistano e a tutti i cittadini contrari a ogni forma di intolleranza ed estremismo. Dobbiamo proseguire la nostra lotta per l’eliminazione del terrorismo.

Il governatore Taseer è stato brutalmente assassinato dall’intolleranza di una delle sue guardie di scorta, una persona che avrebbe dovuto proteggerlo. La figlia di Taseer, Shehrbano, ha scritto una lettera pubblicata dal New York Times, che desidero citare, poiché ritengo colga aspetti fondamentali e credo sia giusto utilizzare le sue parole in memoria del padre.

A proposito del responsabile, afferma: “Qadri e i suoi sostenitori potranno avere abbattuto una grande quercia quel giorno, ma si sbagliano se pensano di aver messo a tacere la voce di mio padre, o le voci di milioni di persone che, come lui, credono nella visione secolare del fondatore del Pakistan, Mohammed Ali Jinnah.” E poi continua: “Alcuni affermano che la morte di mio padre costituisce l’atto finale nella storia di un Pakistan tollerante e che le voci liberali del Pakistan non potranno più esprimersi. Ma in realtà abbiamo sepolto un uomo eroico e non il coraggio che egli ha ispirato negli altri”.

Molti altri hanno condannato le leggi contro la blasfemia, persino politici conservatori: dobbiamo sostenere queste condanne qui, al Parlamento europeo. La figlia del governatore Taseer ha frequentato lo Smith College e ha studiato politica europea e diritti umani, ma ancora troppe persone in Pakistan sono istruite nelle madrasa. Dobbiamo garantire opportunità alle nuove generazioni, affinché imparino a convivere nella società diversificata che caratterizza il Pakistan.

 
  
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  Tomasz Piotr Poręba, autore.(PL) Signor Presidente, alcune settimane dopo aver rischiato di assistere al collasso della coalizione di governo, il Pakistan è stato scosso dal violento assassinio del governatore del Punjab, in piena luce del giorno. Salmaan Taseer era il governatore della provincia più ricca e popolosa del paese nonché un importante uomo politico del partito di governo. È stato ucciso perché ha avuto la forza morale e il coraggio di richiedere la liberazione della cristiana Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia. Il suo omicidio, compiuto da una delle sue guardie del corpo e ispirato dagli estremisti islamici, non è semplicemente l’ennesimo attacco a un importante politico in Pakistan, o un’ulteriore prova del bassissimo livello di sicurezza del paese. Principalmente, dimostra la sempre più evidente deriva del Pakistan verso una situazione in cui parte delle forze armate e dell’élite politica e giudiziaria sostengono, sia segretamente sia apertamente, una politica di concessioni nei confronti degli estremisti islamici politici e religiosi.

Ieri, in questa Camera, abbiamo discusso il tema della persecuzione dei cristiani. Oggi, abbiamo adottato una proposta in materia. A mio avviso, si stanno creando le condizioni affinché la Baronessa Ashton e i suoi servizi possano esercitare pressioni politiche e diplomatiche sulle autorità pakistane, le quali, finalmente, devono ingaggiare una lotta all’estremismo religioso.

 
  
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  Eija-Riitta Korhola, autore.(EN) Signor Presidente, la notizia dell’assassinio del governatore Taseer è stata sconvolgente, ma purtroppo non sorprendente. Conoscevo personalmente Benazir Bhutto, e il Ministro Shahbaz Bhatti è un mio caro amico. Questi tre personaggi sono uniti da un incredibile coraggio nel criticare apertamente le leggi contro la blasfemia e il modo in cui ne abusano i gruppi estremisti.

Il governo pakistano ha avviato numerose iniziative per aumentare i diritti delle minoranze, stabilendo, ad esempio, una quota minima di posti di lavoro a loro riservati nel settore pubblico. Inoltre, il governo ha creato una commissione di revisione delle leggi discriminatorie, incluse quelle relative alla blasfemia. Il loro lavoro, però, non è concluso. Nonostante questi progressi, finché vi saranno scappatoie giuridiche, come nel caso dell’attuale legge sulla blasfemia, talmente ampie da consentire a terroristi ed estremisti di portare avanti i propri piani, sarà difficile credere in un vero impegno a favore della democrazia.

Mi auguro che, con la presente risoluzione, sarà possibile esprimere la nostra solidarietà al governo pakistano nella lotta contro il terrorismo e la diffusione dell’estremismo.

 
  
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  Lidia Joanna Geringer de Oedenberg, autore.(PL) Signor Presidente, esattamente otto mesi fa, il 20 maggio, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla libertà religiosa nella Repubblica islamica del Pakistan. Oggi, in questa Camera torniamo ad affrontare questo tema, in seguito alla condanna a morte per motivi religiosi della quarantacinquenne Asia Bibi e all’omicidio del governatore del Punjab, Salmaan Taseer, che l’aveva difesa pubblicamente.

