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Procedura : 2008/0249(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A7-0028/2011

Testi presentati :

A7-0028/2011

Discussioni :

PV 04/04/2011 - 15
CRE 04/04/2011 - 15

Votazioni :

PV 05/04/2011 - 4.6
CRE 05/04/2011 - 4.6
Dichiarazioni di voto
PV 27/09/2011 - 8.11
CRE 27/09/2011 - 8.11
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P7_TA(2011)0125
P7_TA(2011)0406

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 4 aprile 2011 - Strasburgo Edizione GU

15. Prodotti e tecnologie a duplice uso (discussione)
Video degli interventi
Processo verbale
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la relazione (A7-0028/2011) presentata dall'onorevole Leichtfried, a nome della commissione per il commercio internazionale, sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1334/2000 che istituisce un regime comunitario di controllo delle esportazioni di prodotti e tecnologie a duplice uso [COM(2008)0854 - C7-0062/2010 - 2008/0249(COD)].

 
  
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  Jörg Leichtfried, relatore.(DE) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, quando mi sono assunto il compito di stilare la relazione sul controllo delle esportazioni di prodotti e tecnologie a duplice uso, pur avendo una qualche idea riguardo all'ambito del testo, non mi ero reso conto di quanto fosse vasto l'argomento.

Il documento essenzialmente verte su un'attività che in un modo o nell'altro finisce sempre nelle pieghe delle relazioni, ma che, d'altro canto, assicura occupazione e che, a mio giudizio, deve essere disciplinata in tutta Europa.

Fondamentalmente bisogna agevolare le licenze di esportazione dei prodotti che possono essere usati per fini sia militari che civili. Si tratta di prodotti tra i più svariati, dai prodotti chimici ai combustibili nucleari, parti di armamenti, componenti di computer e infine – e abbiamo discusso molto intensamente su questo punto – persino di software e di componenti di software.

A mio parare, è importante che i diversi regolamenti che attualmente vigono negli Stati membri siano armonizzati più strettamente; devono essere resi più precisi, più specifici e anche più trasparenti, ma soprattutto devono garantire la trasparenza a livello europeo.

Con questa relazione, probabilmente abbiamo potuto toccare con mano per la prima volta l'influsso del trattato di Lisbona sul Parlamento europeo. La Commissione originariamente aveva presentato la proposta al Consiglio, credendo che la materia avrebbe potuto essere risolta prima che il trattato di Lisbona fosse concluso. Però non è andata così. La proposta quindi è stata trasmessa anche al Parlamento ed è buona cosa che venga discussa in Aula, poiché abbiamo delle idee diverse – che esporrò tra poco – rispetto al Consiglio.

Siamo riusciti a superare certe complicazioni giuridiche che sono emerse in ragione del metodo impiegato dalla Commissione. In particolare, desidero ringraziare i rappresentanti della Commissione, in quanto siamo riusciti a disciplinare la materia in modo tale che, dal punto di vista giuridico, ora disponiamo di un impianto più sicuro. Alla fine rimangono aperte solo poche questioni chiave.

In Assemblea conveniamo essenzialmente su tutto, con un'eccezione, e su questo punto siamo in disaccordo anche con il Consiglio. Mi riferisco al momento in cui deve essere autorizzata l'esportazione, ossia prima o dopo che si verifichi. In proposito è opportuno, per ragioni di sicurezza, sorveglianza e trasparenza, garantire che sia presentata richiesta prima di esportare materiali pericolosi invece di presentare domanda di autorizzazione retroattivamente dopo che i prodotti sono già stati esportati, in quanto, a quel punto, sarebbe infatti difficile vietarne l'esportazione. È un dibattito che ben conosciamo e verte sull'eventualità dell'ex post o dell'ex ante. A mio parere, è più sensato che l'autorizzazione sia rilasciata prima e che poi siano esportati i prodotti.

