Pino Arlacchi (S&D). - (EN) Signor Presidente, l’Europa potrebbe fare molto a sostegno della democrazia egiziana e una fra le più importanti iniziative sarebbe considerare gli eventi che stanno avendo luogo in Egitto come parte di una sana ondata di democratizzazione.
Nell’arco di qualche settimana è crollata una tirannia, portandosi appresso una serie di stereotipi come, ad esempio, la teoria dello scontro di civiltà.
Al momento, il mondo arabo sta vivendo un assoluto non-scontro di civiltà, esattamente il contrario. I giovani egiziani stanno mettendo a rischio le proprie vite in nome degli stessi valori in cui tutti noi crediamo. Stanno dimostrando che la democrazia è un’aspirazione universale e che non esiste alcuna cultura, civiltà o religione contraria ad essa.
Ciononostante, un esercito di scettici e pessimisti è oggi al lavoro, sminuendo o distorcendo il significato della transizione dell’Egitto verso la democrazia.
La gente si ostina a sollevare dubbi di ogni sorta, descrivendo il più recente sviluppo come “colpo di Stato”, come se questi episodi non avessero fatto altro che spianare la strada a un governo islamico che finirà per dar vita a una nuova autocrazia.
Se vogliamo aiutare il popolo egiziano, dobbiamo essere pronti a contrastare queste visioni reazionarie degli sviluppi della storia.