La situazione descritta otto mesi fa non soltanto non è migliorata, è addirittura peggiorata. In Pakistan, ora è possibile perdere la vita sia per la cosiddetta blasfemia religiosa, sia per la libertà di parola, in questo caso specifico, una dichiarazione pubblica su una sentenza. L’omicidio del governatore Taseer dimostra quanto sia delicata la situazione che dobbiamo affrontare. Il Pakistan è talmente diviso dalla religione che, su entrambi i fronti (cristiani e musulmani) muoiono persone, inclusi i rappresentanti delle élite locali. Il sostegno pubblico alla modifica del codice penale pakistano, in particolare della sezione 295 C, che stabilisce la pena capitale per la blasfemia, può implicare il rischio di morte.

Cionondimeno, dobbiamo esortare i politici pakistani a dimostrare coraggio, in particolare l’opposizione, ad esempio la Lega musulmana pakistana, che blocca la riforma del codice da parte del governo. Possiamo sostenere il lavoro del Ministero per gli affari delle minoranze e aiutare il governo del Primo ministro Gilani in questioni quali il miglioramento della qualità di giornalismo e media, nonché degli standard del materiale didattico nelle scuole, ad esempio. Oggi, il Parlamento europeo non interferisce negli affari interni pakistani, bensì richiama l’attenzione sull’articolo 20 della Costituzione pakistana del 1973 e sulla libertà di religione che esso prevede.

 
  
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  Marie-Christine Vergiat, autore.(FR) Signor Presidente, vorrei esordire affermando che ho letto con estremo interesse la risoluzione comune sul Pakistan e, in particolare, sull’omicidio del governatore Taseer. Si presenta stranamente in contrasto con la risoluzione comune sulle minoranze cristiane adottata questa mattina.

Tutti noi qui presenti ci impegniamo, o almeno così mi auguro, per la tutela della libertà di espressione, coscienza e religione. Meritano la medesima attenzione tutte le vittime di persecuzioni a causa delle proprie scelte religiose, come la scelta di cambiare religione o di non credere in Dio.

Se davvero vogliamo sconfiggere il fondamentalismo, di qualsiasi tipo, dobbiamo trattare allo stesso modo tutte le sue vittime. Nessuna religione è mai stata immune a quelle che definisco deviazioni intollerabili. Basti ricordare gli omicidi di massa dei nativi americani, particolarmente nei Caraibi e in America latina. Ricordiamo la dolorosa epoca delle Crociate, dell’Inquisizione o delle guerre di religione tra cattolici e protestanti. Ricordiamo l’antisemitismo che ha avuto effetti devastanti nel XX secolo e che persiste in modo relativamente latente in alcuni Stati membri dell’UE.

Ogni religione ha la propria forma di fondamentalismo, le cui prime vittime sono spesso i moderati di quella stessa religione. L’assassinio del governatore del Punjab, Salmaan Taseer, ne è un classico esempio. Quest’uomo è stato ucciso perché costituiva un modello di tolleranza e perché ha osato condannare le leggi sulla blasfemia in vigore nel paese e il loro utilizzo eccessivo da parte di alcuni gruppi estremisti, come nel caso di Asia Bibi, una cristiana condannata a morte per blasfemia secondo il codice penale pakistano.

Ancor più inaccettabile è il fatto che l’omicida sia elogiato da gruppi di fanatici. Non dobbiamo dimenticare che le leggi sulla blasfemia sono applicate principalmente contro i musulmani, che colpiscono tutte le minoranze religiose e in particolare le donne, nonché sindacalisti, giornalisti e avvocati, e che le persone appartenenti a questi gruppi sono spesso private delle libertà fondamentali, quando non sono costrette a nascondersi.

È pertanto giunto il momento che la Commissione e il Servizio per l’azione esterna cambino la propria politica e desidero che lei, Commissario, fornisca una valutazione dettagliata degli accordi con la Tunisia e con il Pakistan sulla democrazia e diritti umani; desidero inoltre che la Tunisia rappresenti una lezione per noi, una lezione per voi.

 
  
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  Jean Lambert, autore.(EN) Signor Presidente, desideriamo esprimere le nostre condoglianze alla famiglia e agli amici di Salmaan Taseer, il governatore del Punjab nominato dal governo pakistano; ricordiamo anche la sua aperta difesa di Asia Bibi, una posizione che sapeva essere controversa e pericolosa.

Siamo giustamente sconcertati da questo omicidio e dalla reazione di una parte della popolazione pakistana, ma non dobbiamo dimenticare che molte persone lo hanno commemorato attraverso atti pubblici. Sono azioni che meritano il nostro encomio, come ad esempio la decisione dell’autorità regolatrice dei media contro alcuni mezzi per la loro copertura del presunto omicida.