Invece siamo tutti d'accordo – ma non con il Consiglio – sulla questione della trasparenza riguardo all'obbligo di presentare relazioni. In fin dei conti Parlamento europeo deve essere informato – si può discutere circa le modalità tecniche – in merito ai prodotti, alla data e alla quantità oggetto delle autorizzazioni – poiché noi siamo chiaramente l'organismo preposto a garantire un'attuazione debita.

È altresì importate che l'Assemblea discuta delle esportazioni dei dispositivi che potrebbero essere usati in violazione dei diritti umani. Siffatte esportazioni non devono essere consentite. Dobbiamo garantire tale divieto. Ora attendo con ansia il dibattito.

 
  
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  Cecilia Malmström, membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, le imprese europee si trovano ad operare quotidianamente in un ambiente mutevole e sempre più competitivo. La questione dell'affidabilità e della consegna puntuale sono importanti tanto quanto la qualità ed il prezzo. Le esportazioni di prodotti a duplice uso danno luogo a sfide particolari in questo ambito, in quanto sono soggette all'obbligo di autorizzazione.

I prodotti a duplice uso non sono beni di nicchia. Anzi, sono prodotti usati lecitamente in un'ampia serie di settori industriali – l'industria spaziale, l'industria delle telecomunicazioni, l'aviazione, l'industria chimica e molti altri. Tali prodotti sono sottoposti a controllo, poiché possono potenzialmente essere usati anche per scopi militari.

Molti Stati membri prevedono facilitazioni speciali per le esportazioni per i propri esportatori. Queste facilitazioni assumono la forma di licenze generali e consentono alle imprese di alcuni Stati membri di esportare i propri prodotti a duplice uso, limitando al massimo le procedure amministrative.

A seguito di una valutazione di queste misure nazionali di facilitazione, nel 2008, la Commissione ha presentato la propria proposta in modo da estendere tali provvedimenti agli esportatori di tutta l'Unione. La proposta sull'autorizzazione generale di esportazione è volta a consentire agli esportatori di tutti gli Stati membri di cogliere i vantaggi derivanti da procedure di esportazione semplificate per determinati prodotti a duplice uso verso certe destinazioni. In questo modo si favorirà la partecipazione a mostre e fiere internazionali. Sarà inoltre più facile esportare i prodotti dopo che sono stati riparati, mentre saranno semplificate le esportazioni di attrezzature per le telecomunicazioni e di certi prodotti chimici industriali. D'altro canto, gli Stati membri potranno concentrare le loro limitate risorse sulle transazioni che effettivamente pongono dei rischi.

La Commissione riceve regolarmente lamentele dall'industria, in quanto determinate esportazioni non possono entrare in certi Stati membri, mentre in altri sono consentite transazioni identiche. La proposta che vi è stata presentata segna un primo passo al fine di eliminare queste disparità all'interno del mercato unico. Molti altri paesi stanno assumendo provvedimenti simili per fissare le proprie priorità in merito al controllo delle esportazioni e noi dobbiamo rimanere indietro.

Desidero ringraziare il relatore, onorevole Leichtfried, e gli altri deputati che hanno lavorato in maniera costruttiva sul testo. La relazione che vi è stata presentata e la commissione parlamentare segnato certamente un passo nella giusta direzione che è sostanzialmente in linea con la posizione della Commissione.

 
  
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  Reinhard Bütikofer, relatore per parere della commissione per gli affari esteri.(DE) Signor Presidente, signora Commissario, stiamo affrontando una materia che riguarda in pari misura gli scambi e la sicurezza. I prodotti a duplice uso sono prodotti che possono avere due finalità diverse. Infatti possono avere sia fini civili che un uso del tutto lecito o assolutamente pericoloso, ma in ogni caso un uso che concerne al sicurezza. Alcuni, ad esempio, il ministro federale tedesco per l'Economia e la Tecnologia afferma che si tratta – e cito testualmente – di “prodotti non critici”. Non è così. Il Parlamento in passato aveva già assunto una posizione più responsabile nell'ambito delle sue commissioni.