La legge sulla blasfemia in Pakistan, come ben sappiamo, mette a rischio le vite dei cittadini, siano essi musulmani, cristiani o di altre religioni, come è stato ribadito più volte questo pomeriggio. Sappiamo che il Pakistan è una democrazia di recente costituzione, che deve affrontare conflitti lungo i propri confini, ha vissuto il disastro dell’alluvione di alcuni mesi orsono, nonché un terremoto questa settimana. Sappiamo che il governo avanza a fatica e riconosciamo che necessita del nostro sostegno per lo sviluppo della democrazia all’interno del paese, nonché nella lotta politica contro l’estremismo e a favore dei diritti umani universali. In qualità di parlamentari democratici dobbiamo sostenere chi si batte per un cambiamento positivo e dare loro una voce altrimenti negata.

Esortiamo, inoltre, un intervento da parte del governo pakistano per eliminare le riserve sul Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, ratificato dal Pakistan con numerose riserve, come richiesto nel corso della recente visita della nostra delegazione in Pakistan. Desideriamo ulteriori sforzi per il cambiamento della legge sulla blasfemia, una legge di cui si è troppe volte abusato.

 
  
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  Tunne Kelam, a nome del gruppo PPE.(EN) Signor Presidente, condanniamo con forza il brutale omicidio del governatore del Punjab che ha avuto luogo il 4 gennaio. L’omicidio è stato scatenato dall’opposizione del governatore Taseer alla legge contro la blasfemia, che giustifica giuridicamente la persecuzione e la repressione di altri gruppi religiosi.

Nell’esprimere la nostra preoccupazione per il peso crescente degli estremisti in Pakistan, comprendiamo come i musulmani moderati e il governo pakistano, di cui il governatore Taseer era un membro influente, abbiano subito una grande perdita e porgiamo loro le nostre condoglianze.

Siamo preoccupati dagli elogi rivolti all’assassino da parte di alcuni giovani avvocati, ma sappiamo che una netta maggioranza della società pakistana ha condannato l’omicidio. Influenti autorità religiose hanno richiesto una modifica della legge sulla blasfemia, il che risulta particolarmente importante e in linea con la nostra richiesta. Auguriamo un grande successo alle autorità pakistane nell’impegno profuso per la lotta all’estremismo.

 
  
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  Mitro Repo, a nome del gruppo S&D.(FI) Signor Presidente, l’omicidio di Salmaan Taseer rispecchia l’intolleranza religiosa che pervade la società pakistana. Taseer era una delle poche persone che ha avuto il coraggio di esprimersi contro la legge pakistana sulla blasfemia. Aveva chiesto al presidente di concedere la grazia ad Asia Bibi, una donna cristiana condannata a morte per blasfemia, e l’aveva visitata in prigione. Il destino di una persona che si oppone alle ingiustizie è difficile e crudele nel Pakistan odierno. Il destino di Asia Bibi sarà lo stesso se otterrà la grazia? Anche lei sarà assassinata?

Dovremmo domandarci se uno Stato come il Pakistan abbia diritto a usufruire dei benefici commerciali offerti dall’Unione europea. Il Parlamento dovrebbe indicare il rispetto dei diritti umani quale elemento fondamentale quando l’Unione europea affronterà il tema della regolamentazione delle preferenze commerciali autonome d'urgenza per il Pakistan.

 
  
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  Kristiina Ojuland, a nome del gruppo ALDE.(EN) Signor Presidente, l’omicidio del governatore Salmaan Taseer non costituisce soltanto un dramma personale, bensì una tragedia per l’intera democrazia pakistana.

Tutti gli episodi riprovevoli presentati nella risoluzione rappresentano un inquietante segnale della riluttanza della società pakistana a intraprendere la strada della secolarizzazione, nonché della crescita dell’estremismo religioso.

Come può il Pakistan definirsi una democrazia se la libertà di religione dalla sancita nella costituzione è totalmente ignorata con l’applicazione delle leggi sulla blasfemia, alle quali Salmaan Taseer si opponeva saldamente?

Invito l’Unione europea a prendere in considerazione le conseguenze dell’applicazione di queste leggi disumane sulle relazioni con il Pakistan. Il Pakistan otterrebbe grandi vantaggi abrogando le leggi sulla blasfemia e annullando le relative condanne. Il governo pakistano dovrebbe, inoltre, consolidare le misure adottate per contrastare l’estremismo violento.

La violenza genera violenza e sono convinta che il Pakistan non possa gestire l’escalation di una guerra civile con gruppi estremisti quali i talebani.

 
  
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  Ryszard Czarnecki, a nome del gruppo ECR.(PL) Signor Presidente, ancora una volta parliamo del Pakistan, e ancora una volta vi sono un problema e un omicidio politico. Ancora una volta, ci troviamo a discutere di questo tema. Pochi mesi fa è stata presentata una risoluzione sul Pakistan, ma il problema ora si ripresenta, ed è piuttosto scottante. Ritengo sia necessario condannare l’inaccettabile tolleranza nei confronti di quegli imam musulmani che in Pakistan, ad esempio a Peshawar, invitano pubblicamente all’omicidio, offrendo, ad esempio, ricompense finanziarie agli autori. Si sono presentate situazioni di questo tipo e le autorità non hanno reagito. Dobbiamo affermare chiaramente che la mancanza di azione e di reazione corrisponde ad una condivisione di responsabilità.

 
  
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  William (The Earl of) Dartmouth, a nome del gruppo EFD.(EN) Signor Presidente, mi conceda una nota personale: ho trascorso molto tempo con Salmaan Taseer quando avevamo entrambi vent’anni, eravamo amici. Salmaan mi aveva scritto al Parlamento per invitarmi come suo ospite personale alla residenza del governatore in Punjab. La lettera è giunta dopo l’omicidio del governatore Taseer.

Salmaan era un uomo carismatico, affascinante e molto intelligente. Era molto efficiente e capace. Incarnava la migliore tradizione pakistana, un musulmano devoto ma in alcun modo fondamentalista. Come è stato affermato, Salmaan difendeva con fermezza una donna cristiana, condannata in base alle leggi contro la blasfemia, e ha pagato questo sostegno con la vita: si è trattato di un assassinio politico.

Il Pakistan non è soltanto un paese grande, in via di sviluppo, è un paese che dispone di oltre 20 testate nucleari. Sono qui oggi innanzi tutto per esprimere il mio dolore, ma desidero manifestare anche la mia preoccupazione, la nostra preoccupazione, per il Pakistan.

 
  
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  Thomas Mann (PPE).(DE) Signor Presidente, la morte violenta del governatore del Punjab, Salmaan Taseer, da sempre un sostenitore della tolleranza religiosa, porta in primo piano il consolidamento delle forze estremiste. Decine di migliaia di persone hanno manifestato per le strade in seguito al delitto, non contro l’omicidio, bensì a sostegno del responsabile. Il governatore Taseer si opponeva alle leggi sulla blasfemia, che prevedono la pena di morte per i blasfemi. Recentemente, come è stato citato da alcuni colleghi, una cristiana, Asia Bibi, è stata condannata a morte con l’accusa di aver insultato il profeta Maometto.

Salmaan Taseer era un membro moderato del partito politico PPP (Partito del popolo pakistano), nonché una delle voci più forti contro l’estremismo. La sua morte indebolisce il governo, che già sta lottando per la sopravvivenza politica in seguito al ritiro di uno dei membri della coalizione. Vi sono soltanto 3 milioni di cristiani su una popolazione di 160 milioni di pakistani. Quale sarà il destino di questa minoranza pacifica?

L’Europa deve intervenire e la delegazione per le relazioni con i paesi dell’Asia sudorientale, di cui sono vicepresidente, continuerà a dare pieno sostegno al movimento per i diritti umani. Questo omicidio deve essere oggetto di indagini approfondite e il responsabile, unitamente ai mandanti, deve essere assicurato alla giustizia.

 
  
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  Justas Vincas Paleckis (S&D).(LT) Signor Presidente, la situazione in Pakistan è certamente molto complicata, a causa di fattori sia interni sia esterni e, pertanto, eventi come l’omicidio politico per motivi religiosi di una personalità così importante sconvolgono immediatamente l’intero paese e l’intera società. In seguito a traumi di questo tipo, il paese rischia un pericoloso rafforzamento del fanatismo religioso e una restrizione nell’applicazione dei diritti umani. La nostra risoluzione dovrebbe garantire un diverso corso degli eventi, affinché, anche in questa situazione, il governo pakistano sia in grado di scegliere la strada del sostegno ai diritti umani e dell’opposizione al fanatismo religioso. Dobbiamo fornire la nostra assistenza in queste fasi, anche per la tutela e l’indipendenza della magistratura in casi complicati relativi alla blasfemia.

 
  
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  Csaba Sógor (PPE).(HU) Signor Presidente, mi sono ripetutamente espresso a favore di un intervento deciso a sostegno dei diritti umani nelle relazioni fra Unione europea e paesi terzi. Lo ribadisco oggi, in relazione agli eventi che hanno avuto luogo in Pakistan, poiché questa posizione indicherebbe che l’Europa non abbandona chi si batte per la tolleranza, la libertà di religione e la parità di trattamento delle minoranze. Sappiamo che i cristiani sono perseguitati in molti paesi e leader come il compianto Salmaan Taseer non sarebbero necessari soltanto in Pakistan. Per tale ragione, l’Unione europea deve cogliere ogni occasione di sottolineare l’importanza dei propri valori comuni a una sola voce attraverso il Servizio europeo per l’azione esterna. Uno di suddetti valori è la libertà di religione. Se non condanniamo le atrocità commesse contro i cristiani o altre minoranze religiose, non possiamo attribuire il giusto valore nemmeno alla nostra fede.