Nel dibattito intervengo come relatore per parere della commissione per gli affari esteri e della sotto-commissione per la sicurezza e la difesa. In tale ambito abbiamo assunto una posizione molto netta. Riteniamo che sarebbe estremamente negligente non pensare a determinati meccanismi di controllo. Pertanto rivolgo un appello ai colleghi affinché seguano le raccomandazioni della commissione per gli affari esteri e della sotto-commissione per la sicurezza e la difesa, in particolare le raccomandazioni del relatore, che è appena intervenuto, per quanto concerne la questione del controllo ex ante. È questa una delle principali questioni controverse che rimandono aperte in materia.

Effettuare i controlli solo a posteriori significa abbassare il livello di sicurezza. In realtà, però, vogliamo una maggiore sicurezza per i cittadini dell'Unione e vogliano più sicurezza anche per i paesi partner e per i nostri partner commerciali. Non vogliamo che il principio del controllo ex ante sia sostituito dal principio del controllo ex post – ed è questa la posizione della commissione per il commercio estero e della commissione per gli affari esteri. In tal modo, infatti, gli interessi commerciali si anteporrebbero agli interessi della sicurezza. Molti Stati membri, come l'Olanda, ad esempio, si sono espressamente dichiarati contrari. Sarebbe quindi senz'altro nell'interesse dei cittadini se la Plenaria confermasse la posizione delle commissioni.

 
  
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  Elisabeth Köstinger, a nome del gruppo PPE.(DE) Signor Presidente, signora Commissario, il regolamento sui prodotti e sulle tecnologie a duplice uso prevede che siano rilasciate autorizzazioni generali per i prodotti e le tecnologie non critiche che vengono esportate verso paesi terzi e che possono essere usate per un duplice scopo. Ad ogni modo, queste autorizzazioni generali sono altresì volte a consentire agli esportatori europei e alle piccole e medie imprese di predisporre una pianificazione affidabile. Il regolamento è teso a favorire gli esportatori europei al fine di risparmiare loro le procedure di autorizzazione individuali che richiederebbero tempi lunghi e soprattutto per innalzare la competitività. In effetti, procedure di registrazione dettagliate e gli ulteriori obblighi a carico degli esportatori non apporteranno un beneficio, anzi comporteranno spese aggiuntive.

Dobbiamo assolutamente garantire che le esportazioni a duplice uso siano anche usate in maniera sicura e che non pongano un pericolo. Parallelamente dobbiamo pensare anche ai costi supplementari eccessivi e superflui. Potrei citare l'esempio di una media impresa che opera nel campo dell'ingegneria meccanica e che offre un servizio 24 ore su 24 per la riparazione di macchinari e la fornitura di pezzi di ricambio. Bisogna garantire che siffatti servizi possano continuare ad essere erogati anche in presenza di disposizioni più severe sulle esportazioni.

Lo stesso vale per gli attacchi cibernetici e per il coinvolgimento delle parti interessate. Se non definiamo criteri chiari e condizioni quadro chiare per questi settori e se la formulazione del testo è imprecisa, allora avrei da ridire sui i costi supplementari e sulla generalizzazione. Benché sia estremamente importante coinvolgere le parti interessate nei processi decisionali, bisogna altresì tener presente l'attuazione pratica e sensata delle decisioni. Anche in questo caso la trasparenza e la sicurezza sono indiscutibilmente essenziali.

Infine tengo a sottolineare ancora una volta che il regolamento è volto ad agevolare la procedura e a ridurre la burocrazia. Partendo dal presupposto che i prodotti e le tecnologie devono avere un uso sicuro, la normativa deve rafforzare l'economia europea e semplificare le relative prassi burocratiche.

 
  
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  George Sabin Cutaş, a nome del gruppo S&D.(RO) Signor Presidente, prima di tutto desidero congratularmi con il collega per l'eccezionale lavoro che ha svolto su questa relazione, che è così tecnica, ma che comporta al contempo delle implicazioni reali per la sicurezza dei cittadini europei.