 
  
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  Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, Signor Commissario, l'Europa non può restare inerme rispetto a quello che sta accadendo in Pakistan. L'assassinio del governatore del Punjab, Salmaan Taseer, è un atto grave ed esecrabile, una situazione che si è enormemente aggravata in questi mesi.

La divisione tra cristiani e musulmani è sempre più netta, ma la legge sulla blasfemia resta all'origine di tanti atti che violano le libertà fondamentali. Chi vi si oppone o chi, come il governatore del Punjab, si limita ad esprimere una contrarietà rispetto a questa norma, viene soppresso.

Il governatore è morto perché era moderato, per le sue posizioni moderate, per il coraggio di esprimere la sua contrarietà rispetto a questa e ad altre norme che violano le libertà fondamentali. È per questo che una mancanza di un intervento chiaro e forte dell'Europa rischia di lasciare isolati quanti si stanno con coraggio battendo in una direzione che dobbiamo sostenere.

 
  
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  Pino Arlacchi (S&D).(EN) Signor Presidente, una breve critica al modo in cui alcuni settori dell’opinione pubblica europea e del Parlamento trattano il Pakistan e la sua lotta al terrorismo.

Assisto a troppe critiche nei confronti del Pakistan, incuranti degli sforzi del governo e della società civile per combattere l’estremismo. Ricordo a tutti che oltre il 90 per cento dei cittadini pakistani è contrario al terrorismo e sta pagando un prezzo molto elevato per questo.

La morte del governatore Salmaan Taseer è stata condannata dall’assoluta maggioranza della popolazione, nonché da personalità religiose di spicco. I musulmani moderati e le autorità governative hanno subito una grave perdita, il che deve essere riconosciuto da tutti.

 
  
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  Anneli Jäätteenmäki (ALDE).(FI) Signor Presidente, la libertà di religione è un diritto umano fondamentale. Eppure, è violato quasi quotidianamente in tutto il mondo, a causa di una spietata intolleranza.

La legge sulla blasfemia risale ai tempi della dittatura militare al potere in Pakistan negli anni Ottanta. Non possiamo accettare che la legge sia utilizzata per perseguitare le minoranze religiose e condannare a morte decine di persone ogni anno. L’Unione europea deve agire in modo deciso e coerente per convincere le autorità pakistane ad abrogare questa legge crudele.

 
  
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  Charles Tannock (ECR).(EN) Signor Presidente, con l’omicidio del governatore Taseer pensavo che ogni speranza per un Pakistan stabile e moderato sarebbe stata sepolta con lui. Questo vile assassinio di un funzionario illuminato e motivato è stato causato dalla sua esortazione a riformare le draconiane leggi pakistane sulla blasfemia. In particolare, ha sostenuto l’incredibile caso di una donna cristiana condannata a morte per aver diffamato l’Islam.

Da tempo, questo Parlamento invoca una riforma o l’eliminazione di queste sciagurate leggi contro la blasfemia, spesso utilizzate contro le minoranze religiose pakistane. Questo omicidio sottolinea la crescente radicalizzazione della società pakistana. Se fosse vivo, Jinnah sarebbe sconvolto.

Pochi politici noti hanno seguito il pensiero di Salmaan Taseer, suggerendo una riforma delle leggi sulla blasfemia, e ancora meno lo faranno ora. Avranno paura. Invece, fanatici e radicali violenti tra cui, temo, noti giuristi, hanno lodato l’assassino e ne hanno chiesto la liberazione. Queste frange stanno vincendo la lotta di idee in Pakistan. Di conseguenza, il terrorismo interno sta crescendo, come abbiamo visto la scorsa settimana.

Può l’Unione europea mantenere delle relazioni con un paese così instabile, particolarmente considerando le generose concessioni in materia di commercio e aiuti?

 
  
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  Seán Kelly (PPE).(EN) Signor Presidente, assistiamo a una doppia tragedia: non soltanto è stato ucciso un uomo innocente, ma oltretutto il responsabile è una persona che avrebbe dovuto proteggerlo, la sua guardia del corpo. Posso capire perfettamente il dolore della famiglia, in particolare, poiché solo la scorsa settimana abbiamo vissuto un’esperienza simile in circostanze diverse: una splendida ragazza irlandese di 27 anni, in luna di miele alle isole Maurizio, è stata uccisa nella propria stanza da un dipendente dell’hotel che aveva sorpreso a rubare. È stata strangolata e lasciata nel bagno per simulare un suicidio. Le circostanze sono diverse ma il risultato finale è lo stesso: una persona innocente è morta.

Alcune settimane fa ho preso parte alla delegazione UE-USA e negli Stati Uniti abbiamo incontrato il Ministro egli esteri del Pakistan. È un uomo molto ragionevole, assennato e giusto e ha sottolineato che la religione predica la tolleranza, un messaggio che dovremmo trasmettere a estremisti e fondamentalisti.

 
  
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  Jaroslav Paška (EFD). (SK) Signor Presidente, l’aspetto più preoccupante dell’omicidio del governatore del Punjab Salmaan Taseer è il contesto in cui si colloca questo atto di violenza.

Questo omicidio ha avuto luogo con la tacita approvazione dei leader spirituali pakistani e gli avvocati locali sostengono l’assassino: questo significa che l’omicidio spinto dall’intolleranza religiosa è accettato dalla società pakistana. Le leggi pakistane sulla blasfemia consentono la persecuzione di minoranze religiose con la minaccia della pena di morte, come accaduto ad Asia Bibi, madre di cinque figli, che attende la propria pena in carcere.

Non possiamo rimanere indifferenti a quanto accade. Le nostre pressioni sull’amministrazione pakistana sono legittime e mi auguro una reazione simile da parte di tutte le forze libere e democratiche nel mondo. Oggi, nel terzo millennio, non possiamo tollerare il comportamento brutale da medioevo dimostrato dagli oppressori che abusano della religione.

 
  
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  Csanád Szegedi (NI).(HU) Signor Presidente, distinti colleghi, desidero ricordare che la situazione in Pakistan è piuttosto preoccupante, non solo in questo caso, bensì in generale. I problemi del Pakistan non devono essere considerati remoti, perché sappiamo bene che i problemi che sorgono nella regione dell’Asia centrale, siano essi di carattere economico, etnico o legati all’emigrazione, prima o poi si ripercuotono sulla regione dell’Unione europea. Pertanto, è necessario affrontare i problemi che affliggono il Pakistan, in particolare i continui attacchi da Afghanistan e India da una parte e, dall’altra, la questione che più ci sta a cuore in questa seduta: gli estremisti islamici, di cui Salmaan Taseer è stato vittima. Per tale motivo invito il Parlamento europeo a garantire il proprio sostegno al Pakistan, affinché questa situazione possa concludersi in modo soddisfacente nel più breve tempo possibile.

 
  
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  Monica Luisa Macovei (PPE). – (RO) Signor Presidente, l’omicidio del governatore Salmaan Taseer una voce a sostegno della tolleranza e dei diritti delle minoranze in Pakistan, rappresenta una violazione dei diritti umani su vasta scala. L’esercizio del diritto alla libertà di espressione e di religione è punibile dalla legge in Pakistan con l’incarcerazione o la morte. Salmaan Taseer ha pagato con la propria vita la difesa non soltanto della libertà di religione, bensì anche della vita e della libertà altrui. Dobbiamo dare il nostro sostegno a chi lotta coraggiosamente e rischia la propria vita per i diritti umani e la democrazia. Esortiamo le autorità pakistane a punire i criminali e i loro complici, e ad abrogare le leggi sulla blasfemia.

 
  
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  Gerard Batten (EFD).(EN) Signor Presidente, l’omicidio del governatore Salmaan Taseer è un crimine tragico e brutale. È stato assassinato da un estremista islamico perché sosteneva la necessità di un cambiamento delle leggi sulla blasfemia. Questo omicidio è una tragedia per il Pakistan, ma quale significato assume per l’Occidente?

Invece di impegnarci al massimo per combattere il radicamento del fondamentalismo islamico in Europa, smorziamo e attenuiamo il nostro intervento. La legge della Sharia è oggi riconosciuta in alcuni tribunali britannici e vi sono alcune aree urbane in cui è comunemente applicata. L’Europa, che ha generato il Rinascimento, l’Illuminismo, la Rivoluzione industriale e le meraviglie dell’epoca scientifica moderna è ora inerte davanti a un’ideologia del sesto secolo.

I governi temono il confronto a causa della correttezza politica e del potere economico di alcuni paesi islamici. Dobbiamo sostenere gli elementi moderati e progressisti in paesi come il Pakistan ma, soprattutto, dobbiamo chiarire che non vi è posto per la Sharia e il fondamentalismo islamico in una democrazia occidentale, moderna e liberal.

 
  
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  Cristian Dan Preda (PPE).(RO) Signor Presidente, innanzi tutto desidero esprimere la mia condanna per il vile omicidio del governatore della provincia del Punjab. Era un’importante figura della vita politica pakistana, noto per la sua coraggiosa lotta a estremismo, intolleranza e fanatismo. Sette mesi fa, mi sono espresso a favore della necessità di rivedere urgentemente le disposizioni relative ai crimini contro le religioni nelle cosiddette “leggi sulla blasfemia”.