Il controllo delle esportazioni dei prodotti a duplice uso, ossia di beni che possono essere utilizzati a scopi sia civili che militari, costituisce l'oggetto di azioni intraprese a livello di UE da circa 15 anni. L'adozione di misure prevenire, come gli obblighi di licenza e la registrazione doganale, consente all'Unione europea di prevenire la proliferazione degli armamenti, soprattutto le armi di distruzione di massa. Però il regime UE sul duplice uso deve essere più trasparente e più democratico. Deve essere istituito un sistema sicuro che consenta la raccolta, la trasmissione e l'archiviazione delle notifiche sulle esportazioni di prodotti che possono essere usati per fini civili o per fini militari per prevenire il rischio di proliferazione di armi di distruzione di massa.

Esprimo apprezzamento anche per la proposta del relatore secondo cui il gruppo di coordinamento sul duplice uso è tenuto a presentare al Parlamento europeo una relazione annuale per consentire a quest'ultimo di svolgere la sua funzione di controllo. A sua volta la Commissione ha il dovere di informare l'Assemblea in merito all'attuazione della disposizione del regolamento che prevede l'istituzione di un regime UE per il controllo delle esportazioni di prodotti e di tecnologie a duplice uso e di presentare uno studio sull'impatto in relazione alle misure proposte.

Infine, ma non per questo il punto riveste meno importanza, deve essere migliorata la rappresentanza dell'Unione europea nell'ambito dei regimi internazionali sul controllo delle esportazioni. Purtroppo gli elenchi dei prodotti soggetti a controllo vengono aggiornati nell'ambito di regimi internazionali e vengono recepiti nella legislazione UE senza che il Parlamento europeo possa prendere parte al processo. Per tale ragione chiedo che sia migliorato il controllo parlamentare e chiedo che sia favorito il ruolo legislativo dell'Assemblea, come prevede il trattato di Lisbona.

 
  
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  Niccolò Rinaldi, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissario, da che mondo è mondo, se c'è un commercio che è difficile da controllare è quello delle armi. Ci sono vari modi per rendere difficile questo controllo. Uno è quello di commerciare armi dall'apparenza innocue o tecniche che possono diventare facilmente un'arma, ed è per questo che nel regolamento in esame ci occupiamo del doppio uso. Un'altra difficoltà è la cacofonia di regole che rendono poco efficace un sistema di controllo.

Quando abbiamo cominciato a lavorare su questo dossier, la Commissione ci chiedeva di emendare un regolamento del 2000. Nel frattempo questo è stato revocato e, sulla base della stessa proposta obsoleta, ci spettava di emendare quello più recente del 2009. Siamo appena entrati in trilogo e c'è già una nuova proposta legislativa della Commissione, di nuovo per emendare lo stesso regolamento. La prima richiesta è quindi quella di stabilire regole chiare, semplici e trasparenti per gli esportatori europei avendo un testo consolidato.

Quattro punti sulla posizione del gruppo liberal-democratico. Per quanto riguarda le spedizioni di basso valore, insieme al Consiglio anche noi dell'ALDE siamo molto scettici su questo sistema. Il Parlamento ha già limitato il valore massimo da 5.000 a 3.000 euro e imposto vari altri criteri. La lista dei paesi di destinazione è molto limitata. È una cosa che vogliono legittimamente le piccole e medie imprese, ma il nostro messaggio principale è che vogliamo soprattutto sicurezza, oltre che commercio, e su questo nel trilogo dovremo tornare a lavorare.

Siamo a favore della politica della notifica ex-ante e di un obbligo di registrazione degli Stati membri. Infine, chiediamo un massimo grado di trasparenza, in modo che il regolamento preveda un meccanismo che offra ai soggetti interessati, come le organizzazioni dei diritti umani o per il monitoraggio della pace e i sindacati, le varie tappe che hanno formato il processo decisionale, anche attraverso una relazione al Parlamento europeo.

 
  
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  Helmut Scholz, a nome del gruppo GUE/NGL.(DE) Signor Presidente, signora Commissario, esprimo un sentito ringraziamento al relatore, onorevole Leichtfried, per il lavoro che ha svolto sulla relazione e, a nome del mio gruppo, gli auguro ogni successo nei negoziati con il Consiglio si preannunciano difficili. Mi duole inoltre che il Consiglio non sia presente a questo dibattito.

Ad ogni modo tengo a menzionare due aspetti. Gli emendamenti presentati dal gruppo PPE non sono d'aiuto al relatore, anzi pregiudicano la posizione negoziale del Parlamento che è stata definita dalla commissione per il commercio internazionale. Gli emendamenti sono volti a favorire l'attività degli esportatori di armi. Pertanto il mio gruppo non intende sostenerli.

In secondo luogo il mio gruppo ravvede gravi problemi, in quanto l'elenco sul doppio uso viene usato per bloccare l'accesso dei paesi in via di sviluppo, in particolare, alla tecnologia sofisticata. Mi riferisco alle restrizioni sulle esportazioni di computer a prestazioni elevate. Sappiamo che potenzialmente l'elenco sul doppio uso può essere soggetto ad abuso politico, soprattutto nei paesi dell'Europa centro-orientale. Per tale ragione abbiamo presentato l'emendamento n. 47 e chiedo all'Assemblea di sostenerlo nell'interesse dei paesi in via di sviluppo.

 
  
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  Franz Obermayr (NI).(DE) Signor Presidente, i combustibili nucleari, i prodotti chimici ed i programmi informatici possono essere usati a scopi pacifici, ma possono anche essere usati a scopi miliari. Alcuni Stati membri, infatti, da anni forniscono armi e persino attrezzi di tortura alla Libia. L'ultima relazione sulle esportazioni di armi – che assomiglia più ad un elenco di peccati – indica chiaramente che l'Italia, Malta e la Germania hanno fornito la maggior parte delle armi a Gheddafi. La Francia, d'altro canto, è stata il precursore in merito alle forniture alla regione araba. Altri paesi – come il mio, l'Austria – rispettano le restrizioni. Dobbiamo quindi contrastare questo squilibrio.

Tutti gli Stati membri e l'intera industria degli armamenti nell'UE devono essere soggetti a controlli severi e devono ottemperare alle disposizioni in materia di trasparenza. Ad ogni modo, il sistema deve essere tenuto aggiornato. In particolare, per quanto concerne il software, il settore informatico e gli smart phone, bisogna pensare che questi strumenti possono ovviamente andare anche al servizio dei movimenti democratici, come abbiamo visto recentemente nella regione araba. Pertanto servono analisi più approfondite sui potenziali usi e sulla posizione dubbia dei destinatari.

 
  
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  Christofer Fjellner (PPE).(SV) Signor Presidente, il numero dei prodotti cui si applica questa normativa e che possono essere usati per fini sia civili che militari è ben più elevato di quanto pensassimo in prima battuta. Sono prodotti tra i più svariati, dagli autocarri ai motori dei jet fino alla strumentazione per le telecomunicazioni. È quindi importante rilevare che il riferimento diretto all'industria degli armamenti in questo ambito è spesso fuorviante. La normativa è altresì importante, in quanto semplifica e armonizza le procedure sui prodotti che in Europa possono avere fini sia civili che militari. Le norme devono essere severe, prevedibili e chiare, ma devono anche essere armonizzate. Tutte le volte che vengo a conoscenza di un caso in cui alle imprese svedesi viene negata la possibilità di esportare i propri prodotti verso un altro paese per motivi che attengono al diritto UE, mentre le imprese francesi, ad esempio, possono tranquillamente esportare gli stessi prodotti, mi rendo chiaramente conto che si tratta di un fallimento dell'Unione europea.