Desidero ricordarvi che le possibilità di abuso offerte da dette leggi creano un’atmosfera di intolleranza che incoraggia la violenza per motivi religiosi e promuove la discriminazione, l’intimidazione e la persecuzione delle minoranze religiose. Il caso di Asia Bibi, culminato con l’omicidio del governatore Taseer, è emblematico. Ritengo che le autorità pakistane debbano dimostrare con i fatti il proprio impegno nella lotta all’estremismo nel paese, attraverso l’abolizione delle leggi sulla blasfemia. Desidero, pertanto, unirmi all’appello della figlia del defunto governatore del Punjab, Shehrbano Taseer, alle frange più ragionevoli del Pakistan. .

 
  
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  Miroslav Mikolášik (PPE). (SK) Signor Presidente, desidero esprimere la mia solidarietà ai cittadini del Pakistan e il mio dolore per la perdita di una figura politica così importante come Salmaan Taseer.

E’ preoccupante che persone che abbracciano fedi specifiche e gruppi religiosi, tra cui i cristiani, continuino a essere perseguitati nel paese; cito ad esempio il famoso caso della donna che, in base alla legge sulla blasfemia della Sharia, in questo momento è in attesa della pena di morte. L’esistenza di gruppi islamisti all’interno dei servizi di sicurezza pakistani certamente non contribuisce alla stabilità del paese e porta a dubitare che il paese sia effettivamente governato dalle leggi di uno stato di diritto. Mi auguro che il processo di riforma avanzi in questo paese, pertanto invito tutte le forze politiche, istituzioni religiose incluse, a garantire un maggiore sostegno alla moderazione, alla tolleranza e al rispetto reciproco tra comunità.

 
  
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  Michael Gahler (PPE).(DE) Signor Presidente, sotto molti aspetti, il Pakistan è un paese fragile. È politicamente fragile perché il governo non è sufficientemente solido per attuare in modo efficace una serie di politiche moderate per la stabilizzazione politica ed economica e perché l’offensiva dell’esercito contro gli estremisti nelle zone di confine determina un aumento della resistenza. È economicamente fragile perché la crisi finanziaria globale e le terribili inondazioni che hanno colpito il paese hanno riportato indietro di anni il suo sviluppo. È socialmente fragile perché le strutture sociali non sono state in grado di svilupparsi nel corso dei decenni in modo da garantire a vaste porzioni della società una partecipazione allo sviluppo economico.

L’Unione europea deve avviare un dialogo con la classe politica pakistana per promuovere il riconoscimento della necessità di un cambiamento sociale ed economico, affinché le persone possano avere prospettive che costituiscano un’alternativa a estremismo e fondamentalismo.

 
  
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  Bernd Posselt (PPE).(DE) Signor Presidente, in Europa, i regimi più odiosi e violenti della storia sono stati quelli anti-religiosi di giacobini, nazisti e comunisti. Per questo motivo, non ritengo utile che l’onorevole Vergiat attacchi le religioni con parole così drastiche. Ad ogni modo, le religioni sono spesso usate in modo scorretto per motivi ideologici, pratica che dobbiamo combattere. È il caso del Pakistan.

Dobbiamo però ricordare che il Pakistan è stato creato sulla base di criteri religiosi durante la spartizione dell’India. È un paese senza storia, fondato come Stato musulmano dalle autorità coloniali britanniche mentre abbandonavano la regione. Per questo motivo dobbiamo comprendere che si tratta di uno Stato islamico. Questo paese, però, deve essere organizzato in base a principi di tolleranza e deve garantire la libertà di religione. I cristiani devono essere trattati con maggiore rispetto di quello ricevuto finora e l’Unione europea deve dimostrare maggiore forza nel ricoprire il proprio ruolo di difensore di questo gruppo. Perché se l’Europa non difende i cristiani nel mondo, chi lo farà?

 
  
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  Sari Essayah (PPE).(FI) Signor Presidente, molti di noi hanno descritto Salmaan Taseer come una persona che difendeva le donne vulnerabili e i rappresentanti delle religioni minoritarie, a parole e nei fatti. Si opponeva alle ingiustizie. Taseer era un sostenitore di uno Stato democratico e si era schierato contro le dure leggi pakistane sulla blasfemia, affermando che in quanto applicate da esseri umani, potevano essere modificate da essi.

Molti di noi hanno già citato la sua vigorosa difesa di una donna cristiana condannata a morte, sentenza che cercava di far revocare. Tutte queste azioni nel nome della giustizia sono state la causa della sua rovina. L’Unione europea deve sostenere quanti in Pakistan vogliono le riforme, perché non tutti i pakistani sostengono i fondamentalisti. In materia di politica estera, l’Unione europea deve considerare attentamente quale posizione adottare in relazione alla situazione in Pakistan.