Dobbiamo tenere presente che il commercio è sostanzialmente cosa positiva. Mi riferisco alle strumentazioni per le telecomunicazioni, ad esempio, che sono estremamente importanti per i movimenti democratici in tutto il mondo. La proposta non deve ostacolare il commercio civile e appesantirlo con una maggiore burocrazia. Pertanto mi oppongo alla proposta che prevede l'introduzione di una notifica ex ante. I sistemi moderni di pronta consegna, i contratti di servizio eccetera possono creare ostacoli in relazione ai prodotti perfettamente lecitici che vogliamo esportare e di cui vogliamo incrementare l'esportazione. La maggior parte delle aziende sanno esattamente quali sono questi prodotti. Anche se inviano una notifica a posteriori, sono consapevoli che saranno penalizzati nelle esportazioni. È importante semplificare gli scambi. Dobbiamo garantire che la legislazione sia rigorosa, chiara e armonizzata, ma anche semplice, il che mal si concilia con la notifica ex ante sulle esportazioni. Ad esempio, risulterebbe più difficile inviare importanti strumentazioni per le telecomunicazioni ai paesi che ne hanno bisogno.

 
  
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  Janusz Władysław Zemke (S&D).(PL) Signor Presidente, la ringrazio infinitamente per avermi dato la parola. Siamo turbati, in quanto non tutti gli Stati membri applicano gli stessi criteri in relazione all'esportazioni dei prodotti a duplice uso. Pertanto dobbiamo garantire che tutti i paesi membri abbiano le stesse norme in relazione all'esportazione di prodotti ad uso civile che possono essere usati per scopi militari.

Il regolamento, in particolare, deve sottolineare la necessità di prevenire la proliferazione ingiustificata e indesiderabile di tecnologie e di software, poiché gli attacchi nell'ambito delle moderne tecnologie e del software segnano un aumento. In questo modo, quindi, riusciremo a contrastare più efficacemente il terrorismo cibernetico.

 
  
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  Ioan Mircea Paşcu (S&D).(EN) Signor Presidente, l'argomento della relazione è doppiamente sensibile: sul piano politico e su quello economico. Ad ogni modo, l'Unione europea intende impedire che i prodotti a duplice uso siano impiegati per fini militari e/o contro la popolazione civile. D'altro canto, bisogna pensare anche agli interessi economici dei produttori e degli utenti. Il regolamento è quindi inevitabilmente intricato, dovendo ovviare alle scappatoie esistenti, scongiurandone altre in futuro.

Inoltre, mentre per alcuni il regolamento appare eccessivamente forte, per altri sarebbe troppo debole, in quanto richiede una revisione costante. In qualità di membro della commissione per gli affari esteri sostengo pienamente al necessità di una normativa più trasparente e più rigorosa. Sono quindi totalmente a favore dell'autorizzazione preventiva e non della notifica ex ante. Soprattutto dopo Lisbona il Parlamento può in qualche modo intervenire ed è esattamente quanto sta facendo qui adesso. Di conseguenza, il suo ruolo deve essere rafforzato, non sottovalutato.

 
  
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  Peter Jahr (PPE).(DE) Signor Presidente, in merito all'autorizzazione sull'esportazione di prodotti a duplice uso, probabilmente conveniamo tutti sulla necessità di varare norme uniformi nell'Unione europea in modo che gli Stati membri non seguano prassi diverse, provocando quindi distorsioni alla concorrenza e ottenendo esattamente il contrario di quello che in effetti sarebbe auspicabile.

Naturalmente appare logico affermare che le esportazioni devono essere autorizzate ed approvate preventivamente. Vogliamo una maggiore trasparenza e vogliamo un controllo in modo da poter avere un riscontro. In proposito condivido quanto ha affermato l'onorevole Köstinger, poiché serve un sistema sostenibile per le nostre piccole e medie imprese e che possa essere idoneo per questa categoria di aziende. Il mercato mondiale non è fatto solo per le grandi imprese, ma anche per le PMI.

In questo senso rivolgo un appello al relatore affinché garantisca che le condizioni e gli obblighi previsti possano essere ottemperati e assolti anche dalle nostre piccole e medie imprese.