 
  
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  Štefan Füle, membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, la presente discussione è un’ulteriore prova del trauma avvertito dall’Unione europea in seguito all’omicidio del governatore della provincia del Punjab, Salmaan Taseer, a Islamabad il 4 gennaio. L’Alto rappresentante Ashton ha condannato duramente l’omicidio nella sua dichiarazione del 4 gennaio, esortandole autorità pakistane a consegnare i responsabili del crimine alla giustizia. Questo assassinio è ancor più doloroso perché, secondo le relazioni disponibili, è legato all’aperta difesa del governatore Taseer di una donna cristiana, Asia Bibi, condannata a morte in seguito a discutibili accuse di blasfemia.

Va ricordato che il 12 novembre 2010, l’Alto rappresentante Ashton aveva espresso la sua profonda preoccupazione per la condanna a morte di Asia Bibi, invitando il Pakistan ad abolire la pena di morte e a rispettare i diritti umani, come garantito dalle convenzioni internazionali che il paese ha sottoscritto.

L’Unione europea ha ripetutamente affrontato il tema dell’applicazione delle leggi sulla blasfemia con il governo pakistano nell’ambito del dialogo sui diritti umani. Sappiamo che le leggi sulla blasfemia, nella loro formulazione attuale, sono state utilizzate in modo scorretto e spesso contro le minoranze religiose. Inoltre, è noto che si è ricorsi ad accuse false per risolvere controversie private o per guadagno personale.

I progressi compiuti dal governo pakistano nel modificare ulteriori aspetti controversi delle leggi sono incoraggianti. Idealmente, come è ovvio, le leggi sulla blasfemia dovrebbero essere interamente abrogate. Purtroppo, in occasione dell’omicidio del governatore Taseer, l’opinione pubblica ha dimostrato ampio sostegno nei confronti dell’assassino. Temiamo che siano state pronunciate fatwa non soltanto contro il governatore Taseer, bensì anche contro altri personaggi pubblici che hanno parlato apertamente di una riforma delle leggi sulla blasfemia. Non si può consentire l’incitamento all’odio, alla violenza e all’impunità.

Il governo del Pakistan ha la responsabilità di proteggere i propri cittadini e ci auguriamo faccia tutto il possibile per garantire la loro sicurezza. Si teme che l’omicidio del governatore Taseer determini un aumento dell’estremismo e dell’intolleranza in Pakistan. Dobbiamo valutare la situazione e considerare attentamente la nostra reazione, poiché il governo e le istituzioni democratiche in generale, continuano a dover affrontare sfide notevoli. Bisogna comprendere che non vi sono alternative: dobbiamo consolidare le forze democratiche e progressiste nella società civile pakistana.

La costituzione pakistana tutela esplicitamente i diritti delle minoranze e, di conseguenza, il governo deve affrontare il problema dell’estremismo non soltanto nelle zone di confine, ma anche nelle strade delle città pakistane. Dobbiamo sottolineare senza tregua l’importanza dell’istruzione nella nostra cooperazione allo sviluppo e sono necessari maggiori sforzi per promuovere la tolleranza nel sistema scolastico, particolarmente per quanto concerne le minoranze. Conosciamo bene la difficile situazione delle minoranze religiose in Pakistan, che non comprendono solo i cristiani, bensì anche gli indù, gli sciiti, gli ahmadi e altri. L’Unione europea deve della patrocinare la loro causa comune e non quella di un gruppo o di un credo specifico, poiché ciò andrebbe a vantaggio di quanti cercano di aumentare il divario tra cristiani e musulmani.

Continueremo a sostenere la necessità di tutelare pienamente il diritto di ogni individuo alla libertà di religione, in Pakistan e in ogni altro paese.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà a breve.

Dichiarazioni scritte (articolo 149 del regolamento)

 
  
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  Cristian Silviu Buşoi (ALDE), per iscritto.(EN) Desidero esprimere la mia indignazione per l’omicidio del governatore della provincia del Punjab in Pakistan, Salmaan Taseer, che ha avuto luogo il 4 gennaio 2011, perché egli si era esplicitamente opposto alla legge pakistana sulla blasfemia. Secondo i valori delle nostre società occidentali, l’omicidio è il peggiore dei crimini. Pertanto, è difficile comprendere come si possa commettere un omicidio per ritorsione. La libertà di coscienza e la libertà di religione sono parimenti importanti che la libertà di parola, il che potrebbe causare conflitti tra libertà. Qualsiasi definizione da parte di un governo di cosa si può considerare blasfemo è una limitazione inaccettabile della libertà di parola. Una società moderna dovrebbe considerare legittimi tutti i punti di vista personali espressi in modo inoffensivo. Inoltre, se il Pakistan intende diventare una società tollerante, deve condannare questi atti barbarici motivati dal fondamentalismo religioso. Questo episodio è un ulteriore promemoria dell’assenza della libertà di parola in alcune regioni del mondo. Considerata la storia di questo paese, Salmaan Taseer è stato coraggioso a esprimersi contro la legge sulla blasfemia e a favore della libertà di parola. Purtroppo, ha pagato queste affermazioni con la vita.

 
  

(1) Vedasi processo verbale

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