 
  
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  João Ferreira (GUE/NGL).(PT) Signor Presidente, il problema in merito all'uso di prodotti e di tecnologie civili a scopi militari risiede nel fatto che non esiste un approccio slegato dal controllo delle esportazioni sui cosiddetti “prodotti a duplice uso e sui relativi servizi”. Questo controllo delle esportazioni è importante e deve essere effettuato in maniera rigorosa in modo da non compromettere l'accesso dei paesi in via di sviluppo ai prodotti e alle tecnologie di cui hanno bisogno per il proprio sviluppo. È importante incrementare la trasparenza dei relativi processi, consentendo uno scrutinio democratico.

Tuttavia, è altresì necessario assicurare coerenza in questo settore tra le politiche dell'Unione europea e gli obiettivi del regolamento. Ad esempio, ricordiamo i progetti di ricerca finanziati nell'ambito del settimo programma quadro, soprattutto quelli che prevedono la partecipazione dell'industria aerospaziale israeliana, che ha portato alla produzione di velivoli telecomandati usati negli attacchi alla striscia di Gaza che sono stati perpetrati nel 2008 e nel 2009 in cui vi sono state decine di vittime. È pertanto necessario compiere una valutazione rigorosa del possibile duplice uso civile e militare dei risultati di siffatti programmi.

 
  
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  Cecilia Malmström, membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, a nome del ministro De Gucht, rinnovo i ringraziamenti al relatore e alla sua commissione per il lavoro che stanno svolgendo. La Commissione condivide ampiamente le opinioni espresse nella relazione e sulle due rimanenti questioni in cui si propone un sistema ex ante. Per la Commissione è fondamentale assicurare che vi sia un sistema unico per scongiurare l'esistenza di norme parallele e complicazioni eccessive in questo ambito.

Conveniamo inoltre sulla necessità di introdurre un meccanismo di rendicontazione senza ovviamente imporre un fardello esagerato in particolare sulle piccole e medie imprese. Ad ogni modo, siffatto meccanismo è necessario e spero che sarà possibile addivenire ad una conclusione con il Consiglio su queste due ultime questioni. Grazie ancora per il dibattito, signor Presidente.

 
  
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  Jörg Leichtfried, relatore.(DE) Signor Presidente, vorrei usare gli ultimi due minuti a mia disposizione per rivolgere un appello al Consiglio. Però, vi sono solo posti vuoti nella sezione dedicata a questo organo. Non so se valga la pena tenere dibattiti in assenza del Consiglio. Sarebbe opportuno informarlo che, se vuole ottenere qualcosa dal Parlamento, dovrebbe assicurare la propria presenza in Aula e seguire il dibattito.

So che la questione riguarda un'ampia fetta dell'industria. Riguarda molti prodotti e sono in gioco molti posti di lavoro, soprattutto nell'ambito delle piccole e medie imprese che producono alta tecnologia e che rivestono una grandissima importanza. Per loro è assolutamente fondamentale che vi siano normative uniformi nell'Unione europea e che si scongiuri una situazione in cui – come ha indicato l'onorevole Fjellner – dei paesi ottemperano ai propri obblighi, mentre altri non li rispettano e quindi chi ci perde sono coloro che rispettano le regole. È una situazione che non dovrebbe verificarsi.

Pertanto è importante trovare una soluzione in tempi brevi. Il Consiglio deve accettare che non sempre la situazione reale collima con la sua percezione. Anche questo è importante. Partendo da questo presupposto, potremo giungere rapidamente ad una soluzione nell'interesse dell'industria europea, dell'occupazione in Europa, della protezione dei diritti umani e della salvaguardia della sicurezza, assicurando che non vi siano minacce al di fuori dell'Unione europea. La relazione si innesta proprio in questa direzione.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione sulla relazione dell'onorevole Leichtfried (A7-0028/2011) si svolgerà domani a mezzogiorno.

 
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